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venerdì 27 marzo 2020

QUINTA DOMENICA DI QUARESIMA - A 29 Marzo 2020



La tua gloria è l’uomo vivente

  
PRESENTAZIONE DELLA PAROLA DI DIO
G – Il duello tra morte e vita è antico quanto l’uomo. Per chi crede, la vittoria della morte è solo apparente: Ezechiele garantisce che Dio è Signore della risurrezione e Paolo assicura che lo Spirito di Gesù risorto risusciterà anche noi.
La rianimazione di Lazzaro è il segno che ci spinge a dichiarare la nostra fede in Cristo risurrezione e vita.

PRIMA LETTURA: Ez 37,12-14
Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete.
Dal libro del profeta Ezechièle

Così dice il Signore Dio: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele.
Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio.
Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio.

SALMO RESPONSORIALE: dal Salmo 129

Rit.  Il Signore è bontà e misericordia.

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono: / così avremo il tuo timore.

Io spero, Signore.
Spera l’anima mia, / attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.

Più che le sentinelle l’aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele / da tutte le sue colpe.

SECONDA LETTURA: Rm 8,8-11
Lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio.
Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.


CANTO AL VANGELO: Gv 11,25.26

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore,
chi crede in me non morirà in eterno.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

VANGELO: Gv 11,1-45
Io sono la risurrezione e la vita.
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».
All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».
Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.
Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

PROFESSIONE DI FEDE

PREGHIERA DEI FEDELI
C – Fratelli e sorelle carissimi, supplichiamo Dio, Padre misericordioso, che in Cristo apre a tutti gli uomini le porte della speranza e della vita.
L - Preghiamo insieme e diciamo:
Signore che ami la vita, ascoltaci.
  1. Perché la Chiesa, di cui siamo membra vive, ponga sempre più al centro del suo interesse e della sua azione i poveri e gli oppressi, preghiamo.
  2. Perché i potenti della terra sappiano mettere a frutto le energie loro affidate per estinguere la povertà, la guerra, le lotte tra i popoli, e si adoperino perché germoglino in ogni angolo del mondo i doni della pace e della vita, preghiamo.
  3. Perché individui e popoli non si lascino travolgere dalla malvagità, dalla menzogna e dall’egoismo, ma affermino sempre e dappertutto la dignità dell’uomo, e la verità che ci fa liberi, preghiamo.
  4. Perché tutti coloro che stentano a dare un senso al vivere e al morire, riscoprano in Cristo vincitore della morte, che richiama alla vita l’amico Lazzaro, la ragione per tornare a sperare, preghiamo.
  5. Perché l’epidemia di covid-19, che attanaglia il mondo e la nostra nazione, sia vinta dalla forza della nostra preghiera e, mediante tale arma, i malati guariscano, i medici e i paramedici trovino forza per affrontare la dura battaglia, i morti giungano nella pace dei giusti, preghiamo.
  6. Perché noi qui presenti, animati dalla fede di Marta, possiamo entrare più profondamente nei Giorni santi della Pasqua per morire e risorgere con Cristo, preghiamo.
  7. Perché tutti i nostri fratelli che ci hanno preceduto nella fede e dormono il sonno della pace vivano in Cristo in eterno, e perché noi viviamo nella speranza certa di raggiungerli nella comunione dei santi, preghiamo.
C - O Dio, Padre di misericordia, ravviva la nostra fede e donaci il tuo Spirito di vita, perché spezzi le chiusure del nostro egoismo e ci faccia creature nuove nella Pasqua del tuo Figlio, nostro Salvatore e Redentore. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.   T - Amen.



lunedì 24 dicembre 2018

NATALE DEL SIGNORE - Veglia e Celebrazione Eucaristica della notte - Lunedì 24 Dicembre 2018


NATALE DEL SIGNORE
-  Veglia e Celebrazione Eucaristica della notte  -
Lunedì 24 Dicembre 2018

«Troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia»



VEGLIA

Mentre si esegue il canto di accoglienza, i ministri entrano processionalmente in chiesa. Il Celebrante, per questa prima parte della celebrazione (veglia), può indossare il piviale bianco. Giunto davanti all’altare, compie la debita riverenza e si porta subito alla sede. Il bacio e l’incensazione dell’altare si compiranno al canto della Grande Dossologia.

