AFRICA/COSTA D’AVORIO - Elezioni presidenziali: appello dei leader religiosi alla calma
Abidjan (Agenzia Fides) - “Non vogliamo un Paese dove impera il disordine e le lotte. Chiediamo agli ivoriani di andare a votare senza cedere alla pressioni” ha dichiarato Sua Ecc. Mons. Marie-Daniel Dadiet, Arcivescovo di Korhogo, in Costa d’Avorio, dove domenica 25 ottobre si vota per eleggere il nuovo Presidente. I candidati sono 8 e secondo le previsioni sembra favorito per la riconferma il presidente uscente Ouattara.
Il Paese è ancora segnato dalla lunga crisi iniziata nel 2002 e conclusasi nel 2011, dopo le contestate elezioni presidenziali del 2010 che hanno visto un braccio di ferro tra il Presidente uscente Laurent Gbagbo e l’attuale Presidente Alassane Ouattara. Il primo non ha riconosciuto la vittoria elettorale del secondo, e solo con l’intervento delle truppe Onu e francesi che hanno deposto e arrestato Gbagbo, Ouattara ha potuto iniziare a governare.
Memore di questi precedenti, Mons. Dadiet ha invitato gli ivoriani ad accettare il verdetto delle urne: “Non si spingano i giovani nelle strade armandoli per distruggere la Costa d’Avorio. Gli ivoriani sono stanchi delle crisi consecutive” che hanno sconvolto il Paese. Anche Sua Ecc. Mons. Paul-Simon Ahouanan Djro, Arcivescovo di Bouaké e Presidente della Commissione Nazionale per la Riconciliazione e il risarcimento delle vittime (CONARIV), ha sottolineato che occorre evitare una nuova crisi post-elettorale come quella del 2010. In un suo messaggio alla popolazione Mons. Ahouana ha sottolineato che “è importante fare di tutto per preservare la pace per avere elezioni tranquille” ed ha esortato tutti a guardare alla storia recente del Paese per evitare gli errori commessi.
L’Arcivescovo di Yamoussokro, Sua Ecc. Mons. Marcellin Yao Kouadio, nella Messa che ha celebrato domenica 11 ottobre in occasione della riapertura delle scuole, ha invitato i giovani a non farsi manipolare da politici senza scrupoli. “Non fatevi usare per sporchi compiti come distruzioni, saccheggi, incendi di beni, scontri tra militanti di partiti politici” ha detto l’Arcivescovo, sottolineando che “spesso gli adulti senza scrupoli che vi incitano alla violenza mantengono i loro figli al sicuro”.
Anche i leader di altre confessioni cristiane e quelli musulmani hanno rivolto appelli alla calma e allo svolgimento di elezioni pacifiche e corrette. (L.M.) (Agenzia Fides 23/10/2015)
AFRICA/SUDAFRICA - “Garantire a tutti l’accesso agli studi” chiedono i Vescovi
Johannesburg (Agenzia Fides) - Offrire opportunità di studio a tutti, indipendentemente dalla situazione economica di chi vuole studiare. È l’appello lanciato dai Vescovi del Sudafrica, dove da giorni gli studenti protestano per l’aumento delle tasse scolastiche.
In un comunicato del Department of Social Action (DSA) della Southern Africa Catholic Bishops Conference (SACBC, la Conferenza che riunisce oltre ai Vescovi del Sudafrica quelli di Botswana e Swaziland) si afferma che “a nessun giovane degno di ricevere un’educazione accademica debba essere negata questa opportunità a causa della sua situazione finanziaria o di quella della sua famiglia”.
“Si tratta - prosegue la dichiarazione pervenuta a Fides - non solo di una questione di giustizia per risarcire le conseguenze dell’apartheid, ma anche di un modo di costruire capacità nazionali che siano competitive a livello globale per consentire lo sviluppo economico e umano del Sudafrica”.
I Vescovi ricordano che la SACBC offre da tempo borse di studio a “centinaia di giovani appartenenti a famiglia a basso reddito che vivono in ambito rurale”, nell’ambito del Rural Education Access Programme (REAP).
“Il DSA riconosce che, viste le condizioni economiche del Sudafrica, è impossibile rendere l’educazione completamente gratuita” ma allo stesso tempo sottolinea che sul lungo termine una persona con un alto livello di istruzione può aumentare di molto il proprio reddito ed è quindi ragionevole aspettarsi che questa ripaghi lo Stato per l’istruzione ricevuta, permettendo ad altri di beneficiarvi.
