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lunedì 13 gennaio 2020

Agenzia Fides 13 gennaio 2020

AFRICA/NIGERIA - Ancora non ci sono notizie di quattro seminaristi rapiti a Kaduna
 
Abuja (Agenzia Fides) - Non si hanno ancora notizie dei quattro seminaristi rapiti la sera dell’8 gennaio dal Seminario Maggiore “Buon Pastore" a Kakau, lungo l'autostrada Kaduna-Abuja. Il villaggio si trova nei pressi di Kaduna, capitale dello Stato di Kaduna, nel centro della Nigeria. L’8 gennaio, tra le 22,30 e le 23,00 alcuni banditi hanno assalito il Seminario, sparando in maniera indiscriminata, senza per fortuna provocare vittime. Al termine dell’assalto, dopo aver proceduto all’appello degli studenti, ci si è resi conto che i banditi erano fuggiti portando con loro 4 seminaristi. Secondo un portavoce della polizia, nell’assalto durato una trentina di minuti, i banditi “hanno avuto accesso al dormitorio della scuola, che ospita 268 studenti”. Il rapimento a fine di estorsione di personale ecclesiastico è una triste realtà in Nigeria, nonostante da alcuni anni la Conferenza Episcopale locale abbia proibito il pagamento di riscatti per la liberazione di preti, religiosi/e e seminaristi sequestrati. (L.M.) (Agenzia Fides 13/1/2020)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - Si apre oggi la 114a Assemblea plenaria della Conferenza Episcopale nel segno della riconciliazione
 
Abidjan (Agenzia Fides) - “La comunione al servizio della riconciliazione”. È questo il tema della 114a Assemblea Plenaria della Conferenza Episcopale della Costa d’Avorio, che si tiene dal 13 al 19 gennaio, presso il Centro Lataha di Korhogo, nel nord del Paese.
P. Emmanuel Wohi Nin, Segretario Generale della Conferenza Episcopale, ha annunciato che nel corso dell’Assemblea i Vescovi rifletteranno su una lettera pastorale sulla riconciliazione, "che costituirà l'aspetto principale dell’Assemblea plenaria”, al termine della quale verrà indirizzato un messaggio a tutti gli ivoriani. La lettera stessa verrà pubblicata qualche tempo dopo la conclusione dell’incontro.
Un altro argomento all'ordine del giorno è "il protocollo sulla protezione dei minori e delle persone vulnerabili", secondo le indicazioni di Papa Francesco che ha auspicato che ogni Conferenza Episcopale si doti di un simile documento. Sarà infine discusso il progetto di accordo quadro tra la Santa Sede e la Repubblica della Costa d'Avorio. Alla fine dell’incontro, un comunicato stampa finale sarà reso pubblico durante la messa di chiusura domenica prossima, 19 gennaio. (S.S) (Agenzia Fides 13/1/2020)
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ASIA/FILIPPINE - Si intensifica la preghiera mentre si rischia uno "tsunami vulcanico"
 
Manila (Agenzia Fides) - Mentre Manila e molte province adiacenti si preparano all'eruzione del secondo vulcano più attivo del paese, il Taal, vicino a Manila, i fedeli cattolici intensificano le preghiere per la sicurezza delle popolazioni a rischio. Un'enorme nuvola di cenere è fuoriuscita questa mattina dal cratere centrale del vulcano che si trova a 60 chilometri a sud della capitale delle Manila, oscurando il cielo. "Preghiamo per la sicurezza delle persone che vivono nelle aree vicine al vulcano Taal", ha detto Mons. Pablo Virgilio S. David, Vescovo di Caloocan e vicepresidente della Conferenza episcopale delle Filippine.
Il Taal, a circa 40 miglia a sud di Manila, ha iniziato a mostrare segni di attività. Si sono avvertite scosse sull'isola del vulcano e nei villaggi intorno alla vicina città di Agoncillo, nella provincia di Batangas, dove rumori fragorosi dal vulcano hanno creato paura tra i residenti.
Decine di migliaia di persone sono state evacuate dalle loro residenze e comunità. Il governo ha disposto la chiusura delle scuole e degli uffici pubblici il 13 gennaio. Le autorità hanno inoltre emesso un avvertimento pubblico per la regione di Luzon centrale, che comprende sette province: Aurora, Bataan, Bulacan, Nueva Ecija, Pampanga, Tarlac e Zambales, nell'isola centrale di Luzon. L'allarme vale anche per la regione di Calabarzon che comprende cinque province: Cavite, Laguna, Batangas, Rizal, Quezon e Lucena, oltre alla regione di Metro Manila.
L'Istituto filippino di vulcanologia e sismologia ha alzato il livello di allarme per il vulcano Taal fino al livello quattro (su cinque esistenti), affermando che "un'eruzione esplosiva pericolosa è possibile in poche ore o giorni".
L'Istituto ha avvertito che l'eruzione potrebbe causare uno "tsunami vulcanico" e ha consigliato alle comunità vicine di prendere precauzioni contro eventuali onde del lago che circonda il vulcano. Circa 6.000 persone vivono sull'isola e domenica la popolazione locale è stata trasferita in salvo a Batanga.
A causa degli avvertimenti sullo "Tsunami vulcanico", il governo ha consigliato alle persone di rimanere in casa poiché, in seguito all'eruzione, le ceneri sono molto dannose per la salute, contenendo particelle con anidride carbonica, anidride solforosa, fluoro, acido cloridrico.
L'arcipelago filippino si trova sul cosiddetto "anello di fuoco" del Pacifico, dove le placche tettoniche si scontrano, causando terremoti e regolare attività vulcanica. Nel gennaio 2018, decine di migliaia di persone furono evacuate a causa di un'eruzione del Mont Mayon, nella regione centrale di Bicol. L'ultima eruzione di Taal risale al 1977. La più forte eruzione che ha colpito un'area densamente popolata fu quella del vulcano del Monte Pinatubo nel giugno 1991. (SD) (Agenzia Fides 13/1/2020)
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AMERICA/HAITI - “Il terremoto del 12 gennaio 2010 ci ha lasciato molti insegnamenti”: la testimonianza di un missionario redentorista
 
