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domenica 16 novembre 2008

Restauri in Chiesa della Madonna e nella Chiesa di Zellina










Questa settimana prendono avvio, nella Chiesa della Madonna, i lavori di restauro dell'Altare Maggiore. É in programma il restauro di tutti e cinque gli altari che verrà portato a compimento il prossimo anno. La spesa di 38000€ è finanziata al 50%, al resto dobbiamo pensarci noi. La ditta restauratrice è l'Arecon di Pradamano.


Da questa domenica a Zellina le S. Messe si celebrano in una stanza del Centro Civico “Don Paolo

Gervasutti” in quanto iniziano i lavori di restauro della Chiesa

venerdì 14 novembre 2008

Dal Gazzettino

CARLINO
Travolti dall'acqua: notte da incubo a borgo Colomba

Carlino

(pt) Si sono svegliati alle tre di notte per dare l'allarme e cercare di portar fuori l'acqua dalle loro case. Per gli abitanti di Borgo Colomba, a Carlino, un grazioso e nuovo centro residenziale di via Marano, è stata una giornata da incubo.

Mezzo metro d'acqua in tutte le stanze del pian terreno, con parecchi mobili e tutto il pavimento di legno da buttare via. Ad aiutarli 35 tra volontari e dipendenti della Protezione civile, Vigili del fuoco, amici e parenti. Delle 23 case di Borgo Colomba, che i vecchi del posto ricordano esser sempre stata «una pozza quando piove», dieci sono abitate e da pochi mesi. Gli immobili sono nuovi e le famiglie che li hanno comprati adesso sono furibonde: «Ci avevano garantito che qui acqua non ne sarebbe arrivata - dice Alessandro Redi -; invece un disastro; 6mila euro buttati solo per il giardino. Una vita di sacrifici per acquistare casa e poi questo incubo». Nelle stesse condizioni la famiglia Regeni-Fantini e pure quella di Luca Lamanna che si è appena sposato. Gli alluvionati del borgo hanno trovato riparo per la notte da parenti. Una famiglia è ospite di un hotel.

Il grave disagio è stato originato dal mancato funzionamento di una pompa idrovora ma la comunità punta il dito anche contro chi ha permesso di costruire in una depressione facilmente allagabile alla prima forte pioggia. Danni notevoli anche alle case non ancora vendute, nonostante il posizionamento di sacchi di sabbia di contenimento. Adesso sono preoccupati pure i vicini oltre strada. Il tratto per Marano è stato chiuso al traffico. Sul posto il sindaco e i carabinieri.

domenica 9 novembre 2008

Addolorata in restauro





La statua della B. V. Addolorata non è nella sua nicchia nella chiesa vecchia: è stata portata, come già annunciato, in laboratorio per l'intervento di restauro e di conservazione.


sabato 8 novembre 2008

Leonardo Mian

Aveva appena curato la mostra su Cromazio d’Aquileia
L’architetto Leonardo Mian
è morto a 51 anni
UDINE. Ieri era il giorno dell’inaugurazione della sua ultima “opera”, la mostra Cromazio d’Aquileia. Al crocevia di Genti e Religioni, una rassegna che non ha potuto vedere animata dalle migliaia di visitatori attesi. Perché nelle prime ore di ieri l’architetto Leonardo Miani è morto. Udinese, 51 anni, se n’è andato nel sonno, colto da un infarto.

Professionista molto noto in Friuli, lascia il suo segno, essenziale ma mai freddo, al Caffè Contarena di cui ha curato la ristrutturazione nel 1991, nel fonte battesimale del battistero del Duomo di Udine e anche in Burkina Faso. Ma non solo. Nato a Firenze nel 1957, Miani frequenta le scuole medie alla Ellero, il liceo classico Stellini e poi sceglie Venezia, dove si laurea in architettura. Già durante gli studi e dopo la laurea, dal 1977 e fino al 1988, collabora con uno dei progettisti dell’architettura italiana del Novecento, l’udinese Gianni Avon con cui svolge anche l’apprendistato.

Nel 1987 apre il proprio studio in centro, in vicolo Di Lenna, nello stesso edificio dove vive con la moglie Anna Frangipane, docente alla facoltà di ingegneria dell’ateneo friulano e con i loro due figli, Lucia, 17 anni e Guido, 15. Sono quelli gli anni in cui Miani dà forma alla sua creatività, progettando abitazioni, strutture pubbliche e private, ristrutturazioni e recuperi urbani, restauri, anche di edifici sacri, allestimenti teatrali e di mostre.

«Era un uomo dai molteplici interessi, dal teatro alla solidarietà, schivo, discreto, sobrio, elegante». Così lo racconta l’amico di una vita, Ciro Carano, incontrato tra i banchi di scuola e mai perso di vista. «Amava il teatro – prosegue Carano – e già alle superiori faceva lo scenografo per il palio studentesco, una passione che portò avanti collaborando, per esempio, con amici come Claudio de Maglio. Amava poi parlare della sua collaborazione con il Centro missionario diocesano di Gorizia, con cui ha progettato e realizzato chiese e strutture sanitarie in Togo, in Burkina Faso e in Costa D’Avorio, perché spiegava di come lo arricchisse umanamente l’incontro con le persone del posto». Carano, amico della famiglia Miani, sotto choc, chiusa in uno stretto e rispettoso silenzio, descrive l’architetto citando il titolo di un articolo: “Leonardo Miani, la forza della discrezione”. «Leonardo era così – prosegue l’amico –, gli piaceva il lineare, il bello senza fronzoli, l’essenziale pieno di luce. E il minimalismo era la cifra della sua persona».


E oggi il suo pensiero va agli anni della scuola, a un disegno che rappresenta Miani. «Sul banco tratteggiò la linea dell’orizzonte e una piccola casa, una casetta da dove si intravvedeva uscire il fumo di un camino. Non si vedeva altro, eppure il disegno dava sensazioni di calore e dolcezza, di umanità e felicità. Era una persona rara, credeva nella famiglia, nell’amicizia, in Dio e, seppur discreto, colpiva chiunque lo incontrasse». Miani lascia la moglie, i figli, i genitori Gabriella e Paolo, già primario di oculistica all’ospedale di Udine e due sorelle, Flavia, medico oculista e Francesca, funzionario di banca.

Ieri Miani è stato ricordato all’inaugurazione della mostra Cromazio d’Aquileia e a lui verrà tributato l’ultimo saluto domani alle 12 nella chiesa di San Marco, la parrocchia della sua infanzia.

mercoledì 5 novembre 2008

ELEZIONI USA


Obama trionfa. Entusiasmo anche in Friuli
I primi commenti degli esponenti politici regionali


UDINE (5 novembre, ore 12.00) - Gli Stati Uniti hanno deciso, il nuovo presidente è Barack Obama. Il 47enne esponente del Partito democratico ha vinto il duello contro John Mc Cain. Si cambia rotta, dunque dopo otto anni di presidenza repubblicana firmata George W. Bush. Ma quali sono le reazioni del mondo politico, in Friuli-Venezia Giulia, a poche ore dall’esito delle elezioni americane?