Per questo motivo, il DSA è favorevole a mantenere lo schema attuale, che prevede la concessione di borse di studio sotto forma di prestiti che lo studente rimborserà in parte, una volta completati gli studi. (L.M.) (Agenzia Fides 23/10/2015)
ASIA/IRAQ - 400 giovani cristiani hanno preso parte alla “giornata della gioventù” a Kirkuk
Kirkuk (Agenzia Fides) – Sono stati più di 400 i ragazzi e le ragazze cristiani di diverse confessioni che hanno preso parte alla “Giornata della gioventù” convocata a Kirkuk su iniziativa della locale arcidiocesi caldea. L'evento, svoltosi sabato 17 ottobre, ha avuto come epicentro la cattedrale caldea di san Giuseppe. Dal mattino fino a tarda sera, la kermesse è stata scandita da riflessioni bibliche, momenti di preghiera, rappresentazioni teatrali, giochi collettivi, conferenze con domande e risposte e momenti di svago, per concludersi con una fiaccolata e con una manifestazione di fuochi d'artificio. I momenti di approfondimento spirituale sono stati affidati a predicatori e teologi di diverse chiese cristiane, a partire dall'Arcivescovo caldeo Yousif Thomas Mirkis OP.
Un attacco alla città di Kirkuk da parte delle milizie jihadiste dello Stato islamico era stato respinto lo scorso gennaio. La città è presidiata in particolare dalle milizie curde Peshmerga. Tra sabato e domenica scorsi, l'esercito iracheno in coordinamento con le milizie curde ha sfondato il fronte delle milizie jihadiste nella zona della città di Havija, a Sud-Ovest della provincia di Kirkuk. L'esercito siriano ha chiesto alla città di Kirkuk di tener aperto un “corridoio di sicurezza” per accogliere i profughi provenienti da Havija. (GV) (Agenzia Fides 23/10/2015).
ASIA/PAKISTAN - Cauzione per un cristiano imputato per blasfemia
Sargodha (Agenzia Fides) – Un tribunale di primo grado ha concesso la libertà su cauzione ad un giovane cristiano in carcere dall'8 ottobre scorso per presunta blasfemia. Il giovane Naveed John, 24 anni, che usava fare preghiere di guarigione in casa sua per quanti lo chiedevano, è stato ingannato da un musulmano e accusato di aver vilipeso alcuni versetti del Corano (vedi Fides 15/10/2015). Gli avvocati di Naveed John hanno presentato il caso in tribunale, spiegando che si trattava di accuse false e strumentali. Dopo aver ascoltato gli argomenti delle parti, la Corte ha accettato la richiesta di cauzione e ha ordinato il temporaneo rilascio del cristiano.
In un colloquio con Fides, l’avvocato cristiano Sardar Mushtaq Gill, a capo dell’Ong “Lead”, afferma di aver accolto con favore la decisione del tribunale, rimarcando però “grave preoccupazione perchè si tratta di accuse contro un innocente” e “per la sicurezza di Naveed John, dato che alcuni musulmani estremisti hanno ripetuto slogan come: l'unica giusta punizione per blasfemia è la morte”. Di recente anche al cristiano Pervaiz Masih, arrestato nel distretto di Kasur il 2 settembre scorso per presunta blasfemia, è stata concessa la libertà su cauzione (vedi Fides 13/10/2015). (PA) (Agenzia Fides 23/10/2015)
ASIA/SIRIA - I cristiani di Hassakè denunciano il tentativo di esproprio delle proprietà di chi è emigrato
Hassaké (Agenzia Fides) - I Capi delle Chiese e delle istituzioni e organizzazioni cristiane presenti nella provincia siriana nord-orientale di Hassakè esprimono ferma contrarietà davanti al progetto di “tutela e gestione” delle proprietà delle persone emigrate, sostenuto dalle forze politiche e amministrative locali dominanti, di matrice curda. In un comunicato sottoscritto dai Vescovi e dai Capi delle comunità cristiane locali – compreso l'Arcivescovo Jacques Behnan Hondo, a capo dell'arcidiocesi siro-cattolica di Hassakè-Nisibi - , ma anche da movimenti e realtà operanti nella società civile - come le corporazioni rurali dei contadini e l'Organizzazione giovanile per la riconciliazione nazionale - si denuncia come “contrario ai diritti umani” l'autoproclamato diritto delle autorità locali a confiscare e gestire beni e proprietà di persone che hanno lasciato le proprie case e sono state costrette e emigrare a causa del conflitto in corso in Siria.
