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lunedì 25 novembre 2019

Agenzia fides 25 novembre 2019

AFRICA/CONGO RD - Proteste nell’est della RDC dopo l’ennesima incursione dei ribelli ugandesi dell’ADF
 
Kinshasa (Agenzia Fides) - Forte tensione questa mattina a Beni e a Goma, nell’est della Repubblica Democratica del Congo, dove la popolazione è scesa in piazza per protestare contro le continue violenze commesse dai ribelli ugandesi dell’ADF che nella notte tra domenica 24 e lunedì 25 novembre hanno assalito il distretto di Masiani nella città di Beni.
Secondo fonti locali, a Beni la folla inferocita ha assaltato la sede locale della MONUSCO, la Missione ONU nella RDC, i cui Caschi Blu sono accusati di non essere in grado di proteggere la popolazione. Molti ormai chiedono il ritiro della MONUSCO, ma altri, rispondono che l’esercito regolare congolese si è dimostrato non meno inefficace nel contrastare le incursioni dell’ADF.
Secondo l’ONG locale CEPADHO (Centro Studi per la Promozione della Pace, della Democrazia e dei Diritti Umani)), dal 30 ottobre a oggi alla seconda metà di novembre, sono 71 i civili uccisi dalle ADF nella città e nel territorio di Beni, senza contare le persone rapite, le case bruciate e i saccheggi.
“Il CEPADHO è profondamente rammaricato che nell'arco di 3 settimane dal lancio delle operazioni in corso contro i terroristi dell'ADF, il nemico riesca a massacrare almeno 71 civili e rapirne più di 30” afferma un comunicato inviato all’Agenzia Fides. Profeticamente l’ONG locale avvertiva però che “pur condividendo la rabbia dalla popolazione per le violenze continue dell'ADF, invita le persone a rimanere calme e ad esprimere con cautela i propri sentimenti per evitare di cadere nella trappola del nemico che trova piacere nelle uccisioni di civili indifesi, nella paralisi di attività che potrebbero causare proteste violente, distruzioni e persino morti e feriti sia tra i dimostranti che tra le forze dell'ordine”. (L.M.) (Agenzia Fides 25/11/2019)
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AFRICA/CAMERUN - Tensione e violenza nelle province del nord: la Chiesa invita a un dialogo inclusivo
 
Bamenda (Agenzia Fides) - Nelle province anglofone del Camerun le violenze continuano. Sebbene in alcune zone si sia assistito a una cessazione degli scontri, in altre località la tensione è altissima. Le forze dell’ordine di Yaoundé hanno messo in campo un sistema di repressione che sta colpendo duramente la popolazione. Le milizie indipendentiste rispondono con altrettanta durezza. Nei civili c’è paura. "Nei giorni scorsi a Bambui (una località non lontana da Bamenda, la città principale della provincia nord-occidentale) molte case sono state bruciate e scontri armati continuano ancora ogni giorno. Alcune persone sono rimaste uccise. Le pattuglie di polizia spaventano la popolazione, soprattutto gli anziani che non hanno mai vissuto una simile atmosfera di tensione", racconta a Fides un religioso camerunese, chiedendo l'anonimato per scongiurare ritorsioni nei suoi confronti e nei confronti di altri religiosi.
Nelle due province, il conflitto è in atto dal 2016. Allora il presidente Paul Biya aveva proclamato di voler spostare gli insegnanti francofoni nelle scuole anglofone. Questo provvedimento è stato la scintilla che ha portato a uno scontro durissimo tra le autorità e le milizie che chiedono l’indipendenza delle province anglofone. Finora il conflitto, secondo un rapporto della Ong Human Rights Watch, avrebbero causato 1.800 morti, oltre mezzo milione di sfollati e 35.000 rifugiati in Nigeria.
La popolazione non teme solo le forze dell’ordine, ma anche le milizie separatiste. "Nei loro confronti - continua il religioso - la popolazione ha un atteggiamento altalenante. Negli ultimi mesi ci sono stati molti rapimenti di sacerdoti. Ciò ha costretto Andrew Nkea Fuanya, il vescovo di Mamfe, a chiudere tre parrocchie nella sua diocesi. George Nkuo, vescovo di Kumbo, è stato rapito. Non solo le autorità religiose, ma anche i civili vengono rapiti quotidianamente per essere liberati dietro riscatto. Detto questo, va aggiunto che gran parte della popolazione preferisce i miliziani alla polizia".
La tensione blocca la vita sociale ed economica delle province. "I continui scontri - continua la fonte di Fides – rendono impossibili le attività della società civile. Anche in campo economico le difficoltà sono crescenti da quando la maggior parte delle imprese ha cessato di operare in loco. Le due province vivono di agricoltura, ma anche coltivare i campi è complicato. Molti contadini sono stati uccisi mentre lavoravano".
Le elezioni presidenziali e legislative del 2020 potranno cambiare la situazione? C’è scetticismo: "Alcuni partiti politici, come il Fronte socialdemocratico, la principale formazione di opposizione, si sono ritirati" , prosegue il religioso. "Si temono frodi durante il voto, si teme anche un’esplosione di violenza. La Chiesa cattolica continua a predicare che la violenza non può portare a soluzioni positive. I Vescovi chiedono che si apra un dialogo inclusivo attraverso il quale le parti si confrontino senza pregiudizi. Di fronte alle costanti minacce, soprattutto da parte dei separatisti, la Chiesa cattolica cerca di avvicinare i ragazzi per educarli ai valori della vita". (EC) (Agenzia Fides 25/11/2019)
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ASIA/GIAPPONE - Il Papa ai cattolici giapponesi: riconoscere i doni di Dio ci liberi dall’assillo del perfezionismo
 
