AFRICA/RDC - Il Cardinale Fridolin Ambongo denuncia un piano di balcanizzazione della Repubblica Democratica del Congo |
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Kinshasa (Agenzia Fides) - "Il clima generale nella parte orientale del Paese è caratterizzato da insicurezza e miseria insopportabile. Il rapporto mostra chiaramente che l'obiettivo di tutto ciò è la balcanizzazione del nostro Paese" ha affermato il Cardinale Fridolin Ambongo, Arcivescovo di Kinshasa, durante una conferenza stampa tenutasi a Kinshasa venerdì 3 gennaio 2020, nella quale ha illustrato la sua visita pastorale nella diocesi di Butembo-Beni nel Nord Kivu dal 27 al 31 dicembre 2019 (vedi Fides 3/1/2020). Il Cardinale Ambongo si è recato nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo su invito di Sua Ecc. Mons. Melchizedek Paluku Sikuli, Vescovo della diocesi di Butembo-Beni. Nel corso della visita, il Cardinale ha trasmesso il messaggio di sostegno alle popolazioni locali di Papa Francesco, e di tutti i Vescovi della Repubblica Democratica del Congo. Questa preoccupazione pastorale va di pari passo con il messaggio inviato al Cardinale dai deputati di questa parte del Paese e dai membri della comunità Nande che vivono a Kinshasa, che gli hanno fatto visita in precedenza. Massacri quotidiani, stupri, rapimenti, sfollamenti di popolazioni e altri dettagli raccapriccianti caratterizzano il clima di insicurezza, secondo l'osservazione del Cardinale. Sono almeno 5 i sacerdoti rapiti e dei quali non si hanno notizie. Il Cardinale ha deplorato il silenzio e l’indifferenza del resto del Paese su quanto avviene nell’est, ed ha stigmatizzato l'ambiguità della comunità internazionale di fronte a questa situazione che dura da decenni. Il Cardinale Ambongo ha infine invitato la Missione ONU nella RDC (MONUSCO) a rivedere la gestione delle sue operazioni, dato che alcuni massacri hanno avuto luogo a pochi metri dalle installazioni dei Caschi Blu. "Il paese è in guerra! E per questo, deve esserci consapevolezza a livello nazionale. Tuttavia, nonostante questa immagine desolata, restiamo fiduciosi. Esorto i miei fratelli e sorelle nell’est a farsi coraggio, li affido all'intercessione della Vergine Maria, Patrona del nostro paese ". La tesi di balcanizzazione è confermata dal fatto che le popolazioni sfollate vengono sistematicamente sostituite da gruppi ruandofoni e ugandesi, ha affermato il Cardinale Fridolin Ambongo. Il Cardinale ha espresso la sua gratitudine a Papa Francesco che segue da vicino la situazione nella Repubblica Democratica del Congo e che spesso prega per questo Paese e si è detto fiducioso del sostegno della Chiesa cattolica in tutto il mondo e della collaborazione delle Conferenze Episcopali dei Paesi vicini, affinché si possa raggiungere la pace nella parte orientale della RDC. (M.B.P.) (L.M.) (Agenzia Fides 7/1/2020) |
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AFRICA/NIGERIA - Esplosione al confine con il Camerun provoca 30 morti |
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Abuja (Agenzia Fides) - Almeno 30 persone sono morte nell’esplosione di un ponte che collega la Nigeria al Camerun. Nell'attacco al ponte El Beid a Gamboru, nello stato del Borno, avvenuto nel pomeriggio del 6 gennaio, oltre alle vittime sono rimaste ferite decine di persone. Il ponte che collega Ngala-Gamboru in Nigeria e Fotokol in Camerun, era particolarmente affollato perché centinaia di persone stavano tornando in Nigeria dal mercato sul lato camerunese. Secondo le autorità camerunesi l’esplosione non è dovuta ad un attentato terrorista ma all’imprudenza di alcuni giovani che avrebbero cercato di vendere una granata inesplosa trovata fortuitamente. Nella zona operano i terroristi di una fazione di Boko Haram che ha aderito allo Stato Islamico. A dicembre questo gruppo ha ucciso una cinquantina di persone nella zona. Tra gli omicidi attribuiti a Boko Haram, avvenuti di recente nello Stato di Borno, c’è quello di una coppia di promessi sposi, Martha Bulus e il suo compagno. Secondo p. Francis Arinse, Direttore delle Comunicazioni Sociali della diocesi di