collegamento orari cp
Visualizzazione post con etichetta ambiente. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ambiente. Mostra tutti i post

lunedì 11 luglio 2022

AFRICA/ZAMBIA - Agricoltura sostenibile, recupero dei villaggi e attività generatrici di reddito

AFRICA/ZAMBIA - Agricoltura sostenibile, recupero dei villaggi e attività generatrici di reddito
 
Mansa (Agenzia Fides) – Per migliorare i mezzi di sussistenza nel campo di reinsediamento dei rifugiati di Mantapala, Caritas Zambia, attraverso la diocesi di Mansa, continua a portare avanti un progetto che prevede agricoltura sostenibile, recupero dei villaggi e attività generatrici di reddito (IGA). Il centro, che si trova nel distretto di Nchelenge, accoglie i rifugiati provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo (vedi Agenzia Fides 7/2/2018).
In una nota inviata all’Agenzia Fides, Eugene N’gandu, responsabile Caritas Zambia dei programmi per i mezzi di sussistenza e l’adattamento ai cambiamenti climatici, ha dichiarato che queste persone sono state costrette a lasciare il loro paese a causa di disordini civili sulle rive del lago Mweru.
N'gangu ha rivelato che il progetto si sta concentrando su mezzi di sussistenza sostenibili e soluzioni durature per i giovani rifugiati di età compresa tra 17 e 23 anni. Il responsabile Caritas ha inoltre spiegato che il progetto triennale, che da allora è entrato nel secondo anno, ha tre livelli di intervento che comprendono: agricoltura sostenibile, recupero dei villaggi e IGA.
Finora ne hanno beneficiato 150 persone. A fare da corollario anche incontri di sensibilizzazione su giustizia, pace e cura dell'ambiente per affrontare le questioni dei conflitti e dei cambiamenti climatici.
Secondo le statistiche sono oltre 5.000 i rifugiati fuggiti 5 anni fa dalle violenze nella RDC. Presso l’insediamento di Mantapala si dedicano all’agricoltura insieme a 5.000 zambiani, sparsi tra 11 villaggi integrati. Il campo è stato allestito a inizio 2018 per accogliere i rifugiati in fuga sia dagli scontri interetnici sia dai combattimenti tra le forze di sicurezza congolesi e gruppi di miliziani in aree della RDC sudorientale nel 2017.
(AP) (Agenzia Fides 11/7/2022)