C’è grande euforia tra gli esponenti del Partito democratico. Ma l’esito della tornata elettorale è stata accolta con ottimismo anche dagli esponenti del centrodestra.
«Con questa elezione gli Stati Uniti ritrovano un nuovo ruolo sugli scenari internazionali – commenta il parlamentare Ivano Strizzolo (Pd) –. L'America ha dimostrato una grande vitalità democratica, tale da permettere a una persona umile e semplice, come è Barack Obama, che inizialmente non contava sull'appoggio di grandi grupppi o associazioni, di vincere, prima le primarie, poi le elezioni».
«Per una questione di “pelle”, di “sentire”, manifesto tutta la mia simpatia per Obama – ammette il deputato del Pdl Isidoro Gottardo –. Una simpatia maturata soprattutto con la sconfitta di Illary Clinton nelle primarie, che appariva, a mio avviso, una candidatura decisa e prestabilita. In questo gli Stati Uniti hanno dimostrato come, in America, le vere elezioni siano proprio le primarie».
Erica Beltrame
Arrestato l'autista del camion ungherese su cui era la merce

Trieste, Gdf sequestra oltre sei tonnellate di sigarette

Trieste, 4 nov. - (Adnkronos) - Nel corso di un controllo di routine, gli uomini del Gico della Guardia di Finanza di Trieste hanno sequestrato oltre 6 tonnellate di sigarette trovate in un container proveniente dalla Cina. Le sigarette erano a bordo di un camion ungherese e i documenti in possesso dell'autista, che e' stato arrestato, presentavano alcuni elementi di sospetto. Il container e' stato quindi condotto presso l'area del porto di San Giorgio di Nogaro (Udine), dove i militari hanno scaricato gli scatoloni che, secondo la documentazione, dovevano contenere scarpe fabbricate in Cina. Dopo un primo strato di scarpe sono saltate fuori le sigarette.

I finanzieri stanno indagando per individuare il destinatario del carico e per appurare l'effettiva natura dei tabacchi sequestrati. Le sigarette presentavano i contrassegni del Monopolio di Stato italiano, forse falsificati, che verranno esaminati di esperta per valutarne l'eventuale contraffazione. Le ''bionde'' avrebbero fruttato sul mercato clandestino italiano qualcosa come 2 milioni di euro.

L'attenzione nei confronti del fenomeno da parte della Guardia di Finanza del Comando regionale Friuli Venezia Giulia resta ai massimi livelli, come testimoniano gli innumerevoli sequestri effettuati nel corso del 2008: oltre 20 tonnellate circa di sigarette di contrabbando e ora 6 tonnellate, con tutta probabilita' contraffatte.

martedì 15 luglio 2008

incidenti lavoro: fvg, feriti due operai investiti da acido




(ANSA) - UDINE, 15 LUG - Un incidente sul lavoro si e' verificato oggi a Torviscosa (Udine) con un bilancio di due operai feriti. L'incidente e' avvenuto nello stabilimento della ''Caffaro chimica srl'', azienda con sede legale a Milano, intorno alle ore 12:00. Durante operazioni di travaso - secondo quanto riferiscono i Carabinieri di Udine - si e' verificata una fuoriuscita di ''acido esaidrobenzoico'' che ha investito due lavoratori: Antonio Nappucci di 57 anni, originario di Paliano (Frosinone) ma residente a Torviscosa, e Ivan Del Bianco di 36 anni, nato a Palmanova (Udine) e residente a San Giorgio di Nogaro (Udine). Al primo e' stata riscontrata un'ustione al volto di primo grado e altre ferite giudicate guaribili in giorni 40 giorni, mentre il secondo, del quale al momento non si conosce la prognosi, e' stato immediatamente trasportato in eliambulanza all'ospedale ''Cattinara'' di Trieste.(ANSA).

Ecosostenibilità anche in vacanza

14/7/2008 (10:14)


ROMA
Legambiente, dal 1997, ha lanciato l’ecolabel «Consigliato per l’impegno in difesa dell’ambiente»: un marchio di qualità ambientale che contraddistingue le imprese turistiche e ricettive che adottano misure per ridurre l’impatto delle proprie attività sull’ ambiente e per promuovere il territorio circostante. Una struttura ricettiva «consigliata per l’impegno in difesa dell’ambiente» si impegna - sotto la guida e il controllo di Legambiente Turismo - a migliorare la propria gestione ambientale, riducendo i consumi critici, e anche a sensibilizzare i propri ospiti sull’obiettivo comune: migliorare la qualità della vacanza salvaguardando la qualità dell’ ambiente e della destinazione.

I dieci punti su cui si articolano, a livello locale, le regole obbligatorie dell’ ecolabel di Legambiente riguardano: i rifuti (meno monodose e più ricariche e vuoti a rendere e raccolta differenziata); l’ acqua (tecnologie per il risparmio e uso responsabile); l’ energia (lampadine a basso consumo e altre tecnologie per il risparmio energetico); alimenti sicuri (frutta e verdure fresche, biologiche e a lotta integrata; colazione biologica, no OGM se noti); gastronomia (del territorio e prodotti tipici nel menù); trasporto collettivo (informazioni e vendita biglietti); mobilità leggera (aree pedonali, piste ciclabili e biciclette per gli ospiti); rumore (contenuto, soprattutto di notte, con la collaborazione degli ospiti); beni naturali e culturali (del luogo; informazioni e proposte); comunicazione (l’ adesivo-cavaliere con il logo e l’anno e l’anno segnala gli esercizi aderenti all’ecolabel Legambiente Turismo). Le strutture ricettive e turistiche (hotel, campeggi, agriturismo, bed & breakfast, case di vacanza) aderenti al progetto sono presenti in 13 regioni e l’elenco è sulla Guida Blu di Legambiente e Touring Club.

Ecco tutte le località dove ci sono strutture «verdi»: Abruzzo (Alba Adriatica, Caramanico Terme, Giulianova, Martinsicuro, Tortoreto); Calabria (Campo Calabro, Capistrano, Roccella Jonica); Campania (Parco del Cilento Acropoli, Ascea, Marina di Ascea, Camerota, Capaccio, Casal Velino, Marina di Casal Velino, Centola-Palinuro, Perdifumo, Pisciotta, Pollica); Emilia-Romagna (Riviera Adriatica: Bellaria, Cattolica, Cervia, Pinarella di Cervia, Cesenatico, Gatteo, Igea Marina, Lidi di Comacchio (Lido degli Scacchi, Lido di Spina, Lido di Pomposa, Lido delle Nazioni), Milano Marittima, Ravenna e Lidi Ravennati (Lido di Savio, Marina di Ravenna, Marina Romea, Punta Marina Terme), Riccione, Rimini (Marina Centro, Bellariva, Miramare, Rivazzurra di Rimini, Torre Pedrera, Viserba, Viserbella), San Mauro Mare, San Mauro Pascoli. Entroterra emiliano-romagnolo: Bagnacavallo, Bagno di Romagna, Bologna, Copparo, Cusercoli, Ferrara, Pianoro, San Lazzaro di Savena, Svignano sul Panaro, Traversatolo); Friuli Venezia Giulia (Comeglians, San Giorgio di Nogaro, Sutrio); Lazio (Gaeta, Se rapo di Gaeta); Liguria (Alassio, Rialto, Riomaggiore); Lombardia (Bellagio, Borno, Capo di Ponte, Corte Franca, Iseo, Marone, Polaveno, Provaglio d’Iseo, Sale Marasino, Sultano; Marche (Ancona, Cossignano, Cupra Marittima, Grottammare, Numana, Marcelli di Numana, Offida, Ripatransone, San Benedetto del Tronto, Senigallia, Stirolo. Entroterra: Appianano, Bel Forte del Chienti, Camerino, Cessapalombo, Cingoli, San Severino Marche, Tolentino, Treia); Piemonte (Verbania-Pallanza); Toscana: Isola d’Elba, Campo nell’Elba, Capoliveri, Marciana, Marciana-Sant’Andrea, Marciana Marina, Porto Azzurro, Portoferraio. Appennino tosco-romagnolo: Bibbiena, Borgo San Lorenzo, Palazzuolo sul Senio, Poppi, San Vincenzo. Maremma Alberese: Castiglione della Pescaia, Giuncarico, Magliano in Toscana, Massa Marittima, Principina a Mare, Rispescia, Sasso d’Ombrone); Umbria (Gubbio, Poggiodomo); Veneto (Ariano Polesine, Chioggia, Crespino, Porto Tolle, Porto Viro , Rosolina, San Martino di Venezze, Sottomarina, Taglio di Po).
Fonte: lastampa.it

venerdì 6 giugno 2008

Berlusconi dal Papa, "siamo dalla parte della Chiesa"

venerdì, 6 giugno 2008 2.34 148



ROMA (Reuters) - Nel giorno del suo incontro in Vaticano con Papa Benedetto XVI, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha detto che il governo è "a favore della Chiesa" e che la sua azione compiacerà il Pontefice.

