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mercoledì 8 ottobre 2025

La Chiesa udinese ricorda mons. Rinaldo Fabris a 10 anni dalla morte

 

La Chiesa udinese ricorda mons. Rinaldo Fabris a 10 anni dalla morte

Biblista di fama internazionale, mons. Rinaldo Fabris morì in seminario a Castellerio il 9 ottobre 2015. Dieci anni dopo la Chiesa udinese celebra la memoria del sacerdote friulano con una Santa Messa di suffragio a Pavia di Udine, il 9 ottobre, e una Giornata di studi biblici in seminario a Castellerio sabato 11 ottobre.

Esattamente dieci anni fa, il 9 ottobre 2015, mons. Rinaldo Fabris moriva in seminario a Castellerio all’età di 79 anni. In occasione del primo decennale della sua salita al cielo, nell’Arcidiocesi di Udine due iniziative celebrano la memoria di mons. Fabris.

 

La Santa Messa a Pavia di Udine con l’Arcivescovo

Giovedì 9 ottobre 2025, giorno esatto del decennale della morte di mons. Fabris Fabris, alle 18.30 l’arcivescovo mons. Riccardo Lamba presiederà una Santa Messa di suffragio nella chiesa di Pavia di Udine, paese di origine di mons. Fabris.

Al termine della celebrazione l’oratorio “Don Bosco” di Pavia, nei pressi della chiesa, ospiterà un momento conviviale e la proiezione del documentario «Ritratti spirituali – Rinaldo Fabris» a cura di Marco d’Agostini.

 Grafica per la celebrazione della Messa di suffragio

 

La Giornata di studio biblico

Il Seminario di Castellerio

Per onorare la figura accademica e sacerdotale di mons. Rinaldo Fabris – e, con lui, quella di don Giorgio Giordani, scomparso nel 2024 – l’Istituto superiore di scienze religiose “Santi Ermagora e Fortunato” di Gorizia, Trieste e Udine organizza per sabato 11 ottobre 2025 in Seminario a Castellerio una giornata di studio biblico intitolata «Scrittura e Parola. Ascoltare Dio, comprendere l’umano».

Scopo della Giornata – in linea con gli insegnamenti di Fabris e Giordani – è approfondire alcuni aspetti linguistici e interpretativi della Sacra Scrittura al fine di riconoscere la capacità comunicativa di testi che sanno ancora parlare agli uomini e degli uomini, alla luce della relazione con Dio.

L’inizio dei lavori è previsto alle 9.30 con gli interventi introduttivi dei proff. don Santi Grasso e don Federico Grosso. Seguiranno le due relazioni del mattino: «Personaggi sulla soglia. Il lettore attuale di fronte alla narrativa biblica» sarà il tema affidato al prof. don Gianattilio Bonifacio, presbitero della chiesa di Verona, docente di esegesi del Nuovo Testamento presso lo Studio Teologico “San Zeno” e l’Istituto di Scienze Religiose “San Pietro Martire”, entrambi di Verona. «Tra critica storica e teologia narrativa. Tradizioni canoniche e apocrife nello sviluppo del dogma cattolico» sarà invece l’intervento della prof.ssa sr. Linda Pocher, docente di Cristologia presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium di Roma.

Nel pomeriggio, dalle 14.30, sono previsti cinque tavoli di approfondimento:

  1. «Narrare Dio?», a cura del prof. don Stefano Romanello;
  2. «Bibbia e cinema: dal muto a “The Chosen”», a cura del dott. don Renato Mazzuia;
  3. «Timore batte paura 1-0. Il timore di Dio nella Bibbia», a cura della prof.ssa sr. Rosangela Lamanna;
  4. «Dio educa il suo popolo», riflessioni pedagogiche a partire dalla Lettera pastorale del card. Martini, a cura della prof.ssa Flavia Montagnini
  5. «Letteratura, Bibbia ed esperienza umana», a cura della prof.ssa Agnese Miccoli.

Il termine della Giornata è previsto attorno alle 16.