Secondo i firmatari della denuncia, tale disposizione costituisce una minaccia soprattutto per la presenza dei cristiani della regione, a cui nelle aree rurali appartengono più del 30 per cento delle terre e dei beni immobiliari. La scelta di creare organismi incaricati di controllare e gestire le proprietà appartenenti a persone che hanno temporaneamente lasciato la zona rappresenta, a giudizio dei capi delle Chiese e delle comunità cristiane, una misura intimidatoria sia per chi è stato costretto ad allontanarsi dalla propria casa – e che dopo aver subito l'esproprio forzato dei propri beni vedrebbe di fatto compromesso il proprio diritto al ritorno – sia per chi rimane, e viene in questo modo indotto a pensare che è meglio vendere le proprie proprietà, prima di vedersele espropriate in caso di temporanea assenza.
Con tale decisione – si legge nel comunicato – si soffia sul fuoco del conflitto confessionale. Nello stesso pronunciamento, pervenuto all'Agenzia Fides, i leader cristiani della regione si esprimono contro l'aumento arbitrario delle tasse e i tentativi di interferenza delle autorità locali sul funzionamento e sui programmi delle scuole private, a partire da quelle legate alle diverse comunità cristiane.
Alle denunce dei Capi cristiani della regione di Hassakè hanno replicato rappresentanti del Partito dell'Unione democratica (PYD), sigla politica curda legata al PKK, per i quali il progetto di gestione e tutela delle proprietà di chi è fuggito mira proprio a evitare che si verifichino appropriazioni abusive operate da privati. (GV) (Agenzia Fides 23/10/2015).
ASIA/INDIA - Un Gesuita: “India più intollerante”
Ahmedabad (Agenzia Fides) – “Il linciaggio del 28 settembre 2015, quando il musulmano Mohammad Akhlaq è stato ucciso dalla folla, a causa delle voci circolanti di aver mangiato carne bovina, non va considerato un atto spontaneo di violenza isolata, ma un atto barbarico programmato da persone che sanno di godere di impunità”: è l’opinione espressa a Fides da p. Cedric Prakash sj, che nota l’aumento dell’intolleranza in India, enumerando una serie di episodi di violenza a danno della minoranze religiose cristiane e musulmane.
Secondo il gesuita, direttore di “Prashant” (Centro per i diritti umani, giustizia e pace), ad Ahmedabad, nello stato di Gujarat, il partito al potere in India, il Baratiya Janata Party “non può abbandonare i gruppi estremisti indù, suoi alleati”, in una strategia che “presenta una doppia faccia di un medesimo schieramento, quella più dura, e una più liberale”.
“Tutti sanno che praticamente nulla accadrà agli autori di questi crimini atroci”, nota p. Prakash, ricordando la carneficina avvenuta in Gujarat nel 2002. “Questo modello di intolleranza viene ora portato come corrente principale in tutto il paese” denuncia il direttore, paventando il rischio che “si distruggano multiculturalismo, pluralismo, tolleranza, rispetto della diversità, valori che sono il prezioso patrimonio della nostra terra”. (PA) (Agenzia Fides 23/10/2015)
ASIA/INDONESIA - El Nino porta siccità e carestia tra le comunità agricole
Giacarta (Agenzia Fides) – Le comunità agricole di tutta l’Indonesia sono alle prese con la siccità causata dal rialzo delle temperature del mare associate con il fenomeno atmosferico di “El Nino” che influisce sulle precipitazioni in tutto il mondo. Nell’ultimo raccolto, nel montuoso villaggio di Ketung Miri, la produzione locale di riso è calata del 20%, e ci vorranno mesi prima che gli agricoltori possano piantare di nuovo. L’agenzia indonesiana per l’attenuazione dei disastri ha riferito che, dalla fine del mese di agosto, erano in gravi condizioni di siccità circa 22 milioni di persone di 84 province. In un anno tipico la stagione della semina sarebbe già in corso, ma in villaggi come Ketung Miri, i campi restano incolti o abbondano di materie prime secondarie, come tabacco, peperoncino indonesiano e mais che richiedono meno acqua del riso. A livello nazionale, il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite stima che il 37% dei bambini sotto i cinque anni so ffra di malnutrizione cronica. (AP) (23/10/2015 Agenzia Fides)
AMERICA/STATI UNITI - “Abbiamo ancora una crisi umanitaria tra le mani”: testimonianza del Vescovo di El Paso
Washington (Agenzia Fides) – Ricordando che "la Sacra Famiglia è l'archetipo delle famiglie di profughi che vediamo oggi", Sua Ecc. Mons. Mark Joseph Seitz, Vescovo della diocesi di El Paso, in Texas, ha testimoniato il 21 ottobre davanti alla Commissione del Senato per la Sicurezza Interna e gli Affari governativi (Homeland Security and Governmental Affairs Committee) e ha presentato dei suggerimenti per "migliorare la risposta a queste popolazioni vulnerabili in America Centrale, in Messico, al confine Usa-Messico e negli Stati Uniti”.