Tokyo (Agenzia Fides) – Nella società giapponese, che soffre processi di disgregazione anche a causa del senso di competizione e del culto dell’efficientismo, la Chiesa cattolica può diventare “lievito profetico” per favorire una convivenza che “protegga e si prenda cura di ogni vita”, aiutando tutti a “riconoscere gioiosamente che la nostra realtà è frutto di un dono, e accettare anche la nostra libertà come grazia”. Lo ha detto Papa Francesco, nell’omelia della messa celebrata lunedì 25 novembre nello stadio del Tokyo Dome, nel corso della terza giornata della sua visita apostolica in terra giapponese.
Nell’omelia, prendendo spunto dalla lettura del passo del Vangelo in cui Gesù invita i suoi a non affannarsi per il domani, “perché a ogni giorno basta la sua pena”, il Papa ha abbracciato inquietudini e fragilità che attraversano la società giapponese: Anche per chi appartiene alla Chiesa – ha spiegato il Vescovo di Roma -, “lungo il cammino, questa libertà filiale potrebbe vedersi soffocata e indebolita quando restiamo prigionieri del circolo vizioso dell’ansietà e della competitività, o quando concentriamo tutta la nostra attenzione e le nostre migliori energie nella ricerca assillante e frenetica della produttività e del consumismo come unico criterio per misurare e convalidare le nostre scelte o definire chi siamo e quanto valiamo”. L’anima finisce oppressa e incatenata quando prevale “l’affanno di credere che tutto possa essere prodotto, conquistato e controllato”. Così accade che anche nella evoluta società giapponese “casa, scuola e comunità, destinate ad essere luoghi dove ognuno sostiene e aiuta gli altri, si stanno sempre più deteriorando a causa dell’eccessiva competizione nella ricerca del guadagno e dell’efficienza”. Le parole di Gesù che suggerisce ai suoi di non affannarsi – ha rimarcato il Papa – non vanno intese come “un invito a ignorare quanto succede intorno a noi o a diventare sconsiderati verso le nostre occupazioni e responsabilità quotidiane”. Il Signore - ha aggiunto il Pontefice - non ci dice che le necessità di base, come il cibo e i vestiti, non siano importanti; ci invita, piuttosto, a riconsiderare le nostre scelte quotidiane per non restare intrappolati o isolati nella ricerca del successo ad ogni costo, anche a costo della vita”, e affrancarsi da “atteggiamenti mondani” che si presentano come vie per raggiungere la felicità, e “in realtà ci rendono solo sottilmente infelici e schiavi, oltre ad ostacolare lo sviluppo di una società veramente armoniosa e umana”.Nel contesto giapponese, segnato da una corsa competitiva al perfezionismo che rischia di creare nuove, impressionati sacche di esclusione sociale, il Papa ha chiamato la comunità cattolica locale a “proteggere ogni vita e a testimoniare con sapienza e coraggio uno stile segnato dalla gratuità e dalla compassione, dalla generosità e dall’ascolto semplice, capace di abbracciare e di ricevere la vita così come si presenta con tutta la sua fragilità e piccolezza e molte volte persino con tutte le sue contraddizioni e mancanze di senso”. La comunità ecclesiale anche in Giappone è chiamata a “dare il benvenuto a tutto ciò che non è perfetto, a tutto quello che non è puro né distillato, ma non per questo è meno degno di amore”, seguendo i passi di Gesù, che “ha abbracciato il lebbroso, il cieco e il paralitico, ha abbracciato il fariseo e il peccatore. Ha abbracciato il ladro sulla croce e ha abbracciato e perdonato persino quelli che lo stavano mettendo in croce”. Per i cristiani, in Giappone come dovunque – ha rimarcato il Vescovo di Roma “ l’unica misura possibile con cui giudicare ogni persona e ogni situazione è quella della compassione del Padre per tutti i suoi figli”. (GV) (Agenzia Fides 25/11/2019)
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ASIA/THAILANDIA - La visita del Papa ha toccato il cuore di cattolici e buddisti
 