CANTO DI ACCOGLIENZA: Benché sia notte

Benché sia notte, conoscerò
dov’è la fonte da cui scaturisce
quella sorgente pura e luminosa
che ci conduce alla fede.

Il suo splendore non si oscura mai
ed è sorgente d’ogni luce,
le sue correnti irrigano i cieli
ed a quest’acqua si sazia ogni vivente.  Benché…

SALUTO DEL CELEBRANTE
C - Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.   T - Amen.

C – La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi.   T - E con il tuo spirito.


MONIZIONE INTRODUTTIVA
C - Fratelli e sorelle carissimi, nel cuore della notte ci siamo riuniti per celebrare la nascita del nostro Salvatore.
Nella Liturgia noi riviviamo ogni anno questo mistero di grazia perché possiamo rinascere anche noi, accogliendo il Verbo di Dio che si fa nostro compagno di viaggio e facendoci suoi portatori nel mondo che sembra aver smarrito ogni speranza.
Forse il nostro cuore non è così ben disposto, come dovrebbe, ad accogliere e vivere la gioia del Signore che viene; tuttavia, disponiamoci nel silenzio e nel raccoglimento ad accoglierlo: egli non mancherà di donarci la pace del cuore, perché anche noi ci uniamo al coro degli angeli, all’esultanza di Maria, di Giuseppe e dei pastori, contemplando in questa notte la Luce che dissipa ogni tenebra della storia.

Breve pausa di silenzio.

PREGHIERA INIZIALE
C – Preghiamo.
Signore del mondo, il nostro cuore attende il compimento delle tue promesse e la terra intera anela alla salvezza: manda il tuo Figlio, il Messia Gesù nella sua gloria, e non tardare più, poiché lui solo è la nostra speranza. Egli è Benedetto con te e lo Spirito Santo ora e nei secoli dei secoli.   T – Amen.

LETTURA BIBLICA
L - Ascoltate la Parola di Dio dalla prima Lettera di san Giovanni apostolo (4,1-10).
Carissimi, non prestate fede ad ogni spirito, ma mettete alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono venuti nel mondo. In questo potete riconoscere lo Spirito di Dio: ogni spirito che riconosce Gesù Cristo venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell'anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo. Voi siete da Dio, figlioli, e avete vinto costoro, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo. Essi sono del mondo, perciò insegnano cose del mondo e il mondo li ascolta. Noi siamo da Dio: chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da questo noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell'errore.
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

CANTO INTERLEZIONARIO

Rit.  Soave e fervido risuona
il nostro canto al Redentore.

Il Creatore delle stelle manda il suo Figlio sulla terra
onde all’ovile vi conduca ogni smarrita pecorella.

Scende lo Spirito divino, e, della Vergine Maria
nel santo seno immacolato,
fiorisce il Verbo del Signore.

In questa notte tenebrosa
splende il mistero dell’amore:
noi ti chiediamo, Onnipotente,
la santa luce del Natale.

