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lunedì 22 novembre 2021

Agenzia Fides 22 novembre 2021

 


EUROPA/ITALIA - I martiri vietnamiti, fonte di incoraggiamento per le comunità cattoliche
 
Roma (Agenzia Fides) – Celebrare con fede e devozione la Festa dei Santi Martiri Vietnamiti, canonizzati nel 1988 dal Papa San Giovanni Paolo II: con questo spirito, alla vigilia della festa di Cristo Re, sabato 20 novembre, oltre duecento membri della “Associazione dei religiosi e dei laici vietnamiti”, che studiano, vivono e svolgono le loro diverse missioni a Roma, si sono riuniti, insieme a vari gruppi di pellegrini provenienti dagli Stati Uniti e Europa, nel Santuario di Santa Maria delle Grazie alle Fornaci, vicino alla Basilica di San Pietro.
“Sanguis Martyrum, semen Christianorum” - “Il sangue dei martiri, seme dei cristiani”. Le parole dell'apologeta Tertulliano sono state ribadite alla assemblea liturgica come un richiamo e una sfida dalla condivisione da parte di don Tran Manh Duyet, Vice-postulatore della causa di canonizzazione dei Santi martiri vietnamiti, rivolgendosi all'assemblea nella solenne messa di commemorazione, celebrata in vista della festa liturgica di quei martiri che è fissata nel calendario liturgico il 24 novembre.
Il 19 giugno 1988, in Piazza San Pietro, il Papa San Giovanni Paolo II ha canonizzato 117 vietnamiti che hanno versato il loro sangue per testimoniare il Vangelo di Dio tra il 1745 e il 1862, tra loro 21 missionari della Spagna e della Francia, insieme a 96 vietnamiti. Questo numero, tuttavia, è solo rappresentativo degli oltre 100.000 martiri del Vietnam durante il periodo che va dal XVII al XIX secolo.
“La canonizzazione di un gruppo così numeroso è un evento senza precedenti – ha detto p. Tran –. Il processo di preparazione è stato una vera sfida, poiché una delle condizioni essenziali per la canonizzazione di un santo è che ci sia almeno un miracolo. Ma un miracolo per ogni membro del gruppo era quasi impossibile. Grazie a Dio, per sua benigna volontà, il Santo Papa Giovanni Paolo II ha riconosciuto un miracolo innegabile, cioè il miracoloso sviluppo della Chiesa in Vietnam attraverso una lunghissima storia di persecuzione. Partendo da zero, il numero dei cattolici in quel tempo è cresciuto fino ormai a quasi 6 milioni. Questo sviluppo non può essere spiegato al di fuori della volontà di Dio”.
Celebrare e far rivivere gli esempi eroici della vita e della fede dei Santi antenati – hanno notato i fedeli presenti – è una significativa fonte di incoraggiamento per le comunità cattoliche vietnamite, in particolare nella difficile situazione della pandemia. Appartenendo a un piccolo popolo che è sopravvissuto a tante sofferenze della guerra e dell'odio, i cattolici vietnamiti traggono dalle loro origini una forza inesauribile per continuare ad andare avanti verso un futuro più luminoso.
(CGA-PA) (Agenzia Fides 22/11/2021)
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AFRICA/KENYA - Mancano risorse adeguate per far fronte in egual modo alla pandemia oltre che alla grave siccità
 
Wajir (Agenzia Fides) – Programmi di recupero e di resilienza, sicurezza alimentare (agricoltura sostenibile), fornitura di acqua, sanità e servizi igienici, sono tra le priorità che il Camillian Disaster Service (CADIS) Kenya, Fondazione Internazionale dei Camilliani (vedi Agenzia Fides 8/8/2016), sta per promuovere in risposta all’emergenza che incombe nel Wajir West, parte nord-orientale del Kenya, dove una grave siccità ha lasciato pesanti conseguenze al bestiame e all’agricoltura.
Secondo quanto pervenuto all’Agenzia Fides, dopo una rapida valutazione dei bisogni, sono state identificate carenze come cibo, mezzi di sussistenza (agro-pastorali), acqua e salute. La siccità ha colpito le popolazioni vulnerabili causando insicurezza alimentare e malnutrizione. Per fare fronte a questa criticità, il programma di CADIS Kenya mira a ridurre l’incidenza della malnutrizione del 50% attraverso la distribuzione di cibo a 4.000 famiglie, migliorare il sostentamento dei beneficiari del 50% attraverso la distribuzione di cibo per il bestiame e la clinica mobile.
La situazione nel paese è precipitata, ha dichiarato p. Francis Maina, MI, Coordinatore CADIS Kenya, “negli ultimi due anni, a Wajir, una delle regioni aride e semi-aride (ASALS), non ha piovuto, con un conseguente grave impatto sui mezzi di sostentamento della popolazione, sull’agricoltura, sul bestiame e sulla salute. Combinando tutto questo con gli effetti attuali di Covid-19 nel paese, la vita diventa miserabile, specialmente in questa regione.”
La scarsità di cibo ha portato a un’alta domanda sul mercato e ad una escalation dei prezzi oltre la capacità media di potere d’acquisto della gente. La situazione della sicurezza alimentare nella contea si sta deteriorando ogni giorno a causa della mancanza di acqua per il consumo umano e del bestiame. Questo ha contribuito alla massiccia mortalità del bestiame, all’aumento dei tassi di malnutrizione e alle complicazioni sanitarie. È necessario un intervento urgente per arrestare la situazione.
(AP/FM) (Agenzia Fides 22/11/2021)
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AFRICA/MAROCCO - Addio al monaco “sopravvissuto” Jean-Pierre Schumacher, ultimo compagno dei martiri di Tibhirine
 
Fez (Agenzia Fides) - «Era così bello!», ripeteva commuovendosi il monaco trappista Jean-Pierre Schumacher, quando ricordava i lunghi anni di vita fraterna trascorsi insieme ai suoi confratelli nel monastero algerino di Thibirine, trucidati nel 1996 in una delle più luminose vicende di martirio cristiano degli ultimi decenni. Ora anche lui, l’ultimo “sopravvissuto” di Thibirine, ha lasciato questo mondo. Il suo cuore si è fermato la mattina di domenica 21 novembre, festa di Cristo Re dell’Universo, nella quiete del monastero di Notre-Dame de l'Atlas, situato a Midelt, alle pendici dell’Atlante marocchino, ultimo presidio trappista in Nord- Africa.
Frère Jean-Pierre avrebbe compiuto 98 anni il prossimo febbraio. Si era trasferito come monaco in Algeria nel 1967. La commozione che gli inumidiva gli occhi quando ricordava la quotidianità monastica toccata dalla grazia e condivisa con i suoi confratelli martiri, caparra del Paradiso («Era così bello!») era il segno luminoso che non l’eroismo o la dedizione, solo la gratitudine per una felicità assaporata può far confessare la fede in Cristo e alimentare ogni autentica testimonianza cristiana, fino al martirio.
Il superiore Christian de Chergé e gli altri sei confratelli monaci di frére Jean-Pierre (beatificati l’8 dicembre 2018 insieme a altri 12 martiri d’Algeria) erano stati rapiti nella notte tra il 26 e il 27 marzo 1996, nel Paese stravolto dalla guerra civile. Lui, insieme all’altro Amèdèe (scomparso nel 2008), era scampato al sequestro perché quella notte era di servizio in portineria, in un edificio adiacente al monastero. Due mesi dopo il rapimento, le teste mozzate dei 7 monaci vennero fatte ritrovare lungo una strada. Gli autori della strage non furono mai identificati con certezza. La tesi ufficiale attribuiva l’eccidio alle bande clandestine del Gruppo Islamico Armato (l’organizzazione terroristica islamista nata nel 1991 dopo che il governo aveva rifiutato di riconoscere i risultati elettorali favorevoli alle forze islamiste), mentre inchieste condotte da ricercatori indipendenti hanno indicato la pista di una possibile implicazione in quella vicenda dei servizi segreti militari algerini.
Quattro anni dopo il martirio dei suoi confratelli, Jean- Pierre si era trasferito in Marocco, divenendo priore della comunità trappista di Notre-Dame de l’Atlas. Più volte ha confessato il peso di una domanda che lo accompagnava sempre: «perché il Signore mi aveva concesso di restare in vita?». Nel trascorrere del tempo, aveva percepito che il suo destino di “sopravvissuto” alla strage coincideva con la missione di «testimoniare gli avvenimenti di Tibhirine e far conoscere l’esperienza di comunione con i nostri fratelli musulmani, che continuiamo ora qui nel monastero di Midelt, in Marocco».
Nella loro nuova dimora, frére Jean-Pierre e frère Amédée si definivano il “piccolo resto” di Tibhirine: «La nostra presenza al monastero – ha raccontato – era un segno di fedeltà al Vangelo, alla Chiesa e alla popolazione algerina». I trappisti di Tibhirine non “volevano” diventare martiri.. Ma nella fedeltà alla propria vocazione monastica vollero condividere con tutti gli algerini il rischio di essere bersaglio di una violenza cieca, che in quegli anni insanguinava il Paese e moltiplicava le stragi di innocenti. Come francesi potevano partire, ma non l’hanno fatto. «A Tibhirine - ha raccontato frère Jean-Pierre al giornalista francese François Vayne - le campane del monastero suonavano e i musulmani non ci hanno mai chiesto di farle tacere. Noi ci rispettiamo nel cuore stesso della nostra vocazione comune: adorare Dio». Negli ultimi anni, il monaco di Tibhirine ha compiuto la sua missione anche con il suo sorriso benedetto di bambino con cui disarmava gli assalti – a volte carichi di brutale ignoranza – con cui certi operatori della comunicazione assediavano la sua pace della vita del monastero, a caccia di qualche frasetta a effetto da rilanciare sulle agenzie. Con quel sorriso frère Jean-Pierre ha reso testimonianza impareggiabile al tesoro di una esperienza monastica che ha trovato nelle sorgenti della preghiera e della liturgia le vie sorprendenti per confessare in parole e opere il nome di Cristo anche tra i figli dell’Umma di Muhammad: «In Marocco» - raccontava il monaco scampato all’eccidio di Tibhirine - «noi viviamo questa comunione nella preghiera, quando ci alziamo di notte per pregare, alla stessa ora in cui i nostri vicini musulmani sono svegliati dal muezzin». «La fedeltà all’appuntamento della preghiera – aggiungeva frère Jean-Pierre – è il segreto della nostra amicizia con i musulmani». (GV) Agenzia Fides 22/11/2021)
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ASIA/SRI LANKA - Prete cattolico fermato dalla polizia: ha chiesto verità e giustizia sugli attacchi di Pasqua
 