Chiang Mai (Agenzia Fides) – “È stata una esperienza straordinaria. La gente è stata motivata, preparata e cosciente dell’eccezionalità dell’evento. L’ultima visita di un Papa risaliva a 35 anni fa. Le parrocchie si sono prodigate a organizzare e a partecipare. Anche dai confini lontani del nord, magari con giorni di viaggio, si sono mossi, nonostante la stagione del raccolto del riso, fondamentale per la sussistenza delle popolazioni rurali”: così Don Attilio de Battisti, missionario fidei donum a Chiang Mai, traccia all’Agenzia Fides un bilancio della straordinaria visita di Papa Francesco in Thailandia, che ha avuto il privilegio di seguire da vicino.
“La visita del Papa ha smosso un po’ tutti. Il mondo cattolico si è sforzato di mostrare con orgoglio la sua fede, i suoi simboli, i suoi riti, i suoi riferimenti. Il mondo buddista si è cimentato a commentare, presentare, spiegare alla popolazione i contenuti della religione cattolica e la sua storia. Tutti sono rimasti incantati dai gesti profetici di Papa Francesco in diverse occasioni. Sono gesti non usuali nella cultura thailandese, molto solenne e rigida circa il protocollo. I canali televisivi di stato, le radio, i social si sono riempiti di foto, dirette, gesti ed espressioni del Santo Padre nei vari incontri ufficiali”.
Spiega don Attilio: “La Thailandia intera ha mostrato il meglio del suo stile e della sua cultura. Si potrebbe studiare l’animo thailandese a partire da uno qualsiasi degli eventi vissuti: ordine per le strade, sicurezza, disciplina, raffinatezza, costumi, musiche, espressioni di gioia. Sono in Thailandia da quasi 12 anni e ho ripassato l’essenza della cultura thailandese, la stessa che a tratti ci mette in difficoltà quando cerchiamo di ‘inculturare’ il messaggio cristiano nella pastorale. Vista da fuori emerge una figura di Thailandia patinata e formale. Nella realtà la spiritualità e lo stile di vita del thailandese ordinario è sobrio e ben radicato nelle tradizioni. Il Papa ha dimostrato di conoscere bene i tasti sensibili della gente, anche altolocata, ha messo in evidenza valori e pregi senza tralasciare esortazioni e indicazioni pastorali che saranno da riprendere con calma. La stessa barriera linguistica (il Papa ha sempre parlato in spagnolo) obbligherà e rileggere e riprendere molti passaggi cruciali. Sono stati due giorni intensissimi, non adatti a un ultraottantenne carico di responsabilità, ma tutti memorizzati con cura e affetto”.
Il missionario scrive a Fides: “Va riconosciuto che la Chiesa locale ha saputo non solo organizzare egregiamente un evento complicato di suo e ulteriormente articolato dai protocolli ufficiali, ma ha anche saputo vivere al meglio il valore missionario della visita. Ha preparato ricchissimi materiali distribuiti gratuitamente a profusione a tutti, ha gestito la comunicazione con grande competenza e precisione, ha coinvolto la base, le scuole, i gruppi, le imprese. Anche la gente semplice ha voluto mettere in campo quello che aveva: i motorini per trasportare gratuitamente i pellegrini lungo le strade blindate al traffico, nelle case si dava da bere e cibo a chiunque passasse, tutti hanno decorato strade e angoli, gli alunni hanno vivacizzare piazzette e parcheggi, le strutture scolastiche di Bangkok sono rimaste chiuse per far posto a viaggiatori stanchi e gruppi arrivati da lontano.”
Il missionario conclude dicendosi “contento e fortunato di aver partecipato a questa visita. Nonostante l’esiguità della comunità cattolica in questo paese, ancora una volta è emerso lo spirito di collaborazione e l’amore per il bene dell’intera nazione, nonché per gli ‘ospiti’. Sono arrivati in migliaia dal Vietnam, dalla Cambogia, dalla Malesia, dal Laos, paesi che difficilmente potranno ospitare il Santo Padre per ragioni politiche. Anche la gente dal Myanmar, che ha già accolto di recente il Pontefice, ha voluto partecipare. Moltissimi Vescovi della Federazione delle Conferenze Episcopali dell’Asia sono convenuti per un incontro con il Papa. Non ultimo, Dio ci ha benedetti anche con un clima decisamente moderato e tollerabile”.
(AdB/AP) (25/11/2019 Agenzia Fides)
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ASIA/INDIA - Violenze sui cristiani: si conferma il trend in aumento
 