In America centrale, "la violenza che mette a rischio la vita a livello nazionale e locale, e una mancanza di rispetto dello Stato di diritto, hanno minacciato la sicurezza dei cittadini e hanno creato una cultura della paura e della disperazione" ha detto Mons. Seitz nella sua testimonianza. "Spesso il rischioso viaggio verso nord è visto come una strategia familiare per proteggere un bambino, dal momento che i governi centroamericani non sono in grado di proteggere del tutto i loro cittadini".
Nella sua testimonianza di 15 pagine, come informa la nota inviata a Fides, Mons. Seitz ha detto che "è fondamentale ricordare che abbiamo ancora una crisi umanitaria tra le nostre mani e si deve fare ancora di più. Dobbiamo rispondere alle esigenze di questi bambini e di queste famiglie, non per allontanarli o ostracizzarli, perché gli americani sono un popolo che prova compassione".
Mons. Seitz, che è consulente della Commissione sulle immigrazioni dell’Episcopato statunitense e membro del Consiglio di amministrazione del “Catholic Legal Immigration Network”, citando le parole pronunciate recentemente dal Pontefice nel corso della visita al Congresso statunitense, ha anche raccomandato l’introduzione di un sistema di controllo regionale che consenta ai minori e alle loro famiglie la possibilità di chiedere asilo in Messico e in altre nazioni della regione, cosa che attualmente non è possibile.
Solo nel 2015 sono arrivati negli Stati Uniti circa 40.000 minori non accompagnati e più o meno lo stesso numero di madri con bambini in fuga dalle violenze della criminalità organizzata che imperversa in Guatemala, El Salvador e Honduras.
(CE) (Agenzia Fides, 23/10/2015)
AMERICA/ARGENTINA - “Siamo tutti responsabili, nessuno può sentirsi estraneo": domenica elezioni presidenziali
Buenos Aires (Agenzia Fides) – "L'atto elettorale deve essere una vera festa civica, nel quadro della Costituzione, e deve essere garantito dallo Stato, dai partiti politici e dai cittadini. A ciascuno compete un ruolo e una responsabilità, che insieme costituiscono il bene della Repubblica. Siamo tutti responsabili, nessuno può sentirsi estraneo" ha pubblicato l'ufficio stampa della Conferenza Episcopale Argentina (CEA) in vista delle elezioni presidenziali del 25 ottobre.
La CEA già a marzo scorso aveva chiesto che il cambio di governo non significasse una crisi ma una "alternativa normale" della vita democratica. In questo mese di ottobre (vedi Fides 6/10/2015) ha lanciato un appello a compiere ogni sforzo per garantire la trasparenza delle elezioni e per evitare qualsiasi azione che possa causare "diffidenza e divisione tra gli argentini".
I Vescovi hanno seguito da vicino la situazione politica del paese e hanno sempre consigliato alla popolazione di essere attenti alla realtà sociale e politica, per poter agire con il voto come cittadini consapevoli del futuro del paese (vedi Fides 14/02/2015). Per questo motivo l'ultima Assemblea dei Vescovi (vedi Fides 20/04/2015) aveva dedicato particolare attenzione allo studio della realtà politica,
In Argentina il voto è universale, segreto e obbligatorio per i cittadini di età compresa tra 18 e 70 anni. Gli elettori sono più di 30 milioni, di cui molti giovani sotto i 20 anni. Un altro dato significativo riguarda la quantità di elettori nelle periferie di Buenos Aires, che hanno superato di gran lunga alcuni capoluoghi di provincia.
(CE) (Agenzia Fides, 23/10/2015)
AMERICA/MESSICO - Persone scomparse, migranti e detenuti: punti caldi per le violazioni dei diritti umani
Xalapa (Agenzia Fides) – Le violazioni più gravi dei diritti umani in Messico, catalogate come ‘punti caldi’, sono le sparizioni forzate di persone, i migranti abbandonati e il sovraffollamento nelle carceri. Il tema è emerso nel corso del Congresso Internazionale dei Diritti Umani nel Nuovo Sistema di Giustizia Penale, organizzato da una scuola privada di Xalapa, capitale dello Stato messicano di Veracruz. Secondo l’Istituto di Ricerche Giuridiche dell’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), il tema delle carceri è fuori dall’agenda mediatica, pubblica e politica, tuttavia i carcerati e i loro familiari sono violati nella loro dignità umana e sono soggetti a estorsioni anche da parte delle stesse autorità. (AP) (23/10/2015 Agenzia Fides)