"L'attività del governo non può che compiacere il Papa e la sua Chiesa", ha affermato il premier, intervenendo telefonicamente su Canale 5 alla trasmissione "Panorama del giorno" questa mattina, poco prima di giungere in Vaticano in visita ufficiale dal Santo Padre.

"Intendo ringraziare l'apprezzamento che il Papa ha voluto dare al nuovo clima politico creatosi dopo l'avvento della nostra parte politica al governo", ha detto Berlusconi riferendosi alle parole del Papa, che la scorsa settimana ha detto di aver apprezzato il cambiamento del clima politico in Italia.

"Del resto rappresentiamo il partito dei popoli europei. Siamo a favore della Chiesa, crediamo nei valori della dignità umana e nel rispetto degli ultimi", ha sottolineato, aggiungendo "ad ogni modo ribadiamo il nostro concetto di Stato laico e la necessità, confermata dalla Costituzione, di rispettare profondamente il dialogo tra Stato e Chiesa".

Il colloquio in Vaticano tra Berlusconi e il Pontefice è durato circa quaranta minuti, in un clima "cordialissimo", fa sapere una nota di Palazzo Chigi.

SPECIALE SINTONIA

"Sono stati affrontati i principali temi dell'attualità internazionale, la situazione in Libano, l'andamento del processo di pace in Medio Oriente ed i rapporti con la Russia e con la Cina, registrando ampie identità di vedute", dice il comunicato della presidenza del Consiglio in cui si sottolinea la "speciale sintonia tra gli indirizzi dell'Italia e gli obiettivi morali e religiosi della Chiesa cattolica nel mondo".

Berlusconi ha confermato al Pontefice la priorità attribuita dall'esecutivo, nella sua azione sul piano interno ed internazionale, "ai valori di libertà e tolleranza ed alla sacralità della persona umana e della famiglia".

I due, come da protocollo, si sono scambiati dei doni: il presidente del Consiglio ha regalato al Santo Padre una croce pettorale in oro, argento e pietre preziose, realizzata appositamente per lui, mentre il Papa ha offerto al premier un'acquaforte antica della basilica di San Pietro e una penna commemorativa dei Musei Vaticani.

Berlusconi - che ha incontrato anche il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone - era accompagnato dai sottosegretari Gianni Letta, Paolo Bonaiuti e da una piccola delegazione.

Quello di oggi in Vaticano è il primo incontro con Benedetto XVI da quando Berlusconi è tornato alla guida del Paese, dopo le elezioni del 13 e 14 aprile.

Pellegrinaggio Macerata-Loreto:


Fonte: il Resto del Carlino

TUTTO PRONTO PER LA 30ESIMA EDIZIONE

Ventotto chilometri di marcia, attesi 65mila fedeli. Appuntamento alle 20.30 di sabato allo stadio Helvia Recina. Il pontefice e il capo dello Stato hanno inviato i saluti a tutti gli organizzatori e ai partecipanti
Macerata, 6 giugno 2008 - E' tutto pronto per la 30esima edizione del Pellegrinaggio Macerata-Loreto che si aprirà domani alle 20.30 allo stadio Helvia Recina.
Per i 28 chilometri di marcia sono attesi circa 65mila fedeli
. Il programma prevede l'apertura degli ingressi allo stadio a partire dalle 18, l'accoglienza con canti, l'arrivo della fiaccola della pace accesa ieri da Papa Benedetto XVI, messa e l'inizio del cammino. L'arrivo alla Santa Casa di Loreto è previsto per le 6.30 di domenica.
Il tema di quest'anno è tratto da una frase di don Giussani: 'il vero protagonista della storia è il mendicante'. il pellegrinaggio sarà dedicato a Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolari, recentemente scomparsa.
Anche il Papa Benedetto XVI e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
hanno voluto ttestimoniare la loro vicinanza agli organizzatori e ai partecipanti al pellegrinaggio con due messaggi. Nel messaggio, indirizzato al vescovo di Macerata Claudio Giuliodori, il pontefice invia la speciale benedizione apostolica e assicura la sua "spirituale presenza" alla "provvida manifestazione promossa da Comunione e Liberazione insieme alla diocesi di Macerata e alla prelatura Loreto".
Il papa auspica che quanti prenderanno parte
a una "così significativa esperienza di preghiera, che ripropone in modo originale un gesto profondamente sentito dal popolo cristiano, possano fare gioiosa esperienza di Cristo Via Verita' e Vita", sperimentando "la materna intercessione di Maria Madre di Speranza".
Nel suo messsaggio, indirizza invece a Paola Olivelli
, presidente del comitato per il pellegrinaggio, il capo dello Stato esprime il suo "apprezzamento per la manifestazione che ogni anno coinvolge migliaia di persone, in particolare giovani provenienti da diversi paesi, accomunati dalla condivisione dei valori della pace, della giustizia, della solidarietà e della libertà religiosa".

mercoledì 4 giugno 2008

SEABOURN ODYSSEY APPRODA AI CANTIERI MARIOTTI DI GENOVA

mercoledì, 04 giugno 2008 08:30

Il gigantesco "guscio" d'acciaio destinato a formare la chiglia della nave da crociera "Seabourn Odyssey" è finalmente giunto a Genova presso la banchina dei Cantieri Mariotti, pronto a ricevere le sovrastrutture e gli allestimenti che lo trasformeranno entro il 2009 in una vera e propria "regina del mare", la prima delle tre unità che i cantieri genovesi forniranno alla sussidiaria "superlusso" del gigante del settore Carnival.
Costruito in due tronconi nei cantieri di San Giorgio di Nogaro lo scafo della "Odyssey" (lungo circa 200 metri) è stato imbarcato su una chiatta sommergibile della Mariotti e saldato in mare al largo di Fiume (oggi Rijeka, Croazia).
Terminata questa delicata e precisissima operazione lo scafo ha quindi viaggiato ininterrottamente per otto giorni, compiendo il periplo della nostra penisola fino a Genova. Mariotti incasserà circa 180 milioni di euro per questa commessa, nonchè altri 350 per le restanti due unità.

