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lunedì 18 settembre 2023

Agenzia Fides 18 settembre 2023

 

AFRICA/MAROCCO - Mentre si continua a scavare tra le macerie del sisma inizia l’anno scolastico
 
Marrakech (Agenzia Fides) - A dieci giorni dal sisma che ha devastato la provincia di Al Haouz, a sud ovest di Marrakech, nelle zone montagnose ci sono villaggi che sono stati rasi completamente al suolo e i sopravvissuti che hanno perso tutto vivono all’aperto in attesa dell’arrivo dei soccorsi.
In una testimonianza condivisa con l’Agenzia Fides, il francescano fra Manuel Corullon parroco della parrocchia dei Santi Martiri di Marrakech, ha raccontato che insieme alla piccola comunità cristiana, continua a prestare soccorso nelle zone colpite, portando generi di prima necessità, allestendo tende da campo e intervenendo come possibile dove serve tutto. Fortunatamente la casa parrocchiale e la Chiesa dei Santi Martiri non hanno subito danni. “Dopo una settimana d’intenso lavoro siamo arrivati a fare una raccolta dei fondi e di beni materiali da portare nei villaggi di montagna” ha dichiarato fra Manuel. “In questo momento cominciamo una seconda fase d’azione: sanitaria, scolarizzazione dei bambini, alloggio d’urgenza, progetti di ricupero dei villaggi.”
Tuttavia, nella devastazione e nella tragedia, la popolazione cerca di andare avanti. Per oggi, 18 settembre, è previsto l’inizio dell’anno scolastico in tutte le zone interessate dal sisma.
Continuano le operazioni di soccorso e ricerca, secondo le statistiche ufficiali i morti sono tremila e i feriti 6125. Gli ultimi salvati risalgono a sabato, 16 settembre, individuati grazie all’uso di droni con videocamere in una zona di montagna interessata da una frana.
Fonti locali riferiscono che, negli ultimi giorni da sotto le macerie, vengono riportati fuori soltanto cadaveri. In alcuni villaggi di montagna, i soccorsi sono arrivati soltanto due giorni fa, dopo la riapertura delle strade devastate. Secondo i medici dell’ospedale di Taroudant, a sud di Marrakesh, arrivano ogni giorno 130 feriti dalle zone montagnose terremotate. Il ministero dell’interno ha riferito di 50 mila case completamente crollate e altrettante danneggiate.
(AP) (Agenzia Fides 18/9/2023)

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AFRICA/CONGO - “Sono notizie false quelle del presunto golpe” confermano fonti di Fides
 
Brazzaville (Agenzia Fides) – “Sono notizie prive di fondamento”. Così fonti locali sentite dall’Agenzia Fides a Brazzaville, capitale della Repubblica del Congo, smentiscono le voci di un presunto golpe militare che avrebbe destituito il Presidente Denis Sassou-Nguesso
Questi si trova a New York per partecipare all’Assemblea Generale dell’ONU che come ogni anno si tiene a metà settembre.
La notizia del presunto golpe è stata diffusa da alcuni canali Telegram (forse filo russi) secondo i quali reparti dell’esercito e della Guardia Presidenziale avrebbero approfittato dell’assenza del Presidente per prendere il potere.
"Informazioni di fantasia suggeriscono che a Brazaville si stanno verificando fatti gravi", ha detto il ministro delle Comunicazioni e dei Media e portavoce del governo, Thierry Moungalla, sul suo account su X (ex Twitter). "Il Governo smentisce questa notizia come falsa. Rassicuriamo l'opinione pubblica sulla tranquillità che regna e invitiamo le persone a svolgere le proprie attività con calma".
Sassou-Nguesso, 79 anni, ha guidato il Congo dal 1979 al 1992, poi ininterrottamente dal 1997 ad oggi. Ha ottenuto un quarto mandato nelle elezioni del 2021, dopo aver introdotte riforme costituzionali con un contestato referendum nel 2015. La sua famiglia è imparentata con quella del deposto Presidente del Gabon, Ali Bongo Ondimba, dato che nel 1990 la figlia Edith aveva sposato il padre di questi, l’ex Presidente Omar Bongo.
Dopo il golpe di fine agosto in Gabon (vedi Fides 30/8/2023), seguito a quello in Niger (vedi Fides 27/7/2023) si sono moltiplicate le preoccupazioni in alcune delle capitali africane dove governano da più tempo Presidenti che appaiono irremovibili. In alcuni casi sono stati rimpiazzati i vertici militari come misura prudenziale per far saltare le catene di comando di eventuali golpe in preparazione. (L.M.) (Agenzia Fides 18/9/2023)
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ASIA/CINA - Quattro Vescovi cinesi in Europa per riprendere la cooperazione fraterna tra le Chiese dopo il Covid
 
