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mercoledì 1 aprile 2020

Agenzia Fides 1 aprile 2020

VATICANO - Il Cardinale Tagle per la tregua globale: l’emergenza Covid-19 “può essere occasione di pace e riconciliazione”
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “L’appello del Segretario Generale delle Nazioni Unite per un cessate-il-fuoco globale è necessario e opportuno. Il fatto che Papa Francesco lo abbia sostenuto e ripetuto rende l'appello veramente profetico. L'emergenza Covid-19 è definita ‘pandemia’, nel senso che colpisce tutti i popoli e tutte le nazioni. Richiede, quindi, che tutti i popoli e le nazioni rispondano insieme per proteggere la nostra famiglia umana comune e la nostra ‘casa comune’. L'emergenza Covid-19 esorta tutti noi ad aiutare a salvare vite umane. Il nostro nemico comune è l'infezione, non altri esseri umani. Il cessate-il-fuoco proposto ci ricorda che dobbiamo proteggerci a vicenda, non ucciderci a vicenda. E auspichiamo che, quando la pandemia sarà finita (speriamo presto), il cessate-il-fuoco continui come stile di vita”. Lo dichiara all’Agenzia Fides il Cardinale Luis Antonio G. Tagle, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, esprimendo pieno sostegno all’appello per il cessate-il-fuoco globale, mentre il mondo affronta la pandemia del coronavirus.
“Ogni situazione di crisi – argomenta il Cardinale Tagle – può diventare un kairòs, un 'momento opportuno', a seconda del significato che scorgiamo, della chiamata che ascoltiamo e dell'azione che intraprendiamo. L'attuale crisi ci ha rivelato molte cose inquietanti. È vergognoso che alcuni paesi abbiano imponenti riserve di armamenti ma non abbiano medicine, mascherine e dispositivi di protezione. È scandaloso che gran parte dei bilanci nazionali vada alle armi, ma ben poco agli sforzi per il dialogo e la riconciliazione. È incredibile che alcune persone che detengono l’autorità utilizzino l'emergenza per il pestaggio politico ed etnico, mentre il virus non fa differenza di etnie e convinzioni politiche. Questa crisi potrebbe diventare un’occasione per la pace e la riconciliazione se noi, come un'unica famiglia umana, abbiamo l'umiltà di riconoscere la follia della discriminazione, del pregiudizio, del dominio e della violenza e anche l'umiltà di scegliere l’accoglienza, il rispetto, la compassione, il servizio e la pace”.
Infine il Prefetto del Dicastero missionario pensa a tutte le popolazioni che oggi in Asia, Africa e America Latina vivono in situazioni di violenza, conflitto, guerra: “Non è facile dire qualcosa alle persone che soffrono. A volte, dice di più una presenza silenziosa. Ma voglio dire che la Chiesa invita le vittime di conflitti e guerre, specialmente nelle parti più povere del mondo, a continuare a desiderare e sognare la pace. Noi cristiani crediamo nella promessa di Gesù di essere sempre con noi, come datore di pace, amore e vita di Dio. Lui è la nostra speranza. La Chiesa invita tutti i cristiani e le persone di buona volontà a promuovere la pace attraverso piccoli e semplici gesti di cura o con la presenza compassionevole. Alle vittime, provate e stanche delle guerre, vorrei dire che le loro lacrime, i loro dolori e le loro speranze non saranno sprecate. Nelle mani di Dio, i poveri ri-educheranno le coscienze e ri-orienteranno la storia umana”.
(PA) (Agenzia Fides 1/4/2020)
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EUROPA/ITALIA - Stop alle sanzioni e apertura di “corridoi sanitari” per l’Iran: appello di associazioni e comunità cristiane
 