Port au Prince (Agenzia Fides) – “Port-au-prince è totalmente devastata, ovunque si sentono grida da sotto le macerie” raccontava il Nunzio apostolico a Fides, l'Arcivescovo Bernardito Auza, 10 anni fa, informando così il mondo del terremoto che aveva devastato l'isola e provocato quasi 300 mila morti. Era il 13 gennaio 2010 (vedi Fides 13/01/2010).
Oggi, dopo 10 anni, Fides ha raccolto la testimonianza di uno dei sopravvissuti al sisma, padre P. Renold Antoine, CSsR, che con i missionari redentoristi ha vissuto momento dopo momento le terribili conseguenze di questa tragedia naturale ed è ancora ad Haiti. "Per molti di noi - dice a Fides padre Renold -, la storia di Haiti si divide prima e dopo il terremoto. Una data indimenticabile per l'intero popolo haitiano, dal momento che, in soli 35 secondi, gran parte del paese ha sperimentato la furia della natura per un terremoto che ha lasciato oltre 300.000 morti e migliaia di feriti. Come Redentoristi, abbiamo sofferto in prima persona le conseguenze della tragedia, quando sono crollate le due case principali che avevamo a Port-au-Prince (il monastero di San Gerardo e la casa di San Clemente). Allo stesso tempo, sono crollate la chiesa parrocchiale di San Gerardo e la scuola parrocchiale con centinaia di bambini e insegnanti morti. I confratelli, per grazia di Dio, sono rimasti tutti vivi, alcuni feriti non gravemente. Nelle strade l'immagine era desolante: corpi ammucchiati, feriti e macerie ovunque. La Cattedrale di Port-au-Prince, il palazzo nazionale, il Parlamento e molte parrocchie e centri educativi non hanno resistito alle forti scosse”.
“Il terremoto ad Haiti del 12 gennaio 2010 ci ha lasciato molti insegnamenti, soprattutto che tutti siamo a rischio, e in un minuto possono sparire i sogni di benessere di migliaia di famiglie – prosegue il missionario -. Ma la vera tragedia che sconvolge il nostro paese, in modo estremo, è che la nostra società affronta quotidianamente scenari drammatici di rischio concentrati in alcuni settori della popolazione che hanno subito esclusione storica, povertà estrema, violenza, insicurezza alimentare, corruzione, ingiustizia sociale. Questo è il vero disastro di Haiti: quella lezione dovrebbe essere il contributo indelebile al dolore di così tante persone. Nonostante la natura molte volte inclemente con noi, e la diffusa corruzione che scuote il paese, Haiti è anche un paese che nel suo dolore riesce ancora a sorridere, che ha sempre insegnato la resilienza, la capacità di recuperare e andare avanti. Noi preghiamo che la Nostra Madre del Perpetuo Soccorso, patrona di Haiti, ci assista sempre, in modo che qualcosa di simile non si ripeta mai più" conclude padre Renold.
(CE) (Agenzia Fides 13/01/2020)
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AMERICA/COLOMBIA - Vescovi del Pacifico e del sud-ovest: rispetto dei diritti umani, dei popoli e del diritto internazionale
 
Quibdò (Agenzia Fides) – “In diverse occasioni abbiamo richiamato l’attenzione sulle difficoltà che molte persone vivono nella regione del Pacifico e del Sud-ovest e abbiamo chiesto allo Stato colombiano una soluzione globale che risolva le cause strutturali che sono alla base della crisi umanitaria… >Alziamo di nuovo la nostra voce di Pastori e chiediamo di riprendere il cammino della pace nella prospettiva del rispetto dei diritti umani, dei diritti dei popoli e del diritto internazionale umanitario". E’ quanto chiedono i Vescovi del Pacifico e della regione sud-occidentale della Colombia, esprimendo solidarietà e preoccupazione per la riacutizzazione del conflitto nel dipartimento del Chocò, nella diocesi di Quibdò e in altre regioni di questa area del paese (vedi Fides 18/6/2019; 17/4/2019; 12/10/2017; 2/10/2017; 1/9/2017).
In questi territori vivono soprattutto comunità indigene e afro-discendenti, che vivono “una situazione drammatica”, per questo i Vescovi, attraverso il loro comunicato intitolato “Rafforzare la costruzione della pace di fronte all'acuirsi del conflitto”, si appellano al Governo nazionale e alle altre istanze statali, "perché stabiliscano condizioni per una vita dignitosa e meccanismi di protezione per le comunità e i leader sociali". Chiedono anche attenzione “per possibili collusioni tra membri della Forza pubblica e gruppi illegali, segnalate da organizzazioni sociali e dei diritti umani e dalla diocesi di Quibdó negli anni precedenti e reiterate negli ultimi due anni”. Da parte loro, “i gruppi armati devono essere consapevoli del loro status di aggressori della popolazione civile e, pertanto, accettare il rifiuto di cui sono oggetto a causa delle loro azioni criminali”.
All'inizio del nuovo anno, tra le numerose preoccupazioni in cui vivono tanti cittadini colombiani, i Vescovi ribadiscono la necessità di trovare soluzioni politiche e pacifiche al conflitto armato, con l’ELN (Ejército de Liberación Nacional) per raggiungere un accordo di pace, e con l'AGC (Autodefensas Gaitanistas de Colombia) e altre strutture simili. “Attendiamo la risposta sincera dei vari protagonisti, attraverso gesti concreti di una autentica volontà di pace” concludono il comunicato, chiedendo al popolo colombiano di “pregare e impegnarsi nella costruzione di un paese equo, fraterno e senza violenza”. Il documento è firmato dagli Arcivescovi e Vescovi ordinari di Cali, Popayán, Quibdó, Istmina – Tadó, Apartadó, Mocoa – Sibundoy, Buenaventura, Ipiales, Tumaco, Palmira. (SL) (Agenzia Fides 13/1/2020)
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OCEANIA/AUSTRALIA - Catholic Mission si mobilita per le necessità della popolazione australiana, colpita dagli incendi
 