Leuven (Agenzia Fides) – In Europa (Belgio, Olanda e Francia) per riprendere il cammino di cooperazione fraterna tra le Chiese dopo la parentesi difficile segnata dalla pandemia. E’ questa la ragione del viaggio di una settimana compiuto in tre Paesi europei da 4 Successori degli Apostoli provenienti dalla Repubblica popolare cinese: Giuseppe Guo Jincai, Vescovo della diocesi di Chengde e neo-rettore del Seminario Nazionale di Pechino; Paolo Pei Junmin, Vescovo della diocesi di Shenyang; Giuseppe Liu Xinhong, Vescovo della provincia di Anhui e Giuseppe Cui Qingqi Vescovo di Wuhan, e Don Ding Yang sacerdote della diocesi di Chongqing.
Su invito della Fondazione Ferdinand Verbiest di Lovanio in Belgio, fondazione sponsorizzata dalla Provincia cinese dei Missionari della Congregazione del Cuore Immacolata di Maria CICM (Scheut), la delegazione cinese è arrivata a Lovanio il 7 settembre, accolta da padre Jeroom Heyndrickx (CICM), missionario grande amico della Chiesa cattolica in Cina, insieme a altri membri della fondazione e della Università cattolica di Lovanio convolti in studi cinesi. I quattro vescovi si sono recati subito in pellegrinaggio presso la chiesa di San Damiano dove hanno concelebrato l’eucaristia. Durante la loro permanenza, hanno tenuto un corso di formazione in cinese per sacerdoti, religiosi e laici cattolici provenienti dalla Cina. I Vescovi hanno anche partecipato a incontri presso la Fondazione Verbiest e presso il Collegio cinese per esplorare i nuovi modi per far ripartire scambi e corsi di formazione in collaborazione con le diocesi cinesi. Inoltre i Vescovi cinesi sono stati ricevuti dal cardinale Jozef De Kesel, Presidente della Conferenza Episcopale belga e Arcivescovo emerito dell'arcidiocesi di Malines-Bruxelles nonchè Presidente della stessa Fondazione, al quale hanno presentato le proposte di collaborazione concordate con la Fondazione Verbiest. L’incontro si è concluso con una concelebrazione eucaristica nella cappella dell'arcidiocesi, alla presenza del neo-Arcivescovo di Malines-Bruxelles, Luc Terlinden.
I quattro Vescovi hanno vissuto un momento di raccoglimento orante davanti alla bara cinese di padre Theophile Verbiest, fondatore della Congregazione. Accolti calorosamente da padre Luc Colla, vice provinciale dei missionari di Scheut, i Vescovi hanno ha concelebrato la messa presieduta da Paolo Pei, vescovo di Shenyang dove operavano i missione di Scheut.
Dopo la visita dell’Abbazia di Parc dei Padri Norbertini a Heverlee, una delle più antiche abbazie del Belgio, e Tournai, una delle più antiche diocesi del Belgio, i vescovi cinesi hanno fatto una breve sosta in Olanda, presso la casa madre dei missionari verbiti SVD a Steyl. A Broekhuizenvorst hanno reso omaggio ai nove martiri: il vescovo vincenziano Schraven e i suoi compagni. Inoltre hanno incontrato Jan Hendriks, vescovo di Haarlem-Amsterdam, discutendo con lui anche della 15ª Conferenza internazionale di Verbiest che si terrà nel 2024 e alla quale saranno invitati anche studiosi cattolici cinesi.
Dal 12 al 15 settembre, i vescovi cinesi hanno proseguito la loro visita in Francia, incontrando i missionari della Società per le missioni estere di Parigi (MEP).
La Fondazione Ferdinand Verbiest (VF) è stata istituita nel 1982 dalla Provincia cinese dei Missionari CICM (Scheut). Ricerca accademica, scambio culturale, dialogo e cooperazione tra le Chiese sono i quattro pilastri della sua missione volta a promuovere il dialogo e lo scambio culturale con la Cina e con la Chiesa cattolica in Cina. La Fondazione è impegnata in ricerche accademiche congiunte con istituti in Cina e in Belgio. Collabora con la Chiesa in Cina in spirito di fraternità cristiana e di comunione tra le Chiese particolari. Inoltre, in collaborazione con la Chiesa in Cina, la fondazione offre formazione di ministri della Chiesa attraverso l'insegnamento nei seminari, l'offerta di borse di studio e l’impegno pastorale e sociale.
(NZ) (Agenzia Fides 18/09/2023)
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ASIA/GIAPPONE - Nomina di padre Andrea Lembo a Vescovo Ausiliare di Tōkyō
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Santo Padre ha nominato Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Tōkyō (Giappone) il Rev. P. Andrea Lembo, P.I.M.E., attualmente Superiore Regionale del Pontificio Istituto Missioni Estere per l’Asia Orientale, assegnandogli la Sede titolare di Mulia.
S.E. Mons. Andrea Lembo, P.I.M.E., è nato il 12 maggio 1974 a Treviglio, Italia. Dopo aver frequentato il Seminario Teologico Internazionale P.I.M.E. a Monza, ha trascorso un anno presso la Casa regionale del P.I.M.E. a Detroit (USA). Successivamente, ha conseguito il Baccalaureato in Teologia presso la Divine Word School of Theology a Tagaytay (Filippine) e ha frequentato la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Ha emesso la Promessa definitiva di aggregazione al P.I.M.E. nel 2003 ed è stato ordinato sacerdote il 12 giugno 2004 a Milano. Ha ricoperto i seguenti incarichi e svolto ulteriori studi: Incaricato dell’animazione missionaria e vocazionale per il P.I.M.E. presso la comunità di Villa Grugana (2004-2008); studio della lingua giapponese (2009-2011); Coadiutore presso la Parrocchia di Itabashi, Tōkyō (2011-2012); Coadiutore presso la Parrocchia di Narashino, Tōkyō (2012-2017); attualmente Superiore regionale del P.I.M.E. in Giappone (2017-2023); dal 2017, Parroco di Fuchū, Tōkyō ; dal 2021, Direttore del Centro di formazione della fede Shinsei-Kaikan; dal 2022, Membro del Consiglio presbiterale dell’Arcidiocesi di Tōkyō; dal 2023, Superiore regionale del P.I.M.E. per l’Asia Orientale.
(EG) (Agenzia Fides 18/9/2023)
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ASIA/INDIA - Un Direttorio sull'identità, formazione e ruolo dei catechisti laici, che portano il primo annuncio della fede
 
New Delhi (Agenzia Fides) - Il loro mezzo di trasporto preferito è spesso la bicicletta. A volte, quando è possibile, e quando le distanze sono troppo ampie, si spostano in motocicletta, se la parrocchia ne ha una a disposizione. Si tratta dei catechisti che, in tutte le diocesi della Chiesa indiana, svolgono un ruolo importante: sono loro a visitare con regolarità i fedeli nei villaggi e mostrare l'attenzione e la cura pastorale della Chiesa a gruppi di famiglie cattoliche, a volte anche un numero molto esiguo, sparsi in zone remote, laddove i sacerdoti riescono solo raramente ad arrivare. Accade, ad esempio, nella diocesi di Rayagada, nello stato di Odisha (un tempo noto anche come Orissa), dove vi sono 50.000 cattolici su una popolazione totale di circa 5,5 milioni di persone. I fedeli cattolici provengono dagli strati più poveri e socialmente esclusi della società, e molti vivono grazie all' agricoltura di sussistenza, non hanno istruzione. I circa 30 catechisti della diocesi seguono e accompagnano nel cammino di fede queste famiglie tribali, anche compiendo viaggi con distanze considerevoli. Questo scenario è comune a numerose altre realtà locali, dove il ministero del catechista risulta prezioso per le parrocchie.
In quest'ottica la Conferenza dei Vescovi di rito latino dell'India (CCBI) ha pubblicato il "Direttorio dei catechisti laici", sussidio che contiene indicazioni sull'identità, la formazione e il ruolo dei catechisti laici: quelli impegnati nella percorso di formazione domenicale per bambini e ragazzi, presente tradizionalmente nella parrocchie indiane; quanti portano avanti catechesi nelle scuole o nelle parrocchie, con altri gruppi di giovani o adulti; quanti sono catechisti a tempo pieno, impegnati nelle aree di missione.
Mons. George Palliparambil, Vescovo salesiano della diocesi di Miao, presidente della Commissione per la Catechesi nella Conferenza dei Vescovi di rito latino dell'India ha rimarcato che "il Direttorio dei catechisti laici è un insieme di orientamenti sulla vocazione e missione dei catechisti laici, in applicazione a quanto disposto da Papa Francesco che ha reso questo 'antico ministero' attuale nel nostro tempo con la sua Lettera apostolica Antiquum Ministerium”, pubblicata il 10 maggio 2021.
"E' importante che Vescovi, clero e fedeli possano conoscerne e comprenderne pienamente l'identità e la missione del catechista oggi", ha rilevato padre Stephen Alathara, vice Segretario Generale della CCBI, affermando che è necessario "aiutare i parroci a scegliere i catechisti laici, a curarne la formazione e dare loro un ruolo specifico nell'opera pastorale e missionaria, in quanto essi contribuiscono a rafforzare la fede dei cristiani, così come ad avvicinare nuove persone alla fede, partecipando – come uomini e donne di fede – alla missione evangelizzatrice della Chiesa”. "Il Papa dà loro il mandato di 'uscire' e proclamare il Vangelo. Spesso nella nostre realtà sono i catechisti laici coloro che effettivamente portano il primo annuncio della fede alla gente comune, a persone che non conoscono Cristo", ha rimarcato. Soprattutto in quelle comunità dove manca un sacerdote residente nè vi sono religiosi e religiose, "i catechisti sono punti di riferimento essenziale per le comunità, guidando e animando i fedeli nella preghiera e nelle opere di carità”. A volte, poi, questo servizio porta con sè anche pericoli, perchè i catechisti possono essere minacciati, scacciati o subire violenze da persone che possono considerarli come “estranei” al loro territorio.
Il Direttorio della Chiesa indiana, ricevendo e applicando alla realtà locale indiana la Lettera apostolica Antiquum Ministerium, intende riorganizzare l'istituto e il servizio pastorale del catechista anche nella sua posizione giuridica e amministrativa all'interno delle Chiese locali, senza clericalizzarne il ruolo e i compiti, ma riconoscendolo come figura indispensabile all'interno della comunità.

