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sabato 14 novembre 2020

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – A IV Giornata mondiale dei poveri

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – A

IV Giornata mondiale dei poveri: “Tendi la tua mano al povero” (cfr. Sir 7,32)

15 Novembre 2020



Per entrare nella gioia del tuo regno

G – Celebriamo la XXXIII Domenica del Tempo Ordinario.

L’Anno liturgico volge al termine. Il cristiano vive nel tempo che scorre e fugge, lo sperimenta e lo teme come ogni altra persona, ma nello stesso tempo egli lo sperimenta nella fede come il luogo degli interventi salvifici di Dio e della risposta ad essi con la conversione del suo vivere.

Chiudere un anno è far verifica di un cammino. È disponibilità del cuore per mettersi in sintonia con Dio. È attendere, vegliando, per essere pronti quando Lui arriva e seguirlo.

L’Eucaristia che ci apprestiamo a celebrare ci aiuti a verificare lo stato dei talenti ricevuti e ci sproni a metterli prontamente a frutto perché il Signore, al suo ritorno, li trovi fecondi.

PRESENTAZIONE DELLA PAROLA DI DIO

G – Vivere la fede significa assumersi la responsabilità di una chiamata, un “talento” che ci è affidato affinché porti frutto. Nel tempo dell’attesa il credente è invitato a un’operosità vigilante, così che, al ritorno del padrone, possa prendere parte alla gioia della salvezza.

Antifona d'ingresso
Dice il Signore:
“Io ho progetti di pace e non di sventura;
voi mi invocherete e io vi esaudirò,
e vi farò tornare da tutti i luoghi dove vi ho dispersi”.(Ger 29,11.12.14)

Colletta
O Padre, che affidi alle mani dell’uomo
tutti i beni della creazione e della grazia,
fa’ che la nostra buona volontà
moltiplichi i frutti della tua provvidenza;
rendici sempre operosi e vigilanti
in attesa del tuo giorno,
nella speranza di sentirci chiamare
servi buoni e fedeli,
e così entrare nella gioia del tuo regno.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Pr 31,10-13.19-20.30-31)
La donna perfetta lavora volentieri con le sue mani.

Dal libro dei Proverbi

Una donna forte chi potrà trovarla?
Ben superiore alle perle è il suo valore.
In lei confida il cuore del marito
e non verrà a mancargli il profitto.
Gli dà felicità e non dispiacere
per tutti i giorni della sua vita.
Si procura lana e lino
e li lavora volentieri con le mani.
Stende la sua mano alla conocchia
e le sue dita tengono il fuso.
Apre le sue palme al misero,
stende la mano al povero.
Illusorio è il fascino e fugace la bellezza,
ma la donna che teme Dio è da lodare.
Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani
e le sue opere la lodino alle porte della città.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 127)
Rit: Beato chi teme il Signore.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.

Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!

SECONDA LETTURA (1Ts 5,1-6)
Non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire.
Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre.
Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Gv 15,4.5)
Alleluia, alleluia.

Rimanete in me e io in voi, dice il Signore,
chi rimane in me porta molto frutto.
Alleluia.

VANGELO (Mt 25,14-30)
Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

Parola del Signore.




Preghiera dei fedeli
Consapevoli della fiducia che il Signore ha riposto in noi, ma anche della nostra fragilità e dell’incapacità a far fruttificare i doni che ci ha affidato, chiediamogli di aiutarci ad essere come lui ci vuole.
Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore

1. Perché la Chiesa ami ogni uomo con il cuore di Cristo e annunci il Vangelo sino ai confini del mondo. Preghiamo.
2. Perché chi è impegnato nelle strutture politiche e sociali si apra al contributo di tutti, collaborando con gli uomini di buona volontà per il bene comune. Preghiamo.
3. Perché coloro che hanno udito la chiamata del Signore la accolgano e la custodiscano nel cuore, per donarsi agli uomini secondo i disegni di Dio. Preghiamo.
4. Per i giovani che sprecano i loro talenti nell’edonismo e nel disimpegno, perché il Signore li renda consapevoli del fatto che la loro esistenza è preziosa ed è un dono da far fruttificare. Preghiamo.
5. Perché nella nostra comunità vengano valorizzati i doni di tutti i suoi membri e si viva nella gioia della comunione fraterna. Preghiamo.

Ascolta le nostre preghiere, o Padre, e sostienici con il tuo aiuto, perché ogni nostra azione abbia in te il suo inizio e in te il suo compimento. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.


mercoledì 12 luglio 2017

SANTI ERMACORA, VESCOVO, E FORTUNATO, DIACONO

12 LUGLIO

SANTI ERMACORA, VESCOVO, E FORTUNATO, DIACONO, MARTIRI
PATRONI DELL’ARCIDIOCESI

Liturgia della Parola


Prima lettura 
Come un pastore passa in rassegna il suo gregge, così io passerò in rassegna le mie pecore.