🔽 Locandina della Giornata di studi biblici

🔗 Modulo di iscrizione on-line

 

Chi era mons. Rinaldo Fabris

Nato a Pavia di Udine il 1º dicembre 1936, mons. Rinaldo Fabris, fu ordinato sacerdote a Udine nel 1960, anno in cui conseguì la licenza in Teologia alla Pontificia Università Lateranense. Proseguì gli studi al Pontificio Istituto biblico, conseguendo, nel 1963, la licenza in Sacra scrittura e il dottorato in Teologia. Dal 1963 al 1964 frequentò inoltre lo Studium Biblicum di Gerusalemme e nel 1973 conseguì anche il dottorato in Sacra Scrittura sempre al Pontificio Istituto biblico.

Nel 1965 fu nominato direttore spirituale del Seminario di Udine, per poi iniziare nel 1967, a insegnare Sacra Scrittura allo Studio teologico interdiocesano, del quale diventò preside nel 1968. Nel 1981 fu nominato direttore della Scuola cattolica di cultura e, dal 1984, guidò anche la Commissione diocesana per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso. Dal 1995 al 2005 fu direttore della Rivista Biblica Italiana. L’11 novembre del 1988 fu nominato Prelato d’onore di Sua Santità. Mons. Fabris fu anche, dal 2002 al 2010, presidente dell’Associazione biblica italiana.

Fu autore di numerosissimi commentari biblici, studi monografici di storia dell’esegesi, di teologia e di spiritualità biblica. Il 26 settembre 2015, pochi giorni prima della sua morte, venne presentata a Milano la collana delle Edizioni Paoline, da lui co-diretta, dal titolo «I libri biblici», nella quale era stata pubblicata l’edizione ampliata ed aggiornata del suo «1-2 Tessalonicesi». Tra le sue ultime pubblicazioni, hanno riscosso particolare successo «Gesù il Nazareno» (Cittadella Editrice, 2011) e «Corpo, anima e spirito nella Bibbia. Dalla creazione alla risurrezione» (Cittadella, 2014).

Docente dello Studio Teologico interdiocesano e dell’Istituto superiore di Scienze Religiose di Udine, dal 2003 al 2013 fu, inoltre, moderatore del Consiglio presbiterale diocesano. Attivo anche nella pastorale, si impegnò nell’animazione della comunità di Remanzacco, dove svolse un lungo servizio di cooperatore parrocchiale sin dai primi anni Settanta.

Nel 2014, intervistato dal Franco Fabbro, fu uno dei protagonisti del documentario di Marco D’Agostini «I Volti Spirituali del Friuli. Sentire, meditare, esistere», un viaggio di scoperta e riscoperta della profondità spirituale del Friuli nella quale mons. Fabris racconta la sua vita spirituale di sacerdote. Parte di quel documentario sarà proiettato il 9 ottobre a Pavia di Udine.

Mons. Rinaldo Fabris morì, come accennato in apertura, il 9 ottobre 2015 in seminario a Castellerio, dove viveva. La sua salma riposa nel cimitero di Pavia di Udine, suo paese di origine.

lunedì 4 aprile 2022

ilfriuli.it 42 aspiranti preti

 

Nelle Diocesi della regione è boom di vocazioni

Una decina di anni fa gli aspiranti preti si contavano quasi sulle dita di una mano. Oggi sono 42

Nelle Diocesi della regione è boom di vocazioni

L’eccezione non sempre conferma la regola, ma se la regola è un mondo di giovani nulla facenti e non inseriti in un percorso d’istruzione o formazione, ben vengano le eccezioni.

Il seminario interdiocesano di Castellerio frazione di Pagnacco, dedicato a San Cromazio di Aquileia, ospita ben 42 seminaristi. Di questi dieci stanno frequentando l’anno propedeutico a Gorizia e tornano a Castellerio ogni mercoledì. Conclusi i sette anni di formazione, diventeranno preti, una scelta per la vita che solitamente spaventa gli adulti, figurarsi i ragazzi che, in molti casi, entrano in seminario subito dopo il diploma.

