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sabato 26 settembre 2015

Bollettino Fides News del 26 settembre 2015

AFRICA/EGITTO -Il Patriarca Tawadros visita la “Chiesa sorella” etiope
Il Cairo (Agenzia Fides) – Il Patriarca copto ortodosso Tawadros II è ha lasciato nella serata di venerdì 25 settembre il Cairo per compiere una visita di cinque giorni in Etiopia. Durante la sua permanenza in terra etiope, Papa Tawadros parteciperà alle solenni celebrazioni liturgiche officiate dalla Chiesa ortodossa d'Etiopia in onore della Santa Croce, e visiterà anche i santuari rupestri di Lalibela, antico sito del cristianesimo etiope.
La trasferta di Papa Tawadros in terra etiope riveste significato sia dal punto di vista ecclesiale che riguardo ai rapporti tra Egitto e Etiopia. Tawadros ricambia la visita compiuta lo scorso gennaio in Egitto da Abuna Mathias I, Patriarca della Chiesa ortodossa d'Etiopia (vedi Fides 17/1/2015). In quell'occasione, il Primate della Chiesa etiope era stato ricevuto anche dal Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e dal Grande Imam di al-Azhar Ahmed al Tayyeb, a conferma della valenza non solo ecclesiale di quella visita patriarcale. Durante i colloqui col Presidente e con altre autorità politiche, Abuna Mathias aveva discusso coi suoi interlocutori anche del futuro della questione della diga della Grande Rinascita, l'imponente opera idraulica sul Nilo iniziata dall'Etiopia e contestata dall'Egitto. Gli egiziani temono che il progetto etiope della grande diga possa avere impatto negativo sul volume delle acque del Nilo finora a disposizione dell'economia e dei bisogni prim ari della popolazione.
La Chiesa ortodossa d'Etiopia è stata vincolata giurisdizionalmente al Patriarcato copto di Alessandria d'Egitto fino al 1959, anno in cui è stata riconosciuta come Chiesa autocefala dal Patriarca copto Cirillo VI. Durante la sua visita in Egitto, Il Patriarca etiope aveva ripreso le parole di Gesù secondo cui l'uomo non può separare ciò che Dio ha unito, solitamente riferite al matrimonio, e le aveva applicate ai rapporti tra le due Chiese, riaffermando così la piena unità tra la Chiesa ortodossa d'Etiopia e la Chiesa copta. (GV) (Agenzia Fides 26/9/2015).
ASIA/FILIPPINE - Da Papa Francesco una spinta per la lotta al traffico di esseri umani
Manila (Agenzia Fides) - "Sin dagli inizi del suo pontificato Papa Francesco ha messo il dito nella piaga del traffico e dello sfruttamento degli esseri umani. Lo ringraziamo per questo, perchè la questione è tornata, grazie a lui, nell’agenda politica a livello internazionale. Credo che la sua autorità morale possa fare molto per spingere i governanti a fare di più per combattere questo fenomeno": lo dice all’Agenzia Fides p. Shay Cullen, missionario irlandese, che nelle Filippine ha creato e guida la Fondazione PREDA, che si occupa di salvare, proteggere e reinserire nella società le persone (soprattutto bambini e donne) vittime della tratta di esseri umani, di sfruttamento e schiavitù sessuale.
Secondo il missionario , “Papa Francesco sta cercando di far rivivere una voce profetica nella Chiesa a nome degli oppressi e degli emarginati. Con il suo esempio, invoglia ogni cristiano a seguire e imitare Gesù Cristo e il suo Vangelo". In particolare si vede che “la missione della lotta al traffico di esseri umani è vicina al suo cuore: in diverse occasioni ha fatto dichiarazioni e anche azioni concrete perchè lo sfruttamento di donne e bambini sia in cima all'agenda politica e sociale. I bambini e le donne che vivono in strada sono i più vulnerabili”. “Credo che le parole del Papa – conclude p. Cullen - siano state determinanti per ottenere che la ‘fine del traffico di esseri umani’ sia entrata nella lista delle priorità di Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite". (Agenzia Fides 26/9/2015)
ASIA/COREA DEL SUD - Preghiere per la pace nella Chiesa più vicina alla zona demilitarizzata
Seul (Agenzia Fides) - Giovani cristiani di diverse confessioni (cattolici, protestanti e anglicani) si sono riunti vicino al confine tra Nord e Sud Corea per pregare per la pace e la riconciliazione. Come riferisce a Fides l'Ufficio comunicazioni dell'arcidiocesi di Seul, si tratta dei giovani vicini alla Comunità di Taizé in Corea, che hanno compiuto un pellegrinaggio fino alla chiesa di Paju (città situata a sud di Panmunjeom, sul 38 ° parallelo, al confine con la zona demilitarizzata), invitando giovani di tutte le Chiese cristiane e di altri paesi asiatici a pregare per la pace e la riconciliazione della Corea.
"La riconciliazione è sempre stata la spiritualità della nostra comunità", ha spiegato fratello Shin Han Yol di Taizé, coordinatore principale della manifestazione. "Preghiamo per la pace in Corea da oltre 40 anni. Dal 2013, abbiamo pensato che sarebbe stato bello per invitare i giovani cristiani a unirsi nella nostra preghiera ".
"Il pellegrinaggio - ha aggiunto - simboleggia un viaggio. Significa non rimanere nella nostra zona di comfort. Significa alzarsi, uscire, essere pronti a iniziare il cammino di riconciliazione".