Colombo (Agenzia Fides) - "Siamo qui da tre giorni per accompagnare il nostro fratello p. Cyril Gamini Fernando, chiamato dai servizi di Intelligence per interrogatori. Gli chiedono conto di affermazioni che egli ha fatto sulla responsabilità dell'Intelligence relativa alle esplosioni di Pasqua del 2019. Siamo qui in rappresentanza dei sacerdoti della Arcidiocesi di Colombo. Siamo qui in preghiera, con il Rosario in mano, esprimendo solidarietà a padre Cyril, e per chiedere a Dio che la verità venga alla luce e vi sia autentica giustizia. Chiediamo a tutti i fedeli di pregare con noi": lo dice all'Agenzia Fides p Robinson Wijesinghe, parte del gruppo di preti cattolici dell'Arcidiocesi di Colombo che sta tenendo un sit-in di protesta pacifica e di preghiera silenziosa davanti al Crime Investigation Department della capitale Colombo, dove p. Cyril Gamini Fernando, sacerdote della stessa Arcidiocesi, è trattenuto per indagini e interrogatori.
Mentre tutta la Chiesa in Sri Lanka ha chiesto alla politica e alle forze dell'ordine di fare chiarezza e verità sui mandanti degli attentati del 2019 (vedi Fides 8/9/2021), padre Cyril è stato denunciato e convocato per le sue dichiarazioni che hanno chiamato in causa il ruolo e le falle dei Servizi di Intelligence.
Aggiunge a Fides padre Cecil Joy anch'egli presente al presidio: "Siamo radunati da tutta la diocesi di Colombo per chiedere giustizia e verità. Ricordiamo che nel 2019 sono morte più di 200 persone e più di 500 feriti per attacchi terribili. Dopo oltre due anni siamo ancora qui a chiedere la verità. Uno dei nostri sacerdoti. padre Cyril, è stato convocato perchè ha chiesto pubblicamente che la verità venga alla luce: la verità è un diritto delle vittime, è un dovere dello stato. La comunità internazionale deve sapere. Chiediamo a tutti i fedeli di pregare per noi e con noi. Siamo riuniti nel nome di Dio come credenti, in cerca della verità".
P. Cyril Gamini Fernando è membro del "Comitato cattolico nazionale per la giustizia alle vittime" degli attacchi di Pasqua del 2019. Un mese fa il direttore generale del servizio di Intelligence statale, il generale Suresh Salley, ha presentato una denuncia contro il sacerdote per le dichiarazioni da lui rilasciate.
In Sri Lanka il 21 aprile 2019 tre hotel di lusso a Colombo (Cinnamon Grand, Kingsbury e Shangri-La), e tre chiese (St. Anthony's, Colombo, San Sebastiano, Negombo e Chiesa di Sion, Batticaloa) furono colpiti da attentataori kamikaze. Altre due bombe esplosero, una in una casa a Dematagoda e un'altra al Tropical Inn a Dehiwala. Negli attacchi sono rimaste uccis,e oltre agli otto attentatori suicidi, 269 persone, tra i quali 45 cittadini stranieri, mentre almeno 500 sono rimasti gravemente feriti.
Gli attentatori suicidi sono stati identificati come associati all'organizzazione National Thowheeth Jama'ath (NTJ). Sul movente, i mandanti, la realizzazione degli attacchi, il mancato intervento delle forze dell'ordine e dell'Intelligence, nonostante gli allarmi ricevuti, vi sono molte incognite e, dopo due anni, l'opinione pubblica attende ancora chiarezza e verità.
(PA) (Agenzia Fides 22/11/2021)
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ASIA/FILIPPINE - Il Vescovo David: "Occorre eleggere candidati affidabili"
 
Manila (Agenzia Fides) - E' importante eleggere “candidati affidabili” alle elezioni generali previste per il prossimo maggio del 2022. E' l'invito reso pubblico in un messaggio del Presidente eletto della Conferenza episcopale delle Filippine (CBCP), Mons. Pablo Virgilio David, Vescovo di Caloocan, che si prepara ad assumere la carica alla guida della CBCP il 1° dicembre prossimo.
Citando uno scienziato gesuita filippino, p. Jett Villarin, ex presidente dell'Università Ateneo di Manila, il Vescovo David ha detto che ai candidati basterebbe questo: “Seguire i comandamenti. Non uccidere. Non rubare. Non mentire. Osservando questi principi, già si è a buon punto". “Dovremmo vergognarci di definirci cristiani - ha aggiunto - se non partecipiamo attivamente a far votare alla carica i candidati affidabili. Cioè, occorre avere a cuore il futuro del nostro Paese”.
L'autorità politica, ha spiegato il Vescovo David, non consiste nell'essere "padroni delle persone" ma nel compiere un servizio. “Gesù non è un elettore nelle prossime elezioni", ha detto in modo provocatorio. "Ma noi lo siamo. Ci ha affidato il compito di compiere questa scelta importante” ha proseguito il Presule. "Risponderemo o non risponderemo alla sua chiamata ad essere amministratori responsabili della nostra nazione che il Signore ama così tanto e che ha già salvato molte volte dalla distruzione?" ha concluso.
Un leader laico cattolico, Mon Santiago, facendo eco all'invito del Vescovo, asserisce: “Continuiamo a pregare affinché gli elettori scelgano con saggezza nelle elezioni del maggio 2022 ed eleggano persone pronte a servire il popolo e il nostro Paese per il bene di questa e delle generazioni future. Dio benedica le Filippine”.
Mentre il dibattito pubblico ferve, anche all'interno delle comunità cattoliche, il Gesuita padre Manoling V. Francisco SJ, presidente della "Tanging Yaman Foundation", osserva: “Usiamo il nostro sacro dovere di votare eleggendo uomini e donne timorati di Dio, che non agiscano per l'onore e la gloria personale o nazionale, ma soprattutto per la gloria di Dio."
In vista delle elezioni politiche, previste per il 9 maggio 2022, la Commissione Elettorale dovrebbe pubblicare entro gennaio 2022 l'elenco definitivo dei candidati ufficiali, compresi quelli in corsa per la carica di presidente, vicepresidente, per i seggi di 12 senatori e 308 membri della Camera dei Deputati.
Ci sono poi i candidati per i seggi di 81 governatori e vice governatori, 780 seggi nei consigli provinciali, 1.634 sindaci e vicesindaci di comuni, 13.546 seggi nei consigli comunali. Secondo la Costituzione filippina del 1987, le elezioni generali si tengono ogni sei anni, il secondo lunedì di maggio.
(SD-PA) (Agenzia Fides 22/11/2021)
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ASIA/CINA - La scomparsa di Mons. Stefano Yang Xiangtai
 
Roma (Agenzia Fides) - Nella notte del 13 ottobre 2021 è deceduto, all’età di 99 anni, S.E Mons. Stefano Yang Xiangtai, Vescovo di Handan/Yongnian (Hebei), “ufficiale”. Nato il 3 gennaio 1923 da una devota famiglia cattolica di Gaocun, nella contea di Wu’an (attuale Hebei), fu battezzato da piccolo. Nel 1935 entrò nel Seminario minore di Weihui e nel 1940 passò al Seminario maggiore di Kaifeng. Il 27 agosto 1949 fu ordinato sacerdote.
A causa della fede e per la fedeltà al Papa, nel 1966 venne arrestato e, dopo un periodo di incarcerazione, fu costretto ai lavori forzati per 15 anni. In seguito alle aperture di Deng Xiaoping, nel 1980 fu riabilitato e, una volta dichiarata la sua innocenza, venne liberato. Svolse, poi, il ministero pastorale nelle contee di Handan, Cixian, Shexian e Wu’an. Nel 1988 fu direttore spirituale del Seminario diocesano e della Congregazione dello Spirito Santo Consolatore e, infine, Vicario Generale.
Il 30 novembre 1996 fu consacrato Vescovo Coadiutore di Handan. Nel 1998 divenne Rettore del Seminario diocesano. Il 17 settembre 1999, succedette a S.E. Mons. Chen Bolu, dimissionario, come Vescovo diocesano.
S.E. Mons. Stephen Yang Xiangtai è stato un Vescovo molto amato dai fedeli, che lo ricordano per la forte fedeltà al Signore, la gentilezza verso tutti, la semplicità di vita e la dedizione costante per il suo gregge.
I funerali sono stati celebrati a Caozhuang il 19 ottobre 2021, presieduti dal successore, S.E. Mons. Sun Jigen, nella chiesa di Nostra Signora di Lourdes, dove la salma è stata esposta alla venerazione e alla preghiera dei fedeli che gli hanno voluto rendere l’ultimo saluto. (Agenzia Fides 22/11/2021)
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AMERICA/NICARAGUA - Giustizia e Pace: “ogni persona ha il diritto di agire in coscienza e libertà”
 
