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martedì 3 novembre 2020

Agenzia Fides 3 novembre 2020

 

AFRICA/COSTA D’AVORIO - Il Presidente uscente rieletto in un voto contrassegnato da violenze; l’opposizione contesta i risultati
 
Abidjan (Agenzia Fides) – La Commissione elettorale indipendente della Costa d’Avorio ha annunciato oggi, 3 novembre, la vittoria del Presidente uscente, Alassane Ouattara, con il 94% dei voti nelle elezioni del 31 ottobre.
L'affluenza si attesta al 53,9%, gli oppositori contestano i risultati ed hanno annunciato la creazione di un "Consiglio nazionale di transizione".
In effetti il voto è stato segnato in alcune zone da violente proteste. In particolare nelle città di Yamoussoukro (capitale politica) e Abidjan, nei comuni di Cocody nel distretto di Blockhaus, anche a Bingerville e Anyama, dove i seggi elettorali sono stati saccheggiati. Ci sono perdite di vite umane e ingenti danni materiali.
Al centro Andokoi 1 nel comune di Yopougon il ballottaggio è stato generalmente calmo, ci ha detto il supervisore generale, Diarra Zénéka: "dalle 8 del mattino tutto va bene, sono arrivati gli elettori; pronti a fare il loro dovere civico ma vi sono stati momenti di tensione perché alcuni elettori si sono presentati ai seggi senza la tessera elettorale e i documenti di identità nazionali e volevano votare lo stesso, ma grazie a Dio la polizia è intervenuta per riportare la calma”. In questo centro composto da 7 seggi elettorali, "il tasso di partecipazione è stato superiore a poco più dell'80%" afferma Diarra Zénéka.
Al centro del liceo Sainte Marie de Cocody, nell'Abidjan orientale, nella tarda mattinata ha votato il presidente uscente, Alassane Ouattara. "Ho appena adempiuto il mio dovere civico e chiedo a tutti i miei concittadini che amano la pace e il patriottismo di andare a votare" ha detto Alassane Ouattara dopo il voto. Il Capo dello Stato uscente, rivolgendosi all’opposizione ha lanciato un appello alla calma: “Mi appello a chi ha lanciato slogan di disobbedienza civile, che si fermi perché la Costa d'Avorio ha bisogno di pace” mentre erano in corso violente manifestazioni in alcune parti del Paese.
La Commissione elettorale indipendente, CEI, ha rivelato all'inizio di questa settimana che poco più di 3 milioni di elettori hanno ritirato la propria tessera elettorale sui 7,5 milioni di iscritti nelle liste elettorali del 2020.
Su 4 candidati selezionati dal Consiglio costituzionale, solo il candidato uscente Alassane Ouattara e Konan Kouassi Bertin aka KKB hanno fatto una campagna, Henri Konan Bédié e Pascal Affi N’Guessan si sono astenuti. (S.S.) (L.M.) (Agenzia Fides 3/11/2020)
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AFRICA/ZAMBIA - Morta una suora rimasta gravemente ferita due mesi fa nell’assalto alla sua parrocchia
 