New Delhi (Agenzia Fides) - Sono 275 gli episodi di violenza contro i cristiani indiani segnalati (dal 1° gennaio al 31 ottobre 2019) al numero verde gratuito attivato dallo "United Christian Forum (UCF) e dalla "Alliance for Defending Freedom" (ADF), organizzazioni impegnate a difendere la vita e i diritti delle comunità cristiane in India. Come comunicato all'Agenzia Fides, dei 275 episodi di violenza denunciati al numero verde, 192 sono state intimidazioni e minacce da parte di una folla di militanti. In media, si tratta di 27 incidenti al mese, rispetto alla media di 20 incidenti nel 2018. Secondo i dati ricevuti da Fides, 145 donne e 106 bambini sono rimasti feriti in casi i violenza di massa.
Tra gli episodi più recenti registrati nell'ottobre 2019, il 24 ottobre 2019, in un villaggio dello stato di Orissa, un gruppo di militanti ha fatto irruzione nelle case di nove famiglie cristiane, bruciando Bibbie e altra letteratura cristiana davanti alla statua di una divinità indù.
In Gujarat, il 22 ottobre una folla di 35-40 persone ha interrotto una pacifica riunione di preghiera a Fatehpur Tehsil, sollevando false accuse di conversione religiosa, aggredendo e ferendo gravemente il Pastore cristiano protestante che guidava la liturgia. Il 20 ottobre, un gruppo di 4-5 estremisti ha minacciato e chiesto di chiudere una chiesa cristiana a Coimbatore, in Tamil Nadu.
Il 18 ottobre 2019, una folla di membri del "Bajrang Dal" (forum di gruppi estremisti indù) ha interrotto una liturgia e ha profanato la Santa Comunione, le Bibbie e altri articoli religiosi a Nehru Nagar in Madhya Pradesh
In una denuncia presentata il 13 ottobre 2019 all'ADF, si riferisce che le famiglie cristiane residenti a Raghunathpur, nello stato di Jharkhand, sono socialmente ostracizzate e private dei servizi di base del villaggio.
In questi e altri episodi, "la tendenza a non presentare una denuncia (First Information report) contro gli autori di violenza continua, poiché su questi 275 incidenti solo 32 denunce sono state registrate contro gli aggressori", nota UCF. "Ciò dimostra la tacita comprensione tra gli autori di violenza e la polizia, che ovviamente gode del patrocinio di leader o funzionari politici locali. A volte la mancata presentazione di denunce è anche dovuta al timore di rappresaglie" rileva a Fides A. C. Michael, attivista cattolico, ex membro della Commissione per le minoranze dello stato di Delhi.
Secondo i dati registrati da "United Christian Forum (UCF) e "Alliance for Defending Freedom" (ADF) dal 2014, gli attacchi ai cristiani sono aumentati costantemente: erano 147 nel 2014; 177 nel 2015; 208 nel 2016; 240 nel 2017; 292 nel 2018.
Tehmina Arora, direttore di ADF India, dichiara a Fides: “Nessuno dovrebbe essere perseguitato a causa della sua fede. È preoccupante vedere questi atti di violenza illegale di massa continuare ancora anche dopo una serie di indicazioni al governo dalla Corte Suprema. Le forze politiche devono smettere di incoraggiare la violenza e la polizia deve agire per garantire protezione alle minoranze religiose". (SD) (Agenzia Fides 25/11/2019)
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AMERICA/BOLIVIA - Presentati gli accordi per il dialogo di pace, approvata la legge per nuove elezioni nel 2020
 
La Paz (Agenzia Fides) – I rappresentanti della Conferenza Episcopale Boliviana, dell'Organizzazione delle Nazioni Unite e dell'Unione Europea, hanno presentato sabato 23 novembre i punti dell’accordo raggiunto al termine del dialogo svoltosi nelle ultime settimane (vedi Fides 19;22/11/2019). Il documento, pervenuto a Fides, vuole contribuire attraverso il dialogo al processo di costruzione della pace concentrandosi su alcune questioni cruciali.
In primo luogo si ribadisce l’impegno a lavorare attraverso il tavolo di dialogo, sostenendo “gli sforzi per prevenire e superare i conflitti attraverso il dialogo, in particolare nelle aree del paese più colpite dalla violenza”. Si intende poi fornire assistenza tecnica al Tribunale Supremo Elettorale e ai Tribunali Elettorali Dipartimentali, in modo che “il processo elettorale soddisfi i più elevati standard nazionali e internazionali”.
Un altro punto dell’accordo prevede di “stabilire una presenza nei dipartimenti per promuovere il pieno esercizio dei diritti politici dei cittadini, su base paritaria e senza intimidazioni, durante la campagna elettorale, le elezioni e il periodo post-elettorale” e di “prestare particolare attenzione alla piena, libera e sicura partecipazione delle donne e delle popolazioni indigene al processo elettorale”. Dopo i tragici eventi verificatisi in occasione delle elezioni del 20 ottobre (vedi Fides 22/10/2019), è necessario arrivare alla verità e alla giustizia, operare affinchè non si ripetano, garantendo “indagini trasparenti, imparziali ed efficaci e che i responsabili siano puniti secondo le norme di legge e dei diritti umani internazionali”.
Per dare maggiore certezza al processo di dialogo, è necessario “monitorare l'attuazione degli accordi raggiunti al tavolo di dialogo”. Inoltre è stato deciso di aumentare le attività dell’organizzazione delle Nazioni Unite in Bolivia, in particolare verso la popolazione più vulnerabile. L’ultimo punto dell’accordo riguarda la comunità internazionale, chiamata ad assicurare il suo sostegno “per una soluzione pacifica della crisi e lo svolgimento di un processo elettorale trasparente, credibile e inclusivo”.
Domenica 24 novembre, la Presidente ad interim della Bolivia, Jeanine Añez, ha firmato la “Legge di regime eccezionale e transitorio”, approvata dal Parlamento, che prevede elezioni generali nel 2020. Le elezioni si terranno entro un periodo massimo di 120 giorni, una volta approvato il calendario elettorale. Secondo gli accordi tra le forze politiche al potere e l'opposizione, la nuova legge prevede che Evo Morales e il suo vice Alvaro García Linera, non potranno partecipare alle elezioni del 2020; i nuovi membri del Supremo Tribunale elettorale saranno eletti per 6 anni; i partiti politici presenteranno nuove alleanze e candidati. (S.L.) (Agenzia Fides 25/11/2019)
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AMERICA/NICARAGUA - Migliora la salute del parroco di Masaya, ricoverato in ospedale
 
