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domenica 19 luglio 2015

Bollettino Fides News del 18 luglio 2015

AFRICA/ETIOPIA - I Vescovi africani invocano “provvedimenti coraggiosi per uscire dalla povertà”
Addis Abeba (Agenzia Fides) - “Occorrono provvedimenti coraggiosi per far uscire dall’abbietta povertà intere comunità”. Lo ha affermato Sua Ecc. Mons. Abraham Desta, Vicario Apostolico di Meki (Etiopia), che parlava a nome di Mons. Gabriel Anokye, Arcivescovo di Kumasi (Ghana) e secondo Vice Presidente del Simposio delle Conferenze Episcopale di Africa e Madagascar (SECAM), nel suo intervento alla Conferenza sul finanziamento dello sviluppo che si è tenuta ad Addis Abeba dal 13 al 16 luglio (vedi Fides 11/7/2015).
“La promozione del bene comune, e specialmente l’affrancamento delle comunità povere dalla povertà assoluta, richiede misure e posizioni coraggiose da parte dei rispettivi governi guidati dai valori e dal principio del rispetto della dignità umana, della trasparenza, della responsabilità reciproca, dell’integrità della creazione, della partecipazione democratica e del principio di sussidiarietà, che fanno parte dell’insegnamento sociale della Chiesa” ha affermato Mons. Desta.
Il SECAM ha raccomandato di creare un forum nel quale tutte le parti interessate nel processo di sviluppo possano giocare un ruolo attivo nell’attuazione dei nuovi obiettivi di sviluppo che saranno adottati a settembre nel corso dell’Assemblea Generale dell’ONU a New York. Il SECAM ha inoltre chiesto misure concrete per lottare contro l’evasione fiscale con la creazione di un organismo dell’ONU che regolamenti la materia della tassazione a livello globale.
Quest’ultima previsione è stata però rigettata per l’opposizione dei Paesi più ricchi, che favoriscono così le multinazionali che possono pagare le tasse in Stati con regimi fiscali a loro convenienti. La conferenza si è conclusa con l’impegno preso dalle nazioni ricche e da quelle in via di sviluppo di trovare 2.500 miliardi di dollari per finanziare gli obiettivi di sviluppo 2015-2040 che saranno stabiliti a settembre. (L.M.) (Agenzia Fides 18/7/2015)
AFRICA/ANGOLA - Trasparenza, degrado ambientale e Anno della Misericordia al centro delle attività di “Giustizia e Pace”
Luanda (Agenzia Fides) - La Commissione Episcopale “Giustizia e Pace” dell’Angola chiede al governo maggiore trasparenza sugli introiti dei commerci con la Cina, “al fine di evitare le speculazioni”. È quanto afferma il comunicato finale dell’incontro nazionale della Commissione, pervenuto all’Agenzia Fides.
Tra le raccomandazioni emerse dall’incontro, la “necessità di uno studio e di una conoscenza migliore della legislazione ambientale da parte di tutti gli operatori pastorali, a tutti i livelli, e la diffusione capillare di questa conoscenza, in modo che tutti possano conoscere i pericoli dell'inquinamento e del degrado dell'ambiente (degrado dei mari, uso improprio dei terreni e dei corsi d'acqua nelle aree minerarie, ecc..) e le sue implicazioni per la salute e la qualità della vita”.
Visto l’alto tasso di violenza domestica in tutto il Paese, la Commissione Giustizia e Pace promuove nelle diocesi una campagna contro la violenza domestica, facendo conoscere la legge contro la violenza domestica in gruppi e movimenti apostolici e scuole, e promuove organismi di difesa legale per le vittime.
In vista dell'Anno della Misericordia, a partire dal mese di dicembre, verrà rinnovata la campagna per la riconciliazione nazionale, prestando maggiore attenzione ai prigionieri, agli emarginati, agli immigrati e ad altri gruppi vulnerabili.