LETTURA OMILETICA

L – Celebriamo la beata memoria dell’umile e meravigliosa nascita di Cristo nel mondo, nella storia, fra noi, uomini dispersi e cercanti. Anzi una sua rinnovata presenza noi celebriamo. Ed è così vero, così suggestivo questo avvenimento, che non è fantasia pensare a noi stessi come a viandanti nello sconfinato panorama della vita, i quali si mettono al passo sopra uno stesso sentiero, e l’uno all’altro si rivelano pellegrini verso una stessa meta. Eccoci insieme. Dove andiamo? Andiamo a Cristo. Chi è Cristo? Dov’è Cristo? Il Salvatore? Il Maestro? Il Verbo di Dio vivente nella povera e pura carne di Gesù, resosi nostro Fratello, nostra guida, nostro Collega, nostro amico, anzi nostro capo, nostra Vita? Se questo è vero, come è vero, ecco, è stupendo, è sbalorditivo. Sì, è vero. Voi lo sapete, e Noi, successori d’una testimonianza apostolica, che di secolo in secolo testualmente si ripete e si rinnova per ogni età, siamo qua venuti per darvene nuova e piena certezza. Sì, è vero. È nato il Messia, il centro dell’umanità, Colui che conosce ciò che è nell’uomo (cfr. Gv 2,25), Colui al quale, scienti o no, tutti gli uomini sono rivolti; Colui dal quale, scienti o no, tutti gli uomini aspettano la soluzione suprema. Sì, è vero. Diciamo noi pure: Arriviamo fino a Betlem, «transeamus usque ad Betlem» (Lc 2,15); e vediamo un po’ come stanno le cose, «et videamus hoc Verbum quod factum est» (ibid.). E questa curiosità, questa avidità di sapere, di toccare la realtà del fatto prodigioso della venuta di Cristo, l’Emmanuele, nel mondo; di credere, in una parola, al mistero della Incarnazione, non sia da alcuno soffocata in fondo allo spirito, ma tutto lo invada, lo stimoli, lo tormenti, lo sollevi, lo abiliti a credere e a pregare, lo porti a personale contatto con Lui, con Cristo: questo è il Natale.
 (dall’Omelia di S. Paolo VI papa
nella notte di Natale 1966 a Firenze)

Breve pausa di silenzio.

ACCOGLIENZA DELL’IMMAGINE

DI GESÙ BAMBINO


Dopo una breve pausa, il coro esegue il seguente canto mentre scoperta l’immagine di Gesù bambino (preparata nel presbiterio o in un luogo vicino ad esso). E’ preferibile svelare l’immagine di Gesù bambino in silenzio (così come la Parola del Libro della Sapienza ci suggerisce), anziché intronizzarla facendola passare lungo la navata della chiesa, in un clima chiassoso (es.: applausi, rumori assordanti degli strumenti musicali, ecc. Le campane si suonano al canto della Grande Dossologia).


CANTO: Mentre il silenzio
Mentre il silenzio fasciava la terra
e la notte era a metà del suo corso
tu sei disceso o Verbo di Dio
in solitudine e più alto mistero.

Fin dal principio da sempre tu sei,
Verbo che crea e contiene ogni cosa,
Verbo sostanza di tutte le cose,
Verbo segreto di ogni parola.

La creazione ti grida in silenzio,
la profezia da sempre ti annuncia,
ma il mistero ha ora una voce,
al tuo vagito il silenzio è più fondo.

E pure noi facciamo silenzio,
più che parole il silenzio lo canti,
il cuore ascolti quest'unico Verbo,
che ora parla con voce di uomo.

A te germoglio del tronco di Iesse,
che a noi mortali la vita donasti,
col Creatore e lo Spirito Santo,
eterna gloria e perenne splendore. Amen.

Un brevissimo momento di silenzio introduce la Kalenda, che il Diacono (dall’ambone) o il Celebrante (dalla sede) canta o proclama.

PROCLAMAZIONE DELLA NASCITA

DEL SALVATORE (KALENDA)

D - Trascorsi molti secoli dalla creazione del mondo,
quando in principio
Dio aveva creato il cielo e la terra
e aveva fatto l’uomo a sua immagine;
e molti secoli da quando, dopo il diluvio,
l’Altissimo aveva fatto risplendere l’arcobaleno,
segno di alleanza e di pace;
ventuno secoli dopo la partenza
da Ur dei Caldei di Abramo, nostro padre nella fede;
tredici secoli dopo l’uscita di Israele dall’Egitto
sotto la guida di Mosè;
circa mille anni dopo l’unzione di Davide
quale re di Israele;
nella sessantacinquesima settimana,
secondo la profezia di Daniele;
all’epoca della centonovantaquattresima Olimpiade;
nell’anno 752 dalla fondazione di Roma;
nel quarantaduesimo anno
dell’impero di Cesare Ottaviano Augusto;
quando in tutto il mondo regnava la pace,
Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre,
volendo santificare il mondo con la sua venuta,
essendo stato concepito
per opera dello Spirito Santo,
trascorsi nove mesi, nasce in Betlemme di Giuda
dalla Vergine Maria, fatto uomo:
Natale di nostro Signore Gesù Cristo
secondo la natura umana.