Oltre ai giovani coreani, all'incontro hanno partecipato anche 200 giovani provenienti da Hong Kong, Taiwan, Vietnam, Myanmar. "Attraverso la preghiera, la comunità spera di costruire ponti tra diverse religioni e diversi paesi". "La nostra speranza - ha concluso fratello Shin Han Yol - è pregare insieme con i nostri fratelli e sorelle in Corea del Nord". (PA) (Agenzia Fides 26/9/2015)
AMERICA/MESSICO - "Nessuno può rimanere indifferente”. Un anno fa, la strage dei 43 studenti di Iguala
Guerrero (Agenzia Fides) – "Nessuno può rimanere indifferente. La consapevolezza della grandezza e della dignità di ogni persona ci deve portare ad amare, rispettare, promuovere e difendere la vita in tutte le sue espressioni e momenti, e non tollerare od incoraggiare la cultura della morte". Così si legge nel messaggio del vescovo della diocesi Chilpancingo-Chilapa, Sua Ecc. Mons. Salvador Rangel Mendoza, O.F.M., inviato a Fides dalla conferenza Episcopale Messicana, e pubblicato oggi 26 settembre, a un anno dalla tragedia in Iguala, la strage di 43 studenti uccisi dai narcotrafficanti con la complicità dei politici locali nello Stato messicano di Guerrero (Vedi Fides 14/10/2014).
"Dinanzi a questa situazione drammatica" scrive Mons. Rangel Mendoza "i discorsi non sono abbastanza; è necessario uno sforzo delle autorità competenti per chiarire i fatti ed arrivare insieme con la società, a cominciare dalle famiglie degli scomparsi, alla verità".
Mons. Rangel Mendoza, afferma: "Dobbiamo cominciare a esaminare noi stessi davanti a Dio e davanti alla nostra coscienza civica, e chiederci che cosa ha causato questi eventi deplorevoli e riprovevoli. Così ci renderemo conto che la causa principale è la dimenticanza della dignità e dei diritti di ogni persona".
Il vescovo raccomanda a tutti due cose: la preghiera e il lavoro. "Chiediamo a Dio il dono della pace, e di lavorare per essa con azioni concrete a favore del dialogo, la verità, la giustizia, la riconciliazione e il rispetto della vita, della dignità e dei diritti di tutti", si legge nel messaggio, che si conclude con un appello a "non lasciare spazio al disordine e l'anarchia" e a costruire la pace insieme alle tante "persone buone e positive" che vivono nello Stato di Guerrero. (CE) (Agenzia Fides, 26/09/2015)

mercoledì 13 maggio 2015

Bollettino Fides News del 12 maggio 2015

AFRICA/COSTA D’AVORIO - I Vescovi esortano a “lavorare per la riconciliazione in vista delle elezioni”
Abidjan (Agenzia Fides) - Disarmo, riconciliazione degli animi, verità sul recente passato della Costa d’Avorio, giustizia equa, perdono, dialogo tra gli avversari politici e all’interno degli stessi partiti. Sono alcune delle indicazioni offerte dai Vescovi ivoriani nel messaggio pubblicato al termine della loro Assemblea, che si è conclusa il 10 maggio, in vista delle elezioni presidenziali di ottobre.
Nel loro messaggio, pervenuto all’Agenzia Fides, i Vescovi riconoscono i progressi effettuati dalla Costa d’Avorio in questi pochi anni trascorsi dalla fine della guerra civile, nel 2011. “Dopo la crisi nata dalle ultime elezioni, le nuove autorità del Paese, coscienti della frattura sociale, hanno optato per la riconciliazione dei figli e delle figlie del Paese”. Una politica che si è tradotta nella costituzione della Commissione Dialogo, Verità e Riconciliazione (CDVR), nell’avvio del disarmo e nell’inserimento nella società civile degli ex combattenti, e nel rientro dei profughi.
“Malgrado tutte questa azioni condotte in così poco tempo, si deve però costatare che molto rimane da fare” afferma il messaggio. In particolare la CDVR “è arrivata al termine del suo mandato senza aver superato la sfida della riconciliazione. È vero che i rancori, le tensioni, le frustrazioni, i traumi e la pratica della manipolazione etnica sono ancora presenti nel nostro Paese”.
“D'altra parte - continuano i Vescovi - il fronte sociale in ebollizione ci inquieta”. Per questo la Conferenza Episcopale incoraggia tutti a “creare le condizioni di una vera riconciliazione”.
Tra le indicazioni offerte dai Vescovi, si chiede ai giovani di essere vigilanti per non farsi strumentalizzare dai politici e ai giornalisti di evitare di “scrivere articoli incendiari che possono compromettere la fragile pace”. (L.M.) (Agenzia Fides 12/5/2015)
AFRICA/GHANA - “Giovani, rimanete in Africa, l’Europa non garantisce conforti e piaceri”: appello dei leader cristiani
Accra (Agenzia Fides) - “Siamo rattristati dalle notizie di così tanti migranti africani che periscono nei deserti dell’Africa settentrionale e nel Mediterraneo e facciamo appello agli Stati e ai governi africani perchè adottino delle misure preventive per frenare questa minaccia. Chiediamo con forza ai governi africani di fare tutto quello che possono per creare le necessarie condizioni socio-economiche e politiche e le opportunità di impiego per la nostra brulicante gioventù disoccupata. Incoraggiamo i giovani africani a rimanere nel loro Paese natale e a lavorare duramente per guadagnare il proprio pane quotidiano. Non devono credere che l’Europa e altri posti al di fuori dell’Africa garantiscano automaticamente conforti e piaceri”. Lo scrivono, in un messaggio congiunto, la Conferenza Episcopale del Ghana e il Christian Council of Ghana (CCG), al termine del loro incontro.