“Giustizia e Pace” invita infine gli avvocati cattolici e altri volontari ad offrire assistenza legale alle persone svantaggiate e / o in conflitto con la legge. (L.M.) (Agenzia Fides 18/7/2015)
AFRICA/SUDAN - Allarme nel Paese per prevenire la diffusione del colera dal Sud Sudan
Karthoum (Agenzia Fides) – Il Ministero della Sanità Sudanese ha lanciato una serie di iniziative preventive per il monitoraggio di eventuali epidemie di colera che potrebbero diffondersi dal Sud Sudan dove, il 23 giugno, sono stati registrati quasi 200 casi sospetti e 18 morti a causa della pandemia. Intanto il flusso di rifugiati sud sudanesi in Sudan continua ad aumentare. Secondo i dati dell’OCHA al 5 luglio erano 187.747. Altri 38 mila negli Stati di White Nile, South Kordofan, West Kordofan, e Khartoum erano arrivati nel mese di giugno. Presso il Teaching Hospital di Juba è operativo un centro per il trattamento del colera e ultimamente anche l’ong Medici Senza Frontiere ne ha aperto un altro a Munuki, un sobborgo della capitale sud sudanese, dopo aver registrato altri 733 casi e 33 morti.
Secondo il Ministero della Sanità del Sud Sudan, nello Stato di Jonglei sono stati registrati oltre 60 casi. Subito dopo l’annuncio dell’epidemia, la Croce Rossa locale e i partner della Red Crescent hanno attivato il Movimento Cholera Task Force per far fronte all’epidemia di Juba e pianificare interventi in altri Stati inclini ad una possibile epidemia, come Torit e Greater Upper Nile. E’ stata inoltre avviata una campagna di sensibilizzazione per educare la popolazione sulla prevenzione della malattia attraverso visite porta a porta, e la promozione di norme igieniche nelle comunità colpite della contea di Juba. (AP) (18/7/2015 Agenzia Fides)
ASIA/SIRIA - Aleppo muore di sete, le parrocchie continuano a essere “fari di speranza”
Aleppo (Agenzia Fides) – Nella città-martire di Aleppo, sfiancata da oltre quattro anni di guerra civile, uomini, donne e bambini si aggirano tutto il giorno per le strade con latte di plastica e bottiglie, alla continua ricerca di un po' d'acqua da bere. E' questo lo scenario angoscioso descritto all'Agenzia Fides dal siro-cattolico damasceno Samaan Daoud, ex guida turistica, da tempo coinvolto nei programmi sociali e assistenziali curati dalle comunità cristiane siriane, a partire da quelli avviati dalla Società salesiana di San Giovanni Bosco.
“L'emergenza acqua - riferisce Samaan - è resa insopportabile dal caldo soffocante di questi giorni. Le chiese distribuiscono senza interruzione l'acqua potabile estratta dai propri pozzi, ma la richiesta è altissima e non si riesce a soddisfarla”. Anche la sete della popolazione viene usata come arma di pressione nella guerra civile che sconvolge il Paese: “Aleppo è una città ricca di risorse idriche - spiega Samaan - ma i gruppi armati che controllano le pompe idriche chiudono i rubinetti per fare pressione sulla città. Non si sa quali trattative stanno tentando di imporre al governo di Damasco, e usano l'approvvigionamento idrico come strumento di ricatto. Quelli che pagano il prezzo più alto sono i civili, che non c'entrano niente”.
Sul terreno delle operazioni militari, gli sviluppi più recenti confermano che per Aleppo la soluzione può essere trovata solo a livello internazionale. “La città è molto vicina al confine con la Turchia - ricorda Samaan - e i ribelli non hanno problemi a ricevere appoggi logistici, armi e ogni tipo di aiuto da quella parte. A livello locale, si possono trovare solo soluzioni provvisorie fondate su equilibri precari”.
Intanto, nella metropoli assetata e sfigurata dalla guerra – racconta a Fides Samaan Daoud – le chiese cristiane non ancora distrutte dalle bombe continuano a tener viva la speranza 'contro ogni speranza'. “Alla parrocchia dei Francescani si incontrano ogni giorno più di 150 giovani - riferisce Saaman - e anche l'oratorio dei Salesiani organizza attività estive per 500 ragazzi e ragazze. Lì si prova a custodire nei ragazzi anche la memoria di Aleppo com'era prima: una città vitale, allegra, con tante possibilità di incontro. Se vai in queste parrocchie, ancora trovi una luce di speranza. Sono come i fari quando illuminano le notti di tempesta, e riaccendono la speranza per i naviganti che si erano perduti in un mare buio e ostile”. (GV) (Agenzia Fides 18/7/2015).