GRANDE DOSSOLOGIA

Il Celebrante intona la grande dossologia. Quindi si suonano le campane.
Se il Celebrante ha indossato il piviale per la veglia, adesso lo depone e veste la casula. Poi si porta all’altare, lo bacia e lo incensa insieme con la Croce e l’immagine di Gesù Bambino.

COLLETTA

C - O Dio, che hai illuminato questa santissima notte con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo, concedi a noi, che sulla terra lo contempliamo nei suoi misteri, di partecipare alla sua gloria nel cielo. Per il nostro Signore Gesù Cristo...   T - Amen.



Liturgia della Parola

PRESENTAZIONE DELLA PAROLA DI DIO
G – La Parola si è fatta carne: il mistero della solidarietà di Dio con l’umanità trova rivelazione in Gesù Cristo. Nel segno di un Bambino, segno fragile e inquietante, Dio ci interpella ad accoglierlo.

PRIMA LETTURA: Is 9,1-3.5-6
Ci è stato dato un figlio.
Dal libro del profeta Isaìa

Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Màdian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE: dal Salmo 95

Rit.  Oggi è nato per noi il Salvatore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

SECONDA LETTURA: Tt 2,11-14
È apparsa la grazia di Dio per tutti gli uomini.
Dalla lettera di san Paolo Apostolo a Tito

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.

Parola di Dio

CANTO AL VANGELO: cfr. Lc 2,10-11

Alleluia, alleluia.
Vi annunzio una grande gioia:
oggi vi è nato un Salvatore: Cristo Signore.
Alleluia.

VANGELO: Lc 2,1-14
Oggi è nato per voi il Salvatore.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».


PROFESSIONE DI FEDE
C – Fratelli e sorelle, in questa notte santissima nella quale celebriamo l’incarnazione di Dio in Gesù nato dalla Vergine Maria, la Liturgia ci invita ora a compiere un gesto durante la Professione di Fede. Siamo invitati tutti a inginocchiarci mentre diremo le parole: «Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria». Esprimiamo in questo modo la consapevolezza di un Dio che ha scelto di condividere fino in fondo la nostra esistenza. 
Credo in un solo Dio…

Alle parole: «E per opera dello Spirito Santo… si è fatto uomo»
si genuflette.

PREGHIERA UNIVERSALE

C - Fratelli e sorelle carissimi, in questa notte santissima, in cui abbiamo accolto il lieto annuncio della nascita del nostro Salvatore, mentre gioiamo per il mistero della Redenzione che si compie noi, uniamo i nostri cuori nella preghiere, insieme con tutti i fratelli sparsi nel mondo.
G – Preghiamo insieme cantando [dicendo]:
Ascolta, esaudisci, Signore!
1.       Per la santa Chiesa ed i suoi pastori, perché si facciano sempre piccoli e umili come il Bambino nato a Betlemme e con coraggio portino ad ogni uomo la gioia e la speranza del Messia. Preghiamo.
2.       Per coloro che ci governano, perché nell’amministrare la cosa pubblica abbiano a cuore i più poveri ed i più deboli, in cui il Salvatore è apparso all’orizzonte del mondo. Preghiamo.
3.       Per coloro che sono provati dalla sofferenza, fisica o spirituale, perché nel Signore che nasce attingano la certezza di avere parte già alla Sua vita divina. Preghiamo.
4.       Per quanti hanno perso il lavoro o se lo vedono messo a rischio perché, guardando a Cristo che nasce nell’umiltà del presepe, sappiano fidarsi totalmente di Dio e dei suoi progetti, capaci di sconvolgere i potenti della terra. Preghiamo.
5.       Per chi anche a Natale vive il dramma della solitudine, per chi è lontano dalla famiglia, per chi si trova in carcere, perché guardando con occhi pieni di speranza il Bambino che è nato per noi, godano del Suo Amore senza limiti e vedano annullarsi le distanze che li separano dalle persone loro care. Preghiamo.
6.       Per tutti i cristiani che vivono la loro fede nella tiepidezza e nel sonno, perché si lascino plasmare dal soffio del tuo Spirito ed il Natale del Signore sia il loro Natale, per una vita piena dell’amicizia che tu instauri con ogni creatura. Preghiamo.
7.       Per noi, che siamo radunati per celebrare l’incarnazione del Verbo di Dio, perché questa santa Liturgia non ci lasci ancora disorientati o emozionati per aver vissuto un’antica tradizione, ma ridesti in noi la gioia di chi sa che Dio non è lontano o ignoto, ma vicino a noi e pellegrino con noi. Preghiamo.
C – Dio fedele, è grande la gioia del cielo che tu ci inviti a condividere in terra, riconoscendo anche noi tra le braccia della Vergine Madre il Salva­tore promesso dalle profondità dei secoli; esaudisci le nostre preghiere e fa’ che egli trovi in noi uno spazio aperto e accogliente, così che noi sappiamo riconoscerlo nel volto di ogni uomo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.   T - Amen.


