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martedì 28 marzo 2023

friulioggi.it Port state Control su una nave della Guinea Bissau a porto Nogaro

 

I controlli sulla motonave a Porto Nogaro.

Nella giornata di ieri a Porto Nogaro, è stata sottoposta a fermo amministrativo la Motonave GAL, battente bandiera Guinea – Bissau e gestita da una società di armamento greca.

Le condizioni della nave erano già apparse critiche all’arrivo in porto, durante le manovre di ormeggio.
Per tale ragione, il nucleo ispettivo di Port State Control della Direzione Marittima del Friuli Venezia Giulia ha proceduto ad un’approfondita ispezione della nave. Le condizioni della nave sono subito apparse gravemente deficitarie e le condizioni di manutenzione e gestione, nonché quelle dell’equipaggio, sono risultate sotto gli standard minimi, in palese violazione alle norme internazionali sulla salvaguardia della vita umana in mare, la protezione dell’ambiente marino, la sicurezza della navigazione e la tutela dei lavoratori marittimi.

Al termine dell’ispezione, sono state rilevate oltre 30 deficienze molte delle quali di gravità tale da determinare il fermo amministrativo dell’unità. Prima di poter riprendere la navigazione e quindi la propria attività commerciale, la nave dovrà rettificare tutte le irregolarità riscontrate e sarà oggetto di nuova verifica da parte degli ispettori della Guardia Costiera. Quello della giornata di ieri è il secondo fermo operato nella corrente annualità a Porto Nogaro e si aggiunge ai 7 eseguiti nel 2022.

Cosa è il Port State Control.

Il Port State Control è l’attività ispettiva condotta a bordo delle navi straniere da parte dell’Autorità dello Stato del porto di approdo, atta a garantire che la nave che scala i porti italiani non sia in condizioni sub-standard rispetto alle Convenzioni Internazionali che regolano la sicurezza della navigazione, costituendo un pericolo per la vita umana in mare e per l’ambiente.

I compiti di Port State Control sono svolti da personale della Guardia Costiera, appositamente addestrato e autorizzato quale ispettore PSC, che viene dislocato tra diversi Comandi territoriali ubicati nei porti maggiormente interessati da traffico mercantile ed organizzato in “Nuclei Port state Control”, coordinati dai Servizi regionali PSC istituiti a livello di Direzione Marittima. I nuclei operano sotto l’egida del 6° Reparto del Comando Generale – Sicurezza della navigazione e marittima che tramite la Sezione “Port State Control” e il Coordinatore Nazionale” monitora e indirizza l’attività.

venerdì 20 agosto 2021

Agenzia Fides 20 agosto 2021

 


Africa/Guinea Bissau (Agenzia Fides) – L’Imam Ustas Aladji Bubacar Djalo di Mansoa, ieri 19 agosto improvvisamente ci ha lasciati. Una grande perdita per l’Islam in Guinea Bissau e anche per la Chiesa Cattolica, era un uomo di pace e di dialogo.
La Chiesa cattolica, nella figura di Mons. Lampra Ca, Amministratore Apostolico della Diocesi di Bissau e p. Lucio Brentagni, Amministratore diocesano di Bafatá, cosí ha scritto:
“Abbiamo appreso con grande tristezza che la notizia della morte dello stimatissimo Ustas AladjiI Bubacar Djaló, Imam di Mansoa e Presidente dell’Unione Nazionale degli Imam della Guinea Bissau.
La comunità cattolica ha un legame molto forte con l’Imam Ustas, e in questo momento si unisce al grande dolore con la famiglia e con tutta la comunità islamica di Mansoa e della Guinea,
Il suo desiderio di pace era conosciuto da molti, il suo impegno per il dialogo fraterno tra le religioni non potrà essere dimenticato. Fin dall’inizio della Radio Sol Mansi, emittente della Chiesa cattolica, è stato presente con un programma, intitolato “Voce dell’Islam”. La sua fedele presenza fino agli ultimi suoi giorni è stato un segno della sua grande fede nell’unico Dio e del suo desiderio che le religioni fossero al servizio della Pace e del Bene per tutti.
La collaborazione tra la Radio Sol Mansi e la Radio Scuola Coranica di Mansoa (RECOM) rimane nella storia della Guinea Bissau ed è stato presentato come esempio altamente positivo in vari luoghi del mondo e nei mezzi di comunicazione sociale dell’Europa e dell’Africa.
Per gli alunni del liceo Padre Leopoldo Pastori in Bafatà, a giugno ha dato un valoroso intervento sul valore del dialogo tra i fedeli delle diverse religioni, parlando del grande documento: “La fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, firmato da Papa Francesco e dal Grande Imam de Al-Azhar Ahmed Al-Tayyib nel 2019. Durante l’incontro con gli alunni ha richiamato la loro attenzione sul pericolo di fanatismo religioso che si sta diffondendo nel mondo e nella mostra subregione, e ha condannato la strumentalizzazione della religione a fini politici”. (A.B.) (Agenzia Fides 20/8/2021)
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AFRICA/ETIOPIA - “L’Etiopia sta vivendo la fase più drammatica della sua storia recente”
 
Addis Abeba (Agenzia Fides) - Mentre il mondo è concentrato dalle notizie provenienti dall’Afghanistan, un dramma silenzioso continua a compiersi nel Corno d’Africa. La guerra nel Tigrai, scoppiata a novembre 2020, ha da tempo ormai travalicato i confini della provincia nel nord dell’Etiopia e si è estesa ad altre regioni del Paese, accrescendo il dramma delle popolazioni civili.
L'ultimo rapporto delle Nazioni Unite sulla crisi umanitaria in Tigrai afferma che "solo una frazione degli aiuti umanitari necessari per soddisfare le crescenti esigenze" sta raggiungendo il Tigrai dove la situazione "rimane imprevedibile e volatile, mentre continua il movimento delle forze del Tigrai nelle regione abitate dagli Amhara e dagli Afar". Circa 2,4 milioni di persone hanno bisogno di aiuti nello stato regionale somalo del Paese, poiché emergono segnalazioni di crescente malnutrizione e imminente carenza d'acqua.
Il Fronte di Liberazione del Tigrai (TPLF) che ha ricacciato dal Tigrai le forze etiopiche ed eritree, è passato all’offensiva ed ha annunciato di aver stretto accordi con altri gruppi armati. Uno di questi sembra essere il principale gruppo ribelle nella regione dell'Oromia in Etiopia, che avvertito che potrebbe tagliare un'importante autostrada che collega l'Etiopia al Kenya, compromettendo il commercio con Nairobi.
“Il conflitto sta entrando in una fase ancora più dura. L’Etiopia sta vivendo la fase più drammatica della sua storia recente” afferma all’Agenzia Fides una fonte locale. “Sono entrati in azione i droni iraniani che stanno bombardando le truppe tigrine, mentre le autorità centrali stanno armando i civili. I tigrini devono quindi far fronte a diverse milizie, ma il fatto che siano entrati in territorio Amhara sta mettendo in difficoltà il Premier Abiy Ahmed”. Quest’ultimo sta cercando appoggi internazionali, anche per risolvere le dispute con il vicino Sudan, per le quali il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan si è offerto di mediare. Durante la sua visita in Turchia Abiy, oltre a incassare l’impegno del Presidente turco di adoperarsi per cercare una soluzione al conflitto tigrino e alla disputa con il Sudan, ha firmato con Ankara un accordo militare. (L.M.) (Agenzia Fides 20/8/2021)
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AFRICA/MALI - Dopo il Burkina Faso nuovo assalto jihadista nel Sahel: uccisi 15 soldati maliani
 
Bamako (Agenzia Fides) – Nuovo attacco nel Sahel da parte di gruppi jihadisti contro militari regolari. Dopo quello del 18 agosto in Burkina Faso (vedi Fides 19/8/2021), ora è la volta del Mali, dove ieri, 19 agosto, quindici soldati sono stati uccisi e diversi altri sono rimasti feriti in un'imboscata a un convoglio militare nei pressi di Boni nel centro del Paese.
Un'autobomba è esplosa al passaggio del convoglio, seguita da pesanti colpi di arma da fuoco, afferma una nota ufficiale, secondo la quale sono in corso gli sforzi per evacuare i feriti. Secondo alcune fonti i jihadisti sarebbero riusciti a impadronirsi di alcuni veicoli militari armati di mitragliatrice.
L’agguato è avvenuto lungo l’importante arteria che collega Gao a Mopti, la strada nazionale 16. Un’area che un gruppo legato ad Al Quida cerca di controllare. Imboscate e attacchi con ordigni esplosivi sono ricorrenti, in particolare nel Mali centrale e nelle tre regioni di confine tra Mali, Niger e Burkina Faso. Proprio sul lato del Burkina Faso si è avuto l’assalto del 18 agosto il cui bilancio si è fatto ancora più pesante ed è salito a 80 morti, di cui 65 sono civili.
Il convoglio partito da Dori contava quasi 80 veicoli. "Ha coperto una distanza di circa 600 metri", ha detto una fonte della sicurezza. I gendarmi erano in testa e in coda al convoglio. Gli aggressori hanno aperto il fuoco a Boukouma, in mezzo al convoglio a circa 20 chilometri da Arbinda dopo Gorgadji. "Ciò ha reso molto difficile la risposta dei gendarmi perché era necessario evitare di sparare ai civili", afferma la fonte. I jihadisti sono stati respinti dopo tre ore di combattimenti.
Anche in Burkina Faso, come in Mali, è opinione comune che i gruppi jihadisti stiano intensificando gli attacchi ai militari per affermare il loro controllo del territorio, soprattutto dei punti di passaggio strategici. (L.M.) (Agenzia Fides 20/8/2021)
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AMERICA/BRASILE - Vescovi emeriti: un nuovo modo di essere Vescovo, una risorsa per la missione
 