mercoledì 2 settembre 2015

Bollettino Fides News del 1 settembre 2015

ASIA/ISRAELE - Sciopero a oltranza delle scuole cristiane contro le “misure discriminatorie” del governo
Gerusalemme (Agenzia Fides) - Le scuole cristiane in Israele iniziano uno sciopero ad oltranza da oggi, 1 settembre, giorno in cui in tutto il Paese inizia il nuovo anno scolastico. Attraverso la misura estrema della sospensione di tutte le attività scolastiche, esse intendono protestare contro le politiche dello Stato ebraico nei loro confronti, giudicate “discriminatorie”. Lo riferiscono le fonti ufficiali del Patriarcato Latino di Gerusalemme, ricostruendo i motivi e i vari passaggi del contenzioso che da tempo vede contrapposte le scuole cristiane alle autorità politiche israeliane.
Alla radice della protesta ci sono le restrizioni di bilancio imposte dallo Stato ebraico. In pochi anni, i contributi pubblici alle scuole cristiane sono diminuiti del 45%, costringendo gli istituti ad aumentare le rette scolastiche a carico delle famiglie, spesso dotate di redditi bassi, sotto la media nazionale
Secondo gli organismi di coordinamento delle scuole cristiane, tali misure mettono a rischio l'esistenza stessa degli istituti educativi animati dalle Chiese e dalle comunità cristiane presenti in Israele. Le estenuanti trattative - durate otto mesi - tra il Comitato di rappresentanza delle scuole cristiane e il Ministero dell'educazione israeliano non hanno portato a soluzioni considerate accettabili. Il Ministero chiedeva la trasformazione delle scuole cristiane in scuole statali. Una proposta respinta, perchè secondo gli organismi rappresentativi delle scuole cristiane, essa avrebbe portato alla fine del contributo originale fornito da quella realtà educativa, e avrebbe inferto “un tragico colpo alla presenza cristiana in Terra Santa”.
Lo scorso 27 maggio, le scuole cristiane d'Israele – frequentate da 30mila studenti, dei quali solo la metà sono cristiani - avevano organizzato una manifestazione senza precedenti per denunciare le politiche discriminatorie di cui si sentono fatte oggetto da parte del governo (vedi Fides 27/5/2015).
Prima del fallimento definitivo dei negoziati, il Presidente israeliano Reuven Rivlin aveva convocato i rappresentanti delle scuole cristiane e il Ministro israeliano della Pubblica Istruzione Naftali Bennet per tentare una mediazione (vedi Fides 27/8/2015). L'Ufficio delle scuole cattoliche in Israele, che aveva in un primo tempo espresso un giudizio positivo rispetto all'iniziativa presidenziale, adesso ha diffuso un comunicato, pervenuto all'Agenzia Fides, in cui essa viene definita come un escamotage "per prendere tempo" e "porre fine alla protesta.". Lo sciopero a oltranza – si legge nel comunicato – verrà sospeso solo quando le richieste delle scuole cristiane verranno pienamente esaudite. (GV) (Agenzia Fides 1/9/2015).
ASIA/LIBANO - I Capi delle Chiese: le proteste di piazza rischiano di essere “infiltrate”
Beirut (Agenzia Fides) - Le proteste popolari contro la classe politica che da settimane agitano il Libano rappresentano una legittima espressione di pressione “democratica” nei confronti di fazioni e personaggi politici screditati, responsabili in larga misura della crisi del sistema Paese. Ma allo stesso tempo "il ricorso alla piazza cela pericoli, in particolare quando le tensioni sono esasperate e le fiamme che circondano il Libano rischiano di minare la sua stabilità". E' un messaggio allarmato e pieno di messe in guardia quello uscito dal summit dei Capi delle Chiese e delle comunità cristiane ospitato nella giornata di ieri presso la Sede patriarcale maronita di Bkerké.
Nel testo letto e diffuso alla fine dell'incontro, pervenuto all'Agenzia Fides, i Patriarchi e gli altri rappresentanti cristiani hanno puntato i riflettori sul rischio delle “infiltrazioni di facinorosi tra i manifestanti pacifici”, denunciando gli atti di violenza e di vandalismo già verificatisi durante le manifestazioni organizzate nel centro di Beirut e invitando tutti ad anteporre “l'interesse nazionale agli interessi privati, per evitare che il Libano sprofondi verso l'ignoto e per preservarlo dalle tragedie che ci circondano, e che inquietano il nostro popolo”.
Riguardo alla paralisi istituzionale e politica in cui si dibatte il Paese dei Cedri, i Capi cristiani hanno avuto parole dure sull' “impotenza della classe dirigente, incapace di garantire i servizi più elementari che sono necessari per una vita dignitosa”. Ma i leader spirituali delle Chiese e delle comunità cristiane libanesi hanno soprattutto espresso considerazioni nette ed esplicite circa la “tabella di marcia” che i politici devono seguire per uscire dalla crisi. Secondo i Patriarchi e gli altri capi cristiani, occorre a ogni costo iniziare con l'elezione del Capo di Stato, “in conformità alle norme costituzionali”, ponendo fine allo stallo e ai veti incrociati che hanno reso vacante la massima carica dello Stato dal maggio 2014. I leader che hanno preso parte al “summit” sottolineano con decisione che la scelta del nuovo Presidente deve precedere la convocazione di nuove elezioni politiche, opponendosi a chi sostiene che la crisi istituzionale si può superare solo s ciogliendo il Parlamento e chiamando il popolo alle urne. Il governo in carica – si legge nel messaggio – deve rimanere in carica almeno fino a quando non viene eletto il Presidente. E in futuro, un nuovo governo dovrà mettere mano a riforme elettorali e istituzionali per evitare nuove paralisi e vuoti di potere.