Sidney (Agenzia Fides) – “Catholic Mission” Australia, che è la Direzione nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in Australia, ha annunciato una immediata collaborazione con la St. Vincent de Paul Society per offrire un contributo concreto nell’opera di cooperazione e solidarietà, al fine di rispondere all’emergenza nazionale degli incendi che, dallo scorso settembre, stanno devastando l’habitat naturale della nazione. “Si tratta di una strage infinita, senza precedenti, una vera e propria catastrofe ambientale che si stima abbia bruciato un’area grande oltre 84 mila chilometri quadrati” afferma una nota di Catholic Mission inviata all’Agenzia Fides.
Per rispondere alla crisi, i Vescovi cattolici australiani, oltre a promuovere una raccolta fondi a livello mondiale, hanno voluto predisporre un piano nazionale che coinvolge tutte le comunità cattoliche. Le Pontificie Opere Missionarie sono da sempre rivolte, per vocazione, alle esigenze delle comunità oltre confine, ma ”riconosciamo che è difficile concentrarsi sulla necessità all’estero quando in Australia è in corso una crisi senza precedenti”, ha affermato Padre Brian Lucas, Direttore nazionale di Catholic Mission.
Per questo le POM sensibilizzano i propri donatori e benefattori a contribuire oggi alle necessità della popolazione all’interno dell’Australia: “Abbiamo molti sostenitori nelle diocesi, gravemente colpite, di tutto il paese. E’ nostro dovere offrire una risposta missionaria e consentirla anche a coloro che vogliono dare la priorità ai loro amici, famiglie e compagni australiani colpiti da questi devastanti incendi boschivi”, nota p. Lucas.
“Le comunità lungo la costa meridionale stanno lottando con grande difficoltà. Tante persone, dalle parrocchie locali alle celebrità, si sono messe insieme per sostenere quanti hanno perso tutto. Faremo la nostra parte”, dice David Harrison, direttore diocesano di Catholic Mission a Wollongong, anch’essa devastata.
L'organizzazione missionaria conferma, però, che i piani di emergenza rivolti alla situazione australiana non interromperanno la distribuzione dei fondi e i progetti già avviati in Africa, Asia e Pacifico dalle POM australiane. “Riconosciamo la gravità della situazione locale ma dobbiamo anche rispettare la nostra missione, restando impegnati nelle comunità che hanno un grande bisogno in tutto il mondo”, conclude padre Lucas.
(AP) (13/1/2020 Agenzia Fides)

venerdì 13 settembre 2019

Agenzia Fides 13 settembre 2019

EUROPA/SPAGNA - Congresso Missionario nazionale in vista del Mese Missionario Straordinario
 
Madrid (Agenzia Fides) – Dal 19 al 22 settembre si terrà a Madrid il Congresso Missionario nazionale, organizzato dalle Pontificie Opere Missionarie (POM) della Spagna, in vista del Mese Missionario Straordinario di Ottobre 2019. Papa Francesco ha indetto il Mese Missionario Straordinario al fine di ravvivare la passione missionaria nella Chiesa, il Congresso affronterà quindi la realtà della missione da una ampia prospettiva, spiega il comunicato inviato all’Agenzia Fides. Oltre alla partecipazione di esperti teologi della missione, parteciperanno Vescovi missionari spagnoli, rappresentanti di nuove realtà ecclesiali, giornalisti, ecc.
Dopo l’inaugurazione del Congresso da parte di S.E.Mons. Francisco Perez, Presidente della Commissione episcopale delle missioni, la relazione di apertura sarà presentata da mons. Guy Bognon, Segretario generale della Pontificia Opera di San Pietro apostolo, sul tema “Battezzati e inviati: l’iniziazione cristiana e la missione”. Seguirà la tavola rotonda “Vescovi in missione” con la partecipazione di tre Vescovi che operano nella Repubblica centrafricana, Ecuador e Ciad. Il secondo giorno sono previste due relazioni (“Dio Trinità e Missione” e “Il mondo attuale, scenario della missione”) e una tavola rotonda con i rappresentanti delle nuove realtà ecclesiali: Opus Dei, Neocatecumenali, Comunità di Sant’Egidio, Movimento dei Focolari.
Anche sabato 21 sono previste due relazioni (“La Chiesa locale nasce dalla missione e vive per la missione” e “Vocazione missionaria ad gentes e ad vitam”) e una tavola rotonda sul tema “I missionari visti dalla nostra società”. Nei due giorni saranno presentate anche una serie di comunicazioni su vari aspetti della missione. Domenica 22 il Presidente della Conferenza episcopale spagnola, il Card. Ricardo Blázquez, presiederà la Concelebrazione eucaristica che sarà trasmessa dall’emittente TVE 2, mentre le conclusioni del Congresso saranno a cura del Direttore nazionale delle POM, d. José Maria Calderon, e del Cardinale Arcivescovo di Madrid, Carlos Osoro. (SL) (Agenzia Fides 13/09/2019)
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AFRICA/SUDAFRICA - Xenofobia: dura presa di posizione dei Vescovi dell’Africa Australe
 
Johannesburg (Agenzia Fides) - “Queste azioni deplorevoli non possono essere condonate in alcun modo né in alcuna maniera si può nascondere il vero volto della xenofobia” afferma un comunicato dell’lnter-Regional Meeting of the Bishops of Southern Africa (lMBISA), l’associazione che riunisce le Conferenze Episcopali di Angola e Sao Tomé, Mozambico, Lesotho, Namibia, Zimbabwe e quella di Sudafrica, Botswana e Eswatini (Swaziland), che condanna l’ondata di violenza contro gli stranieri in Sudafrica (vedi Fides 11/9/2019).
Le violenze dei giorni scorsi hanno preso di mira in particolare la comunità nigeriana che vive in Sudafrica, ma anche i cittadini di Paesi confinanti come il Mozambico e lo Zimbabwe sono stati coinvolti nell’ondata xenofoba.
Il Presidente del Mozambico Filipe Nyusi ha condannato con forza le violenze nel Paese vicino affermando che oltre 500 mozambicani che vivono in Sudafrica hanno avuto la casa distrutta da bande violente. Il Mozambico è il secondo Paese dopo la Nigeria ad avere iniziato a rimpatriare i propri connazionali dal Sudafrica.
I Vescovi dell’IMBISA nel rivolgere i propri pensieri e preghiere alle vittime delle violenze, le invitano al perdono e a evitare la vendetta, che rischia di alimentare la spirale di odio e di violenza. “Crediamo che la maggior parte dei sudafricani, di ogni estrazione sociale, siano spaventati dalle azioni dei loro connazionali. Vi esortiamo a lavorare insieme ai sudafricani che vi tendono la mano per costruire un futuro pacifico” esorta la dichiarazione inviata all’Agenzia Fides.
“L'Africa meridionale è una regione ricca di diversità e di un futuro promettente ma anche di una storia dolorosa. Possano i cattolici, i cristiani, le persone di altre fedi e tutte le persone di buona volontà unirsi per combattere il flagello della xenofobia che può solo danneggiare il futuro della nostra regione e delle nuove generazioni” conclude il comunicato. (L.M.) (Agenzia Fides 13/9/2019)
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AFRICA/EGITTO - Confermato il viaggio promosso dall’Opera Romana Pellegrinaggi che incrocia il “Cammino della Sacra Famiglia”
 