Fonte Cna

martedì 3 giugno 2008

Nasce Gin, superholding delle riparazioni navali

Fonte: Repubblica.it


MASSIMO MINELLA

Concorrenti, lo sono da ottant’anni. Il fatto è che alla fine, scegliendo di diversificare i propri business, hanno scoperto che potevano anche essere alleati. E’ così che a Genova è nato il più importante polo di industria navale italiana, capace di mettere sotto il cappello di una nuova holding (la Gin Genova Industrie Navali) due storiche realtà del settore, i cantieri Mariotti e la San Giorgio del Porto.
Alla base dell’operazione c’è un capitalismo familiare che, alleandosi, dà vita a un gruppo da 120 milioni di euro l’anno. Il capitale della holding è ovviamente diviso fra le famiglie proprietarie dei due cantieri, BisagnoZanetti per i Mariotti e Garré per i San Giorgio del Porto, con un rapporto percentuale che tiene conto dei singoli apporti del business alla nuova iniziativa. Così il 75,25% di Gin è di proprietà della holding che fa capo all’attuale presidente di Confindustria Genova Marco Bisagno e al suo storico socio Paolo Zanetti, mentre il rimanente 24,75% è di proprietà dei fratelli Ottavia e Ferdinando Garré.
Il nuovo polo cantieristico parte con numeri pesanti: 300 dipendenti diretti, a cui vanno aggiunte altre 1.200 unità che arrivano dall’indotto allargato delle attività cantieristiche, una superficie operativa nel porto di Genova di circa 53mila metri quadrati, 15mila dei quali al coperto, e oltre 1.500 metri di banchine, a cui vanno aggiunti altri 50 mila metri quadri di superficie e 200 metri di banchine a San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine, di proprietà della Cimar Costruzioni Navali, società che il gruppo Mariotti controlla pariteticamente insieme alla Cimolai. Iniziativa, quest’ultima, di particolare valore, tenuto conto che a San Giorgio di Nogaro si stanno preparando i tre scafi che verranno poi "allestiti" nel porto di Genova e che diventeranno lussuose navi da crociera per conto dell’americana Seaburn (il primo scafo è stato rimorchiato a Genova proprio nei giorni scorsi).
«Abbiamo già iniziato a mettere a fattor comune i primi servizi — spiega il presidente Marco Bisagno — Per il momento siamo ancora a un’aggregazione di tipo "politico", anche se sostanziale nei fatti e nelle prospettive. Il nostro punto di forza arriva dai rispettivi business, del tutto complementari, e che riguardano le riparazioni navali per San Giorgio e le nuove costruzioni per Mariotti».
La nuova holding fungerà da struttura di coordinamento e di potenziamento dei business delle due controllate, sia a livello strategico, sia in relazione agli investimenti. La linea d’azione di "Genova Industrie Navali" punta ovviamente alla crescita del gruppo a livello internazionale e nazionale, attraverso un ampliamento dell’offerta, con vantaggi in termini di produzione e competitività. L’elemento su cui fare leva sarà però quello dell’ottimizzazione e della valorizzazione delle sinergie che si andranno a creare sia sul fronte della logistica che su quello dell’organizzazione del lavoro.
Obiettivi ambiziosi, figli di un passato fortemente legato al porto di Genova. E’ il 1928, infatti, quando nel porto di Genova nascono, a pochi metri di distanza, due officine di riparazione navale, la "Temistocle Mariotti" e la "San Giorgio del Porto". La prima si afferma subito sulla scena nazionale delle riparazioni, ma a partire dagli anni Ottanta inizia a guardare con sempre maggiore attenzione al segmento della costruzione navale, fino ad affermarsi come il leader mondiale nel segmento della realizzazione di navi da crociera superlusso, di stazza più piccola rispetto alle ammiraglie delle compagnie armatoriali, ma con altissimi standard qualitativi.
I Mariotti affidano la costruzione dello "scafo nudo" ad altri cantieri, poi lo rimorchiano fino al porto di Genova e qui inizia la complessa e ricca fase di allestimento, fino alla consegna finale del prodotto. E’ così anche per l’ultima commessa affidatale dalla Carnival per il marchio Seaburn, la consegna di tre navi fra giugno 2009 e maggio 2011, per un valore complessivo di 550 milioni di euro.
Più specializzata sulla riparazione è invece l’attività dei San Giorgio del Porto, da sempre controllati dalla famiglia Garré. Il fondatore, Ferdinando, entra nel settore nello stesso anno dei Mariotti, il 1928. I suoi discendenti mantengono saldi business e radici genovesi, ma il grande salto arriva negli ultimi anni, con il rientro in azienda dell’attuale amministratore delegato Ferdinando Garré.
Solo nel 2001, infatti, il fatturato era di 16 milioni di euro. Oggi, grazie alle ultime commesse, si sono superati i 50, con un portafoglio ordini che induce all’ottimismo, in virtù di lavori affidati ai San Giorgio del Porto dal gruppo Eni, da una compagnia armatoriale specializzata nel segmento "cruise" e da numerose commesse di riparazione navale.

lunedì 2 giugno 2008

Lotteria Dei Pellegrini: premi e numeri estratti




LOTTERIA DEI PELLEGRINI



Oggi dopo le 17 si è svolta l'estrazione di questa lotteria ideata dai pellegrini e a favore di chi si recherà nell'anno in corso a Santiago de Compostela e a Sidney per la Giornata Mondiale della Gioventù.
Nessun premio è stato consegnato alle persone presenti....Ma ...i fortunati possono ritirarli entro un mese dalla data di estrazione!
Intanto i salami vengono conservati e custoditi in frigo!

PREMI:

1. PC Notebook da Vitm&p Computer+stampante 100;

2. Bicicletta Holland da BH Bikes 3844;

3. Abbonamento trimestrale PalestraInForma +massaggio Blu Spa 3661;

4. Fotocamera digitale +20 stampe da Foto e Grafica Immagini 3857;

5. Buono acquisto da 100 Euro da Bottega Amica 8486;

6. Buono acquisto da 100Euro da Pines Abbigliamento 8056;

7. Buono da 100 Euro da Borca Occhiali 6797;

8. Lettore dvd da Fabris Dino Elettrodomestici 3200;

9. Buono cena per 2 persone da Trattoria da Balan 6875;

10. Orologio da muro da La Contrada 8243;

11. Buono lampade abbronzatura permanente da Sun&Tan Point 2326;

12. Buono acquisto da 50Euro da Garden 994;

13. Buono acquisto da 50Euro da Macelleria Fornasir Marco 166;

14. Buono acquisto da 30Euro offerto da C’Era 1 Volta 3078;

15. 2 Buoni da 2 pizze offerto da Pizzeria Da Alfonso 4076;

16. Buono sconto vincolato del 30% da Punto Ufficio 322;

17. Forma di formaggio da Latteria Sociale Soc. 5669;

18. Bilancia da Maran Elettrodomestici 8012;

19. Lampada da Maran Elettrodomestici 2770;

20. Vaso di fiori 4206;

21. Taglio di capelli + shampoo da Salone Uomo “da Davide” 1319;

22. Taglio da capelli + shampoo da Salone Uomo “da Davide” 1186;

23. Taglio da capelli + shampoo da Salone Uomo “da Davide” 3081;

24. Maglia da B&B Sport 7261;

25. Buono per 2 pizze offerto da Pizzeria Da Alfonso 1045,

26. 3 Bottiglie di vino + 1 Salame da Agriturismo “Rose di Maj” 1357;

27. 3 Bottiglie di vino + 1 Salame da Agriturismo “Rose di Maj” 1588;

28. 1 Salame da Macelleria Colonnello 8287;

29. 1 Salame da Macelleria Colonnello 7604;

30. 1 Salame da Macelleria Colonnello 3313;

sabato 24 maggio 2008

Novità in laguna


NASCE NAUTOR’S SWAN ADRIATIC

Nautor’s Swan, lo storico cantiere finlandese, ha individuato in
Friuli Venezia Giulia la sede per Nautor’s Swan Adriatic



Uno dei più importanti produttori al mondo di yacht a vela, Nautor’s Swan, avrà una nuova sede in Friuli Venezia Giulia. Lo storico marchio conosciuto ed apprezzato da oltre quarant’anni a livello internazionale, ha sottoscritto un accordo con lo Shipyard & Marina Sant’Andrea di San Giorgio di Nogaro (UD), per la creazione di una agenzia, Nautor’s Swan Adriatic, responsabile delle vendite nel Nord Adriatico.