San Paolo (Agenzia Fides) - Attualmente in Brasile ci sono 162 Vescovi emeriti vivi, secondo i dati raccolti dal Professor Fernando Altemeyer Junior, dal Dipartimento di Scienze religiose della Pontificia Università Cattolica di San Paolo (PUC-SP), che svolge da oltre 20 anni il lavoro di aggiornare statistiche e nomi dell'Episcopato brasiliano. Il Codice di Diritto Canonico definisce come "emerito" quel Vescovo che perde "l'ufficio per limite di età o per rinuncia accettata". La Chiesa fissa l'età di 75 anni per la presentazione della richiesta di dimissioni al Papa, che può accettarla subito o rinviarla a seconda delle esigenze pastorali.
I Vescovi emeriti, pur non dovendo più esercitare le loro funzioni di governo delle diocesi, continuano comunque a partecipare alle attività pastorali e a collaborare con la missione evangelizzatrice della Chiesa. Un esempio di tale collaborazione è dato da Monsignor Francisco Biasin, Vescovo emerito di Barra do Piraí, Volta Redonda, che ha assunto la presidenza della Commissione episcopale per i Vescovi Emeriti della Conferenza Episcopale del Brasile, CNBB, nel 2019. In una dichiarazione riportata dal portale della CNBB afferma che l'Emerito è "un dono alla Chiesa, perché essere emerito è un'occasione per reinventare la vita, è un nuovo modo di essere Vescovo".
La Commissione episcopale per i Vescovi Emeriti ha un carattere particolare, diverso dalle altre Commissioni episcopali, realizzando quanto stabilito dal Codice di Diritto Canonico, secondo cui la Conferenza episcopale "deve cercare di fornire il sostegno adeguato e dignitoso al Vescovo che rinuncia, tenendo conto dell'obbligo primario a cui è soggetta la stessa diocesi in cui ha prestato servizio". Creata nel 2012 dalla CNBB, la Commissione quindi accompagna i Vescovi emeriti, preoccupandosi di sostenerli e assisterli. Oltre a Monsignor Biasin, la Commissione è composta da Monsignor Nelson Westrupp, Vescovo emerito di Santo André, e da Monsignor Paulo Antônio de Conto, Vescovo emerito di Monte. Consigliere è padre João Cândido Neto.
Sin dalla sua creazione, la Commissione ha rafforzato il collegamento dei Vescovi emeriti, organizzando riunioni, come l'Incontro nazionale degli Emeriti, o attraverso gli strumenti di comunicazione tra i Pastori che hanno lasciato il governo diocesano.
L'ultimo Incontro nazionale dei Vescovi Emeriti, alla sua quinta edizione, si è tenuto nel settembre 2019, presso il Centro Culturale Missionario (CCM), a Brasilia. All'epoca, padre João Cândido Neto disse che l'obiettivo era quello di dimostrare principalmente che i Vescovi emeriti non sono soli: "La Cnbb è insieme a loro e questo è il momento in cui ogni Vescovo ha potuto condividere parte della sua esperienza di vita e della sua esperienza pastorale, perché ognuno di loro, specialmente quelli che sono qui, sta ancora svolgendo qualche lavoro pastorale".
A causa della pandemia, il 6° Incontro nazionale che si sarebbe dovuto tenere nel 2020, è stato posticipato. Per quest'anno 2021, la Commissione prevede un incontro con i Vescovi emeriti delle regioni in cui è suddivisa la CNBB. L'idea è quella di riunirli virtualmente per un momento di riflessione e condivisione sul tema: "Il ruolo del vescovo emerito in una Chiesa sinodale, alla luce dell'Assemblea ecclesiale dell'America Latina e dei Caraibi e del prossimo Sinodo dei Vescovi". (SL) (Agenzia Fides 20/08/2021)

venerdì 9 aprile 2021

Agenzia Fides 9 aprile 2021

 

AFRICA/CONGO RD - “Basta uccidere”: appello dei Vescovi per fermare le violenze nell’est del Paese
 
Kinshasa (Agenzia Fides) – “Da più di due decenni, l'est del nostro Paese è sconvolto da conflitti armati e dall’insicurezza ricorrente che causano la morte, la desolazione e lo sfollamento delle popolazioni. Sfortunatamente, tutti i nostri appelli non hanno ancora trovato echi significativi nelle persone interessate” afferma un messaggio del Comitato Permanente della Conferenza Episcopale della Repubblica Democratica del Congo (CENCO) pervenuto all’Agenzia Fides.
“Per dimostrare la nostra vicinanza emotiva ed efficace con i nostri fratelli e sorelle feriti e vittime di questa tragedia, una delegazione di Vescovi dell'Associazione delle Conferenze Episcopali dell'Africa Centrale (ACEAC) e della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO) ha svolto una missione pastorale nell'Est del Paese, in particolare nelle diocesi di Goma, Butembo-Beni e Bunia, dal 14 al 26 gennaio” (vedi Fides 30/1/2021). “Durante questa missione, i Vescovi hanno pregato con le popolazioni e conferito con i rappresentanti di diversi strati della società” ricorda il messaggio.
I Vescovi congolesi durante la sessione ordinaria del Comitato permanente tenutasi a Kinshasa dal 22 al 25 febbraio 2021, “vista l'importanza delle informazioni ricevute”, hanno preso in esame “la possibilità di rivolgere un appello al Capo dello Stato e di rendere pubblica una comunicazione speciale sui risultati e sulle nostre raccomandazioni nella speranza di ottenere una grande mobilitazione per lottare contro le cause profonde di questa insicurezza”.
Le violenze dei gruppi armati che agiscono per occupazione di terre, sfruttamento illegale delle risorse naturali, ingiusto arricchimento, islamizzazione della regione a dispetto della libertà religiosa, hanno lasciato famiglie in lutto, provocato massicci spostamenti di popolazioni e causato una significativa perdita di proprietà, danneggiando l'economia di una regione che funge da granaio del Paese. Le vittime sono migliaia: più di 6.000 morti a Beni dal 2013 e più di 2.000 a Bunia solo nel 2020. Ci sono anche almeno 3 milioni di sfollati e circa 7.500 persone rapite.
“A ciò si possono aggiungere l'incendio di diverse case e villaggi, la distruzione e la chiusura di scuole e centri sanitari, il saccheggio di edifici amministrativi, il saccheggio di animali, campi e raccolti, ecc. Gli autori sono spesso gruppi armati e miliziani, alcuni dei quali trasmettono un'ideologia vicina al "satanismo" denunciano i Vescovi.
La stessa situazione di precarietà e di insicurezza che caratterizza il Nord Kivu e l’Ituri si riscontra nel Sud Kivu, dove, per questo motivo, “verrà inviata un'altra missione di ascolto e rassicurazione nei prossimi mesi”.
“La CENCO resta impegnata a sostenere il processo di costruzione della pace e della coesione sociale. In virtù della nostra missione pastorale, lavoreremo, internamente ed esternamente, per consolidare la fraternità tra i popoli e le comunità in modo che gli avversari si impegnino a prendere parte al cammino insieme” conclude il messaggio. (L.M.) (Agenzia Fides 9/4/2021)
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AFRICA/GUINEA BISSAU - Morto per Covid il Vescovo di Bafatà: il primo Vescovo missionario brasiliano di un territorio di missione fuori del Brasile
 