All'incontro di Bkerkè hanno preso parte, tra gli altri, il Patriarca maronita Boutros Bechara Rai, il Patriarca greco ortodosso di Antiochia Yohanna X, il Catholicos armeno apostolico Aram I, il Patriarca melchita Gregoire III, il Patriarca siro cattolico Ignatius Yussef III e l'Arcivescovo Gabriele Caccia, Nunzio Apostolico in Libano. All'incontro avrebbero dovuto prendere parte anche i rappresentanti delle comunità islamiche libanesi. Finora non sono state fornite ufficialmente le ragioni che hanno portato all'annullamento del summit islamo-cristiano. Secondo i media libanesi, la riunione sarebbe stata rinviata per la mancata partecipazione di alcuni leader musulmani. (GV) (Agenzia Fides 1/9/2015).
ASIA/INDIA - Preghiera interreligiosa nella Giornata per la Creazione
Hyderabad (Agenzia Fides) – La prima Giornata mondiale di preghiera per la salvaguardia del creato, che si tiene oggi, 1° settembre sarà celebrata in India con modalità e incontri interreligiosi. Lo riferisce all’Agenzia Fides, la Federazione delle Chiese dell’Andhra Pradesh, organismo che riunisce le comunità cristiane di varie confessioni nello stato dell’India meridionale. Come appreso da Fides, le comunità dei fedeli locali hanno organizzato diverse iniziative e celebrazioni coinvolgendo anche le comunità delle altre religioni che hanno apprezzato molto l’invito e aderito con entusiasmo alle attività proposte. “Facciamo in modo che, come ha chiesto il Papa, la Giornata sia una significativa opportunità per la preghiera, la riflessione, la conversione e l'adozione di stili di vita adeguati” afferma la nota della Federazione. Leader religiosi e fedeli indù, musulmani, sikh e di culti indigeni prendono parte agli incontri promossi dai cristiani. Tutti condividono il d esiderio di farsi “custodi della Creazione che Dio ha affidato all’umanità”.
Negli incontri, riferisce la nota giunta a Fides, saranno recitati il “Cantico delle creature” di san Francesco di Assisi e la preghiera composta da Papa Francesco, che conclude la Lettera enciclica Laudato si’. (PA) (Agenzia Fides 1/9/2015)
ASIA/COREA DEL SUD - Giovani amici dell’ambiente, a partire da piccole pratiche quotidiane
Seul (Agenzia Fides) – Tutelare l’ambiente, rispettare la natura, adottare nuovi stili di vita a partire dalla piccole pratiche quotidiane: con questo spirito alcuni giovani che hanno prestato servizio volontario durante la visita di Papa Francesco in Corea hanno lanciato una campagna che prende lo spunto dalla recente enciclica di Papa Francesco, Laudato si’.
Come riferito a Fides dall’arcidiocesi di Seul, la campagna è stata lanciata, a partire dai social network, a un anno dalla visita del Papa “per incoraggiare i giovani a concretizzare gli insegnamenti del Santo Padre nella vita quotidiana”. Lo slogan scelto è “Asciughiamo le lacrime della terra come Veronica asciugò il volto di Gesù”.
Nei giorni scorsi circa 70 giovani si sono riuniti al centro cattolico di Myeongdong, a Seul, e hanno ricevuto l’incoraggiamento del Cardinale Yeom Soo-jung, arcivescovo della città: “Voglio esprimere la mia sincera gratitudine a tutti voi, per aver offerto il vostro servizio durante la visita del Santo Padre. Ora, avete iniziato una campagna significativa che raggiunge chiunque abbia a cuore l'ambiente”, ha detto il Cardinale ai presenti.
Attraverso la pagina Facebook ufficiale della campagna, i giovani partecipanti possono annunciare il loro impegno e aderire alla campagna, raccontando e condividendo le piccole scelte quotidiane in favore della salvaguardia della natura. La campagna promuove, ad esempio, l’uso di fazzoletti di stoffa al posto di quelli di carta. Per innescare un circolo virtuoso, dei fazzoletti possono essere acquistati attraverso la casa editrice dell'arcidiocesi di Seul e i profitti dei fazzoletti saranno utilizzati per sostenere iniziative di protezione dell'ambiente. (PA) (Agenzia Fides 1/9/2015)
AMERICA/VENEZUELA - “I diritti umani sono gli stessi per tutti”: i Vescovi sulla situazione di conflitto con la Colombia
Caracas (Agenzia Fides) – “Chiediamo che venga ripistinata la normalità al più presto possibile, perché sono molte le difficoltà e le ansie che sperimentano quanti vivono su entrambi i lati del confine, e non solo loro, ma tutta la popolazione dei due paesi, che segue con stupore lo sviluppo degli eventi, che degradano la condizione di esseri civilizzati e fratelli”. Così si esprime la Commissione “Giustizia e Pace” della Conferenza Episcopale del Venezuela, sull’attuale situazione di conflitto della zona di confine con la Colombia, che ha portato alla chiusura della frontiera tra i due paesi decisa dal Presidente venezuelano, all’espulsione di un migliaio di colombiani e al richiamo dei rispettivi ambasciatori. La motivazione è la difesa dei diritti umani e della sicurezza alimentare dei venezuelani, in quanto, secondo il governo, quasi la metà dei prodotti alimentari venezuelani viene contrabbandata in Colombia. La frontiera inoltre è usata quotidianamente da contrab bandieri, trafficanti di esseri umani e narcotrafficanti per i loro crimini.
La Commissione Giustizia e Pace “è profondamente preoccupata per varie denunce di gravi violazioni dei diritti umani nell’ambito del decreto di sospensione delle garanzie costituzionali in diversi comuni del confine, è una situazione che riguarda tutti noi che viviamo in Venezuela, dal momento che è notevole la presenza di colombiani nella nostra terra, e sono molti i legami di fraternità e cooperazione esistenti… Non si può stigmatizzare un intero gruppo di presunti crimini senza un giusto processo e il diritto alla difesa”.
