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AFRICA/SUDAFRICA - Xenofobia: dura presa di posizione dei Vescovi dell’Africa Australe | |||
Johannesburg (Agenzia Fides) - “Queste azioni deplorevoli non possono essere condonate in alcun modo né in alcuna maniera si può nascondere il vero volto della xenofobia” afferma un comunicato dell’lnter-Regional Meeting of the Bishops of Southern Africa (lMBISA), l’associazione che riunisce le Conferenze Episcopali di Angola e Sao Tomé, Mozambico, Lesotho, Namibia, Zimbabwe e quella di Sudafrica, Botswana e Eswatini (Swaziland), che condanna l’ondata di violenza contro gli stranieri in Sudafrica (vedi Fides 11/9/2019). Le violenze dei giorni scorsi hanno preso di mira in particolare la comunità nigeriana che vive in Sudafrica, ma anche i cittadini di Paesi confinanti come il Mozambico e lo Zimbabwe sono stati coinvolti nell’ondata xenofoba. Il Presidente del Mozambico Filipe Nyusi ha condannato con forza le violenze nel Paese vicino affermando che oltre 500 mozambicani che vivono in Sudafrica hanno avuto la casa distrutta da bande violente. Il Mozambico è il secondo Paese dopo la Nigeria ad avere iniziato a rimpatriare i propri connazionali dal Sudafrica. I Vescovi dell’IMBISA nel rivolgere i propri pensieri e preghiere alle vittime delle violenze, le invitano al perdono e a evitare la vendetta, che rischia di alimentare la spirale di odio e di violenza. “Crediamo che la maggior parte dei sudafricani, di ogni estrazione sociale, siano spaventati dalle azioni dei loro connazionali. Vi esortiamo a lavorare insieme ai sudafricani che vi tendono la mano per costruire un futuro pacifico” esorta la dichiarazione inviata all’Agenzia Fides. “L'Africa meridionale è una regione ricca di diversità e di un futuro promettente ma anche di una storia dolorosa. Possano i cattolici, i cristiani, le persone di altre fedi e tutte le persone di buona volontà unirsi per combattere il flagello della xenofobia che può solo danneggiare il futuro della nostra regione e delle nuove generazioni” conclude il comunicato. (L.M.) (Agenzia Fides 13/9/2019) | |||
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AFRICA/EGITTO - Confermato il viaggio promosso dall’Opera Romana Pellegrinaggi che incrocia il “Cammino della Sacra Famiglia” | |||
Roma (Agenzia Fides) – Si svolgerà dal 4 all’11 ottobre la prossima visita di gruppi di pellegrini guidati in Egitto dall’Opera Romana Pellegrinaggi (ORP). Il programma della visita comprende anche alcune tappe lungo il cosiddetto “Cammino della Sacra Famiglia”, l'itinerario che unisce luoghi attraversati secondo tradizioni millenarie da Maria, Giuseppe e Gesù Bambino quando trovarono rifugio in Egitto per fuggire dalla violenza di Erode. Il viaggio, con partenza da Roma, smentisce le voci – rilanciate da alcuni media egiziani a fine luglio – secondo cui l’ORP, su indicazione della Santa Sede, aveva cancellato dalla sua programmazione le trasferte in terra egiziana. Secondo tali indiscrezioni, rivelatesi prive di fondamento, l’asserito annullamento dei pellegrinaggi organizzati dall’ORP in Egitto veniva messo in relazione con le “negligenze” e i ritardi manifestate dal Ministero del Turismo egiziano nel riqualificare con adeguate strutture e servizi di accoglienza turistica le località inserite nel “Cammino della Sacra Famiglia”. Le illazioni sulla ventilata cancellazione dei viaggi organizzati dell’ORP appaiono collegate alle polemiche e alle divergenze tra operatori e soggetti locali coinvolti nei progetti di rilancio del turismo egiziano. L’Opera Romana Pellegrinaggi è un’istituzione del Vicariato di Roma, organo della Santa Sede, alle dirette dipendenze del Vicario del Papa, che attualmente è il Cardinale Angelo De Donatis. Ormai da tempo, come documentato dall'Agenzia Fides (vedi Fides 19/9/2018), le autorità egiziane sono impegnate a promuovere anche in chiave turistica il “Cammino della Sacra Famiglia” in Egitto. Il 4 ottobre 2017 (vedi Fides 5/10/2017) Papa Francesco, nel contesto dell'Udienza generale del mercoledì, aveva salutato una folta delegazione egiziana giunta a Roma per promuovere i pellegrinaggi lungo il “Cammino della Sacra Famiglia”. Iniziative sono state messe in campo dalle autorità egiziane anche per far inserire il “Cammino” della Sacra Famiglia nella lista dei siti riconosciuti come “Patrimonio mondiale” dall’Unesco. (GV/PR) (Fides 13/09/2019). | |||
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ASIA/FILIPPINE - Forum ecumenico filippino: riprendere i colloqui di pace tra governo e i gruppi ribelli | |||