ASIA/LIBANO - Il Catholicosato della Grande Casa di Cilicia commemora i 100 anni del Genocidio Armeno
Antelias (Agenzia Fides) – Nei giorni di sabato 18 e domenica 19 luglio, il Catholicosato armeno della Grande Casa di Cilicia – con sede a Antelias, in Libano, attualmente retto dal Catholicos Aram I – ha organizzato una serie di solenni eventi liturgici e culturali per commemorare il centesimo anniversario del Genocidio armeno. Alla serie di eventi partecipano capi e delegazioni di altre Chiese, compreso il Patriarca copto ortodosso Tawadros II. La Santa Sede è rappresentata da una delegazione guidata dal Card. Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'Unità tra i cristiani. Nel programma figura anche l’inaugurazione del Museo “Aram Bezikian”, dedicato agli orfani del Genocidio. (GV) (Agenzia Fides 18/7/2015).
ASIA/YEMEN - Situazione umanitaria catastrofica: non rispettata la tregua proposta dalle Nazioni Unite
Saná (Agenzia Fides) - La situazione umanitaria nello Yemen è drammatica. L’11 luglio le Nazioni Unite avevano annunciato una tregua umanitaria di una settimana, tuttavia dopo poche ore dalla sua entrata in vigore, sono ripresi bombardamenti e conflitti che continuano e in alcune zone si sono addirittura intensificati. Questa settimana è stata una delle più tragiche dall’inizio del conflitto, nel corso del quale hanno perso la vita 3.500 persone e sono stati registrati 16 mila feriti. La “presunta” tregua si è appena conclusa e il Paese si ritrova con milioni di donne, uomini e bambini privi di assistenza medica, generi alimentari e vittime di atrocità. Secondo le organizzazioni internazionali, che hanno denunciato il fatto che nessuna delle parti in conflitto abbia rispettato la tregua, i feriti continuano ad arrivare negli ospedali, dove mancano combustibile, farmaci e attrezzature sanitarie; le strutture di campagna sono sopraffatte dal gran numero di feriti. Attual mente l’80% della popolazione necessita di assistenza umanitaria e oltre un milione di persone sono state costrette ad abbandonare le rispettive abitazioni. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), ha offerto assistenza a 20 mila sfollati nelle città di Saná, Adén e Taiz, le più gravemente colpite dalla violenza, durante i 7 giorni di mancata tregua. (AP) (18/7/2015 Agenzia Fides)
AMERICA/COLOMBIA - “Una società civile emarginata e impoverita chiede giustizia” denunciano i Vescovi
Cali (Agenzia Fides) – “La regione colombiana del Pacifico continua ad attraversare un conflitto sociale profondo” scrivono preoccupati i Vescovi di Istmina-Tadó, Quibdó, Guapi, Tumaco, Buenaventura, Apartado e Cali in un loro messaggio intitolato “La pace è possibile, urgente, necessaria”.
Nel testo, pervenuto all’Agenzia Fides, descrivono la dura realtà di questa regione: “le necessità di base insoddisfatte, l'alto tasso di povertà economica, la crisi dei diritti umani”. “La mancanza di accesso alla salute, all'istruzione, ad un alloggio degno, ai servizi igienici di base, al lavoro e agli incentivi per lo sviluppo dei contadini e dei settori popolari, hanno configurato una società civile emarginata e impoverita, che chiede giustizia e di essere liberata da flagelli come lo spostamento forzato, il confinamento, la persecuzione nel proprio territorio, il narcotraffico, l’estrazione mineraria illegale e l'estorsione. Questo panorama di sofferenza è aggravato dalla presenza costante di gruppi armati che fanno del Pacifico uno scenario di guerra, nel quale gli abitanti sono vittime degli scontri armati e di costanti minacce".
