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lunedì 8 gennaio 2024

Vatican News 8 gennaio 2024

 


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Vatican News

Le notizie del giorno

08/01/2024

Il Papa durante il discorso al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede
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Francesco riceve il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede ed elenca tutti i drammi che lacerano oggi il mondo: dalla guerra “incancrenita” in Ucraina alle violenze in Terra Santa, dalla crisi in Nicaragua alle tensioni nel Caucaso e in Africa. Il Pontefice stigmatizza maternità ... 

SANTA SEDE

Un momento dell'udienza del Papa per gli auguri al Corpo diplomatico
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Nel giorno del discorso del Papa al Corpo diplomatico accreditato in Vaticano, la nota che ricorda i 184 Stati con i quali intercorrono relazioni piene, oltre ... 

Il Papa saluta  Georgios Poulides, decano del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede
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Di fronte alle crisi umanitarie, climatiche, economiche e belliche, servono riflessioni comuni, ha detto il decano del Corpo diplomatico accreditato presso la ... 

Monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e di Foligno
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Lettera del Pontefice a monsignor Sorrentino e ai membri del Comitato: “Vi prego di farvi interpreti di quanto i giovani stanno sognando e portando avanti” 

Il presepe di Giotto
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Un volume della Piemme in coedizione con la Libreria Editrice Vaticana raccoglie una serie di testi, riflessioni, discorsi e omelie che il Papa ha dedicato alla ... 

CHIESA NEL MONDO

Una veduta del Qatar
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A Nostra Signora del Rosario a Doha, prima chiesa cattolica autorizzata nel Paese, è stata presieduta una Messa solenne il 1° gennaio dal vescovo Aldo Berardi, ... 

PRIMO PIANO

Attacchi notturni dell'esercito israeliano su Khan Yunis
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Si continua a combattere nella Striscia di Gaza. Nella notte attacchi dell’esercito israeliano: perdono la vita due giornalisti e una bimba palestinese di 3 ... 

Bambini in Ucraina
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L'organismo Onu denuncia che nel Paese est-europeo migliaia di minori sono uccisi, feriti o mutilati e si registrano attacchi sulle scuole: "I bambini ucraini ... 

Alcuni murales sul tema della misericordia realizzati dagli studenti del Pio IX con Maupal
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Entra nel vivo il progetto delle superiori della scuola pontificia Pio IX di Roma che vedrà nel mese di gennaio alcuni studenti dell’ultimo anno accanto ai ... 

mercoledì 12 giugno 2019

Agenzia Fides 12 giugno 2019

AFRICA/BURUNDI - “L’intolleranza politica minaccia la convivenza pacifica” denunciano i Vescovi
 
Bujumbura (Agenzia Fides) - “Siamo preoccupati per il progressivo incremento dell'intolleranza politica che, in diverse parti del Paese, provoca scontri e persino vittime” afferma il comunicato conclusivo, inviato all’Agenzia Fides, dell’Assemblea Plenaria della Conferenza Episcopale del Burundi, che si è tenuta dal 4 al 7 giugno a Gitega.
Le tensioni politiche che da anni agitano il Paese hanno costretto oltre 374.000 burundesi a rifugiarsi nei Paesi limitrofi: Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Rwanda e soprattutto Tanzania, dove i rifugiati burundesi sono oltre 192.000, accolti in campi spesso privi di adeguate condizioni di sicurezza e di assistenza umanitaria.
Una situazione denunciata dai Vescovi che affermano: “abbiamo appreso con dolore dell'insicurezza che grava sui nostri compatrioti in alcuni campi profughi in Tanzania”.
Tra gli altri problemi all’attenzione dei Vescovi, vi sono “la recrudescenza della malaria in diverse parti del Burundi, così come alcuni fenomeni sociali come i furti nei campi o nelle famiglie, il banditismo armato, i numerosi casi di accuse di stregoneria che a volte portano all'assassinio dei presunti colpevoli, così come al traffico di ragazze in certe aree”.
Per quanto riguarda la vita del Paese, i Vescovi hanno dibattuto a lungo sull'attuale situazione socio-politica in relazione alle elezioni del 2020. Hanno cercato in particolare di discernere quale dovrebbe essere il contributo della Chiesa alla luce della la sua missione, in modo che queste elezioni si svolgano in pace e promuovano la causa della democrazia.
Infine sul piano ecclesiale, nel corso dell’Assemblea Plenaria è stato letto il Motu Proprio di Papa Francesco “Vos estis lux mundi” e si è discusso sulla celebrazione del Mese Missionario Straordinario dell'Ottobre 2019, per il centenario della Lettera Apostolica Maximum Illud, secondo la raccomandazione del Santo Padre. (L.M.) (Agenzia Fides 12/6/2019)
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AFRICA/SUD SUDAN - Un nuovo presbitero e sette diaconi nella diocesi di Tambura-Yambio: segno di speranza per la Chiesa
 