Roma (Agenzia Fides) – Si svolgerà dal 4 all’11 ottobre la prossima visita di gruppi di pellegrini guidati in Egitto dall’Opera Romana Pellegrinaggi (ORP). Il programma della visita comprende anche alcune tappe lungo il cosiddetto “Cammino della Sacra Famiglia”, l'itinerario che unisce luoghi attraversati secondo tradizioni millenarie da Maria, Giuseppe e Gesù Bambino quando trovarono rifugio in Egitto per fuggire dalla violenza di Erode.
Il viaggio, con partenza da Roma, smentisce le voci – rilanciate da alcuni media egiziani a fine luglio – secondo cui l’ORP, su indicazione della Santa Sede, aveva cancellato dalla sua programmazione le trasferte in terra egiziana. Secondo tali indiscrezioni, rivelatesi prive di fondamento, l’asserito annullamento dei pellegrinaggi organizzati dall’ORP in Egitto veniva messo in relazione con le “negligenze” e i ritardi manifestate dal Ministero del Turismo egiziano nel riqualificare con adeguate strutture e servizi di accoglienza turistica le località inserite nel “Cammino della Sacra Famiglia”. Le illazioni sulla ventilata cancellazione dei viaggi organizzati dell’ORP appaiono collegate alle polemiche e alle divergenze tra operatori e soggetti locali coinvolti nei progetti di rilancio del turismo egiziano.
L’Opera Romana Pellegrinaggi è un’istituzione del Vicariato di Roma, organo della Santa Sede, alle dirette dipendenze del Vicario del Papa, che attualmente è il Cardinale Angelo De Donatis.
Ormai da tempo, come documentato dall'Agenzia Fides (vedi Fides 19/9/2018), le autorità egiziane sono impegnate a promuovere anche in chiave turistica il “Cammino della Sacra Famiglia” in Egitto. Il 4 ottobre 2017 (vedi Fides 5/10/2017) Papa Francesco, nel contesto dell'Udienza generale del mercoledì, aveva salutato una folta delegazione egiziana giunta a Roma per promuovere i pellegrinaggi lungo il “Cammino della Sacra Famiglia”. Iniziative sono state messe in campo dalle autorità egiziane anche per far inserire il “Cammino” della Sacra Famiglia nella lista dei siti riconosciuti come “Patrimonio mondiale” dall’Unesco. (GV/PR) (Fides 13/09/2019).
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ASIA/FILIPPINE - Forum ecumenico filippino: riprendere i colloqui di pace tra governo e i gruppi ribelli
 
Manila (Agenzia Fides) - I cristiani filippini, riuniti in un forum ecumenico, esortano il governo e i gruppi ribelli comunisti a riprendere i colloqui di pace e ad avviare nuove sessioni di dialogo per risolvere l'antico conflitto. Come appreso da Fides, oltre cento membri della "Piattaforma di pace ecumenica filippina" (PEPP) che comprende vescovi, sacerdoti, suore e membri di diverse confessioni cristiane, si sono riuniti il ​​12 settembre a Manila, lanciando un accorato appello di pace.
Le uccisioni di agricoltori innocenti e disarmati, altri civili sospettati di sostenere l'esercito del New People's Army (NPA), dei ribelli comunisti, nell'isola di Negros - afferma la Piattaforma in una nota inviata a Fides - hanno fatto scattare l'allarme per il drastico deterioramento della situazione dei diritti umani nelle Filippine negli ultimi dieci mesi. "Squadroni della morte" non ben identificati hanno ucciso insegnanti, un avvocato e diversi funzionari del governo locale. Alcuni osservatori denunciano il coinvolgimento delle forze di sicurezza statali in incidenti violenti: la popolazione è paralizzata dalla paura.
L'omicidio di quattro poliziotti - per i quali il New People's Army ha rivendicato la responsabilità come risposta alla pressione militare - ha accresciuto la mobilitazione e i blitz delle forze armate contro i gruppi insurrezionalisti.
"I sostenitori della pace, della giustizia e dei diritti umani, devono urgentemente suonare le campane della pace, anche chiedendo un'indagine imparziale su fatti, circostanze e cause sottostanti dell'impennata delle uccisioni a Negros", afferma il Forum.
Nel 2017 i negoziati di pace tra ribelli e governo erano giunti al quinto round di colloqui quando Duterte ne ordinò la cessazione immediata del dialogo dopo aver accusato i ribelli di lanciare attacchi contro le forze statali.
Come membro del Forum di pace, l'Arcivescovo gesuita Antonio J. Ledesma, ha affermato: "Risuona il nostro appello urgente per la pace. Continuiamo a chiedere la ripresa del dialogo tra governo e Fronte dei ribelli". I colloqui di pace creerebbero le condizioni per ridurre il conflitto armato e il clima di paura che avvolge le province di Negros, ha detto mons. Ledesma.
Riconoscendo che la disuguaglianza sociale e l'ingiustizia sono alla base dei conflitti armati nel paese, il Forum ecumenico nota che "i colloqui di pace possono cercare di affrontare le radici del conflitto armato, senza ricorrere alla guerra totale e alle violazioni dei diritti umani".
I partecipanti alla Piattaforma ecumenica hanno valutato insieme come si è deteriorata la situazione dei diritti umani e della pace nei 21 mesi trascorsi da quando il presidente Duterte ha messo fine ai negoziati di pace. I partecipanti hanno articolato un piano comune su come i difensori della pace possono lavorare per contribuire a realizzare la pace sociale.
“Nei momenti della storia in cui i cieli sono stati coperti, i fautori della pace si sono fatti avanti portando torce accese di speranza e nuove possibilità. Dobbiamo colmare il divario, costruire ponti per creare l'atmosfera necessaria per costruire la pace nella nostra terra", ha detto Carol P. Aruaullo, attivista della "Campaign for Just and Lasting Peace".
La PEPP è un organismo ecumenico, composta da membri della Conferenza episcopale cattolica, del Consiglio nazionale delle Chiese protestanti, dall'Associazione dei superiori religiosi più importanti, dal Consiglio filippino delle Chiese evangeliche e dal Forum ecumenico dei Vescovi. (SD) (Agenzia Fides 13/9/2019)
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AMERICA/BOLIVIA - Da due mesi la foresta brucia: i Vescovi chiedono l’intervento delle autorità e dure sanzioni per i responsabili
 