Quindi i Vescovi lanciano un appello alle autorità venezuelane, perché garantiscano “un giusto processo e l'integrità fisica delle persone, con particolare attenzione per il diritto alla vita” secondo quanto stabilito dalla Costituzione e dalle leggi. Alle autorità garanti dei diritti umani dei due paesi chiedono che questo problema “abbia una rapida soluzione e non diventi un problema ideologico o politico, né occasione per promuovere la xenofobia o il disprezzo di qualsiasi cittadino a motivo della sua origine”. Solidali con i milioni di colombiani che hanno arricchito il Venezuela con i loro valori e le loro capacità, i Vescovi invitano alla responsabilità, alla calma e alla preghiera, auspicando che il fatto di dichiararsi cristiani muova la solidarietà, la misericordia, il perdono, e respinga tutto quello che porta al disprezzo, alla violenza e alla guerra.
“Molti degli espulsi non hanno potuto prendere le loro cose, che hanno lasciato in territorio venezuelano – proseguono i Vescovi -, è giusto restituire ai proprietari i beni immobili e altri oggetti; è urgente che le famiglie si riuniscano nella totolità dei loro membri al fine di evitare una crisi umanitaria causata dalle deportazioni di massa; come venezuelani vogliamo vedere la risposta del Potere Morale in pienezza, lavorando perchè siano rispettati i diritti umani di tutti i cittadini, venezuelani o colombiani”.
I Vescovi sono consapevoli della sofferenza di tante persone a causa di questa situazione ed esprimono loro solidarietà. “Noi cittadini venezuelani ci sentiamo fratelli del paese vicino, non siamo mai stati estranei, perché abbiamo una storia comune” prosegue il testo, invitando a cogliere l’occasione di questi eventi per riflettere “sul futuro del nostro paese, sulle responsabilità della leadership politica e militare nel guidare la nostra nazione, sulla pace interna e su quello che vogliamo e desideriamo come venezuelani”.
Il comunicato si conclude ribadendo che “lo Stato ha l'obbligo di garantire i diritti umani di tutti i suoi cittadini, compresi gli stranieri sotto la sua giurisdizione”. (SL) (Agenzia Fides 01/09/2015)
AMERICA/ARGENTINA - “Non possiamo accettare la violenza, dobbiamo reagire”: l’Arcivescovo di Cordoba ai funerali del sacerdote ucciso
Alta Gracia (Agenzia Fides) – "Non possiamo accettare la cultura della morte, in cui sembra che la vita delle persone non abbia alcun valore. Non possiamo accettarla come un dato di fatto, casuale. Dobbiamo reagire, non possiamo accettare la violenza". Così si è espresso Sua Ecc. Mons. Carlos José Nanez, Arcivescovo di Cordoba, durante i funerali di don Luis Jesus Cortez, 73 anni, parroco emerito della parrocchia di Nostra Signora della Misericordia della città di Alta Gracia.
Il sacerdote è stato ucciso nella sua abitazione intorno alle ore 18 di sabato 29 agosto, quando i vigili del fuoco sono intervenuti per domare l’incendio che si era sviluppato. In un primo tempo si era pensato che il sacerdote fosse morto per le conseguenze dell’incendio, invece le autorità hanno rilevato sul corpo tracce di strangolamento, quindi probabilmente l’incendio è stato appiccato dai criminali per mascherare l’omicidio commesso. Le indagini sono ancora in corso.
"E’ un orrore, è un'ingiustizia al padre Luis" ha detto l'Arcivescovo durante i funerali, celebrati ieri. "Dobbiamo pensare anche a quello che il nostro paese sta attraversando. Le autorità devono garantire protezione e giustizia, ma la società deve reagire". Mons. Nanez ha sottolineato come molti siano rimasti scioccati quando, pochi mesi fa, i Vescovi hanno affermato che l'Argentina é “malata di violenza” (vedi Fides 14/5/2014), e indicando la bara del padre Luis ha ribadito: “Questa è la prova evidente che siamo malati”. (SL) (Agenzia Fides 01/09/2015)
OCEANIA/AUSTRALIA - Appello per liberare i bambini detenuti nel centro per immigrati di Nauru
Yaren (Agenzia Fides) - Una Commissione del Senato australiano ha appena presentato un documento che definisce del tutto “inadeguate, inappropriate e insicure” le condizioni di vita dei richiedenti asilo del centro di detenzione di Nauru, stato insulare indipendente dell’Oceania della Micronesia. Il 31 luglio erano presenti 637 immigrati, compresi 87 bambini e 111 donne. Per far fronte a questa grave emergenza, l’opposizione e diverse organizzazioni della società civile in Australia hanno lanciato un appello per la liberazione immediata delle famiglie con bambini.
(AP) (1/9/2015 Agenzia Fides)
ASIA/INDIA - Nomina del Rettore del Seminario filosofico “St. Francis Xavier” di Agra
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in data 5 marzo 2015 ha nominato Rettore del Seminario filosofico regionale “St. Francis Xavier” di Agra, il rev. Tharcius Britto.
Il nuovo Rettore è nato il 6 luglio 1960 ad Attipakkam, Tamil Nadu. Dopo il Seminario minore (St. John’s Seminary) ha studiato filosofia al Morning Star College di Calcutta e teologia al Dharmaram College di Bangalore. E’ stato ordinato sacerdote il 27 aprirle 1991 ad Oriyur, in Tamil Nadu. Dopo aver svolto il ministero in parrocchia per alcuni anni, ha conseguito il Dottorato in filosofia (1999-2003) a Roma, presso la Pontificia Università della Santa Croce. Quindi è stato formatore ed insegnante al Seminario filosofico regionale “St. Francis Xavier” di Agra, rettore del St. John’s Seminary a Jhansi, parroco e preside della Divine Merci School, a Jhansi. Dal 2012 è formatore ed insegnante al Seminario “St. Francis Xavier”. (SL) (Agenzia Fides 1/9/2015)