Roma (Agenzia Fides) – Creazione urgente di un «corridoio di aiuto sanitario» per far arrivare in Iran medicine e forniture mediche indispensabili per contrastare l’epidemia di Coronavirus; sospensione immediata delle sanzioni economiche che colpiscono quel Paese, per consentire l’approvvigionamento di tutti i beni utili ad arginare l’emergenza sanitaria. Sono queste le richieste contenuto in un appello sottoscritto in italia da associazioni, comunità cristiane, singole personalità della cultura e sigle impegnate nella tutela dei diritti e nelle iniziate di soccorso umanitario.
L’appello si rivolge in particolare «agli Stati meno provati dall’emergenza», ed è indirizzato per conoscenza alla Guida Suprema dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, all’Alto Rappresentante dell’ Unione Europea per gli Affari Esteri Josep Borrell, al Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli e al Capo dello Stato Italiano, Presidente Sergio Mattarella. «È ben noto che l’Iran, uno dei Paesi più colpiti dal coronavirus» si legge nel testo dell’appello, pervenuto all’Agenzia Fides «non riesce a ricevere gli aiuti sanitari indispensabili a contenere l’epidemia, in quanto essi sono ancora bloccati dalle sanzioni internazionali».
Nell’appello viene rimarcato che l'accesso alle medicine, alle attrezzature mediche e alle cure «è un diritto umano fondamentale sancito dalla Carta delle Nazioni Unite», e che «la Corte Internazionale di Giustizia ha stabilito che tutte le sanzioni che violano l'attività umanitaria devono essere sospese, e il libero accesso degli Stati ai presidi e alle risorse atte a scongiurare le crisi sanitarie e le catastrofi naturali deve essere autorizzato (e non sanzionato)». Viene richiesta a tutti «una prova di umanità, di civiltà, di fratellanza e anche di intelligenza», considerando anche il fatto che « l’epidemia in corso in Iran costituisce una seria minaccia non solo per il popolo iraniano, ma per tutti i popoli della regione e per l’intera umanità, che non potrà considerarsi esente da rischi finché il problema iraniano non sarà risolto». La crisi pandemica, infatti, sta rendendo chiaro per tutti che fino a quando un solo focolaio resterà attivo, «nessuno potrà considerarsi al sicuro dall’epidemia. È pertanto il momento di attuare una forte solidarietà e una fattiva fratellanza fra i popoli».
L’appello è sottoscritto dalle rappresentanti di European Women For Human Rights. Hanno aderito all’appello, tra gli altri, l’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche, l’associazione Religions for Peace, il Cipax (Centro Interconfessionale per la Pace), la Fraternità di Romena guidata da don Luigi Verdi, l’Associazione Internazionale Karol Wojtyla, la teologa islamica Shahrzad Houshmand Zadeh, il professor Gianfranco Pasquino, lo scrittore Paolo Rumiz, l’Istituto Tevere, il Presidente dell’UCID Unione Cattolica Imprenditori Dirigenti) Gianluca Galletti, la scrittrice e fotografa Monika Bulay.
A metà marzo (vedi Fides 20/3/2020) era stata resa nota la lettera che l'Ayatollah iraniano Seyed Mostafa Mohaghegh Damad aveva indirizzato a Papa Francesco, chiedendogli di intervenire per far sì che fossero revocate le sanzioni contro l’Iran, in particolare quella riguardante l'assistenza medica. (GV) (Agenzia Fides 1/4/2020)
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AFRICA/BURKINA FASO - Il Cardinale Philippe Ouédraogo positivo al Covid-19; aumentano i casi in Africa
 
Ouagadougou (Agenzia Fides) – Sua Eminenza il Cardinale Philippe Nakellentuba Ouédraogo, Arcivescovo metropolita di Ouagadougou, in Burkina Faso, è risultato positivo al coronavirus. Lo ha annunciato lo stesso Cardinale tramite una nota del Vicario Generale, p. Alfred Ouédraogo "Vogliamo informarvi che abbiamo ricevuto i risultati del test dal Padre Arcivescovo. Il test è positivo e Sua Eminenza è stato trasferito all'ex clinica Les Genêts” afferma la nota. "Il Cardinale ha chiesto di trasmettere l’informazione al popolo di Dio, rassicurandolo. Ha chiesto di rimanere uniti in preghiera per lui, per tutti gli altri malati e per coloro che si prendono cura di loro", ha aggiunto.
Il Cardinale Ouédraogo era stato sottoposto a un test la notte tra il 27 e il 28 marzo prima di mettersi in auto-confinamento in attesa dei risultati. In precedenza anche Sua Ecc. Mons. Séraphin François Rouamba, Arcivescovo emerito di Koupèla, era risultato positivo per il coronavirus.
Il Burkina Faso è uno dei Paesi africani dove si è registrato il numero più alto di Covid-19. Al 30 marzo i casi confermati sono 261, con 32 guarigioni e 14 decessi. Il 18 marzo la Conferenza Episcopale locale ha adottato tutte le misure necessarie al contenimento del coronavirus, secondo quanto stabilito dalle autorità civili, sospendendo, nell’intero territorio nazionale, tutte le celebrazioni e le attività pastorali, esortando all’uso dei media per la trasmissione di Messe e di altre funzioni religiose.
In casi confermati di Covid-19 in Africa sono: Sudafrica 1.353; Algeria 716; Egitto 710; Marocco 617; Tunisia 394: Burkina Faso 261; Camerun 209; Costa d’Avorio 179; Senegal 175; Ghana 161; Mauritius 143; Nigeria 139; RDC 109. (L.M.) (Agenzia Fides 1/4/2020)
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ASIA/INDIA - Ospedali e medici cristiani in prima linea nella lotta al coronavirus
 