Santa Cruz (Agenzia Fides) – Ormai da 2 mesi la foresta della Bolivia brucia in diverse parti senza fermarsi. Secondo le agenzie, sono ancora più di mille i punti di fuoco che continuano a bruciare, erano più di 7 mila un mese fa. Alcuni esperti in materia considerano che nessun intervento per spegnere il fuoco riuscirà in modo positivo, in quanto "occorre isolare i focolai più grandi del fuoco con delle ruspe o altre macchine, per non far camminare oltre il fuoco", come ha detto il governatore della provincia orientale di Santa Cruz, Ruben Costa.
Il Segretario generale della Conferenza episcopale boliviana (CEB) ha inviato a Fides la dichiarazione dell'11 settembre, intitolata "Danni irreparabili alla nostra casa comune" su quanto vive il paese. Nel testo Mons. Aurelio Pesoa, Segretario generale della CEB, si riferisce a un disastro naturale e senza precedenti in tre zone precisa del territorio boliviano: l'Amazzonia boliviana, Chiquitanía e Chaco.
Viene quindi chiesto al governo nazionale di “intervenire urgentemente e immediatamente, di dichiarare l'emergenza nazionale nelle aree colpite, di promulgare un decreto di divieto assoluto di ogni coltivazione ed estrazione, promuovendo solo le attività di riforestazione, nonché amministrando in modo efficiente le risorse provenienti dagli aiuti nazionali e internazionali”.
"Gli incendi stanno distruggendo una ricchezza naturale inestimabile nella parte orientale del nostro paese, sono già stati bruciati più di due milioni di ettari” si legge nel testo, che richiama “le situazioni di necessità” venutesi a creare di conseguenza e la vittima, “di cui ci rammarichiamo".
"Ci sono serie indicazioni che dietro a questo disastro nazionale e umanitario ci sia una decisione di espandere la frontiera agricola in Bolivia senza tenere conto degli interessi della casa comune, né dei principi di base dell'etica ecologica, né dei popoli indigeni" afferma il testo dei Vescovi.
"In nome del Dio della vita, chiediamo al governo autonomo di Santa Cruz e ai governi municipali, di fare ogni sforzo affinché l'aiuto raggiunga le aree colpite e sia distribuito in base ai danni reali degli abitanti, che hanno visto distrutti i loro averi, i loro animali e i loro raccolti. Queste misure devono essere accompagnate da sanzioni esemplari per coloro che causano questi incendi, considerando la gravità del crimine contro l'ecosistema e la biodiversità".
Il testo si conclude con la richiesta a tutti i boliviani di portare aiuti attraverso le parrocchie, che sono concentrate nel soccorso alle persone vittime di questa terribile tragedia.
(CE) (Agenzia Fides, 13/09/2019)
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OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - Christus Vivit: la forza dei giovani per combattere le dipendenze
 
Port Moresby (Agenzia Fides) – “I giovani e l’abuso di droghe”: è questo il tema del programma di approfondimento radiofonico “Chat Room” diffuso dal Tribe 92FM, stazione radiofonica dedicata e incentrata sui giovani in Papua Nuova Guinea. Sulle onde radio, i giovani del paese continuano ad affrontare tematiche cruciali per la loro vita quotidiana. Tra queste, dibattendo sul tema della diffusione e prevenzione delle tossicodipendenze tra i giovani nella società, un gruppo di studenti dell’Istituto De La Salle ha lavorato sul fatto che i giovani, se incoraggiati e spinti nella giusta direzione, riescono a evitare o abbandonare l'abuso di droghe. “I giovani sono l’ ‘adesso’ del mondo di oggi” ha detto uno dei partecipanti che, riflettendo sull’esortazione apostolica Christus Vivit di Papa Francesco dedicata ai giovani, ha aggiunto che “è necessario offrire assistenza e orientamento ai giovani per aiutarli a diventare individui e leader migliori”. In questo percorso l’annuncio di Cristo per la loro vita può essere determinante per far ritrovare loro la pienezza, la gioia e una vita felice.
Nel dibattito sono stati messi in risalto i punti salienti del discorso del Papa ai giovani, le statistiche attuali sull'abuso di droghe nel paese, l'impatto sociale e psicologico, i fattori che contribuiscono all'abuso di droghe e i loro effetti sulla società. Secondo le statistiche riportate, tre giovani su cinque in Papua Nuova Guinea finiscono per cadere nella dipendenza da droghe e alcol. I fattori scatenanti sono di carattere fisico, psicologico, sociale: senso di inadeguatezza, disoccupazione, urbanizzazione. “Occorre una maggiore consapevolezza soprattutto tra i giovani. Solo comprendendo il problema e i suoi effetti devastanti i giovani possono astenersi dalle droghe”, ha affermato un altro dei ragazzi intervenuti.
Al termine del programma, i giovani studenti dell’Istituto De La Salle si sono rivolti agli ascoltatori invitandoli all’ascolto, a circondarsi di persone positive ed evitare relazioni nocive. (AP) (13/9/2018 Agenzia Fides)
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EUROPA/REP. CECA - Conferma del Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie, Diac. Leos Halbrstat
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in data 21 giugno 2019 ha confermato nell’incarico di Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) nella Repubblica Ceca per un altro quinquennio (2019-2024), il Diacono permanente Leos Halbrstat, della diocesi di Hradec Kralove. (SL) (Agenzia Fides 13/09/2019)
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ASIA/INDONESIA - Conferma del Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie, D. Marcus Nur Widipranoto
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in data 3 luglio 2019 ha confermato Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) in Indonesia per un altro quinquennio (2019-2024), il rev. D. Marcus Nur Widipranoto, del clero dell’Arcidiocesi di Semarang. (SL) (Agenzia Fides 13/09/2019)

domenica 18 novembre 2018

Vatican News 18/11/2018

Vatican News
Le notizie del giorno
18/11/2018
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Nella Basilica Vaticana, il Pontefice celebra la Messa in occasione della Giornata mondiale dei poveri e chiede a tutti di “amare gratuitamente”, secondo l’esempio di Gesù, in un mondo dove troppo spesso si calpesta la “dignità umana” nell’indifferenza pressoché generale. Per l’occasione, Papa ... 
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In occasione della Giornata Mondiale dei Poveri, dopo la Messa e l'Angelus Papa Francesco ha pranzato con circa 1.500 bisognosi nell'Aula Paolo VI 
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Giornata mondiale dei poveri
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Si celebra oggi la seconda Giornata Mondiale dei Poveri, istituita dal Papa. Dall’Ordine di Malta l’impegno mettersi al servizio dei più bisognosi come ... 