Lusaka (Agenzia Fides) – Non ce l’ha fatto suor Matilda Mulengachonzi, una delle due suore della congregazione delle Piccole Serve di Maria Immacolata (LSMI), ferite due mesi fa nell’assalto alla parrocchia nella quale prestavano servizio in Zambia. Suor Matilda, 60 anni, è morta domenica 25 ottobre a causa delle ferite riportate; alla religiosa erano stati inflitti profondi tagli sulla fronte e sulla testa, e una ferita all'occhio.
La Superiora provinciale suor Sylvia Kagulura, nel commemorare la perdita della religiosa che è stata sepolta il 28 ottobre al cimitero di Kasisi, ha affermato: "Come congregazione attendiamo i risultati della polizia".
Nel loro messaggio di cordoglio alla congregazione dell'LSMI, i Vescovi dello Zambia hanno definito l'attacco "crudele e violento” ed hanno affidato l’anima di Suor Matilda alla misericordia divina "Preghiamo che il Buon Dio possa considerare i suoi 41 anni di vita religiosa e i suoi servizi disinteressati come insegnante ed economa del programma Chalice al momento della sua scomparsa".
Suor Matilda era rimasta gravemente ferita la sera del 24 agosto, quando un bandito armato è penetrato nella parrocchia di Santa Barbara, della diocesi di Monze. Il malvivente ha colto di sorpresa suor Okafor Assumpta, 49 anni e suor Matilda Mulengachonzi.
"Suor Matilda ha subito tagli profondi sulla fronte e sulla testa, con un'altra ferita all'occhio mentre suor Assumpta ha subito un taglio profondo alla testa dopo che il criminale le ha colpite con una sbarra di ferro. Le due vittime hanno trovato il criminale che tentava di fare irruzione nel convento” aveva riportato una portavoce della polizia.
Le religiose erano state ricoverate all'ospedale distrettuale Itezhi-tezhi e successivamente all’ University Teaching Hospital (UTH). Suor Okafor è stata dimessa subito dopo, mentre suor Matilda è rimasta ricoverata nell'unità di terapia intensiva, dove è poi deceduta. (L.M.) (Agenzia Fides 3/11/2020)
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ASIA/PAKISTAN - La polizia salva Arzoo, la minorenne cattolica rapita e costretta a convertirsi e sposarsi
 
Karachi (Agenzia Fides) - “Siamo grati a Dio perché la polizia del Sindh, su ordine dell'Alta Corte della provincia del Sindh, ha salvato Arzoo Raja, una ragazza cattolica di 13 anni rapita il 13 ottobre 2020. È un grande risultato dopo due settimane di impegno continuo dei leader della Chiesa, con il sostegno dei leader dei partiti politici, degli attivisti e delle organizzazioni per i diritti umani e della società civile. Esprimo apprezzamento ai funzionari di polizia e ringrazio anche tutti i nostri fratelli musulmani che ci aiutano a chiedere giustizia per Arzoo”: lo ha detto il Vicario generale dell'arcidiocesi di Karachi, Mons. Diego Saleh, parlando all'Agenzia Fides dopo aver incontrato la minorenne cattolica salvata ieri, 2 novembre, in tarda serata.
Mons. Saleh prosegue: “Apprezzo enormemente le forze di sicurezza per aver salvato la minorenne lo stesso giorno in cui sono stati impartiti gli ordini dall'Alta Corte, e per aver tenuto la minorenne in custodia presso la stazione di polizia per le donne e i bambini, da qui verrà inviata alla casa rifugio per la sua protezione”. Il Vicario generale aggiunge: “Tutta la comunità cristiana pakistana è grata al governo del Sindh, ai giudici dell'Alta Corte e ai funzionari della sicurezza per la loro rapida risposta agli ordini del tribunale impartiti ieri mattina per salvare Arzoo”. Quindi esorta “tutta la comunità cristiana a continuare a pregare fino a quando non otterremo giustizia per Arzoo, e spero che presto la otterremo".
La polizia ha anche arrestato il rapitore Ali Azhar, che aveva rapito la ragazza il 13 ottobre mattina, l'aveva convertita con la forza e l’aveva sposata lo stesso giorno (vedi Fides 21, 22, 24, 29, 30/10/2020).
Anthony Naveed, un cristiano membro dell'Assemblea provinciale del Sindh e a capo della Commissione congiunta della Chiesa cattolica e protestante creatasi per il caso di Arzoo Raja, parlando a Fides afferma: “Siamo grati a Bilawal Zardari, Presidente del Pakistan Peoples Party e al Governo del Sindh per averci sostenuto, perché la legge esistente nella provincia del Sindh non ammette matrimoni sotto i 18 anni”. Aggiunge: "Nella precedente petizione presentata in tribunale il 27 ottobre 2020, la firmataria Arzoo Fatima (nome musulmano di Arzoo Raja) ha chiesto la protezione del suo matrimonio e al giudice non sono stati comunicati dettagli fondamentali, che lei avesse meno di 18 anni, per cui è stata presa la decisione a suo favore per la sua protezione”. Anthony Naveed inoltre spiega: "Nella petizione seguente, che abbiamo presentato da parte della famiglia, ci sono tutti i documenti autentici che dimostrano che Arzoo è minorenne ed è stata costretta a sposare il suo rapitore, per questo il tribunale ha ordinato di liberare immediatamente Arzoo dal suo rapitore Ali Azhar".
P. James Channan, OP, Direttore del Peace Center di Lahore, parlando a Fides, ha commentato: “Il salvataggio di Arzoo è occasione per ringraziare Dio per la lotta dei leader religiosi cristiani, degli attivisti per i diritti umani, dei promotori della giustizia e dell’armonia interreligiosa che ha prodotto questo risultato positivo. Le preghiere di innumerevoli cristiani e di tanti uomini e donne musulmani sono state esaudite”.
P. James Channan osserva ancora: “È una vittoria della legge e della giustizia che possiamo sperimentare in Pakistan se e quando presa sul serio e in modo giusto. Il rapimento, la conversione forzata e il matrimonio forzato con Azhar Ali, una persona malvagia di 44 anni, è stato un duro colpo e una sfida per il nostro sistema giudiziario e politico”. P. Channan conclude: “Il rilascio in tempi così brevi di Arzoo è un segno della lotta comune, delle preghiere, delle manifestazioni pacifiche e della protesta della comunità cristiana”. (AG) (Agenzia Fides 3/11/2020)
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AMERICA/MESSICO - E’ sano e salvo il sacerdote scomparso
 