mercoledì 30 agosto 2023

“Libreville “città morta” ma calma dopo il golpe” dicono a Fides fonti locali

 


AFRICA/GABON - “Libreville “città morta” ma calma dopo il golpe” dicono a Fides fonti locali


 
Libreville (Agenzia Fides) – “Libreville è una città morta. Non vi sono persone o autoveicoli per le strade ma la situazione è comunque calma” dicono all’Agenzia Fides fonti locali dalla capitale del Gabon, dove questa notte i militari hanno annunciato di aver preso il potere con un golpe.
Le nostre fonti, che hanno chiesto l’anonimato per motivi di sicurezza, ricostruiscono così gli eventi. “Alle due di questa notte la Commissione elettorale annuncia ufficialmente la vittoria del Presidente uscente Ali Bongo Ondimba nelle elezioni presidenziali del 26 agosto con il 64,27%. Subito dopo i militari appaiono alla televisione annunciando di aver deposto Bongo e di avere preso il potere”. “Nella notte si sono sentiti spari, ma da quello che sappiamo si è trattato di colpi esplosi in aria. Non si registrano al momento morti o feriti” affermano le fonti. “È tutto l’esercito, compresa la Guardia Repubblicana, i pretoriani del Presidente, ad avere effettuato il colpo di Stato. Anche gendarmeria e polizia appaiono compatte e unite con i militari” precisano le fonti.
Subito dopo il voto il governo di Bongo aveva imposto il coprifuoco e interrotte le connessioni Internet (vedi Fides 28/8/2023) anche perché il suo principale avversario, Albert Ondo Ossa, aveva denunciato "frodi orchestrate" da parte del campo presidenziale e aveva chiesto di essere dichiarato vincitore al termine dello scrutinio.
“La prima cosa avvenuta subito dopo la presa di potere dei golpisti è stata la ripresa delle comunicazioni Internet” sottolineano le nostre fonti. “La popolazione comunque ha paura, memore delle violenze del 2009 e del 2016 e teme quello che potrà accadere”. Nel loro comunicato i golpisti hanno dichiarato di aver preso il potere con queste parole: “Noi, forze di difesa e sicurezza, riunite nel Comitato per la transizione e il ripristino delle istituzioni (CTRI), a nome del popolo gabonese e garante della protezione delle istituzioni, abbiamo deciso di difendere la pace ponendo fine al regime al potere”.
Le elezioni erano un appuntamento atteso con apprensione. Alla vigilia del voto i Vescovi in un messaggio reso pubblico il 23 agosto avevano ribadito che “Le elezioni sono un luogo di espressione della scelta politica di un popolo e sono un segno di legittimità per l'esercizio del potere. Il mancato rispetto della Costituzione nazionale, della legge o del verdetto delle elezioni libere, giuste e trasparenti manifesterebbe un grave fallimento nella governance e significherebbe una mancanza di competenza nella gestione della cosa pubblica". I Vescovi chiedevano di “prevenire litigi e violenze in ogni forma dopo le elezioni”. (L.M.) (Agenzia Fides 30/8/2023)

mercoledì 26 maggio 2021

Agenzia Fides 26 maggio 2021

 

EUROPA/SPAGNA - Caritas Spagna: nonostante gli allarmismi, l’Europa è coinvolta in misura molto limitata dall’emigrazione africana
 

Madrid (Agenzia Fides) - La Giornata dell’Africa celebrata ieri ha dato occasione a Caritas Spagna,
dopo gli ultimi eventi riguardanti i migranti africani a Ceuta e Melilla, di riflettere sulla situazione migratoria di questo continente. La nota inviata a Fides da Caritas Spagna segnala che le radici dei gravi problemi di mobilità umana che l'intero continente africano deve affrontare, colpiscono l'Europa solo in misura molto limitata, nonostante l'allarmismo alle frontiere e nell'opinione pubblica.
Per avere un'idea completa della dimensione del fenomeno migratorio in Africa, si legge nella nota, è sufficiente sottolineare che la maggioranza degli africani che migrano lo fa tra i propri paesi del continente. Secondo i dati dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e dell'Unione Africana (UA), dei 258 milioni di migranti nel mondo, 36 milioni (14%) sono nati in Africa. Il 53% della migrazione africana avviene all'interno del continente, il 26% si muove verso l’Europa, l'11% verso l’Asia, un altro 8% in Nord America e l'1% in Oceania. Un'altra realtà è poco conosciuta: l'Africa è il continente che accoglie più rifugiati al mondo (7,3 milioni, 25% della quota mondiale), oltre ad avere 19,2 milioni di sfollati alla fine del 2019.
Come sottolinea Eva Cruz, direttrice della Cooperazione internazionale di Cáritas Spagna, "è necessario capire fino a che punto la realtà della migrazione dal Sud non è tanto una questione che riguarda la sicurezza quanto i diritti umani di persone molto vulnerabili, se teniamo conto delle radici di questi flussi migratori e della combinazione di cause diverse, come la disuguaglianza economica strutturale e l'interferenza di alcune politiche internazionali in Stati con enormi debolezze in termini di governance". "Questa è la parte sommersa dell'iceberg, la cui punta visibile è la violenza, i conflitti armati, la fame, le emergenze climatiche e la migrazione irregolare" aggiunge. Perciò come Caritas “non vediamo quello che l'Africa sta vivendo in questo momento come una crisi in termini di sicurezza, ma piuttosto una grave crisi dei diritti che vengono violati quando ci sono conflitti armati, che a sua volta viene alimentata dalla frustrazione e dalla mancanza di condizioni dignitose".
La nota analizza le situazioni che spingono molti migranti africani a spostarsi. L'insicurezza alimentare è una delle sfide più pressanti, che colpisce molti paesi del continente: nel 2020 più di 100 milioni di africani si trovavano in situazioni di crisi, emergenza o catastrofe alimentare, con un aumento del 60 per cento rispetto all'anno precedente. La situazione nel 2021 continua a peggiorare, almeno fino ad ora.
Alle cause strutturali (cambiamento climatico, crescita demografica, accesso all'acqua potabile, proprietà della terra, ecc.), dobbiamo ora aggiungere l'impatto delle misure anti-Covid e delle crisi dei consumi in Occidente derivate dalla pandemia. Un'altra grave difficoltà è l'accesso universale ai servizi socio sanitari e educativi, soprattutto nelle aree rurali e nelle periferie delle grandi città, dove si concentra in gran parte la povertà. A parte la notevole spesa sociale che questi servizi comportano per i paesi con risorse molto limitate, c'è la pressione esercitata dalla crescita della popolazione.
Un elemento positivo su come affrontare questa emergenza migratoria, conclude la nota, è costituito dalle buone pratiche insieme ad altre organizzazioni, con risposte basate sulla protezione dei diritti umani delle persone che migrano. Una di queste esperienze positive è svolta dal 2015 attraverso la RAEMH (Rete Europa-Africa per la Mobilità Umana), che raccoglie l’azione congiunta tra Caritas Rabat (Marocco), Secours Catholique (Francia) e Cáritas Española, per coordinare il lavoro tra i centri per migranti. In questi 6 anni si sono consolidati gli itinerari di accompagnamento per donne migranti e minori non accompagnati, sulla base dello scambio di informazioni ed esperienze di accoglienza tra i membri della Rete, che attualmente è composta da 3 Caritas europee, 3 del Nord Africa e 5 dell’ Africa occidentale.
(CE) (Agenzia Fides 26/05/2021)
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AFRICA/MALI - Un missionario: "Golpe nel golpe", vecchie pratiche che affamano i popoli africani
 