Di fronte a questa situazione, i Vescovi richiamano: “la volontà di pace di tutti i settori deve essere ferma, autentica e perseverante”, quindi propongono alcuni impegni precisi. Al Governo nazionale raccomandano: “il dialogo deve continuare e non si deve cedere alle pressioni che suggeriscono la via militare come unica soluzione al conflitto armato. E’ assolutamente importante superare il conflitto armato risolvendo il conflitto sociale”. Quindi “la società civile colombiana deve fare una decisa opzione per la pace. Nessun argomento deve giustificare la guerra come cammino normale per un popolo”. Si rivolgono quindi alle FARC e all’ELN: “Come Pastori della Chiesa, invitiamo le FARC a fermare realmente la strategia di incremento delle azioni violente… l’ELN inizi quanto prima il processo di negoziati con il Governo nazionale allo scopo di rendere concreta la volontà di pace che hanno manifestato”.
Il messaggio si conclude ribadendo che la Chiesa di questa regione “si impegna a continuare ad annunciare il Dio della vita”, “a continuare ad accompagnare le nostre comunità, lavorando a difesa delle vittime, per la promozione e la difesa dei diritti umani, per il rispetto dell’ambiente”. (SL) (Agenzia Fides 18/07/2015)
AMERICA/BRASILE - Settimana missionaria per i giovani, tra carcerati, senzatetto e malati di Aids
Porto Alegre (Agenzia Fides) – Giovani di tutte le arcidiocesi e diocesi della regione Sul 3 della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB), che comprende lo stato brasiliano di Rio Grande do Sul, vivranno dal 20 al 26 luglio una Settimana Missionaria che li porterà a contatto con diverse realtà sociali, in collegamento con altri settori di impegno pastorale. Secondo le notizie pervenute all’Agenzia Fides, l’obiettivo è di far vivere ai giovani delle esperienze di riflessione missionaria in contesti diversi: con persone che convivono con l'Hiv, carcerati, senzatetto, raccoglitori di carta.
Secondo la Coordinatrice del Servizio di Evangelizzazione dei Giovani della regione Sul 3, suor Zenilde, si tratta di una opportunità per i giovani di venire a contatto con un detenuto, con una persona malata di Hiv… “liberandosi da ogni pregiudizio e facendo l'esperienza di un incontro", in quanto dobbiamo vedere la persona, indipendentemente dallo stato sociale in cui essa vive, "è un incontro tra persone e in questo incontro lasciamo che Dio si manifesti". L’obiettivo finale è che da questa esperienza missionaria i giovani possano trovare, nell’ambito dei vari ministeri della Chiesa, il loro posto in cui mettersi a servizio degli altri. "Vorrei che i giovani di tutto lo Stato potessero fare una esperienza così importante che li porti ad azioni concrete verso tutte le persone, specialmente le più vulnerabili, perché Dio si manifesta nella cura di coloro che soffrono” conclude suor Zenilde. (SL) (Agenzia Fides 18/07/2015)

lunedì 1 giugno 2015

Bollettino Fides news del 30/5/2015

AFRICA/KENYA - Occorre maggiore consapevolezza per la cura di colera e diarrea acquosa
Nairobi (Agenzia Fides) – Uno dei killer principali dei bambini in Kenya è la diarrea acuta e, spesso, purtroppo tanti genitori non sanno che un trattamento reidratante basterebbe a salvare la vita dei propri figli. La cura principale per questo tipo di patologia letale è infatti l’uso di flebo che consentono una più rapida diffusione delle sostanze liquide nell’organismo deperito. Tuttavia, nel Paese, è abbastanza comune che molti genitori, una volta portati i figli in ospedale, si rifiutino di far fare loro le flebo. Ad aggravare la situazione, ad oggi contribuiscono le piogge e le inondazioni in corso in molte zone del Kenya, comprese Homa Bay, Migori e Nairobi, che stanno favorendo una recrudescenza di malattie come il colera, infezione che si manifesta in maniera più evidente con la diarrea acquosa e che deve essere gestita con la somministrazione di sostanze liquide idratanti. Allo stesso tempo, il Paese continua a fare passi avanti nella cura di HIV/AIDS, altro grave problema di salute tra i bambini. Studi recenti del Kenya Aids Indicator Survey dimostrano che il numero di bambini affetti da HIV, di età compresa tra 18 mesi e 14 anni, è calato da 184 mila nel 2007 a 104 mila nel 2012. (AP) (30/5/2015 Agenzia Fides)
ASIA/PAKISTAN - L’Istituto Jinnha: vita difficile per le minoranze religiose
Islamabad (Agenzia Fides) – In Pakistan, lo spazio e la libertà per le minoranze etniche e religiose e per le comunità emarginate si va continuamente restringendo e quanti difendono i diritti umani sono presi di mira: è quanto hanno affermato i partecipanti alla conferenza dal titolo “Minoranze religiose e la libertà di espressione in Pakistan”, organizzata nei giorni scorsi dall'Istituto Jinnah, prestigioso centro studi con sede a Karachi, intitolato al fondatore della patria Ali Jinnah. La conferenza ha riunito attivisti e rappresentanti delle minoranze, attivisti della società civile per discutere sulla questione delle minoranze religiose in Pakistan.