Liturgia Eucaristica

PRESENTAZIONE DEI DONI
G – Come i pastori, portiamo al Signore, assieme al pane e al vino, la nostra libertà e il nostro impegno, che si concretizzano anche nell’offerta per le situazioni di povertà della nostra Comunità parrocchiale.

SULLE OFFERTE
C - Accetta, o Padre, la nostra offerta in questa notte di luce, e per questo misterioso scambio di doni trasformarci nel Cristo tuo Figlio, che ha innalzato l'uomo accanto a te nella gloria. Per Cristo nostro Signore.   T – Amen.

PREFAZIO di Natale I e Canone Romano

ANAMNESI
C – Mistero della fede.
T – Ogni volta che mangiamo di questo pane
e beviamo di questo calice
annunciamo la tua morte, Signore,
nell’attesa della tua venuta.


PREGHIERA DEL SIGNORE
C - Cristo, parola eterna del Padre, è venuto ad abitare in mezzo a noi. Uniti nel medesimo spirito invochiamo il Padre perché il Verbo incarnato sia la vera luce per il nostro mondo bisognoso di salvezza e di pace. Cantiamo insieme:   T - Padre nostro...

SCAMBIO DI PACE
D - Perché la pace di questa notte raggiunga ogni uomo e ogni donna, perché ognuno possa avvertire un segno concreto della venuta del Salvatore, scambiatevi l’augurio della pace.

COMUNIONE (sotto le due specie)
G - «E’ apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini».
Il Mistero dell’Incarnazione di Dio, annunciato da Paolo, si concretizza pienamente nell’Eucaristia, in cui Cristo Gesù, il Bambino nato in questa notte santissima, da  Betlemme “casa del pane” raggiunge ciascuno di noi.
Accostiamoci a questo banchetto di divino, per mezzo del quale  “la nostra debolezza è assunta dal Verbo e l’uomo mortale è innalzato a dignità perenne”.

RINGRAZIAMENTO ALLA COMUNIONE
* G – Quante volte, Signore, l’abbiamo inteso
questo annuncio che ha squarciato
la notte di duemila anni fa’
e ha rivelato ai pastori, sorpresi e smarriti,
un evento inaudito, che avrebbe fatto
la gioia di tutta l’umanità!
Eppure non ci stanchiamo mai
di ascoltarlo ancora una volta
perché è la sorgente della nostra speranza:
se possiamo levare il capo
e guardare con fiducia al futuro
è perché tu, Gesù, il Figlio di Dio,
hai preso la carne di un uomo
e hai piantato la tua tenda in mezzo a noi.
E allora… nonostante le nubi oscure
che ci turbano e ci rattristano,
nonostante i soprusi e le violenze
che insanguinano questa terra,
nonostante le ingiustizie
dettate dall’avidità e dall’arroganza,
che spesso ci tolgono la voglia di lottare,
nonostante l’egoismo e l’individualismo,
che tarpano le ali ad ogni spirito di fraternità,
noi osiamo ancora sperare, in questa notte,
in un futuro di pace e di gioia,
di comprensione e di solidarietà.
Non perché confidiamo
nei nostri mezzi e nelle nostre capacità,
ma perché sappiamo che tu,
il Salvatore, il Cristo, il Signore,
non lascerai andare a vuoto le tue promesse
e realizzerai il disegno del Padre
che supera qualsiasi nostra immaginazione.
(Roberto Laurita)