I leader cristiani del Ghana, nel testo pervenuto a Fides, si dichiarano “sorpresi dalla notizia che il Ghana è di fronte al rischio reale di cadere nella categoria dei Paesi altamente indebitati in difficoltà (High Debt Distress Countries, HDDC) del Fondo Monetario Internazionale sulla base dei prestiti eccessivi accesi dal Ghana, che sono stimati a circa 76 miliardi di Ghana Cedis (17.542 miliardi di Euro), a dicembre dello scorso anno”.
Quindi i leader cristiani scrivono: “facciamo appello al governo perché faccia tutto quello che può per salvare l’economia del nostro Paese”, affinché non ripiombi nella categoria degli HDDC, dalla quale era uscito da poco. Infine esprimono la speranza che gli emendamenti alle legge sulle entrate petrolifere porteranno maggiori benefici ai cittadini del Paese. (L.M.) (Agenzia Fides 12/5/2015)
AFRICA/EGITTO - Commenti positivi e polemiche sul caso dei cristiani etiopi liberati in Libia con l'intervento egiziano
Il Cairo (Agenzia Fides) – Il caso recente di 27 cristiani etiopi rapiti in Libia e liberati grazie al coinvolgimento decisivo degli apparati egiziani sta suscitando valutazioni positive intorno all'impegno profuso dal governo egiziano nell'operazione. Giovedì 7 maggio, è stato lo stesso Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ad accogliere all'aeroporto del Cairo i 24 etiopi liberati dopo che erano caduti nelle mani di gruppi jihadisti operanti in territorio libico. I media egiziani hanno confermato il coinvolgimento diretto degli apparati militari e di intelligence egiziana nella liberazione degli ostaggi, senza fornire dettagli sulle modalità dell'operazione e il livello dell'implicazione egiziana.
Il Presidente al-Sisi, durante l'accoglienza dei sequestrati liberati, si è limitato a dire che gli apparati egiziani “hanno fatto ogni sforzo” per “liberare e proteggere i nostri fratelli etiopi”. L'efficacia dell'intervento egiziano è stata apprezzata ed esaltata da commentatori e politici etiopi. Il Primo Ministro etiope Hailemariam Desalegn ha telefonato ad al-Sisi, esprimendogli riconoscenza per tutte le decisioni che mirano a “assicurare stabilità all'Egitto e ai Paesi arabi e africani la cui sicurezza legata a quella del Mar Rosso”. Mentre il professore e opinion maker Alemayehu G.Mariam ha pubblicamente polemizzato con le autorità etiopiche per lo scarso impegno adoperato nella tutela degli etiopi esposti in Libia alle violenze delle bande armate. (GV (Agenzia Fides 12/5/2015).
ASIA/LAOS - Il Vicario di Paksè: “Speriamo in un’unica celebrazione per i 17 martiri laotiani”
Paksè (Agenzia Fides) – “Siamo molto felici per il riconoscimento del martirio di padre Mario Borzaga, giovane missionario degli Oblati di Maria Immacolata, e del catechista laotiano Paul. Aspettiamo con trepidazione il buon esito anche della seconda causa di beatificazione, tuttora aperta, che riguarda altri 15 martiri, tra missionari e laici laotiani”: lo dice in un colloquio con l’Agenzia Fides, Sua Ecc. Mons. Louis-Marie Ling Mangkhanekhoun, Vicario Apostolico di Paksé, nel Sud del Laos, e responsabile dell’Ufficio dei martiri nella Conferenza episcopale di Laos e Cambogia (CELAC).
Il Vicario è appena rientrato in Laos da Phnom Penh: nella capitale cambogiana si è tenuta l’assemblea della Conferenza episcopale cui hanno preso parte i quattro Vescovi laotiani. Durante l’incontro è giunta da Roma la notizia del decreto di ricoscimento della Santa Sede del martirio di Borzaga e Paul, che ha generato “gioia, soddisfazione e speranza”, rimarca. “L’esperienza dell’incontro è sempre proficua, molto preziosa per noi Vescovi del Laos. Abbiamo condiviso questa bella notizia per la nostra Chiesa. Stiamo crescendo nella condivisione e nella collaborazione tra Vescovi” racconta il Vicario.
Sui martiri dice: “Vorremmo celebrarli tutti insieme. Tutti e 17 appartengono al Vicariato di Luang Prabang. Non sappiamo ancora come, dove e quando potremo celebrare la santa Messa di beatificazione. Certo sarà un evento di grande testimonianza cristiana che coinvolgerà tutta la Chiesa in Laos. Speriamo in un’unica celebrazione da tenersi in Laos. Desideriamo farla in Laos: sarebbe molto significativo per il piccolo gregge della nostra Chiesa. E credo potremo averne la possibilità, anche concordandola con le autorità civili”.
Il Vescovo riferisce come la Chiesa locale, pur vivendo in condizioni a tratti difficili, continua nel suo lavoro pastorale, confidando nell’aiuto della Provvidenza: e questo riconoscimento del martirio “è proprio un dono di Dio per la piccola Chiesa laotiana”, rimarca. (PA) (Agenzia Fides 12/5/2015)
ASIA/INDIA - Villaggio attaccato dagli estremisti indù: cristiani in fuga
Guwahati (Agenzia Fides) – I cristiani sono fuggiti da un villaggio nello stato di Assam, nel Nordest dell'India, dopo l’attacco di circa cento estremisti indù che hanno ferito 18 fedeli, tre dei quali gravemente. Tra i feriti gravi vi è una bambina di sette anni. I militanti, armati di spade, bastoni e pietre hanno attaccato nei giorni scorsi i cristiani nel villaggio di Amtola, nel distretto di Golpara.