Yambio (Agenzia Fides) – La diocesi di Tambura-Yambio ha celebrato la prima ordinazione di un presbitero e di sette diaconi del Seminario di St. John Paul, lo scorso 7 giugno. A renderlo noto all’Agenzia Fides è padre Christopher Hartley, sacerdote della diocesi di Toledo, appena arrivato in Sud Sudan per fondare una nuova missione cattolica dopo aver trascorso gli ultimi 12 anni a Gode, regione somali dell’Etiopia.
“La loro testimonianza è un invito a tutti noi a mettere la nostra fede in azione al servizio di Dio e delle nostre sorelle e fratelli, ovunque ci troviamo” ha spiegato il Vescovo della diocesi, Mons. Edwardo Hiiboro Kussala. “E’ un segno di crescita e di speranza per la Chiesa nella diocesi e nel Sud Sudan” ha aggiunto, apprezzando “il dono ricevuto dal Signore”.
La diocesi di Tambura-Yambio copre due paesi, Yambio e Tambura, e ha 27 parrocchie. Situata nella parte sud occidentale, al confine tra Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo, la diocesi continua a soffrire degli effetti della guerra attualmente in corso nel paese.
Secondo il rapporto dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID) dell'aprile 2019, sulla crisi degli sfollati in Sudan del Sud, a Yambio nel 2016 sono stati registrati gravi scontri armati e migliaia di sfollati. Attualmente la diocesi ospita un gran numero di sfollati interni che hanno bisogno di cure pastorali. “In un contesto di tensione, l'ordinazione del sacerdote e dei sette diaconi è vista come una grande benedizione per il popolo di Dio”, conclude padre Hartley.
(CHS/AP) (Agenzia Fides 12/06/2019)
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ASIA/KYRGYZSTAN - La Caritas kirghisa entra nella famiglia di Caritas Internationalis: "La missione è il servizio ai bisognosi"
 
Biskek (Agenzia Fides) - “Il riconoscimento ufficiale di Caritas Kirghizistan all’interno di Caritas Internationalis significa moltissimo per noi, perché ci fa sentire appartenenti ad una grande famiglia e ci offre maggiori opportunità di servire i più bisognosi del nostro paese. Abbiamo avviato il processo di affiliazione nel 2015, partecipando a numerosi workshop e corsi di formazione organizzati da Caritas Asia e dando impulso a forme di cooperazione con gli organismi degli altri paesi. Parallelamente, abbiamo preparato ed inviato alla Segreteria Generale tutti i documenti necessari. La richiesta è stata messa ai voti e la maggior parte dei membri si è espressa in nostro favore”. E’ quanto dichiara all’Agenzia Fides Sher Abdugapirov, vicedirettore della Caritas presso la sede di Jalal-Abad, confermando la recente affiliazione dell’organizzazione kirghisa all’interno di Caritas Internationalis.
Il riconoscimento, concretizzatosi a gennaio 2019, è stato annunciato lo scorso 24 maggio a Roma durante la XXI Assemblea Generale di Caritas Internationalis. Spiega Abdugapirov: “Il percorso di affiliazione potrebbe apparire semplice, ma è la sintesi di un lungo e duro lavoro. Senza l'aiuto di alcune persone sarebbe stato impossibile completare questa missione. Vorremmo ringraziare da una parte il Cardinale Tagle, Michel Roy ed Aloysius John rispettivamente Presidente, ex ed attuale Segretario generale, dall’altra l’Arcivescovo Isao Kikuchi e Zar Gomez, cioè l’ex Presidente e l’attuale Coordinatore regionale della Caritas Asia. Ci impegneremo per ripagare la fiducia di tutti coloro che hanno votato per la nostra adesione”.
“Per il futuro, abbiamo grandi obiettivi. Il primo è costruire una struttura organizzativa forte: continueremo a lavorare per aumentare la nostra capacità e il nostro potenziale, migliorando anche gli standard di gestione. Il secondo è quello di fornire un servizio sempre migliore a tutte le persone, specialmente ai poveri, per promuovere la giustizia sociale e per proteggere la nostra Terra”, conclude.
La Caritas kirghisa deve le sue origini alla creazione, nel 2011, della Organizzazione Non Governativa “Luce d’Amore”: la decisione di intraprendere il cammino di inserimento nell’organismo pastorale e caritativo dei Vescovi nacque in seguito alla partecipazione ad un incontro organizzato da Caritas Asia nel 2014 ad Almaty. In Kirghizistan vi sono attualmente tre parrocchie nelle città di Bishkek, Jalal-Abad e Talas, ma molte piccole comunità sono distribuite nelle zone rurali del paese. I cattolici del posto possono contare sull’assistenza spirituale di sette sacerdoti, un religioso e cinque suore francescane. (LF) (Agenzia Fides 12/6/2019)
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ASIA/PALESTINA - Numeri impressionanti sul calo della presenza cristiana nelle città della Cisgiordania
 