Bissau (Agenzia Fides) – “Oggi è urgente ricostruire la persona, il cuore delle persone, perché la gente soffre psicologicamente e spiritualmente, oltre che per la povertà. Occorre promuovere la riconciliazione e la pace. Bafatà poi è una regione abitata da moltissimi musulmani, quindi è necessario il dialogo per lavorare insieme”. Così in un’intervista all’Agenzia Fides (vedi Fides 6/7/2001) Sua Ecc. Mons. José Pedro Carlos Zilli, Vescovo di Bafatà, nella Guinea Bissau, descriveva la situazione nella nuova diocesi al momento di assumere l'incarico di primo Vescovo. Mons. Zilli, 67 anni, è venuto a mancare lo scorso 31 marzo, stroncato dal Covid-19 nell'ospedale di Cumura, alla periferia di Bissau, dove era ricoverato da due settimane.
Mons. Zilli era missionario del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) e prima della nomina a Vescovo di Bafatà aveva già trascorso 14 anni in Guinea Bissau (1985-1999) ricoprendo diversi incarichi tra cui vicario parrocchiale a Bafatà e superiore regionale del suo istituto. Nato nel 1954 nello stato di San Paolo (Brasile), padre Zilli è stato il primo missionario brasiliano nominato Ordinario di un territorio di missione fuori del Brasile.
Nell’intervista a Fides, Mons. Zilli, aveva ricordato la sua precedente esperienza di missionario nel Paese africano, facendo particolare riferimento ai rapporti con i musulmani: “Durante la mia permanenza c’era un rapporto di amicizia molto bello: avevamo un cuoco musulmano che lavorava per noi ed era una persona squisita, attraverso di lui ho imparato a conoscere ed amare i musulmani. Comunque anche i musulmani vogliono bene ai missionari: soprattutto con la guerra hanno visto che la Chiesa ama le persone, senza fare alcuna distinzione. In generale il rapporto è buono: non ci sono estremismi come in altri posti. Abbiamo già lavorato insieme per alcuni progetti sociali, nelle scuole, sia pure allo stato iniziale. Qualcuno dei missionari ha avuto un rapporto più profondo, soprattutto nel campo medico”.
Mons. Zilli aveva poi preannunciato quali erano le sue priorità pastorali come primo Vescovo della nuova diocesi. “I cristiani sono pochi e devono essere educati a dare la loro testimonianza senza paura, ma con gioia… Al primo posto della mia agenda di lavoro metto l’evangelizzazione, quindi il lavoro per le vocazioni, la famiglia, l’impegno nel sociale, il dialogo, l’inculturazione, e molte altre cose che verranno…”. (L.M.) (Agenzia Fides 9/4/2021)
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ASIA/INDONESIA - “Tutto è possibile per chi crede”: un missionario Camilliano dall’isola colpita dal ciclone Seroja
 
Maumere (Agenzia Fides) - “Qui nella nostra città e diocesi di Maumere non siamo stati toccati dal terribile ciclone tropicale Seroja (vedi Agenzia Fides 8/4/2021) che invece ha colpito in modo disastroso la diocesi di Larantuka e alcune sue isole, in particolare quelle di Adonara e Lembata distanti circa 150 Km da noi”, scrive all’Agenzia Fides padre Luigi Galvani missionario Camilliano sull’isola di Flores. “Le due isole, che ho visitato alcune volte per la promozione vocazionale - continua il missionario - sono molto povere, ma hanno una loro ricchezza particolare: sono in maggioranza cattoliche e ciò favorisce sicuramente il nascere di molte vocazioni religiose e sacerdotali.”
“Dalle notizie che abbiamo ricevuto, il potente ciclone ha colpito non solo Flores ma anche alcune zone dell'isola di Timor a Malacca, diocesi di Atambua e a Kupang. A tutt'oggi lì, per esempio, la popolazione è ancora carente di elettricità. In mezzo a tanti disagi e sofferenze per migliaia di persone, stiamo vedendo una gara di solidarietà specialmente da parte di organizzazioni religiose cattoliche della Caritas Indonesiana. Le isole di Flores e Timor sono le due a maggioranza cattolica di tutta l'Indonesia e notare che la Chiesa Cattolica si sta mobilitando con molta generosità per venire incontro ai bisogni di quelle popolazioni è commovente.”
Come racconta padre Galvani “anche noi Camilliani, nel nostro piccolo, abbiamo inviato due giovani studenti a visitare le isole di Adonara e Lembata per valutare la situazione e classificare le necessità più urgenti. I bisogni sono molti, ma ci hanno riferito che cibo, acqua e sostegno psicologico sarebbero le priorità. In concreto, con l'aiuto di alcuni benefattori locali, abbiamo già inviato 3 tonnellate di riso, 300 pacchi di noodles e migliaia di vitamine. Tutto ciò coordinato con la Caritas della diocesi di Larantuka. Sicuramente non ci fermeremo nell'impegno di promuovere ulteriori iniziative di sostegno magari con l'arrivo di altri aiuti provvidenziali esterni per essere vicini a quella gente che, già provata dalla povertà ordinaria, ora ne ha un'altra maggiore da superare. Sicuramente non sarà facile, ma tutto è possibile a chi crede”, sottolinea il missionario.
“Circa la situazione del Covid 19, - conclude p. Luigi - qui nella nostra isola, fortunatamente, i contagi sono limitati. Però le difficoltà non mancano per tanta gente che ha perso il lavoro. Ogni mese provvediamo alla distribuzione di pacchi alimentari a un paio di centinaia di famiglie particolarmente bisognose”.
Stando alle statistiche ufficiali, il ciclone ha fatto registrare almeno 165 morti in Indonesia e 37 a Timor Est, mentre più di 55 sono i dispersi. L'Agenzia indonesiana per la gestione dei disastri si è attivata per cercare tra le montagne di detriti i corpi e i possibili sopravvissuti.
(LG/AP) (Agenzia Fides 9/4/2021)
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ASIA/MYANMAR - Raid militari in chiese e templi: l'esercito viola la libertà religiosa
 
Yangon (Agenzia Fides) - Chiese cristiane e templi buddisti subiscono continui raid militari e violente perquisizioni dell'esercito birmano, in cerca di attivisti nascosti o presunte attività illegali. Come confermano fonti di Fides, nei giorni scorsi l'esercito ha fatto irruzione in numerose chiese cristiane di tutte le confessioni nello Stato di Kachin, sostenendo che era in corso un'attività sovversiva. I militari hanno perquisito le chiese cristiane battiste, cattoliche a anglicane nella città di Mohnyin. I raid riguardano anche monasteri e templi buddisti in tutta la nazione.
“Queste incursioni sono deplorevoli e sono patenti violazioni della libertà religiosa. I siti religiosi sono sacri. Tutta la popolazione stigmatizza ed è scandalizzata dal fatto che si penetri con le armi in pugno in un luogo sacri, Chiese e monasteri buddisti vengono regolarmente perquisiti con violenza. Sono gravi atti intimidatori dell'esercito che stanno generando sempre maggiore marezza e ostilità nella popolazione birmana di tutte le etnie e religioni", nota la fonte di Fides. "I militari individuano i giovani e i leader della protesta sui social media e poi lanciano ogni giorno operazioni notturne per arrestarli", racconta.
“I soldati hanno hanno scavalcato le recinzioni e sono entrati in ogni edificio del complesso, senza alcuna giustificazione e hanno perquisito tutti gli spazi”, ha riferito il Reverendo Awng Seng della Kachin Baptist Convention (KBC), raccontando, ancora scosso, quanto avvenuto nello stato Kachin. I soldati sospettavano che un leader della protesta fosse nascosto all'interno del complesso e che i leader religiosi stessero partecipando alle proteste e alle iniziative contro il regime. Le forze di sicurezza non hanno trovato nulla di illegale in tutte le chiese perquisite.
“È inaccettabile compiere questi raid in un sito religioso cristiano con personale armato che agisce come se stesse conducendo un'operazione militare. Lo condanniamo fermamente. Se l'esercito agisce in questo modo nel luoghi sacri, non possiamo immaginare come si comporti nelle case private delle persone", ha rimarcato il Rev. Awng Seng, riferendo che sono stati perquisiti anche il Kachin Theological Collegee l'annesso Seminario cristiano battista nella capitale dello Stato di Kachin, Myitkyina.
La Kachin Baptist Convention che, con oltre 400.000 membri e 429 chiese, svolge un ruolo di primo piano nello stato Kachin, ha ricordato che "le comunità religiose cristiane, buddiste, indù, musulmane predicano la verità e la giustizia" affermando che "tali raid violenti e intimidatori sono spaventosi". La KBC ha dichiarato di opporsi al regime militare e ha tenuto quotidianamente liturgie di preghiera per la pace e la giustizia, chiedendo una democrazia federale, l'uguaglianza, il rispetto della libertà e dei diritti umani..
Nei giorni scorsi le forze di sicurezza hanno fatto irruzione anche una chiesa Battista a Lashio, nello Stato settentrionale di Shan, arrestando per due giorni 10 leader religiosi e il personale residente (poi tutti rilasciati), esplodendo colpi di arma da fuoco all'interno della chiesa mentre cercavano manifestanti anti-regime.
(PA-JZ) (Agenzia FIdes 9/4/2021)
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ASIA/SIRIA - Il Patriarca siro cattolico: affama il popolo siriano chi usa le sanzioni come strumento di pressione politica
 