Dal libro del profeta Ezechiele (34, 11-16)

Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.
Le farò uscire dai popoli e le radunerò da tutte le regioni.
Le ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d'Israele, nelle valli e in tutti i luoghi abitati della regione. Le condurrò in ottime pasture e il loro pascolo sarà sui monti alti d'Israele; là si adageranno su fertili pascoli e pasceranno in abbondanza sui monti d'Israele.
Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all'ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.

Salmo responsoriale (dal salmo 22)

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l'anima mia, mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.

Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

Seconda lettura
Portiamo nel nostro corpo la morte di Gesù.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (4, 7-15)

Fratelli, noi però abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.
Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo consegnati alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. Cosicché in noi agisce la morte, in voi la vita.
Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato , anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l'inno di ringraziamento, per la gloria di Dio.

Sequenza
    
Plebs fidelis Hermachorae
gratuletur in honore
de quo Marci successore
gaudet Aquilegia.

Cuius consors Fortunatus
qui est vere fortunatus
nam cum illo coronatus
passione socia.

Gentem culpa veterem
reddens fide puberem
afflictus in carcerem
Hermachora mittitur.

Qui comptentis omnibus
paenis et tortoribus
non minis, non precibus
nec terrore frangitur.

Quo praecante Dominum
pro se et pro ceteris
fulget Pater luminum
in occulto carceris.

Poncianus igitur
lumen missus caelitus
videt et efficitur
templum sanctissimus.

Fama lucis nunciatur
caeca lumen contemplatur
fide patris liberatur
puer a demonio.

Unde multi baptizati
manu sancti Fortunati
dant honorem Trinitati
credunt Dei Filio.

Quem Sevastus nomine
seu se vastans crimine
pro Christi certamine
victum tradit carceri.

Ubi simul socias
sanctas reddunt gratias
illatas iniurias
ascribentes muneri.

Noctu quorum opera
die scit religio
decollantur in carcere
prefigurat gloriae.

Quorum qui capitibus
serta dat victoriae,
nos eorum precibus
configuret gloriae. Amen.

È in festa il nostro popolo,
esulta nella gioia: onora il grande Ermacora
la Chiesa aquileiese.

A Fortunato martire
uguale onor sia dato:
la stessa prova, vinsero,
uniti nella fede.

Guidato dallo Spirito,
Ermacora converte
i peccatori e i deboli,
li libera per Cristo.

Condotto poi nel carcere
resiste ad ogni pena;
la sua preghiera illumina
l’attesa dei credenti.

Or Fortunato predica:
e chiama a vita nuova
coloro che professano
la fede trinitaria.

Incarcerato, vittima,
per Cristo lotta e vince.
Insieme al santo vescovo
il diacono si immola.

Colui che a questi martiri
il vero premio ha dato,
a noi, per loro tramite,
conceda uguale gloria. Amen.

*Traduzione integrale del testo originale:

Il popolo fedele di Ermacora
giubili in onore
di colui che, successore di Marco,
fa gioire Aquileia.

Fortunato è il suo compagno,
davvero fortunato
con lui coronato,
nella medesima passione.

Una gente antica
è ringiovanita a causa della fede;
per ciò Ermacora, afflitto,
è mandato in carcere.

Egli disprezza pene e torturatori
e non si spezza né con le minacce,
né con le suppliche,
né con il terrore.

Grazie alla sua preghiera al Signore
per sé e per gli altri,
risplende il Padre della luce
nell’oscurità del carcere.

Ponziano, dunque,
vede una luce mandata dal cielo
e diventa, anch’egli,
un tempio santissimo.

La fama della luce viene annunciata
una cieca vede la luce,
un fanciullo viene liberato dal demonio
per la fede del padre.

Pertanto, molti sono stati battezzati
dalla mano di san Fortunato,
rendono onore alla Trinità
e credono al Figlio di Dio.

E un tale, Sevasto di nome
o devastato dal crimine,
dopo averlo vinto nella battaglia per Cristo
lo consegna al carcere.

Lì insieme
rendono grazie a Dio
per le offese subite
che loro reputano un dono.

Grazie alla loro notte
la fede conosce il giorno
in carcere vengono decapitati
e si anticipa la gloria.

Colui che cinge le loro fronti
delle corone di vittoria,
per le loro preghiere
ci trasfiguri nella gloria. Amen.

Canto al Vangelo (cfr. Mt 5,10)

Alleluia, alleluia, alleluia.

Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.

Alleluia, alleluia, alleluia.

Vangelo
Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi.
                  
Dal vangelo secondo Giovanni (15, 18-21)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: "Un servo non è più grande del suo padrone". Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».



Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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