La collaborazione tra il Marina Sant’Andrea e il cantiere finlandese, è nata qualche anno fa quando Nautor’s Swan ha selezionato l’approdo friulano come service-point per l'Adriatico. Da maggio 2008 Nautor’s Swan ha deciso di allargare questa collaborazione, creando lì una nuova agenzia, Nautor’s Swan Adriatic.

«Alcuni anni fa siamo stati scelti da Nautor’s Swan come service point. Ora è iniziata una nuova collaborazione, con la creazione dell’agenzia Nautor’s Swan Adriatic, che sarà responsabile delle vendite Swan per il Nord Adriatico. E’ un onore per noi essere stati scelti da un marchio così prestigioso – ha commentato Fortunato Moratto, direttore di Shipyard e Marina Sant’Andrea – e questo rappresenta un traguardo storico per la nostra azienda. Grazie a questo accordo dunque, siamo in grado non solo di offrire assistenza agli armatori Swan per tutto il bacino Adriatico, ma anche avviare contatti con nuovi o potenziali armatori».

Di proprietà del Gruppo Altan, il gruppo pordenonese attivo nella costruzione di prefabbricati, impianti e servizi per l’edilizia in ambito immobiliare, alberghiero, vitivinicolo e del turismo diportistico, lo Shipyard & Marina Sant’Andrea di San Giorgio di Nogaro è conosciuto come darsena di riferimento per il Nord Adriatico con numeri importanti: 200.000 m2 di servizi per la nautica, fondale di 7 m, oltre 700 posti barca per la sosta a terra e in mare di cui 250p.b. in acqua fino a 25 m, 150p.b. in gru pass e 300p.b. in rimessaggio, 15.000 m2 di capannoni con un’altezza di 10 m.

venerdì 16 maggio 2008

CINEMA: E' MORTA LUISA DELLA NOCE, LA MOGLIE DEL 'FERROVIERE' DI PIETRO GERMI


Roma, 15 mag. - (Adnkronos) - L'attrice Luisa della Noce, interprete del film ''Il Ferroviere'' di Pietro Germi, uno dei capolavori del neorealismo, e' morta oggi a Roma all'eta' di 85 anni. Era nata il 28 aprile del 1923 a San Giorgio di Nogaro. Per la pellicola diretta da Germi, della Noce ottenne nel 1956 il premio del Festival di San Sebastiano per la migliore interpretazione femminile. Ha recitato anche in ''Giulietta degli spiriti'' di Federico Fellini, con Giulietta Masina, e ''Identificazione di una donn'' di Michelangelo Antonioni, sua ultima apparizione sul grande schermo.

La carriera dell'attrice inizio' con una parte di secondo piano in un film di Mario Bonnard, ''L'ultima sentenza'' (1952); ma soltanto qualche anno dopo ebbe la possibilita' di dimostrare le sue notevoli capacita' interpretative al pubblico e alla critica. Infatti, nel 1956 ebbe un ruolo importante nel film ''Il ferroviere'', in cui appariva accanto a Pietro Germi, al tempo stesso attore protagonista e regista, nella parte della moglie.

La sensibilita' e la finezza dimostrate da Luisa Della Noce nella sua interpretazione contribuirono non poco al grande successo del film; l'attrice seppe infatti dare vita e credibilita' al personaggio, mettendone in luce il sofferto amore materno che la univa alla figlia, protagonista di una sfortunata storia sentimentale, e, al tempo stesso, il forte vincolo affettivo che la legava al marito, uomo fondamentalmente buono, ma dal carattere decisamente difficile, duro e scontroso. Purtroppo, la continuazione della carriera di questa attrice non e' stata altrettanto brillante, anche perche' i film in cui ha lavorato sono stati di qualita' decisamente minore ad eccezione di alcuni titoli. Tra i suoi film anche ''L'arte di arrangiarsi'', ''L'uomo di paglia'', ''Giacobbe, l'uomo che lotto' con Dio'', ''Oltraggio al pudore'' e ''John il bastardo''.

Fonte:www.adnkronos.com/IGN/hp/index.php

Trasporti, Marcegaglia opta per l'approccio ecologico e prende 'l'autostrada del mare'


Estestar, la prima nave destinata allo stabilimento Marcegaglia di Porto Nogaro al suo arrivo ieri a Trieste
In vista della triplicazione della produzione prevista nel proprio stabilimento di San Giorgio di Nogaro


Estestar, la prima nave destinata allo stabilimento Marcegaglia di Porto Nogaro e' arrivata ieri a Trieste, all'Adriaterminal, e oggi sono in atto le operazioni di scarico delle 10 mila tonnellate circa di bramme destinate a raggiungere Porto Nogaro via mare, con il servizio di Autostrada del mare messo a punto da Tradax Srl assieme al project manager Massimiliano Cafarelli, partner di B&C Srl di San Giorgio di Nogaro

Udine, 13 mag. (Adnkronos) - Emma Marcegaglia, in vista della triplicazione della produzione prevista nel proprio stabilimento di San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine, ha optato per l'approccio ecologico del trasporto bramme a Porto Nogaro. Lungo il porto-canale della localita' friulana e' situato uno stabilimento del gruppo del presidente di Confindustria, con una banchina dedicata.

Estestar, la prima nave destinata allo stabilimento Marcegaglia di Porto Nogaro e' arrivata ieri a Trieste, all'Adriaterminal, e oggi sono in atto le operazioni di scarico delle 10 mila tonnellate circa di bramme destinate a raggiungere Porto Nogaro via mare, con il servizio di Autostrada del mare messo a punto da Tradax Srl assieme al project manager Massimiliano Cafarelli, partner di B&C Srl di San Giorgio di Nogaro.

La nuova filiera logistica via mare, alternativa al trasporto via terra, ha preso il via a meta' aprile. Nel progetto sono coinvolti tutti gli operatori della filiera, sia istituzionali (Autorita' Portuale di Trieste, Regione Friuli Venezia Giulia - Direzione Pianificazione Territoriale, Consorzio Aussa Corno), sia del mondo economico locale, in primis gli impianti di laminazione, poi la F.lli Midolini Spa che ha preso in concessione l'Adriaterminal lato Nord nel Porto di Trieste (la banchina di cui Porto Nogaro non dispone, con un pescaggio di 12 metri che consente l'approdo di navi fino a 50 mila tonnellate) e l'Impresa Portuale Porto Nogaro che opera nella movimentazione merci.

''L'autostrada del mare che collega Trieste a Porto Nogaro, e che prestissimo ci auguriamo di poter estendere anche al porto di Monfalcone (Gorizia), per integrare l'operativita' dei tre porti della regione, garantisce la continuita' di approvvigionamento operando su grandi quantita', con importanti risvolti ambientali'', spiega Alessandro Paoluzzi, amministratore delegato di Tradax. Cafarelli stima che ''L'azienda Marcegaglia, a regime, potrebbe superare da sola un milione di tonnellate di produzione l'anno. Cio' potrebbe significare - aggiunge il project manager - circa 71 mila camion in meno sulla strada (''in e out''), senza considerare i vantaggi fiscali e finanziari per l'azienda, legati al regime di punto franco, in particolare della dilazione a tasso agevolato, fino a un massimo di sei mesi, per il versamento dell'Iva e delle imposte erariali''.


fonte: www.adnkronos.com/IGN/hp/index.php

lunedì 12 maggio 2008

DALL'11 MAGGIO, GRANDE MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE


Illegio svela il mistero della Genesi versione testuale
In esposizione anche un disegno inedito attribuito a Michelangelo

ILLEGIO (9 maggio, ore 12.35) - Settanta opere da sedici paesi d’Europa racconteranno alla Casa delle esposizioni di Illegio il tema «Genesi, il mistero delle origini», nella grande mostra internazionale d’arte che sarà proposta anche quest’anno nel paese carnico dal Comitato nazionale di San Floriano, che ha sede presso la parrocchia di Tolmezzo.
L’esposizione, che sarà inaugurata domenica 11 maggio e resterà aperta fino al 5 ottobre, come le precedenti mostre internazionali (Floriano 2004, Mysterium 2005, Apocalisse 2007), porta nella montagna friulana firme d’importanza capitale nella storia dell’arte di tutti i tempi.