Maiduguri, il 26 dicembre la coppia insieme ad altre persone si stava recando da Maiduguri al luogo del matrimonio, previsto il 31 dicembre, quando sono stati intercettati da un gruppo di terroristi nei pressi di Gwoza. La futura sposa, il suo promesso sposo e i loro parenti e amici sono stati decapitati sul posto dagli uomini di Boko Haram. P. Arinse ha ricordato che ci sono stati una serie di rapimenti nell'area. Fonti di stampa avevano riferito che il 26 dicembre il gruppo dello Stato Islamico aveva pubblicato un video che mostrava la decapitazione di 10 cristiani. Lo Stato Islamico ha affermato che le decapitazioni sono la risposta all'uccisione, a fine ottobre, del suo leader, Abu Bakr al-Baghadi, in Siria. Le autorità nigeriane hanno elevato lo stato d’allerta dopo l’uccisione in Iraq, il 3 gennaio, di Qassem Soleimani, il comandante delle brigate al Qods del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica. (L.M.) (Agenzia Fides 7/1/2020) |
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AFRICA/EGITTO - Al Sisi alla veglia del Natale copto:“Se amiamo Dio, dobbiamo amarci l’un l’altro” |
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Il Cairo (Agenzia Fides) – “Andiamo avanti in modo onorevole, in un tempo senza onore, e crediamo che Dio renderà vittoriose le persone onorevoli”. Così il Presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi si è espresso nell’intervento svolto davanti al Patriarca Tawadros e a vescovi, sacerdoti, religiosi e alla moltitudine dei fedeli radunati nella Cattedrale dedicata alla Natività, nella nuova capitale amministrativa dell’Egitto, in occasione della sua partecipazione alla veglia di Natale, celebrata dalla Chiesa copta la sera di lunedì 6 gennaio. Sono già sei anni che il Presidente egiziano presenzia alla liturgia della veglia di Natale celebrata dal Patriarca copto ortodosso. La circostanza, anche quest’anno, ha fornito ad al Sisi l’occasione per esprimere considerazioni rivolte non solo alla comunità copta, ma a tutta la nazione, con parole d’ispirazione patriottica e richiami a tutti gli egiziani a superare le divisioni e a fare fronte comune contro le insidie provenienti dall’esterno. “Finché siamo uniti” ha detto tra l’altro il Presidente egiziano, “non dovremmo preoccuparci, e dovremmo solo prenderci cura di quelli che sono intorno a noi". Avventurandosi sul terreno del linguaggio religioso, il leader politico ha anche sottolineato che “se amiamo Dio, dobbiamo amarci l’un l’altro, e non dobbiamo permettere a nessuno di seminare discordia tra di noi”. Riferendosi alle tensioni e ai conflitti che agitano la regione mediorientale, al Sisi ha fatto notare che anche l’Egitto avrebbe potuto essere risucchiato da crisi devastanti, come è accaduto e sta accadendo ad altre nazioni dell’area. “Ma finché saremo uniti” ha aggiunto il Presidente egiziano, “nessuno potrà trascinarci in tali situazioni”. Dopo il suo intervento, e prima di lasciare l’assemblea liturgica, il Presidente egiziano ha offerto a Papa Tawadros II un bouquet di fiori a nome di tutti gli egiziani, salutandolo prima di lasciare la messa. La nuova Cattedrale copta dedicata alla Natività di Gesù sorge nell'area urbana a 45 km dal Cairo, destinata a diventare la nuova capitale amministrativa dell'Egitto. Alla liturgia hanno preso parte anche i rappresentanti dell'Università sunnita di al Azhar e numerosi esponenti del governo egiziano. compreso il Premier Mostafa Madbouly. La stessa Cattedrale, inaugurata ufficialmente lo scorso anno (vedi Fides 4/1/2019), vuole rappresentare anche un simbolo della strategia politica con cui al Sisi intende assicurare a sé e al suo progetto politico la solidarietà della Chiesa copta. L'attuale Presidenza egiziana ha contribuito direttamente con 100mila sterline egiziane al primo finanziamento dell'imponente opera urbanistica. Secondo il leader egiziano, il nuovo luogo di culto rappresenta «un messaggio per l’Egitto e per il mondo intero». I media egiziani presentano la nuova cattedrale copta come «la chiesa più grande del Medio Oriente». Il disegno architettonico della Cattedrale, fedele alla tradizione copta, vuole richiamare il profilo dell'Arca di Noè, e così riproporre l'immagine della Chiesa come “barca” di salvezza che naviga tra le traversie della storia, verso la meta celeste del Paradiso. Nel piano urbanistico della nuova capitale amministrativa, al Sisi ha voluto far inserire anche la costruzione della più grande moschea del Paese, con l’intento di presentare cattedrale e moschea come simboli di convivenza e unità nazionale. (GV) (Agenzia Fides 7/1/2020). |