Managua (Agenzia Fides) – Ieri, domenica 24 novembre, padre Edwing Román, parroco della parrocchia di San Miguel a Masaya ha informato attraverso il suo account Twitter, che la sua salute è migliorata e che presto tornerà nella sua parrocchia di Masaya. Dopo aver trascorso otto giorni senz’acqua, senza elettricità, senza niente da mangiare e perfino senza le sue medicine, padre Edwin e i parenti dei prigionieri politici, venerdì 22 novembre sono stati portati via dalla chiesa di San Miguel a Masaya, mentre ringraziavano coloro che li avevano sostenuti con le preghiere e in altro modo (vedi Fides 18/11/2019). All'Ospedale Vivian Pellas dove sono stati ricoverati, qualche giornalista è riuscito a scambiare poche parole con padre Edwin e con Diana Lacayo, presidente dell'Associazione dei parenti dei prigionieri politici.
Il sacerdote e le altre persone del gruppo sono state portate all'ospedale con aiuto della Croce Rossa nicaraguense, che ha confermato l'urgente bisogno di un intervento medico per loro, che non avevano cibo da una settimana. Attualmente padre Roman continua ad essere ricoverato in quanto, essendo diabetico, è tra i più provati dal divieto della polizia di ricevere cibo, acqua e medicine, secondo quanto informa l'arcidiocesi di Managua e lo stesso Cardinale Leopoldo Brenes, che è andato a visitarlo ieri.
Padre Edwing faceva parte di un gruppo di 14 persone che sono rimastate dentro la Parrocchia di San Miguel Arcángel, nella città di Masaya, per otto giorni. Tra di loro almeno 10 donne avevano iniziato uno sciopero della fame per chiedere la liberazione di oltre 160 prigionieri politici. La polizia ha arrestato 16 persone per aver cercato di portare acqua alle persone che si trovavano all'interno della parrocchia, dopo che era stata interrotta la fornitura di acqua e di elettricità all’edificio. I sostenitori della polizia e del governo hanno mpedito l'accesso ai media attorno al tempio.
Questa azione dei familiari dei prigionieri politici non è isolata, ma è una delle tante proteste contro la crisi politico-sociale che dall’aprile 2018 ha lasciato almeno 328 morti, secondo la Commissione interamericana per i diritti umani (IACHR), anche se le organizzazioni locali aumentano il numero a 651 e il governo ne riconosce 200 (vedi Fides 29/10/2019).

giovedì 7 luglio 2016

Bollettino agenzia fides del 6 luglio 2016

EUROPA/POLONIA - L’animazione missionaria punta ai giovani
 
Varsavia (Agenzia Fides) – Sono stati 42, provenienti da 15 diocesi della Polonia, i partecipanti al Corso per Animatori Missionari di secondo livello, organizzato dal Centro di Animazione Missionaria di Varsavia dal 27 giugno al 1° luglio. Secondo le informazioni inviate a Fides dal Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) della Polonia, mons. Tomasz Atlas, questo secondo anno del corso è stato una prosecuzione del primo, con approfondimenti dei temi della missiologia e delle attività delle POM. Inoltre, ricorrendo il centenario della Pontificia Unione Missionaria, è stato dedicato largo spazio a questo argomento. Sono stati realizzati anche laboratori sulla Nuova Evangelizzazione e laboratori per utilizzare efficacemente i media moderni, come Facebook e i siti web, nell’animazione missionaria.
“La novità è una nuova forma di formazione missionaria per i giovani, il Volontariato missionario giovanile, promosso dalla Pontificia Opera della Propagazione della Fede – racconta p. Maciej Bedzinski, Segretario nazionale delle opere della Propagazione della Fede e di San Pietro Apostolo -. Questa proposta è rivolta ai giovani dei college e delle scuole superiori. Vogliamo colmare una lacuna che abbiamo tra i foyer missionari dei bambini e i gruppi missionari degli studenti, dove il volontariato missionario opera, tra gli altri, con Salesiani, Pallottini, Salvatoriani. Vogliamo che i giovani imparino cos’è la spiritualità missionaria". (SL) (Agenzia Fides 06/07/2016)
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AFRICA/MALAWI - Giustizia e Pace: “I parlamentari che disertano l’aula tradiscono il mandato degli elettori”
 
Lilongwe (Agenzia Fides) - “I parlamentari sono diventati dei leader, perché il popolo li ha votati per rappresentarlo al Parlamento. Scegliendo di non partecipare alle sessioni parlamentari senza una valida ragione, tradiscono il popolo che ha affidato a loro il mandato di rappresentarlo” afferma Martin Chiphwanya, Coordinatore facente funzione della Commissione Episcopale Giustizia e Pace del Malawi, dove buona parte della popolazione è a rischio fame (vedi Fides 5/7/2016). In questa situazione i deputati che saltano le sessione del Parlamento, danno un segnale di profondo disinteresse sulle sorti di coloro che li hanno eletti.
“I cittadini devono protestare con forza nei confronti di questi parlamentari, e chiedere loro spiegazioni. Ancora più importante, gli elettori devono essere tanto coraggiosi da non votarli più alle prossime elezioni, perché hanno deliberatamente scelto di abbandonarli”.
In Malawi i parlamentari ricevono circa 56 dollari al giorno di indennità, e circa 14 dollari come assegno di partecipazione per ogni seduta parlamentare, che viene versato prima dell'inizio della riunione. Secondo la Banca Mondiale, il reddito medio annuale di un cittadino del Malawi è di 250 dollari all’anno. (L.M.) (Agenzia Fides 6/7/2016)
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AFRICA/SUD SUDAN - “La giustizia acceleri le indagini sulla morte di suor Veronika” chiede il Vescovo di Yei
 