Ramallah (Agenzia Fides) – Nella città araba di Jenin, 26 km a nord di Nablus, su 70mila abitanti i cristiani sono soltanto 130, quasi tutti cattolici di rito latino. A Tubas, altra cittadina araba della Cisgiordania settentionale, gli abitanti sono 40mila, e i cristiani sono solo 45, appartenenti alla Chiesa greco ortodossa; A Burqin, villaggio palestinese non lontano da Jenin, i cristiani sono meno di 70, su una popolazione di 7500 abitanti; anche le comunità di battezzati presenti nei centri abitati di Jalameh e Kafr Koud sono composte da poche decine di persone. Mentre nel villaggio di Deir Ghazaleh, fino a 10 anni fa abitato da una consistente minoranza cristiana, adesso i battezzati sono solo 4 su 1200 abitanti.
Il fenomeno della diminuzione della popolazione cristiana in ampi territori della Cisgiordania sottoposti all’Autorità palestinese emerge in termini oggettivamente impressionanti nei numeri esposti in un breve contributo firmato da Hanna Issa, membro del Consiglio di Fatah e Segretario generale del Consiglio islamo-cristiano palestinese per Gerusalemme e i Luoghi Santi. Nel testo, rilanciato anche dal website abouna.org, Hanna Issa chiama in causa i “fattori politici e economici” all’origine dei flussi migratori che stanno riducendo al minimo la presenza cristiana in Cisgiordania.
Il progetto nazionale palestinese – rimarca l’esponente di al Fatah – si fonda sul riconoscimento della piena uguaglianza tra cittadini di religioni diverse, ma l’instabilità politica si traduce in instabilità sociale e economica. Per questo – conclude Hanna Issa – occorre preservare l'identità araba palestinese di fronte a tutte i condizionamenti che possono generare situazioni di discriminazione nella società palestinese e di emarginazione della sua componente cristiana. (GV) (Agenzia Fides 12/6/2019)
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AMERICA/MESSICO - I Vescovi dopo l’accordo Messico-Usa: “i fratelli migranti non devono mai essere moneta di scambio”
 
