Lo ha detto il direttore del ministero dell’Ambiente
Il governo: la Caffaro
per noi non è un’emergenza
TORVISCOSA. Per il Ministero all'ambiente il caso della Caffaro non è un'emergenza. A dirlo è stato il direttore generale del ministero Corrado Clini, dopo l'incontro di ieri a Udine con l'assessore regionale all'Ambiente, Vanni Lenna, nel quale sono state discusse le tematiche sull'energia alternativa e i progetti sostenibili. Pertanto il Ministero all'Ambiente, ha affermato Clini, «vuole evitare di prendere decisioni non sostenibili sotto la pressione di emergenze che non possono essere considerate straordinarie: quella della Caffaro, infatti, come altre, era prevedibile».«I termini della questione - ha sottolineato - sono semplici: esistono delle regole italiane ed europee in materia ambientale, delle volte molto restrittive, ma che vanno rispettate. Ottemperare agli obblighi di legge comporta per le industrie considerevoli investimenti che incidono sui bilanci e quindi comprensibile la decisione di delocalizzare alcune produzioni. Su questo però il Governo può decidere poco: è auspicabile invece che siano le imprese ad accettare la sfida imposta dalle regole».
Ed è proprio per questo, secondo il direttore generale del Ministero che il caso della Caffaro di Torviscosa non può essere considerato un'emergenza, infatti sostiene che basta pensare al caso di Porto Marghera, in molti casi simile a quello della Caffaro, «per cui da oltre vent'anni è prevedibile il rischio che ci sia un deficit del calo occupazionale per effetto della delocalizzazione».
Intanto l'intera minoranza consigliare di San Giorgio di Nogaro, ha presentato ieri al sindaco, Pietro Del Frate, un'interpellanza sulla questione Caffaro, nella quale chiede «quali azioni, nell'ambito della sensibilità politica sia delle competenze istituzionali, il sindaco intenda intraprendere per contribuire, ovviamente assieme ad altri, a scongiurare il pericolo derivante dall'eventuale precipitare degli eventi, che per il nostro territorio avrebbe un effetto devastante, che andrebbero a sommarsi agli effetti derivanti dalla crisi economico - finanziaria internazionale, di cui già nella nostra zona incominciano a vedersi i primi preoccupanti effetti».
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