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AFRICA/NIGERIA - Ucciso il responsabile di una comunità cattolica nel centro della Nigeria | |||
Abuja (Agenzia Fides) - Ucciso il responsabile della chiesa cattolica di Saint Augustine, nella Keana Local Government Area dello Stato Nasarawa, nel centro della Nigeria. Secondo quanto appreso dall’Agenzia Fides, nella mattina del 20 gennaio, alcuni banditi, forse pastori Fulani, hanno assalito la comunità di Abebe, sparando all’impazzata. Nella sparatoria è morto Augustine Avertse, il responsabile della comunità cattolica locale, insieme al padre, Akaa’am Avertse, e ad altre due persone. Uno dei sopravvissuti, rimasto ferito, afferma che l'attacco non è stato provocato, in quanto non vi era mai stata alcuna forma di incomprensione tra i membri della comunità e i pastori Fulani che vivevano nella zona. Nel frattempo ha suscitato emozione la conferma dell’uccisione di Lawan Andimi, dirigente locale dell'Associazione Cristiana della Nigeria, che era stato rapito all'inizio di gennaio da Boko Haram nella Michika Local Government Area nello Stato di Adamawa nel nord-est della Nigeria. In un comunicato, il Presidente nigeriano Muhammadu Buhari ha parlato di omicidio “crudele, inumano e deliberatamente provocatorio”, ed ha assicurato che i responsabili “pagheranno caro per le loro azioni”. (L.M.) (Agenzia Fides 22/1/2020) | |||
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ASIA/PAKISTAN - L'avvocato di Asia Bibi: “Troppe pressioni religiose per i casi di blasfemia” | |||
Roma (Agenzia Fides) – “In Pakistan gli avvocati che difendono casi di blasfemia sono duramente attaccati, abbandonati e isolati. Sebbene il Corano difenda chi è ingiustamente condannato con false accuse, la mentalità in Pakistan è fortemente condizionata da un pregiudizio religioso. Nel mio caso, ad esempio, quale difensore della cristiana Asia Bibi che era falsamente imputata di blasfemia, sono stato accusato di 'difendere gli infedeli' e sono stato completamente abbandonato ed isolato. Oggi per muovermi ho bisogno di guardie del corpo e potrei essere nel mirino di estremisti. Ma non mi pento di essermi impegnato per la giustizia e per il bene del Pakistan”: lo ha detto all'Agenzia Fides l'avvocato musulmano Saiful Malook, difensore di Asia Bibi, in occasione della “Giornata internazionale dell’avvocato minacciato”, che si celebra il 24 gennaio, iniziativa della “Day of the Endangered Lawyer Foundation", con sede in Olanda. La celebrazione della Giornata, giunta alla decima edizione, nel 2020 è dedicata al Pakistan, nazione in cui negli ultimi anni “alcuni avvocati sono stati sottoposti ad atti di terrorismo di massa, omicidio, tentato omicidio, aggressioni, minacce di morte, procedimenti di disprezzo, intimidazioni nell'esercizio delle loro funzioni professionali”, rileva una nota della Fondazione pervenuta all’Agenzia Fides. “Sono stati arrestati, detenuti o torturati e in alcuni casi anche i familiari degli avvocati assassinati”, aggiunge. L'aggressione più nota agli avvocati pakistani è avvenuta l'8 agosto 2016 quando i terroristi hanno attaccato l'ospedale governativo di Quetta con un attentato suicida che ha provocato la morte di 54 avvocati, che erano riuniti in quel luogo. Da allora c'è stato un aumento allarmante del numero di avvocati uccisi, con nove vittime nell'ultimo anno. La Fondazione, con altre organizzazioni partner, ha diffuso un Rapporto sulla situazione attuale degli avvocati in Pakistan, che rileva la difficile situazione in cui vivono e operano numerosi avvocati. Tra loro Saiful Malook che, a causa delle minacce di morte ricevute, ha dovuto chiedere protezione agli Stati dell’Unione Europea. Partecipando a una conferenza organizzata a Roma dall’Unione delle Camere Penali Italiane, il 20 gennaio, Malook ha rimarcato che “nei processi relativi ai casi di blasfemia, gli avvocati difensori degli imputati incontrano criticità e ostacoli: vi è una fortissima pressione religiosa, i giudici sono impauriti e, nella stragrande maggioranza dei casi, accolgono le prove condannando il soggetto accusato di blasfemia”. Solo nei successivi gradi di giudizio – davanti alla Corte di appello e alla Corte Suprema - si può tentare faticosamente di ribaltare le sentenza e far emergere la verità, rileva Malook, “ma lo si fa a proprie spese, mettendo in conto di poter finire nel mirino”, rileva. Scopo della Giornata è richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sull'importanza della professione dell'avvocato come difensore dei diritti fondamentali della persona. La Giornata internazionale dell'avvocato minacciato intende ricordare la strage avvenuta il 24 gennaio 1977 a Madrid, quando un commando di terroristi fece irruzione in uno studio di avvocati giuslavoristi, uccidendone cinque e ferendone quattro. (PA) (Agenzia Fides 22/1/2020) | |||