venerdì 19 giugno 2015

L'enciclica Laudato si' secondo le ACLI

Laudato Si', Bottalico: la lotta alla povertà salva l'ambiente



Laudato Si', Bottalico: la lotta alla povertà salva l'ambiente

«Lotta alla povertà e cura della natura sono due aspetti inscindibili dello stesso problema». Così Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli, commenta la pubblicazione dell'enciclica di Papa Francesco Laudato Si'. «Quello indicato dal Pontefice è un approccio che chiama in causa tutti a cambiare gli stili di vita, le Associazioni a formare le coscienze alla ricerca della giustizia sociale e del rispetto dell'ambiente.
L'enciclica – prosegue Bottalico - rivolge un messaggio chiarissimo all'umanità: di fronte al deterioramento ambientale del pianeta vanno ripensati i criteri obsoleti, di epoche passate che continuano a governare il mondo. La politica deve recuperare la sua capacità di guida rispetto ai poteri economico-finanziari transnazionali, in funzione del bene comune per una ecologia integrale, ambientale e sociale. Questo cambiamento esige di mettere in discussione la cultura dominante preoccupata solo della massimizzazione del profitto.
L'enciclica evidenzia il pericoloso intreccio tra tecnocrazia e grandi poteri economici che usano la conoscenza come strumento di potere al servizio del profitto di pochi anziché per lo sviluppo di tutta l'umanità. Molto lucida e coraggiosa la denuncia della non neutralità delle direzioni in cui si sviluppano la ricerca scientifica e le applicazioni tecnologiche, in un'epoca in cui queste sono più finanziate da interessi privati che dagli Stati. I prodotti della tecnica finiscono così per influenzare gli stili di vita nella direzione degli interessi di determinati gruppi di potere.
Di fronte a ciò – conclude Bottalico – serve quella rivoluzione culturale, invocata da Papa Francesco, che è indispensabile per il futuro del nostro pianeta e che possiamo contribuire a costruire dal basso e che pertanto, per una associazione popolare e d'ispirazione cristiana come le Acli, costituisce una priorità della nostra formazione».


Leggi di più su: http://www.acli.it/le-notizie/news-nazionali/10015-laudato-si-bottalico-la-lotta-alla-poverta-salva-l-ambiente#ixzz3dWDE2rnr
Fonte: www.acli.it 

venerdì 25 febbraio 2011

Valle Grotari. Il WWF: “Il comune sta svendendo la sua principale ricchezza”

Il Wwf segnala alcuni errori grossolani contenuti nell’atto di richiesta di autorizzazione alla vendita e rilancia: “Il Comune di Marano sta svendendo la sua principale ricchezza, ciò che fa del suo territorio un ambiente unico in regione”.


La cementificazione di valle Grotari sta diventando davvero un’impresa ardua per il Comune di Marano: dopo la mobilitazione del popolo del web che, rispondendo ad un appello del Wwf del Friuli Venezia Giulia, ha tempestato le redazioni dei giornali e delle tv locali con centinaia di mail provenienti anche da fuori regione e dall’estero, ora si scopre che l’atto di richiesta di autorizzazione alla vendita contiene un bel pasticcio.

Leggendo infatti con attenzione la delibera del Consiglio e mettendola a confronto con la perizia del tecnico, si nota che ci si è dimenticati di mettere in vendita ben 3 mappali che fanno parte della valle da pesca e ne è stato invece aggiunto uno che non c’entra niente.

Fonte: Bora.la

Un errore grossolano a cui l’Amministrazione Comunale cercherà in qualche modo di porre rimedio ma che non è certamente di buon auspicio come primo atto di un iter che – tra pareri VIA, VAS, obblighi di compensazioni, autorizzazioni commissariali, bandi di vendita ecc – si preannuncia tutt’altro che semplice. “Soprattutto considerando – avverte il Wwf – che non ce ne staremo a guardare e vigileremo su tutti gli atti e le procedure da qui in poi”.

L’associazione è pronta infatti a mettere in campo ogni azione utile a contrastare la trasformazione in porto turistico di quella che è a tutti gli effetti un’area unica in regione. “Il sindaco Cepile – spiega il Wwf – può ostinarsi a ripetere che a Marano ci sono già mille e passa ettari di zone tutelate ma non tiene assolutamente conto delle differenze ambientali esistenti tra habitat e tra specie. Non tutti gli habitat hanno lo stesso valore biologico e non tutti gli habitat sono inseriti nelle zone di protezione: e questo è il caso dei canneti estesi e tranquilli, come Valle Grotari, ove nidificano ben 30 specie di uccelli e ci sono voluti ben 30 anni affinché questo possa accadere, che quindi devono essere valorizzati e tutelati”.

“Anche l’ipotesi di edificare di meno – continua l’associazione – è inaccettabile: una volta interdetta la possibilità agli uccelli di riprodursi, che siano 100mila metri cubi o siano 10mila, sarà stato distrutto completamente l’ecosistema. Anche l’area verde ipotizzata (con terrapieni e vegetazione ruderale e sin antropica che si può trovare e realizzare ovunque) non sarebbe altro che una banalizzazione di quell’ambiente unico”.

“Noi – chiosa il Wwf – non siamo per bloccare lo sviluppo tout court: siamo a favore di un progetto culturale e ambientale definito e contrari invece ad uno sviluppo illimitato, alla crescita del consumo di suolo analogo a quello dei tumori, delle metastasi che crescono senza possibilità di arrestarsi. Marano ha l’opportunità di uno sviluppo anche culturale: se però si “mangia” le sue ricchezze naturalistiche, che sono uniche (perché di barche se ne trovano dappertutto, di così tante specie di uccelli concentrate in un territorio così ridotto no), perde un’occasione molto più importante di quella rappresentata dalla banale realizzazione di un porto come ce ne sono tanti e ovunque”.

E per sensibilizzare la cittadinanza sulle straordinarie ricchezze dell’ex-valle da pesca, destinate a scomparire se il progetto del Comune andasse in porto, venerdì 25 febbraio alle ore 20 si svolgerà alla pescheria vecchia di Marano Lagunare un incontro pubblico dal titolo “Le meraviglie di Grotari e della laguna”. Parteciperanno con un’ampia documentazione, fotografica e non, Giulia Filippo, consigliere comunale di minoranza, Paolo Utmar, ornitologo, e Roberto Pizzutti, presidente della sezione regionale del Wwf.

mercoledì 2 dicembre 2009

FRIULI VENEZIA GIULIA: LAGUNA, COMMISSARIO "A MAGGIO I LAVORI PER VASCHE RACCOLTA"

(IRIS) - UDINE, 30 NOV - "Per maggio è previsto l'inizio dei lavori di realizzazione delle casse di colmata a Grado e Punta Gabbiani, tra Lignano e Marano, per collocare invia definitiva i sedimenti dragati in laguna".