“In questo momento non ci sono cristiani nel villaggio, tutti sono fuggiti” ha detto il Rev. David Boro, che si trova a Guwahati, capitale dello stato. “Le famiglie cristiane ora sono al sicuro, i feriti sono in ospedale”. Gli estremisti, prosegue “non accontentandosi dell’aggressione, hanno distrutto le abitazioni di queste famiglie cristiane”.
I fedeli sono preoccupati soprattutto per una bambina di sette anni, Pranita Rabha, che ha subito gravi lesioni al torace e al cranio, e che ora si trova in ospedale a Guwahati. “Gli aggressori non hanno risparmiato donne e bambini: li hanno picchiati senza pietà” riferiscono i fedeli.
Le ostilità contro i cristiani di una comunità protestante locale sono iniziate l'anno scorso e dal dicembre 2014 gli episodi di violenza contro i cristiani del villaggio sono stati cinque. Secondo i primi riscontri, gli anziani del villaggio hanno istigato i militanti indù contro i fedeli.
Secondo il rev. Vijayesh Lal, della “Evangelical Fellowship of India”, “la brutalità dell'incidente è stata scioccante. Il modo in cui i bambini sono stati malmenati mostra un alto livello di odio”. I cristiani nello stato di Assam sono circa il 3% della popolazione, a maggioranza tribale. (PA) (Agenzia Fides 12/5/2015)
ASIA/NEPAL - Distribuzione degli aiuti ai terremotati nelle zone più lontane
Kathmandu (Agenzia Fides) – La disorganizzazione nella distribuzione degli aiuti alle popolazioni gravemente colpite dal terremoto che vivono nelle zone più remote del Nepal, continua ad alimentare lo spirito di cooperazione di tanti che da ogni parte del mondo si sono messi in viaggio con l’unico obiettivo di aiutare questi fratelli abbandonati. Tra questi, alcuni cooperanti della ong Perigeo onlus sono partiti dall’Italia per una prima ricognizione degli aiuti necessari e della reale situazione di emergenza (vedi http://fidesorg.blogspot.it/2015/05/progetto-amici-dal-mondo-nepal.html).
“Arrivati a Kathmandu sabato 9 maggio, abbiamo trovato ritmi di vita ‘normali’ ma una grande disorganizzazione per la distribuzione degli aiuti e la localizzazione delle zone colpite” racconta all’Agenzia Fides il direttore strategico di Perigeo, Gianluca Frinchillucci, in viaggio con il suo collaboratore nepalese Samman Khatewoda. “La capitale del Paese è ‘viva’, continua, la gente è coinvolta e impegnatissima a collaborare, purtroppo la parte storica è andata completamente distrutta. Dopo una prima ricognizione, insieme a due nepalesi esperti conoscitori della zona e a due volontarie aggregatesi al team, giunte da Australia e America, abbiamo deciso di raggiungere il piccolo villaggio di Darme, a 5 ore di distanza da Kathmandu, nella valle del Trisuli” racconta Frinchillucci.
“Attraverso strade a dir poco dissestate, con un furgone abbiamo raggiunto Darme, popolato da un centinaio di abitanti ma andato completamente distrutto. Grazie alle indicazione di un rappresentante del piccolo villaggio abbiamo avuto una lista delle priorità e così abbiamo comprato acqua, teli, tende, riso, medicinali. A Baneshwor poi abbiamo visitato una scuola per bambini disabili per fortuna tutti sopravvissuti ma terrorizzati dalla grande distruzione che regna intorno a loro. Siamo riusciti a distribuire anche a loro tende per riparo” aggiunge il direttore strategico di Perigeo. Sulla strada di ritorno dal villaggio, a 18 km di distanza, il gruppo ha sostato a Nuwakot Durbar, sito storico in cui sorge il palazzo che fu dimora per circa venti anni del primo Re del Nepal, Prithvi Narayan Shah che nel 1768 unificò il Paese. Il terremoto ha lasciato evidenti segni anche sulla maestosa residenza del Re. (AP) (12/5/2015 Agenzia Fides)
ASIA/LIBANO - Partiti dei due blocchi sottoscrivono un documento di “Partenariato nazionale” proposto dalla Lega Maronita
Beirut (Agenzia Fides) - Otto Partiti libanesi, legati ad ambedue i blocchi che da anni dominano la scena politica nazionale e la paralizzano con le loro contrapposizioni, hanno accettato di sottoscrivere un documento intitolato “Partenariato nazionale per rafforzare lo stato e contrastare il terrorismo” predisposto e proposto su iniziativa della Commissione politica della Lega Maronita come base per rilanciare il dialogo politico e riattivare le istituzioni paralizzate dalle contrapposizioni e dei veti reciproci. Tra i sottoscrittori del documento figurano anche i rappresentanti del Partito sciita Hezbollah, quelli delle Forze Libanesi, del Partito Futuro e della Corrente Patriottica Libera. Il documento è stato presentato la sera di sabato 9 maggio in una conferenza organizzata all'Hotel Metropolitan di Beirut, dove gli intervenuti hanno anche riferito che il testo verrà presto sottoposto all'attenzione del Patriarca maronita Bechara Boutros Rai.
“Noi, rappresentanti dei Partiti politici citati” si legge nel testo del documento, pervenuto all'Agenzia Fides “affermiamo la nostra appartenenza a un Libano unito e pluralista, e ribadiamo la nostra adesione al partenariato previsto nel documento di intesa nazionale (…) e al rispetto reciproco tra i cittadini, qualsiasi siano le loro differenze religiose, culturali e politiche”. La condivisione di questo terreno comune – sottolinea il documento - “è la via giusta per proteggere il Libano dall'ondata di estremismo e di fanatismo violento che deforma le religioni e colpisce certi Paesi e società, tra cui alcune società arabe”. Nell'incontro, il ministro della Cultura Rony Araigi, rappresentante del Movimento al-Marada, ha fatto riferimento a difficoltà e sofferenze patite in Medioriente dai cristiani, indicandoli come le prime vittime del “caos creativo” perseguito da potenze globali e regionali per ridisegnare a proprio vantaggio gli scenari e i rapporti di forza nell'area m ediorientale. (GV) (Agenzia Fides 12/5/2015).