Managua (Agenzia Fides) - “La Chiesa, come Madre e Maestra, non smette di chiamare tutti a costruire la pace… Chiediamo ai fedeli di continuare a pregare perchè Gesù Cristo, Principe della Pace, e l’Immacolata Vergine Maria, continuino ad accompagnare il popolo che non perde la sua fede incrollabile in Dio e non abbandona la sua speranza in un future migliore per la Patria”. E’ l’appello rivolto “al popolo di Dio e alle persone di buona volonta” dalla Commissione “Giustizia e Pace” dell’Arcidiocesi di Managua, che ha per titolo una delle beatitudini: “Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia perchè saranno saziati” (Mt 5-6).
Il messaggio ricorda che secondo la Dottrina sociale della Chiesa, “per costruire una società formata da persone con la dignità di essere immagini viventi di Dio, è necessaria la ricerca del bene comune come fondamento di base, accompagnato da principi fondamentali come la libertà, la giustizia, la verità, la carità e la ricerca della pace”.
Il bene comune, sottolinea il testo pervenuto a Fides, implica che “tutti i cittadini possano vivere nella tranquillità che i loro diritti siano rispettati”. Ogni persona ha il diritto di agire in piena libertà e secondo coscienza, assumendo personalmente le decisioni morali e politiche; “nessuno deve essere obbligato ad agire contro la propria coscienza, né gli si deve impedire di agire secondo coscienza” come insegna il Catechismo della Chiesa cattolica. “Quanti detengono il potere pubblico, per legge o di fatto – ribadisce la Commissione -, hanno la responsabilità di procurare il bene comune della nazione, senza alcuna distinzione, rispettando i diritti fondamentali e inalienabili dei cittadini. Solo così si può costruire una società dove prevalga la dignità della persona umana”. (SL) (Agenzia Fides 22/11/2021)

giovedì 24 settembre 2020

Agenzia Fides 24 settembre 2020

 

EUROPA/GERMANIA - Verso la Giornata Missionaria Mondiale: “in tempi di coronavirus la solidarietà è più importante che mai”
 
Monaco (Agenzia Fides) - La più grande campagna di solidarietà dei cattolici nel mondo – il Mese Missionario - nell’ottobre 2020 si svolge con la pandemia del coronavirus in atto. "Soprattutto in questi tempi di pandemia globale, è più importante che mai concentrarsi sui paesi in via di sviluppo, non dimenticando le persone che ci vivono e dimostrandoci solidali con loro", sottolinea mons. Wolfgang Huber, Direttore di Missio München, Direzione nazionale delle Pontificie Opere Missionarie.
Anche prima della pandemia del coronavirus, i paesi che quest’anno sono al centro della campagna di Missio in occasione del Mese Missionario - Niger, Mali e Burkina Faso - erano già tra le regioni più povere del mondo. Il duro lockdown causato dalla pandemia li ha colpiti con tutta la sua forza. “Il motto di quest'anno 'Solidarietà per la pace e la coesione' riafferma la nostra responsabilità reciproca, soprattutto ai tempi del Coronavirus, soprattutto come cristiani!” sottolinea il Direttore nazionale.
Le iniziative di Missio nel Mese Missionario quest’anno si svolgeranno in parte virtualmente. A causa della particolare situazione sanitaria globale, gli ospiti di Mali, Niger e Burkina Faso prenderanno parte a quattro conferenze virtuali organizzate da Missio in modalità online (informazioni dettagliate sul sito www.missio.com). Un ospite speciale sarà tuttavia presente in Baviera: S.E. Mons Jonas Dembelé, Vescovo di Bamako in Mali, arriverà a Monaco all'inizio di ottobre e prenderà parte a vari eventi e conferenze, dopo la quarantena obbligatoria.
"I nostri partner per i progetti in Africa occidentale stanno facendo tutto il possibile per la promozione della pace. Durante un viaggio di una nostra delegazione in Senegal, abbiamo visto che solidarietà e dialogo interreligioso non sono solo parole vuote. Fra cristiani e musulmani esiste uno scambio ravvicinato che avviene nella vita di tutti i giorni" sottolinea mons. Wolfgang Huber.
La Giornata Missionaria Mondiale è stata indetta da Papa Pio XI nel 1926. Da allora, ogni anno, in oltre 100 paesi del mondo, si svolge nella penultima domenica di ottobre la raccolta di offerte sostenere il lavoro della Chiesa cattolica nelle 1.100 diocesi più povere del mondo.
(MS) (Agenzia Fides 24/09/2020)
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AFRICA/KENYA - Una religiosa incaricata dai Vescovi di coordinare il progetto della televisione cattolica nazionale del Kenya
 
Nairobi (Agenzia Fides) – Una religiosa a capo del progetto per la creazione della prima televisione cattolica nazionale del Kenya. Si tratta di suor Agnes Lucy Lando, Direttore della ricerca e degli studi post-laurea presso la Daystar University, che è stata nominata coordinatrice e consulente principale per assistere la Conferenza dei Vescovi cattolici del Kenya (KCCB) nella gestione di Ukweli Television Kenya. L’emittente, il cui motto è "portare Cristo alle persone e le persone a Cristo", è stata lanciata sui canali online il 1° aprile di quest’anno ed ha appena ottenuta la licenza commerciale di trasmissione in chiaro dall'Autorità per le comunicazioni del Kenya (CA).
In una intervista a Ukweli TV, che ha sede presso il National Youth Center (Mji-Wa Furaha), suor Lando ha ringraziato i Vescovi per la fiducia a lei accordata per guidare il nuovo progetto televisivo nonostante il suo altro impegno alla Daystar University, che è un'istituzione non cattolica. Suor Lando ha detto che la chiusura delle chiese all'inizio dell'anno a causa della pandemia Covid-19 ha influenzato la creazione della nuova stazione televisiva. “Era desiderio dei Vescovi rimanere in contatto con i fedeli. Hanno quindi chiesto che l'istituzione di Ukweli TV venga accelerata in modo che possa essere utilizzata come strumento di evangelizzazione e per raggiungere i cristiani con messaggi di speranza e incoraggiamento".
"A nome dei Vescovi, sono entusiasta che finalmente abbiamo qualcosa da cui cominciare. Ringraziamo il team di Nairobi per il loro impegno nell'aiutare ad acquisire la licenza di trasmissione" ha detto il Presidente della Commissione per le comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale del Kenya, Sua Ecc. Mons. Joseph Obanyi Sagwe, Vescovo di Kakamega, sotto la cui guida è stato realizzato il progetto della TV cattolica. Il Vescovo ha rilevato che i Vescovi sono felici di possedere finalmente una propria stazione televisiva nazionale.
Mons. Obanyi ha detto che Ukweli TV inizierà presto a trasmettere programmi e ha invitato i cristiani di tutte le diocesi a sostenere la nuova TV e il team incaricato di gestirla, infine ha reso omaggio a suor Lando per il suo impegno e per aver accettato di aiutare i Vescovi a realizzare il loro sogno. (L.M.) (Agenzia Fides 24/9/2020)

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AFRICA/NIGERIA - Le continue profanazioni costringono alla chiusura di una chiesa
 
Abuja (Agenzia Fides) – I continui sacrilegi commessi nella chiesa di San Pietro a Makurdi hanno costretto il Vescovo della diocesi nigeriana, Sua Ecc. Mons. Wilfred Anagbe, a sospendere a tempo indeterminato tutte le attività nella parrocchia. La sospensione, entrata in vigore il 15 settembre 2020, ha fatto seguito a due attacchi sacrileghi alla parrocchia, il 12 agosto e il 13 settembre, da parte di persone ancora da identificare.
Il decreto che sancisce la sospensione delle attività liturgiche e pastorali afferma: "La parrocchia d'ora in poi sarà chiusa per la celebrazione della Santa Messa e per tutte le altre attività pastorali in linea con il Canone 1211, con effetto da oggi, 15 settembre 2020, fino a nuovo avviso".
Gli assalitori sono entrati nella cappella dell'Adorazione perpetua del Santissimo Sacramento e nell'edificio principale della chiesa, profanando la Santissima Eucaristia e saccheggiando i calici sacri, per cui tutta la chiesa è rimasta profanata.
La chiusura, secondo il decreto, "è per consentirci di prepararci adeguatamente alla penitenza richiesta dalla legge per riparare il danno che questa profanazione ha arrecato al Sacro Corpo di Cristo".
“Le attività pastorali riprenderanno solo dopo che sarà stata fatta una riparazione proporzionale a questo sacrilegio e saranno pienamente garantite migliori strutture di sicurezza per la parrocchia, secondo i requisiti canonici. Fatto ciò, l'intera comunità di questa parrocchia, tra l'altro, dovrà partecipare ad una novena di riparazione che si concluderà con un rito di espiazione, secondo le norme liturgiche diocesane”, spiega il decreto firmato da Mons. Anagbe. (L.M.) (Agenzia Fides 24/9/2020)
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ASIA/KAZAKISTAN - La prima basilica in terra kazaka: “Qui le radici della Chiesa che ha attraversato la repressione sovietica”
 