Bamako (Agenzia Fides) - Lo hanno definito un "golpe nel golpe" quello compiuto, ieri 25 maggio 2021, dai militari contro i vertici dell’esecutivo transitorio che non piace ai colonnelli autori del colpo di stato dell'agosto scorso (vedi Agenzia Fides 19/8/2020).
"Questo ennesimo colpo di stato in Mali getta ancora una volta il continente africano nella desolazione", scrive all’Agenzia Fides p. Donald Zagore, teologo ivoriano della Società per le Missioni Africane (SMA).
"Quando finiranno queste vecchie pratiche?" domanda p. Zagore. "Gli anni passano ma gli scenari rimangono gli stessi. Laddove i popoli africani si impegnano e lottano per lo sviluppo e per una vita migliore, si perpetuano colpi di stato, corruzione, violazione dei diritti, dittature e presidenze a vita. L'Africa, il vecchio continente, sta lottando per abbandonare queste vecchie pratiche, ma l'instabilità politica può solo portare alla miseria economica. Queste crisi politiche affamano i popoli africani."
Il missionario ribadisce che "l'Africa di ieri come quella di oggi continua tristemente a scrivere la sua storia su linee storte": "L’intera popolazione del continente aspira ad una vita in Europa. Infatti, mentre le élite africane hanno un lavoro in Africa, vivono in Europa, dove mandano i propri figli a studiare o in vacanza, i più poveri non hanno altra scelta che l'immigrazione clandestina, attraversano rischiosamente il deserto o trovano la morte in mare."
P. Zagore è convinto del fatto che il continente africano possa migliorare, ma a una condizione: che la mentalità dei popoli africani cambi. "Possano le coscienze africane risvegliarsi al buono, al giusto e al vero. Non possiamo in alcun modo sperare in nuove politiche, promesse di stabilità e pace se rimaniamo prigionieri di quelle vecchie. Cambiare mentalità per abbracciare una nuova politica, difendere i valori di giustizia, verità, sviluppo e pace sono la chiave per la salvezza e la prosperità. Abbiamo bisogno di ‘Vino nuovo, otri nuovi’ come dice l’apostolo Marco nella Scrittura", conclude padre Zagore.
(DZ/AP) (Agenzia Fides 26/5/2021)
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AFRICA/KENYA - “Subito un processo trasparente per il voto di ottobre 2022” chiedono i leader religiosi del Kenya
 
Nairobi (Agenzia Fides) – “La Commissione elettorale indipendente (IEBC) continua a soffrire di una grave crisi di leadership e di credibilità” afferma il gruppo di riferimento per il dialogo delle principali confessioni religiose del Kenya, in una dichiarazione inviata all’Agenzia Fides.
“La sentenza dell'Alta Corte ha posto seri dubbi sulla capacità della Commissione di organizzare e gestire le elezioni generali previste dalla Costituzione nell'agosto 2022” affermano i leader religiosi facendo riferimento alla Sentenza della Corte Costituzionale del 13 maggio che stabilisce che la IEBC non dispone del quorum per svolgere il suo mandato. Attualmente vi sono solo due commissari in carica più il presidente Wafula Chebukati, a seguito delle dimissioni di tre componenti nel 2018 e di uno nel 2017.
“La Corte Costituzionale ha scoperto che la mancanza di quorum, come stabilito dalla legge, ostacola in modo significativo la commissione dal condurre affari chiave, gettando IEBC nel limbo” afferma la dichiarazione.
I leader religiosi chiedono all'IEBC di iniziare a fare i preparativi necessari al voto e di comunicarli tempestivamente ai keniani per accrescere la fiducia e la sicurezza nelle istituzioni. “I preparativi dovrebbero includere la nomina trasparente dei funzionari elettorali a tutti i livelli, gli appalti per i materiali elettorali e la creazione di sistemi di gestione e trasmissione dei risultati delle elezioni”.
“Chiediamo al Parlamento di finalizzare con urgenza lo sviluppo e l'emanazione delle varie leggi che riguardano le elezioni, tra cui: un progetto di legge sulle elezioni primarie all’interno dei diversi partiti politici; una legge che regoli i referendum; il progetto di legge sul finanziamento della campagna; la legge sulla rappresentanza di gruppi di interesse speciale; la legge sulla parità di genere”.
“Occorre fare tutto il possibile per assicurare ai kenioti elezioni pacifiche, credibili, libere ed eque nell'agosto 2022” conclude la dichiarazione.
Il Gruppo di riferimento per il dialogo è stato costituito nel 2016 per far sì che il dialogo sia il mezzo per affrontare le cause alla base dei conflitti e della violenza in Kenya. “Vogliamo ricordare che i leader religiosi sono stati in prima linea nella difesa dell'unità nazionale e della pace nel Paese” sottolinea la dichiarione
Oltre alla Conferenza dei Vescovi Cattolici del Kenya (Kenya Conference of Catholic Bishops), fanno parte del gruppo: Evangelical Alliance of Kenya, Hindu Council of Kenya, National Council of Churches of Kenya, Organisation of African Instituted Churches, Seventh Day Adventist Church
Shia Asna Ashri Jamaat. (L.M.) (Agenzia Fides 26/5/2021)
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ASIA/MYANMAR - Appello del Cardinale Bo dopo le bombe alla chiesa: è tragedia umanitaria, fermate gli attacchi
 
Yangon (Agenzia Fides) - “Con immensa sofferenza esprimiamo angoscia per l'attacco a civili innocenti, che hanno cercato rifugio nella chiesa del Sacro Cuore, la notte del 23 maggio”: è quanto afferma il Cardinale Charles Maung Bo, Arcivescovo di Yangon e Presidente della Conferenza episcopale birmana, in un nuovo accorato appello che condanna gli “atti violenti e i bombardamenti continui, con armi pesanti, su un gruppo spaventato di donne e bambini”. Il Cardinale si riferisce ai recenti attacchi di forze militari ai villaggi nell'area di Loikaw, nello stato birmano di Kayah, nel Myanmar orientale, al confine con la Tahilandia. Nel villaggio di Kayanthayar anche la chiesa cattolica del Sacro Cuore è stata sventrata da colpi di mortaio e, tra gli sfollati che vi si erano rifugiati, quattro persone sono morte e molti sono i feriti, tra donne e bambini. L’edificio della chiesa ha subito ingenti danni, “a testimonianza dell'intensità dell'attacco ad un luogo di culto”, che ha costretto gli sfollati a fuggire nella giungla. Ora migliaia di persone sono allo stremo, nota il Porporato, mancando di cibo, acqua, riparo, igiene, medicine. "Tra loro ci sono tanti bambini e anziani, costretti alla fame e senza assistenza medica", nota l'Arcivescovo, che afferma con amarezza: “E' una grande tragedia umanitaria”.
L'appello del Cardinale Bo ricorda tutte le convenzioni internazionali sulla tutela di chiese, templi, scuole, ospedali, e luoghi di valore storico-culturale anche durante i conflitti, ma si sofferma soprattutto su un aspetto, quello della guerra civile: “Ricordiamo che il sangue che viene versato non è il sangue di un nemico; quelli che sono morti e quelli che sono stati feriti sono i cittadini di questo paese. Non erano armati; erano dentro la chiesa per proteggere le loro famiglie. Ogni cuore in questo paese piange per la morte di persone innocenti”.
Il Cardinale Bo è anche rappresentante dell'organizzazione “Religions for peace”, che unisce leader religiosi di diverse comunità. Tutti costoro rinnovano l'appello per la pacificazione, in un paese che potrebbe ben presto affrontare una nuova ondata di Covid-19. “Il conflitto è un'anomalia crudele in questo momento. La pace è possibile; la pace è l'unica strada”, scrive ancora una volta l’arcivescovo Bo, indicando il criterio per garantire un futuro prospero alla vita sociale, civile e politica in Myanmar.
“Preghiamo per la pace in questa grande terra – conclude il messaggio del Cardinale – e speriamo che tutti noi possiamo vivere come fratelli e sorelle in questa grande nazione” I leader religiosi birmani (cristiani, buddisti e di altre religioni) si dicono disponibili a impegnarsi in un forum consultivo sulla pace e la riconciliazione come uno spazio aperto per il dialogo, partendo da “un desiderio di pacificazione e di rispetto per la sacralità della vita umana e dei diritti fondamentali di tutti i cittadini”.
(PA) (Agenzia Fides 26/5/2021)
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ASIA/MYANMAR - Preghiera interreligiosa nella Chiesa italiana per la pace e la fratellanza
 