Città del Messico (Agenzia Fides) – “Come Conferenza dell'Episcopato messicano, esprimiamo la nostra preoccupazione per la mancanza di una accoglienza veramente umanitaria ai nostri fratelli migranti che rifletta le nostre convinzioni riguardo al riconoscimento e alla protezione dei diritti di tutti gli esseri umani allo stesso modo”. Così inizia il messaggio dei Vescovi messicani dopo l’accordo tra Stati Uniti e Messico in materia di dazi e politica migratoria (vedi Fides 11/6/2019), firmato dal Presidente e dal Segretario generale della Conferenza Episcopale Messicana (CEM), rispettivamente l’Arcivescovo di Monterrey, Mons. Rogelio Cabrera Lopez, e il Vescovo ausiliare di Monterrey, Mons. Alfonso Miranda Guardiola.
Il dispiegamento di seimila effettivi della Guardia Nazionale sul confine meridionale “non è una soluzione radicale che affronta le vere cause del fenomeno migratorio” affermano nel testo pervenuto a Fides, evidenziando: “se abbiamo rifiutato come messicani la costruzione di un muro, non possiamo diventare noi stessi quel muro”.
Riconoscendo la legittimità di “prendere decisioni coraggiose per evitare l'imposizione di tariffe sui prodotti messicani commerciati con gli Stati Uniti”, che produrrebbero danni economici gravi al paese, i Vescovi incoraggiano i responsabili dei negoziati, “affinché il dialogo continui ed esprima i valori fondamentali di due paesi democratici: il rispetto per i diritti umani, la solidarietà tra i popoli e il lavoro per il bene comune della nostra regione”.
“In questo momento storico – proseguono -, il governo e la società non devono rinunciare a promuovere lo sviluppo umano integrale per l'America centrale e il sudest messicano”. Il Messico “non è isolato, deve costruire, insieme ai paesi dell'America centrale, una strategia che serva il bene comune della regione”. “I nostri fratelli migranti non devono mai essere moneta di scambio. Nessun negoziato deve essere collocato al di sopra di ciò che la Chiesa e la società civile hanno difeso per anni: la non criminalizzazione dei migranti e dei difensori dei diritti umani”.
Il messaggio ricorda che migliaia di migranti cercano di arrivare negli Stati Uniti in fuga dalla violenza e dalla miseria dei loro paesi, molti altri sono arrestati e deportati in Messico, ora ancora di più uin base al programma unilaterale americano, secondo cui migliaia di centroamericani attenderanno in Messico una soluzione del loro status di immigrati, esposti a gravi rischi nelle città di confine messicane e impedendo il loro pieno accesso all'assistenza legale. “Come membri della famiglia umana non possiamo essere indifferenti al dolore che molti di loro vivono e che richiede il nostro aiuto umanitario e il rispetto senza restrizioni dei loro diritti umani”.
“La Chiesa cattolica in Messico è convinta che sia necessaria una giusta politica migratoria che, da un lato, garantisca un transito di persone libero e ordinato, regolato e responsabile; e d'altra parte vegli sugli interessi legittimi dei membri della nostra nazione. Allo stesso modo, siamo convinti che i messicani debbano essere uniti nell'affrontare questa e altre sfide globali. L'unità dei messicani non deve essere costruita separatamente dalla fraternità tra i popoli. Siamo tutti paesi complementari e interdipendenti”.
I Vescovi chiedono formalmente ai governi del Messico e degli Stati Uniti di “privilegiare sempre il dialogo e il negoziato trasparente nelle relazioni bilaterali, senza cadere nella facile tentazione del ricatto o della minaccia. Il bene di ogni paese si costruisce garantendo il bene dell'intera regione. Non c'è futuro se non camminiamo insieme come fratelli quali siamo, solidali e corresponsabili”. I Vescovi messicani e nordamericani hanno sempre espresso la disponibilità a collaborare “con tutte le iniziative che permettano di trovare un percorso di maggiore sicurezza e protezione dei diritti umani di coloro che emigrano”, e ribadiscono che è loro dovere “alzare la voce quando i diritti umani vengono violati. Così è sempre stato e sarà in futuro”.
I Vescovi messicani riaffermano la volontà di “fornire ai migranti l'aiuto umanitario di cui hanno bisogno nel loro transito attraverso il nostro territorio nazionale”; ringraziano migliaia di uomini e donne della Chiesa cattolica, di altre chiese e della società civile, che per decenni hanno difeso i diritti fondamentali dei migranti in Messico, Stati Uniti, e Centro America; chiedono ai fratelli e sorelle migranti di “integrarsi con rispetto nelle comunità in cui vengono accolti”. Il messaggio dei Vescovi messicani si conclude con una invocazione allo Spirito Santo, perché illumini “le autorità civili delle nostre nazioni per prendere le decisioni più sagge e autentiche per i nostri popoli”. (SL) (Agenzia Fides 12/6/2019)
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AMERICA/NICARAGUA - Gioia e commozione per la liberazione di 50 prigionieri politici
 
Managua (Agenzia Fides) – All’alba di ieri, erano circa le 4 e mezzo, si è diffusa rapidamente
la notizia della liberazione di più di 50 prigionieri politici. Quando i principali media nazionali l’hanno data, sui social media c'erano già video e messaggi dei prigionieri politici insieme ai loro familiari. Chi ringraziava Dio, chi cantava l'inno del Nicaragua, chi piangeva, chi ballava...
Mons. Silvio Baez, Vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Managua, attualmente a Roma, ha postato il video del leader contadino Freddy Navas che ringrazia Dio e i Vescovi e la Chiesa "Madre e Maestra" per avergli insegnato a vivere la speranza, e ha chiesto al Vescovo di pregare per i leader contadini e per il Nicaragua.
Durante tutta la giornata di martedì 11 giugno, i social media nicaraguensi sono stati invasi da messaggi di orgoglio e di allegria "perché i simboli della libertà sono tornati al fianco del popolo sofferente", scrive uno studente nel suo account di Twitter. Politici, giornalisti, imprenditori, studenti, semplici cittadini e contadini, tutti i prigionieri politici che sono stati in carcere, sono tornati in strada con una bandiera in mano, ormai simbolo del nuovo Nicaragua dall’aprile 2018.
La notizia ha provocato innumerabili reazioni da parte dell'Organizzazione degli Stati americani, della Commissione interamericana per i diritti umani, dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, degli ambasciatori, dei presidenti di altri paesi, degli attivisti internazionali per i diritti umani. Un'altra fonte Fides ha scritto sui social media: "Il Nicaragua ha vissuto oggi quel sentimento indescrivibile di riconquista della libertà dei prigionieri politici. Un momento per ridere e piangere, respirare profondamente, per ricaricare le forze e continuare a lottare per la piena restituzione delle libertà. La ribellione di aprile ha già superato metà strada".
Anche l'arcidiocesi di Managua ha pubblicato un messaggio, firmato dal Cardinale Leopoldo José Brenes, Arcivescovo Metropolita di Managua: "Che vengano liberati tutti i prigionieri, questo porterà gioia a tutte le famiglie, e che tutti coloro che sono stati privati della libertà possano vivere liberamente nel proprio paese".
La liberazione di questi prigionieri politici, è parte della legge sull’amnistia approvata in Nicaragua dal Parlamento con i soli voti della maggioranza sandinista e la contrarietà dell’opposizione riunita come Alianza Civica. Secondo questi ultimi, sono ancora 89 i prigionieri politici che si trovano in carcere. La legge è stata contestata perché viene presentata come un provvedimento di clemenza, previsto dai precedenti accordi raggiunti al tavolo del dialogo nazionale nei mesi scorsi, ma senza garantire le libertà e i diritti dei cittadini.
Il presidente Ortega aveva promesso di liberare tutti i prigionieri politici entro novanta giorni, cioè entro il 18 giugno, proprio alla vigilia della valutazione della Nica Act (Nicaraguan Investment Conditionality Act) e dell'Assemblea Generale dell'OSA, che si terrà a Medellin, Colombia, alla fine di giugno.
(CE) (Agenzia Fides 12/06/2019)