Lo ha annunciato il commissario delegato per l'emergenza della laguna di Grado e Marano, Gianni Menchini, nel corso del convegno organizzato a Udine alla presenza del presidente della Regione, Renzo Tondo, a chiusura dei suoi primi nove mesi di gestione commissariale.

"La collocazione dei sedimenti è la vera emergenza per la quale la risposta individuata consiste nell'adeguamento di due delle tre vasche di Planais a San Giorgio di Nogaro, come deposito provvisorio con 100 mila metri cubi di capienza per un massimo di trenta mesi, e nella realizzazione di due casse di colmata per la collocazione definitiva dei sedimenti con capienza massima fino a 385 mila metri cubi. Il costo per gli interventi si attesta sui 25 milioni di euro".

Per quanto riguarda invece il progetto di bonifica, messa in sicurezza e monitoraggio dell'area Caffaro gli investimenti ammontano a 192 milioni di euro a base d'asta.

Il progetto di bonifica, in attesa di approvazione ministeriale, si prefigge di risolvere nell'arco di dieci anni la
contaminazione dei terreni, dei sedimenti, delle acque, nonché di smaltire i rifiuti presenti; gli interventi prevedono il contenimento in sito dei rifiuti delle discariche, il trattamento di terreni e acque e l'allontanamento dei rifiuti pericolosi, in grado di rimuovere anche i provvedimenti di sequestro e inibizione di natura giudiziaria che affliggono oltre il 25 per cento dell'area interessata.

Autore: Red

mercoledì 26 agosto 2009

Radiovaticana: udienza del mercoledi

All'udienza generale di Castel Gandolfo, il Papa esorta i leader mondiali: proteggete l’ambiente con spirito di solidarietà verso i poveri

◊ L’uomo non è il “padrone assoluto” del Creato. Benedetto XVI chiede ai leader internazionali di proteggere l’ambiente, solidali con i più poveri, nel rispetto delle leggi. L’appello è stato lanciato stamani da Castel Gandolfo, durante l’udienza generale, cui hanno partecipato circa 5 mila e 500 di fedeli, tra cui oltre 2 mila pellegrini tedeschi, che si sono raccolti in un secondo momento nel cortile del Palazzo apostolico, troppo piccolo per accoglierli tutti insieme. Il Papa ritiratosi dopo la prima parte dell’udienza nella Sala degli Svizzeri, per salutare personalmente alcune persone, si è poi riaffacciato al balcone rivolgendo breve discorso in tedesco. ll servizio di Roberta Gisotti:

Si concludono per molti a fine agosto le vacanze estive: “come non ringraziare Iddio del dono prezioso del Creato di cui è possibile godere, e non solo durate il periodo di ferie!”, ha esclamato il Papa:


“I differenti fenomeni di degrado ambientale e le calamità naturali, che purtroppo non raramente la cronaca registra, ci richiamano l’urgenza del rispetto dovuto alla natura, recuperando e valorizzando, nella vita di ogni giorno, un corretto rapporto con l’ambiente”.


La Chiesa impegnata nella difesa della terra, dell’acqua e dell’aria si adopera per proteggere l’uomo contro la distruzione di se stesso:


“Se viene meno il rapporto della creatura umana con il Creatore, la materia è ridotta a possesso egoistico, l’uomo ne diventa “l’ultima istanza” e lo scopo dell’esistenza si riduce ad essere un’affannata corsa a possedere il più possibile”.


“Quanto è importante allora - ha sottolineato il Santo Padre - che la comunità internazionale e i singoli governi sappiano dare i giusti segnali ai propri cittadini, per contrastare in modo efficace le modalità d’utilizzo dell’ambiente”, che risultino dannose:


“I costi economici e sociali, derivanti dall’uso delle risorse ambientali comuni, riconosciuti in maniera trasparente, vanno supportati da coloro che ne usufruiscono, e non da altre popolazioni o dalle generazioni future. La protezione dell’ambiente, la tutela delle risorse e del clima richiedono che i responsabili internazionali agiscano congiuntamente nel rispetto della legge e della solidarietà, soprattutto nei confronti delle regioni più deboli della terra”.


Per questo “è indispensabile convertire l’attuale modello di sviluppo globale”, ha insistito Benedetto XVI, richiamando infine “lo scandalo della fame e della miseria.” Concludendo poi la sua catechesi con le parole di San Francesco nel Cantico delle Creature:


“‘Altissimo, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e l’honore et omne benedictione… Laudato si’, mi’ Signore, cum tucte le tue creature’”.