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ASIA/INDIA - Preghiera e adorazione dopo la profanazione del Santissimo Sacramento a Bangalore | |||
Bangalore (Agenzia Fides) - Il 24 gennaio l'intera comunità diocesana di Bangalore "è chiamata a fare penitenza e a vivere una speciale preghiera con veglie di Adorazione Eucaristica in riparazione della azione sacrilega e ignominiosa": è l'invito diffuso dall'Arcivescovo Peter Machado, alla guida della comunità cattolica di Bangalore, dopo il furto e la profanazione del Santissimo Sacramento avvenuti in una parrocchia dell'arcidiocesi di Bangalore. Come comunicato a Fides, il furto è avvenuto nella chiesa di San Francesco d'Assisi, nel sobborgo di Kengeri, nella notte del 20 gennaio. Il cappuccino padre Sathish Kumar, parroco della chiesa di San Francesco d'Assisi, ha presentato una denuncia alla polizia locale e sono in corso indagini. "Non solo sono terribilmente scioccato, ma sono anche profondamente rattristato. Questo sacrilegio compiuto verso il nostro Signore e Salvatore è fonte di grande preoccupazione per i parrocchiani, ma tocca i sentimenti religiosi di tutti noi in tutta l'arcidiocesi”, ha scritto l'Arcivescovo in una nota pervenuta a Fides. Nei primi 19 giorni di gennaio, sono stati segnalati 17 episodi di violenza contro i cristiani in India, afferma lo "United Christian Forum" (UCF), sulla base delle denunce compiute tramite la linea telefonica di assistenza attivata dall'organizzazione, che documenta casi di violenza contro chiese e cristiani in India. "Un Pastore è stato arrestato. C'è stata una aggressione fisica, mentre alcune attività religiose sono state fermate dalla autorità" ha detto a Fides A.C.Michael, un leader dell'UCF. John Dayal, giornalista cattolico e attivista per i diritti umani, ha dichiarato a Fides: “La violenza avviene mentre la nazione vede le minoranze religiose discriminate con provvedimenti legislativi come il Citizenship Emendament Act (CAA), National Register of Citizens (NRC) e National Population Register (NPR). C'è uno stato di impunità e una campagna di odio che accompagna e aggrava questi fenomeni". (SD) (Agenzia Fides 22/1/2020) | |||
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AMERICA/VENEZUELA - Ritrovato il corpo del sacerdote scomparso dal 16 gennaio | |||
Tachira (Agenzia Fides) – La diocesi di San Cristóbal vive con costernazione la scoperta del corpo senza vita del sacerdote José Manuel Rondón Molina, scomparso dallo scorso giovedì, 16 gennaio. "Con dolore e tristezza devo comunicare che è stato trovato il corpo senza vita di p. Manuel Rondón, preghiamo per lui" ha detto mons. Mario Moronta, Vescovo della diocesi di San Cristobal (Venezuela) dove sono accaduti i tragici fatti. Il presbitero, 47 anni e sacerdote da 14, risiedeva attualmente nelle vicinanze del convento delle Carmelitane scalze a Rubio, nel comune di Junín. Era direttore spirituale delle suore di clausura, dove tutti i giorni celebrava l'Eucaristia, ma dallo scorso giovedì né le religiose né i suoi parenti avevano saputo più nulla di lui, per cui il Vescovo aveva avvisato le autorità di polizia. Il suo corpo è stato ritrovato in una zona boscosa di Rubio. La nota inviata a Fides dalla diocesi di San Cristobal, afferma: "La Chiesa di Táchira ripudia questo fatto terribile e quelli simili che accadono quotidianamente nella regione. A sua volta, implora la misericordia di Dio per le persone coinvolte e per il conforto della famiglia e degli amici di padre Manuel Rondón. Poiché il corpo senza vita del sacerdote è stato trovato in uno stato di decomposizione, dopo l'autopsia, che verrà eseguita mercoledì, è molto probabile che debba essere sepolto immediatamente per motivi sanitari e secondo le norme di legge". La diocesi di San Cristóbal informerà tempestivamente del luogo del funerale e chiede ai fedeli di accompagnare con la preghiera l'eterno riposo del sacerdote, conclude la nota. (CE) (Agenzia Fides, 22/01/2020) | |||
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AMERICA/COSTA RICA - Anno giubilare per i 100 anni della provincia ecclesiastica: “la gioia di essere la Chiesa di Cristo” | |||