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ASIA/BANGLADESH - La Bibbia al centro della missione della Chiesa |
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Dacca (Agenzia Fides) - "Come battezzati, abbiamo la responsabilità di predicare il messaggio di Dio, tenendo la Parola di Dio nel nostro cuore e portandola nella nostra vita”: lo afferma all'Agenzia Fides Mons. James Romen Boiragi, Vescovo della diocesi di Khulna e Presidente della Commissione per la catechesi e l'apostolato biblico, in seno alla Conferenza episcopale cattolica del Bangladesh. Sottolineando la centralità della Bibbia nella missione della Chiesa, il Vescovo James Romen Boiragi ha spiegato: "Il messaggio di Dio presente nella Bibbia va predicato con la nostra vita, dando testimonianza di fede con la vita e il comportamento. Se lo stile di vita di ciascuno di noi si illumina e si lascia guidare sempre riferendosi alla Bibbia, ogni fedele diventerebbe una Bibbia vivente, con grande beneficio per l'evangelizzazione”. Il Vescovo ha ricordato il tema della recente giornata della Bibbia, celebrata nel dicembre scorso, "La tua Parola è lampada per i miei passi, luce sul mio cammino" e lo ha riproposto come leit-motiv del cammino di evangelizzazione della Chiesa in Bangladesh per il 2020. E ha detto: "In questo nuovo anno chiediamo ai cattolici del Bangladesh di conoscere e approfondire le loro responsabilità di battezzati, che sono inviati ad annunciare la Buona Novella, secondo la Bibbia. Possa la Bibbia diventare la nostra luce, rendere la nostra vita divina: questa è la mia preghiera”. Padre Ripon Anthony D’Rozario, viceparroco di Tejgaon a Dhaka, anch'egli impegnato nell'apostolato biblico nel paese, ha affermato che i cattolici dovrebbero prendersi cura della Sacra Bibbia: "Ho notato che in molte case c'è la Bibbia, ma non la si legge spesso e non la si cura in modo appropriato. Invito tutti a leggere la Bibbia ogni giorno perché è Parola di Dio e cibo spirituale per noi”. Proshanto Gomes, laico cattolico, ha detto a Fides che "con la lettura della Bibbia, Dio rimane con me. Trascorro i miei giorni con le benedizioni di Dio". La Commissione episcopale per la catechesi e l'apostolato biblico si sta impegnando a promuovere, in tutte le diocesi del Bangladesh, l'apostolato biblico, assistendo e collaborando per la preparazione e diffusione di materiali catechistici e biblici nelle lingue locali, provvedendo alla formazione di catechisti e insegnanti di religione cattolica. (FC) (Agenzia Fides 7/1/2020) |
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AMERICA/NICARAGUA - Il Card. Brenes chiede di continuare a impegnarsi per la liberazione di tutti i prigionieri politici e per la pace |
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Managua (Agenzia Fides) – Un invito a "coloro che hanno influenza a livello sociale e politico" a continuare ad adoperarsi affinché nel 2020 siano liberate tutte "le persone private della libertà", è stato rivolto dal Cardinale Leopoldo Brenes, Arcivescovo di Managua, nella festa dell'Epifania, il 6 gennaio. Ha anche chiesto alle autorità e ai gruppi di potere di iniziare a lavorare per la pace e di smettere di "squalificare gli altri". "Spero che continuino a fare i loro sforzi affinché quest'anno 2020 le nostre carceri possano essere liberate da quelle persone che sono private della loro libertà" ha detto il Cardinale Brenes subito dopo l'Eucaristia celebrata nella parrocchia Jesus Sacramenteto, a Managua. "Credo che ciò che ci manca è il senso d'unità come nazione; non c'è un progetto di paese. Il problema esiste perché non abbiamo amore per la patria, per