Manila (Agenzia Fides) - I cristiani filippini, riuniti in un forum ecumenico, esortano il governo e i gruppi ribelli comunisti a riprendere i colloqui di pace e ad avviare nuove sessioni di dialogo per risolvere l'antico conflitto. Come appreso da Fides, oltre cento membri della "Piattaforma di pace ecumenica filippina" (PEPP) che comprende vescovi, sacerdoti, suore e membri di diverse confessioni cristiane, si sono riuniti il 12 settembre a Manila, lanciando un accorato appello di pace. Le uccisioni di agricoltori innocenti e disarmati, altri civili sospettati di sostenere l'esercito del New People's Army (NPA), dei ribelli comunisti, nell'isola di Negros - afferma la Piattaforma in una nota inviata a Fides - hanno fatto scattare l'allarme per il drastico deterioramento della situazione dei diritti umani nelle Filippine negli ultimi dieci mesi. "Squadroni della morte" non ben identificati hanno ucciso insegnanti, un avvocato e diversi funzionari del governo locale. Alcuni osservatori denunciano il coinvolgimento delle forze di sicurezza statali in incidenti violenti: la popolazione è paralizzata dalla paura. L'omicidio di quattro poliziotti - per i quali il New People's Army ha rivendicato la responsabilità come risposta alla pressione militare - ha accresciuto la mobilitazione e i blitz delle forze armate contro i gruppi insurrezionalisti. "I sostenitori della pace, della giustizia e dei diritti umani, devono urgentemente suonare le campane della pace, anche chiedendo un'indagine imparziale su fatti, circostanze e cause sottostanti dell'impennata delle uccisioni a Negros", afferma il Forum. Nel 2017 i negoziati di pace tra ribelli e governo erano giunti al quinto round di colloqui quando Duterte ne ordinò la cessazione immediata del dialogo dopo aver accusato i ribelli di lanciare attacchi contro le forze statali. Come membro del Forum di pace, l'Arcivescovo gesuita Antonio J. Ledesma, ha affermato: "Risuona il nostro appello urgente per la pace. Continuiamo a chiedere la ripresa del dialogo tra governo e Fronte dei ribelli". I colloqui di pace creerebbero le condizioni per ridurre il conflitto armato e il clima di paura che avvolge le province di Negros, ha detto mons. Ledesma. Riconoscendo che la disuguaglianza sociale e l'ingiustizia sono alla base dei conflitti armati nel paese, il Forum ecumenico nota che "i colloqui di pace possono cercare di affrontare le radici del conflitto armato, senza ricorrere alla guerra totale e alle violazioni dei diritti umani". I partecipanti alla Piattaforma ecumenica hanno valutato insieme come si è deteriorata la situazione dei diritti umani e della pace nei 21 mesi trascorsi da quando il presidente Duterte ha messo fine ai negoziati di pace. I partecipanti hanno articolato un piano comune su come i difensori della pace possono lavorare per contribuire a realizzare la pace sociale. “Nei momenti della storia in cui i cieli sono stati coperti, i fautori della pace si sono fatti avanti portando torce accese di speranza e nuove possibilità. Dobbiamo colmare il divario, costruire ponti per creare l'atmosfera necessaria per costruire la pace nella nostra terra", ha detto Carol P. Aruaullo, attivista della "Campaign for Just and Lasting Peace". La PEPP è un organismo ecumenico, composta da membri della Conferenza episcopale cattolica, del Consiglio nazionale delle Chiese protestanti, dall'Associazione dei superiori religiosi più importanti, dal Consiglio filippino delle Chiese evangeliche e dal Forum ecumenico dei Vescovi. (SD) (Agenzia Fides 13/9/2019) | |||
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AMERICA/BOLIVIA - Da due mesi la foresta brucia: i Vescovi chiedono l’intervento delle autorità e dure sanzioni per i responsabili | |||
Santa Cruz (Agenzia Fides) – Ormai da 2 mesi la foresta della Bolivia brucia in diverse parti senza fermarsi. Secondo le agenzie, sono ancora più di mille i punti di fuoco che continuano a bruciare, erano più di 7 mila un mese fa. Alcuni esperti in materia considerano che nessun intervento per spegnere il fuoco riuscirà in modo positivo, in quanto "occorre isolare i focolai più grandi del fuoco con delle ruspe o altre macchine, per non far camminare oltre il fuoco", come ha detto il governatore della provincia orientale di Santa Cruz, Ruben Costa. Il Segretario generale della Conferenza episcopale boliviana (CEB) ha inviato a Fides la dichiarazione dell'11 settembre, intitolata "Danni irreparabili alla nostra casa comune" su quanto vive il paese. Nel testo Mons. Aurelio Pesoa, Segretario generale della CEB, si riferisce a un disastro naturale e senza precedenti in tre zone precisa del territorio boliviano: l'Amazzonia boliviana, Chiquitanía e Chaco. Viene quindi chiesto al governo nazionale di “intervenire urgentemente e immediatamente, di dichiarare l'emergenza nazionale nelle aree colpite, di promulgare un decreto di divieto assoluto di ogni coltivazione ed estrazione, promuovendo solo le attività di riforestazione, nonché amministrando