Karaganda (Agenzia Fides) - “Il titolo di Basilica minore concesso alla chiesa di San Giuseppe a Karaganda è un riconoscimento molto importante per i cattolici del Kazakistan. Si tratta di un vero Santuario: in tantissimi vi si recano in pellegrinaggio, perché al suo interno sono conservate le reliquie del sacerdote martire del comunismo Vladislav Bukovinskyin. Inoltre proprio qui si trovano le radici della presenza cattolica kazaka durante i decenni della repressione sovietica, quando non era possibile professare la fede. E’ una chiesa unica, perché è una delle prime registrate ufficialmente in Kazakistan, nel 1977. Il 29 giugno 1980, il Vescovo Alexander Khira la consacrò solennemente. Per questo, in occasione del quarantesimo anniversario della consacrazione, ho chiesto la concessione di titolo di Basilica minore, e Papa Francesco ha accolto la nostra richiesta”. Lo racconta all’Agenzia Fides Mons. Adelio Dell’Oro, Vescovo di Karaganda, che nei giorni scorsi ha ricevuto - e letto pubblicamente nel corso di una celebrazione eucaristica - il decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Si tratta della prima chiesa riconosciuta come Basilica nel paese dell’Asia centrale.
Le origini della chiesa di San Giuseppe risalgono al periodo successivo alla morte di Stalin: nel 1953 alcuni sacerdoti liberati dai campi di concentramento raggiunsero la città di Karaganda. “Tra questi, padre Wladislav Bukowinsky, il Vescovo greco-cattolico Alexander Khira, padre Alexander Staub, padre Alexiy Zaritsy, padre Albinas Dumblyauskas e altri. Tutti questi sacerdoti battezzavano, confessavano, celebravano la Santa Messa e i matrimoni clandestinamente. La gente veniva da loro da regioni lontane per ricevere i santi Sacramenti. C’erano, inoltre, molte donne credenti: Gertrude e Valentina Detzel, Maria Becker, Thea Balter, Flora Stivikh e molte altre che, nonostante le crudeli persecuzioni, erano impegnate nella catechesi per adulti, bambini e adolescenti, che preparavano alla Prima Comunione e agli altri Sacramenti”, racconta mons. Dell’Oro.
Secondo quanto riferito dal Vescovo, grazie alla perseveranza di tanti cattolici, il 28 gennaio 1977, fu concesso il permesso di registrare la parrocchia della comunità romano-cattolica di Karaganda. Fu acquistata una “zemlianka”, cioè una casa-rifugio interrata, sul cui sito era previsto di costruire la chiesa. Lì, il 19 marzo 1977, festa di San Giuseppe, fu celebrata per la prima volta ufficialmente la Santa Messa. Le fondamenta della chiesa futura furono gettate nel novembre dello stesso anno. “Alla costruzione del tempio, iniziata nella primavera del 1978, parteciparono tutti, dal più piccolo al più grande, compresi invalidi e ammalati, e già l’8 settembre fu celebrata la prima Messa nella chiesa di San Giuseppe a Karaganda, appena edificata”, ricorda il Presule. Il 29 giugno 1980, il Vescovo Alexander Khira la consacrò solennemente.
“L’assegnazione del titolo di Basilica minore ha lo scopo di rafforzare il legame di questa chiesa con il Vescovo di Roma e di evidenziare la sua importanza nel territorio del Kazakistan. Questo è esteriormente riconoscibile dalle insegne pontificie sul portale di ingresso e all’interno della chiesa”, spiega a Fides il Vescovo. Per sottolineare l’unità con la Cattedra romana di Pietro, ogni anno, nella Basilica kazaka saranno celebrate diverse festività, come la solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (29 giugno) e l’anniversario dell’elezione del Romano Pontefice (13 marzo 2013). I fedeli potranno lucrare l’indulgenza plenaria in quelle date e, una volta all’anno, anche in un giorno liberamente scelto.
(LF-PA) (Agenzia Fides 24/9/2020)
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ASIA/INDIA - Due statue di Gesù e Maria danneggiate e deturpate in Andra Pradesh
 
Mandapeta (Agenzia Fides) - Due statue di Gesù e della Vergine Maria sono state deturpate e danneggiate in una parrocchia cattolica dell'arcidiocesi di Visakhapatnam, in Andhra Pradesh, stato dell' India meridionale. Le due statue erano collocate all'ingresso nel complesso della chiesa di Santa Maria Maddalena a Mandapeta. Come riferito a Fides, un gruppo di ignoti le ha danneggiate e bruciate il 22 settembre. “E' un incidente piuttosto spiacevole, una denuncia è stata presentata alla locale stazione di polizia” ha detto a Fides padre R. P. V. Prasad, Segretario della diocesi, riferendo che sono in corso ulteriori indagini della polizia.
Va notato che la scorsa settimana si sono verificati episodi di profanazione di templi indù e vi è stato l'incendio del baldacchino che trasportava la divinità principale indù per le strade del villaggio. Secondo gli inquirenti l'incendio di due statue cattoliche potrebbe essere una sorta di rappresaglia dopo l'incidente avvenuto nel tempio induista.
Padre Joseph Arlagadda, vice segretario del Consiglio dei Vescovi cattolici di Telugu (che comprende i Vescovi delle province ecclesiastiche di Hyderabad e Visakhapatnam e la diocesi di rito orientale a Telangana) osserva a Fides: "Questi gesti intendono disturbare la pace nel distretto. Non bisogna cedere alle provocazioni", invitando alla calma i fedeli cattolici della parrocchia locale di Mandapta che ha circa 3000 battezzati.
In India si sono registrati 31 episodi di attacchi a luoghi o personaggi cristiani nell'agosto di quest'anno. La maggior parte di questi attacchi è stata segnalata negli stati di Uttar Pradesh in Chhattisgarh, come riferisce il sito web "MapViolence", gestito dallo United Christian Forum (UCF), per segnalare e monitorare gli episodi di violenza e ostilità contro la comunità cristiana in India.
L'organizzazione segnala che spesso, alla base di tali violenze, vi è la diffusione di notizie false o di propaganda tendenziosa: si afferma, ad esempio che i cristiani starebbero cercando di convertire fedeli indù, anche offrendo denaro. Tali notizie, diffuse ad arte sui social media, innescano reazioni violente. "I fedeli cristiani sono rispettosi della legge e nutrono benevolenza nei confronti dei concittadini" ribatte l'UCF.
(SD-PA) (Agenzia Fides 24/9/2020)
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AMERICA/COLOMBIA - “Siamo sulla stessa barca, remiamo insieme”: Settimana del Migrante e del Rifugiato
 
Bogotà (Agenzia Fides) – Con lo slogan “Siamo sulla stessa barca, remiamo insieme”, dal 21 al 27 settembre si sta celebrando in Colombia la “Settimana del Migrante e del Rifugiato 2020”, che quest'anno si svolgerà virtualmente a causa della situazione sanitaria provocata dal Covid-19. Sensibilizzare sul "dramma degli sfollati interni, dramma spesso invisibile" e sulle diverse azioni che si realizzano a sostegno di questa popolazione, è l'obiettivo della Giornata mondiale, che si celebrerà domenica 27 settembre. Papa Francesco ha rilevato che “le persone in mobilità umana devono essere accolte, protette, promosse e integrate, soprattutto gli sfollati interni”. Gli scontri e le emergenze umanitarie, aggravate dai mutamenti climatici, aumentano il numero degli sfollati e colpiscono le persone che già vivono in uno stato di estrema povertà.
Nel caso della Colombia, la Giornata tiene conto anche della migrazione da altri Paesi, vista la situazione creatasi negli ultimi anni, sottolinea la nota della Conferenza episcopale colombiana pervenuta a Fides. Lo slogan della campagna invita a condividere la vita, riconoscere la ricchezza dei migranti al loro arrivo in diverse regioni, promuovere la loro integrazione e ridurre la xenofobia.
A causa della pandemia in atto, non si svolgeranno come nel passato incontri e attività in luoghi specifici, per cui il Segretariato Nazionale per la Pastorale Sociale/Caritas Colombia (SNPS/CC), mostrerà in forma virtuale il suo lavoro a sostegno dei fratelli migranti e rifugiati che anno dopo anno devono lasciare le loro case per cercare un futuro migliore.
Tra i sussidi preparati dal SNPS/CC ci sono: immagini per i social network; frasi di Papa Francesco per la 106a Giornata del Migrante e del Rifugiato; un opuscolo con alcuni consigli che faciliteranno le istanze dei migranti in Colombia; frasi bibliche che incoraggiano all'amore per il prossimo, soprattutto per la popolazione migrante; un libretto per i ragazzi che parla di integrazione e sostegno al fratello migrante; un video esplicativo della legge sull'immigrazione; testimonianze di migranti venezuelani e colombiani rientrati che hanno ricevuto aiuto dalla Chiesa cattolica; articoli che rendono visibile il lavoro svolto dal SNPS/CC; storie di vita di migranti; video testimonianze di sacerdoti che aiutano la popolazione migrante. "Possiamo tutti far parte di questa campagna, vivere questa celebrazione da casa, scaricando le nostre risorse comunicative e condividendole sui vostri social network" sottolineano gli organizzatori. (SL) (Agenzia Fides 24/9/2020)
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AMERICA/STATI UNITI - Chiesa cattolica e società americana devono riconoscere i contributi storici e attuali della leadership ispanica e latina
 