Le opere in mostra, dipinti, incisioni, oggetti di oreficeria, sarcofagi e codici, che spaziano dal III al XX secolo, «raccontano la vicenda dei sette giorni della Creazione – spiega don Alessio Geretti, coordinatore del Comitato scientifico e vicario parrocchiale di Tolmezzo e Illegio – del giardino delle origini, l’Eden, e della sua armonia perfetta, il dramma del peccato e le sue conseguenze e le prime esperienze che l’umanità fa della morte nella vicenda di Caino e Abele, ma anche la presenza di Adamo ed Eva nell’iconografia cristiana, per esempio nell’Annunciazione e nella Discesa agli inferi». La mostra «Genesi» gode del sostegno della presidenza del Consiglio dei ministri e del Pontificio consiglio per la cultura. Tra i partner sostenitori, il Comune di Tolmezzo, la Regione e la Provincia di Udine e numerosi privati.

La cerimonia di inaugurazione si terrà domenica 11 maggio alle ore 16 al teatro tenda di Illegio. Interverranno mons. Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia accademia delle scienze, l’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Antonio Zanardi Landi, e il responsabile del servizio nazionale del Progetto culturale della Conferenza episcopale italiana, Vittorio Sozzi, oltre a mons. Angelo Zanello, presidente del Comitato di San Floriano e parroco di Tolmezzo, e a don Alessio Geretti curatore della mostra. I cori Tita Copetti, Zahre e Val Pesarina eseguiranno brani di musica sacra.
Nel percorso espositivo si potranno ammirare, tra le altre, opere di Andrea Pisano, Lorenzo di Credi, Albercht Dürer, Palma il Giovane, Jan Bruegel il Vecchio, Jacob Jordaens e bottega, Antonio Canova, William Blake, Auguste Rodin, Mauritius Cornelius Escher, insieme ad antiche icone russe e bizantine e a preziose testimonianze artistiche dell’età paleocristiana.

In mostra, inoltre, un ritrovamento eccezionale: un disegno inedito che lo studioso gesuita p. Heinrich Pfeiffer riconosce come opera di Michelangelo, risalente agli anni 1508- 1512, quando il maestro lavorava alla volta della Cappella Sistina in Vaticano, sotto il pontificato di Papa Giulio II. Sull’antico foglio, utilizzato almeno due volte dall’artista, è presente uno schizzo del primo progetto della volta stessa, con qualche studio delle figure da collocare nelle lunette e nello spazio tra queste; accanto, un secondo intervento di Michelangelo è dedicato allo studio del braccio di Adamo e della mano di Eva per alcune scene della volta. Il disegno, che verrà presentato per la prima volta ad Illegio, ha puntuali confronti con un analogo esemplare conservato al British Museum di Londra.

Le opere in mostra permetteranno, in definitiva, di rileggere le pagine della Sacra Scrittura che, attraverso immagini evocative, affrontano il tema della condizione umana e delle sue origini.

Nella foto: «Il peccato originale», olio su tela (1945-50) di Jacob Jordaens e atelier.

mercoledì 30 aprile 2008

Premio Terzani: Malisana secondo Fabrizio Gatti

I ricordi, i legami, la famiglia del giornalista che narra da “infiltrato” le nuove schiavitù

Fabrizio Gatti: vi racconto la magica Malisana e la mia infanzia in Friuli

«Vengo da una famiglia che è andata per il mondo a cercare un lavoro»