Teotihuacan (Agenzia Fides) – Senza fornire dettagli al riguardo, la sorella di don Francisco Núñez Martinez, ha annunciato che il sacerdote è stato trovato vivo, cinque giorni dopo la sua scomparsa nello Stato del Messico (vedi Fides 31/10/2020). La scomparsa del sacerdote di Tarimoro era stata denunciata a Tecámac, nello Stato del Messico. Per sollecitare le sue ricerche, era stata organizzata anche una manifestazione popolare presso l'ufficio del Procuratore generale dello Stato.
Mons. Guillermo Francisco Escobar Galicia, Vescovo della diocesi di Teotihuacan, ha confermato la notizia con un breve testo, pervenuto a Fides, in cui “comunica ai fedeli la gioia di sapere che padre Francisco Núñez Martinez si trova sano e salvo con la sua famiglia”. La nota è stata diffusa dai social media della diocesi con la data del 31 ottobre.
(CE) (Agenzia Fides 03/11/2020)
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AMERICA/CILE - “Il diritto all’acqua deve essere incluso nella nuova Costituzione” ribadisce il Vicario apostolico di Aysen
 
Aysén (Agenzia Fides) – “L’acqua, è l'origine di tutta la vita. Senza acqua non c'è vita” ha affermato il Vicario apostolico di Aysén, Sua Ecc. Mons. Luis Infanti de la Mora. “L'acqua è un elemento essenziale per la vita, non solo per le persone ma per tutti gli esseri viventi. Anche in tutte le religioni è centrale. Si parla sempre dell'acqua come di un elemento simbolico vitale, ecco perché nella nuova Costituzione deve avere l’importanza che gli è dovuta. Dovrà assumere il senso spirituale e umano che ha questo bene”. Questo l’intervento a Radio Santa Maria, nel fine settimana, del Vicario apostolico.
Mons. Infanti de la Mora è molto conosciuto, anche internazionalmente, perché nel 2008 aveva scritto una lettera pastorale intitolata “Daci oggi l’acqua quotidiana” (vedi Fides 3/10/2014), in cui segnalava il problema dell’acqua in Cile: in alcuni luoghi abbonda, in altri manca, con una gestione che ha fatto molto discutere a tutti i livelli. Oggi, sottolinea Mons. Infanti, con l’enciclica Laudato sì di Papa Francesco, il problema si è potenziato, anche perché ancora non è stato risolto.
Sull'importanza di includere i diritti sull'acqua nella nuova Costituzione, il Vicario ha assicurato che "in tutto il mondo, la proprietà dell'acqua appartiene allo Stato e la gestione e la distribuzione è affidata a società private, comunità, comuni o a misto pubblico-privato”.
In Cile tuttavia l'82% dei proprietari dell'acqua è costituito da società transnazionali. "C'è e continua il problema! Questa Costituzione del Cile, che concede la proprietà privata dell'acqua a coloro che hanno il potere di acquistarla, ha favorito la privatizzazione della maggior parte dei diritti sull'acqua nel nostro paese da parte di società transnazionali. Nemmeno cilene” ha sottolineato Mons. Infanti.