San José (Agenzia Fides) – Il primo incontro dell’attuale territorio che oggi costituisce la Costa Rica con un annunciatore del Vangelo, il sacerdote fray Alejandro, ebbe luogo nell’ambito del quarto viaggio di Cristoforo Colombo in America, nel 1502. Da allora ebbe inizio un cammino di evangelizzazione che è giunto fino ad oggi, e che ha avuto un momento storico fondamentale con la creazione della Provincia ecclesiastica, un secolo fa, il 16 febbraio 1921. Prima infatti la giurisdizione ecclesiastica di questo territorio apparteneva alla diocesi di Leon, in Nicaragua. Fu quindi creata l’arcidiocesi di San José, la diocesi di Alajuela e il Vicariato apostolico di Limon, che furono le prime Chiese particolari della nazione, cui nel corso degli anni si aggiunsero le altre, fino alle 8 attuali. Lo ricorda la Conferenza episcopale del Costa Rica, in un comunicato giunto a Fides, con cui annuncia un Giubileo nazionale per il centenario della creazione della provincia ecclesiastica, dal 16 febbraio 2020 al 16 febbraio 2021. Il centenario della provincia ecclesiastica del Costa Rica coinciderà con il bicentenario dell’indipendenza del Costa Rica, il 15 settembre 2021. “Sarà l’occasione per celebrare con gioia il profondo significato di essere e sentirci Chiesa, una Chiesa che ha saputo accompagnare, illuminare e animare il percorso storico della nostra nazione” scrive la Conferenza episcopale. “Per questo, dal 16 febbraio 2020 al 16 febbraio dell’anno 2021, la Conferenza episcopale del Costa Rica desidera celebrare questo anno centenario della Provincia ecclesiastica nel contesto di un Anno giubilare, così che possa godere delle grazie spirituali e pastorali che questo evento comporta, come segno della gioia di essere la Chiesa di Cristo che si alimenta della Santissima Eucaristia e conta sulla speciale protezione materna della Vergine Maria”. L’Anno giubilare si aprirà a Limon il 13 febbraio, con la solenne Messa inaugurale e l’apertura della Porta santa. Durante l’anno sono previste celebrazioni e altre iniziative a San José, mentre la conclusione si svolgerà nella diocesi di Alajuela, con il Congresso Eucaristico nazionale, nel febbraio 2021. (SL) (Agenzia Fides 22/1/2020) | |||
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AMERICA/NICARAGUA - Settimana missionaria nella diocesi di Matagalpa: l’obbedienza a Dio porta salvezza, la disobbedienza rovina | |||
Matagalpa (Agenzia Fides) – "L'evangelizzatore deve ascoltare la voce di Dio, è un uomo o una donna che cerca, scopre e adempie la volontà di Dio" ha detto Mons. Rolando Alvarez, Vescovo della diocesi di Matagalpa, presiedendo la Santa Messa di Invio Missionario dei gruppi di operatori pastorali della parrocchia di San Ramón, il 17 gennaio. Come informa la nota pervenuta a Fides, centinaia di fedeli, insieme al loro parroco Mons. Isidoro Mora, svolgeranno la missione nei quartieri e nelle comunità rurali della parrocchia, portando le Sacre Scritture e il libro di preghiere offerto dalla Diocesi per questo anno, in cui ogni mese è dedicato ad un santo particolare con un'intenzione speciale. Durante l'omelia della messa di invio, Mons. Alvarez ha ricordato che grandi miracoli possono accadere quando si è obbedienti alla voce del Signore e dei suoi profeti, perché l'obbedienza a Dio porta salvezza e la disobbedienza porta alla rovina. Quindi il missionario è un uomo o una donna che deve ascoltare la voce di Dio. La “Settimana missionaria” nella diocesi viene organizzata ogni anno con qualche aspetto diverso. Tenendo conto della prossima “Domenica della Parola di Dio”, Mons. Alvarez ha sottolineato l'impegno missionario che si svolge in un ambiente non tanto propizio ad ascoltare una parola che invita alla giustizia, alla verità, quando il paese non vive una vera democrazia. Ieri ha scritto nel suo Twitter: "Solo una democrazia istituzionale e istituzionalizzata può interrompere i cicli di violenza che abbiamo trascinato". Poche ore fa ha sottolineato: "La base fondamentale di qualsiasi consenso è il rispetto illimitato per la dignità della persona e la libertà di espressione". L’anno scorso, per la Settimana missionaria, Mons. Alvarez è andato insieme a centinaia di laici impegnati come missionari a predicare anche sugli autobus, annunciando il Regno di Dio e la predilezione dei più piccoli agli occhi di Dio. In particolare il Vescovo tiene in considerazione i giovani, come ha scritto il 14 gennaio: "Gli studenti hanno sempre espresso il loro profondo senso civico, istituzionale e democratico nei momenti appropriati. Hanno anche guadagnato il loro posto al tavolo (di Dialogo Nazionale). La loro riflessione matura e in crescita è un motivo in più perché siano ascoltati con serietà e responsabilità". (CE) (Agenzia Fides, 22/01/2020) | |||
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OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - L’istruzione dei giovani è responsabilità dei politici e dell’intera comunità | |||