Milano (Agenzia Fides) - Porre fine alla violenza, alla tensione e alla guerra in Myanmar, e pregare perché la popolazione birmana possa tornare a vivere in un clima di pace e di fratellanza: con questo spirito sabato 29 maggio alle ore 12.30, l’Arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini, presiederà un incontro interreligioso di preghiera per il Myanmar, promosso in collaborazione con la Comunità birmana in Italia e il Pontificio Istituto Missioni Estere. Saranno presenti nel Duomo di Milano monaci buddisti e religiose cattoliche di tre istituti femminili birmani che hanno religiose in Italia: le Suore della Riparazione, le Suore di Maria Bambina e le Suore di San Francesco Saverio.
"Di fronte alla spirale di violenza che non risparmia nemmeno le chiese, i cristiani reagiscono con la forza della preghiera, della solidarietà e della testimonianza e accolgono come graditi ospiti una comunità di monaci buddisti", spiega in un comunicato inviato a Fides il Vicario episcopale, mons. Luca Bressan. "Cristiani e buddisti insieme - prosegue Bressan - vogliamo essere segno del destino di pace che Dio ha posto come meta del cammino dell’umanità. Con l’Arcivescovo, tutti pregheremo perché dal cuore di ogni uomo siano bandite queste parole: divisione, odio, guerra e perché la parola che ci fa incontrare sia sempre fratello, e lo stile della nostra vita diventi: shalom, pace, salam"
Durante l’incontro sono previsti canti in lingua birmana, l’intervento dell’Arcivescovo e la lettura delle parole di suor Ann Rose Na Tawng, la religiosa delle suore di San Francesco Saverio che in due occasioni (il 28 febbraio e l’8 marzo) ha avuto il coraggio di inginocchiarsi davanti ai soldati per chiedere di non sparare sui manifestanti pro democrazia durante le manifestazioni di protesta avviate dopo il colpo di Stato. Quell’immagine ha fatto il giro del mondo ed è diventata il simbolo del difficile momento che sta attraversando il Myanmar.
Commenta all'Agenzia Fides padre Maurice Moe Haung, dei Missionari della carità, prete birmano residente in Italia: "È un bellissimo evento, è molto prezioso per noi ed è solo un inizio. Vogliamo dire al mondo che il popolo del Myanmar è unito anche nelle diversità della fede. Con queste iniziative, che speriamo si moltiplicano in Europa e nel mondo, sosteniamo la gente che soffre, che subisce violenza, che vive l'incertezza del proprio domani. Le nostre armi sono le preghiere incessanti. Crediamo fermamente che solo l'amore fraterno è il rispetto reciproco porteranno un futuro migliore in Myanmar".
(PA) (Agenzia Fides 26/5/2021)
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ASIA/PALESTINA -Dopo i bombardamenti, il Patriarca Pizzaballa lancia una raccolta fondi per la comunità cristiana di Gaza
 
Gerusalemme (Agenzia Fides) – Una raccolta fondi per venire incontro alle necessità urgenti “dei nostri fratelli e sorelle in Cristo, specialmente a Gaza e nei luoghi gravemente colpiti” durante l’ultimo conflitto armato che per undici giorni ha di nuovo sparso sangue e rovine in Terra Santa. L’iniziativa è stata lanciata ieri, martedì 25 maggio, dall’Arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme del Latini. In un breve messaggio, diffuso dai canali ufficiali del Patriarcato, l’Arcivescovo si rivolge in primis ai parroci e ai fedeli di tutte le parrocchie patriarcali, invitandoli a destinare alla comunità cristiana di Gaza tutte le offerte raccolte durante le messe di domenica 30 maggio, solennità della Santissima Trinità. “Vi chiedo - si legge nel messaggio patriarcale - di condividere alcune delle vostre risorse per alleviare le sofferenze dei nostri fedeli cristiani a Gaza”, sofferenze “dopo la guerra di questi ultimi giorni”, mentre nella Striscia si combatte anche la battaglia contro la pandemia da Covid-19, “che continua a diffondersi nella loro zona”. Il Patriarca ringrazia i destinatari dell’appello per la generosità con cui risponderanno alla sua richiesta, ricordando “che nostro Signore ha promesso di restituire il centuplo a chi si sacrifica per gli altri”. Il sito web del Patriarcato latino pubblica anche i numeri di una serie di conti correnti bancari aperti presso banche di Palestina, Israele e Giordania, conti su cui possono essere versate donazioni in denaro destinate alla comunità cristiana di Gaza.
Alle ore due di venerdì 21 maggio, dopo 11 giorni di conflitto, Israele e le fazioni armate palestinesi di Hamas e della Jihad islamica hanno accettato il cessate il fuoco. La tregua ha comportato l’interruzione dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza e del lancio di razzi sul territorio israeliano da parte di Hamas. Secondo i dati ufficiali forniti da Hamas – la fazione islamista che controlla la Striscia di Gaza - i raid dell’aviazione israeliana sulla Striscia hanno provocato 227 vittime (di cui 65 bambini, 39 donne) e circa 1.900 feriti. Il lancio di più di 4mila razzi da parte di Hamas ha provocato 12 morti sul territorio israeliano.
Lo scorso 14 maggio, il Vescovo Giacinto-Boulos Marcuzzo, Vicario patriarcale del Patriarcato Latino di Gerusalemme per la Palestina e la Città Santa, aveva confermato all’Agenzia Fides che i bombardamenti della aviazione israeliana sulla Striscia di Gaza avevano colpito anche abitazioni di famiglie cristiane collocate nei pressi della parrocchia cattolica della Sacra Famiglia, provocando danni anche al converto e all’asilo delle Suore del Rosario. (GV) (Agenzia Fides 26/5/2021)
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ASIA/LIBANO - Addio a Krikor Bedros Ghabroyan, Patriarca degli armeni cattolici
 
