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martedì 2 agosto 2022

A Precenicco 'Di pietra, di storia e di fede'

A Precenicco 'Di pietra, di storia e di fede'

Due mostre open air raccontano la bellezza unica dei cicli di affreschi presenti nelle chiesette della pianura friulana e del suo territorio

A Precenicco \u0027Di pietra, di storia e di fede\u0027

La bellezza del fiume Stella è fatta anche dalle storie fiorite nel tempo sulle sue rive e che si raccontano da sempre tra la gente della Bassa, tra Precenicco e Palazzolo.

La storia di un nome antico: Anaxum, “fiume senza luce”, forse retaggio di un tempo in cui l’esuberante vegetazione ripariale ostacolava il riverbero dei raggi del sole sulle sue acque. O la storia della Bambina di Piancada, sepolta da 6.500 anni in un manto di conchiglie vicino al letto del fiume e che nella favola moderna diventa Chiara-Luna: una bambina sognatrice innamorata delle stelle, annegata mentre tentava di afferrare la luna nello specchio notturno delle acque dello Stella.

Le storie segrete di una nave dell’Anno Mille arenata sulle sue rive: l’unico relitto fluviale in Europa di questo periodo, conservato integralmente. La storia dei Cavalieri Teutonici, avvolti in bianchi mantelli con la croce nera sulla spalla: storia di crociate, di violenza e di cura, di pellegrini venuti da distante e accolti nei loro Ospizi di Precenicco e Titiano.

Nei giorni della festa della Madonna della Neve – il 5 agosto – rivive la memoria favolosa della statua di una Madonna in legno d’olivo (Madone Pizule), che dalla parrocchiale di Precenicco tornava misteriosamente ogni notte alla sua chiesetta ormai abbandonata e in rovina: silenziosa preghiera alla piccola comunità di Titiano a rimettere in piedi il piccolo edificio sacro, che la Madonna non voleva abbandonare.

E' intorno alla chiesetta di Titiano, infatti, che si addensano le memorie più antiche del paese di Precenicco: è fatta risalire al XIII secolo, ma il ritrovamento di materiali di età romana che proseguono sotto la chiesa parrebbe portare a una riconsiderazione del succedersi delle varie fasi edilizie. L’edificio originario fu sottoposto, tra fine Quattrocento e inizi Cinquecento, a una radicale ristrutturazione ad opera dei Cavalieri Teutonici, signori di Titiano a partire dal 1348 e già padroni di Precenicco da oltre un secolo. I tre stemmi scolpiti sopra il portale d’ingresso sono la “firma” della loro committenza: al centro l’insegna del sodalizio cavalleresco e ai lati gli stemmi di due suoi commendatori. La chiesetta è consacrata al culto di Nostra Signora della Neve, di antichissime origini, che si celebra ogni anno il 5 agosto.

Ed è per questa occasione che l’associazione anziani Stin Insieme, in collaborazione con la Parrocchia, il circolo culturale e fotografico Anaxum, la Pro Loco e con il sostegno del Comune di Precenicco, hanno allestito una piccola mostra open air, dal titolo: Di pietra, di storia e di fede. La chiesetta di Titiano, per raccontare con immagini e parole la vicenda di questo edificio sacro, lambito dalle acque di un’ansa secondaria del fiume Stella e reso straordinario da un contesto ambientale di rara bellezza.

La piccola esposizione open air ha potuto arricchirsi dei pannelli – messi generosamente a disposizione dall’Associazione Culturale ad Undecimum di San Giorgio di Nogaro, che documentano gli affreschi più significativi di altre dodici chiesette di alcuni minuscoli paesi della Bassa Friulana e che prefigurano la progressiva individuazione di possibili itinerari di valorizzazione e scoperta dei frammenti di arte popolare sedimentati dalla fede che sono contenuti nei gusci scorticati dal tempo delle chiesette, forse troppo piccole e poco significanti se considerate singolarmente, ma che nel loro insieme formano una importante “massa critica”, ricca di potenzialità.

Il percorso messo in sequenza dall’Associazione culturale sangiorgina (nell’ambito di un progetto di partenariato con la Croazia) parte idealmente da Lignano per innervarsi a raggera nella Bassa Friulana.

Si tratta solo di una piccolissima campionatura delle centinaia di chiesette votive campestri di cui è ricco il Friuli: modeste, sobrie, le chiesette erano i luoghi dove si imploravano i santi patroni (Pietro, Paolo, Marco), i martiri primi di Aquileia, i santi che furono cari a Longobardi e poi ai Franchi (san Martino), i ‘taumaturghi’ come san Rocco, sant’Antonio abate, Sebastiano, Floriano e Cristoforo e poi la Vergine e la Maddalena; a intercedere benedizione al lavoro duro dei campi e protezione al bestiame.

Meta degli antichi percorsi delle rogazioni, testimoni di un tempo scandito dai ritmi del lavoro e della fede, ex voto offerti in ringraziamento per la liberazione da una malattia, un’epidemia o da un sisma, le chiese raccontano di uomini e di santi, di leggende popolari e di avvenimenti storici, mescolati all’intonaco dei muri a formare un grande affresco della vita. Con gli alberi, i recinti di siepi, i viottoli segnati dalla polvere e dai sassi, gli incavi docili dei fossi, i campi coltivati e i vigneti, trasformano il paesaggio in un libro aperto, quasi un manuale di storia e di arte da leggere avvolti dai silenzi della campagna o dei tanti piccoli borghi che sembrano 'abitati più da nuvole che da persone', come dice lo scrittore Sergio Maldini in La casa a nordest. Per questo possono ancora parlare e toccare l’anima di visitatori e di turisti che privilegiano l’andare lento.

I pannelli saranno visibili (dal mattino al tramonto) nei giorni 5 e 6 agosto sotto il porticato e nel parco adiacente alla chiesetta di Titiano, per trasferirsi il 7 agosto nell’ovale della piazza di Precenicco.

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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