Bereina (Agenzia Fides) - “Preghiamo e lavoriamo perché il diritto all’educazione di tutti i bambini possa essere davvero riconosciuto, non solo nelle carte o nei discorsi dei politici, ma anche concretamente realizzato dalla cura quotidiana dei loro genitori e comunità”: è l’auspicio di suor Giovanna Bordin, missionaria della “Fraternità Cavanis Gesù Buon Pastore” a Bereina, toccando un tasto molto importante, che anche la politica ha sottolineato di recente. “Il governo è profondamente convinto che l’istruzione è lo strumento che trasformerà e sosterrà la prosperità della Nazione” ha dichiarato in una lettera ufficiale James Marape, Primo Ministro della Papua Nuova Guinea, in prossimità dell’inizio dell’anno scolastico 2020-2021. Fino allo scorso anno scolastico, in PNG, era in vigore una politica chiamata “Tuition Fee Free Education” (TFF) con la quale lo stato si assumeva piena responsabilità economica delle spese scolastiche. Da quest’anno è stato annunciato che sarà in atto un nuovo sistema chiamato “Government Tuition Fee Subsidy” (GTFS) con il quale lo stato si assumerà l’80% della spese scolastiche, lasciando ai genitori e alle famiglie il compito di coprire il restante 20%, con lo scopo di renderli più responsabili dell’educazione dei loro figli. “Il governo vuole fermare la sindrome da assistenzialismo che è stata permessa fino ad ora e che si è sviluppata nella cultura papuana”, ha aggiunto Marape. “Il cambiamento della gestione finanziaria è stato deciso per rimotivare i genitori e le comunità a lavorare la terra e a lavorare sodo, a contribuire alla rinascita economica, rinnovando la nostra nazione e fermando la tendenza all’assistenzialismo e la sindrome di dipendenza.” Il Primo ministro continua scrivendo: “Per loro natura i Papuani sono grandi lavoratori, resilienti e indipendenti. Ma per molti anni, il Governo ha adottato e permesso politiche che hanno reso le persone pigre.” Come spiega suor Bordin a Fides, “questa nuova decisione del governo Marape ha suscitato critiche ma, indipendentemente dalla posizione o dalle simpatie politiche, è certamente importante riconoscere i punti di forza della propria cultura e tenerli vivi, ma anche riconoscere quegli atteggiamenti di pigrizia e assistenzialismo che rischiano di bloccare lo sviluppo della nazione. Ogni iniziativa e decisione che possa aiutare a cambiare è importante, anche se criticata.” “La speranza seminata nell’educare i bambini possa risvegliare anche la forza e la capacità di sacrificio e cura degli adulti”, conclude la missionaria. (GB/AP) (22/1/2020 Agenzia Fides) |
Filippesi 1,4 ... e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia...
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mercoledì 22 gennaio 2020
Agenzia Fides 22 gennaio 2020
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mercoledì 8 maggio 2019
Agenzia Fides 08/05/2019
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AFRICA - Rimanere vere testimoni della vita: un imperativo per le donne cristiane africane |
Kara (Agenzia Fides) – “Una delle grandi rivoluzioni nella storia della Pasqua è stata quella di scoprire che le persone che per prime hanno portato il messaggio della risurrezione al mondo sono state le donne. Improvvisamente si sono ritrovate investite dalla missione fondamentale di nutrire e infondere speranza per una società umana in preda al disordine e alla sofferenza”, dice a Fides padre Donald Zagore, teologo ivoriano attualmente in Burkina Faso per la terza Assemblea plenaria dei Vescovi dell'Africa occidentale che si terrà a Ouagadougou dal 13 al 20 maggio. “Dove gli uomini si lamentavano e piangevano - continua il sacerdote della Società per le Missioni Africane - le donne portavano sorrisi, speranza e vita. Essendo state loro le prime testimoni della risurrezione, sono diventate torce della luce della vita, che ora e sempre dissipano le tenebre, gli abissi e la morte". “Il ruolo fondamentale di ‘madre dei viventi’ che il creatore ha dato loro fin dalle prime ore della creazione acquista la sua pienezza con la risurrezione di Cristo. Dare vita al mondo è la loro vocazione, prime testimoni della nuova vita emersa dalla tomba. La risurrezione, infatti, è la festa dei vivi” aggiunge. Padre Zagore sottolinea che l’esperienza femminile nella Bibbia “deve diventare l'esperienza delle donne africane in generale, e di quelle dell'Africa cristiana in particolare”: “In un continente costantemente nella disperazione, nella sofferenza e nella morte, la donna deve confermarsi ‘madre dei viventi’ e non ‘madre dei morti’. Portare speranza ai popoli africani, rimanere vere testimoni della vita, in questo particolare momento storico in cui il linguaggio della morte sta diventando sempre più potente, rimane un imperativo per le donne cristiane africane. La figura femminile deve rimanete testimone permanente della risurrezione di Cristo nella vita quotidiana per l’intero continente africano.” (DZ/AP) (8/5/2019 Agenzia Fides) |