Damasco (Agenzia Fides) – Nella crisi siriana, “non è né giusto né logico vincolare la revoca delle sanzioni a una cosiddetta ‘soluzione politica’, mentre la gente comune è impoverita e soffre di fame, malattie e umiliazione”. Il lucido e penetrante giudizio sull’uso delle sanzioni imposte da lungo tempo dalla comunità internazionale alla Siria di Bashar al Assad arriva da Ignace Youssef III Younan, Patriarca di Antiochia dei siro cattolici. Il Primate della Chiesa siro cattolica, che abitualmente risiede presso la sede patriarcale in Libano, lo ha inserito all’interno del messaggio diffuso in occasione della Pasqua.
Nel testo pasquale, il Patriarca richiama “i decisori internazionali e tutti coloro che hanno buona volontà a compiere sforzi per revocare le ingiuste sanzioni imposte al popolo siriano, la cui sofferenza si intensifica di giorno in giorno”. L’attuale catastrofe siriana – rimarca il Patriarca - ha superato le brutalità degli imperatori e degli invasori del passato e degli occupanti: “Dieci anni di guerra, uccisioni, distruzioni e conflitti internazionali combattuti sul suolo siriano, hanno portato solo all’annientamento del popolo e alla distruzione delle sue strutture economiche e sociali e del suo patrimonio di civiltà”. (GV) (Agenzia Fides 9/4/2021)
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AMERICA/VENEZUELA - I Vescovi sollecitano le vaccinazioni: "Non si può aspettare ancora, l'essere umano è al di sopra delle diatribe politiche"
 
Caracas (Agenzia Fides) – “Motivati dal nostro ministero pastorale a favore del popolo di Dio, facciamo eco al suo grido sulla necessità di risolvere al più presto possibile il tema della vaccinazione contro il Covid 19. E’ una urgenza che deve essere inquadrata nell’appello a praticare il comandamento dell’amore fraterno, che ci ha lasciato il Signore Gesù”. Con queste parole la Presidenza della Conferenza Episcopale Venezuelana (CEV) ha pubblicato una dichiarazione sottolineando l'urgenza della vaccinazione contro il Covid-19 senza preclusioni di alcun tipo, e la convocazione delle diverse realtà coinvolte nel campo sanitario e sociale.
Nella dichiarazione, pervenuta a Fides, i Vescovi lamentano che purtroppo è aumentato il numero dei contagiati e dei morti, e questo ha creato ancora maggiore angoscia nella popolazione, soprattutto nei più vulnerabili, per questo ribadiscono che "le persone hanno il diritto di essere debitamente curate, sia nella fase della prevenzione che nelle cure mediche necessarie".
Quindi si rivolgono all’Esecutivo nazionale, alle autorità sanitarie, a tutte le istanze pubbliche e private, perché “pensando al bene della popolazione di cui sono a servizio”, cerchino un accordo che consenta di avere i migliori vaccini da somministrare a tutta la popolazione, senza esclusioni né discriminazioni. "Non si può aspettare ancora. L'essere umano è al di sopra delle diatribe politiche, perché la vita di ogni persona è degna e sacra".
Il comunicato della Presidenza della CEV chiede alle nazioni e agli organismi multilaterali impegnati nella distribuzione dei vaccini, di collaborare con il popolo venezuelano, e all’Esecutivo nazionale di convocare i rappresentanti di tutte le realtà che operano nel settore sanitario e sociale, senza fare scelte partitiche o ideologiche, al fine di fare fronte comune per assicurare la vaccinazione di tutta la popolazione senza condizioni di alcun tipo. Infine reitera l’invito a tutti a seguire le direttive per la biosicurezza. (SL) (Agenzia Fides 9/4/2021)
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AMERICA/GUATEMALA - Centenario dell’arcidiocesi di Los Altos: “Evangelizzare, formare discepoli, testimoniare è stato, è e sarà il nostro impegno”
 
Los Altos (Agenzia Fides) – “Il 27 luglio 2021 celebreremo il primo centenario della creazione della diocesi di Los Altos. Questo avvenimento suscita due atteggiamenti. Da una parte il ringraziamento a Dio perché ci consente di essere membri della sua Chiesa in questa arcidiocesi, dall’altra la preghiera di supplica perchè la sua grazia ci guidi negli anni futuri”. Lo scrive l’Arcivescovo di Los Altos, Quelzaltenango-Totonicapan, Mons. Mario Alberto Molina Palma, OAR, nella sua Lettera pastorale al popolo di Dio, che porta la data del Giovedì Santo, 1 aprile 2021.
L’Arcivescovo fa memoria dei Vescovi che si sono succeduti in questa diocesi, dal 1996 arcidiocesi da cui si sono originate altre cinque diocesi, dei sacerdoti locali e stranieri, secolari e religiosi, in particolare di quanti durante gli anni difficili della riorganizzazione e della violenza del conflitto armato, “servirono e guidarono il popolo di Dio in questa terra”. Ringrazia poi le innumerevoli religiose, che nei diversi campi dell’educazione, della salute, della cura degli anziani, della formazione catechistica e della promozione sociale “hanno collaborato nell’impegno dell’evangelizzazione”. Un ringraziamento speciale poi ai laici, “che in tutte le epoche hanno offerto il loro tempo, il loro ingegno, i loro sacrifici personali per collaborare con i Pastori, sostituendoli e rappresentandoli nella guida e nel coordinamento delle comunità, nella catechesi e nell’evangelizzazione”.
Per il centenario sarà pubblicato uno studio accademico sulla storia della diocesi, dal momento che si hanno poche notizie al riguardo. E’ stato comunque preparato del materiale divulgativo, a carettere teologico e storico, per organizzare conferenze, video clips, programmi radiofonici e televisivi, al fine di preparare questo evento riflettendo sulla natura della Chiesa e della fede cristiana.
Nella sua Lettera pastorale l’Arcivescovo invita a rendere grazie a Dio, “Signore della Chiesa e del tempo… per la fede che abbiamo conosciuto e ricevuto… per il servizio e il ministero delle persone che sono state strumento nelle sue mani perchè attraverso di loro ci arrivasse la fede e si realizzassero tante opera di evangelizzazione, di catechesis e di carità”.
Mons. Molina invita quindi tutte le comunità sabato 24, domenica 25 e lunedì 26 luglio, ad offrire la Messa in ringraziamento per il cammino fatto durante questi cento anni. Martedì 27 luglio, giorno anniversario, la Messa sarà celebrata per la Chiesa locale, usando letture bibliche proprie. Purtroppo, lamenta l’Arcivescovo, la situazione sanitaria impedisce una celebrazione comunitaria di tutta l’Arcidiocesi, con la partecipazione di sacerdoti, religiosi e laici di tutte le comunità, ma spera che si possa realizzare in futuro.
Nella seconda parte della Lettera, Mons. Molina invita a guardare con speranza al futuro, tracciando un ampio quadro della situazione attuale e indicando alcune scelte pastorali da compiere. Infine l’Arcivescovo ricorda che “Evangelizzare, formare discepoli, vivere come Chiesa di Gesù Cristo, dare testimonianza al mondo della nostra speranza, è stato, è e sarà il nostro impegno. Senza dubbio Dio suscita pensieri, ispira decisioni, dinamizza le opere. Ognuno di noi apporta pensieri, decisioni e opera che in coscienza ritiene possano contribuire all’annuncio del Vangelo, all’edificazione della Chiesa e alla formazione dei fedeli fino al raggiungimento dell’obiettivo finale, che è la vita di santità in Dio”. (SL) (Agenzia Fides 9/4/2021)
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giovedì 2 aprile 2020

Agenzia Fides 2 aprile 2020

EUROPA/ITALIA - Il libanese San Charbel “co-patrono” dell’Ospedale Fiera a Milano per i malati Covid-19
 
Milano (Agenzia Fides) – Il Santo libanese Charbel, insieme al lombardo San Riccardo Pampuri, sarà co-patrono del nuovo Ospedale allestito in tempi record nei padiglioni della Fiera di Milano per ospitare fin dai prossimi giorni i malati colpiti dall’epidemia da coronavirus, che proprio in Lombardia ha visto concentrarsi i suoi focolai più aggressivi. Lunedì 30 marzo, durante il rito di benedizione della nuova struttura sanitaria, l’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha affidato «questo luogo di cura e di speranza alla intercessione del Santo medico e Frate Riccardo Pampuri e del Santo monaco taumaturgo libanese Charbel Makhluf». L’Arcivescovo Delpini ha rivolto anche a «Maria, madre degli infermi, la nostra supplica per ottenere la divina benedizione su questo ospedale, su quanti lo hanno progettato e allestito, sui malati che vi saranno accolti e su quanti si prodigheranno a loro servizio».
Riccardo Pampuri (1897-1930) il giovane medico di Trivolzio entrato nei Fatebenefratelli, è un santo caro e familiare per tanti cattolici lombardi. E il sacerdote libanese Assaad Saad, responsabile della chiesa di Santa Maria della Sanità in via Durini, affidata alla comunità maronita, riferisce all’Agenzia Fides di aver sperimentato negli ultimi anni che la Lombardia e tutta l’Italia sono disseminate anche di cenacoli di devoti a San Charbel. «Già prima della pandemia» ricorda padre Assaad «venivano tanti malati che dal Sud Italia salivano a Milano per le cure oncologiche. Chiedevano di venerare le reliquie del Santo, prima di entrare in ospedale».
I resti mortali di San Charbel, monaco dell’Ordine Libanese Maronita, sono venerati in Libano nel monastero di San Marone a Annaya, custoditi in un’urna di cedro. All’intercessione di San Charbel, in Libano e in tutto il mondo, sono collegate innumerevoli guarigioni, corporali e spirituali, di persone cristiane e musulmane. I fenomeni prodigiosi iniziarono a verificarsi post mortem tra coloro che pregavano intorno al sepolcro del monaco, che a quel tempo trasudava sangue misto a acqua. «La crisi pandemica è globale - rimarca padre Assaad – e forse l’aver affiancato il libanese Charbel al lombardo Pampuri come patroni del nuovo ospedale per i malati di coronavirus suggerisce che c’è un orizzonte e un’ampiezza universale anche nell’intercessione dei Santi di cui ora abbiamo bisogno». (GV) (Agenzia Fides 2/4/2020)
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AFRICA/GUINEA BISSAU - La Chiesa offre le proprie strutture per combattere il COVID-19
 