Washington (Agenzia Fides) - Il “Mese del patrimonio ispanico negli Stati Uniti d’America”, dal 15 settembre al 15 ottobre, sta presentando interventi e proposte di riconoscimento sia da parte della Chiesa cha dalla società civile. "È particolarmente significativo per la Chiesa cattolica negli Stati Uniti, perché è a metà del cammino quadriennale iniziato con il Quinto Incontro Nazionale di Pastorale Ispanico/Latina, nel 2018" ha affermato ieri il Vescovo ausiliare di Detroit, Mons. Arturo Cepeda, che è presidente del Sottocomitato per gli affari ispanici della Conferenza dei Vescovi cattolici degli Stati Uniti (USCCB). “Sia la Chiesa cattolica che la società americana devono riconoscere i contributi storici e attuali della leadership ispanica e latina in tutte le sfere della Chiesa e della società” ha aggiunto.
Gli Incontri nazionali hanno riconosciuto come ispanici e latini si siano intrecciati nel tessuto stesso della Chiesa e della società negli Stati Uniti per molte generazioni. In occasione di questi ultimi eventi, è stata realizzata una ricerca sulla presenza dei latinoamericani nella Chiesa e nella società statunitense, da cui emerge che dal 1990 al 2016 la popolazione cattolica ispanica/latina degli Stati Uniti è aumentata di circa 13,7 milioni, mentre la popolazione cattolica del paese, nel complesso, è aumentata di circa 3,6 milioni. La percentuale di ispanici e latini statunitensi che erano cattolici, nel 2016, era del 52%, e poco più della metà dei cattolici di età inferiore ai 50 anni erano ispanici o latini.
Per evidenziare questo impegno da parte della Chiesa cattolica, la Sottocommissione per gli affari ispanici dell'USCCB ospiterà, in forma virtuale, il 9 e 10 ottobre, l’incontro di verifica dei rappresentanti di questa pastorale presenti in ogni diocesi. "Il processo avviato con il V Incontro ha dimostrato la profonda fede e l'impegno di ispanici e latini per la Chiesa" ha detto Mons. Cepeda. “Allo stesso tempo, ha dimostrato il loro spirito imprenditoriale, una profonda consapevolezza e preoccupazione per i mali sociali della nostra società, così come il forte impegno per la giustizia sociale, inclusa una vasta gamma di questioni sulla vita. Gli ispanici, e in particolare i cattolici ispanici, sono determinati a essere parte della soluzione ai problemi della realtà odierna: la pandemia da Covid-19, l'appello alla giustizia razziale e il continuo impatto del cambiamento climatico globale" ha concluso.
(CE) (Agenzia Fides 24/09/2020)

mercoledì 22 gennaio 2020

Agenzia Fides 22 gennaio 2020

AFRICA/KENYA - La buona gestione del Creato al centro della campagna quaresimale
 
Nairobi (Agenzia Fides) - “Crediamo che tutto ciò che Dio ha creato sia buono. L'uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio e gli è stato comandato di governare razionalmente la creazione per produrre i frutti dalla terra” ha affermato Sua Ecc. Mons. John Oballa Owaa, Vescovo di Ngong, e Presidente della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale del Kenya, nel presentare la campagna della Quaresima di quest’anno. Con il tema “La buona amministrazione per una nazione trasformata ... Il mio impegno”, l’iniziativa quaresimale si inserisce nella campagna per la lotta alla corruzione lanciata dai Vescovi il 5 ottobre 2019 a Subukia a Nakuru (vedi Fides 6/11/2019).
Il Presidente di “Giustizia e Pace” ha ricordato la speciale responsabilità che portano coloro che sono battezzati nel condividere la vita regale, profetica e sacerdotale di Cristo. “La nostra amministrazione deve imitare quella di Cristo. Tutto ciò che abbiamo e siamo appartiene a Dio. Siamo semplicemente manager o amministratori che agiscono per Suo conto” ha sottolineato Mons. Oballa.
Nelle cinque settimane quaresimali a partire dal 22 febbraio 2020, i fedeli keniani saranno chiamati a riflettere sui seguenti argomenti: agricoltura responsabile, gioventù e sviluppo, gestione passata e futura delle risorse naturali.
La campagna promossa dai Vescovi del Kenya vuole essere una risposta all'invito di Papa Francesco nella sua enciclica “Laudato Si '”, ad occuparsi della " casa comune", la terra
Nella quinta e ultima settimana, al centro della riflessione ci sarà la santità e la dignità della vita di ogni persona umana, che è creata a immagine e somiglianza di Dio. (L.M.) (Agenzia Fides 22/1/2020)
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AFRICA/NIGERIA - Ucciso il responsabile di una comunità cattolica nel centro della Nigeria
 
Abuja (Agenzia Fides) - Ucciso il responsabile della chiesa cattolica di Saint Augustine, nella Keana Local Government Area dello Stato Nasarawa, nel centro della Nigeria. Secondo quanto appreso dall’Agenzia Fides, nella mattina del 20 gennaio, alcuni banditi, forse pastori Fulani, hanno assalito la comunità di Abebe, sparando all’impazzata. Nella sparatoria è morto Augustine Avertse, il responsabile della comunità cattolica locale, insieme al padre, Akaa’am Avertse, e ad altre due persone.
Uno dei sopravvissuti, rimasto ferito, afferma che l'attacco non è stato provocato, in quanto non vi era mai stata alcuna forma di incomprensione tra i membri della comunità e i pastori Fulani che vivevano nella zona.
Nel frattempo ha suscitato emozione la conferma dell’uccisione di Lawan Andimi, dirigente locale dell'Associazione Cristiana della Nigeria, che era stato rapito all'inizio di gennaio da Boko Haram nella Michika Local Government Area nello Stato di Adamawa nel nord-est della Nigeria. In un comunicato, il Presidente nigeriano Muhammadu Buhari ha parlato di omicidio “crudele, inumano e deliberatamente provocatorio”, ed ha assicurato che i responsabili “pagheranno caro per le loro azioni”. (L.M.) (Agenzia Fides 22/1/2020)
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ASIA/PAKISTAN - L'avvocato di Asia Bibi: “Troppe pressioni religiose per i casi di blasfemia”
 
Roma (Agenzia Fides) – “In Pakistan gli avvocati che difendono casi di blasfemia sono duramente attaccati, abbandonati e isolati. Sebbene il Corano difenda chi è ingiustamente condannato con false accuse, la mentalità in Pakistan è fortemente condizionata da un pregiudizio religioso. Nel mio caso, ad esempio, quale difensore della cristiana Asia Bibi che era falsamente imputata di blasfemia, sono stato accusato di 'difendere gli infedeli' e sono stato completamente abbandonato ed isolato. Oggi per muovermi ho bisogno di guardie del corpo e potrei essere nel mirino di estremisti. Ma non mi pento di essermi impegnato per la giustizia e per il bene del Pakistan”: lo ha detto all'Agenzia Fides l'avvocato musulmano Saiful Malook, difensore di Asia Bibi, in occasione della “Giornata internazionale dell’avvocato minacciato”, che si celebra il 24 gennaio, iniziativa della “Day of the Endangered Lawyer Foundation", con sede in Olanda.
La celebrazione della Giornata, giunta alla decima edizione, nel 2020 è dedicata al Pakistan, nazione in cui negli ultimi anni “alcuni avvocati sono stati sottoposti ad atti di terrorismo di massa, omicidio, tentato omicidio, aggressioni, minacce di morte, procedimenti di disprezzo, intimidazioni nell'esercizio delle loro funzioni professionali”, rileva una nota della Fondazione pervenuta all’Agenzia Fides. “Sono stati arrestati, detenuti o torturati e in alcuni casi anche i familiari degli avvocati assassinati”, aggiunge. L'aggressione più nota agli avvocati pakistani è avvenuta l'8 agosto 2016 quando i terroristi hanno attaccato l'ospedale governativo di Quetta con un attentato suicida che ha provocato la morte di 54 avvocati, che erano riuniti in quel luogo. Da allora c'è stato un aumento allarmante del numero di avvocati uccisi, con nove vittime nell'ultimo anno.
La Fondazione, con altre organizzazioni partner, ha diffuso un Rapporto sulla situazione attuale degli avvocati in Pakistan, che rileva la difficile situazione in cui vivono e operano numerosi avvocati. Tra loro Saiful Malook che, a causa delle minacce di morte ricevute, ha dovuto chiedere protezione agli Stati dell’Unione Europea. Partecipando a una conferenza organizzata a Roma dall’Unione delle Camere Penali Italiane, il 20 gennaio, Malook ha rimarcato che “nei processi relativi ai casi di blasfemia, gli avvocati difensori degli imputati incontrano criticità e ostacoli: vi è una fortissima pressione religiosa, i giudici sono impauriti e, nella stragrande maggioranza dei casi, accolgono le prove condannando il soggetto accusato di blasfemia”. Solo nei successivi gradi di giudizio – davanti alla Corte di appello e alla Corte Suprema - si può tentare faticosamente di ribaltare le sentenza e far emergere la verità, rileva Malook, “ma lo si fa a proprie spese, mettendo in conto di poter finire nel mirino”, rileva.
Scopo della Giornata è richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sull'importanza della professione dell'avvocato come difensore dei diritti fondamentali della persona. La Giornata internazionale dell'avvocato minacciato intende ricordare la strage avvenuta il 24 gennaio 1977 a Madrid, quando un commando di terroristi fece irruzione in uno studio di avvocati giuslavoristi, uccidendone cinque e ferendone quattro. (PA) (Agenzia Fides 22/1/2020)


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ASIA/INDIA - Preghiera e adorazione dopo la profanazione del Santissimo Sacramento a Bangalore
 