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ASIA/FILIPPINE - I Vescovi ai fedeli: "Votate responsabilmente, per contrastare la corruzione" |
Manila (Agenzia Fides) - "Occorre votare responsabilmente e con saggezza. La gente non può aspettarsi un cambiamento se continuerà a votare per i politici corrotti": è l'appello diffuso dal Vescovo Francisco De Leon, alla guida della diocesi di Antipolo, mentre si avvicinano le elezioni di medio termine, previste il 13 maggio. Afferma il Vescovo a Fides: "La corruzione è ancora un grosso problema nel paese, perché politici corrotti continuano a essere eletti. Se continuiamo a votare candidati che sono noti per atti di corruzione, non ci si può aspettare che le nostre vite miglioreranno". Il Vescovo De Leon si è lamentato per il modo in cui i politici spesso approfittano delle persone più povere e vulnerabili che "sono perfino disposte a vendere i loro voti per sopravvivenza", e stigmatizza la "compravendita di voti" o il "voto di scambio", fenomeno tristemente diffuso. Il Presule ha esortato gli elettori "a non vendere i loro voti, poiché ciò significa vendere la loro coscienza e la credibilità della nazione, per una somma di denaro". "Lasciandosi coinvolgere in pratiche corruttive dome questa - ha ribadito - nulla cambierà nel paese". Il Vescovo si appella "alla coscienza cristiana degli elettori, chiamati a discernere secondo i principi della fede, di giustizia, onestà e trasparenza, a non lasciare i valori cristiani fuori dalla cabina elettorale. Seguite la vostra coscienza. E seguiamo tutto ciò che Dio ci dice di fare". "L'appello per un voto saggio e responsabile, che è condivisibile, va rivolto in modo tutto speciale ai giovani", commenta all'Agenzia Fides Jayeel Cornelio, sociologo e direttore del programma di studi sullo sviluppo dell'Università cattolica "Ateneo di Manila", dei padri Gesuiti. In questa tornata elettorale, riferisce il sociologo, i giovani tra 18 e 30 anni costituiscono il 31% dell'elettorato registrato: sono circa 18,8 milioni i giovani filippini che possono influenzare o determinare il risultato del voto. (SD) (Agenzia Fides 8/5/2019). |
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ASIA/PAKISTAN - Asia Bibi è salva in Canada. I cristiani: "Giustizia è fatta" |
Karachi (Agenzia Fides) - Asia Bibi, la donna ingiustamente condannata a morte per blasfemia e assolta dalla Corte Suprema del Pakistan il 31 ottobre del 2018, è salva in Canada, dove si è riunita con la sua famiglia. Lo affermano fonti del Ministero degli esteri del Pakistan e lo conferma il suo avvocato Saiful Malook. In Pakistan la notizia ha generato commenti favorevoli tra i cristiani. Il Vescovo Samson Shukardin, alla guida della diocesi di Hyderabad, parlando all'Agenzia Fides dichiara: "È una decisione importante del governo lasciarla andare fuori dal paese, è anche un atto di giustizia verso la donna, che ha subito una forte ingiustizia e sofferenza per un decennio. Infatti Asia è stata dichiarata innocente e liberata dalla Corte Suprema del Pakistan e ha tutto il diritto di andare ovunque voglia, per la sua protezione, sicurezza e vita futura ". Il Vescovo inoltre afferma: "Non è mai facile lasciare la propria amata patria, il luogo dei propri antenati, dei propri cari e dei parenti. Ma quando non ci sono alternative, bisogna lasciare il Paese: infatti qui la sua vita sarebbe stata in pericolo anche dopo la decisione della Corte Suprema. Bisogna pensare alla sicurezza di Asia Bibi, auspicando per lei una vita sicura e felice. Preghiamo per il suo nuovo inizio, con la sua famiglia, in Canada". P. Abid Habib, frate cappuccino ed ex direttore della Commissione "Giustizia e pace" della Conferenza dei Superiori Maggiori in Pakistan, dice a Fides: "Per il suo bene, siamo felici che Asia Bibi sia ora in Canada in un luogo sicuro. Ci sono in Pakistan gruppi estremisti che non hanno accettato la decisione della Corte Suprema, ma la sentenza va rispettata. In Pakistan accade che, anche quando un tribunale libera una persona, prosciogliendola dalle accuse di blasfemia, non è facile per quella persona continuare a vivere normalmente. La vita di Asia Bibi in Pakistan non era una vita libera: l'unica soluzione era l'espatrio". P. Mario Rodrigues, Rettore della Cattedrale di San Patrizio a Karachi, parlando a Fides, rileva: "Siamo grati al Primo Ministro e al Governo del Canada perché hanno aiutato Asia Bibi e hanno facilitato il processo di concessione dell'asilo in Canada. Non è mai facile trattare questioni del genere: bisogna riconoscere che il governo del Pakistan e la Corte Suprema del Pakistan hanno fatto del bene e hanno ristabilito la giustizia per la donna, garantendole protezione e salvezza. Le auguriamo ogni bene. Esortiamo la comunità cristiana in Canada ad aiutare Asia Bibi e la sua famiglia in questa nuova vita". (AG) (Agenzia Fides 8/5/2019) |