il nostro paese" ha concluso. L'Epifania, come festa cattolica, è molto sentita fra la popolazione nicaraguense, Mons. Rolando Álvarez, Vescovo della diocesi di Matagalpa, nella celebrazione nella sua diocesi, ha sottolineato che il senso di unità del Nicaragua si trova nel popolo: "L'unità del Nicaragua è già iniziata nel popolo, perché è il popolo nicaraguense a fare la sua storia, non dobbiamo aspettare che l'unità venga dall'esterno, è il popolo che deve continuare a rafforzare i legami di unità". La situazione dei prigionieri politici in Nicaragua continua ad essere tesa. Dopo il rilascio da parte del governo di un gruppo di 91 prigionieri politici poco prima di concludere il 2019, le minace contro i leader contadini, sindacalisti e universitari, non solo sono continuate ma anzi aumentate. Molti dei prigionieri politici "liberati" hanno denunciato una costante persecuzione e l’aggressione dei gruppi militari nei loro confronti: scritte dipinte sulle pareti delle loro case, spari durante la notte davanti a casa, con la presenza di auto militari e di gruppi a piedi. Secondo la nota inviata a Fides, la Commissione interamericana per i diritti umani (IACHR) ha chiesto misure speciali di protezione per più di 15 persone che sono state arrestate nel tentativo di portare aiuti umanitari ai parenti dei prigionieri politici in sciopero della fame (vedi Fides 18 e 20/11/2019). Sebbene non si conosca il numero preciso dei prigionieri politici ancora in carcere, la testimonianza di quelli liberati la sera del 30 dicembre sottolinea l’impegno, con perseveranza, discrezione ed insistenza, del Nunzio apostolico, per la liberazione dei detenuti politici come stabilito all'inizio dei dialoghi con il governo. "Il Nunzio non ha mai rinunciato, non ha mai smesso di insistere su quanto si era accordato e accettato, liberare tutti i prigionieri politici" ha detto José Adán Aguerri, membro dell'Alleanza Civica parlando ad una radio locale. Commento che poi ha scritto anche su Twitter il 30 dicembre 2019: "Oggi siamo pieni di speranza. Grazie a Dio stanno liberando i prigionieri politici, inclusi coloro che portavano acqua alla chiesa di padre Roman. Un riconoscimento speciale al Nunzio Apostolico per il suo lavoro umanitario e la sua partecipazione a questo sforzo". (CE) (Agenzia Fides, 07/01/2020)
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AMERICA/CILE - “Dobbiamo essere i costruttori della civiltà dell'amore”: giovani in missione nel paese durante le vacanze |
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Santiago (Agenzia Fides) - Più di 1.500 giovani sono arrivati sabato 4 gennaio al campus San Joaquin della Pontificia Università Cattolica del Cile, pieni di entusiasmo per dedicare le loro vacanze estive, appena iniziate, non solo al riposo ma anche all’evangelizzazione e al servizio dei più bisognosi. Come sottolinea la nota della Conferenza episcopale cilena pervenuta a Fides, di fronte alla crisi che sta vivendo il Paese, molti giovani hanno ascoltato l’appello di Papa Francesco che in diverse occasioni li ha chiamati ad essere “viandanti della fede”, membri di una "Chiesa in uscita". L'invio dei giovani missionari è avvenuto durante la Messa presieduta dal nuovo Arcivescovo di Santiago del Cile, Mons. Celestino Aós, che ha esortato gli studenti a dare testimonianza di Dio nelle comunità in cui si recheranno: “Gesù Cristo non è un'idea, il cristianesimo non è un'ideologia, né una morale, né una filosofia. Cristo vive e io l'ho incontrato. E la gioia di quell'incontro è ciò che vogliamo comunicare agli altri." L'Arcivescovo ha anche sottolineato l'importanza, nell'attuale contesto sociale del paese, di essere costruttori della civiltà dell'amore: “Dovete amare anche quelli che vi perseguitano e vi calunniano, oggi in Cile questa è la nostra sfida cristiana, non dobbiamo amarci solo tra noi, dobbiamo amare anche quelli che ci disprezzano, quelli che distruggono le nostre chiese, le nostre istituzioni… Dobbiamo essere i costruttori della civiltà dell'amore. E la civiltà dell'amore si costruisce con l'amore, la civiltà della verità si costruisce