AFRICA/ERITREA - Accordo Etiopia-Eritrea: la Chiesa auspica “una stagione di libertà e pace” |
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Asmara (Agenzia Fides) - Prudenza è la parola che circola nelle sedi della Chiesa cattolica eritrea in merito all’accordo di pace tra Etiopia ed Eritrea. “Come Chiesa - osserva all’Agenzia Fides p.Mussie Zerai, sacerdote dell’eparchia di Asmara - siamo felici per l’intesa, ma aspettiamo gli sviluppi e preghiamo perché l’accordo tra il presidente Isayas Afeworki e del premier Abiy Ahmed apra una stagione di pace duratura che restituisca stabilita e libertà ai cittadini di entrambi i paesi”. L’intesa potrebbe aprire grandi spazi di crescita anzitutto in campo economico. “Sotto il profilo commerciale - osserva abba Mussie – le due nazioni hanno bisogno una dell’altra. L’Etiopia necessita dei porti eritrei per esportare le proprie merci con costi inferiori a quelli imposti da Gibuti e Sudan. L’Eritrea ha bisogno di aprire la propria economia per rilanciare la produzione e i consumi interni. L’accordo è stato stilato in primo luogo per rispondere alle esigenze economiche di entrambi i paesi. Questo speriamo abbia ricadute anche sulla popolazione che, negli anni, si è impoverita”. La pace porterà anche alla democrazia in Eritrea? È una domanda difficile, commenta abba Mussie. “Il governo - spiega - per anni ha rimandato l’introduzione della Costituzione del 1997 perché, dicevano i ministri, lo stato di emergenza non consentiva l’introduzione di un normale dibattito democratico. Adesso non ci sono più scuse. La speranza è che la Carta fondamentale entri in vigore presto e che i cittadini possano finalmente godere di tutti i diritti. Lo stesso discorso possiamo farlo per le organizzazioni sociali siano esse laiche o religiose. Negli ultimi tempi abbiamo assistito a una stretta sulla loro azione. Non possiamo che auspicare una maggiore apertura e disponibilità da parte dell’esecutivo”. Felicità e prudenza condivisi anche da Meron Estefanos, eritrea, attivista per i diritti umani: “La pace ci rende felici, ma bisogna essere cauti. Al momento, nessuno dei problemi dell’Eritrea è stato risolto: la Costituzione non è entrata in vigore, i prigionieri politici (compresi i ministri incarcerati nel 2011) non sono stati rilasciati, la stampa è ancora imbavagliata, l’opposizione non è libera di esprimersi, i soldati arruolati per una leva a tempo indeterminato non sono stati smobilitati. Tutto è rimasto com’era. Aspettiamo e vediamo quali saranno gli sviluppi. Mi sento di ringraziare la Chiesa cattolica che, pur minoritaria e perseguitata, è stata una delle poche voci che si è levata in questi anni per denunciare la repressione del regime. Per chi lavora per un’Eritrea libera, la Chiesa è stata un punto di riferimento”. (EC) (Agenzia Fides 14/7/2018) |
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - Famiglie costrette a vivere nei cimiteri, “segno di decadenza umana e politica” |
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Abidjan (Agenzia Fides) – Le piogge violente che si sono abbattute sul paese e che hanno causato la morte di decine di persone (vedi Fides 21/6/2018) hanno alimentato il deterioramento delle condizioni sanitarie delle popolazioni colpite. Di conseguenza a questi catastrofici eventi il governo ivoriano ha deciso di abbattere le abitazioni dei quartieri più precari dove vivono le famiglie più povere. Come risultato di questa azione politica queste famiglie non sanno più dove andare a cercare un tetto: l’unico riparo lo hanno trovato nei cimiteri, lì si sono accampati e dormono sulle tombe. “Sono immagini che sfidano la comprensione umana; sono l’espressione della decadenza umana e politica. Famiglie, donne, bambini, oggi vittime della crudeltà di un sistema politico in cui l’uomo e la sua dignità non hanno posto”, commenta all’Agenzia Fides padre Donald Zagore, teologo ivoriano della Società Missioni Africane.
“Possiamo davvero parlare di sviluppo quando l’essere umano è ridotto allo stato animale? Questa è una politica di sviluppo con un volto disumano, senza cuore”, sottolinea Zagore in questi giorni a Roma per un incontro del Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM).
“Mai negli ultimi vent’anni – prosegue - la storia della Costa d'Avorio è stata scritta con tanto dolore, tanta sofferenza, tanta ingiustizia e tanta malvagità. Rifiutati dagli uomini, benvenuti dai morti. Questa è la realtà di tanta povera gente che da viva viene respinta e cacciata da altri esseri viventi e che ora trova rifugio solo tra le tombe. Infatti, i morti nelle loro tombe mostrano quell'umanità che manca ai vivi dando una lezione a quanti sono diventati sempre più insensibili alla dignità”.