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AMERICA/MESSICO - E’ crisi umanitaria: migliaia di persone senza cibo da giorni che dormono per strada |
Tapachula (Agenzia Fides) – La situazione dei migranti in Messico peggiora di giorno in giorno. Alla frontiera nord, con gli Stati Uniti, l'aumento dei migranti sta creando una crisi logistica nel tentativo di accoglienza, mentre al sud del Messico la situazione si presenta ancora più drammatica, per la presenza di gruppi di persone provenienti dai paesi africani e asiatici in cerca di mezzi di sussistenza per tentare il viaggio verso il nord. Poche ore fa è stato reso pubblico il pronunciamento della IX Corte d'appello degli Stati Uniti secondo cui l'amministrazione Trump può costringere i richiedenti asilo ad aspettare in Messico durante lo svolgimento del processo. Di conseguenza i comuni messicani alla frontiera nord dovranno accogliere tutti i centroamericani richiedenti asilo negli Stati Uniti fino a quando non vengano convocati dal tribunale di frontiera, cosa che può accadere dopo qualche mese, se tutto procede bene e velocemente. Ma la situazione nel sud presenta una "vera crisi umanitaria", nelle parole di Mons. Alfonso G. Miranda Guardiola, Vescovo ausiliare di Monterrey e Segretario della Conferenza Episcopale Messicana (CEM), commentando il comunicato della CEM pubblicato ieri sulla terribile realtà nel Chiapas: "Alle porte del confine meridionale ci sono migliaia di nostri fratelli, persone che sono senza cibo da diversi giorni e che dormono per strada. Ci sono bambini, anziani, malati e alcune donne vicine al parto!" Nel testo del comunicato, pervenuto a Fides, si legge: "Siamo preoccupati per la situazione al confine meridionale, in particolare quello che vive la città di Tapachula, in Chiapas. L'immenso numero di migranti continentali ed extra-continentali ha superato l'aiuto della Chiesa e l'azione del governo. Le strutture della stazione migratoria Siglo XXI sono sovraffollate e non consentono l’attenzione umanitaria, costringendo i migranti a girovagare per la città in cerca di aiuto". Secondo Mons. Miranda Guardiola a Huixtla (sempre in Chiapas) ci sono tanti migranti che arrivano da Congo, Camerun, Haiti, Sri Lanka, Bangladesh e Angola. "Come Chiesa, la nostra occupazione oggi è diventata una preoccupazione. Insieme ad altre chiese e gruppi della società civile, abbiamo partecipato e allo stesso tempo collaborato con le nostre autorità per l'emergenza umanitaria che vive il nostro paese, dinanzi al fenomeno migratorio manifestato nelle carovane che qui transitano e continuano a muoversi nella nostra nazione". "Noi messicani siamo sempre stati caratterizzati dalla gioia, dalla solidarietà, dall’ospitalità – prosegue il testo -. Tuttavia, dato il flusso di carovane di migranti, alcuni hanno assunto atteggiamenti di rifiuto, indifferenza, xenofobia, discriminazione e razzismo. Abbiamo chiesto l'intervento della Caritas nazionale per coordinare l'aiuto esistente nel nostro paese, allo stesso tempo motiviamo le diverse diocesi del nostro paese, in modo che sollecitino tra i nostri parrocchiani uno sforzo supplementare di generosità a favore dei nostri fratelli." Il documento invita infine il governo federale ad elaborare un Piano d'Emergenza al riguardo, in modo speciale per la città di Tapachula. "Vi esortiamo a rispondere adeguatamente a questo momento di crisi in cui il nostro paese ha l'opportunità di mostrare il suo vero livello di umanità" conclude il testo, firmato dal presidente della CEM insieme ai Vescovi responsabili della Commissione per la mobilità umana, e da Mons. Jaime Calderón Calderón, Vescovo di Tapachula. (CE) (Agenzia Fides, 08/05/2019) |
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AMERICA/BRASILE - Assemblea dei Vescovi: il Mese Missionario Straordinario esperienza di comunione con la Chiesa in tutto il mondo |