Bangalore (Agenzia Fides) - Il 24 gennaio l'intera comunità diocesana di Bangalore "è chiamata a fare penitenza e a vivere una speciale preghiera con veglie di Adorazione Eucaristica in riparazione della azione sacrilega e ignominiosa": è l'invito diffuso dall'Arcivescovo Peter Machado, alla guida della comunità cattolica di Bangalore, dopo il furto e la profanazione del Santissimo Sacramento avvenuti in una parrocchia dell'arcidiocesi di Bangalore. Come comunicato a Fides, il furto è avvenuto nella chiesa di San Francesco d'Assisi, nel sobborgo di Kengeri, nella notte del 20 gennaio. Il cappuccino padre Sathish Kumar, parroco della chiesa di San Francesco d'Assisi, ha presentato una denuncia alla polizia locale e sono in corso indagini. "Non solo sono terribilmente scioccato, ma sono anche profondamente rattristato. Questo sacrilegio compiuto verso il nostro Signore e Salvatore è fonte di grande preoccupazione per i parrocchiani, ma tocca i sentimenti religiosi di tutti noi in tutta l'arcidiocesi”, ha scritto l'Arcivescovo in una nota pervenuta a Fides.
Nei primi 19 giorni di gennaio, sono stati segnalati 17 episodi di violenza contro i cristiani in India, afferma lo "United Christian Forum" (UCF), sulla base delle denunce compiute tramite la linea telefonica di assistenza attivata dall'organizzazione, che documenta casi di violenza contro chiese e cristiani in India.
"Un Pastore è stato arrestato. C'è stata una aggressione fisica, mentre alcune attività religiose sono state fermate dalla autorità" ha detto a Fides A.C.Michael, un leader dell'UCF.
John Dayal, giornalista cattolico e attivista per i diritti umani, ha dichiarato a Fides: “La violenza avviene mentre la nazione vede le minoranze religiose discriminate con provvedimenti legislativi come il Citizenship Emendament Act (CAA), National Register of Citizens (NRC) e National Population Register (NPR). C'è uno stato di impunità e una campagna di odio che accompagna e aggrava questi fenomeni". (SD) (Agenzia Fides 22/1/2020)
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AMERICA/VENEZUELA - Ritrovato il corpo del sacerdote scomparso dal 16 gennaio
 
Tachira (Agenzia Fides) – La diocesi di San Cristóbal vive con costernazione la scoperta del corpo senza vita del sacerdote José Manuel Rondón Molina, scomparso dallo scorso giovedì, 16 gennaio. "Con dolore e tristezza devo comunicare che è stato trovato il corpo senza vita di p. Manuel Rondón, preghiamo per lui" ha detto mons. Mario Moronta, Vescovo della diocesi di San Cristobal (Venezuela) dove sono accaduti i tragici fatti.
Il presbitero, 47 anni e sacerdote da 14, risiedeva attualmente nelle vicinanze del convento delle Carmelitane scalze a Rubio, nel comune di Junín. Era direttore spirituale delle suore di clausura, dove tutti i giorni celebrava l'Eucaristia, ma dallo scorso giovedì né le religiose né i suoi parenti avevano saputo più nulla di lui, per cui il Vescovo aveva avvisato le autorità di polizia. Il suo corpo è stato ritrovato in una zona boscosa di Rubio.
La nota inviata a Fides dalla diocesi di San Cristobal, afferma: "La Chiesa di Táchira ripudia questo fatto terribile e quelli simili che accadono quotidianamente nella regione. A sua volta, implora la misericordia di Dio per le persone coinvolte e per il conforto della famiglia e degli amici di padre Manuel Rondón. Poiché il corpo senza vita del sacerdote è stato trovato in uno stato di decomposizione, dopo l'autopsia, che verrà eseguita mercoledì, è molto probabile che debba essere sepolto immediatamente per motivi sanitari e secondo le norme di legge". La diocesi di San Cristóbal informerà tempestivamente del luogo del funerale e chiede ai fedeli di accompagnare con la preghiera l'eterno riposo del sacerdote, conclude la nota.
(CE) (Agenzia Fides, 22/01/2020)
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AMERICA/COSTA RICA - Anno giubilare per i 100 anni della provincia ecclesiastica: “la gioia di essere la Chiesa di Cristo”
 
San José (Agenzia Fides) – Il primo incontro dell’attuale territorio che oggi costituisce la Costa Rica con un annunciatore del Vangelo, il sacerdote fray Alejandro, ebbe luogo nell’ambito del quarto viaggio di Cristoforo Colombo in America, nel 1502. Da allora ebbe inizio un cammino di evangelizzazione che è giunto fino ad oggi, e che ha avuto un momento storico fondamentale con la creazione della Provincia ecclesiastica, un secolo fa, il 16 febbraio 1921. Prima infatti la giurisdizione ecclesiastica di questo territorio apparteneva alla diocesi di Leon, in Nicaragua.
Fu quindi creata l’arcidiocesi di San José, la diocesi di Alajuela e il Vicariato apostolico di Limon, che furono le prime Chiese particolari della nazione, cui nel corso degli anni si aggiunsero le altre, fino alle 8 attuali. Lo ricorda la Conferenza episcopale del Costa Rica, in un comunicato giunto a Fides, con cui annuncia un Giubileo nazionale per il centenario della creazione della provincia ecclesiastica, dal 16 febbraio 2020 al 16 febbraio 2021.
Il centenario della provincia ecclesiastica del Costa Rica coinciderà con il bicentenario dell’indipendenza del Costa Rica, il 15 settembre 2021. “Sarà l’occasione per celebrare con gioia il profondo significato di essere e sentirci Chiesa, una Chiesa che ha saputo accompagnare, illuminare e animare il percorso storico della nostra nazione” scrive la Conferenza episcopale. “Per questo, dal 16 febbraio 2020 al 16 febbraio dell’anno 2021, la Conferenza episcopale del Costa Rica desidera celebrare questo anno centenario della Provincia ecclesiastica nel contesto di un Anno giubilare, così che possa godere delle grazie spirituali e pastorali che questo evento comporta, come segno della gioia di essere la Chiesa di Cristo che si alimenta della Santissima Eucaristia e conta sulla speciale protezione materna della Vergine Maria”.
L’Anno giubilare si aprirà a Limon il 13 febbraio, con la solenne Messa inaugurale e l’apertura della Porta santa. Durante l’anno sono previste celebrazioni e altre iniziative a San José, mentre la conclusione si svolgerà nella diocesi di Alajuela, con il Congresso Eucaristico nazionale, nel febbraio 2021. (SL) (Agenzia Fides 22/1/2020)
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AMERICA/NICARAGUA - Settimana missionaria nella diocesi di Matagalpa: l’obbedienza a Dio porta salvezza, la disobbedienza rovina
 
Matagalpa (Agenzia Fides) – "L'evangelizzatore deve ascoltare la voce di Dio, è un uomo o una donna che cerca, scopre e adempie la volontà di Dio" ha detto Mons. Rolando Alvarez, Vescovo della diocesi di Matagalpa, presiedendo la Santa Messa di Invio Missionario dei gruppi di operatori pastorali della parrocchia di San Ramón, il 17 gennaio. Come informa la nota pervenuta a Fides, centinaia di fedeli, insieme al loro parroco Mons. Isidoro Mora, svolgeranno la missione nei quartieri e nelle comunità rurali della parrocchia, portando le Sacre Scritture e il libro di preghiere offerto dalla Diocesi per questo anno, in cui ogni mese è dedicato ad un santo particolare con un'intenzione speciale.
Durante l'omelia della messa di invio, Mons. Alvarez ha ricordato che grandi miracoli possono accadere quando si è obbedienti alla voce del Signore e dei suoi profeti, perché l'obbedienza a Dio porta salvezza e la disobbedienza porta alla rovina. Quindi il missionario è un uomo o una donna che deve ascoltare la voce di Dio.
La “Settimana missionaria” nella diocesi viene organizzata ogni anno con qualche aspetto diverso. Tenendo conto della prossima “Domenica della Parola di Dio”, Mons. Alvarez ha sottolineato l'impegno missionario che si svolge in un ambiente non tanto propizio ad ascoltare una parola che invita alla giustizia, alla verità, quando il paese non vive una vera democrazia. Ieri ha scritto nel suo Twitter: "Solo una democrazia istituzionale e istituzionalizzata può interrompere i cicli di violenza che abbiamo trascinato". Poche ore fa ha sottolineato: "La base fondamentale di qualsiasi consenso è il rispetto illimitato per la dignità della persona e la libertà di espressione".
L’anno scorso, per la Settimana missionaria, Mons. Alvarez è andato insieme a centinaia di laici impegnati come missionari a predicare anche sugli autobus, annunciando il Regno di Dio e la predilezione dei più piccoli agli occhi di Dio. In particolare il Vescovo tiene in considerazione i giovani, come ha scritto il 14 gennaio: "Gli studenti hanno sempre espresso il loro profondo senso civico, istituzionale e democratico nei momenti appropriati. Hanno anche guadagnato il loro posto al tavolo (di Dialogo Nazionale). La loro riflessione matura e in crescita è un motivo in più perché siano ascoltati con serietà e responsabilità".
(CE) (Agenzia Fides, 22/01/2020)
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OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - L’istruzione dei giovani è responsabilità dei politici e dell’intera comunità
 