mercoledì 22 febbraio 2017

Bollettino Agenzia fides 22 febbraio 2017

VATICANO - Appello del Papa per il Sud Sudan: non fermarsi solo alle dichiarazioni
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Al termine dell’udienza generale di oggi, in piazza san Pietro, il Santo Padre Francesco ha lanciato un appello per la tragica situazione in Sud Suda, con queste parole: “Destano particolare apprensione le dolorose notizie che giungono dal martoriato Sud Sudan, dove ad un conflitto fratricida si unisce una grave crisi alimentare che colpisce la Regione del Corno d’Africa e che condanna alla morte per fame milioni di persone, tra cui molti bambini. In questo momento è più che mai necessario l’impegno di tutti a non fermarsi solo a dichiarazioni, ma a rendere concreti gli aiuti alimentari e a permettere che possano giungere alle popolazioni sofferenti. Il Signore sostenga questi nostri fratelli e quanti operano per aiutarli”. (SL) (Agenzia Fides 22/02/2017)
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AFRICA/NIGERIA - I Vescovi di Ibadan: “È ora che il governo dimostri di saper mantenere le promesse”
 
Abuja (Agenzia Fides) - “Dopo due anni di governo della corrente amministrazione, i nigeriani non devono più sentirsi dire che i mali del presente derivano dalle scelte delle passate amministrazioni. I nostri governi, a livello federale e statale, hanno avuto abbastanza tempo per dimostrare le capacità di portare a compimento i cambiamenti promessi ai nigeriani” affermano i Vescovi della Provincia Ecclesiastica di Ibadan, in un comunicato pubblicato al termine della loro Assemblea, pervenuto a Fides.
Le consultazioni del 2015 hanno visto l’elezione a Presidente della Federazione, di Muhammadu Buhari, che ha suscitato caute speranze con le sua campagna anticorruzione e le annunciate riforme economiche. Le condizioni economiche della Nigeria sono però peggiorate a causa del crollo dei prezzi del petrolio degli ultimi anni e, come notano i Vescovi, ci sono nigeriani che soffrono la recessione delle loro entrate economiche.
“C’è un senso di disperazione” affermano i Vescovi. “Questa situazione provoca un sentimento generale perverso che si manifesta nella proliferazione di false notizie, scontri violenti, appelli alla divisione della Nigeria oltre alla criminalità dilagante. È urgente e necessario restaurare la fiducia dei nigeriani nella loro nazione”.
I Vescovi, dopo aver notato che la campagna anticorruzione del Presidente Muhammadu Buhari “sta perdendo vigore”, chiedono al governo di difendere i cittadini di fronte alle violenze soprattutto dei pastori Fulani e di cercare di migliorare le condizioni economiche in primo luogo creando nuovi posti di lavoro. (L.M.) (Agenzia Fides 22/2/2017)
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AFRICA/MALI - Bogotà invia un gruppo speciale antisequestri per indagare sulla suora colombiana rapita
 