Juba (Agenzia Fides) - “La giustizia non deve ritardare i risultati dell’inchiesta, ed i colpevoli devono essere portati al processo” ha affermato Sua Ecc. Mons. Erkolano Lodu Tombe, Vescovo di Yei, in Sud Sudan, lanciando un appello alle autorità perché accelerino le indagini sulla morte di suor Veronika Theresa Rackova, la missionaria slovacca delle Missionarie Serve dello Spirito Santo, morta dopo essere stata raggiunta da colpi d’arma da fuoco esplosi dai militari ad un posto di blocco (vedi Fides 21/5/2016). Mons. Ludu ha ulteriormente incoraggiato i fedeli “ad avere coraggio e a rimanere uniti nella fede per servire Dio e il suo popolo”.
Nella notte del 16 maggio Suor Veronika dopo aver accompagnato una partoriente all’Harvester’s Health Center di Yei, sulla strada di ritorno era stata raggiunta dai colpi esplosi da alcuni uomini armati, sembra soldati dell’Esercito di Liberazione del Popolo Sudanese (SPLA, l’ex movimento di guerriglia che dopo l’indipendenza del Paese nel 2011 ha preso il potere). Subito soccorsa è stata trasportata a Nairobi a causa della gravità delle sue lesioni. Il 20 maggio è spirata dopo quattro giorni d’agonia. (L.M.) (Agenzia Fides 6/7/2016)
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AFRICA/SUDAN - Gli studenti del Darfur chiedono maggiore sicurezza nelle università sudanesi
 
Khartoum (Agenzia Fides) – L’Associazione Studentesca del Darfur, delle università sudanesi, ha contestato la pena di morte chiesta per uno studente accusato dell’omicidio di un altro studente. Secondo quanto riferisce l’emittente radiofonica Radio Dabanga, l’assassino era stato condannato a cinque anni di reclusione per omicidio colposo a seguito di uno scontro mortale presso il Sharg El Nil College campus di Khartoum. Vittima delle violenze uno studente dell’ala islamista del Partito Nazionale attualmente in carica. L’associazione studentesca si è rivolta al Governo del Sudan in una conferenza stampa chiedendo di non politicizzare i tribunali e di impegnarsi per l’imparzialità e la giustizia. Inoltre, i portavoce degli studenti hanno richiesto il disarmo delle forze jaidiste nelle università. Dal canto suo il Ministro dell'Istruzione ha proposto di vietare le attività politiche armate nei campus e di avere un corpo di polizia in grado di controllar e le armi e gli strumenti di violenza. In una dichiarazione al Parlamento, il Ministro ha detto che il suo ministero aspira a vedere le università libere dalla violenza attraverso la promozione di una cultura di pace e di accettazione di altri studenti.
(AP) (6/7/2016 Agenzia Fides)
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AFRICA/EGITTO - Uccisa da proiettili vaganti una suora copta ortodossa
 
Il Cairo (Agenzia Fides) – Non è stato un attentato mirato, ma una tragica fatalità a causare la morte di madre Athanasia, la monaca copta ortodossa uccisa ieri, martedì 5 luglio, da colpi di arma da fuoco mentre si trovava in viaggio a bordo di un'automobile, sulla via che collega il Cairo a Alessandria d'Egitto, diretta verso il monastero di Mar Girgis a al Khatatba. Il veicolo su cui la monaca viaggiava insieme all'autista e a due sue consorelle - riferisce un comunicato ufficiale diffuso dal monastero di Mar Girgis al Cairo – si è trovato coinvolto in una sparatoria in corso sulla strada tra due clan familiari locali. Alcuni proiettili vaganti hanno raggiunto l'autovettura, provocando la morte di suor Athanasia.
La ricostruzione dei fatti – riferisce il comunicato, pervenuto all'Agenzia Fides – smentisce le prime versioni giornalistiche, che parlavano di un agguato terroristico contro l'auto delle monache, ed è stata confermata dalle forze di polizia operanti a Guizeh, che stanno realizzando indagini per risalire ai responsabili dell'omicidio. (GV) (Agenzia Fides 6/7/2016). 
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ASIA/BANGLADESH - Il Vescovo di Rajshahi: “Dietro la radicalizzazione dei giovani c’è il fallimento della famiglia”
 