Dopo la grande polemica sulle dighe che si volevano installare ad Aysén, il Vescovo assicura che “da lì si è tentato di modificare la Costituzione. Volevano cambiare la legge del codice delle acque, redatta nel 1981, e non ci sono stati progressi proprio perché ci sono forti lobby delle aziende forestali, minerarie e agricole; grandi aziende del Paese, che premono perché la situazione attuale non cambi".
(CE) (Agenzia Fides 03/11/2020)
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AMERICA/BOLIVIA - Nel giorno della commemorazione dei defunti il ricordo per i morti a causa del Covid-19
 
Santa Cruz (Agenzia Fides) – “In questo giorno in cui commemoriamo tutti i fedeli defunti, nei nostri cuori si mescolano dolore e ricordi, domande e dubbi, in particolare in questa tragedia globale del coronavirus che ha portato via all'improvviso tanti fratelli e sorelle. Tuttavia, come cristiani, non possiamo abbandonarci solo a questi sentimenti profondamente umani, ma dobbiamo guardare con gli occhi della fede al mistero della vita e della ‘nostra sorella morte’, come la chiamava san Francesco. Sorella morte perché apre la porta alla vita eterna che attende in Cristo risorto chi ha creduto e crede in Lui”. Con questa esortazione l’Arcivescovo di Santa Cruz, Mons. Sergio Gualberti, ha iniziato l’omelia durante la concelebrazione eucaristica che ha presieduto ieri, 2 novembre, nel giorno della Commemorazione di tutti i fedeli defunti, nella Basilica di San Lorenzo martire. Hanno concelebrato i Vescovi ausiliari, il Vicario generale e altri sacerdoti.
“La mensa eucaristica della Parola e del Pane di vita mette in luce gli elementi centrali del mistero della Risurrezione: vita, comunione e gratitudine, speranza” ha spiegato l’Arcivescovo, che ha proseguito: “L'Eucaristia è gratitudine, il nostro modo migliore per ringraziare il Signore per le persone che ci hanno dato la vita e per coloro che ci hanno iniziato alla vita di fede. Oltre ai nostri fratelli e amici, questa mattina ricordiamo in particolare tutti i Pastori che hanno dato la loro vita al Vangelo e alla Chiesa pellegrina a Santa Cruz, come i sacerdoti P. Jorge Robles, José Bialasik e P. Ignacio Roca. Le vittime del Covid-19, e gli Arcivescovi Mons. Luís Rodríguez, e il nostro amato Cardinale Julio Terrazas, di cui celebreremo il 9 dicembre prossimo il 5° anniversario del suo ritorno alla casa del Padre”.
Nell’omelia l’Arcivescovo ha ricordato che in questo momento storico sembrava che l'umanità avesse raggiunto i traguardi più clamorosi dal punto di vista scientifico e tecnico, del dominio della natura, invece “ci troviamo in una società di morte e impotenti di fronte a un virus invisibile. Morte causata in misura maggiore dall'uomo: guerre, terrorismo, totalitarismo, conflitti, povertà, fame, inquinamento dell'ambiente e biodiversità”. Quindi ha richiamato la festa di Tutti i Santi, in cui si celebra "l'immensa moltitudine, che nessuno può contare ... che lavò le vesti nel sangue dell'Agnello", che “ci apre alla speranza che, grazie al sangue di Cristo sulla croce, un giorno condivideremo con i nostri fratelli defunti la gioia di stare insieme alla presenza di Dio”. (SL) (Agenzia Fides 3/11/2020)