lunedì 9 maggio 2016

Bollettino Agenzia Fides di lunedì 9 maggio 2016

AFRICA/TANZANIA - Chiesa cattolica incendiata: terzo luogo di culto cristiano dato alle fiamme dall’inizio dell’anno
 
Dar es Salaam (Agenzia Fides) - Una chiesa cattolica è stata data alla fiamme nel nord-ovest della Tanzania. Si tratta della chiesa di Nyarwele, nella regione di Kagera, nell’estremo nord-ovest della Tanzania, al confine con Uganda, Burundi e Rwanda.
Secondo notizie solo ora pervenute all’Agenzia Fides, il fatto è avvenuto il 2 maggio. Secondo i testimoni le fiamme hanno distrutto tra l’altro documenti della parrocchia, sedie, panche, libri liturgici e il generatore.
Si tratta del terzo luogo di culto cristiano dato alle fiamme nell’area dall’inizio dell’anno. Negli ultimi quattro mesi sono stati bruciati un tempio della Tanzania Assemblies of God ed uno Pentecostale. Nel settembre 2015, sempre a Kagera, erano state bruciate nel giro di una settimana ben sei chiese, tra cui quella cattolica di Kitundu.
“Quelli che pensano che distruggendo le nostre chiese non pregheremo più, si sbagliano...c’è un grande albero vicino alla chiesa e continueremo a riunirci lì per pregare” ha detto don Fortunatus Bijura, uno dei sacerdoti che operava nella chiesa distrutta.
Sua Ecc. Mons. Almachius Vicent Rweyongeza, Vescovo di Kayanga, la diocesi sotto la quale ricade Nyarwele, ha invitato tutti alla calma e alla collaborazione con le autorità di polizia per portare di fronte alla giustizia gli autori di questi crimini. (L.M.) (Agenzia Fides 9/5/2016)
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AFRICA/NIGERIA - Massacri nel sud-est: “c’è chi soffia sul fuoco dello scontro religioso” avverte il Card. Onaiyekan
 

Abuja (Agenzia Fides) - “C’è un vento terribile che soffia nel nostro Paese. Ci sono così tante persone che stanno alimentando le fiamme della discordia e dell’odio che sta diventando molto difficile predicare l’unità e il naturale amore reciproco, mentre alcuni già prevedono uno scontro tra cristiani e musulmani”. È il grido d’allarme lanciato dal Card. John Onaiyekan, Arcivescovo di Abuja, dopo i recenti massacri attribuiti a pastori Fulani nel sud-est della Nigeria (vedi Fides 2/5/2016).
Riferendosi ai massacri il Card. Onaiyekan ha affermato: “Vi sono persone che interpretano gli scontri tra pastori e agricoltori come la linea del fronte della battaglia. Alcuni stanno affilando i coltelli per essere pronti alla battaglia decisiva”. Il Cardinale ha sottolineato che “una delle responsabilità primarie del governo è quella di garantire la sicurezza della vita e delle proprietà di tutti i nigeriani; questo significa che quando hai gruppi di persone, che siano pastori o sequestratori, o banditi armati, il governo deve trovare i modi per sconfiggerli”.
“Grazie a Dio - ha rimarcato - ci sono tanti nigeriani che credono che non siamo condannati ad ucciderci l’un l’altro e che c’è la speranza di vivere insieme”. Un fatto che il Cardinale Onaiyekan ricorda sempre quando si trova all’estero. “Vado in giro per il mondo a dire che in Nigeria abbiamo non meno di 80 milioni di cristiani e 80 milioni di musulmani che vivono insieme, giorno per giorno”.
Il Cardinale ha ricordato che mali comuni, come Ebola o la corruzione, colpiscono indistintamente tutti i nigeriani, a qualunque religione appartengano, così ci sono ladri e corrotti tra i cristiani come tra i musulmani. “Tutti noi soffriamo a causa della corruzione. Abbiamo il compito comune di chiedere con insistenza un buon governo e l’onestà di chi ci governa. Per questo, dobbiamo unirci e affrontare insieme le sfide comuni” ha concluso. (L.M.) (Agenzia Fides 9/5/2016)
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ASIA/FILIPPINE - La Chiesa agli elettori: “Pensate a Cristo al momento del voto”
 
Manila (Agenzia Fides) – Tenere Cristo nei pensieri, mentre si esprime il voto per le elezioni politiche di oggi, 9 maggio: è l’esortazione rivolta agli elettori dalla Chiesa filippina in occasione della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, celebrata ieri. “Esercitando il nostro sacro dovere del voto, pensiamo sempre a Cristo prima di parlare, di comunicare, di agire” ha detto p Chris Arthur Militante, portavoce dell'Arcidiocesi di Palo. Concorda suor Gemma Ria Dela Cruz, delle Figlie di San Paolo, invitando a “mettere l'amore e la misericordia di Cristo al centro dell’importante esercizio politico di quest'anno”, seguendo il criterio della “verità nella carità” come guida per gli elettori nella scelta i leader nazionali.
“Urge votare per la pace. Il voto per la pace significa la scelta di candidati che lavoreranno per una pace giusta e duratura” e “che vedono il servizio pubblico come mezzo per lavorare per il bene comune”, hanno aggiunto i leader dell’organizzazione Philippine Ecumenical Peace Platform (PEPP), che riunisce enti cristiani di diverse confessioni. Il forum segnala quegli uomini che “sappiano affrontare le sfide della giustizia sociale e la necessità di riforme socio-economiche fondamentali, toccando i temi della povertà e della disuguaglianza, radici del conflitto armato nel Sud del paese”.
Nei giorni scorsi anche il Card. Luis Antonio Tagle, Arcivescovo di Manila, nel corso di una Messa nella Cattedrale di Manila, ha ribadito che “l'elezione di un candidato è una benedizione che porta con sé una grande responsabilità”. L’eletto è chiamato a “realizzare i sogni della gente e il bene comune”. La Chiesa ha proposto a tutti candidati la firma di una simbolica convenzione che li impegna a essere “veritieri, responsabili, trasparenti e onesti”. (PA) (Agenzia Fides 9/5/2016)
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ASIA/IRAQ - Il Patriarca Luis Raphael I scrive alla diocesi caldea in Usa: i sacerdoti emigrati senza permesso riflettano sulla propria vocazione
 