New Delhi (Agenzzia Fides) - "Oltre 1.000 ospedali e 60.000 posti letto garantiti da istituti, nosocomi e ambulatori cristiani sono pronti ed attrezzati per fornire assistenza medica ai malati di Covid-19. Le comunità cristiane in India sono fortemente e tradizionalmente impegnate in opere sociali nel campo dell'istruzione, della sanità e dell'assistenza a poveri e bisognosi": lo conferma all'Agenzia Fides il Redentorista padre Mathew Abraham, presidente della Christian Coalition for Health e direttore generale della Catholic Health Association of India (CHAI. Come riferito all'Agenzia Fides, la "Christian Coalition for Health" ha offerto in una lettera, al governo indiano tutte le strutture a sua disposizione in India, dove è imposto il blocco totale fino al 14 aprile.
Padre Mathew Abraham ha espresso la piena solidarietà della coalizione con il governo per affrontare la sfida della pandemia del coronavirus, rimarcando che "i cristiani lavoreranno nel miglior modo possibile per la salute e il benessere del popolo della nazione, al fine di combattere la pandemia".
Da giorni gli ospedali cristiani hanno riorganizzato i loro reparti, il personale, le attrezzature sanitarie per affrontare le sfide poste dalla malattia, e "stanno già lavorando con i funzionari sanitari del governo locale in questo sforzo contro questa pandemia". In particolare, quelli situati in aree remote "stanno preparando maschere fatte a mano o tute in plastica come equipaggiamento protettivo per i loro operatori sanitari" rileva.
La coalizione unisce le reti sanitarie gestite da varie confessioni cristiane in India, e si avvale anche dell'opera di oltre 1.000 sorelle dottoresse e di circa 50.000 suore cattoliche infermiere.
Un mese fa la Coalizione ha lanciato un "Help Desk" online presso la sua sede di Hyderabad per assistere le persone sottoposte a stress a causa della crisi del coronavirus, disponibile sul sito web o www.coronacare.life.
(SD-PA) (Agenzia Fides 1/4/2020)
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AMERICA - Il giorno di Pasqua la consacrazione dell’America latina a Nostra Signora di Guadalupe, per invocare la fine della pandemia
 
Città del Messico (Agenzia Fides) – La Presidenza del Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM), unitamente ai Vescovi del Messico, celebrerà il giorno di Pasqua, domenica 12 aprile, alle ore 12 (ora del Messico), l’Atto di consacrazione dell’America latina e dei Caraibi a Nostra Signora di Guadalupe, “per chiederle la salute e la fine della pandemia”. Come scrive il Presidente del CELAM, Mons. Miguel Cabrejos Vidarte, Arcivescovo di Trujillo, annunciando l’iniziativa, “il momento presente esige da noi, come Pastori, di vedere e ascoltare le afflizioni dei nostri popoli, per infondere speranza volgendo lo sguardo alla nostra Madre del cielo”. Invita quindi tutti i paesi del continente ad unirsi, attraverso i mezzi di comunicazione, alla celebrazione che si terrà nella Basilica nazionale messicana. A mezzogiorno del 12 aprile quindi suoneranno le campane di tutte le chiese di America latina e Caraibi, che segneranno l’inizio della recita del Rosario missionario, offerto per la salute delle persone dei cinque continenti, seguirà la Messa di Pasqua di risurrezione che si concluderà con l’atto di consacrazione a Nostra Signora di Guadalupe. (SL) (Agenzia Fides 1/4/2020)
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AMERICA/VENEZUELA - I Vescovi: "soluzioni concrete e immediate" per i problemi aggravati dalla pandemia
 
Caracas (Agenzia Fides) – I Vescovi riuniti nella Conferenza Episcopale del Venezuela (CEV), hanno alzato la voce in questo momento di emergenza sanitaria mondiale, esprimendo la loro preoccupazione per la grave situazione che il paese già vive da tempo, in un documento inviato anche all'Agenzia Fides.
I Vescovi dichiarano: "Non è un segreto che oggi, nel nostro paese, molti vivono in povertà; A ciò si aggiunge la carenza di scorte alimentari, medicinali e altri beni assolutamente necessari per una sana convivenza e per il funzionamento del Paese (come, ad esempio, gas e benzina), nonché le croniche carenze del servizio idrico pubblico e dell'energia elettrica. Questa situazione sta facendo soffrire i venezuelani, in particolare i più poveri, e comporta il pericolo imminente di violente esplosioni sociali. Le autorità nazionali e locali devono affrontare questa situazione prima che possa essere ulteriormente aggravata, con le conseguenze che nessuno vorrebbe avere. L'esecutivo nazionale non dovrebbe gestire la situazione solo secondo la prospettiva militare e della polizia".
I Vescovi quindi sottolineano con forza: "Urge una partecipazione speciale, la consulenza e la direzione di personale medico e scientifico qualificato, qualunque sia il suo stato sociale e politico. La Chiesa ha sempre suggerito una partecipazione della società per risolvere i gravi problemi di cui soffre il Venezuela".
Il comunicato prosegue: "Per risolvere i problemi economici, politici, amministrativi, sociali e di forniture che già esistono e che sono ora esacerbati dalla quarantena per la pandemia, è necessario che tutti i fattori che interagiscono nella vita nazionale (politico, sociale, sanitario, economico, religioso, di lavoro, educativo e sindacale), si mettano a dialogare per concordare a favore del popolo. In questo modo, possono raggiungere soluzioni concrete e immediate di fronte a tali problemi, e ancor di più durante questa emergenza sanitaria, economica e sociale".
Il testo si conclude con un invito all'unità nazionale e ringrazia i sacerdoti e i ministri della Chiesa, insieme ai religiosi, per accompagnare il popolo che soffre. I Vescovi chiedono infine la benedizione di Nostra Signora di Coromoto, patrona del Venezuela, per la salute del paese. Il documento è firmato dalla Presidenza della CEV.
(CE) (Agenzia Fides, 1/04/2020)
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AMERICA/COLOMBIA - “Speranza e sostegno” dell'Episcopato per la tregua umanitaria di un mese dell’ELN
 