La luce di nonno Pietro che dal campanile guidava gli aerei alleati

Il reporter errante nei deserti del mondo




di NICOLA COSSAR

Seduto a scrivere in uno dei tanti deserti del mondo, e dell’anima, lui non si perde, ha la sua bussola. La bussola della memoria degli affetti, del tempo fermo – quasi marqueziano – di un’infanzia felice. Di un’infanzia furlana a Malisana, paese di emigranti. Emigranti come mamma Teresa (a Milano) e zio Mario (in Sudafrica). Ecco, la piccola luce che riscalda e illumina il percorso umano e professionale di Fabrizio Gatti (l’inviato dell’Espresso vincitore del Premio Terzani 2008 per il viaggio nelle nuove schiavitù testimoniato nel suo splendido libro Bilal) viene proprio da questa terra che lui ama (riamato) con l’intensità di sempre.
– Fabrizio, ora ricevi il Premio Terzani proprio in quel Friuli che in qualche modo ti appartiene...
«Non so se mi appartiene il Friuli. Forse non è giusto così, forse appartengo io un po’ al Friuli...».
– Raccontaci un po’...
«Teresa, la mia mamma, è una delle emigranti friulane che nel 1957, in un Friuli post-bellico in grave crisi economica, ridotto quasi alla fame, decisero di partire da Malisana per cercare lavoro in Lombardia. Dalla famiglia era già partito un suo fratello, Mario, per il Sudafrica nel 1954, con la nave Africa da Trieste».
– Laggiù c’è ancora una colonia di gente partita da di Torviscosa...
«Quelli di Torviscosa andarono praticamente tutti a lavorare a Unkomaas, dove era in costruzione un impianto per la produzione di cellulosa, per poi produrre carta. Anzi, era il più importante del Sudafrica e credo lo sia tutt’ora. E così, fra tanti che sono partiti per cercare una prospettiva diversa, c’era anche lo zio Mario, che per me era lo zio: più un mito che una persona, dato che è venuto poche volte in Italia e io l’ho conosciuto soltanto nel 1981».
– Sembra si parli di un altro mondo, vero?
«In realtà, fa parte di una memoria del presente, che l’Italia, e l’Europa stessa, non tiene ben viva. E poi c’è questo aspetto che, secondo me, è bellissimo e che fin da bambino mi stupiva: dentro ogni nostra famiglia c’è un pezzo di storia del mondo, perché in fondo la storia viene fatta dalle persone. Dentro la mia famiglia, per quanto riguarda la parte friulana, ci sono storie di emigrazione che sono storie di grandissimo coraggio. Così, cominciare a viaggiare nella storia della propria famiglia è importante, perché serve a capire meglio chi siamo».
– Tuo zio in Sudafrica, tua madre invece a Milano. Come mai?
«È andata a Milano per i motivi che sono poi il motore del viaggio dall’Africa all’Europa raccontato nel libro per il quale sono stato premiato. Si cerca lavoro per migliorare le proprie condizioni di vita, mentre il luogo è spesso deciso sul passaparola. Nel suo caso, in provincia di Milano era arrivata una conoscente di mia mamma, giovanissima come lei, che del resto aveva 15 anni quand’è partita: le fece sapere che la famiglia di un medico cercava una persona che facesse da cameriera e così mia madre prese contatti, arrivò e cominciò a lavorare a tempo pieno, tantissimo. Poi si sposò e quando arrivai io fui adottato come fossi il nipotino. E li chiamavo nonni e davo loro del lei. Questa di mia madre è stata un’emigrazione fortunata: è arrivata in una famiglia dove ha comunque lavorato sodo e non le è stato regalato nulla, ma allo stesso tempo ha trovato un riferimento anche in caso di bisogno. Ora il medico e sua moglie (che è stata anche mia madrina di battesimo) non ci sono più. Erano legami forti, forse legami di altri tempi».
– Ti ricordi la tua prima venuta in Friuli?
«Io sono nato nel marzo ’66 e credo di essere venuto in Friuli la prima volta nell’agosto ’66, a cinque mesi insomma. Guardando anche le vecchie foto, le prime situazioni che mi ricordo sono all’età di tre anni a Grado Pineta e davanti alla casa del nonno Pietro a Malisana».
– Raccontaci la tua Malisana.
«Era il luogo più bello, quello in cui, quando partivo per Milano alla fine delle vacanze, non vedevo l’ora di tornare. Per vari motivi. Perché in qualche modo era un paese a misura di bambini. Arrivavo da Milano, dalla metropoli, dove non si giocava certo per strada, mentre Malisana dava la possibilità a noi bambini di giocare per strada anche fino alle 11 di di sera, con i genitori che erano tranquilli e sicuri: perché è un paese di gente per bene, ma anche perché era molto piccolo (allora aveva, credo, 800-900 abitanti), senza traffico e molto bello: era proprio a misura di bambino. Questo ha fatto nascere una sorta di sospensione del tempo, per cui tutt’ora, quando torno a Malisana, e purtroppo ci torno molto velocemente, è come se il tempo fosse rimasto sospeso, fermo all’ultima volta che ne ripartii al termine dell’ultima vacanza».
– Un luogo dell’anima, insomma...
«Sì, c’era questa sospensione del tempo. E c’è ancora adesso. Ci sono tornato ai primi di febbraio, dato che ero in Friuli per lavoro. Mi stupisco sempre nel vedere i cambiamenti che ovviamente il territorio ha: qualche casa in più costruita, quel passaggio a livello che finalmente non c’è più (un tempo già passare la ferrovia era un’impresa). Allo stesso tempo, però, la fabbrica rimane uguale. E poi le fontane! Per me Malisana era il paese dell’acqua: l’acqua che sgorga dal sottosuolo e che mi stupiva arrivando io da una città dove l’acqua si pagava e il rubinetto si chiudeva. Il ricordo forte è l’acqua clopa, l’acqua solforosa di Malisana. Ancora adesso, appena arrivo, la prima tappa è andare a bere l’acqua. È come riappropriarsi di quel gusto che ogni estate, quando tornavo, provavo intensamente. E poi rivedere le persone. Qualcuno purtroppo non c’è più, con alcuni compagni di giochi sono rimasto in contatto. E i cugini: i grandi amici erano loro! La famiglia era numerosa, per cui eravamo una bella banda di cugini. Rivedersi ancora adesso e vedersi anche addosso i segni del tempo che passa è comunque un tornare a quell’istante di allora. È come tenere dei punti di riferimento e dire: chissà, magari un giorno ci ritorno con la spensieratezza di allora. Ora avviene tutto di corsa».
– Ma è sempre un bel tornare...
«Sì».
– Quando oggi qualcuno ti dice Malisana, chi ti torna subito in mente?
«Il nonno, Pietro Passaro. Il nonno e la sua riservatezza. Lui era il sacrestano di Malisana e durante la Seconda guerra mondiale – ma questo l’ho scoperto dopo, perché lui mai ne parlava – è stato uno dei punti di riferimento per le forze alleate. Potendo salire sul campanile ( rischiando la pelle ogni volta) per andare a caricare l’orologio, riusciva in qualche modo a rompeva le regole del coprifuoco: accendeva la luce dicendo che altrimenti non sarebbe riuscito a caricare quel benedetto orologio. La luce sul campanile in realtà serviva agli aerei alleati per fare il punto, la posizione. Ma di questo il nonno non ha mai parlato: l’ho saputo da uno zio, lo zio Elvio, l’attuale punto di riferimento di tutta la famiglia e anche della storia locale, per le sue passioni e per la sua cultura. E poi di allora mi ricordo l’odore dello stabilimento chimico, le zanzare e i bambini, gli amici, il fatto di stare fino a tardi sulla strada, le corse in bicicletta, i tuffi nel Corno. La vita continuava nel resto dell’anno: io lasciavo un paese nelle condizioni di vacanza, ma poi durante l’anno Malisana sgobbava forte».
– Quando te ne tornavi a Milano era come se avessi fatto il pieno di belle cose...
«In realtà, me ne tornavo a Milano con una nostalgia struggente, perché fin da piccolo non vedevo l’ora di tornarci. Quindi le prime due settimane a Milano erano di una nostaglia forte, proprio da stare alla finestra e quasi avere la voglia di scappare e tornare indietro. Una nostalgia che non mi ha mai lasciato!».
– Forse perché lì c’è una radice tua?
«Forse sì. Non riconosco in me delle radici, e questo è anche il motivo che mi porta a girare con il lavoro: è una ricerca o una fuga, non lo so. Però Malisana è sicuramente un punto di riferimento, un faro per te che te ne stai, per esempio, in mezzo al deserto del Sahara ma hai la fortuna di aver avuto un punto di riferimento, un luogo tranquillo anche dell’anima come questo: grazie alle persone che lo abitano – parenti e amici –, che sono espressione di una terra, di un luogo che ha dato tantissimo al mondo, ma che sa ancora ricordare e ricambiare l’affetto ricevuto».
– È come quella luce che accendeva tuo nonno...
«Penso proprio di sì. Infatti, quando arrivi lì, lo sguardo va sempre al campanile. Anche perchè la chiesetta sta proprio al centro, nella piazzetta. Ma c’è un altro luogo che ricordo, che si allontana un po’ da Malisana: il Bar Bianco di Torviscosa. Lì si beveva un latte-cacao che era la fine del mondo: credo di averne bevuto ettolitri. E poi un altro zio, Giancarlo, lavorava proprio lì. E poi mi viene in mente il mare vicino, per cui quando con i miei genitori si veniva a Malisana si andava anche a Grado. Questo mi porta a un’altra considerazione sul tempo sospeso. Mi spiego. Quando ero piccolo, i miei viaggiavano sempre di notte, in auto, per evitare il traffico e perchè era più fresco: mi mettevano a dormire, poi alle due di notte mi prendevano, piccolissimo, dal letto e mi mettevano a dormire in macchina. Io mi svegliavo che ero a Malisana, così per me era come se ci fosse una continuità, come se fossi separato dal resto del mondo da una notte di sonno. Per cui era un po’ onirico arrivare a Malisana, perché mi mancava la strada. La prima volta che mi resi conto di quanto Malisana fosse relativamente lontana (370 chilometri da dove abito oggi) fu quando, a un ritorno, mi svegliai in auto mentre eravamo bloccati in autostrada: tra Malisana e la nostra vita del resto dell’anno non c’era una notte di sonno e di sogni, ma anche un percorso abbastanza faticoso».
– Malisana il perno e il faro. Da lì, poi, hai conosciuto anche il resto del Friuli, vero?
«Certo. Ho cominciato con i miei a girare. Grado come tappa turistica, però si dedicavano anche giornate a visitare l’interno, Udine, le colline. Ricordo il castello di Colloredo di Montalbano, dove tra l’altro c’era un enorme caprone: quando ero piccolo, un giorno ci andai con una maglietta rossa e quello mi caricò. Avevo cinque anni e per me questa cosa era enorme! E poi il terremoto. Il ’76 è stato un anno di angoscia tremenda. Ricordo che la sera del 6 maggio eravamo in casa a guardare un film di Mel Brooks, Il mistero delle 12 sedie, in bianco e nero. Cominciò a dondolare il lampadario. Eravamo a Milano, in provincia, eppure la scossa fu sentita anche qua. Finita la trasmissione, il telegiornale disse che c’era stato questo terremoto in Friuli. C’erano notizie di morti ma non si sapeva ancora null’altro. Non avevamo il telefono in casa, così andammo da una zia vicina: provammo a chiamare, ma non c’erano linee. La Bassa era stata per fortuna risparmiata dalla distruzione, però la zia Laura, la moglie di Giancarlo, mentre scappava con un’altra persona fu sfiorata dal camino caduto dal tetto. Quell’estate andammo comunque in vacanza dagli zii:loro non si arrendevano assolutamente e noi stessi non volevamo arrenderci a una forza della natura. Il nonno c’era ancora e lui aveva raccontato, anni prima, di un altro terremoto, avvenuto negli anni Trenta: il suo racconto fu la mia prima conoscenza del terremoto. Non ho avuto lutti né conoscenti coinvolti, però i miei cugini mi parlavano di compagni di scuola o di università che non c’erano più: questo mi spiegava quanto sia sottile il filo che lega alla vita. Ma c’era e c’è anche il grande orgoglio nel vedere la rinascita. Io non mi sento né friulano né lombardo e mi sento anche poco italiano girando così tanto il mondo, però sento sempre l’orgoglio di dire che comunque sono cresciuto in Friuli e che ho avuto questa fortuna. E ho provato orgoglio nel vedere come il Friuli sia rinato, come abbia avuto questa grande forza, dando un insegnamento che ancora adesso sarebbe utile ricordare, perché ritengo che l’Italia sia un Paese che vive a libertà condizionata: in Italia c’è una setta segreta armata che si chiama Camorra, ’Ndrangheta, Mafia. Tornando al Friuli, questa terra ha dimostrato come una società limpida, pulita e onesta soltanto con la propria forza sappia poi rimettersi in piedi. Non è poco con la distruzione e con il migliaio di morti che aveva avuto».
– Adesso il Friuli è crocevia, allora era l’ultima stazione...
«Sì, è vero, era proprio l’ultima stazione. Di allora mi rimane sempre questa sorta di mistero sospeso perché era la terra della guerra fredda, dove l’aeroporto di Ronchi non poteva avere tanti voli civili perché quella parte dello spazio aereo era militare».
– La terra dei silenzi.
«Certo. La terra dei silenzi, delle zone cui non si poteva accedere, delle colonne di carri armati. E poi anche la curiosità di andare in Jugoslavia. Ci siamo stati qualche volta in gita partendo da Malisana. Nel ’70, avevo 4 anni, andammo a visitare le grotte di Postumia e poi a fare un picnic in montagna. Mio padre, non sapendo leggere le indicazioni in serbo-croato, ci portò in una zona militare! Arrivarono immediatamente dei soldati di cui non comprendevamo nulla e loro non comprendevano niente di quanto dicevamo. Prima in malomodo, poi gentilmente, ci invitarono a raccogliere coperte e vettovaglie e ad andarcene al più presto!».
– Il tuo viaggio fa tappa adesso a Udine per il Premio Terzani. Come vivi la vigilia?
«So che stanno preparando una grande manifestazione. Penso che quella sera sarò molto emozionato e commosso, perchè il mio viaggio, quello che racconto anche nel libro, parte in realtà da Malisana: parte in qualche modo dall’esperienza di mio zio e di mia madre, della mia famiglia e degli altri che ho conosciuto e che sono emigrati. Percorrere la rotta dell’emigrazione attuale per me è stato un po’ come andare alla ricerca delle sorgenti del Nilo per rivivere quelle emozioni che mia madre Teresa nel 1957 può aver vissuto arrivando a 15 anni da sola in stazione centrale a Milano, o quelle di mio zio Mario salendo sulla motonave Africa nel 1954. Questa storia familiare mi ha aiutato nel mio lavoro di giornalista che va a cercare storie da raccontare agli altri. Mi ha aiutato a rivivere storie ed emozioni. Le rivivrò, con un po’ di timore, anche la sera del 17 maggio a Udine per la cerimonia del premio».