Baghdad (Agenzia Fides) – Dividere il corpo ecclesiale in gruppi separati è “un peccato grave”, in un momento in cui la Chiesa caldea è sollecitata anche dalle drammatiche circostanze storiche a custodire con particolare cura l'unità. Per questo, anche le comunità in diapora che appartengono all'eparchia di san Pietro dei Caldei, con sede a San Diego, in California, sono chiamate a camminare sulla via della riconciliazione, e approfittare della nomina del nuovo Amministratore apostolico per favorire il ritorno al proprio “eccellente inizio”. Così il Patriarca Louis Raphael I si rivolge ai sacerdoti, ai religiosi e ai fedeli della diocesi caldea negli Usa, nella lettera in cui annuncia anche la nomina come loro Amministratore apostolico sede vacante dell'Arcivescovo Shlemon Warduni, Vescovo ausiliare di Baghdad, in attesa che il Sinodo caldeo proceda all'elezione del nuovo Vescovo, dopo che sabato 7 maggio Papa Francesco ha accettato la rinun cia al governo pastorale dell'Eparchia presentata da Mons. Sarhad Jammo.
Nel messaggio inviato all'eparchia di San Pietro dei Caldei a San Diego, il Patriarca si rivolge in particolare alla "coscienza" dei monaci e sacerdoti caldei che dall'Iraq si sono trasferiti negli Usa senza il consenso dei propri superiori. Il Patriarca li invita a riflettere sulle proprie responsabilità di persone consacrate a Cristo, e a liberarsi da tutti gli ostacoli che gli impediscono di compiere la loro missione, a cominciare dalla tentazione di mantenere posizioni comode e di prestigio. "Per favore”, ripete il primate della Chiesa caldea, “non permettete a nessuno di separarvi dalle vostre diocesi e dai vostri monasteri d'origine... Il vostro futuro consiste nell'affidarsi al Signore, per rendere testimonianza a Cristo non solo a parole, ma con l'esempio, rinnegando voi stessi, amando e servendo la vostra gente, a partire da chi è nel bisogno”.
La vicenda dei monaci e dei sacerdoti diocesani che hanno lasciato le proprie diocesi e comunità religiose in Iraq per emigrare e trasferirsi all'estero senza il consenso dei superiori è da lungo tempo al centro della sollecitudine pastorale del Patriarcate caldeo e del Sinodo caldei. “Dobbiamo vivere e morire nel luogo dove Dio ci chiama” aveva scritto il Patriarca Luis Raphael in un messaggio dedicato a questo problema pastorale già nel settembre 2014 (Vedi Fides 23/9/2014). Sacerdoti e religiosi – si leggeva già in quel proninciamento patriarcale, rilanciato dall'Agenzia Fides - “non devono avere come aspirazione la ricerca di condizioni di vita confortevoli, ma servire i fratelli seguendo Cristo, anche accettando di portare la croce, quando ciò viene richiesto dalla circostanze. Per questo nessuno può abbandonare la propria diocesi o la propria comunità religiosa senza l'approvazione formale del Vescovo o del proprio superiore, secondo quanto è stato ribadito anche in occasione del Sinodo dei Vescovi caldei tenutosi nel giugno 2013”. (GV) (Agenzia Fides 9/5/2016)
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ASIA/CAMBOGIA - Nell’Anno del Giubileo 111 battesimi e 80 catecumeni
 
Phnom Penh (Agenzia Fides) – Sono 111 i nuovi battezzati che arricchiscono la Chiesa cambogiana nell’Anno della Misericordia, e 80 i catecumeni ammessi, durante il tempo di Quaresima, a camminare nella comunità preparandosi al Sacramento del battesimo: lo riferisce all’Agenzia Fides il Vicariato apostolico di Phnom Penh, guidato dal Vescovo Olivier Schmitthaeusler. I 111 nuovi fedeli hanno ricevuto il battesimo durante la Veglia pasquale, nella cattedrale di Phnom Penh, per la grande gioia della intera comunità.
Il cammino giubilare è stato segnato, riferisco il Vescovo, da diversi momenti molto importanti, come il ritiro spirituale sul tema della misericordia, a cui hanno preso parte circa 500 fedeli provenienti dai diversi settori pastorali del Vicariato. Mons. Olivier, parlando ai presenti, si è soffermato sul tema della grazia. “La grazia è dono di Dio. La grazia è la compassione. Dio aspetta, accoglie e perdona l'umanità sempre. La grazia ci ispira a vivere una vera conversione del cuore con la misericordia e la giustizia”. Il Vescovo ha esortato i fedeli a mettere in pratica le opere di misericordia corporali e spirituali, inviando anche un messaggio ai parroci perché continuino a sollecitare le loro comunità per praticarle insieme, in forma comunitaria.
Nella lettera pastorale diffusa all’inizio del Giubileo straordinario, il Vicario apostolico aveva invitato a vivere l’Anno della Misericordia all'insegna di opere di carità ispirate dal Vangelo del Buon Samaritano e compiendo almeno un pellegrinaggio. (PA) (Agenzia Fides 9/5/2016)
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ASIA/EMIRATI ARABI - Il Catholicos Aram I inaugura la scuola e il Centro culturale armeno a Abu Dhabi
 
Abu Dhabi (Agenzia Fides) – Centinaia di immigrati armeni che lavorano negli Emirati Arabi Uniti hanno preso parte, sabato 7 maggio, all'inauguraizone ufficiale del nuovo Centro culturale armeno, situato nell'area di Musaffah, a Abu Dhabi, e annesso alla prima chiesa armena apostolica inaugurata nella capitale degli Emirati nel dicembre del 2014. All'inauguarazione del Centro, cha rappresenterà d'ora in poi un importante punto di riferimento per la vita culturale e sociale dei cristiani armeni presenti nel Paese, ha preso parte anche lo Sheikh Nahyan Bin Mubarak Al Nahyan, Ministro della cultura, insieme al Catholicos armeno della Grande Casa di Cilicia Aram I. Rivolgendosi ai presenti, il Ministro Nahyan ha voluto sottolineare che il luogo di culto, e ora il Centro culturale ad esso collegato, rappresentano una conferma che “la tolleranza e il rispetto delle altre fedi sono pilastri fondamentali del nostro Paese, possono convivere in pace e sicurezza”. In occasione dell'inaugurazione, fonti locali hanno rilanciato le affermazioni di padre Mesrob Sarkissian, responsabile delle comunità armene apostoliche locali, secondo il quale gli armeni negli Emirati Arabi sono almeno 10mila. (GV) (Agenzia Fides 9/5/2016). 
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AMERICA/ARGENTINA - Incontro delle diocesi di frontiera di 4 paesi dedicato all’ambiente e ai cambiamenti climatici
 