Prima di tutto i presenti hanno notato una carenza nel sistema di comunicazione e informazione: i giornalisti stessi, infatti, vengono minacciati e non possono scrivere liberamente di tali problemi.
Durante la conferenza si è ricordato che uomini politici, attivisti, accademici, professori, agenti di polizia, uomini d'affari e gli altri, sono stati colpiti e uccisi. Tra loro, menzionati i casi di Saleem Shahzad, Salmaan Taseer, Rashid Rehman, Sabeen Mahmud e molti altri.
Questo accade perché la società si è eccessivamente radicalizzata: “La glorificazione di un unico sistema di credenze, quello islamico, a spese di tutti gli altri ha danneggiato la nostra società. Nessuno oggi ammette che le nostre leggi sono discriminatorie. Il dissenso e la modernizzazione sono stati costantemente demonizzati”, hanno detto i presenti.
Il politico Ramesh Kumar Vankwani, intervenendo alla conferenza ha ammesso che la leadership politica non ha mostrato molto interesse a risolvere i problemi delle minoranze, e ha ricordato che la Costituzione garantisce i diritti fondamentali. La cattolica Romana Bashir ha notato che dopo l’attacco alle chiese di Youhanabad a Lahore, i mezzi si comunicazione hanno dato più spazio all’episodio successivo, il linciaggio di due musulmani, piuttosto che agli attentatati kamikaze. Tra le radici di questo atteggiamento, la diffusione dell’odio che viene coltivato sia nelle scuole, sia nelle moschee. (PA) (Agenzia Fides 30/5/2015)
ASIA/NEPAL - Emergenza monsoni: Caritas Nepal promuove un piano di intervento
Kathmandu (Agenzia Fides) – A poco più di un mese dal devastante terremoto che ha distrutto il Nepal, si profila una nuova emergenza. Con oltre tre milioni di sfollati e centinaia di migliaia di edifici danneggiati o distrutti, a preoccupare è anche l’arrivo delle piogge monsoniche. Caritas Nepal ha lanciato un piano di intervento organico in favore di 20 mila famiglie, circa 100 mila persone, per i prossimi due mesi. Il piano prevede la distribuzione di kit per alloggi temporanei: teloni, corde, materassini, coperte; kit di generi non alimentari di prima necessità: lampade a energia solare, taniche, secchi, pentole e utensili da cucina; pastiglie per la potabilizzazione dell’acqua; kit igienico sanitari composti da sapone, disinfettante, panni sanitari, panno di cotone, biancheria, asciugamani, spazzolino e dentifricio. L’intervento è rivolto alle famiglie le cui abitazioni sono crollate o sono state gavemente danneggiate, con priorità per le più vulnerabili, donne ca pofamiglia, minori non accompagnati e disabili. Caritas Nepal prevede anche un accompagnamento e attività di formazione nell’utilizzo dei materiali forniti, oltre che un monitoraggio successivo, anche al fine di prevenire abusi e sfruttamento. E’ previsto anche un programma per garantire sostegno psicosociale e per l’impostazione di un successivo piano di ricostruzione e riattivazione socio-economica. (AP) (30/5/2015 Agenzia Fides)
ASIA/SIRIA - Vescovo di Aleppo: poco attendibili le voci sullo jihadista decapitato da un soldato assiro. E i cristiani non giustificano mai la vendetta con argomenti religiosi