Bamako (Agenzia Fides) - Il gruppo speciale antisequestri Guala della polizia nazionale della Colombia è stato inviato in Mali per aiutare le autorità locali a ritrovare suor Gloria Cecilia Narváez Argoti della Congregazione delle Suore Francescane di Maria Immacolata, sequestrata a Karangasso nel sud del Mali (vedi Fides 8/2/2017).
Come l’Agenzia Fides apprende da fonti colombiane, il gruppo Guala è specializzato nella ricerca di persone sequestrate e dispone di competenze tecniche e d’intelligence. Gli agenti colombiani lavoreranno insieme ai loro omologhi maliani e a quelli di almeno un Paese europeo che sono già impegnati nelle ricerche della religiosa. I rapitori di suor Cecilia hanno affermato di essere jihadisti, ma al momento non si hanno conferme sulla matrice del rapimento. (L.M.) (Agenzia Fides 22/2/2017)
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ASIA/PAKISTAN - Linciaggio a Lahore: 42 cristiani condannati per terrorismo
 
Lahore (Agenzia Fides) - Un tribunale antiterrorismo di Lahore ha condannato 42 cristiani per terrorismo. Come appreso da Fides, la Corte ha pronunciato la condanna per i cittadini cristiani accusati del linciaggio avvenuto in seguito agli attentati a due chiese (una cattolica, una protestante) nel quartiere di Youhanabad, a Lahore, il 15 marzo 2015.
Dopo le bombe, era divampata la protesta dei fedeli che hanno fermato e ucciso - in un gesto condannato da tutti i leader cristiani -, due musulmani sospettati di essere autori o complici degli attentatori. Nei giorni successivi, la polizia aveva compiuto diversi raid nel quartiere arrestando circa 500 persone e poi confermando il fermo per 84 cristiani, accusandoli di omicidio e terrorismo. Tra costoro, 42 sono stati scagionati nell’estate 2016. Tra gli altri 42 condannati oggi, tre attivisti per i diritti umani sono stati etichettati come "istigatori di violenza". I cristiani sostengono che gli omicidi sono stati compiuti da alcuni agitatori, infiltrati nella comunità.
La Commissione nazionale Giustizia e Pace dei Vescovi cattolici, in un comunicato inviato a Fides, esprime delusione “perchè le forze dell'ordine e le autorità si sono concentrate solo sul pur deplorevole evento del linciaggio, da condannare con forza, mentre gli autori dell'attentato criminale alle chiese, contro fedeli innocenti in preghiera, sono ancora impuniti".
Secondo l'Ong "Centre for Legal Aid, Assistance and Settlement” (CLAAS) almeno 32 imputati "sono accusati ingiustamente" e nel verdetto possono aver pesato le pressioni di estremisti islamici.
Per prevenire incidenti di tal genere, nei giorni scorsi l’Assemblea nazionale del Pakistan ha approvato il “Criminal Laws Amendment Act 2016", legge che punisce settarismo, conversioni forzate e linciaggio di massa. Il testo, che per entrare in vigore deve essere firmato dal Presidente della nazione, è stato accolto come un passo avanti per le condizioni delle minoranze religiose. Le nuove disposizioni emendano alcune leggi già esistenti prescrivendo il carcere da uno a tre anni per incitamento all'odio religioso e alla violenza, mentre prevedono la reclusione fino a 10 anni nei casi di matrimoni forzati di ragazze minorenni o donne appartenenti alle minoranze. Inoltre il testo rende perseguibile penalmente il linciaggio da parte di “folle che assumono la legge nelle proprie mani”. (PA) (Agenzia Fides 22/2/2017)
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ASIA/IRAQ - Nel nuovo disegno di legge sul Parlamento, un seggio in più riservato ai cristiani
 
Baghdad (Agenzia Fides) – Un disegno di legge per rivedere la distribuzione dei seggi della Camera dei rappresentanti tra le diverse circoscrizioni elettorali irachene, pubblicato dalle istituzioni parlamentari competenti nella giornata di lunedì 20 febbraio, prevede anche l'aumento di seggi riservati alle minoranze cristiane, che passerebbero da cinque a sei, con l'aggiunta di un seggio riservato ai cristiani armeni nella capitale Baghdad. I seggi della nuova Assemblea parlamentare, secondo il disegno da sottoporre alla discussione delle forze politiche, passerebbero da 325 a 328, con 318 di essi distribuiti tra le diverse province in base ai confini amministrativi. Sabei, mandei e yazidi avrebbero nel nuovo Parlamento un solo seggio garantito per ciascuna delle tre minoranze.
Nel frattempo il Patriarca caldeo Louis Raphael I Sako, incontrando domenica 19 febbraio a Erbil alcuni autorevoli rappresentanti della Lega Caldea, ha rinnovato l'appello a mettere in atto processi di riconciliazione e di cooperazione tra tutte le componenti sociali, etniche e religiose presenti in Iraq, evitando di trasformare anche i riferimenti alle diverse appartenenze confessionali dei cristiani in pretesto per accentuare le derive settarie che continuano a minacciare l'unità del Paese. (GV) (Agenzia Fides 22/2/2017).
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ASIA/TERRA SANTA - L'esercito israeliano inizia la demolizione di villaggi beduini. A rischio anche la “Scuola di Gomme”
 