AMERICA/STATI UNITI - Il sistema migratorio è diventato una “industria disumana” denunciano i Vescovi
Washington (Agenzia Fides) – La Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti (USCCB) ha denunciato attraverso un rapporto appena pubblicato, che il sistema dei centri di detenzione degli immigrati negli Stati Uniti è diventato una "industria disumana", e ha chiesto ampie e urgenti riforme. Dal 1994 al 2013 si è passati da una popolazione media giornaliera di detenuti pari a 6.785 immigrati irregolari a 34.260, per un totale rispettivamente di 85.000 e 440.000 detenuti all’anno.
"E' il momento per la nostra nazione di riformare questo sistema disumano, che detiene inutilmente la gente, particolarmente le persone vulnerabili che non sono una minaccia" ha detto nella presentazione del rapporto il Vescovo ausiliare di Seattle, Sua Ecc. Mons. Eusebio Elizondo, che è Presidente della Commissione episcopale per le migrazioni.
Lo studio della USCCB mostra che la crescita dei centri di detenzione ha provocato un sistema che crea "disallineamenti, famiglie spezzate, violazioni dei diritti umani, petizioni legali abbandonate e minor prestigio nazionale". "Per molti aspetti, i detenuti immigrati sono trattati meno bene in confronto agli imputati criminali" conclude la relazione intitolata “Unlocking Human Dignity: A Plan to Transform the U.S. Immigrant Detention System”.
Secondo le norme del Department of Homeland Security (DHS), i detenuti immigrati non vengono rilasciati neanche quando c'è la possibilità di porli sotto stretta sorveglianza, si legge nel rapporto.
(CE) (Agenzia Fides, 12/05/2015)
AMERICA/PERU’ - I Vescovi chiedono azione urgente e dialogo, “mai più violenza” per il caso Tia Maria
Lima (Agenzia Fides) – Sono ormai trascorsi 50 giorni da quando sono iniziate le proteste a Islay, paese vicino ad Arequipa, circa 800 km a sud della capitale peruviana, contro il progetto di estrazione della Southern Copper, e governo e manifestanti non riescono a raggiungere un accordo, anzi, ci sono stati altri scontri con vittime e feriti. “Le proteste contro il progetto minerario ‘Tia Maria’ continuano!" gridano i rappresentanti del gruppo che manifesta e gli abitanti di Islay, zona militarizzata dallo scorso fine settimana.
Di fronte a questa situazione, la Conferenza Episcopale Peruviana chiede “una profonda riflessione che porti ad un’azione urgente in difesa della vita, della costruzione della pace e della giustizia”. Nel documento, pervenuto all’Agenzia Fides, i Vescovi affermano: “Siamo consapevoli dell’importanza di un progetto come quello di Tía María, perché implica investimenti di alto livello per l’economia della regione, con la conseguente creazione di posti di lavoro, opere di infrastrutture, insieme al contributo alle risorse pubbliche e quindi a favore della qualità della vita”.
Dal momento che per la maggior parte la zona è agricola, i Vescovi ribadiscono che “l’agricoltura va protetta, perché aiuta l’alimentazione, migliora l’economia delle famiglie”. Come tutti sanno, per favorire le coltivazioni “è necessario tutelare le acque, sia di superficie che del sottosuolo, insieme alla qualità dell’aria e della terra, elementi essenziali per raggiungere i necessari livelli di produttività”. Quindi "è assolutamente necessario il dialogo, con la buona volontà di tutte le parti in causa, che devono partecipare al ristabilimento della pace” concludono i Vescovi, esortando ““Mai più vittime! Mai più violenza!".
Il conflitto denominato "Tia Maria" si trascina da quasi 6 anni, e ha causato ormai 5 morti, se aggiungiamo gli ultimi due di questi ultimi giorni: un poliziotto e un operaio che manifestava.
(CE) (Agenzia Fides, 12/05/2015)

mercoledì 22 aprile 2015

Fides News: Bollettino del 22 aprile 2015

AFRICA/MALAWI - “Ci inseguivano come cani”: i malawiani in fuga dalle violenze xenofobe in Sudafrica
Lilongwe (Agenzia Fides) - “Ci inseguivano come cani” hanno detto le prime avanguardie dei 3.200 Malawaiani che il governo sta rimpatriando dal Sudafrica, dove sono in corso violenti scontri xenofobi. Lo riferisce all’Agenzia Fides dal Malawi p. Piergiorgio Gamba, missionario monfortano, che parla di “pullman carichi di gente scalza, scappata senza poter prendere nulla”.
“Ancora una volta, all’estremità sud dell’Africa, riappare l’incubo della caccia allo straniero come era successo nel 2008” commenta il missionario. “Il grande Sudafrica, la prima economia del continente, il Paese capace di organizzare i campionati del mondo, lascia emergere un odio appena sopito sotto i colori della rainbow nation, che ancora fatica a costruire una nazione da tanti gruppi diversi”.
“Le immagini di gruppi di giovani sudafricani che accoltellano africani dello Zimbabwe, del Mozambico e del Malawi sono finite sulle prime pagine dei giornali e alla televisione, distruggendo quella fratellanza che il colore della pelle aveva da sempre sostenuto” prosegue il missionario.