martedì 22 aprile 2008

San Giorgio Di Nogaro e il porto sono coinvolti

22 aprile 2008

mariotti e san giorgio

alleati a genova nel superpolo navale

Genova. I marchi rimarranno separati, ma l’obiettivo sarà comune: fare di Genova il principale polo navalmeccanico del Mediterraneo. Dopo 80 anni di storia e di concorrenza (talvolta «molto aspra», come hanno ammesso ieri gli stessi protagonisti), Mariotti Spa (nella foto i cantieri) e San Giorgio del Porto Spa si uniscono e danno vita alla holding “Genova Industrie Navali”. Trecento dipendenti diretti e 1.200 occupati nell’indotto, il polo cantieristico che nascerà dalla partnership fra Mariotti (leader mondiale nella costruzione di navi da crociera superlusso) e San Giorgio (uno dei principali player internazionali nel settore delle riparazioni e trasformazioni navali) si estenderà a Genova su una superficie di circa 53.000 metri quadri, di cui 15.000 al coperto. A questi spazi si aggiungeranno altri 50.000 metri quadri e 200 metri di banchine realizzati a San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine, da Cimar costruzioni navali (società partecipata al 50% da Cimolai Spa e al 50% da Mariotti Spa).

L’operazione è stata presentata nella sede genovese di Confindustria. «Le trattative sono durate un anno - ha svelato Marco Bisagno, presidente di Mariotti e degli industriali genovesi - e non esiterei a definire l’accordo storico. Tanto per iniziare abbiamo deciso di mantenere i due marchi che, proprio quest’anno, compiono 80 anni. Per la holding, invece, la proprietà sarà unica». Attirare investimenti su Genova, fornire un servizio ancora più completo, incrementare l’occupazione: questi gli obiettivi. «Vogliamo essere ottimisti - ha detto Bisagno - perché c’è motivo di esserlo. San Giorgio è un player internazionale nel settore delle riparazioni navali, con importanti clienti in tutto il mondo, dall’America all’Africa. Mariotti, invece, costruisce navi da crociera di lusso e mega-yacht. Sono due aziende di medie dimensioni, con una storia importante e clienti di primissimo ordine».

L’operazione, ha sottolineato Bisagno, ha prima di tutto un significato politico. «È una risposta a chi, in questi anni, ha dipinto Genova come la città dei litigi. A Genova litighiamo quando c’è motivo per farlo: per il resto, siamo abituati alla concretezza». «Il bagaglio tecnico e di know-how che c’è in questa città non esiste da nessun’altra parte - ha aggiunto Bisagno - Basta chiederlo agli armatori. Da questo punto di vista, Genova Industrie Navali si presenta come una solida struttura da combattimento. Certo: il momento non è dei migliori, c’è una crisi mondiale che colpisce tutti. Ma siamo certi che Genova, per le costruzioni e riparazioni navali, può continuare a guardarsi intorno a testa alta». Anche se con un po’ di preoccupazione: «Continua a mancare la famosa sesta vasca, il bacino destinato ad accogliere le navi più grandi» ha spiegato Ferdinando Garrè, numero uno di San Giorgio . Un handicap che Bisagno ha definito «impressionante»: «Ne parliamo da dieci anni, ma dalle istituzioni non è mai arrivato un segnale positivo. Ora speriamo che Luigi Merlo, il cui programma è molto ambizioso, non ci deluda. Senza quell’opera, non potremo mai essere un porto leader». «Coinvolgere nuovi partner nell’iniziativa? Non escludiamo nulla, a patto che si tratti di aziende che condividano il nostro spirito e la nostra strategia».



Fonte: http://shippingonline.ilsecoloxix.it/

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo 24 novembre 2024

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