Gerusalemme (Agenzia Fides) – I bulldozer dell'esercito israeliano sono già entrati in azione per realizzare l'annunciata demolizione di villaggi beduini situati nei territori della Cisgiordania occupata, a est di Gerusalemme, in un'area considerata strategica per la creazione e l'espansione di nuovi insediamenti di coloni. La prima abitazione beduina è stata demolita nel villaggio di Tabana, lunedì 20 febbraio. Il piano messo in atto prevede lo spostamento forzato dei beduini dei villaggi di Khan Al Ahmer, di Abu Hindi e Abu Nawar, quest'ultimo molto vicino all’insediamento israeliano di Ma’ale Adumim.
Suor Azezet e suor Agnese, religiose comboniane coinvolte anche nell'animazione di 8 piccoli asili dell'area, raccontano all'Agenzia Fides i sentimenti di ansia, paura e frustrazione registrati tra i beduini colpiti dal piano di demolizione e spostamento forzato, a cominciare dai bambini. Nel villaggio di Khan Al Ahmer, con 42 baracche, la cui demolizione effettiva è stata annunciata per giovedì 23 febbraio, sorge anche la famosa “Scuola di Gomme”, frequentata da 178 bambini della tribù beduina dei Jahalin, che potrebbe presto essere fatta a pezzi dai buldozer. “Chi distrugge le scuole distrugge il futuro”, fanno notare gli insegnanti della scuola.
La Scuola di Gomme è una struttura realizzata con 2.200 vecchi pneumatici appoggiati uno sull’altro, come fossero mattoni, riempiti di terra e pressati. I coloni chiedono di abbattere una scuola definita 'illegale' perchè sorta senza il permesso delle autorità di occupazione militare, nonostante la scuola sia priva di elementi architettonici “permanenti”, tirata su senza cemento e fondamenta, proprio per non contravvenire ai regolamenti militari che vietano la costruzione non autorizzata di edifici nell'Area C, quella in cui rientra il 60% della Cisgiordania, sotto il controllo di Israele.
Sulla Scuola di Gomme grava una sentenza di demolizione sin dalla sua costruzione, avvenuta nel 2009. Negli ultimi anni, la demolizione effettiva della struttura è stata a più riprese sollecitata dai coloni che vivono nella zona. Nel 2014, i giudici israeliani avevano chiesto alle parti di trovare un accordo, riconoscendo l’utilità sociale della scuola.
La rimozione della scuola faciliterebbe l'espansione della colonia di Kfar Adumim. Tutta l’area, nel cosiddetto corridoio E1, è coinvolta nel progetto che mira a estendere fino alla colonia ebraica di Ma'ale Adumim il Muro di separazione, costruito in gran parte su territori palestinesi. Già nel 2014, l'esercito israeliano aveva realizzato un intervento presso la scuola per sequestrare alcune attrezzature di gioco per i bambini donate dalla Cooperazione italiana.
“In questa situazione di grande incertezza” riferiscono le Suore comboniane “anche noi abbiamo sperimentato frustrazione di fronte a tanta ingiustizia e violazione dei diritti umani, oltre alla incapacità di trovare parole di conforto e di consolazione... Chiediamo preghiera e giustizia per questi nostri fratelli e sorelle e che il Signore della misericordia intervenga in loro favore”. (GV) (Agenzia Fides 22/2/2017).
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ASIA/INDONESIA - Seminari di educazione sanitaria per gli studenti e una medical mission per oltre 600 malati
 