P. Gamba sottolinea che “il numero limitato dei morti è certo merito di una presa di posizione immediata delle organizzazioni di protezione dei diritti umani e delle Chiese in particolare” (vedi Fides 17/4/2015).
Il messaggio di protesta del Cardinale Wilfrid Napier, Arcivescovo di Durban, dove sono scoppiate le prime cariche xenofobe che poi si sono estese a tante altre città come Johannesburg e la capitale Pretoria, è stato un monito severo. "La xenofobia è contraria alla Costituzione del Sudafrica, all’umanesimo africano e alla fede cristiana, che vuole costruire ponti e non mura di difesa” ha ripetuto, citando Papa Francesco. Si è ripetuto spesso, in questi giorni, quello che è stato “il sogno di Mandela, di una società democratica e libera, dove tutte le persone possano vivere assieme in armonia e con pari opportunità”.
In Malawi, la Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale in un comunicato ha invitato ad evitare ritorsioni sui cittadini sudafricani che in Malawi possiedono diverse case di villeggiatura lungo il lago ed i più grandi supermercati. Giustizia e Pace chiede inoltre che si vada oltre il rimpatrio dei connazionali e si giunga ad un dialogo costruttivo tra governi e che le dimostrazioni di protesta siano pacifiche. (L.M.) (Agenzia Fides 22/4/2015)
AFRICA/SUD SUDAN - Malakal: in corso violenti combattimenti tra militari appartenenti a tre etnie diverse
Juba (Agenzia Fides) - Violenti combattimenti con l’uso di armi pesanti tra due gruppi di militari dell’esercito sud-sudanese con numerose vittime sono in corso oggi, 22 aprile, a Malakal, capitale dello Stato sud-sudanese dell’Alto Nilo. “Gli scontri sono scoppiati ieri sera e questa mattina sono ripresi alle 6 in una zona all’interno della città. Parte della popolazione si è spostata nell’area meridionale di Malakal per evitare di essere colpita” dicono all’Agenzia Fides fonti locali che per ragioni di sicurezza desiderano rimanere anonime.
“Sono due gruppi rivali di militari dell’esercito sud-sudanese, questo perché i soldati prima di essere leali alla nazione sono leali alla propria tribù. Quello che sta accadendo è già accaduto diverse volte, ovvero che i militari si dividono secondo la tribù di appartenenza scontrandosi tra loro” continuano le nostre fonti. “Nei combattimenti in corso sono coinvolti militari appartenenti a tre etnie diverse, Dinka, Shilluk e Nuer, che cambiano alleanze a secondo di come i politici nazionali dicono loro di fare. L’esercito non è unito ma è leale al politico della propria tribù. Questo è uno degli elementi per comprendere quello che sta accadendo ma occorrerà qualche giorno per capire le dinamiche che hanno scatenato gli scontri attuali”. “I morti sono numerosi anche se non sappiamo quanti siano. Continuate a pregare per noi” conclude la fonte di Fides. (L.M.) (Agenzia Fides 22/4/2015)
AFRICA/EGITTO - Imam e sacerdoti promuovono la “cultura dell'incontro” predicando insieme nelle scuole di Minya
Minya (Agenzia Fides) – Inizia oggi la “missione” collettiva di un folto gruppo di imam legati ad al Azhar – il maggior centro teologico dell'islam sunnita – e di sacerdoti copti, che per alcuni giorni visiteranno insieme le scuole della provincia egiziana di Minya per incontrare gli studenti e promuovere in conferenze e dibattiti la cultura dell'incontro e della pace, valorizzandola come base di una pacifica convivenza sociale e religiosa. L'iniziativa, sostenuta dal Grande Imam di al Azhar Ahmad al-Tayyeb e dal Patriarca copto ortodosso Tawadros II, mira a rafforzare il tessuto della solidarietà nazionale e a promuovere la reciproca tolleranza fondata sulla condivisione di valori comuni, a partire dalla compassione e dalla solidarietà verso i concittadini in difficoltà.
“Gli incontri nelle scuole - riferisce all'Agenzia Fides Anba Botros Fahim Awad Hanna, Arcivescovo copto cattolico di Minya - si svolge sotto l'egida di “Casa della famiglia egiziana”, l'organismo di collegamento inter-religioso creato anni fa dal Grande Imam di Al Azhar e dal Patriarca copto ortodosso e rivitalizzato negli ultimi tempi come strumento per prevenire e mitigare le contrapposizioni settarie, in un momento in cui il riesplodere del settarismo fondamentalista sembrava mettere a rischio la stessa unità nazionale. Gli imam e i sacerdoti sono una quarantina, e operano tutti nella nostra regione. Un'iniziativa analoga si è già svolta qualche settimana fa in alcune scuole del Cairo”. Il programma mira a coinvolgere gradualmente le scuole in altre aree del Paese afflitte - come la provincia di Minya - da conflitti settari. (GV) (Agenzia Fides 22/4/2015).