Beirut (Agenzia Fides) – La mattina di martedì 25 maggio si è spento per malattia in una clinica di Beirut Krikor Bedros XX Ghabroyan, Patriarca di Cilicia degli armeni cattolici. Nato a Aleppo (allora sotto protettorato francese) il 14 novembre 1934, aveva compiuto gli studi primari presso il convento armeno cattolico di Bzommar (villaggio 36 km a nord-est di Beirut) prima di trasferirsi a Roma, presso il Pontificio Collegio Armeno, dove aveva completato i suoi studi di filosofia e teologia presso la Pontificia Università Gregoriana.
Ordinato sacerdote il 28 marzo 1959, era tornato in Libano dove fino al 1975 aveva ricoperto diversi incarichi presso le istituzioni del Patriarcato armeno cattolico, fino a diventare rettore del Seminario di Bzommar. Nel 1976 era stato nominato a capo dell’esarcato armeno cattolico della Santa Croce a Parigi (divenuto eparchia nel 1986). Aveva ricevuto l’ordinazione episcopale nel febbraio 1977. Dopo trentasei anni spesi nella cura pastorale degli armeni cattolici di Francia, si era ritirato nel febbraio 2013. Il 25 luglio 2015, quando aveva giù raggiunto l’età di 80 anni, il Sinodo della Chiesa armena cattolica lo aveva scelto come 20esimo Patriarca di Cilicia degli armeni cattolici. (Agenzia Fides 26/5/2021)
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AMERICA/PERU’ - I Vescovi: “La Chiesa è stata e sarà sempre al servizio del paese, come sta dimostrando in questo tempo di pandemia”
 
Lima (Agenzia Fides) – Seguendo la consuetudine, la Conferenza Episcopale Peruviana (CEP) ha invitato ad un “incontro fraterno” i due candidati al ballottaggio per la Presidenza della Repubblica, previsto per il 6 giugno. Lunedì 24 maggio, nella sede della CEP, si è svolto l’incontro con Keiko Fujimori, di Fuerza Popular, mentre l’Episcopato è in attesa di una risposta dall’altro candidato, Pedro Castillo, di Perú Libre, come informa la nota inviata all’Agenzia Fides.
Nel contesto della solennità di Pentecoste e in prossimità del secondo turno delle elezioni presidenziali, i Vescovi peruviani hanno inviato una “Lettera al Popolo di Dio” dal titolo “Una buona politica è al servizio della pace” in cui propongono alcune riflessioni per “accompagnare i difficili momenti” che il paese sta vivendo.
Articolata in 12 punti, la lettera porta la data del 25 maggio e ricorda innanzitutto che “é un dovere cittadino andare a votare ed esprimere un voto responsabile, pensando al presente e al futuro del paese”. Quindi i Vescovi invocano da Dio il dono della sapienza, per discernere ed eleggere il candidato migliore per la nazione, “per avviarci a superare la crisi sociale, politica, economica, educativa, sanitaria e la corruzione che colpisce tutti, in maniera particolare i più deboli e vulnerabili”.
La Chiesa invita a votare “in modo libero e ben informato”. Nel contesto del bicentenario dell’indipendenza nazionale, “queste elezioni devono essere occasione di rafforzare i valori fondamentali della nazione: democrazia, libertà, stato di diritto, indipendenza dei poteri, dignità umana, la vita, la famiglia, la proprietà, il rispetto dei trattati internazionali”. Inoltre attraverso queste elezioni “dobbiamo ribadire i grandi valori etici, morali e religiosi che sorreggono la nostra nazione dai suoi inizi e che costituiscono la grande riserva morale del paese”.
Nella Lettera si ricorda poi che la Chiesa ha sempre respinto e condannato il comunismo, in quanto riduce l’essere umano all’ambito economico e restringe le sue libertà fondamerntali, come anche il capitalismo selvaggio, inoltre “condanna il terrorismo, la violenza da qualsiasi parte venga, e ogni attentato contro la vita”. La Chiesa ha come fonte dei suoi insegnamenti il Vangelo, e lo annuncia in comunione con il Magistero pontificio e con il Magistero della Chiesa in America latina e nei Caraibi, “basato sulla dignità umana, il bene comune, l’opzione preferenziale per i poveri, promuovendo una società fraterna, solidale, e una economia inclusiva”.
Nel ribadire che “la Chiesa, fedele al Vangelo di Gesù Cristo, è stata e sarà sempre al servizio del paese, come sta dimostrando in questo duro tempo della pandemia”, i Vescovi sottollneano che “la buona politica deve anche occuparsi delle necessità più urgenti, soprattutto dei più poveri e vulnerabili, e seve essere capace di unirci, non di dividerci”.
Infine il testo evidenzia che “per rafforzare la democrazia è necessaria “una cittadinanza attiva e vigilante, che sia molto attenta a preservare l’ordine democratico da qualsiasi tentativo di infrangerlo” ed è necessario recuperare la fiducia tra noi, “perchè insieme e con generosità, costruiamo un Perù davvero fraterno, solidale, in pace”. (SL) (Agenzia Fides 26/05/2021)