Maumere (Agenzia Fides) - Fin dal loro arrivo nella diocesi di Maumere, sull’isola di Flores, Indonesia, nel 2009, i religiosi Camilliani hanno promosso la celebrazione della Giornata Mondiale del Malato con varie iniziative nella diocesi. “Anche quest’anno, la Giornata ha attirato e stimolato l’interesse delle autorità sanitarie locali che hanno collaborato con i nostri missionari nell’organizzare alcune attività in favore dei malati”. Lo racconta a Fides padre Luigi Galvani, MI, missionario impegnato da anni sull’isola.
“Nei giorni precedenti la Giornata, infatti, sono state organizzate diverse iniziative. Tra queste, un gruppo di medici e infermiere, insieme ai nostri seminaristi, hanno promosso seminari di educazione sanitaria tra gli studenti di diverse scuole” continua padre Galvani. “Inoltre, nei giorni 4 e 5 Febbraio, 6 medici, 15 infermiere e 35 seminaristi Camilliani hanno portato avanti una medical mission in un lontano villaggio di montagna. Oltre 600 i malati assistiti, tra cui alcuni affetti da HIV e numerose mamme con seri problemi di gravidanza. I nostri seminaristi invece hanno contribuito visitando i malati e gli anziani nelle loro case, insegnando il catechismo ai bambini, proponendo temi di igiene e buona salute. A conclusione di queste due giornate nel villaggio di Wolofeo, viva e commovente è stata la Santa Messa domenicale per i malati, tenutasi per la prima volta nel villaggio, con l’animazione del coro formato da medici, infermiere e seminaristi. Molto attesa e ben partecipata, infine, è stata la celebrazione diocesana per i malati, tenutasi domenica 12 febbraio, nella parrocchia periferica della città, Bolawolon”.
(LG/AP) (22/2/2017 Agenzia Fides)
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AMERICA/HAITI - Circa 4 mila detenuti in attesa di giustizia, aumentano i morti per fame e degrado
 
Port au Prince (Agenzia Fides) – Ieri, 21 febbraio, presso la chiesa di St. Anne a Port au Prince, padre Jean Robert Louis ha celebrato alla presenza dei familiari, i funerali di 20 detenuti del Penitenziario Nazionale morti per malnutrizione, in condizioni di miseria e mancanza d'igiene. Solo pochi giorni fa, l'agenzia Associated Press aveva segnalato la terribile situazione dei carcerati nella capitale.
Secondo fonti di Fides, il Penitenziario Nazionale di Port-au-Prince ha una capacità di 778 detenuti, questo significa 2,25 m2 per detenuto sotto degli standard internazionali che definiscono la superficie minima per detenuto a 4,50 m2. In realtà, a causa del sovraffollamento, il Penitenziario Nazionale nel mese di gennaio 2017 conta 4.257 prigionieri, quindi ognuno ha meno della metà di un metro quadro di spazio vitale. La gravità della situazione è testimoniata anche dal fatto che solo 548 detenuti di questa prigione sono stati condannati, tutti gli altri sono in carcere senza processo, che alcuni attendono anche molti anni.
In questo carcere nel 2016 sono morti 60 detenuti a causa di malattie e cattiva sanità. Tra il 1° e il 19 gennaio c’è stato un aumento dei decessi rispetto ai mesi precedenti. Le cause di morte, segnalate dalle autorità carcerarie, sono: anemia grave, arresto cardiaco, insufficienza respiratoria, tubercolosi polmonare, shock ipovolemico e gastroenterite.
Padre Jean Louis Robert, che aveva celebrato anche i funerali di altri detenuti nel mese di gennaio, ha ribadito l'impegno della Commissione per la pastorale carceraria della sua parrocchia per continuare a sostenere questo tipo di iniziative, di celebrare i funerali e seppellire i morti. In precedenza i prigionieri deceduti venivano gettati in una fossa comune, molto spesso senza informare le famiglie.
(CE) (Agenzia Fides, 22/02/2017)
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AMERICA/VENEZUELA - Più di 650 partecipanti al V Congresso dell'Infanzia e Adolescenza Missionaria
 
Caracas (Agenzia Fides) – Con l'arrivo di 650 partecipanti da tutto il paese, sabato 25 febbraio apre le porte a Caracas il V Congresso Nazionale dell’Infanzia e Adolescenza Missionaria (CONIAM). Lo scopo dei tre giorni d'incontro, che si conclude il 27 febbraio, è incoraggiare l'impegno missionario dei giovani partecipanti in modo da contagiare di entusiasmo gli altri membri della IAM in tutto il paese.
Con lo slogan “Con Cristo nasce e rinasce sempre la mia gioia” il CONIAM vuole anche celebrare i 52 anni di fondazione di questa Pontificia Opera Missionaria in Venezuela. Il programma prevede una serie di attività per riflettere, pregare, celebrare e fare festa tenendo in considerazione i principali temi che scandiscono la vita annuale della IAM.
L'incontro verrà inaugurato da padre Endeer Zapata, Direttore Nazionale delle POM in Venezuela, che introdurrà la Messa di apertura, presieduta dall’Arcivescovo Aldo Giordano, Nunzio Apostolico in Venezuela
(CE) (Agenzia Fides 22/02/2017)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...