Nei saluti finale il Papa ha fatto memoria nella solennità odierna della Beata Vergine Maria di Czestochowskiej e dei Santi Monica e Agostino, che saranno festeggiati dalla Chiesa tra pochi giorni, uniti in terra da vincoli familiari ed in cielo dallo stesso destino di gloria.

venerdì 14 novembre 2008

Dal Gazzettino

CARLINO
Travolti dall'acqua: notte da incubo a borgo Colomba

Carlino

(pt) Si sono svegliati alle tre di notte per dare l'allarme e cercare di portar fuori l'acqua dalle loro case. Per gli abitanti di Borgo Colomba, a Carlino, un grazioso e nuovo centro residenziale di via Marano, è stata una giornata da incubo.

Mezzo metro d'acqua in tutte le stanze del pian terreno, con parecchi mobili e tutto il pavimento di legno da buttare via. Ad aiutarli 35 tra volontari e dipendenti della Protezione civile, Vigili del fuoco, amici e parenti. Delle 23 case di Borgo Colomba, che i vecchi del posto ricordano esser sempre stata «una pozza quando piove», dieci sono abitate e da pochi mesi. Gli immobili sono nuovi e le famiglie che li hanno comprati adesso sono furibonde: «Ci avevano garantito che qui acqua non ne sarebbe arrivata - dice Alessandro Redi -; invece un disastro; 6mila euro buttati solo per il giardino. Una vita di sacrifici per acquistare casa e poi questo incubo». Nelle stesse condizioni la famiglia Regeni-Fantini e pure quella di Luca Lamanna che si è appena sposato. Gli alluvionati del borgo hanno trovato riparo per la notte da parenti. Una famiglia è ospite di un hotel.

Il grave disagio è stato originato dal mancato funzionamento di una pompa idrovora ma la comunità punta il dito anche contro chi ha permesso di costruire in una depressione facilmente allagabile alla prima forte pioggia. Danni notevoli anche alle case non ancora vendute, nonostante il posizionamento di sacchi di sabbia di contenimento. Adesso sono preoccupati pure i vicini oltre strada. Il tratto per Marano è stato chiuso al traffico. Sul posto il sindaco e i carabinieri.

Dal Gazzettino!

SAN GIORGIO DI N. A Villa Dora
Ambiente, si presenta un dossier su tre paesi
Sarà diffuso un documento finale
San Giorgio di Nogaro

In programma questa sera alle 20.30, nella sala conferenze di Villa Dora, in San Giorgio di Nogaro, un convegno, organizzato dal Forum di Laguna 21, presidente la professoressa Graziella Mocellin, sullo stato dell'ambiente e sostenibilità, riguardante i Comuni di San Giorgio, Torviscosa e Cervignano. Nel vasto panorama abbracciato da Laguna 21, che ha lo scopo di definire un programma condiviso di sviluppo del territorio nei tre comuni citati, una prima fotografia è stata scattata e sviluppata alcuni anni or sono, ed è stata edita un'interessante pubblicazione. Considerata la vastità dell'argomento, estrapoliamo alcuni tra i temi più importanti trattati, quali le acque sia sotterranee che di superficie, la qualità dell'aria, la situazione dei rifiuti, la viabilità intesa come possibilità del cittadino di muoversi in sicurezza, le aree verdi. Nel tempo intercorso tra la prima fotografia ed il convegno di questa sera sono stati elaborati ulteriori dati, - afferma la Mocellin - che in bozza, saranno presentati agli interessati (Comuni, associazioni varie, imprese e singoli cittadini), e potranno essere messi in confronto per valutare positività e negatività, nel tempo. Sarà compito del Forum avallare e confermare le conclusioni del convegno in un documento finale. «Come presidente del Forum conclude la Mocellin auspico che la Giunta comunale di San Giorgio, in particolare l'assessore all'ambiente Flavia Tomba, si faccia carico di supportare e diffondere, anche ai Comuni limitrofi, i processi partecipati di Laguna 21».

A.L.

giovedì 6 novembre 2008

Regole...da rispettare

Lo ha detto il direttore del ministero dell’Ambiente

Il governo: la Caffaro
per noi non è un’emergenza

TORVISCOSA. Per il Ministero all'ambiente il caso della Caffaro non è un'emergenza. A dirlo è stato il direttore generale del ministero Corrado Clini, dopo l'incontro di ieri a Udine con l'assessore regionale all'Ambiente, Vanni Lenna, nel quale sono state discusse le tematiche sull'energia alternativa e i progetti sostenibili. Pertanto il Ministero all'Ambiente, ha affermato Clini, «vuole evitare di prendere decisioni non sostenibili sotto la pressione di emergenze che non possono essere considerate straordinarie: quella della Caffaro, infatti, come altre, era prevedibile».

«I termini della questione - ha sottolineato - sono semplici: esistono delle regole italiane ed europee in materia ambientale, delle volte molto restrittive, ma che vanno rispettate. Ottemperare agli obblighi di legge comporta per le industrie considerevoli investimenti che incidono sui bilanci e quindi comprensibile la decisione di delocalizzare alcune produzioni. Su questo però il Governo può decidere poco: è auspicabile invece che siano le imprese ad accettare la sfida imposta dalle regole».

Ed è proprio per questo, secondo il direttore generale del Ministero che il caso della Caffaro di Torviscosa non può essere considerato un'emergenza, infatti sostiene che basta pensare al caso di Porto Marghera, in molti casi simile a quello della Caffaro, «per cui da oltre vent'anni è prevedibile il rischio che ci sia un deficit del calo occupazionale per effetto della delocalizzazione».