Fino a qualche anno fa il seminario ospitava solo una decina di ragazzi. Oggi, anche grazie all’impegno di monsignor Andrea Bruno Mazzocato, “la ripresa dei giovani – spiega l’arcivescovo - che si preparano al sacerdozio è sorprendente. Undici anni fa Udine aveva sette seminaristi in tutto”.

Monsignor Mazzocato non si prende meriti, ma “certamente una delle priorità che mi sono dato al mio arrivo a Udine era quella d'impegnarmi per le vocazioni al sacerdozio e per il seminario. Non c’inventiamo noi le vocazioni. Uno si deve sentirsi chiamato. Però, collaborare e creare le condizioni più favorevoli è fondamentale. Perché uno può essere chiamato a dirigere la propria barca verso un certo porto, però se ha il vento contro... Se in una diocesi non c’è impegno, non ci si crede e non si creano le condizioni è come mettere il vento contro. Bisogna dare un incoraggiamento e il vescovo è chiamato a dare un segnale diocesano in questo senso. E’ come mettere il vento favorevole. In parte è dovuto anche a questo. Non ho fatto niente di straordinario. Mi pareva una priorità obbligata. Il Signore mi chiedeva di tenere alzate le armi, anche se non ero sicuro dei risultati. Abbiamo tenuto alte le armi e sono arrivati i risultati”.

“Non è una fuga dal mondo. Anche se genitori e amici spesso non ci capiscono”

Fare una scelta per tutta la vita fa sempre paura, anche agli adulti e soprattutto ai genitori di chi vuole diventare prete. “La prima reazione – spiega don Loris – è ‘per tutta la vita? Un po’ sì, ma non tutta la vita’. E poi, soprattutto le madri, hanno paura della solitudine dei preti. Una volta le sorelle li seguivano. Ora i tempi sono cambiati. Innanzitutto, nessuno è solo, se non lo vuole essere. Il prete è inserito in mezzo alla sua gente, nella sua comunità. E’ molto impegnato e vuole costruire relazioni. Non è solo”.

Ben inserito nella comunità è Stefano, 33 anni, di Coia di Tarcento.“Sono in servizio presso la parrocchia di San Giorgio di Nogaro – racconta – e sono al quarto anno di seminario, dopo l’anno propedeutico, importante anno di discernimento. Sia qui nel seminario, sia nella parrocchia, la comunità è una scuola, per poter crescere e costruire rapporti buoni. In seminario non è sempre facile, ma soprattutto per noi cristiani, nelle parrocchie, nella città e nel mondo in generale, s’impara a costruire rapporti buoni, rapporti di pace che in questo momento sono particolarmente urgenti. Questo per rispondere alla chiamata, alla vocazione”.

Matteo ha 23 anni ed è il seminarista al secondo anno più giovane di Castellerio. “Non bisogna isolarci – spiega -, ma mantenere il contatto con la parrocchia e anche con gli amici fuori. Io sento sempre i compagni delle superiori, che non hanno un’esperienza di fede immediata, anzi sono abbastanza freddi e lontani. Restano amici, però. Sono incuriositi, attratti e con certi loro modi di ragionare provocano e suscitano domande. La loro idea del seminario è ‘Il nome della rosa’: un convento senza illuminazione coi preti che cantano salmi da mattina e sera. Invece la nostra vita è concreta”.

E’ una scelta di vita, però, che potrebbe sembrare semplice, piuttosto che rimanere nel mondo esterno a combattere ogni giorno con mille preoccupazioni. “Se uno entra qui – continua Matteo -, credendo che sia più facile, crolla ai primi terremoti. Può nascondersi e mascherarsi, ma quando poi dovrà mettersi in gioco, non gli sarà né facile, né congeniale. Io non credo di aver rifiutato qualcosa. Ho forse rinunciato, ma la rinuncia è consapevole e non mi sento una persona con qualcosa in meno. Anzi, ho una marcia in più. Sono carico”.

La scelta di Stefano, che è entrato in seminario dopo aver frequentato l’università, “è una ricerca che continua e si configura come risposta. Non è molto capita dai coetanei - conclude -, ma per il cambiamento d’epoca e dei riferimenti diversi. Una scelta di questo tipo comporta risposte nuove. La mia non è una profezia eremitica, ma di speranza per la comunità”.