con la verità, la civiltà della vita si costruisce con la vita". Sono tre i progetti a cui si dedicheranno i giovani in questo periodo, nell’ambito della Pastorale dell'Università Cattolica. Il primo è un progetto di evangelizzazione che vuole "lavorare per l'anima del Cile", inviando i giovani ad annunciare il messaggio di Cristo nelle zone più remote. Il secondo progetto prevede la costruzione di cappelle nelle periferie urbane, perché non siano solo luoghi di preghiera ma anche di incontro, dove le comunità possono stare insieme, dialogare e rafforzare i loro legami. Il terzo progetto interessa l’ambito scolastico, per preparare gli studenti universitari a formare gli studenti. (SL) (Agenzia Fides 7/1/2020) |
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AFRICA/NIGERIA - Nomina dell’Arcivescovo metropolita di Jos |
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Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco il 6 gennaio 2020 ha nominato Arcivescovo metropolita dell’Arcidiocesi metropolitana di Jos (Nigeria) S.E. Mons. Matthew Ishaya Audu, finora Vescovo di Lafia. S.E. Mons. Matthew Ishaya Audu, è nato il 7 giugno 1959 in Tudu Uku, nella Diocesi di Makurdi. Dopo aver frequentato il St. James Minor Seminary a Keffi, ha compiuto gli studi filosofici e teologici presso il St. Augustine Major Seminary a Jos. È stato ordinato sacerdote il 23 giugno 1984, per il clero di Makurdi. Dopo l’ordinazione ha ricoperto i seguenti incarichi: Viceparroco a Keffi (1984-86); Vice parroco a Lafia (1986-88); Parroco di Nasarawa (1988-89); studi in Teologia Morale a Roma presso l’Istituto di Teologia Morale della Pontificia Università Lateranense, Licenza (1989-91); Professore di Teologia Morale e Vice-Rettore del Seminario Maggiore di S. Thomas Aquinas, Makurdi (1992-97); a Roma, per la Laurea in Teologia Morale presso l’Alfonsianum (1997-99). Da giugno a dicembre 2000, con la partenza del Rettore del Seminario per un anno sabbatico, è stato Acting Rector del Seminario Maggiore di S. Thomas Aquinas, Makurdi. Eletto primo Vescovo di Lafia il 5 dicembre 2000, ha ricevuto l’Ordinazione episcopale il 31 marzo 2001. (SL) (Agenzia Fides 7/1/2020) |
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OCEANIA/NUOVA ZELANDA - Nomina del Vescovo ausiliare di Auckland |
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Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco il 6 gennaio 2020 ha nominato Vescovo ausiliare della diocesi di Auckland (Nuova Zelanda) il rev.do Michael Andrew Gielen, del clero di Hamilton, finora Direttore per la formazione nel Seminario Nazionale di Holy Cross, in Auckland, assegnandogli la sede titolare di Abbir Maggiore. Il rev.do Michael Andrew Gielen è nato a Cambridge, nella Diocesi di Hamilton, il 2 giugno 1971. Dal 1992 al 1997 ha svolto gli studi di Filosofia e Teologia all’Università di Otago (Nuova Zelanda). Dal 2005 al 2007 ha svolto il Master in Teologia nella Franciscan University of Steubenville, negli Stati Uniti. Dal 2012 al 2014 ha conseguito la Licenza in Teologia Spirituale presso la Pontificia Università Gregoriana (Roma). È stato ordinato sacerdote il 29 novembre 1997. Dopo l’ordinazione, ha ricoperto i seguenti incarichi: Prete assistente nella parrocchia St. Mary's Star of the Sea, Gisborne, Diocesi di Hamilton (1997-2002); Membro del Consiglio presbiterale, Diocesi di Hamilton (1999-2002); Presidente della Gisborne Ministers Association, Diocesi di Hamilton (2001-2002); Parroco di St. Columba, Frankton, e nella parrocchia Holy Name, Raglan, Diocesi di Hamilton (2002-2005); Studi di specializzazione negli Stati Uniti (2005-2007); Parroco di St. Thomas More, Mt. Maunganui, e di St. Patrick, Te Puke, diocesi di Hamilton (2007-2012); Direttore delle vocazioni della Diocesi di Hamilton (2009-2012); Membro del Consiglio presbiterale e del Collegio dei Consultori, Diocesi di Hamilton (2009-2012); Decano del Pacifìc Moana Deanery, Diocesi di Hamilton (2011-2012); Studi a Roma (2012-2014); dal 2014, Direttore per la formazione nel Seminario nazionale Holy Cross in Auckland. (SL) (Agenzia Fides 7/1/2020) |