Bissau (Agenzia Fides) - La Chiesa cattolica della Guinea-Bissau è pronta a mettere a disposizione delle autorità nazionali le sue strutture sanitarie nel contesto della lotta contro il COVID-19. È quanto emerso dall’incontro di ieri, 1°aprile, tenutosi nella Curia diocesana de Bissau tra la Segretaria generale della Caritas della Guinea-Bissau e una delegazione del governo, composta dai ministri della sanità, dell'economia e dal coordinatore della commissione interministeriale.
La signora Maria de Fátima Gomes, Segretaria generale della Caritas della Guinea Bissau, ha affermato che Sua Ecc. Mons. Camnate Na Bissign, Vescovo di Bissau, ha offerto il supporto della Chiesa e ha ringraziato il governo per la fiducia riposta in essa.
“Mons. Camnate ha reso disponibile il nostro aiuto e ha ringraziato il governo per la sua fiducia. Il governo può essere sicuro che collaboreremo in caso di necessità, attraverso le nostre strutture ospedaliere dove abbiamo già un piano di emergenza” ha affermato la responsabile Caritas.
Per quanto riguarda le incertezze relative all'aumento o meno di casi di infezione nel Paese, la Segretaria Generale della Caritas Guinea afferma che sono già state prese precauzioni, che includono necessariamente lo "stock" di medicinali e alimenti di base per supportare eventualmente le famiglie più bisognose.
"La Caritas sta preparando l’aiuto per le famiglie più bisognose nel caso in cui la situazione peggiori, e lo faremo attraverso sondaggi che verranno effettuati attraverso le nostre strutture nelle parrocchie. Prenderemo sul serio la richiesta del governo perché il ruolo della Chiesa è di servire" ha detto. Da sottolineare che il sostegno sarà esteso anche ai diversi centri sanitari del Paese.
La Caritas Guinea-Bissau ha condotto una campagna nazionale di sensibilizzazione attraverso le sue strutture parrocchiali, ha distribuito poster su come prevenire il coronavirus e ha offerto candeggina ai più bisognosi.
Nel frattempo, le autorità sanitarie della Guinea-Bissau hanno annunciato il 1° aprile, che il numero di persone infette da coronavirus nel Paese è aumentato a 9, sulla base dei risultati dei test ottenuti nelle ultime 24 ore. Il nuovo paziente, che si unisce agli 8 già conosciuti, è un cittadino guineano di 23 anni, tornato il 10 marzo dal Senegal dove studia, e la cui prima analisi era stata inconclusiva.
(A.B.) (L.M.) (Agenzia Fides 2/4/2020)
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AFRICA/MALAWI - Covid-19: nessun caso di infezione, ma misure preventive nell’arcidiocesi di Blantyre
 
Blantyre (Agenzia Fides) – "Qui a Blantyre, fino ad ora, non c’è stato nessun caso di infezione verificato e sarebbe una grande grazia se non ce ne fossero in futuro” scrive all’Agenzia Fides la missionaria Anna Tomasi, delle Francescane Ausiliarie Laiche Missionarie dell’Immacolata (F.A.L.M.I.) che si occupano in particolare di sanità, istruzione, assistenza nelle carceri.
“Tuttavia l’emergenza coronavirus - rimarca la religiosa - è sulla bocca di tutti anche qui. Il Covid -19 ha cambiato i programmi dell’Infanzia Missionaria della nostra Arcidiocesi di Blantyre. Il 29 e 30 marzo era previsto un incontro di tutti i bambini nella parrocchia di Phalombe, insieme al nostro Arcivescovo, Mons. Thomas Luke Msusa, per andare a fare visita ai malati dell’ospedale diocesano ‘Sacra Famiglia’ e portare dei doni, specialmente ai bambini. Questa iniziativa si è dovuta cancellare con grande rammarico dei bambini che già pregustavano la gioia di un viaggio e del loro servizio caritativo uniti all’Arcivescovo, che è sempre presente ai loro raduni.”
“Il Governo fin dal 20 marzo ha dato l’ordine di chiudere tutte le scuole, università e college - continua Anna, impegnata in Malawi da 17 anni con la comunità F.A.L.M.I. I malawiani che rientrano da altri paesi vanno direttamente in quarantena ed è vietato l’ingresso ai non residenti.”
Prosegue la suora: “Per quanto riguarda la vita normale, le uniche differenze sono che davanti a tutti i negozi, uffici, banche, chiese si trovano secchi con rubinetto e sapone per lavarsi le mani. Ancora ci si può radunare nelle parrocchie, ma in gruppi al di sotto di 100 persone. Mentre per favorire la partecipazione dei più fedeli alle Sante Messe il numero può aumentare. Ognuno sa a quale ora deve andare a messa.”
Suor Anna racconta inoltre che nelle carceri hanno proibito l’ingresso a gruppi, ma i parenti dei detenuti vanno a portare cibo e a salutarli, rispettando il lavaggio delle mani e la distanza. Il Governo sta procedendo anche al rilascio di un certo numero di detenuti. Dal carcere di Chichiri, il terzo del paese, ieri 1 aprile, ne sarebbero dovuti uscire 200. Preghiamo per tutti e confidiamo che questa pandemia finisca presto e ci dia la gioia di riprendere la vita normale con mente e cuore nuovi” conclude la missionaria.
(AT/AP) (Agenzia Fides 2/4/2020)
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ASIA/CAMBOGIA - Covid-19, i cattolici alimentano la fede con la "comunione spirituale"
 
Phnom Penh (Agenzia Fides) - Con l'avvicinarsi della Settimana Santa, i cattolici in Cambogia continuano a rimanere a casa, data l'emergenza Covid-19 e, data la sospensione degli incontri religiosi a seguito dell'epidemia, alimentano la loro fede con la "comunione spirituale". Il governo cambogiano ha anche vietato tutti gli incontri pubblici, ha imposto la chiusura degli esercizi commerciali e delle scuole, imponendo la "quarantena comunitaria". I contagi registrati nel paese sono oltre mille, con 17 decessi.
I responsabili delle comunità cattoliche della Cambogia hanno invitato i fedeli a rimanere a casa e a partecipare alle attività religiose tramite streaming online. Come appreso dall'Agenzia Fides, molti laici cattolici stanno praticando la loro fede attraverso preghiere, lettura della Bibbia, recita del Rosario e altre forme di devozione in casa. “Siamo in una situazione di emergenza. Dato che ci viene detto di restare a casa, non possiamo fare altro che svolgere alcune attività di culto domestiche e mantenere la nostra fede e fiducia. Siamo in comunione spirituale con i nostri Pastori e con gli altri membri della comunità" dice Hun Sophea, assistente sociale cattolica di 23 anni. "Continuiamo a pregare intensamente, affinché questi tempi straordinari finiscano presto", ha aggiunto.
Un altro laico, Kim Chea, dichiara a Fides: “Come tutti gli altri, siamo bloccati, ma soprattutto molti poveri ne sono colpiti. Inoltre, è così brutto che non possiamo partecipare alle messe, specialmente durante questa Settimana Santa. In base alla situazione, siamo uniti alla Chiesa universale e preghiamo intensamente affinché il mondo superi questa pandemia, con la grazia di Dio".
Secondo Khieu Yi, laica cattolica, “recitiamo il rosario in famiglia, recitiamo preghiere mattutine e serali. Adesso è il momento di valorizzare la nostra fede più di prima”. Con il blocco, nota la donna, "i poveri sono gravemente colpiti, poiché migliaia di persone in Cambogia vivono alla giornata". (SD-PA) (Agenzia Fides 2/4/2020)
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ASIA/PAKISTAN - Prevenire è meglio che curare: l’impegno della Caritas per combattere il coronavirus
 
