AFRICA/GABON - “Libreville “città morta” ma calma dopo il golpe” dicono a Fides fonti locali |
Libreville (Agenzia Fides) – “Libreville è una città morta. Non vi sono persone o autoveicoli per le strade ma la situazione è comunque calma” dicono all’Agenzia Fides fonti locali dalla capitale del Gabon, dove questa notte i militari hanno annunciato di aver preso il potere con un golpe. Le nostre fonti, che hanno chiesto l’anonimato per motivi di sicurezza, ricostruiscono così gli eventi. “Alle due di questa notte la Commissione elettorale annuncia ufficialmente la vittoria del Presidente uscente Ali Bongo Ondimba nelle elezioni presidenziali del 26 agosto con il 64,27%. Subito dopo i militari appaiono alla televisione annunciando di aver deposto Bongo e di avere preso il potere”. “Nella notte si sono sentiti spari, ma da quello che sappiamo si è trattato di colpi esplosi in aria. Non si registrano al momento morti o feriti” affermano le fonti. “È tutto l’esercito, compresa la Guardia Repubblicana, i pretoriani del Presidente, ad avere effettuato il colpo di Stato. Anche gendarmeria e polizia appaiono compatte e unite con i militari” precisano le fonti. Subito dopo il voto il governo di Bongo aveva imposto il coprifuoco e interrotte le connessioni Internet (vedi Fides 28/8/2023) anche perché il suo principale avversario, Albert Ondo Ossa, aveva denunciato "frodi orchestrate" da parte del campo presidenziale e aveva chiesto di essere dichiarato vincitore al termine dello scrutinio. “La prima cosa avvenuta subito dopo la presa di potere dei golpisti è stata la ripresa delle comunicazioni Internet” sottolineano le nostre fonti. “La popolazione comunque ha paura, memore delle violenze del 2009 e del 2016 e teme quello che potrà accadere”. Nel loro comunicato i golpisti hanno dichiarato di aver preso il potere con queste parole: “Noi, forze di difesa e sicurezza, riunite nel Comitato per la transizione e il ripristino delle istituzioni (CTRI), a nome del popolo gabonese e garante della protezione delle istituzioni, abbiamo deciso di difendere la pace ponendo fine al regime al potere”. Le elezioni erano un appuntamento atteso con apprensione. Alla vigilia del voto i Vescovi in un messaggio reso pubblico il 23 agosto avevano ribadito che “Le elezioni sono un luogo di espressione della scelta politica di un popolo e sono un segno di legittimità per l'esercizio del potere. Il mancato rispetto della Costituzione nazionale, della legge o del verdetto delle elezioni libere, giuste e trasparenti manifesterebbe un grave fallimento nella governance e significherebbe una mancanza di competenza nella gestione della cosa pubblica". I Vescovi chiedevano di “prevenire litigi e violenze in ogni forma dopo le elezioni”. (L.M.) (Agenzia Fides 30/8/2023) |