El Paso (Agenzia Fides) – Si apre oggi, 9 maggio, e si concluderà l’11 maggio, il 31° Incontro delle “Diocesi di frontiera” che vedrà riunite un centinaio di persone tra Vescovi, sacerdoti, religiose e laici di quattro nazioni: Argentina, Paraguay, Brasile e Uruguay. La riunione si svolge al Paso de la Patria, località nota come El Paso, nella provincia argentina di Corrientes, e analizzerà i problemi pastorali comuni alle circoscrizioni ecclesiastiche di frontiera delle quattro nazioni. Quest’anno il tema scelto è quello dell’ambiente, seguendo la recente enciclica “Laudato Sì”.
Secondo le informazioni pervenute a Fides, i partecipanti discuteranno vari temi legati all'ecologia e alla cura dell'ambiente, con tutto ciò che attualmente comportano i cambiamenti climatici nella regione e i problemi che interessano l'area. Tra le altre questioni da affrontare sono evidenziate: la desertificazione, ambiente e sviluppo, il modello agroindustriale argentino, gli impatti sull'economia, l'ambiente, la salute, i conflitti sociali. (SL) (Agenzia Fides 9/05/2016)
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AMERICA/BRASILE - Settimana per l’unità dei cristiani: rispettosi, non solo tolleranti, verso i migranti
 
San Paolo (Agenzia Fides) – In Brasile, come in diversi altri paesi dell’America Latina, la settimana che precede la solennità di Pentecoste è dedicata alla preghiera per l’unità dei cristiani. “Chiamati e chiamate a proclamare le grandi opere del Signore" è il tema scelto per la settimana di quest’anno in Brasile, dall’8 al 15 maggio, che trae spunto dal versetto biblico 1Pt 2,9 richiamando la realtà delle migrazioni. Secondo le informazioni pervenute a Fides, la proposta del tema è del movimento ecumenico della Lettonia, adattata in Brasile dal Movimento Ecumenico Curitiba (MoveC).
Nella lettera dei rappresentanti delle diverse comunità cristiane brasiliane diffusa per la circostanza, si sottolinea che “l'anno 2015 è stato caratterizzato dalle ondate migratorie. Anche all'inizio di quest'anno, abbiamo visto in Europa, migranti e rifugiati disperati alla ricerca di nuove condizioni di vita. I loro paesi sono stati distrutti da guerre e disastri ambientali. Alcuni paesi hanno scelto di chiudere le proprie frontiere per impedire l'ingresso ai migranti. Altri stanno pensando a questa possibilità”.
Quindi evidenziano che “in Brasile, la situazione non è così drammatica come lo è in Europa. Ma anche qui è aumentato il numero di migranti e rifugiati… Purtroppo, nel 2015, alcuni migranti sono stati picchiati e sono stati oggetto di preconcetti. Atteggiamenti razzisti e pregiudizi non sono coerenti con le grandi opere di Dio”. Il testo ricorda che in passato un numero significativo di gruppi etnici è arrivato in Brasile per motivi legati alla fame e alla guerra, trovando qui accglienza e protezione.
“Il battesimo ci chiama al rispetto per i migranti. Più che tolleranti, dobbiamo essere rispettosi – esorta la lettera -. La tolleranza dovrebbe portare al riconoscimento del diritto alla dignità che è insito in ogni essere umano. Siamo chiamati e chiamate a proclamare le grandi opere del Signore! Che questa proclamazione si traduca in atteggiamenti di dialogo, accoglienza e rispetto per quelle persone che vengono nel nostro paese in cerca di nuove opportunità di vita”. (SL) (Agenzia Fides 9/05/2016)
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AMERICA/MESSICO - Nuovi progetti per arginare il fenomeno dei bambini di strada
 
Villahermosa (Agenzia Fides) - Le istituzioni locali dello Stato messicano di Tabasco si stanno unendo per affrontare il problema dei bambini di strada e porre un rimedio tutti insieme. Nonostante esista un Centro di Assistenza per i Minori e gli Adolescenti (CAIMA), creato per offrire tutela sociale integrale a bambini e adolescenti di strada, nelle fascia di età tra 10 e 17 anni, a rischio di farmaco dipendenza, privi del loro ambiente familiare e senza una dimora fissa alla quale fare riferimento, questo non viene utilizzato a causa delle gravi lacune che esistono nella legge. Tra l’altro è previsto che i minori rimangano solo se lo vogliono e le autorità non possono obbligarli. Attualmente al CAIMA ci sono solo 9 bambini. Qui hanno da dormire, vestiti, cibo, assistenza medica, psicologica, laboratori, attività ricreative e culturali, sportive. (AP) (9/5/2016 Agenzia Fides)
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AMERICA - Un anno di zika in America latina
 
Brasilia (Agenzia Fides) - Dalla sua scoperta in Uganda, nel 1947, il virus Zika non era mai uscito dall’Africa fino a quando nel 2007 sono stati registrati 185 casi sospetti in Micronesia, nel Pacifico. L’unico precedente dell’attuale epidemia in America latina è stato registrato nel 2013 nella Polinesia francese. Negli ultimi sette anni sono stati diagnosticati casi sporadici del virus un Cambogia, Thailandia, Indonesia, Nuova Caledonia, Isola di Pasqua (Cile) o Isole Cook.
Dal 7 maggio del 2015 lo Zika ha iniziato a dilagare i 42 Paesi. In Brasile, epicentro dell’epidemia, sono stati confermati 1.168 casi di microcefalia in neonati, anche se i sospetti riferiscono circa 7.150. Inoltre, sono stati riscontrati 246 decessi in aborti o immediatamente dopo il parto a causa dei danni cerebrali. Nel mese di febbraio 2015, un gruppo di medici del nordest del Brasile ha iniziato ad individuare un numero fuori dal normale di pazienti con sintomi simili all’influenza, con febbre, senso di malessere e eruzioni cutanee. A fine marzo, il numero di contagi superava i 7 mila: si trattava del virus Zika. (AP) (9/5/2016 Agenzia Fides) 

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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