AFRICA/SUDAN - Epidemia di morbillo in Darfur: i casi continuano a moltiplicarsi
Khartum (Agenzia Fides) – Il Ministero della Sanità locale ha confermato un forte incremento di casi di morbillo in Sudan. Attualmente si parla di 1.472 persone contagiate. I morti finora registrati sono 25, mentre si sospettano altri 3 mila contagi. In una conferenza stampa, il responsabile dell’Ufficio Immunizzazione del Ministero della Sanità ha allertato la popolazione riguardo al proliferare della malattia a livello epidemiologico in sei Stati: Nord, Ovest e Est Darfur, Sennar, Red Sea, e Kassala. All’inizio del mese di aprile, l’Unicef aveva confermato 1.120 casi di morbillo nel Paese. Negli ultimi tre mesi, la malattia si è diffusa in 29 località di 16 Stati sudanesi. Quello maggiormente colpito è Kassala con 353 casi e 2 decessi, seguito dal Red Sea con 205 casi e 3 decessi e il Nord Darfur con 140 casi e 12 morti. (AP) (Agenzia Fides 22/4/2015)
ASIA/PAKISTAN - Peggiora lo stato dei diritti umani nel paese
Lahore (Agenzia Fides) – La situazione dei diritti umani in Pakistan si sta fortemente deteriorando: è quanto afferma l’ultimo Rapporto della “Human Rights Commission of Pakistan” (HRCP), una tra le maggiori Ong della società pakistana, con una rete diffusa capillarmente nel paese. Nel documento inviato all’Agenzia Fides, titolato “Stato dei diritti umani 2014”, si nota che l’attacco dei militanti alla scuola militare di Peshawar, che il 16 novembre ha ucciso oltre 130 bambini, simboleggia efficacemente la situazione dei diritti umani in Pakistan.
Secondo il Rapporto, quell’attacco rappresenta in qualche modo “una svolta”, in quanto sembra aver creato un largo consenso contro il fanatismo in Pakistan. Tuttavia Zohra Yusuf, Presidente della HRCP nota: “E’ un peccato che tale consenso a livello nazionale contro i talebani e altri gruppi estremisti non si sia tradotto in azione politica, restando un affare militare”. Secondo il testo, 1.723 pakistani hanno perso la vita e 3.143 sono rimasti feriti nel corso del 2014 in 1.206 attacchi terroristici, 26 dei quali suicidi.
Alla lotta contro il terrorismo, prioritaria, si affianca la campagna per le libertà: “Le limitazioni alla libertà di espressione non sono calate nel 2014” nota il Rapporto. Il Pakistan è stato definito “il paese più pericoloso al mondo” per la libertà di stampa, con 14 giornalisti e operatori dei media uccisi nel 2014.
Sulla condizione delle minoranze religiose, si afferma che “l'estremismo religioso ha continuato a crescere nel 2014: 11 edifici, tra templi indù e chiese, sono stati danneggiati nella provincia meridionale di Sindh, mentre due attacchi sono stati condotti contro la minoranza Zikri in Beluchistan”. Lo scorso anno si sono segnalati in tutto 144 episodi di violenza settaria, 141 dei quali sono stati attacchi terroristici e tre erano scontri settari, rivela la Commissione.
La “blasfemia” resta un argomento molto sensibile nella nazione, dove il 97% dei 180 milioni di abitanti professa l’islam. La HRCP rimarca che “in passato gli omicidi per blasfemia non erano così frequenti come sono ora” e “l’intolleranza religiosa è notevolmente aumentata nel paese dell'Asia meridionale negli ultimi dieci anni”. (PA) (Agenzia Fides 22/4/2015)
ASIA/INDIA - Le scuole cattoliche non sono “contro la cultura indù”
Goa (Agenzia Fides) – “Non siamo qui per promuovere nessuna cultura né per promuovere una religione” ma “in nome della laicità garantita dalla Costituzione”: cosi afferma, in una nota inviata a Fides, la Conferenza dei Religiosi di Goa, replicando alle accuse messe in circolazione da gruppi estremisti che definiscono quelle gestite dai religiosi “scuole contro la cultura indù”. Il “Movimento nazionale indù” aveva diffuso un appello ai genitori, mettendoli in guardia dall’affidare i propri figli agli istituti cristiani.
Don Paolo Alvares, rappresentante della Conferenza, ribadisce nella nota che “attraverso i nostri istituti educativi promuoviamo tutte le religioni e incoraggiamo l'elevazione e lo sviluppo di tutte le culture”. I cattolici ribadiscono che “l’insegnamento impartito rispetta tutte le religioni e tutte le culture e mira a sviluppare la crescita del bambino, nella dimensione fisica, intellettuale, morale e sociale”. Ricordando che molti bambini non cristiani frequentano le scuole cattoliche, i religiosi affermano: “Nel contempo rispettiamo e incoraggiamo la religione individuale e la cultura del bambino. Continueremo inoltre a impegnarci a servire la società in modo disinteressato, senza distinzione di casta, di classe, di religione e di lingua, come abbiamo sempre fatto”. (PA) (Agenzia Fides 22/4/2015)
ASIA/ARABIA SAUDITA - Video delle stragi dei cristiani etiopi: il jihadista che espone gli obblighi dei cristiani è un terrorista saudita
Ryad (Agenzia Fides) – Il miliziano dello Stato Islamico che nel macabro video con l'esecuzione dei cristiani etiopi lancia minacce contro “il popolo della croce” e ricorda gli obblighi a cui sono sottoposti i cristiani nel Califfato, è un cittadino saudita: si tratta di Anas Al-Nashwan, e figura ai primi posti nella lista dei 50 terroristi sauditi più ricercati. Secondo quanto riportato dai media arabi, è lui a svolgere, nell'orrendo filmato, la funzione di spiegare in arabo che lo Stato Islamico impone ai cristiani che vivono sotto la sua legge di convertirsi o di pagare la Jizya, la “tassa di protezione” imposta ai non musulmani Nel video, oltre alle efferate esecuzioni dei due gruppi di prigionieri etiopi, vengono anche mostrate immagini di persone che parlano arabo con accento iracheno e siriano, presentandosi come cristiani che vivono in pace nei territori del Califfato islamico dopo aver deciso di pagare “liberamente” la Jizya.