Bogotà (Agenzia Fides) - "Una speranza di sollievo per il popolo colombiano, specialmente per coloro che soffrono più pesantemente le conseguenze del conflitto armato”: con queste parole i Vescovi della Colombia hanno accolto l’annuncio del cessate il fuoco unilaterale di un mese, dal 1° aprile, dell'Esercito di liberazione nazionale (Eln), per motivi umanitari legati alla pandemia.
In questa ora di prova e di grande sofferenza per tutti i colombiani, i Vescovi invitano “tutte le organizzazioni armate illegali a cessare tutti gli attentati, gli atti di violenza, i sequestri, le minacce e le estorsioni, compresa la violenza verbale”.
"Ci uniamo all'urgente appello di Papa Francesco e all'appello del Segretario Generale delle Nazioni Unite – scrivono ancora i Vescovi -, affermando che l'attuale emergenza sanitaria e sociale richiede di fermare le dinamiche della violenza, al fine di favorire gli aiuti umanitari e la cura di coloro che sono in condizioni più gravi di vulnerabilità. Estendiamo questa richiesta affinché la violenza cessi nelle famiglie, poiché sono il primo spazio in cui viene coltivata la pace della società ".
Nella dichiarazione pervenuta all’Agenzia Fides, firmata dal Presidente, dal Vicepresidente e dal Segretario generale della Conferenza Episcopale Colombiana, si invita, considerando la situazione attuale, ad adottare i cambiamenti necessari per il bene comune, impegnandosi a superare le difficoltà “con la responsabilità, il dialogo e l’unità della nazione”. I Vescovi concludono esprimendo incoraggiamento e sostegno al Governo nazionale, affinché continui ad operare allo scopo di creare “spazi e scenari di dialogo per continuare il processo di riconciliazione, unità e pace nel paese, con il sostegno e l'impegno di tutti i cittadini". (SL) (Agenzia Fides 1/4/2020)
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AFRICA/SUDAFRICA - Dimissioni dell’Arcivescovo di Bloemfontein e nomina del nuovo Arcivescovo
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Santo Padre Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi Metropolitana di Bloemfontein (Sud Africa), presentata da S.E. Mons. Mons. Jabulani Adatus Nxumalo, O.M.I. Contemporaneamente ha nominato Arcivescovo della medesima Sede Metropolitana S.E. Mons. Zolile Peter Mpambani, S.C.J., finora Vescovo della Diocesi di Kokstad.
S.E. Mons. Zolile Peter Mpambani, S.C.I., è nato il 20 febbraio 1957, a Umlamli nella diocesi di Aliwal. Ha emesso la professione religiosa nella Congregazione del Sacro Cuore di Gesù (Dehoniani) il 28 gennaio 1982. Ha studiato Filosofia e Teologia presso il Seminario Maggiore di St. Joseph, a Cedara. È stato ordinato sacerdote il 25 aprile 1987.
Dopo l’ordinazione ha svolto i seguenti incarichi: 1987-1990: Vicario parrocchiale nella parrocchia di Sterkspruit; 1990-1993: Parroco a Burgerdorp; 1994-1997: Maestro del pre-noviziato della Provincia S.C.I.; 1998-2003: Consigliere Generale per Africa e Madagascar del Governo Centrale del suo Istituto, a Roma; 2004-2005: Anno Sabbatico; 2005-2010: Maestro del pre-noviziato, Superiore locale della Comunità a Bethulie e Direttore della Dehonian House, a Scottsville (Pitermartizburg); 2011-2013: Ministero (insieme al Vicario Generale) nella parrocchia di Sterkspruit, nella diocesi di Aliwal; Da febbraio a maggio 2013: Superiore Provinciale nella Congregazione del Sacro Cuore di Gesù (Dehoniani) del Sud Africa.
Nominato Vescovo di Kokstad il 6 maggio 2013, ha ricevuto la Consacrazione Episcopale il 3 agosto successivo. In seno alla Conferenza Episcopale dell’Africa Meridionale ricopre l’Ufficio per la formazione, la vita e l’apostolato dei laici. (SL) (Agenzia Fides 1/4/2020)