Aleppo (Agenzia Fides) Il Vescovo Georges Abou Khazen OFM, Vicario apostolico di Aleppo per i cattolici di rito latino, considera “poco attendibili e comunque non verificabili” la voce diffusa da Londra dal Syrian Observatory for Human Rights e rilanciata dai media inglesi secondo cui un miliziano jihadista affiliato allo Stato Islamico (Is) sarebbe stato decapitato “per vendetta” da un soldato cristiano assiro, dopo essere stato preso come prigioniero nella provincia siriana nord orientale di Jazira. Secondo l'organizzazione operante a Londra, il soldato cristiano avrebbe catturato il combattente jihadista a Tal Shamiram, uno dei villaggi della valle del Khabur recentemente abbandonati dalle milizie dello Stato Islamico dopo un occupazione durata più di 3 mesi e tornati sotto il controllo delle formazioni militari curde e assire. Una volta scoperta l'appartenenza del prigioniero alle milizie jihadiste, il soldato assiro lo avrebbe decapitato “per vendetta davanti agli abusi compiuti da quel gruppo nella regione”. La vicenda è presentata in termini generici, senza precisarne i dettagli o senza citare i nomi dei protagonisti e degli eventuali testimoni. “La manipolazione dell'informazione” fa notare a tale proposito il Vescovo Abou Khazen “è anche essa uno dei mezzi usati per moltiplicare le violenze e gli orrori di questo conflitto. E alcune centrali sono specializzate in manipolare le cose per fomentare o giustificare rappresaglie. In questo caso” prosegue il Vescovo francescano “sappiamo che più di 230 cristiani assiri sequestrati nei villaggi del Khabur sono ancora ostaggi dei jihadisti. Solo uno sconsiderato potrebbe aver compiuto un gesto del genere, quando gli altri sono in pericolo, e tutto può essere preso a pretesto per giustificare ritorsioni. E soprattutto” aggiunge il Vicario apostolico di Aleppo “noi cristiani non giustifichiamo alcuna vendetta o violenza con argomenti religiosi. L'unica vendetta che conosciamo è il perdono , per essere anche segno di luce per tutti, e mostrare che ci sono alte vie da percorrere. Le vendette approfondiscono solo le ferite, e allungano la spirale dell'odio” . Il Vescovo Abou Khazen conferma che “questo sentimento si ritrova in tutti i cristiani, soprattutto nei più semplici, che vivono le sofferenze come agnelli in mezzo ai lupi: sono loro i primi a ripetere che il circolo perverso della violenza e della vendetta va interrotto da qualcuno, e questa è l'unica strada per non soccombere e aprire strade di riconciliazione”. Abou Khazen conferma all'Agenzia Fides che nella parrocchia latina della città di Aleppo, tra tante difficoltà e sofferenze, i padri e i loro collaboratori hanno comunque aperto il “capo estivo” per i bambini e i ragazzi: “E' un segno di speranza, in questa città martire. E' un'occasione per dare un po' di sollievo a tanti poveri bambini, permettere loro di uscire dalle case dove vivono costantemente reclusi, e dove spesso manca anche la luce e l 'acqua”. (GV) (Agenzia Fides 30/5/2015).
ASIA - Cristiani in Asia all’insegna di ecumenismo e dialogo
Giacarta (Agenzia Fides) – “Il Signore Dio vuole che i cristiani in Asia vivano insieme in una obbedienza comune, testimoniando l’amore di Dio nel mondo”: questa la conclusione della 14a assemblea generala della “Conferenza Cristiana dell'Asia” organismo ecumenico che promuove la cooperazione tra le Chiese cristiane nel continente. Come riferito a Fides, alla recente assemblea celebratasi a Giacarta dal 21 al 28 maggio sul tema “Vivere insieme nella casa di Dio” hanno preso parte 440 rappresentanti delle Chiese provenienti da 28 paesi.