Anche il più sicuro sicuro, però, potrebbe aver sbagliato. “Finché non sono sbagli che rendono problematica la scelta - conclude Loris - , va bene. Nessuno vuole preti Superman. Nè il Signore, né le persone che non sbagliano mai. Siamo chiamati a rafforzare la nostra vocazione in un mondo che non ci aiuta. Anzi, caso mai ci propone altro. Ma è l’unico mondo nel quale viviamo. E’ il mondo di sempre, con alcuni aspetti nuovi, soprattutto sul fronte mediatico e tecnologico”.

Ragazzi come tutti gli altri, con un impegno in più

Ormai da una decina d’anni Don Loris Della Pietra è il rettore del Seminario interdiocesano di Castellerio. Un giovane, don Loris ha solo 45 anni, tra i giovani. I seminaristi rimangono o cambiano idea? “Di solito continuano. Dopo l’anno propedeutico, obbligatorio da cinque anni in tutti i seminari, durante il quale c’è il primo discernimento, seguono sei anni di teologia”.

Qual è l’età media di chi entra in seminario? “Negli ultimi anni il trend è l’età giovanile, terminate le scuole superiori. Questo aspetto è positivo, perché i giovani hanno energie più fresche e, soprattutto, mi pare abbiano maggiore slancio e disponibilità a guardare avanti senza troppe preclusioni”.

Ci vuole molta forza? “Ci vuole, perché la cultura attuale non aiuta una scelta di questo tipo, caso mai la scoraggia, la dissuade. In genere è così per tutte le scelte che impegnano tutta la vita, anche quella matrimoniale. Questi giovani sono per lo più emanazione delle parrocchie. Non sono allo sbaraglio, monadi isolate”.

Come vivono a Castellerio? “Nel seminario non tutto è rosa e fiori. Stare gomito a gomito per sei anni è faticoso, ma estremamente arricchente. Non è il seminario di cinquant’anni fa. Adesso c’è Internet, i social, vanno e vengono quando vogliono, hanno la macchina. Il seminarista di oggi è un giovane come tutti gli altri, con un impegno in più, che è quello di fare discernimento della propria vita”.

venerdì 12 febbraio 2021

ADDIO A MONS. DARIO SAVOIA

 

LUTTO NELL’ARCIDIOCESI DI UDINE: ADDIO A MONS. DARIO SAVOIA

Un nuovo lutto ha colpito la Chiesa udinese: venerdì 12 febbraio il Signore ha chiamato a sé mons. Dario Savoia. Il sacerdote si è spento all'età di 90 anni. A breve sarà comunicata la data delle esequie.


Nato a Pozzecco di Bertiolo nel 1930, don Savoia fu ordinato sacerdote nel 1954. Nello stesso anno iniziò un incarico – durato dodici anni – come docente nel seminario di Castellerio, prima di dedicarsi all’insegnamento in diverse scuole medie del territorio friulano.

Nel 1973 divenne assistente ecclesiastico della FACE, la Famiglia degli Artisti Cattolici “Ellero”, una realtà diocesana che riuniva pittori, scultori, architetti e artisti in generale che desideravano crescere nella fede. Contestualmente, mons. Savoia assunse l’incarico di Difensore del Vincolo presso il tribunale della Sacra Rota a Roma.

Nominato canonico onorario del capitolo metropolitano di Udine nel 1990, dallo stesso anno iniziò una lunga cura pastorale della parrocchia udinese di San Giacomo, in pieno centro città.

La data delle esequie di mons. Savoia non è stata ancora fissata e, pertanto, sarà comunicata a breve.

 


Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – NOSTRO SIGNORE GESÚ CRISTO RE DELL'UNIVERSO – SOLENNITÀ - ANNO C 23/11/ 2025

  domenica 23 Novembre 2025 Messa del Giorno XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – NOSTRO SIGNORE GESÚ CRISTO RE DELL'UNIVERSO – SOLENNIT...