lunedì 10 febbraio 2020

Agenzia Fides 10 febbraio 2020

VATICANO - Il Cardinale Luis Antonio Tagle, Prefetto di "Propaganda Fide" è arrivato a Roma
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Cardinale Luis Antonio G. Tagle ha lasciato Manila ed è atterrato a Roma, per iniziare il suo servizio come Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Il Cardinale è stato accolto questa mattina all'aeroporto di Fiumicino (Roma) da una delegazione del Dicastero missionario, composta da: il Segretario della Congregazione, l'Arcivescovo Protase Rugambwa; il Segretario aggiunto e Presidente delle Pontificie Opere Missionarie, l'Arcivescovo Giampietro Dal Toso, il Sottosegretario mons. Ryszard Szmydki, OMI; l'Amministratore, mons. Giovanni Ermes Viale.
La mattina del 9 febbraio, annunciando la sua imminente partenza, così l'Arcivescovo si è rivolto ai fedeli di Manila, riuniti per la messa in Cattedrale: "Vi saluto. Questa settimana inizio il lavoro presso la Congregazione vaticana. È stato un onore e una benedizione avervi conosciuto e aver collaborato con voi. Farò sempre tesoro del mio tempo con voi. Potrete contare sulle mie preghiere. Per favore, pregate per me e per la mia missione. Pregate perchè sappiate essere docili all'azione dello Spirito Santo, continuando la vita nell'Arcidicoesi e aspettando il prossimo Arcivescovo. Siate sempre nella gioia!".
Lo stemma del Cardinale è stato applicato sui marmi della navata centrale della chiesa. “Questo significa che sarai ricordato in tutte le preghiere e le messe in questa cattedrale. Sarai sempre a casa in questa Cattedrale”, ha detto p. Reginald Malicdem, Segretario personale del Cardinale e Rettore della Cattedrale dell'Immacolata Concezione a Manila.
L'8 dicembre 2019, festa dell'Immacolata Concezione, Papa Francesco ha annunciato la nomina del Cardinale Tagle come nuovo Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.
(Agenzia Fides 10/2/2019)
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EUROPA/ITALIA - Giornata del malato, i Camilliani: “Essere vicino a chi soffre è incontrare Cristo”
 
Roma (Agenzia Fides) - “Per noi Camilliani la ricorrenza della Giornata mondiale del Malato è l’occasione per rimettere al centro dell’attenzione l’impegno al servizio della vita più fragile, laddove malati danno testimonianza del loro cammino di sofferenza”: così commenta all’Agenzia Fides padre Gianfranco Lunardon, Segretario generale dell’Ordine dei Ministri degli Infermi (i Camilliani), parlando della Giornata che si celebra ogni anno l’11 febbraio, nella memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes. “La cura e l’assistenza ai malati - ricorda - fa parte da sempre della storia di carità di ogni comunità cristiana, sulla parola di Gesù: 'Ero malato e mi avete visitato' (Mt 25, 35) e continua ancora oggi, in tutto il mondo”.
Istituita nel 1992 da Giovanni Paolo II come uno speciale momento di preghiera e di condivisione, la Giornata del malato è giunta alla ventottesima edizione. Il tema del messaggio scelto da Papa Francesco per il 2020, è tratto dal Vangelo di Matteo: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro” (Mt 11, 28). “Il Santo padre attraverso questo messaggio - spiega a Fides il Segretario generale - invita tutta la comunità sofferente a trovare ristoro nell’incontro con Gesù: è il Signore l’unico e il solo che offre speranza, che realizza la salvezza in noi. Chi sperimenta nella propria vita l’amore fedele di Dio e la sua consolazione - continua - è in grado e in dovere di stare vicino ai fratelli più deboli e di farsi carico delle loro fragilità. Tutti i fedeli - precisa il religioso- sono chiamati a diventare missionari nei luoghi di sofferenza per portare l’annuncio e la presenza di Dio e della Chiesa”.
In molte parti del mondo l’opera della Chiesa contribuisce a portare speranza per coloro che vivono in una condizione di disperazione e sofferenza: “Tutte le nostre comunità cristiane - rileva p. Lunardon - sono sorte grazie al lavoro di missionari e volontari animati dallo spirito evangelico”. Come riferisce il religioso, nell’isola di Taiwan, la presenza dei missionari Camilliani, dai primi anni cinquanta ad oggi, ha portato alla costruzione di un grande ospedale con 700 posti letto, di un Centro per disabili mentali con 230 ospiti, di una nuova casa per anziani con 150 posti letto e alla fondazione della prima facoltà di scienze infermieristiche dell’isola, che oggi conta più di tremila studenti. La testimonianza dell’amore e della cura verso i malati porta anche altri frutti missionari, racconta p. Gianfranco: “A Ouagadougou, in Burkina Faso, l’accoglienza e la cura verso malati nelle diverse strutture sanitarie territoriali presenti, rappresentano un punto di incontro fra le differenze e le specificità culturali e religiose che convivono nel paese”.
Fin dall’inizio i missionari Camilliani hanno dato grande importanza alla Giornata del malato perché, rimarcando il valore del servizio, spirituale e corporale, al malato, sottolinea anche la missione propria di ogni malato: “Con la promozione della salute e la cura della malattia - sostiene p. Lunardon - noi cooperiamo all’opera di Dio creatore, glorifichiamo Dio nel corpo umano ed esprimiamo la fede nella risurrezione. Ogni anno nelle nostre chiese - prosegue padre Gianfranco - la Giornata del malato si celebra solennemente amministrando la sacra unzione degli infermi. Questi offrono a Dio la loro sofferenza. San Camillo de Lellis, il nostro fondatore – conclude – ci ha insegnato a collocare l’uomo al centro dello sguardo e dell’azione: egli accoglieva e valorizzava ogni persona ferita dalla sofferenza nella sua più profonda e inalienabile dignità”. (ES) (Agenzia Fides 10/2/2020)
LINK
Guarda la video-intervista a p. Lunardon sul canale Youtube dell'Agenzia Fides -> https://www.youtube.com/watch?v=5Qb2YBEGcqs
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ASIA - I Vescovi dell'Asia: "Affidiamo i malati di coronavirus alla protezione della Madonna di Lourdes"
 