Aparecida (Agenzia Fides) - "La cosa straordinaria di questo Mese Missionario è che, per la prima volta nella storia, il Santo Padre, il Papa, indice un mese come questo per la Chiesa cattolica in tutto il mondo”: a sottolinearlo è stato Mons. Odelir José Magri, Vescovo di Chapecó e Coordinatore del gruppo di lavoro che prepara in Brasile le attività di animazione per il Mese Missionario Straordinario dell’ottobre 2019 (MMS). Il Vescovo ha parlato ai giornalisti durante una conferenza stampa nel pomeriggio del 6 maggio, convocata nell’ambito della 57 Assemblea generale dell’Episcopato brasiliano (CNBB), che si svolge ad Aparecida dall’1 al 10 maggio, e durante la quale il MMS ha trovato ampio spazio. “Noi abbiamo la tradizione in Brasile, in America Latina e in alcuni paesi europei, di celebrare ad ottobre il Mese Missionario, ma questa volta è un'esperienza che vivremo in comunione con la Chiesa in tutto il mondo” ha sottolineato il Vescovo ai giornalisti. Secondo le informazioni pervenute all’Agenzia Fides dalla CNBB e dalle POM, Mons. Magri ha ricordato che la preparazione al MMS in Brasile è iniziata all'Assemblea generale nel 2018, quando la presidenza della CNBB ha nominato un gruppo di lavoro, "per presentare alcune proposte, che poi sono state approvate dal Consiglio permanente per tutto il Brasile". Quindi il Vescovo ha presentato la Guida per il MMS, strumento di formazione e celebrazione per tutto il Brasile, a livello regionale, diocesano e parrocchiale. La mattina dello stesso giorno, 6 maggio, Mons. Magri aveva presieduto la concelebrazione eucaristica in ringraziamento per l’indizione del MMS. Nell’omelia ha citato la testimonianza di Stefano, che appariva nella prima lettura, e ha sottolineato che "oggi abbiamo bisogno di cristiani del calibro di Stefano. Di uomini e donne pieni di fede e di Spirito Santo. Capaci di una testimonianza coraggiosa e vera dall'incontro con Gesù". Quindi ha proseguito: "Da qui nasce tutta la forza della missione. La missione è nata solo dall'amore fontale del cuore della Trinità. Dio è una fonte inesauribile di amore che si irradia e trabocca nell'intero universo, raggiungendo ognuno con la sua grazia misericordiosa". Al termine dell'omelia, sottolineando l'importanza del MMS per risvegliare la coscienza battesimale del popolo di Dio, Mons. Magri ha auspicato: "I nostri sforzi per guidare, vivere e celebrare questo Mese speciale ci rafforzino ancora di più nella convinzione che la Missione rinnova la Chiesa, rinvigorisce la sua fede e la sua identità. Gli dà nuovo entusiasmo e nuove motivazioni". Al termine della Messa, i Vescovi referenti dell'azione missionaria nelle 18 regioni in cui è suddivisa la CNBB hanno ricevuto la Croce missionaria del 5° Congresso Missionario Americano (CAM 5) e il materiale di lavoro, che poi sarà inviato ad ogni arcidiocesi e diocesi del Brasile, insieme alla Guida e alla bandiera con il logo del MMS. Lo stesso Mons. Magri ha parlato delle iniziative per il MMS all’assemblea dei Vescovi brasiliani, il 4 maggio, sottolineando le sei dimensioni che lo caratterizzano: incontro, testimonianza ed esperienza, formazione, carità missionaria, cooperazione e celebrazione. L'apertura del MMS avrà luogo il 1° ottobre nel Santuario di Aparecida, e particolare importanza verrà data alla Veglia missionaria, con la proposta di un gesto concreto di comunione tra tutte le realtà ecclesiali brasiliane. Successivamente il Vescovo si è soffermato sulle proposte per sviluppare il tema a livello nazionale, regionale, diocesano e parrocchiale, evidenziando la richiesta che comunque non sia “un’attività in più” rispetto alla pastorale ordinaria delle comunità. Dopo la presentazione di un video sul MMS, Mons. Giovanni Crippa, Vescovo di Estância, ha proseguito la riflessione su questo tema sottolineando l’unità della Chiesa, locale e universale, e la missionarietà: “La comunione di ciascuno di noi con le altre Chiese, la sollecitudine di ciascuno verso tutti è costitutiva dell'atteggiamento di ogni Chiesa particolare. La Chiesa è chiamata a manifestare l'ansia missionaria di Cristo, che non ha limiti. La Chiesa è vera se testimoniamo che Dio ama non solo noi, ma tutti". (SL) (Agenzia Fides 8/5/2019) |
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AMERICA/STATI UNITI - Jean Vanier: "missionario della tenerezza" |
Washington (Agenzia Fides) - “Quello che non vogliamo perdere di vista - e ciò su cui vogliamo riflettere, che vogliamo celebrare e proclamare - è che Jean Vanier era un missionario” afferma Donald R. McCrabb, Direttore esecutivo della United States Catholic Mission Association (USCMA), in un messaggio inviato all’Agenzia Fides per la morte del fondatore de L'Arche, comunità di accoglienza per persone disabili presente con 152 centri in 37 paesi. Nato 90 anni fa a Ginevra da genitori canadesi, Jean Vanier era ufficiale della Marina. Nel 1950 rinuncia alla carriera militare e inizia a studiare teologia e filosofia. Insegna all'Università di Toronto, ma presto lascia anche la carriera universitaria per dedicarsi ad incontrare Gesù nelle persone più