Karachi (Agenzia Fides) - "Prevenire è meglio che curare. In questa fase è molto importante condividere le informazioni accurate e autentiche con le persone, per evitare la circolazione di voci e false informazioni. Caritas Pakistan sta continuando a sensibilizzare le persone sulle misure necessarie da adottare per non essere contagiate dal coronavirus”: lo dice all’Agenzia Fides Amjad Gulzar, Segretario esecutivo della Caritas Pakistan. L’organizzazione, riferisce Gulzar, “sta promuovendo le linee guida offerte dall'Organizzazione mondiale della sanità e dal governo del Pakistan, oltre a promuovere una campagna di informazione e consapevolezza soprattutto nelle comunità e nei villaggi delle aree rurali e più distanti dalle città”.
Dopo il blocco totale imposto nel paese, la Caritas sta ora usando diversi mass-media come strumento per promuovere la consapevolezza delle persone sulle misure necessarie da adottare nella pandemia. Nei giorni precedenti al blocco, sono stati organizzati anche seminari di formazione in diverse province, mentre in varie città del Pakistan sono stati distribuiti migliaia di poster e volantini per informare sulla malattia.
Mansha Noor, Segretario esecutivo della Caritas dell’arcidiocesi di Karachi, ha dichiarato a Fides: “Stiamo lavorando per proteggere le persone da questa malattia per aiutarle a proteggere se stesse, i loro cari e la comunità. Stiamo anche convincendo le persone a seguire le istruzioni per stare al sicuro. I nostri volontari preparati nell'arcidiocesi di Karachi svolgeranno un ruolo vitale nell'evitare il panico, nel far seguire le istruzioni per ridurre la diffusione del covid-19”. Noor prosegue: “Incoraggiamo le persone a lavarsi le mani, a prendersi cura della propria igiene e usare disinfettanti a base di alcol, a indossare mascherine”, tutte istruzioni contenute anche in un video messaggio realizzato e diffuso dalla Caritas di Karachi.
Anche in altre diocesi pakistante la campagna di informazione di sensibilizzazione dei volontari della Caritas prosegue, rivolta soprattutto alla fasce meno abbienti della popolazione, che risultano le più esposte e vulnerabili al contagio. (AG-PA) (Agenzia Fides 2/4/2020)
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AMERICA/CILE - Congregazioni religiose e diocesi mettono a disposizione case e spazi per i malati di coronavirus
 
Santiago (Agenzia Fides) – “Il Cile e il mondo sperimentano una seria realtà sanitaria. La diffusione di Covid-19 a livello globale ha causato un numero doloroso di vittime e messo in evidenza le esigenze e le carenze dei vari sistemi sanitari. Questo è un problema che coinvolge tutti e ognuno di noi può contribuire perché questo virus, che colpisce tanti fratelli e sorelle, non continui ad espandersi. Oggi siamo coinvolti e colpiti. Invitiamo le Congregazioni femminili e maschili che hanno case di ritiro e che ritengono di poterle mettere a disposizione dello Stato, a inviare l’elenco al Ministero della Salute, saranno contattate per discutere le condizioni di utilizzo”. Questa la richiesta che Padre Héctor Campos, OFM Cap., Presidente della Conferre (Conferenza dei Religiosi e Religiose del Cile) e Suor Sara Romero MSsR, Segretaria Esecutiva, hanno indirizzato ai Superiori e Superiore degli istituti religiosi, ai membri della giunta esecutiva, ai coordinatori e coordinatrici di dipartimenti, commissioni, centri zonali e diocesani cileni.
Secondo le notizie pervenute a Fides, la Conferenza episcopale stabilirà il dialogo con i sindaci e i direttori provinciali della Sanità. Secondo il Ministero della Salute, il 30 marzo in Cile sono stati registrati 2.738 casi positivi di coronavirus e 12 morti. In risposta all’appello della Conferre, le congregazioni che hanno messo a disposizione le loro case per il trattamento dei pazienti affetti da Covid 19, in diverse località cilene, sono: Suore del Buon Pastore, Chierici di San Viatore, Compagnia di Gesù, Missionari Mercedari, Congregazione dei Sacri Cuori, Congregazione Salesiana, Francescane Missionarie di Maria, Fratelli Maristi, Frati minori (OFM). A loro si aggiunge la disponibilità dell’edificio che ospita la sede della Conferre.
L'Arcivescovado di Santiago ha aggiunto 15 nuovi spazi ecclesiali per affrontare la crisi sanitaria e accogliere i malati e le persone che vivono per strada. Alle quattro case già offerte alle autorità la scorsa settimana, l'Arcivescovado ha aggiunto due dei suoi edifici istituzionali (Vicaría Esperanza Joven e Vicaria para la Educacion) e tredici infrastrutture parrocchiali, per collaborare con il governo nella prevenzione e nel controllo della crisi causata dalla pandemia.
Con una preghiera di benedizione online, l'Arcivescovo di Santiago, Mons, Celestino Aós, ha inaugurato anche il servizio telefonico e di videochiamate "Siamo con te" (“Estamos Contigo”) che vuole ascoltare e accompagnare nella prospettiva della fede le persone - non solo cristiane - che stanno attraversando momenti difficili a causa dell'emergenza causata dal coronavirus. (SL) (Agenzia Fides 2/4/2020)
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AMERICA/COLOMBIA - Infanzia Missionaria: preghiera in famiglia per fermare la pandemia
 
Leticia (Agenzia Fides) - Suor Celina Mota Sánchez, direttrice diocesana delle Pontificie Opere Missionarie (POM) del Vicariato Apostolico di Leticia, in Colombia, spiega a Fides le iniziative pastorali e umanitarie prese da quando sono in atto le disposizioni del governo per la pandemia di Covid-19. Lei si trova nella città di Leticia, dove sta passando la quarantena nella casa delle suore vincenziane.
Suor Celina sottolinea una cosa importante: come Chiesa tutti si sono uniti per sostenere i fedeli dal lato spirituale. "In unione con i sacerdoti, religiosi e religiose, genitori, maestri e ragazzi dell'Infanzia e Adolescenza missionaria (IAM), da quando è stata annunciata la notizia, è stata intensificata la preghiera familiare, con i bambini della IAM. I misteri del Santo Rosario sono inviati loro in audio, in modo che le famiglie preghino il Santo Rosario ogni giorno. Vengono inviati anche la preghiera del sangue di Cristo e disegni, in modo che i bambini possano colorarli e avere sempre Dio in mente, avere un mezzo di comunicazione personale con Lui".
I sacerdoti - prosegue la religiosa - trasmettono le celebrazioni eucaristiche nelle chiese dalla stazione radio della polizia, alle 7 del mattino, tutti i giorni. Il parroco della Cattedrale di Nostra Signora della Pace invia ogni giorno il Vangelo in audio per WhatsApp in modo che le persone possano ascoltarlo e meditare come una famiglia. "Grazie all'azione della polizia, i controlli sono stati intensificati, perché questo è un territorio di confine dove gli stranieri vanno e vengono, ma adesso la situazione è sotto controllo, chiudendo il confine. Finora non esiste un caso positivo di covid-19". Suor Celina conclude: "Prego perché i bambini dell'IAM siano sempre buoni e aiutino i loro genitori in questa situazione, spero che sia così e che continuino ad essere giudiziosi".
La testimonianza della religiosa è solo una delle tante che mostrano come la Chiesa in Colombia stia vivendo insieme alla popolazione questa situazione di crisi.
(CE) (Agenzia Fides, 02/04/2020)
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AFRICA/NIGERIA - Elevazione a Diocesi del Vicariato Apostolico di Kontagora e nomina del primo Vescovo
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Santo Padre Francesco ha elevato a Diocesi il Vicariato Apostolico di Kontangora (Nigeria), con la medesima denominazione e configurazione territoriale, rendendola suffraganea della Sede Metropolitana di Kaduna. Il Papa ha nominato primo Vescovo della Diocesi di Kontagora S.E. Mons. Bulus Dauwa Yohanna, finora Vicario Apostolico della medesima sede.
La Diocesi di Kontagora con superficie di 46.000 kmq è situata nel centro-nord della Nigeria e comprende gli Stati di Niger e Kebbi. Il Vicariato Apostolico era guidato dai Padri della Società delle Missioni Africane (S.M.A.). La sede della nuova Diocesi è la stessa, così pure la Cattedrale (“St. Michael”), la residenza del Vescovo e la cancelleria. (SL) (Agenzia Fides 2/4/2020)
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ASIA/MONGOLIA - Nomina del Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Santo Padre Francesco ha nominato Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar (Mongolia), con carattere vescovile, il P. Giorgio Marengo, I.M.C, finora Consigliere regionale dell’Asia, Superiore per la Mongolia e Parroco di Maria Madre della Misericordia ad Arvaiheer, assegnandogli la sede titolare di Castra Severiana
Il P. Giorgio Marengo, I.M.C., è nato il 7 giugno 1974 a Cuneo, in Italia. Dal 1993 al 1995 ha studiato Filosofia presso la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale e dal 1995 al 1998 Teologia nella Pontificia Università Gregoriana (Roma). Dal 2000 al 2006 ha compiuto ulteriori studi presso la Pontificia Università Urbaniana, conseguendo la Licenza e il Dottorato in Missionologia. Ha emesso la Professione Perpetua il 24 giugno 2000 come membro dell’I.M.C. ed è stato ordinato sacerdote il 26 maggio 2001.
Dopo l’Ordinazione sacerdotale ha ricoperto i seguenti incarichi: Ministero pastorale in Mongolia ad Arvaiheer (2000-2003); dal 2003: Assegnato alla Missione in Mongolia (il primo missionario dell’I.M.C. in Mongolia); dal 2016: Consigliere Regionale Asia, Superiore per la Mongolia e Parroco di Maria Madre della Misericordia ad Arvaiheer. (SL) (Agenzia Fides 2/4/2020)

mercoledì 18 dicembre 2019

Agenzia Fides 18 dicembre 2019

AFRICA/GUINEA BISSAU - Una preghiera ecumenica e inter-religiosa per la pace unisce cristiani e musulmani
 