Hong Kong (Agenzia Fides) - "Mentre è imminente la festa di Nostra Signora di Lourdes, la guaritrice miracolosa, l'11 febbraio, speciali preghiere e benedizioni, per intercessione della Vergine, vanno alle vittime del letale coronavirus che affligge il mondo, in particolare il nostro continente asiatico": lo afferma la Federazione delle Conferenze Episcopali dell'Asia, in un messaggio formato dal Presidente, il Cardinale Charles Maung Bo, Arcivescovo di Yangon, in Myanmar.
Il testo dei Vescovi, inviato a Fides, ricorda che virus si è diffuso in circa 30 paesi, facendo la maggior parte delle vittime in Cina, ma riscontrando casi in quasi tutti i paesi dell'Asia.
"In questo momento critico, vogliamo essere vicini e pregare per i defunti, e per i fratelli e le sorelle che sono malati a causa di questo virus che si è diffuso in Cina e nel mondo. Possa il Signore accogliere i morti nella sua pace, confortare le famiglie e sostenere il grande impegno della comunità cinese che già si è mobilitata per combattere l'epidemia".
"Rivolgiamo un appello a tutti i Vescovi in ​​Asia perchè affidino tutte le vittime del coronavirus a Nostra Signora della salute, la Madonna di Lourdes, che festeggiamo l'11 febbraio", si legge nel testo.
"Preghiamo affinchè la nostra Beata Madre intervenga e aiuti a prevenire un'epidemia globale. Chiediamo con fervore la sua materna protezione per fermare la rapida diffusione di questo virus mortale, per dare speranza e coraggio, imponendo le sue mani miracolose per la guarigione dei malati".
Conclude il testo: "In questi tragici momenti, possa la nostra Madre Maria, che era accanto alla croce del figlio Gesù morente, essere il pilastro della forza e il faro di speranza per gli operatori sanitari che rischiano la vita per salvare la vita delle persone contagiate". (PA) (Agenzia Fides 10/2/2020)
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ASIA/TURCHIA - Decreto di Erdogan: il Patriarca armeno potrà indossare abiti religiosi anche fuori dai luoghi di culto
 
Istanbul (Agenzia Fides) – Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha firmato un apposito decreto presidenziale per confermare che Sahak II Masalyan, nuovo Patriarca armeno di Costantinopoli, ha il diritto di indossare la sua veste da religioso anche quando esce dai luoghi di culto e si trova all’aperto o in ambienti pubblici. La specifica disposizione è contenuta nel decreto presidenziale n°1838 del 16 dicembre 2019. I contenuti del decreto sono divenuti di pubblico dominio solo a inizio febbraio, e sono stati rilanciati soprattutto da Agos, la testata bilingue armeno-turca con sede a Istanbul.
Le regole che restringono in Turchia la possibilità di indossare abiti religiosi in luoghi pubblici sono un retaggio dell’impronta laicista impressa alle istituzioni turche da Mustafa Kemal Ataturk, fondatore e primo Presidente della Repubblica di Turchia. Ancora adesso, i membri consacrati delle diverse comunità di fede vestono solitamente in abiti civili quando escono dai luoghi di culto o dalle sedi di organismi e istituzioni religiose. Il privilegio di poter vestire anche in pubblico abiti religiosi è riservato solo ai capi delle diverse comunità, come il Patriarca ecumenico e il Patriarca armeno di Costantinopoli, il Gran Mufti e il Rabbino CapoRepubblica di Turchia.
L'arcivescovo Sahak Masalyan, eletto l'11 dicembre 2019 come 85esimo Patriarca armeno di Costantinopoli, ha iniziato il suo ministero inviando diversi segnali di ossequiosa benevolenza nei confronti della leadership politica turca: “Tutte le minoranze presenti in Turchia” ha dichiarato il Patriarca in un’intervista pubblicata giovedì 2 gennaio dal quotidiano nazionalista turco Akşam (vedi Fides 3/1/2020) condividono questo medesimo avviso: sotto il potere del Partito Akp (il Partito del Presidente Erdogan, ndr) stiamo vivendo il periodo più pacifico e felice dai tempi della fondazione della Repubblica turca”. (GV) Agenzia Fides 10/2/2020)
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ASIA/INDIA - L'Arcivescovo di Goa: "Ritirare la la legge sulla cittadinanza, divisiva e discriminatoria"
 