deboli e abbandonate. Nel 1964 fonda l'Arche e nel 1971 contribuisce alla nascita del movimento “Foi et Lumiere” (Fede e Luce). Nel 2015 riceve il Premio Templeton. E' morto a Parigi all'alba del 7 maggio, in seguito ad una grave malattia. “Il missionario è un testimone dell'amore salvifico di Dio riversato in Gesù Cristo – scrive McCrabb -. L'amore di Dio per l'umanità ha assunto la carne umana. Jean ha incarnato questa verità; la sua prima regola per diventare più umano era essere a proprio agio con i nostri corpi. Jean era amico di Gesù e testimone del suo amore nell'integrità della sua vita, in quello che ha fatto e nelle parole che ha usato. I missionari vanno a vivere con le persone alla periferia della società. Jean viveva con uomini e donne con gravi disabilità. Voleva attraversare il confine costruito da parole come forti e deboli, abili e disabili, persone che parlano bene e muti, sordi e udenti. Jean viveva qui”. Il Direttore esecutivo della USCMA ricorda infine che “Papa Francesco ha detto che la missione è allo stesso tempo, una passione per Gesù e una passione per la sua gente. Jean Vanier incarnava questa passione. Jean Vanier, missionario di tenerezza, prega per noi”. (SL) (Agenzia Fides 8/5/2019) |
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giovedì 8 novembre 2018
Asia Bibi è stata liberata: ora è in una località segreta
Asia Bibi è stata liberata: ora è in una località segreta
Dopo nove anni di carcere, la donna cattolica accusata ingiustamente di aver insultato Maometto, è stata rilasciata. Il governo aveva stipulato un accordo con i radicali islamici per riaprire il caso. Ora si attendono gli sviluppi della vicenda
Sergio Centofanti - Città del Vaticano
Asia Bibi, la donna cattolica di 47 anni, madre di 5 figli, condannata a morte nel 2010 per una falsa accusa di blasfemia e assolta il 31 ottobre scorso dalla Corte Suprema pachistana dopo 9 anni di carcere, è stata liberata ed è stata trasferita, per motivi di sicurezza, in una località segreta. E’ quanto ha detto all'Agenzia France Press il suo avvocato Saif ul-Mulook.
"E' stata rilasciata - ha riferito l’avvocato - Mi è stato detto che era su un aereo ma nessuno sa dove atterrerà". L'ordine di rilascio è arrivato mercoledì al carcere di Multan, nel Punjab, dove la donna era detenuta. Il legale, raggiunto da numerose minacce, ha parlato fuori dal Pakistan, che ha dovuto lasciare affermando di essere in pericolo.
In una conferenza stampa, il portavoce del Ministero degli Esteri di Islamabad, Muhammad Faisal, ha confermato la scarcerazione ma ha smentito le notizie secondo le quali Asia Bibi sarebbe all’estero: “E’ ancora in Pakistan – ha detto - è una libera cittadina e dopo il verdetto del Tribunale può andare dove vuole. Non ci sono restrizioni alla mobilità di un libero cittadino”, ma potrà lasciare il Paese - ha precisato - solo se la Corte Suprema respingerà il ricorso presentato contro la sua assoluzione. Da parte sua, il ministro dell'Informazione Fawad Chaudhry ha definito "irresponsabile" il comportamento di alcuni media per aver diffuso la notizia che Asia Bibi avrebbe lasciato il Paese senza averne conferma. "Il caso Asia Bibi – ha sottolineato - è una questione delicata” e ha invitato “vivamente i media ad agire in modo responsabile".
Il marito di Asia Bibi, Ashiq Masih, ha chiesto asilo per la sua famiglia negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Canada o in Italia e Olanda, sostenendo che sarebbe troppo pericoloso per loro rimanere in Pakistan. Asia Bibi, una contadina, era stata arrestata nel giugno del 2009 dopo un diverbio con delle donne musulmane durante una raccolta agricola. E' da quel litigio che nasce la falsa accusa di aver offeso Maometto.
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Alcuni giorni fa il governo pachistano aveva annunciato il raggiungimento di un accordo con i radicali islamici che avevano paralizzato il Paese con manifestazioni di protestacontro l’assoluzione. Secondo l’intesa il caso di Asia Bibi dovrebbe tornare alla Corte Suprema per un riesame definitivo e la donna dovrebbe essere inserita in una lista speciale che vieta l’espatrio. Gli islamisti avevano annunciato la fine della protesta nazionale ma avvertendo che "se l'accordo non sarà applicato, scenderanno di nuovo in strada". Ora si attendono gli sviluppi della vicenda.
Sia Benedetto XVI che Papa Francesco hanno seguito da vicino il caso. Nel febbraio scorso Papa Francesco aveva ricevuto in Vaticano i familiari di Asia Bibi, definendola una meravigliosa donna martire. Nel novembre del 2010 Benedetto XVI aveva lanciato un appello per la sua liberazione.
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