Bissau (Agenzia Fides) - “Siamo tutti guineani e siamo un solo popolo; che ha un unico Dio Creatore di tutti”. È stata questa la preghiera ecumenica e interreligiosa per la pace e per il buon andamento del processo elettorale del secondo turno delle elezioni presidenziali, che si terrà domenica 29 dicembre. Il momento di preghiera ecumenica e interreligiosa alla quale hanno partecipato oltre ai capi religiosi, studenti, insegnanti e persone di fede impegnate per il bene della Guinea-Bissau, si è tenuto il 12 dicembre a Empada, nel sud della Guinea-Bissau, nella diocesi di Bafatá, presso il Liceo “Dom Settimio A. Ferrazzetta.
La comunità cattolica dell'Empada, insieme alle comunità evangelica e musulmana, ha ritenuto opportuno anticipare il momento di preghiera per la pace perché la situazione socio politica e religiosa del Paese vede accentuato il clima di profonda tensione. Una tensione alimentata dalle enormi difficoltà nelle quali vive la maggior parte della popolazione, con livelli di povertà estrema, e dalle notizie diffuse dai mass media tradizionali e dai social network che accrescono i timori di fratture sociali violente.
Dopo aver cantato l'inno nazionale, p. Augusto Mutna Tamba, parroco della chiesa di Nostra Signora della Consolata, ha dato il benvenuto ai presenti e ha ringraziato tutti coloro che hanno facilitato questa importante e storica giornata.
Nei loro interventi, i leader religiosi della Guinea-Bissau hanno fatto appello a tutti i guineani affinché preghino per la pace e l'unità nazionale, condizioni essenziali per lo sviluppo socio-economico del Paese. Nel suo discorso, Ustas Aladje Abubacar, Imam della Moschea centrale di Mansoa e Presidente dell'Associazione Imam della Guinea Bissau, ha elogiato l'evento svoltosi presso la scuola Mons. Settimio A. Ferrazzetta, primo Vescovo della Guinea-Bissau, figura di riferimento per la pace e l'unità del Paese. L’Iman ha invitato i guineani a seguire l'eredità del grande Vescovo e ha esortato la classe politica ad astenersi da un linguaggio violento, lamentando il fatto di aver ascoltato troppi discorsi che pongono l’accento sulle divisioni presenti nel Paese.
Sua Ecc. Mons. Pedro Carlos Zilli, Vescovo di Bafatá, ha ricordato il messaggio lanciato il 31 ottobre dei leader religiosi della Guinea-Bissau in occasione del primo turno elettorale del 24 novembre, sottolineando le parole finali del messaggio: “Dio ci benedica, benedica la nostra giovane democrazia e ci conservi la pace interiore e sociale". (C.J.C/A.B.) (L.M.) (Agenzia Fides 18/12/2019)
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ASIA - "Essere con" è la via per portare Cristo in Asia
 
Roma (Agenzia Fides) - "Essere con. Da qui inizia l'annuncio cristiano in Asia. 'Essere con' è la via per evangelizzare. E' importante in primis 'essere', la nostra presenza in un contesto, una comunità, una società. Poi viene il fare. La vita silenziosa, ricca, felice di ogni cristiano attrae perché comunica Gesù. L'annuncio cristiano è la testimonianza di una vita felice, traboccante di gioia: questa è la missione dei cristiani in Asia": lo dice all'Agenzia Fides il domenicano vietnamita p. Joseph Nguyen Tat Thang OP, a margine del convegno organizzato il 18 e 19 dicembre a Roma dalla Pontificia Facoltà Teologica "San Bonaventura" - Seraphicum, in collaborazione con la Pontificia Università Urbaniana.
Il Domenicano Tot Tahng, intervenuto sul tema "Tendenze della Vita consacrata nella Chiese del Sudest asiatico", nota a Fides che "tra le sfide più grandi per la vita consacrata nel continente asiatico, attraversato da rapidi cambiamenti sociali, antropologici, culturali, vi è la formazione, per comprendere, entrare in empatia con la cultura, facilitare l'incontro di ogni persona con Cristo. Siamo tutti asiatici, siamo messaggeri della Buona Novella, e la collaborazione tra i diversi carismi e le diverse famiglie religiose è importante, dato che ogni congregazione presenta e vive un aspetto del volto di Cristo, e tutti formiamo un mosaico che restituisce e dona il volto di Cristo alla società, in ogni nazione asiatica".
Inoltre, prosegue il Domenicano, "la via per l'annuncio è la testimonianza del Vangelo: le comunità cristiane nei diversi paesi asiatici, spesso piccole minoranze, sono un segno della presenza e della vita di Cristo. Come dice il n. 41 dell'Esortazione apostolica post-sinodale Ecclesia in Asia, la loro presenza testimonia la ricerca di Dio, mostra la comunione fraterna, esprime l'essere accanto ai fratelli, ovvero il servizio di carità al prossimo. Questa è la via per costruire il Regno di Dio in Asia oggi".
Infine il sacerdote vietnamita rileva che "in Asia molta dell'attività pastorale e missionaria della Chiesa è affidata ai catechisti. In Vietnam ne abbiamo 50mila. Nel primo millennio la Chiesa è andata avanti grazie alla responsabilità degli apostoli e dei sacerdoti; nel secondo millennio sono stati i religiosi e i consacrati i protagonisti della missione; il terzo è il millennio dei laici, in Asia e in tutto il mondo". (PA) (Agenzia Fides 18/12/2019)
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ASIA/INDIA - Impegno della Chiesa verso le persone colpite dalla lebbra
 
Chhattisgarh (Agenzia Fides) – La Chiesa ha una lunga tradizione missionaria di assistenza verso i malati di lebbra: questo è il caso del Jeevodaya Social and Leprosy Rehabilitation Center, che da cinquant’anni assiste le persone colpite da questa pandemia. L’istituto venne fondato dal sacerdote e medico polacco padre Adam Wisniewski, della congregazione dei Missionari della Sacra Famiglia, nel 1969, con l’obiettivo di creare una casa per i lebbrosi dove poter offrire non solo cure mediche ma anche riabilitazione in due fasi, fisica e sociale, fino al raggiungimento della totale accettazione e dignità umana all’interno della società che finora li aveva respinti.
Nella nota giunta all’Agenzia Fides emerge che Jeevodaya è anche una casa che accoglie i bambini delle famiglie colpite dalla pandemia. Qui i piccoli vengono istruiti e non corrono il rischio di tornare nei bassifondi delle colonie dove ancora vengono emarginate le persone colpite dalla lebbra. In questo modo, con una buona istruzione, i ragazzi possono essere in grado di iniziare una nuova vita e aiutare i loro genitori.
Alla cerimonia per il 50° della fondazione, celebrata il 9 dicembre a Jeevodaya Nagar, Abhanpur, distretto di Raipur. Chhattisgarh, hanno preso parte Mons. Victor Henry Thakur, Arcivescovo di Raipur, e Adam Burakowski, Ambasciatore della Repubblica polacca in India.
Purtroppo la lebbra esiste ancora e, negli ultimi anni, sta riprendendo piede in alcuni Paesi a causa della miseria, della povertà, oltre che dell’emarginazione. Secondo le statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nelle aree più povere del mondo si trova infatti il 94% dei nuovi ammalati. Il Paese più colpito dal morbo di Hansen si conferma l'India con 135.485 casi. Secondo l'ultimo Annuario Statistico della Chiesa, in India la Chiesa gestisce 248 lebbrosari su un totale mondiale di 646.
(AP) (18/12/2019 Agenzia Fides)
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ASIA/IRAQ - Patriarca caldeo: ìl Natale doni speranza per l’Iraq che soffre. No a“soluzioni militari”della crisi
 