Goa (Agenzia Fides) - Il governo federale indiano dovrebbe "revocare immediatamente e incondizionatamente la legge sulla cittadinanza il Citizenship Amendment Act (CCA) e smettere di penalizzare il diritto al dissenso": è quanto afferma l'Arcivescovo Filipe Neri Ferrao, alla guida della diocesi di Goa e Daman, criticando il CAA, approvato dal Parlamento nel dicembre scorso su spinta del partito nazionalista indù che governa l'India, il Bharatiya Janata Party (BJP).
Secondo le organizzazioni della società civile e i gruppi delle minoranze religiose, che da oltre un mese stanno protestando, quella legge che regola e dispone la concessione dell cittadinanza solo ai non-musulmani di tre paesi vicini (Pakistan, Afghanistan e Bangladesh), è discriminatoria e va contro la Costituzione indiana. La legge, insieme al National Register of Citizens (NRC) e al National Population Register (NPR) ha instillato paura e sospetti tra i musulmani del paese, che formano quasi il 15% su 1,3 miliardi dei cittadini indiani. mons. Ferrao stigmatizza la legge e anche i controversi registri NRC e NPR: "Chiediamo al governo di ascoltare la voce di milioni di persone in India", nota l'appello. "La legge CAA e i due registri NRC e la NPR sono divisive e discriminatorie e avranno certamente un effetto negativo e dannoso" su una democrazia multiculturale come la nostra" afferma l'Arcivescovo.
Secondo la Chiesa indiana, che più volte ha espresso, con molte voci, il suo dissenso, quei provvedimenti comporteranno una "vittimizzazione diretta delle classi svantaggiate, in particolare dei dalit (gli intoccabili), degli adivasi (gli indigeni), dei lavoratori migranti, di comunità nomadi e di innumerevoli persone prive di documenti che, dopo essere state riconosciute come degni cittadini ed elettori per oltre 70 anni correranno improvvisamente il rischio di diventare apolidi e candidati a campi di detenzione", afferma la nota inviata Fides.
Quella legge, criticata in patria e all'estero, "comporta un'erosione sistematica di valori, principi e diritti" che sono stati garantiti a tutti i cittadini nella Costituzione. Il messaggio diffuso dall'Arcivescovo ricorda che "eminenti cittadini, compresi i migliori intellettuali e avvocati, hanno preso una posizione ponderata e inequivocabile contro la CAA, la NRC e la NPR".
A Goa vi sono state diverse manifestazione di proteste, che hanno trasceso i confini dell'affiliazione religiosa, riunendo persone di ogni ceto sociale, etnia, religione.
"I cristiani in India sono sempre stati una comunità amante della pace e profondamente impegnati negli ideali di giustizia, libertà, uguaglianza e fraternità, sanciti dalla Costituzione", ricorda l'Arcivescovo. "Siamo sempre stati molto orgogliosi del fatto che il nostro amato Paese sia una repubblica rispettosa degli ideali di laicità, sovrana, pluralista e democratica", rileva. Il fatto stesso che una legge usi la religione va contro il tessuto secolare del paese, si afferma, "va contro lo spirito e l'eredità della nostra terra che, da tempi immemorabili, è stata una casa accogliente per tutti, fondata sulla convinzione che il mondo intero sia una grande famiglia".
"Preghiamo per il nostro amato Paese, perchè il buon senso, la giustizia e la pace prevalgono nei cuori e nelle menti di tutti", conclude il testo. (SD-PA) (Agenzia Fides 10/2/2020)
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ASIA/CINA - Oltre 5.800 mascherine arrivate in Cina, tra slanci solidali e difficoltà di trasporto
 