Intanto l'intera minoranza consigliare di San Giorgio di Nogaro, ha presentato ieri al sindaco, Pietro Del Frate, un'interpellanza sulla questione Caffaro, nella quale chiede «quali azioni, nell'ambito della sensibilità politica sia delle competenze istituzionali, il sindaco intenda intraprendere per contribuire, ovviamente assieme ad altri, a scongiurare il pericolo derivante dall'eventuale precipitare degli eventi, che per il nostro territorio avrebbe un effetto devastante, che andrebbero a sommarsi agli effetti derivanti dalla crisi economico - finanziaria internazionale, di cui già nella nostra zona incominciano a vedersi i primi preoccupanti effetti».

venerdì 12 settembre 2008

Si muove la politica regionale. Vertice di maggioranza ieri a San Giorgio di Nogaro con Tondo. Il Pd chiede un tavolo di "concertazione"

Ha messo in allarme il mondo politico la pesante crisi della Caffaro, a seguito del sequestro dell'impianto disposto dalla Procura di Udine. Per programmare l'agenda politica e le priorità dell'azione politica ieri sera, 11 settembre, si è tenuto a San Giorgio di Nogaro un vertice chiesto dal consigliere regionale Paride Cargnelutti (Pdl): al meeting erano presenti il governatore del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, gli assessori regionali all'Ambiente, ai Trasporti e alle Attività produttive, rispettivamente Vanni Lenna, Riccardo Riccardi e Luca Ciriani, oltre al presidente della Caffaro, Mattiussi.

“Ho deciso di chiamare a raccolta un fetta importante della giunta – fa sapere questa mattina Cargnelutti – perchè la situazione è gravissima; a rischio non sono soltanto i 260 dipendenti della Caffaro ma l'intero indotto che arriva a contare almeno mille persone, includendo anche le fabbriche collegate”. Durante il vertice “è stata espressa da tutte le parti una fortissima preoccupazione lavorativa, senza dimenticare, ovviamente, gli aspetti ambientali che, però, le parti coinvolte sperano possano essere risolti in breve tempo, in modo che si evitino casse integrazioni speciali o, peggio, i licenziamenti con conseguenti ricadute pesanti su molte fabbriche del nord Italia”, racconta Cargnelutti.
“Siamo in attesa di conoscere gli esiti dell'incontro fra Procura e azienda in modo che quest'ultima dia garanzie sullo status di avanzamento degli adempimenti chiesti dalla magistratura in campo di sicurezza ambientale e sanitaria”, aggiunge Cargnelutti che fornisce un resoconto del meeting.
Cargnelutti, dando l'esito finale del vertice a San Giorgio di Nogaro, annuncia per la prossima settimana un incontro, nella sede della Regione, fra il presidente Tondo, gli assessori competenti e la proprietà Caffaro affinché “si elabori, anche alla luce degli incontri fra la proprietà e la Procura, una strategia per uscire dalla crisi acuta e per verificare se e con quali modalità c'è la possibilità di un ragionamento di prospettiva più a lungo termine”. Questo significa fare in modo che non si stoppi – spiega Cargnelutti – l'iter avviato con il Ministero dell'Ambiente per il risanamento complessivo dell'intera area. “Sappiamo tutti – prosegue – che un sito chimico non si può facilmente replicare e in ballo ci sono aziende storiche la cui tenuta consente a molte fabbriche del nord Italia di andare avanti a lavorare”. E ancora: “Dobbiamo renderci conto che chiudere comporterebbe la perdita definitiva del know-how e dell'indotto, oltre che il tracollo delle ditte fornitrici. L'eventuale debacle della ditta madre trascinerebbe nel vortice una serie di attività correlate”. La giunta regionale aggiorna il successivo incontro dopo gli esiti del faccia a faccia azienda-Procura e mette in calendario, per la prossima settimana, un incontro per definire il programma di uscita dalla crisi.
“Dall'esito del vertice – conclude Cargnelutti – si evince che la Regione si mette a disposizione di fronte a progetti chiari e scadenzati, ma la ditta deve crederci e deve convincere i suoi interlocutori. Ovviamente manteniamo una posizione che concili le esigenze di tutela ambientale e sanitaria con le esigenze di tutelare i posti di lavoro e il destino di migliaia di artigiani e operai”.

Nota del Pd

Ed è sempre di ieri un comunicato a firma del caporuppo del Partito Democratico Moretton: "Mi auguro che la Regione e la Provincia di Udine coinvolgano il ministero per l'Ambiente e
si attivino per promuovere un tavolo di concertazione per mettere in sicurezza l'azienda e permettere così ai lavoratori di mantenere il posto di lavoro". Il capogruppo in Consiglio regionale del Partito Democratico ricorda come "l'azienda fosse stata più volte sollecitata ad
adeguare gli impianti di produzione secondo le normative vigenti. Purtroppo, nulla è stato fatto, e si è arrivati alla conclusione finale più drastica. Ora ci auguriamo che l'azienda voglia
presentare, come più volte sollecitato, un piano di risanamento indispensabile per mantenere in attività la produzione. "Resta comunque inteso che su tutto va considerata prioritaria la
salute dell'intera popolazione, quella che abita nella zona, quella che lavora all'interno dell'azienda e, non da ultimo, la tutela dell'ambiente".

Fonte:friulinews.it

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...