Baghdad (Agenzia Fides) - Quest’anno, in Iraq, il Natale arriva in mezzo a “circostanze tanto dolorose”, visto che nel Paese “le ferite dello Stato islamico non sono ancora state guarite”, e nel frattempo violenza, povertà e disoccupazione “hanno spinto migliaia di persone, soprattutto giovani, a manifestare pacificamente, chiedendo il diritto di vivere con dignità e libertà in una patria stabile, sicura, forte e indipendente”. In questa situazione, “Gesù Cristo nasce tra noi quando l'amore e la misericordia riempiono il nostro cuore; quando scegliamo la fraternità e la compassione e rifiutiamo di assecondare il male, allora avremo la gioia della pace”. Lo ha scritto il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako, nel suo messaggio di Natale diffuso attraverso i canali ufficiali del Patriarcato.
Nel messaggio, il Cardinale Primate della Chiesa caldea esorta a calare l’annuncio del Natale nella vita quotidiana per trovare consolazione, visto che la nascita di Gesù rappresenta per tutti l’annuncio di una vita felice. Riferendosi all’ennesima fase travagliata che sta attraversando il Paese, il Patriarca Sako ripete che in Iraq le attese oggi espresse dalle manifestazioni di massa vengono tradite dal 2003, anno in cui la fine del regime di Saddam Hussein era stata presentata come una chance di nuovo inizio per la storia nazionale. Invece sono continuati gli attentati, i conflitti, le stragi, e sembra che “gli iracheni non siano in grado di trovare un modo efficace per mettere il paese sulla strada giusta, eliminare il settarismo, la corruzione, l'arricchimento illegale e l'ingiusto sequestro di proprietà pubbliche e private”.
In una condizione così desolata, e prendendo atto che “nessuno sa dove andrà l'Iraq, il Patriarca invita politici e funzionari della sicurezza a “ascoltare la voce del loro popolo in questa terra benedetta di Abramo. La voce di coloro che sono stati uccisi e di coloro che sono ancora sottoposti a ingiustizia, miseria e umiliazione”. Soprattutto, il Patriarca chiede di “evitare soluzioni militari” alla crisi, esorcizzando una scelta che provocherebbe un’ulteriore escalation di morti e feriti.
Il Messaggio del Patriarca chiede anche ai battezzati di mostrare prossimità verso tutti gli iracheni, “cristiani, musulmani e tutti gli altri”, sia dal punto di vista spirituale che nella forma del soccorso caritativo e umanitario, “rispondendo ai loro bisogni con particolare cura, sull'esempio di Gesù Cristo. In definitiva, ricorda il Patriarca caldeo, “Dio ci riterrà responsabili del nostro amore e del servizio che offriamo agli altri”. (GV) (Agenzia Fides 18/12/2019).
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AMERICA/MESSICO - Per molti la migrazione è diventata l'unica opzione per salvare la propria vita
 
Madrid (Agenzia Fides) - “Nuovi volti, molto dinamici. Processi migratori in Messico" è il titolo del rapporto presentato a Madrid in occasione della Giornata internazionale dei migranti, che si celebra oggi, da Entreculturas, ong gesuita spagnola per la cooperazione e lo sviluppo. I dati sono stati raccolti dalla Rete di Documentazione delle Organizzazioni di difesa dei Migranti (Red de Documentación de las Organizaciones Defensoras de Migrantes, REDODEM), che comprende 23 ostelli, case, camere, mense e organizzazioni distribuite in 13 stati del Messico.
Secondo le informazioni inviate all’Agenzia Fides, REDODEM ha censito oltre 36.000 persone, la maggior parte uomini, registrati nel sud del paese. La fascia di età maggioritaria è costituita da persone in età lavorativa, il che dimostra l'impossibilità di mantenere un'attività economica nei paesi di origine, condannando queste persone all'esilio. Le più vulnerabili sono le donne in gravidanza e i 3.881 bambini e adolescenti, che rappresentano il 10,7% dei dati totali. Il 57,7% dei bambini viaggiano da soli. Le ragazze e le adolescenti sono molto più esposte a rischi durante il viaggio rispetto ai ragazzi.
Elisabeth Figueroa Ruiz, segreteria tecnica di REDODEM, presentando il rapporto alla stampa, ha spiegato che, oltre all'accompagnamento, l'obiettivo della rete è registrare e documentare la situazione delle persone in mobilità, nonché i crimini e le violazioni dei diritti umani commessi contro di loro, al fine di basare le azioni di patrocinio, cambiare le politiche e avere un approccio ai diritti umani. La difficile situazione dei migranti è aggravata dalla politica migratoria attuata in Messico durante l'amministrazione di Peña Nieto, che ha dimostrato la mancanza di interesse istituzionale di rispondere ai bisogni delle persone in mobilità secondo un approccio basato sui diritti umani. Sebbene il Messico abbia firmato il Patto Mondiale sulle Migrazioni, a livello internazionale, la sua politica nazionale rimane dominata da un approccio basato sulla sicurezza e sulla criminalizzazione dei migranti.
Suor Magdalena Silva Rentería, coordinatrice di REDODEM, oltre che fondatrice e attuale direttrice della “Casa di accoglienza, formazione e responsabilizzazione delle donne migranti e rifugiate” (CAFEMIN), ha sottolineato il ruolo e l'impatto dei media nelle campagne xenofobe di criminalizzazione dei migranti, dei difensori dei diritti umani e dei centri di accoglienza. "Finora nel 2019 ci sono 9 casi documentati di interventi della Guardia nazionale in queste case, che hanno comportato una violazione sistematica dei diritti umani dei migranti". Suor Magdalena ha anche messo in luce la situazione al confine meridionale del Messico, caratterizzata dal "sovraffollamento di massa in situazioni disumane, con cui il governo cerca di fermare il flusso migratorio", e al confine settentrionale con gli Stati Uniti, dove "si verifica la stessa situazione di sovraffollamento e dove, dopo numerosi tentativi infruttuosi di richiedere lo status di rifugiato, le persone vengono deportate nei loro paesi di origine”.
La realtà del flusso migratorio in Messico è complessa, ed è molto difficile differenziare le ragioni della partenza, in quanto le cause sono molteplici: motivi economici, precarietà della vita, mancanze istituzionali, cambiamenti climatici e violenza diffusa. Così la migrazione è diventata l'unica opzione per preservare la propria vita. (SL) (Agenzia Fides 18/12/2019)
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AMERICA/COSTA RICA - Comunicato dei Vescovi: “lo Stato non adempie al suo dovere di garantire il diritto alla vita”
 
San José (Agenzia Fides) – “Come Pastori della Chiesa e cittadini del Costa Rica, basandoci sulla Parola di Dio e sul Magistero della Chiesa, siamo profondamente addolorati e reiteriamo il nostro rifiuto e la nostra indignazione di fronte alla firma del Presidente della Repubblica, Carlos Alvarado Quesada, del decreto ‘Comunicado Firma Norma Tecnica para el Procedimento Medico vinculado con el articulo 121 del Codigo Penal’, il 12 dicembre, giorno in cui celebriamo Nostra Signora de Guadalupe”. Inizia così il testo della Conferenza Episcopale del Costa Rica, pervenuto all’Agenzia Fides, che era stato annunciato nel precedente comunicato (vedi Fides 17/12/2019) e pubblicato il 17 dicembre, sulla firma della “Norma tecnica” che rende possibile l’interruzione della gravidanza quando è in pericolo “la vita o la salute della madre”.
I Vescovi lamentano che la redazione di questa Norma non ha preso in considerazione l’opinione degli esperti in diritto e in medicina, e ancora meno l’opinione di un’alta percentuale del popolo costaricano. Con la firma di questo decreto quindi “lo Stato non adempie al suo dovere di garantire il diritto alla vita di ogni essere umano dal suo concepimento, come è riconosciuto dalla nostra Costituzione e dal nostro ordinamento giuridico”.
Nel comunicato i Vescovi presentano 8 punti di riflessione. Sottolineano in primo luogo che l’articolo 121 del Codice penale del 1970 “ha stabilito una norma al fine di preservare la vita della madre in un caso urgentissimo e specialissimo in cui si trovi in un pericolo imminente”. La Norma tecnica si basa sul concetto di “pericolo per la vita o la salute della madre”, senza definire il termine “salute” che è quindi soggetto a libere interpretazioni, aprendo di fatto la porta all’aborto libero. La Norma poi parla del non nato come “un prodotto”, non parla di aborto né fissa un periodo gestazionale in cui si possa praticare il procedimento.
I Vescovi ritengono che questa Norma “apra la porta all’aborto eugenetico” contraddicendo così la dignità della vita umana, e proseguono: “Come Pastori, in unione con i nostri fedeli, manifestiamo il nostro irremovibile sostegno a tutti i medici, infermieri e infermiere, e tutti gli operatori sanitari del Costa Rica che lottano sempre per salvare le ‘due vite’…E’ inammissibile che medici o infermieri siano obbligati a collaborare per effettuare aborti e debbano scegliere tra legge cristiana e situazione professionale”.
Nell’ultimo punto i Vescovi ritengono “urgente e necessario che la Norma Tecnica sia sottoposta all’approvazione legislativa, attraverso una Legge della Repubblica, in quanto si tratta della regolazione della vita umana che costituisce il diritto di base di tutte le libertà pubbliche”.
Infine, rivolgendosi al Popolo di Dio, ricordano che un cristiano non può mai conformarsi ad una legge immorale in sé stessa, né promuovere norme favorevoli all’aborto o all’eutanasia, e invitano “ad alzare la voce a nome di coloro che non possono farlo per se stessi, a difendere i derelitti che sono nel ventre della loro madre, per preservare la cultura della vita, che sempre ci ha distinto come un paese pacifico e solidale, specialmente con i più bisognosi della nostra società”. (SL) (Agenzia Fides 18/12/2019)
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AFRICA/BURUNDI - Nomina del Vescovo di Ngozi
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco il 17 dicembre ha nominato Vescovo della Diocesi di Ngozi (Burundi), S.E. Mons. Georges Bizimana, finora Vescovo Coadiutore di Bubanza. (SL) (Agenzia Fides 18/12/2019)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...