Bereina (Agenzia Fides) - “Preghiamo e lavoriamo perché il diritto all’educazione di tutti i bambini possa essere davvero riconosciuto, non solo nelle carte o nei discorsi dei politici, ma anche concretamente realizzato dalla cura quotidiana dei loro genitori e comunità”: è l’auspicio di suor Giovanna Bordin, missionaria della “Fraternità Cavanis Gesù Buon Pastore” a Bereina, toccando un tasto molto importante, che anche la politica ha sottolineato di recente. “Il governo è profondamente convinto che l’istruzione è lo strumento che trasformerà e sosterrà la prosperità della Nazione” ha dichiarato in una lettera ufficiale James Marape, Primo Ministro della Papua Nuova Guinea, in prossimità dell’inizio dell’anno scolastico 2020-2021.
Fino allo scorso anno scolastico, in PNG, era in vigore una politica chiamata “Tuition Fee Free Education” (TFF) con la quale lo stato si assumeva piena responsabilità economica delle spese scolastiche. Da quest’anno è stato annunciato che sarà in atto un nuovo sistema chiamato “Government Tuition Fee Subsidy” (GTFS) con il quale lo stato si assumerà l’80% della spese scolastiche, lasciando ai genitori e alle famiglie il compito di coprire il restante 20%, con lo scopo di renderli più responsabili dell’educazione dei loro figli.
“Il governo vuole fermare la sindrome da assistenzialismo che è stata permessa fino ad ora e che si è sviluppata nella cultura papuana”, ha aggiunto Marape. “Il cambiamento della gestione finanziaria è stato deciso per rimotivare i genitori e le comunità a lavorare la terra e a lavorare sodo, a contribuire alla rinascita economica, rinnovando la nostra nazione e fermando la tendenza all’assistenzialismo e la sindrome di dipendenza.” Il Primo ministro continua scrivendo: “Per loro natura i Papuani sono grandi lavoratori, resilienti e indipendenti. Ma per molti anni, il Governo ha adottato e permesso politiche che hanno reso le persone pigre.”
Come spiega suor Bordin a Fides, “questa nuova decisione del governo Marape ha suscitato critiche ma, indipendentemente dalla posizione o dalle simpatie politiche, è certamente importante riconoscere i punti di forza della propria cultura e tenerli vivi, ma anche riconoscere quegli atteggiamenti di pigrizia e assistenzialismo che rischiano di bloccare lo sviluppo della nazione. Ogni iniziativa e decisione che possa aiutare a cambiare è importante, anche se criticata.” “La speranza seminata nell’educare i bambini possa risvegliare anche la forza e la capacità di sacrificio e cura degli adulti”, conclude la missionaria.
(GB/AP) (22/1/2020 Agenzia Fides)

giovedì 7 novembre 2019

Agenzia Fides 6 novembre 2019

AFRICA/KENYA - “No alla corruzione”: i Vescovi lanciano una campagna anticorruzione di sei mesi
 
Nairobi (Agenzia Fides) - “La corruzione è una putrefazione del cuore”. Non usano mezzi termini i Vescovi del Kenya nel lanciare la loro compagna anticorruzione che avrà una durata di sei mesi. Nell’ambito della lotta alla corruzione, tra l’altro, la Conferenza Episcopale keniana (Kenya Conference of Catholic Bishops) ha deciso di proibire donazioni in denaro contante e di accettare solo quelle effettuate elettronicamente per potere tracciare i donatori ed evitare compromissioni con denaro di dubbia provenienza.
Presentata ad inizio ottobre presso il Santuario Nazionale di Subukia, la campagna dal titolo “Spezziamo le catene della corruzione”, è incentrata su un’attività educativa e di preghiera. Per l’occasione è stata scritta una preghiera che recita:
“Padre che sei nei cieli, provvedi sempre a tutte le tue creature, affinché possano vivere come hai sempre voluto. Hai benedetto il nostro paese, il Kenya, con enormi risorse umane e naturali da utilizzare in tuo onore e gloria e per il benessere di ogni keniano.
Siamo profondamente addolorati per l'uso scorretto di questi tuoi doni e benedizioni attraverso la corruzione, a seguito della quale molti appartenenti al nostro popolo sono affamati, malati, senzatetto e sfollati, ignoranti e indifesi. Padre, solo tu puoi guarirci da questa malattia che porta alla morte.
Umilmente ti preghiamo, tocca le nostre vite e quelle dei nostri leader affinché possiamo comprendere che la corruzione è un male e impegnarci a lavorare duramente per eliminarla. Ad ogni cittadino che ha acquisito qualcosa con mezzi corrotti, Signore, dai a lui o a lei lo spirito di coraggio per restituire il maltolto e tornare da te.
Fai sì che leader timorati di Dio si prendono cura di noi e ci guidino sul cammino della pace, della giustizia, della prosperità, del progresso e soprattutto dell'amore”. (L.M.) (Agenzia Fides 6/11/2019)
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AFRICA/TOGO - Fede e preghiera a conclusione del Mese del Rosario e del Mese Missionario nella piccola comunità di Kolowaré
 
Kolowaré (Agenzia Fides) – “Bisognava essere presenti per essere immersi nell’atmosfera orante, permeata di fede, di quel momento. Il Mese Missionario e il Mese del Rosario dell’Ottobre 2019 hanno rappresentato un tempo di intensa preghiera, un tempo di grazia” ha detto all’Agenzia Fides padre Silvano Galli, sacerdote della Società per le Missioni Africane (SMA) in Togo.
“Il 1° ottobre, nella nostra missione di Kolowarè, abbiamo iniziato il Mese Missionario e il Mese del Rosario davanti alla grotta fiorita di Maria. Per il primo giorno le cinque comunità di base si sono date tutte appuntamento davanti alla grotta e nei giorni successivi ogni comunità ha pregato nel rispettivo quartiere”, racconta il missionario.”
“La conclusione delle celebrazioni è stata ancora più solenne e maestosa dell’apertura. C’è stata una grande assemblea di fedeli davanti alla grotta. Ogni fedele portava due ceri: uno veniva deposto acceso negli anfratti della grotta, e un altro lo tenevano in mano . La preghiera è stata animata dall’Armata Azzurra, un gruppo di preghiera legato a Fatima. Al termine tutti hanno acceso il secondo cero che avevano in mano, e hanno iniziato una serie di canti a Maria. L’intera folla seguiva osannante, con danze, alzando e porgendo, quasi offrendo la candela ad ogni Ave Maria cantata, al vicino e a tutta l’assemblea. Nella notte che ci avvolgeva, la preghiera aveva un gusto speciale. Davanti a noi la grotta illuminata con i ceri, la folla in piedi con le candele accese: eravamo tutti immersi nel mistero di Dio, in compagnia dei nostri defunti che riposano nel cimitero accanto.”
“Quella preghiera - conclude p. Silvano – ha avuto il suo completamento e culmine nel giorno dei Santi. Ogni anno celebriamo una cerimonia per ricordare i defunti. Dopo la comunione, davanti all’altare viene posto un bacile pieno di sabbia. Il catechista proclama il nome dei defunti deceduti dall’inizio dell’anno e un familiare viene ad accendere una candela al Cero pasquale, per poi deporla davanti all’altare. Al termine della preghiera, i fedeli si sono poi recati processione nei due cimiteri del villaggio per benedire le tombe e pregare per tutti coloro che ivi riposano”. (SG/AP) (6/11/2019 Agenzia Fides)
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ASIA/SINGAPORE - La compassione di Cristo nel braccio della morte
 
Singapore (Agenzia Fides) - Portare le misericordia e la compassione e l'amore di Cristo tra i detenuti nel braccio della morte: è la missione di suor Gerarda Fernandez, 81 anni, delle Suore del Buon Pastore, che da 40 anni vive e lavora a Singapore e, nei suoi lunghi anni di ministero pastorale in carcere, ha accompagnato e sostenuto 18 tra donne e uomini che erano reclusi nel braccio della morte, fino a quando sono stati giustiziati. Con somma sorpresa della Chiesa locale, la religiosa cattolica, nativa di Singapore, è stata inserita nella lista annuale stilata dalla BBC tra le 100 donne più influenti del mondo.
Suor Gerarda, nata nel 1938, racconta a Fides: “Vengo da una famiglia in cui i genitori mi hanno educato alla fede e hanno fatto conoscere i meravigliosi talenti che tutti noi avevamo per la musica. Abbiamo cantato e suonato diversi strumenti musicali; le nostre adunanze e liturgie domenicali erano all'insegna della preghiera in musica. Nella mia famiglia, tre di noi fratelli oggi sono consacrati".
La compassione di Gesù Buon Pastore ha avvolto il suo cuore e ha segnato il suo ministero. In 40 anni trascorsi a visitare i detenuti in prigione, il momento che definisce "speciale" è stato quello della vicinanza ai detenuti nel braccio della morte, nella prigione di Changi a Singapore. "L'amore di Dio per noi va oltre ogni comprensione: questo è il messaggio che lasciamo loro", dice.
Parlando della sua opera, rileva: "Tutte le persone nel braccio della morte hanno contrastato i piani di Dio e hanno distrutto le loro giovani vite. Ma, grazie alla misericordia di Gesù, Dio si fa presente e cambia quest'ultima fase della loro vita. Molti di loro hanno vissuto il miracolo della conversione e della trasformazione del loro cuore. Il Buon Pastore ha ritrovato le sue pecorelle. Ho avuto il privilegio di stare con loro negli ultimi istanti della loro vita terrena".
"La chiamata di Dio a camminare a fianco delle persone vulnerabili mi ricorda ogni giorno che Dio ci ha amati per primo", e dona loro "guarigione e perdono attraverso il suo amore". Un omicida, prima dell'esecuzione capitale, le ha detto: "Non preoccuparti sorella. So che Dio mi ama. Domani mattina lo vedrò faccia a faccia".
L'ispirazione per il ministero pastorale nel braccio della morte è nata dalla sua consorella suor Susan Chia che, nel 2005, aveva seguito il trafficante di droga Van Tuong Nguyen Caleb che si diresse verso il patibolo cantando l'inno "Amazing Grace". Suor Gerarda dice: “Ho chiesto al Signore come fosse possibile che, in un luogo dove si stava consumando un'esecuzione capitale, ci fosse tanta pace, persino gioia. Un amico sacerdote mi ha dato la risposta: perché il Bene ha trionfato sul male".
La suora dice di "detestare la pena di morte che è crudele, disumana e viola il diritto alla vita". “Ogni vita è sempre preziosa, anche quando è richiesta una punizione. La punizione e la giustizia devono sempre includere la rieducazione e la misericordia. Uniamo molte voci in tutto il mondo facendo appello ai nostri leader per cercare alternative alla pena di morte" afferma. Oggi, racconta con soddisfazione, "la nostra preghiera è stata ascoltata: c'è una revisione della pena di morte a Singapore e diversi detenuti nel braccio della morte hanno ricevuto una sospensione dalle loro sentenza capitale".
E conclude con una frase della fondatrice del suo istituto religioso, le Suore della Carità del Buon Pastore, suor Maria Eufrasia : "Una persona è più preziosa del mondo intero". (SD) (Agenzia Fides 6/11/2019)
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ASIA/BANGLADESH - Evangelizzare con il teatro e la musica
 