in modo efficiente le risorse provenienti dagli aiuti nazionali e internazionali”. "Gli incendi stanno distruggendo una ricchezza naturale inestimabile nella parte orientale del nostro paese, sono già stati bruciati più di due milioni di ettari” si legge nel testo, che richiama “le situazioni di necessità” venutesi a creare di conseguenza e la vittima, “di cui ci rammarichiamo". "Ci sono serie indicazioni che dietro a questo disastro nazionale e umanitario ci sia una decisione di espandere la frontiera agricola in Bolivia senza tenere conto degli interessi della casa comune, né dei principi di base dell'etica ecologica, né dei popoli indigeni" afferma il testo dei Vescovi. "In nome del Dio della vita, chiediamo al governo autonomo di Santa Cruz e ai governi municipali, di fare ogni sforzo affinché l'aiuto raggiunga le aree colpite e sia distribuito in base ai danni reali degli abitanti, che hanno visto distrutti i loro averi, i loro animali e i loro raccolti. Queste misure devono essere accompagnate da sanzioni esemplari per coloro che causano questi incendi, considerando la gravità del crimine contro l'ecosistema e la biodiversità". Il testo si conclude con la richiesta a tutti i boliviani di portare aiuti attraverso le parrocchie, che sono concentrate nel soccorso alle persone vittime di questa terribile tragedia. (CE) (Agenzia Fides, 13/09/2019) | |||
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OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - Christus Vivit: la forza dei giovani per combattere le dipendenze | |||
Port Moresby (Agenzia Fides) – “I giovani e l’abuso di droghe”: è questo il tema del programma di approfondimento radiofonico “Chat Room” diffuso dal Tribe 92FM, stazione radiofonica dedicata e incentrata sui giovani in Papua Nuova Guinea. Sulle onde radio, i giovani del paese continuano ad affrontare tematiche cruciali per la loro vita quotidiana. Tra queste, dibattendo sul tema della diffusione e prevenzione delle tossicodipendenze tra i giovani nella società, un gruppo di studenti dell’Istituto De La Salle ha lavorato sul fatto che i giovani, se incoraggiati e spinti nella giusta direzione, riescono a evitare o abbandonare l'abuso di droghe. “I giovani sono l’ ‘adesso’ del mondo di oggi” ha detto uno dei partecipanti che, riflettendo sull’esortazione apostolica Christus Vivit di Papa Francesco dedicata ai giovani, ha aggiunto che “è necessario offrire assistenza e orientamento ai giovani per aiutarli a diventare individui e leader migliori”. In questo percorso l’annuncio di Cristo per la loro vita può essere determinante per far ritrovare loro la pienezza, la gioia e una vita felice. Nel dibattito sono stati messi in risalto i punti salienti del discorso del Papa ai giovani, le statistiche attuali sull'abuso di droghe nel paese, l'impatto sociale e psicologico, i fattori che contribuiscono all'abuso di droghe e i loro effetti sulla società. Secondo le statistiche riportate, tre giovani su cinque in Papua Nuova Guinea finiscono per cadere nella dipendenza da droghe e alcol. I fattori scatenanti sono di carattere fisico, psicologico, sociale: senso di inadeguatezza, disoccupazione, urbanizzazione. “Occorre una maggiore consapevolezza soprattutto tra i giovani. Solo comprendendo il problema e i suoi effetti devastanti i giovani possono astenersi dalle droghe”, ha affermato un altro dei ragazzi intervenuti. Al termine del programma, i giovani studenti dell’Istituto De La Salle si sono rivolti agli ascoltatori invitandoli all’ascolto, a circondarsi di persone positive ed evitare relazioni nocive. (AP) (13/9/2018 Agenzia Fides) | |||
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EUROPA/REP. CECA - Conferma del Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie, Diac. Leos Halbrstat | |||
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in data 21 giugno 2019 ha confermato nell’incarico di Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) nella Repubblica Ceca per un altro quinquennio (2019-2024), il Diacono permanente Leos Halbrstat, della diocesi di Hradec Kralove. (SL) (Agenzia Fides 13/09/2019) | |||
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ASIA/INDONESIA - Conferma del Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie, D. Marcus Nur Widipranoto | |||
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in data 3 luglio 2019 ha confermato Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) in Indonesia per un altro quinquennio (2019-2024), il rev. D. Marcus Nur Widipranoto, del clero dell’Arcidiocesi di Semarang. (SL) (Agenzia Fides 13/09/2019) |
Filippesi 1,4 ... e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia...
venerdì 13 settembre 2019
Agenzia Fides 13 settembre 2019
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