L'emiro Anas Al-Nashwan, già leader della rete di al Qaida in Afghanistan, aveva annunciato la sua adesione allo Stato Islamico – allora ancora denominato Stato Islamico dell'Iraq e della Siria (Isis) -nel giugno 2014. Dal suo Paese d'origine si era allontanato dopo che era stata diffusa la lista dei terroristi sauditi, comprendente anche il suo nome. E' considerato autore di uno dei libri più diffusi tra i jihadisti, la “Guida del Mujiaheddin alle più importanti sentenze dell'Apostata”. (GV) (Agenzia Fides 22/4/2015).
ASIA/MACAO - Un nuovo lavoro musicale dedicato a p. Matteo Ricci
Macao (Agenzia Fides) – Domenica prossima, 26 aprile, nella chiesa del Seminario di San Giuseppe a Macao, dove negli ultimi due secoli hanno studiato numerosi missionari, sarà eseguita la “Missa in honorem Matthaei Ricci” per assemblea, coro femminile, ottoni e organo, opera del compositore italiano Aurelio Porfiri, che da diversi anni vive e lavora a Macao.
Secondo le informazioni pervenute all’Agenzia Fides, con questa opera l’autore intende onorare la figura del grande missionario gesuita Matteo Ricci (Macerata 1552, Pechino 1610), che visse a Macao prima di inoltrarsi nella Cina continentale. Con la consulenza del liturgista gesuita padre Cesare Giraudo, sono stati scelti quei testi che descrivono meglio la speciale vocazione missionaria di Matteo Ricci o Lì Madou, come é chiamato dai cinesi. Anche se non si può parlare di “liturgia propria”, questa Messa, in latino, verrà presentata durante un concerto con la partecipazione dei cori di diverse scuole di Macao. (SL) (Agenzia Fides 22/04/2015)
AMERICA/COLOMBIA - Il Consiglio episcopale per la pace analizza la situazione dei colloqui
Bogotà (Agenzia Fides) – La riunione dei membri del Consiglio Episcopale per la pace (CEP), per analizzare le prospettive del processo di pace con i guerriglieri delle FARC e dell’ELN, si è svolta ieri, 21 aprile, a Bogotà. Secondo la nota pervenuta a Fides, erano presenti il Presidente della Conferenza Episcopale della Colombia, Sua Ecc. Mons. Luis Augusto Castro Quiroga, che è anche Presidente della Commissione nazionale di conciliazione (CCN), un gruppo di Arcivescovi e Vescovi provenienti da diverse regioni del Paese dove si vive quotidianamente la difficile situazione del conflitto sociale ed armato, e l'Alto Commissario per la Pace, Sergio Jaramillo.
I membri del CEP hanno analizzato, dal punto di vista regionale, la situazione del processo di negoziazione tra il governo ed i guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC). Il punto nuovo nell'agenda è stato lo studio della situazione dei colloqui con l'Esercito di liberazione nazionale (ELN).
Secondo quanto hanno riportato i media locali, negli ultimi giorni il cammino del processo di pace era stato messo in discussione a causa di un atto criminale compiuto dalle FARC, in cui sono stati uccisi 11 soldati (vedi Fides 16/04/2015). Solo ieri è stato pubblicato il rapporto ufficiale dell'esercito colombiano, da cui si apprende che i bombardamenti ordinati dal Presidente Santos nella zona del conflitto, conseguenti al crimine, hanno causato 6 morti nelle file dei guerriglieri.
Sempre ieri sera il Presidente Santos ha inviato un messaggio alle FARC, dicendo che adesso “la decisione di fare sul serio è nelle vostre mani. E' ora di dimostrare che anche per voi la pace è il bene tanto desiderato".
(CE) (Agenzia Fides, 22/04/2015)
AMERICA/STATI UNITI - Conoscere l’opera di evangelizzazione di p. Serra: sito web dell’arcidiocesi di Los Angeles
Los Angeles (Agenzia Fides) – L'Arcidiocesi di Los Angeles, Stati Uniti d’America, ha creato un sito web che fornisce informazioni sull’importanza del lavoro di evangelizzazione svolto dal frate missionario spagnolo, il beato Junípero Serra (1713-1784), che sarà canonizzato nel mese di settembre. Secondo la nota inviata a Fides dall'arcidiocesi, il sito web raccoglie notizie e testimonianze sul lavoro svolto da p. Serra per le comunità indigene della California, così come informazioni sulla sua vita e sul suo impegno per la missione.
"Padre Serra era un uomo santo che ha portato la buona notizia dell'amore e della misericordia di Dio al continente Americano" ha sottolineato l'Arcivescovo di Los Angeles, Sua Ecc. Mons. Jose Gomez. Il Vaticano ha confermato che Papa Francesco canonizzerà Junipero Serra durante la sua visita negli Stati Uniti, il 23 settembre, davanti al Santuario nazionale dell'Immacolata Concezione a Washington.
Mons. Gomez, ricordando in particolare che p. Serra era considerato il protettore degli indigeni, ha commentato: "Penso che sia speciale il fatto che il primo santo ispanico degli Stati Uniti sarà canonizzato sul suolo americano da Papa Francesco, che è il primo Papa dall'America Latina".
"La canonizzazione di padre Serra sarà una grande benedizione" ha ribadito l'Arcivescovo, confutando l’atteggiamento di qualche organizzazione indigena, che considera il religioso come collaboratore degli spagnoli contro gli indigeni. (CE) (Agenzia Fides, 22/04/2015)
Links:
Il sito web di Junípero Serra:
http://stjunipero.org/
OCEANIA/ISOLE DEL PACIFICO - Conferma del Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in data 27 novembre 2014 ha confermato Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie nelle Isole del Pacifico per un altro quinquennio, suor Merieti Riiki, delle Filles de Notre-Dame du Sacré Coeur (FDNSC). (SL) (Agenzia Fides 22/4/2015)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...