Rajshahi (Agenzia Fides) – “I genitori non si curano dei figli: c’è un fallimento della famiglia. Hanno dato loro solo denaro e vita agiata senza curarsi della loro formazione, idee, mentalità. Li hanno esposti alla propaganda ideologica che ha promesso loro di diventare eroi o di avere il Paradiso, uccidendo. C’è un gap generazionale. E non si può, poi, dimenticare la questione delle madrase (le scuole coraniche gratuite) dove si fa un vero lavaggio del cervello ai giovani, formandoli a idee radicali. Questo è davvero un problema nazionale”: lo afferma in un colloquio con l’Agenzia Fides, S. Ecc. Mons. Gervas Rozario, Vescovo di Rajshahi, commentando gli elementi emersi dopo la strage di Dacca del primo luglio, quando un commando di sette giovani terroristi tra i 20 e i 22 anni ha ucciso 20 ostaggi.
I giovani erano tutti provenienti da famiglie ricche o della medio-alta borghesia e avevano frequentato scuole private di livello internazionale. Uno di loro, Rohan Imtiaz Kahn, era figlio di un politico del partito Awami League, partito che è al governo in Bangladesh. Suo padre ha chiesto pubblicamente perdono alla popolazione, ammettendo il suo “fallimento”. “Quello che colpisce l’opinione pubblica è che questi terroristi erano tutti ragazzi per bene”, nota il Vescovo, che lancia un appello ai leader islamici: “Ci sono leader islamici bengalesi che hanno condannato la violenza, ma bisogna fare di più nel paese e farlo insieme. Tutte le forze sane devono unirsi, a partire dalle istituzioni, per riportare i valori di pace e tolleranza al centro dell’agenda politica e sconfiggere insieme la minaccia terrorista”. (PA) (Agenzia Fides 6/7/2016)
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ASIA/MYANMAR - Le Ong al governo: “Proteggere le minoranze religiose dagli attacchi dei nazionalisti buddisti”
 
Yangon (Agenzia Fides) – Adottare misure urgenti per proteggere le minoranze religiose più vulnerabili del paese: è l’appello lanciato da un forum di undici Ong impegnate per la tutela dei diritti umani in Myanmar, dopo i due recenti attacchi violenti contro i musulmani da parte di gruppi buddisti. Il 1° luglio, una moschea è stata distrutta da una folla ad Hpakant, villaggio nello stato Kachin. Il 23 giugno, un attacco di massa ha distrutto una moschea, una scuola e alcune case in un villaggio del distretto di Bago, nel centro del Mynamar.
Nell’appello del forum di Ong, pervenuto a Fides, si legge: “Questi attacchi sono gli ultimi di una campagna anti-musulmana di odio, guidato da militanti nazionalisti buddisti e cresciuto nel corso degli ultimi quattro anni: la campagna ha incluso attacchi violenti, espressioni di odio e, a livello politico, è sfociata nell'introduzione di una legislazione discriminatoria che limita le conversioni religiose e il matrimonio interreligioso”.
Il Myanmar vive una nuova stagione politica dopo che, con il voto di novembre 2015, è salita al potere la Lega nazionale per la democrazia (Nld). La Lega ha promesso di “sradicare l’odio dalla società e tutelare le minoranze”. Le Ong, che includono “Christian Solidarity Worldwide” (CSW), invitano il governo birmano “a garantire che gli autori di questi due attacchi siano assicurati alla giustizia, e che la polizia possa prevenire ulteriori attacchi”. Sollecitano poi le istituzioni a garantire il rispetto della libertà di religione o di credo e a invitare il nuovo Relatore speciale Onu sulla libertà di religione a visitare il paese. (PA) (Agenzia Fides 6/7/2016)
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ASIA/TERRA SANTA - Lanciata una raccolta fondi per lo sminamento del sito del Battesimo di Gesù
 
Gerusalemme (Agenzia Fides) - Il progetto di sminamento dell'area di Qasr al-Yahud, che si estende intorno alla riva occidentale del fiume Giordano, all'altezza del luogo che la tradizione identifica come il sito del Battesimo di Gesù, durerà due anni e richiederà l'impiego di risorse finanziarie pari almeno a 4 milioni di dollari. Per questo la Halo Trust, società britannica specializzata a cui sono stati affidati i lavori di bonifica, ha lanciato una sottoscrizione per finanziare il progetto, rivolta in particolare alle Chiese e comunità cristiane sparse in tutto il mondo.
Qasr el-Yahud, a pochi chilometri dalla città di Gerico, si trova nei Territori Palestinesi occupati da Israele nel 1967, proprio sul confine con la Giordania. L’area comprende antiche chiese e monasteri finora ritenuti non sicuri per via delle mine disseminate nella zona al tempo della Guerra dei Sei Giorni (5-10 giugno 1967).
L'area in procinto di essere bonificata si estende su circa 100 ettari. In un primo momento, la fine dei lavori di sminamento era stata preannunciata per la fine del 2016. La bonifica dei campi minati - sottolineano i responsabili della società nei comunicati diffusi per lanciare la sottoscrizione – permetterà ai luoghi di culto presenti nell'area, appartenenti alla Chiesa cattolica, alla Chiesa copta, alla Chiesa siro-ortodossa e a diverse Chiese ortodosse – di essere restaurati per poter ospitare liturgie e offrire cura pastorale alle centinaia di migliaia di pellegrini che potrebbero tornare a visitare il sito.
A supporto della propria campagna di raccolta fondi, la società specializzata nella rimozione di mine e ordigni bellici inesplosi rende note anche le espressioni di sostegno giunte da alcuni capi di Chiese e comunità cristiane, compreso padre Pierbattista Pizzaballa OFM, già Custode di Terra Santa e da poco nominato Amministratore apostolico sede vacante del Patriarcato latino di Gerusalemme. “Attendiamo il giorno in cui, grazie alla Halo, lì saremo in grado di celebrare in sicurezza il sacramento del battesimo” dice tra l'altro padre Pizzaballa, in una dichiarazione rilasciata quando era ancora Custode di Terra Santa. (GV) (Agenzia Fides 6/7/2016).
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AMERICA/COLOMBIA - I Vescovi si interrogano su come sostenere il processo di pace
 