sabato 16 luglio 2016

Bollettino Agenzia Fides 16 luglio 2016

ASIA/SRI LANKA - La Chiesa si impegna contro il traffico di droga la tossicodipendenza
Colombo (Agenzia Fides) – Sradicare il traffico di droga in Sri Lanka e salvare i giovani e soprattutto i bambini dalla tossicodipendenza: è l’appello lanciato dal Card. Malcolm Ranjith, Arcivescovo di Colombo, in seguito alla denuncia di un preside di una suola cattolica che ha scoperto 15 studenti coinvolti nel consumo di eroina e marijuana. “Dobbiamo alzare la voce contro i narcotrafficanti che spesso spacciano nei pressi delle scuole. Urgono leggi rigide e restrittive”, ha aggiunto il Cardinale in una conferenza pubblica, dato che alcune droghe entrano nel paese spacciate come “farmaci”. Il cardinale Ranjith anche esortato i leader religiosi, la polizia, educatori e politici ad assumersi le proprie responsabilità e a unirsi per affrontare e sconfiggere la piaga del traffico di droga e la diffusione della tossicodipendenza. Il Vescovo ausiliare di Colombo mons. Maxwell Silva ha annunciato una marcia di protesta e di sensibilizzazione per il 30 luglio nella diocesi di Colombo, che coinvolgerà parrocchie, associazioni, movimenti cristiani e altre organizzazioni della società civile. (PA) (Agenzia Fides 16/7/2016)
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ASIA/TURCHIA - Golpe fallito. Un sacerdote: “Gli imam dalle moschee chiamavano il popolo a scendere in piazza per difendere Erdogan"
Antakya (Agenzia Fides) “Stanotte, per tutta la tutta la notte dagli altoparlanti delle moschee, oltre alle preghiere, gli imam a intervalli brevi facevano appelli invitando tutti a scendere in piazza per manifestare il proprio sostegno al governo e al Presidente Recep Tayyip Erdogan”. Così riferisce all'Agenzia Fides padre Paolo Pugliese OFMCap, che svolge il suo servizio pastorale presso la parrocchia cattolica di Antakya, l'antica Antiochia sull'Oronte, dove hanno vissuto San Pietro e San Paolo, San Luca e San Barnaba, e dove per la prima volta i discepoli di Gesù sono stati chiamati cristiani.
La testimonianza proveniente da Antakya, capoluogo della Provincia dell'Hatay, confinante con la Siria, conferma che anche nei centri urbani minori della Turchia ci sono state manifestazioni di piazza contro il tentativo di colpo di Stato realizzato da settori delle forze armate turche nella tarda serata di venerdì 15 luglio. Anche a Antakya una parte considerevole della popolazione è scesa per le strade del centro lanciando slogan e suonando i clacson delle auto, ma non si sono sentiti colpi di arma da fuoco. La giornata di oggi è iniziata con una calma piatta. Tutti sanno che Erdogan ha preso in mano la situazione, ma si attende di vedere come evolverà la vicenda e quali saranno le conseguenze del golpe fallito.
Fonti del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli riferiscono a Fides che nelle ore concitate del tentativo di colpo di Stato il Patriarca ecumenico Bartolomeo, attualmente all'estero per un periodo di riposo, ha fatto pervenire un messaggio alle persone – ecclesiastici e laici – attualmente presenti nella sede patriarcale affacciata sul Cord d'Oro, a Istanbul, fornendo loro disposizioni precauzionali su come comportarsi e affrontare la situazione. (GV) Agenzia Fides 16/7/2016).
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ASIA/PAKISTAN - Urge maggiore protezione dei difensori dei diritti umani
Islamabad (Agenzia Fides) - Urgono misure più forti di tutela e protezioni per i difensori dei diritti umani in Pakistan: è l'appello lanciato al governo dalla società civile e da organizzazioni internazionali come "Christian Solidarity Worldwide". L'appello giunge in seguito all'assassinio dell'attivista musulmano Zafar Lund avvenuto il 14 luglio. Lund è stato colpito alla testa da aggressori non identificati ed è morto al di fuori della sua casa di Kot Addu, nella provincia del Punjab . Era il fondatore di un forum della società civile che mira a proteggere i diritti delle comunità che vivono grazie alla vicinanza col fiume Indo a Kot Addu, ma anche l'istruzione e i diritti del bambino.
"La violenza contro gli attivisti per i diritti umani in tutto il Pakistan è stato in aumento. Vi sono minacce e intimidazioni di difensori dei diritti umani in Pakistan da parte di attori statali e non statali", afferma il forum della società civile, che raccomanda al governo del Pakistan di "combattere la cultura dell'impunità e assicurare alla giustizia tutti i responsabili di attacchi e minacce contro avvocati, intellettuali, giudici e difensori dei diritti umani".
Tra gli ultimi omicidi, il 7 maggio scorso Khurram Zaki, noto attivista per i diritti umani ed editore, è stato ucciso da quattro sconosciuti a Karachi. Zaki era tra gli attivisti della società civile a gennaio hanno presentato una denuncia contro il Maulana Abdul Aziz, il religioso della Lal Masjid, la nota "moschea rossa" di Karachi, accusata di incitare e di instillare in bambini e giovani l'odio settario e la violenza. (PA) (Agenzia Fides 16/7/2016)
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ASIA/ISRAELE - Associazione cristiana critica la nuova legge sulle ONG
Gerusalemme (Agenzia Fides) – Lo scorso 11 luglio il parlamento israeliano ha approvato la legge che vincola le organizzazioni non governative (ONG) che ricevono più del cinquanta per cento del loro finanziamento da istituzioni e governi stranieri a dichiarare pubblicamente in ogni proprio intervento e iniziativa – negli spazi pubblici, sulla stampa e online – la propria dipendenza da fondi provenienti dall'estero. In merito a tale legge, considerazioni critiche sono state diffuse da William Bell, consigliere dell'organizzazione Christian Aid per le iniziative svolte in Israele e i Territori palestinesi occupati. "Questa legge” ha detto tra l'altro Bell “rappresenta un chiaro tentativo di limitare o spegnere voci che si esprimono contro l'ingiustizia. La maggior parte delle organizzazioni a cui sarà applicata questa legge sono attive sul terreno della difesa dei diritti umani, e tra esse ci sono anche i partner israeliani di Christian Aid , di B'Tselem e Breaking te Silence”.
Christian Aid – ha comunque ribadito il consigliere Bell - “è orgogliosa di sostenere le organizzazioni della società civile israeliana che difendono i diritti umani e si oppongono alle discriminazioni, e continueremo a farlo".
Christian Aid è un'agenzia che sostiene progetti sociali e di sviluppo per conto di più di 40 Chiese e comunità cristiane presenti in Gran Bretagna e Irlanda. (GV) (Agenzia Fides 16/7/2016).
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AMERICA/ARGENTINA - Mons. Lozano: “I movimenti popolari aiutano a vedere i problemi dei più vulnerabili”
Gualeguaychú (Agenzia Fides) – I movimenti popolari ricoprono un prezioso ruolo sociale e di sensibilizzazione delle coscienze: lo afferma il Presidente della Commissione episcopale argentina per la pastorale sociale, Sua Ecc. Mons Jorge Lozano, e vescovo della diocesi di Gualeguaychú, che ha ricordato come questi movimenti “aiutino a promuovere lo sviluppo dei gruppi sociali emarginati”.

Come appreso da Fides, il Vescovo, in un breve incontro con la stampa locale, ha detto riguardo a queste organizzazioni: "Sono di grande beneficio non solo per le persone che riuniscono o rappresentano, ma anche per la società nel suo complesso. Essi aiutano a visualizzare i problemi dei più fragili e vulnerabili, che spesso restano nascosti o ignorati. E con poche risorse fanno miracoli", ha sottolineato. "Il Papa gli incoraggia perché vede l'impegno e la creatività che rendono la dignità umana e la società equa", ha detto, ricordando le tre “T”: "Chi non desidera di promuovere Terra, Tetto e lavoro (Trabajo) come diritti fondamentali?". "I movimenti popolari hanno un ruolo molto importante nella configurazione della nostra società", e ha presentato come esempio le cooperative di riciclaggio o della costruzione di abitazioni. Notevoli anche le organizzazioni che promuovono la tutela dell'ambiente o quanti combatto no per diritti dei lavoratori non in regola o disoccupati. (CE) (Agenzia Fides, 16/07/2016)
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AMERICA/PANAMA - 500 giovani alla Giornata Mondiale della Gioventù
Panama (Agenzia Fides) – La Chiesa cattolica a Panama ha riferito che una delegazione ufficiale composta da 500 giovani parteciperà alla Giornata mondiale della Gioventù che si tiene a Cracovia, in Polonia. I giovani saranno accompagnati dall'arcivescovo Sua Ecc. Mons. José Domingo Ulloa Mendieta, dal Cardinale José Luis Lacunza, Vescovo di David, e dal Vescovo di Colón-Kuna Yala, Mons. Manuel Ochogavía,

L'evento giovanile ha in programma anche un momento di preparazione, da svolgersi dal 20 al 24 luglio 2016 nelle diverse diocesi della Polonia. I giovani da tutto il mondo parteciperanno a diverse attività all'interno delle comunità polacche per sperimentare la vita locale a livello religioso e culturale. La delegazione da Panama è già in partenza verso la Polonia. La XXXI Giornata Mondiale della Gioventù, si svolgerà dal 26 al 31 luglio a Cracovia, con la partecipazione di Papa Francesco e migliaia di giovani di tutto il mondo. Il tema prescelto è: "Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia" (Mt 5,7). (CE) (Agenzia Fides, 16/07/2016)
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domenica 17 maggio 2015