lunedì 26 febbraio 2018

ASIA/PAKISTAN - Un cristiano in fin di vita per le violenze della polizia

 
Lahore (Agenzia Fides) - C'è sdegno, preoccupazione e protesta nella comunità cristiana in Pakistan dopo il trattamento riservato dagli agenti della Federal Investigation Agency (FIA) sul 24enne cristiano Sajid Masih, nel corso delle indagini relative al caso di blasfemia che nei giorni scorsi ha coinvolto suo cugino, il 17enne Patras Masih. Patras Masih, giovane cristiano di Shahadra, sobborgo di Lahore, è stato accusato di aver commesso blasfemia con un post blasfemo su Facebook (vedi Fides 20/2/2018). Secondo quanto appreso dall'Agenzia Fides, Patras Masih è stato consegnato alla FIA per essere interrogato. La polizia ha convocato anche suo cugino Sajid Masih nel suo quartier generale. Durante l'interrogatorio la polizia ha riferito che Sajid Masih, nel tentativo di evadere, è saltato fuori dal quarto piano dell'edificio e ora è in gravi condizioni in ospedale, in terapia intensiva.
Sajid Masih dall'ospedale ha spiegato la sua versione, dichiarando che alcuni funzionari di polizia lo hanno malmenato e hanno cercato di forzarlo ad avere un rapporto sessuale con suo cugino Patras. Per evitare questa tortura e quest'atto di infamia, Sajid ha scelto di saltare fuori dalla finestra.
Come appreso da Fides, il ministro cristiano Kamran Micheal ha preso atto dell'incidente e ha contattato il direttore generale della FIA, Bashir Memon, chiedendo un'indagine adeguata in merito. La direzione ha assicurato un'inchiesta trasparente e ha promesso di portare i colpevoli sul banco degli imputati. Inoltre una scorta è stata assegnata a Sajid per evitare ritorsioni ai suoi danni.
In un messaggio inviato all'Agenzia Fides, Michelle Chaudhry, laica cattolica e presidente della "Cecil & Iris Chaudhry Foundation" (CICF) di Lahore, esprime rabbia e costernazione: “Siamo indignati e inorriditi per il comportamento dei funzionari della FIA. Chiediamo una indagine seria che accerti le responsabilità. Questa brutalità della polizia è inaccettabile. Il governo e la polizia devono proteggere la vita e la dignità di ogni singolo pakistano”.
Un appello al primo Ministro del Punjab è stato rivolto da Adan Farhaj, cristiano pakistano, membro della “Pakistan Minority Rights Organization” nel Regno Unito: “Urge intervenire - rileva a Fides - contro questa ingiustizia commessa da criminali che hanno ferocemente disonorato i nostri confratelli in Pakistan. Nella società pakistana si insegnano ogni giorno odio e discriminazione verso la comunità cristiana. Chiediamo al governo pakistano di tutelare la giustizia e salvaguardare i diritti delle minoranze religiose, specialmente dei cristiani che subiscono violenze. La libertà è un diritto di tutti e va tutelato”. (PA) (Agenzia Fides 26/2/2018)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo 24 novembre 2024

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