Bogotà (Agenzia Fides) – Il Presidente della Conferenza Episcopale della Colombia, l’arcivescovo di Tunja, Sua Ecc. Mons. Luis Augusto Castro Quiroga, I.M.C. parlando alla stampa locale ha affermato che il processo di pace con le FARC è sulla buona strada, ma è necessario spiegare gli accordi a tutti i colombiani e con un linguaggio semplice e chiaro. "Per esempio un grande difetto, per me, è che non è stata offerta una pedagogia per spiegare tutte queste cose del processo di pace. Si è fatta una pedagogia con una elite, da avvocato a avvocato, ma non per la gente semplice" ha detto l'Arcivescovo, secondo la nota inviata a Fides.
Mons. Castro Quiroga ha inoltre commentato il referendum che dovrebbe approvare gli accordi di pace: "sarebbe meglio per tutti andare a votare non solo per la fiducia, ma con un voto razionale, perché si è capito il motivo per cui è stato fatto il processo di pace, quindi esprimendo un voto consapevole".
Il Presidente della CEC si è espresso così tre giorni prima dell'incontro di tutti Vescovi del paese, fissato a venerdì 8 luglio a Bogotà, dove uno dei temi centrali sarà stabilire come la Chiesa cattolica sosterrà la pace nelle regioni che saranno concesse dal governo agli ex guerriglieri delle FARC. Il tema non è facile se si considera che buona parte della popolazione vive ancora nel dolore per la perdita di qualche familiare vittima di questa guerra fratricida finita dopo quasi 52 anni.
(CE) (Agenzia Fides, 06/07/2016)
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AMERICA/ECUADOR - Celam: l’America Latina continua a camminare con le famiglie
 
Quito (Agenzia Fides) – E’ in corso a Quito, in Ecuador, l’Incontro latinoamericano dei rappresentanti delle Conferenze Episcopali e dei responsabili nazionali di pastorale familiare, al quale partecipano anche i rappresentanti dei movimenti che hanno la promozione della famiglia come proprio carisma. L’incontro intende promuovere l’integrazione nei piani pastorali nazionali della cura della famiglia, alla luce dello studio e dell'applicazione pastorale dell’Esortazione apostolica post-sinodale "Amoris Laetitia".
Organizzata dal Dipartimento famiglia, vita e gioventù del Celam (Consiglio Episcopale Latinoamericano e dei Caraibi), la riunione è iniziata il 4 luglio e si concluderà l’8 luglio. Padre Antonio José Velázquez, Segretario esecutivo del Dipartimento famiglia, vita e gioventù, ha informato Fides che l’Esortazione sarà oggetto di un’attenta riflessione, a partire dalle diverse presentazioni e linee guida predisposte dal Celam.
(CE) (Agenzia Fides, 06/07/2016)
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AMERICA/BRASILE - Zika e dengue: precauzioni alle Olimpiadi
 
Rio de Janeiro (Agenzia Fides) - A partire dal 5 agosto il Brasile, Paese maggiormente colpito dal virus zika, accoglierà i Giochi Olimpici nonostante mesi di critiche e discussioni. Gli operatori sanitari hanno avvertito le delegazioni sportive, oltre al mezzo milione di persone che si recheranno nel Paese latinoamericano, che il rischio di contagio è 15 volte maggiore rispetto a quello del virus della dengue. Secondo le informazioni pervenute a Fides, già dal mese di giugno i presidenti e i servizi medici delle federazioni sportive hanno partecipato ad una sessione informativa prima di partire per l’evento.
Tuttavia, secondo le stime dell’Università di Sao Paulo, non si registreranno più di 16 casi di contagi di zika, mentre la preoccupazione maggiore dovrebbe essere rivolta verso la dengue, malattia che negli ultimi decenni ha avuto un aumento enorme. A differenza della zika, la dengue può degenerare in un quadro potenzialmente mortale.
Il suggerimento della Oms è che le donne incinte evitino di recarsi in zone dove la trasmissione del virus è molto attiva e può portare casi di microcefalia nei nascituri. Inoltre, ricordano gli epidemiologi, il rischio di trasmissione causata da mosquitos durante i Giochi Olimpici sarà basso perchè si terranno in quello che in Brasile corrisponde al periodo invernale.
(AP) (6/7/2016 Agenzia Fides)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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