Bollettino Fides News del 16 maggio 2015

AFRICA/BURUNDI - I mezzi di informazione duramente colpiti durante il fallito golpe
Bujumbura (Agenzia Fides)-“Attaccare dei mezzi di informazione non è mai una soluzione, specialmente quando i cittadini hanno la necessità di sapere quello che sta accadendo attorno loro e coloro che hanno il potere hanno il dovere di ascoltare quello che il popolo sta dicendo” afferma Sue Valentine, coordinatrice del Programma Africa del Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ), in un comunicato inviato all’Agenzia Fides sulla crisi in Burundi. Secondo il CPJ almeno 5 radio private sono state attaccate, durate gli scontri tra dimostranti e polizia e il fallito tentato golpe dei giorni scorsi.
Il 14 maggio alcune persone non identificate hanno tirato delle granate nel compound che ospita le stazioni radio Bonesha FM, Renaissance Radio, Radio Isanganiro e Radio Publique Africaine (che a dispetto del nome è di proprietà privata), il cui direttore è stato costretto a fuggire all’esterno, perché, a suo dire, minacciato di morte.
La sede di quest’ultima emittente è stata bruciata dopo essere stata colpita da un razzo. Il 13 maggio era stata data alle fiamme la radio filo-governativo Rema FM. Tutte le radio colpite non sono in grado di trasmettere. Un fatto grave, sottolinea CPJ, perché solo l’1,3% della popolazione ha accesso a Internet. In Burundi la radio continua dunque a rimanere la principale fonte di informazione. Tra l’altro anche l’accesso ai social network attraverso gli smartphone è stato reso inaccessibili
Anche Iwacu, il giornale più diffuso, è stato costretto a sospendere le pubblicazioni, dopo aver ricevuto delle minacce. Come riportato da Fides(vedi Fides 15/5/2015), i militari fedeli al Presidente Pierre Nkurunziza e quelli golpisti, leali al generale Godefroid Niyombare, si sono battuti per il controllo della Radio Televisione Nazionale del Burundi, l’emittente di Stato, l’unica emittente in grado di coprire l’interno territorio nazionale. (L.M.) (Agenzia Fides 16/5/2015)
ASIA/INDIA - Cinque attacchi in cinque giorni ai cristiani del Madhya Pradesh
New Delhi (Agenzia Fides) – Nell’arco di cinque giorni, dal 10 al 15 maggio 2015, ci sono stati cinque attacchi contro i cristiani i loro luoghi di culto in Madhya Pradesh. Gli attacchi, condotti da gruppi fondamentalisti indù nell’area di Indore, sono avvenuti senza alcuna provocazione o motivo apparente, se non “l’odio verso i cristiani indifesi” e “l’obiettivo di terrorizzarli”, dice all’Agenzia Fides Sajan George, responsabile del “Global Council of Indian Christians” (GCIC).
George lancia un appello: “Dato che la situazione è tesa e le violenze rischiano di diffondersi a macchia d’olio, urge che lo stato prenda misure tempestive ed appropriate: è prioritario proteggere i diritti dei cristiani inermi in Madhya Pradesh e garantire giustizia”.
I cinque episodi censiti sono: il 10 maggio, il Pastore Ronald Emmanuel Sinclair, è stato fermato, contestato e percosso. Il 12 maggio un ostello per i bambini mentalmente disabili gestiti da suore agostiniane è stato attaccato da malfattori sconosciuti nel villaggio di Pipaldhar.
Tre chiese sono state attaccate a Indore l’11 e il 12 maggio da militanti che hanno cercato di devastarle e incendiarle. Secondo le prime indagini il gruppo responsabile è il “Sanskritik Jagran Manch”, noto come organizzazione induista radicale e violenta. (PA) (Agenzia Fides 16/5/2015)
ASIA/TERRA SANTA - Pax Christi International ricorda la “Nakba” a Betlemme
Betlemme (Agenzia Fides) – I 160 partecipanti all'Assemblea internazionale di Pax Christi in corso in Terra Santa hanno dato vita la sera di giovedì 14 maggio a una veglia per commemorare i 67 anni dalla Nakba, l'esodo forzato della popolazione araba palestinese durante la guerra arabo-israeliana del 1948, seguita alla fondazione dello Stato d'Israele. Alla veglia, iniziata sulla piazza della Mangiatoia, si sono uniti anche rappresentanti e membri di organizzazioni umanitarie e educative palestinesi. Durante la veglia sono stati ricordati i nomi dei villaggi palestinesi rimasti deserti dopo la fuga di massa.
Furono più di 700mila i palestinesi che lasciarono città e villaggi durante la Nakba, espressione che in arabo significa “catastrofe”. La disputa sul destino di quei profughi palestinesi e sul “diritto al ritorno” dei loro discendenti rimane al centro del nodo conflittuale arabo-israeliano.
Il Segretario generale di Pax Christi International, Josè Henriquez, non ha potuto partecipare alla veglia di Betlemme perchè le autorità israeliane non gli hanno concesso di entrare in Israele dal confine con la Giordania. Pax Christi International ha diffuso un comunicato in cui si manifesta “profondo dispiacere” per la decisione operata dalle autorità israeliane, esprimendo pieno sostegno al proprio Segretario generale. “Conoscendolo come un uomo integro” si legge nel comunicato, pervenuto all'Agenzia Fides “non riusciamo a immaginare nessuna ragione capace di giustificare il rifiuto opposto al suo ingresso” (GV) (Agenzia Fides 16/5/2015).
AMERICA/CILE - Morti due studenti durante le proteste; la Chiesa lancia un appello alla non violenza
Valparaiso (Agenzia Fides) – Una ferma condanna e un appello a riflettere sulla gravità di quanto è accaduto è stata espressa dalla Chiesa cattolica in seguito all'uccisione degli studenti Exequiel Borvarán Salinas (18) e Diego Guzman Farias (24), il 14 maggio durante una marcia di protesta a Valparaiso.
“È una vera tragedia” afferma il Cardinale Ricardo Ezzati, Presidente della Conferenza Episcopale del Cile in una nota inviata a Fides da Santo Domingo (Repubblica Dominicana), dove partecipa all'Assemblea generale del Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM). “Esprimo anche la mia ferma condanna per l'episodio di violenza" ha detto l'Arcivescovo di Santiago che ha poi chiesto “il dono della pace”.
Secondo notizie raccolte da Fides durante una protesta degli studenti, che si svolgeva a Valparaíso, due ragazzi sono stati uccisi mentre stavano disegnando dei graffiti su un muro. È stato accusato dell’omicidio un altro ragazzo di 22 anni, proprietario dell’edifico su cui i ragazzi stavano scrivendo.
Il 14 maggio si sono tenute proteste in tutto paese che hanno portato in piazza centinaia di studenti per chiedere la riforma del sistema scolastico. I manifestanti chiedono che il governo porti a termine le riforme promesse al sistema educativo. (Vedi Fides 29/01/2015, 19/11/2014) Il movimento studentesco cileno chiede una riforma della scuola dal 2011. Attualmente nel paese solo la scuola elementare è gratuita, tutti gli altri gradi di istruzione sono finanziati da risorse pubbliche solo al 25 per cento. Per questo la maggior parte degli studenti deve chiedere prestiti e indebitarsi per portare al termine gli studi e frequentare l’università.
(CE) (Agenzia Fides, 16/05/2015)
AMERICA - “Vivere una conversione missionaria come chiesa in uscita”; messaggio della XXXV Assemblea Generale del CELAM
Santo Domingo (Agenzia Fides) – La traduzione del Nuovo Testamento della "Bibbia della Chiesa in America" (BIA), la creazione della rete ecclesiale Pan-Amazzonia (REPAM) per rispondere efficacemente alle sfide dell'Amazzonia, la "fruttuosa esperienza missionaria che ha sollevato la V Conferenza dell'Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi ad Aparecida", sono i principali temi del messaggio finale della XXXV Assemblea Generale Ordinaria del CELAM.
Firmato dal nuovo presidente del CELAM, il cardinale Rubén Salazar Gómez, il documento riassume in 10 punti l'impegno della chiesa latinoamericana per il periodo 2015-2019.
Il messaggio ribadisce infine lo spirito missionario della Chiesa perché afferma che si continua l'impegno della Missione Continentale: "inviteremo tutte le chiese locali a vivere una vera e propria conversione missionaria, insistendo sull'esempio di Papa Francesco riguardo a una Chiesa in uscita".
(CE) (Agenzia Fides, 16/05/2015)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...