“In una situazione del genere - aggiunge il sacerdote - la Chiesa della Costa d’Avorio non rimane in silenzio. Non può certo limitarsi ad alzare la voce per opporsi a questo scandalo: deve anche intraprendere azioni concrete per aiutare tutte le famiglie che ora vivono nei cimiteri. Questa azione profetica è necessaria, altrimenti tutte le nostre omelie, tutte le nostre teorie teologiche, saranno prive di significato. Non dobbiamo mai dimenticare e dobbiamo dire forte e chiaro che la Chiesa è l’unica speranza dei poveri” conclude padre Zagore. (DZ/AP) (14/7/2018 Agenzia Fides)
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ASIA/FILIPPINE - I Vescovi: No alla modifica della Costituzione , promossa da Duterte |
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Manila (Agenzia Fides) - "L'attuale Costituzione delle Filippine, approvata nel 1987, non è perfetta e può ancora essere migliorata, ma non dovrebbe essere cambiata in questo momento, non con l'attuale Congresso e con l'attuale Presidente": lo afferma il Vescovo ausiliare di Manila, Broderick Pabillo, contestando il possibile cambiamento della Costituzione del 1987 promosso dal Presidente Rodrigo Duterte. Come dichiarato a Fides, il prelato ritiene che "il federalismo venga usato come cortina fumogena" per andare verso un sistema politico che garantisca al presidente "il controllo totale del paese". "Il presidente Duterte presenta il federalismo come la bacchetta magica per portare prosperità in tutto il paese. E il modo per realizzare il federalismo, secondo lui, è il cambiamento dell'attuale Costituzione", ha spiegato Pabillo. "Non conosciamo ancora la proposta della nuova Costituzione, ma conosciamo le persone che la propongono: Duterte e i suoi alleati. Donque possiamo già indovinare la meta: sarà un disastro per i filippini ", ha aggiunto. Il Vescovo ha auspicato una "partecipazione critica" della popolazione al possibile cambiamento costituzionale, e un "processo senza fretta": "Vogliono che il referendum venga fatto quest'anno. Quindi non ci sarebbe tempo per una adeguata consultazione e discussione. Ma perché tanta fretta? Vi è il forte sospetto che si voglia evitare l'elezione del 2019, in modo da potere rimanere al potere", ha detto Pabillo. Il prelato deplorato "la mancanza di indipendenza della Camera dei deputati", sottomessa al volere di Duterte: "I membri del Congresso non rappresentano più le persone, ma le loro famiglie e solo alcuni interessi politici. Non hanno a cuore il bene delle persone e della nazione. Non ci si può fidare", osserva Pabillo. Invece di pensare al federalismo, chiosa il Vescovo, "il governo dovrebbe affrontare i problemi reali del paese come l'inflazione galoppante, l'aumento dei prezzi dei beni di base, l'atmosfera di illegalità con le continue uccisioni dei poveri, dei preti e attivisti, l'indebolimento delle istituzioni democratiche". Anche il "Consiglio dei Laici delle Filippine", associazione pubblica di fedeli eretta dalla Conferenza episcopale delle Filippine, si dice "fortemente contrario al cambiamento costituzionale" e cheide "trasparenza in quessto delicato processo" che "in apparenza garantirebbe una distribuzione più equa delle risorse tra le regioni", ma in effetti "darebbe ampi poteri al presidente Duterte tra il 2019 e 2022, per imporre più tasse al popolo". (SD). (Agenzia Fides 14/72018) |
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ASIA/INDONESIA - La comunità Camilliana in festa con gli ammalati custoditi dal Santo Patrono |
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Maumere (Agenzia Fides) – Il 14 luglio si celebra la festa di San Camillo de Lellis, il santo patrono di malati, medici, infermieri e ospedali. I religiosi Camilliani insieme alla Chiesa universale commemorano questo giorno speciale con molta gratitudine a Dio manifestando l’amore misericordioso di Dio per gli ammalati attraverso la visita ai malati.
“A Maumere, isola di Flores, per questa occasione si sono uniti ai festeggiamenti della comunità Camilliana anche il Superiore Provinciale, padre Jose P. Eloja, MI, insieme al Vicario Provinciale padre Rodel Enriquez, MI, dalle Filippine e ai padri Giovanni Contarin e Peter dalla Tailandia” ha raccontato a Fides il Camilliano padre Mushtaq Anjum,.
“In occasione di questa giornata dieci giovani hanno iniziato il loro postulato mentre altri sei si sono uniti al noviziato, offrendo il loro impegno a Cristo, sulle orme e gli insegnamenti di San Camillo nel servire gli ammalati anche a rischio della loro stessa vita.
