MASSIMO MINELLA
Concorrenti, lo sono da ottant’anni. Il fatto è che alla fine, scegliendo di diversificare i propri business, hanno scoperto che potevano anche essere alleati. E’ così che a Genova è nato il più importante polo di industria navale italiana, capace di mettere sotto il cappello di una nuova holding (la Gin Genova Industrie Navali) due storiche realtà del settore, i cantieri Mariotti e la San Giorgio del Porto.
Alla base dell’operazione c’è un capitalismo familiare che, alleandosi, dà vita a un gruppo da 120 milioni di euro l’anno. Il capitale della holding è ovviamente diviso fra le famiglie proprietarie dei due cantieri, BisagnoZanetti per i Mariotti e Garré per i San Giorgio del Porto, con un rapporto percentuale che tiene conto dei singoli apporti del business alla nuova iniziativa. Così il 75,25% di Gin è di proprietà della holding che fa capo all’attuale presidente di Confindustria Genova Marco Bisagno e al suo storico socio Paolo Zanetti, mentre il rimanente 24,75% è di proprietà dei fratelli Ottavia e Ferdinando Garré.
Il nuovo polo cantieristico parte con numeri pesanti: 300 dipendenti diretti, a cui vanno aggiunte altre 1.200 unità che arrivano dall’indotto allargato delle attività cantieristiche, una superficie operativa nel porto di Genova di circa 53mila metri quadrati, 15mila dei quali al coperto, e oltre 1.500 metri di banchine, a cui vanno aggiunti altri 50 mila metri quadri di superficie e 200 metri di banchine a San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine, di proprietà della Cimar Costruzioni Navali, società che il gruppo Mariotti controlla pariteticamente insieme alla Cimolai. Iniziativa, quest’ultima, di particolare valore, tenuto conto che a San Giorgio di Nogaro si stanno preparando i tre scafi che verranno poi "allestiti" nel porto di Genova e che diventeranno lussuose navi da crociera per conto dell’americana Seaburn (il primo scafo è stato rimorchiato a Genova proprio nei giorni scorsi).
«Abbiamo già iniziato a mettere a fattor comune i primi servizi — spiega il presidente Marco Bisagno — Per il momento siamo ancora a un’aggregazione di tipo "politico", anche se sostanziale nei fatti e nelle prospettive. Il nostro punto di forza arriva dai rispettivi business, del tutto complementari, e che riguardano le riparazioni navali per San Giorgio e le nuove costruzioni per Mariotti».
La nuova holding fungerà da struttura di coordinamento e di potenziamento dei business delle due controllate, sia a livello strategico, sia in relazione agli investimenti. La linea d’azione di "Genova Industrie Navali" punta ovviamente alla crescita del gruppo a livello internazionale e nazionale, attraverso un ampliamento dell’offerta, con vantaggi in termini di produzione e competitività. L’elemento su cui fare leva sarà però quello dell’ottimizzazione e della valorizzazione delle sinergie che si andranno a creare sia sul fronte della logistica che su quello dell’organizzazione del lavoro.
Obiettivi ambiziosi, figli di un passato fortemente legato al porto di Genova. E’ il 1928, infatti, quando nel porto di Genova nascono, a pochi metri di distanza, due officine di riparazione navale, la "Temistocle Mariotti" e la "San Giorgio del Porto". La prima si afferma subito sulla scena nazionale delle riparazioni, ma a partire dagli anni Ottanta inizia a guardare con sempre maggiore attenzione al segmento della costruzione navale, fino ad affermarsi come il leader mondiale nel segmento della realizzazione di navi da crociera superlusso, di stazza più piccola rispetto alle ammiraglie delle compagnie armatoriali, ma con altissimi standard qualitativi.
I Mariotti affidano la costruzione dello "scafo nudo" ad altri cantieri, poi lo rimorchiano fino al porto di Genova e qui inizia la complessa e ricca fase di allestimento, fino alla consegna finale del prodotto. E’ così anche per l’ultima commessa affidatale dalla Carnival per il marchio Seaburn, la consegna di tre navi fra giugno 2009 e maggio 2011, per un valore complessivo di 550 milioni di euro.
Più specializzata sulla riparazione è invece l’attività dei San Giorgio del Porto, da sempre controllati dalla famiglia Garré. Il fondatore, Ferdinando, entra nel settore nello stesso anno dei Mariotti, il 1928. I suoi discendenti mantengono saldi business e radici genovesi, ma il grande salto arriva negli ultimi anni, con il rientro in azienda dell’attuale amministratore delegato Ferdinando Garré.
Solo nel 2001, infatti, il fatturato era di 16 milioni di euro. Oggi, grazie alle ultime commesse, si sono superati i 50, con un portafoglio ordini che induce all’ottimismo, in virtù di lavori affidati ai San Giorgio del Porto dal gruppo Eni, da una compagnia armatoriale specializzata nel segmento "cruise" e da numerose commesse di riparazione navale.
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