L’assemblea ha esaminato il lavoro degli anni scorsi e programmato il futuro, ribadendo la scelta fondamentale del “dialogo” come forma di testimonianza e di presenza nei paesi dell’Asia. I partecipanti si sono confrontati su questioni e temi emergenti per la testimonianza del cristianesimo in Asia.
Il nuovo Segretario generale George Mathews Chunakara, indiano, ha espresso grandi aspettative per l'assemblea e per l’importanza del messaggio d’amore di Cristo per le terre asiatiche, rimarcando che “c’è bisogno di un dialogo tra tutte le religioni al fine di ridurre le tensioni sociali tra le comunità di tutto il mondo”. (PA) (Agenzia Fides 30/5/2015)
AMERICA/URUGUAY - La devozione latinoamericana verso Romero anche in Uruguay
Melo (Agenzia Fides) – Una piccola cappella all'interno dell'Uruguay porta il nome del Beato Oscar Romero, in riconoscimento del" Vescovo martire" di El Salvador, recentemente beatificato. Mons. Romero (1917-1980), noto per la sua predicazione in difesa dei diritti umani, è stato arcivescovo di San Salvador fino alla sua morte violenta 35 anni fa.

Secondo la rivista “Comunione”, della diocesi di Melo (387 km a nord est di Montevideo), l'umile tempio è stato nominato "Cappella del beato Romero e martiri latino americani". A destra dell'altare c'è un'immagine del Beato Romero che impartisce la benedizione.

La costruzione della cappella è stata una iniziativa da p. Miguel Garcia Cava, sacerdote spagnolo che ha lavorato nelle missioni in Cile e Argentina, e più tardi nel Uruguay fino alla sua morte nel 2004.

Secondo la pubblicazione, inviata a Fides, la cappella fu inaugurata nel 1993 e dedicata ai martiri dell'America Latina, a cominciare da Alonso Rodriguez, Juan del Castillo e Roque Gonzalez (martiri in Paraguay), tra gli altri. Padre Miguel avrebbe voluto inizialmente dare il nome di Romero alla cappella, ma le regole della Chiesa non lo permettevano (è possibile solo dopo il riconoscimento ufficiale di venerabile).

Domenica scorsa, dopo aver visto insieme alla comunità il documentario "Oscar Romero: un missionario di Dio", il vescovo della diocesi di Melo, Sua Ecc. Monsignor Heriberto Andrés Bodeant Fernández, che ha celebrato la messa, ha evidenziato il lavoro di p. Miguel e annunciato la nuova denominazione della cappella. (CE) (Agenzia Fides, 30/05/2015)
AMERICA/VENEZUELA - Sei giovani in sciopero della fame in una chiesa a Caracas
Caracas (Agenzia Fides) – Sei studenti venezuelani sono in sciopero della fame da due giorni in una Chiesa di Caracas: come riferisce una nota pervenuta a Fides, il loro scopo è quello di ottenere il rilascio dei compagni ancora in carcere. Gli studenti chiedono poi che sia definita la data per le elezioni legislative previste per questo anno e l'intervento della Chiesa cattolica come mediatrice, riferisce il direttore nazionale del movimento Juventud Activa Venezuela (JAVU), Jesus Gomez.

Gli studenti auspicano la liberazione dei colleghi arrestati in relazione alle proteste anti-governative in Venezuela durante la prima metà del 2014 e che ancora sono in carcere (Vedi Fides 15/03/2014). Altri giovani continuano ad unirsi agli studenti in digiuno.

“Speriamo di vedere crescere ogni giorno la nostra protesta”, ha detto il direttore. “Siamo una piattaforma di studenti molto seria e saremo qui fino a quando regge il nostro corpo. Abbiamo esaurito tutte le vie di protesta nel quadro della Costituzione ma ancora ci sono compagni detenuti, rapiti dal regime”, ha ribadito.

Intanto Leopoldo López, leader dell'opposizione, ha convocato una marcia nazionale per oggi, sabato 30, dove si chiederà per la liberazione dei prigionieri politici e per che sia definita la data per le elezioni legislative. (CE) (Agenzia Fides, 30/05/2015)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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