Barisal (Agenzia Fides) - “Nel distretto di Barisal, nel centro-sud del Bangladesh, per tradizione culturale la gente ama il canto e la musica. In questa zona circolano diverse opere teatrali di carattere e tema religioso. L'opera teatrale di contenuto biblico oggi è per noi uno strumento importante per annunciare il messaggio cristiano ed è un valido aiuto per l'opera di evangelizzazione”. Lo afferma all'Agenzia Fides padre Anol Terence D'Costa, Segretario della Commissione per la Comunicazioni sociali nella diocesi di Barishal, raccontando di un recente seminario organizzato in loco per sacerdoti, religiosi e soprattutto laici, in cui si è fatto il punto sulle attività di evangelizzazione attraverso le performance teatrali e la musica.
"Abbiamo notato che le persone assistono alle opere teatrali in numero maggiore che alla messa. Pertanto, abbiamo preso l'iniziativa di organizzare meglio questo servizio come forma di opera missionaria", ha spiegato padre Anol. Oggi nella diocesi opere teatrali e musical sulla vita di Gesù , Maria e sulle vite dei Santi sono molto popolari e attraggono molti giovani. Attori e musicisti sono soprattutto volontari laici e questo impegno è stato anche molto apprezzato dai Vescovi bengalesi.
Padre Anol dice: “Abbiamo lanciato un appello per reclutare registi, cantati e attori e ora esiste un comitato che si occupa di creare nuove sceneggiature e opere teatrali".
Ruben Dewri, 32enne cattolico e giovane cantante dice a Fides: “Il canto è nel nostro sangue. Adoriamo cantare e così predichiamo la Parola di Dio con le canzoni. Con il canto il Vangelo può attrarre e raggiungere il cuore delle persone. Fedeli cristiani e non cristiani vengono a godersi il nostro spettacolo".
Come spiega padre Anol, la Commissione per le comunicazioni sociali, in tal modo, "cerca di rispondere alla missione di promuovere la Buona Novella di Cristo attraverso i mezzi di comunicazione sociale; di stimolare, sviluppare e risvegliare la coscienze; di ispirare e formare il personale della Chiesa all'uso dei mezzi di comunicazione". (FC) (Agenzia Fides, 6/11/2019)
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AMERICA/BRASILE - Il CIMI: gli indigeni non possono più muoversi in sicurezza nei loro territori
 Articolo e foto del 3 novembre clicca
Brasilia (Agenzia Fides) – "Il Consiglio Indigenista Missionario (CIMI), con indignazione e tristezza, accusa e incolpa lo Stato e il governo brasiliano per l'assassinio codardo di Paulo Paulino Guajajara, avvenuto la sera di venerdì 1 novembre all'interno del territorio indigeno Arariboia a Maranhão. L'indigeno aveva 26 anni e lascia moglie e figlio": questo il comunicato del CIMI inviato a Fides. Paulino Guajajara e Laércio Souza Silva avevano lasciato il villaggio di Lagoa Comprida, a nord della Terra indigena, a 100 km dal comune di Amarante, per andare a caccia. Nei boschi sono stati sorpresi da cinque taglialegna armati, riferisce la nota.
Gli uomini, con le armi in mano, hanno chiesto a Paulino e Laercio di consegnare archi e frecce, strumenti tradizionali usati per la caccia. I Guajajara non avevano molte possibilità di difesa.
Membri della polizia civile di Amarante sono andati sul posto con un elicottero, per prelevare il corpo di Paulino e portarlo nella sua comunità per i funerali. Un primo rapporto della polizia parla di un agguato.
La regione del villaggio di Lagoa Comprida viene regolarmente invasa dai taglialegna già da molti anni. Nel 2007 l'indigeno Tomé Guajajara venne assassinato proprio in quella zona. L'anno seguente, nel 2008, i taglialegna invasero il villaggio di Cabeceira, sparando agli indigeni.
Il territorio indigeno Arariboia è riconosciuto ufficialmente e registrato dal 1990 con 413 mila ettari. Qui vivono circa 6 mila indigeni Guajajara, o Tenetehar, e Awá-Guajá.
Il CIMI ha denunciato l'aumento delle invasioni dei territori indigeni, in seguito all'incoraggiamento di quanti si oppongono alla regolarizzazione dei territori censiti dalla Costituzione federale. Oggi non è esagerato affermare che gli indigeni non possono più muoversi in sicurezza nei loro territori.
Il CIMI oltre a chiedere un'investigazione sul tragico fatto, denuncia chi ha incoraggiato e permesso le invasioni delle terre indigene, associate ad attacchi, omicidi, minacce, rivolte, incendi dolosi.
I discorsi ricorrenti del Presidente della Repubblica contro la delimitazione e la regolarizzazione dei territori, sommati ad un ambiente regionale prevenuto contro le popolazioni indigene, sono stati il principale invito alle invasioni e alla violenza contro le popolazioni indigene in Brasile, sostiene la nota.
Inoltre il CIMI ricorda che il sangue di Paulino e di tanti altri indigeni è stato e sarà versato “perché coloro che possono prevenire la barbarie tacciono, non fanno nulla”, e ribadisce la necessaria indagine sui fatti e la punizione esemplare dei colpevoli come il minimo che si possa fare in questa situazione. In sintonia con le famiglie degli indigeni assassinati, il CIMI ritiene l'attuale governo colpevole di non aver rispettato la Costituzione federale in difesa dei territori indigeni.
Il documento è firmato dal Segretariato generale del CIMI, con la data 2 novembre 2019. Da gennaio a settembre 2019, la Commissione contro la violenza sui popoli indigeni del Brasile, ha contato 160 casi di invasioni in 153 territori indigeni in 19 stati del Brasile.
(CE) (Agenzia Fides, 06/11/2019)
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AMERICA/PANAMA - Per i Vescovi servono “ascolto, rispetto e dialogo per costruire la patria”
 
Città di Panama (Agenzia Fides) – Un appello a cittadini e autorità perché prevalgano “rispetto reciproco, ascolto attento, dialogo, saggezza e tolleranza come modi per trovare il consenso nazionale su una questione così delicata e importante come le riforme costituzionali” è stato lanciato dal Comitato permanente della Conferenza Episcopale di Panama all’inizio del mese della Patria.
Nel comunicato, pervenuto a Fides, i Vescovi rilevano che il clima di tensione e di violenza degli ultimi giorni, che ha causato feriti e danni, desta “grande preoccupazione per gli abitanti di questo paese”, e sebbene “il diritto fondamentale di protestare e manifestare su questioni nazionali e vitali per il paese non è negoziabile”, non meno importante è che tutto avvenga senza violenza e nel rispetto, “in modo che la voce della gente non sia distorta”.
“Le riforme costituzionali richiedono la piena partecipazione di tutti i settori del paese, senza l'esclusione di nessuno – ribadiscono i Vescovi -, quindi dobbiamo garantire che ciò sia possibile attraverso un meccanismo serio, agile e trasparente, in cui tutti i contributi possano essere registrati, per raggiungere un consenso nazionale. Panama merita una Costituzione che risponde alle sfide del mondo di oggi, fatti salvi i valori e i principi etici e morali che l'hanno sostenuta nel corso della sua storia”.
Le riforme che il governo di Panama vuole attuare, modificano 40 articoli della Costituzione, e toccano temi fondamentali come la salute, l’educazione e l’ambiente. Secondo la popolazione, i cambiamenti potrebbero causare un aumento delle discriminazioni, oltre a favorire l’impunità e la corruzione. Da qui nascono le proteste popolari e gli scontri, che erano iniziate da diverse settimane e che si sono inasprite negli ultimi giorni. A Panama infatti si registra un grande malcontento per una distibuzione della ricchezza che privilegia solo una classe ristretta di persone cui si contrappongono folle di poveri e di emarginati.
Il comunicato dei Vescovi si conclude sottolineando l’urgenza di “restituire la speranza persa a causa dell'ingiustizia, della corruzione e dell'esclusione” e per raggiungere questo scopo ognuno deve “seminare segni visibili e tangibili che fanno germogliare credibilità e fiducia nel Panama”. (S.L.) (Agenzia Fides 06/11/2019)
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AFRICA/GABON - Nomina del Rettore del Seminario maggiore “Saint Augustin” a Libreville
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il 30 luglio 2019 ha nominato Rettore del Seminario maggiore interdiocesano “Saint Augustin” nell’arcidiocesi di Libreville, in Gabon, il rev. Yves-Edgard Pambou, del clero diocesano di Mouila.
Il nuovo Rettore è nato il 18 settembre 1971 a Tchibanga ed è stato ordinato sacerdote l’8 giugno 2008. Nel 1994 è entrato al Seminario maggiore Saint Augustin a Libreville per il ciclo propedeutico, quindi ha studiato filosofia al Seminario maggiore internazionale spiritano Daniel Brottier. Dopo un anno di stage pastorale, dal 1998 al 2001 ha studiato teologia all’UCAC di Yaoundé, in Camerun, conseguendo la licenza. Dal 2004 al 2009 ha studiato a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana, dove ha conseguito il dottorato in Storia della Chiesa. E’ stato viceparroco e parroco, vicario generale della diocesi di Mouila, professore alla facoltà di teologia dell’UCAC, oltre che segretario particolare e delegato del rettore, membro del GRFCAC (Gruppo di ricerca Fede e Cultura in Africa centrale). (SL) (Agenzia Fides 6/11/2019)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...