Pechino (Agenzia Fides) – Oltre 3.400 mascherine di protezione, donate dalla “Ferdinand Verbiest Foundation”, che si trova nella Università Cattolica di Leuven, in Belgio, sono finalmente arrivate in Cina all’aeroporto internazionale di Pechino nella notte di 8 febbraio dopo una lunga e complessa traversata, dovuta alla sospensione dei voli da e per la Cina continentale. Si tratta di un’opera di solidarietà organizzata dai sacerdoti cinesi che studiano a Bruxelles, in Belgio. Una volta a Pechino, la merce è stata ritirata da “Jinde Charities”, ente cattolico caritativo della Chiesa in Cina continentale, che gestisce aiuti umanitari e caritativi. “Jinde Charities”, la cui sede centrale si trova a Shi Jia Zhuang, circa 300 km da Pechino, è l’ente incaricato di ricevere e gestire anche gli aiuti del Papa alla Chiesa in Cina.
Don Han Wen Sheng, sacerdote della diocesi di Pechino, incaricato di “Jinde Charities”, ha provveduto a spedire direttamente le mascherine a due ospedali di Wuhan, nella zona contaminata, senza alcun clamore. Don Han non ha disturbato nessuno, nè la stampa, nè gli altri confratelli, per non mettere a rischio nessuno, in questo momento critico. Si è occupato della lunga trafila per sbrigare le procedure doganali e ha rispedito tutto il materiale durante la notte.
Oggi, inoltre, gli operatori di Jinde Charities hanno ritirato e inviato a Wuhan altre 2.400 mascherine donate dalla parrocchia della comunità cinese di New York. Dagli ospedali cattolici e civili di Wuhan e dell’intera provincia di Hubei – comunica a Fides Jinde Charities - continuano ad arrivare appelli e richieste di mascherine e materiale sanitario.
Nonostante le difficoltà delle operazioni di trasporto, causate dalla sospensione dei voli, continua la “maratona di solidarietà” avviata da tutte le comunità cattoliche cinesi nel mondo, in nome della prossimità ai fratelli che soffrono e della cristiana. Come conferma una fonte di Fides nella comunità cinese di Roma, impegnata in operazioni di solidarietà, “abbiamo spedito una settimana fa 4mila mascherine tramite un corriere internazionale, ma sono ancora al Centro di scambio a Milano. Continuiamo a sperare che la situazione si sblocchi al più presto. Preghiamo perché le suore cinesi, che sono in prima linea per la cura dei malati in Hubei, possano avere le mascherine per proteggersi, mentre donano la loro opera di vicinanza evangelica, nel servizio disinteressato a chi soffre”. (ZN) (Agenzia Fides 10/02/2020)
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AMERICA/EL SALVADOR - Appello alla prudenza del Cardinale Rosa Chavez, per evitare scontri violenti e cercare il bene comune
 
San Salvador (Agenzia Fides) – Gli organi esecutivi e legislativi sono chiamati ad “avere prudenza di fronte alle tensioni per l'autorizzazione di un prestito di 109 milioni di dollari” che il governo cerca per la “Fase 3” del piano di controllo territoriale contro le bande criminali locali. E’ l’invito fatto ieri, domenica 9 febbraio, dal cardinale Gregorio Rosa Chávez. “Bisogna avere molta cautela e cercare il bene comune delle persone più deboli, che non hanno voce”, ha chiesto il Cardinale Gregorio Rosa Chavez ai gruppi che portano avanti la vita politica di questo paese.
In un atto che ai più è parso clamoroso, e che non accadeva da oltre 30 anni, il presidente Nayib Bkele è entrato in Parlamento, accompagnato da un gruppo numeroso di militari che impugnavano armi, nel momento in cui si doveva discutere l'approvazione di questo prestito.
Bukele, che aveva convocato il popolo e aspettava la gente in piazza, ha detto ai parlamentari presenti che “quel gesto serviva a creare una certa pressione per avere l'approvazione e continuare il suo piano di combattere la violenza”. In aula c'erano solo una ventina di parlamentari perché il maggiore partito d'opposizione (Arena) ancora non vuole partecipare alle sessioni che includono discussioni sulle richieste del Presidente. Secondo quanto ha scritto la stampa locale, esisterebbero rapporti fra alcuni rappresentanti politici dell'opposizione e le bande criminali locali: dopo la pubblicazione di queste gravi accuse, la vicenda è finita in tribunale. Il presidente Bukele, da nove mesi nel potere, conta su un ampio appoggio popolare e va avanti con il suo programma contro la violenza, al fine di cambiare il triste record di El Salvador di essere uno dei paesi più violenti al mondo.
Il Cardinale Gregorio Rosa Chavez ha affermato che il paese “vive un clima molto teso”, con posizioni abbastanza radicali, quindi ha auspicato di "calmare gli spiriti e i livelli del confronto". Ha anche suggerito che le posizioni dovrebbero essere analizzate “in un clima di dialogo, prima che sia troppo tardi".
Nella nota inviata a Fides si legge: “Dobbiamo chiedere pazienza, per evitare che la situazione sfugga al controllo: c’è tensione da entrambe le parti e questo può causare uno scontro violento; dobbiamo impedire che accada per il bene del popolo. Bisogna lavorare insieme per risolvere i problemi, invece di entrare in un confronto acceso di questo genere", ha concluso il Cardinale. (CE) (Agenzia Fides, 10/02/2020)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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