oppure:
** G – Nel buio e nel freddo della notte
abbiamo cercato una chiesa, Signore Gesù,
per celebrare la tua nascita.
Ne abbiamo già tanti di Natali
nella memoria e negli occhi
eppure anche questa volta
il nostro cuore è trepidante,
colmo di emozione e di stupore.
Sì, è vero, siamo tornati bambini
e corriamo al presepio per cercarti nella capanna
tra Maria e Giuseppe, il bue e l’asino.
Anche se variano gli scenari,
i paesaggi e i protagonisti,
tu sei sempre lì: deposto nella mangiatoia,
indifeso e bisognoso di tutto, come lo è un neonato.
Il tuo sorriso scava nel profondo del nostro animo
e ci fa avvertire l’eco d’una dolcezza dimenticata.
Le tue braccia spalancate
ci fanno sentire attesi e accolti
nonostante i pesanti fardelli
che ci trasciniamo dietro,
nonostante il peso dei nostri peccati
e di tante stupidaggini commesse.
Tu non parli, non dici nulla,
ma noi intendiamo, anche stanotte,
l’annuncio degli angeli:
Gloria a Dio nei cieli e pace in terra,
perché tutti gli uomini sono amati da Dio,
da te, o Emmanuele!
(Roberto Laurita)


Riti di conclusione

DOPO LA COMUNIONE
C - O Dio, che ci hai convocati a celebrare nella gioia la nascita del Redentore, fa’ che testimoniamo nella vita annunzio della salvezza, per giungere alla gloria del cielo. Per Cristo nostro Signore.   T -  Amen.

BENEDIZIONE

C - Il Signore sia con voi.   T – E con il tuo spirito.

C - Dio, che nella nascita del Cristo suo Figlio ha inondato dl luce questa notte santissima, allontani da voi le tenebre del male e vi illumini con la luce del bene.   T - Amen.

C - Dio, che nel suo Figlio fatto uomo ha congiunto la terra al cielo, vi riempia della sua pace e del suo amore.   T - Amen.

C - Dio, che mandò gli angeli a recare ai pastori il lieto annunzio del Natale, vi faccia messaggeri del suo Vangelo.   T - Amen.

C - E la benedizione di Dio onnipotente, Padre + e Figlio + e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre.   T - Amen.

D - Benediciamo il Signore.  
T - Rendiamo grazie a Dio.

I ministri, prima di rientrare in sacrestia, si fermano per qualche istante silenziosamente dinanzi all’immagine di Gesù bambino. Il celebrante, poi, la incensa, prega e impartisce la benedizione con la stessa immagine.

PREGHIERA A GESÙ BAMBINO
C - Signore Gesù,
che hai lasciato il tuo cielo
e sei venuto e visitarci, nascendo da Maria,
noi ti chiediamo di rendere il nostro cuore
accogliente alla tua venuta,
perché non perdiamo l’occasione unica
di vederti Bambino,
di vederti uno come noi, uno di noi.
A te ci affidiamo con le nostre famiglie.
A te affidiamo i piccoli e i poveri del mondo
insieme con quanti la nostra cattiveria
ogni giorno mette ai margini della società.
Tanti problemi oggi affiggono molte famiglie
e tra queste vogliamo che tu abbia
uno sguardo di particolare amore
per quelle
che non hanno neppure il pane sulla tavola.
Mentre ti adoriamo con i pastori ed i magi,
ti supplichiamo per la pace,
che incomincia tra di noi, tra le nostre case
e si estende alle nazioni, a tutti i popoli.
La tua venuta porti pace nei cuori
di tutti gli uomini e le donne di buona volontà.
Ti preghiamo di ascoltare le nostre voci
e di esaudire quanto ti abbiamo chiesto,
perché sia davvero per tutti il tuo Natale.  
T - Amen.

(Antonio Paolo Pinizzotto)

I ministri dopo aver venerato l’immagine di Gesù bambino, rientrano in sacrestia, mentre tutti i fedeli sono invitati a venerare l’immagine di Gesù bambino.
La Liturgia si può concludere con una laude tradizionale natalizia.

























Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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