La missione Camilliana nell’isola di Flores è stata avviata nel 2010 da p.Luigi Galvani, insieme ai camilliani indonesiani locali. “Alla celebrazione eucaristica presieduta da p. Luigi, concelebrata da 16 sacerdoti di diverse congregazioni, hanno preso parte suore religiose, famiglie, amici, parenti e visitatori dei seminaristi. In tutto oltre 400 persone” racconta p. Mushtaq.
“La celebrazione annuale della festa di San. Camillo ci ricorda che i Camilliani hanno preso l'impegno di servire gli ammalati. Preghiamo che ogni Camilliano ‘metta più cuore in queste mani’ così che si possano servire Cristo e gli ammalati in un modo più amorevole e compassionevole” conclude il missionario. (MA/AP) (14/7/2018 Agenzia Fides)
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AMERICA/BOLIVIA - La missione continua: dopo il CAM, verso il Mese Missionario Straordinario |
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Santa Cruz de la Sierra (Agenzia Fides) - “Preghiera, annuncio del Vangelo, riflessione biblica e teologica, catechesi, opere di carità cristiana e solidarietà tra le Chiese, dovrebbero consentire un risveglio missionario, aiutando tutti i fedeli ad avere un incontro sempre più vero e appassionato con Cristo Signore”. Con questo spirito Papa Francesco ha accolto la proposta della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e delle Pontificie Opere Missionarie nel convocare un “Mese Missionario straordinario”, fissato per l’ottobre 2019. Lo sottolinea l’Arcivescovo Giampietro Dal Toso, Presidente delle Pontificie Opere Missionarie, nel discorso tenuto questa mattina, 14 luglio, ai Vescovi delle Americhe presenti al "CAM 5", il Congresso Missionario Americano che si chiude oggi a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia. A conclusione del Congresso, la Chiesa in America, in sintonia con la Chiesa universale, si proietta, dunque, verso il prossimo grande appuntamento missionario, l'Ottobre 2019, celebrato a livello mondiale, in occasione del 100° anniversario della Lettera Apostolica “Maximum illud” di Papa Benedetto XV. L'obiettivo è quello di “riqualificare evangelicamente la missione”, affinché “ogni battezzato possa bruciare sempre di più con la stessa carità di Gesù Cristo, affinché tutti possano ricevere il dono della salvezza”, ha rimarcato mons, Dal Toso. In particolare, poi, nel Nuovo Continente, lo si vivrà in coincidenza con un altro importante appuntamento: il Sinodo dell'Amazzonia, consesso che assume, dunque, una forte connotazione missionaria. L’Arcivescovo ha indicato le quattro le dimensioni fondamentali che caratterizzeranno il Mese Missionario Straordinario: l'incontro personale con Gesù Cristo; la testimonianza di santi e martiri della missione (canonizzati o meno); la formazione missionaria; la carità missionaria. Papa Francesco ha affidato alla Congregazione di Propaganda Fide “il compito di preparare questo evento, in particolare attraverso la diffusa consapevolezza delle Chiese particolari”, indicandone il tema: “Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo”. “Il motto – rimarca il Presidente delle POM – contiene già gli elementi essenziali: la missione nasce dal battesimo, che ci invia nel mondo all'interno della Chiesa per portare l'annuncio di Cristo crocifisso e risorto. Ecco perché è un mese che riguarda ogni battezzato, che, in quanto tale, è un missionario”. Papa Francesco nella “Evangelii Gaudium” ricorda che “l'attività missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa” (EG 15): forti di questa convinzione “la Chiesa universale e le Chiese particolari, i religiosi e le religiose, i laici e il clero, i movimenti ecclesiali e le nuove forme di aggregazioni laicali sono tutti coinvolti in questa conversione e rinnovamento dell'identità missionaria della Chiesa”, rileva mons. Dal Toso. A tal fine, la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli sta preparando una Guida, su supporto cartaceo e digitale, per l’animazione missionaria dell’Ottobre 2019, grazie a risorse umane e contributi da tutto il mondo. La Guida, in cinque lingue, nella prima parte riporta commenti di spiritualità missionaria alle letture della liturgia della Messa nel mese di ottobre 2019. La seconda parte suggerisce trenta figure di santi, martiri e testimoni della fede e della missione. Nella terza parte vi sono alcune considerazioni teologiche sui temi della formazione e della carità missionaria. (PA) (Agenzia Fides 14/7/2018) |
LINK Il testo originale del discorso dell'Arcivescovo Dal Toso sul Mese Missionario Straordinario, in spagnolo -> http://www.fides.org/it/attachments/view/file/Bolivia_-_Encuentro_con_obispos_sobre_OTT_2019.doc |
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AMERICA/NICARAGUA - In tutto il continente si prega per il Nicaragua, la nazione si ferma |
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Managua (Agenzia Fides) – Uno sciopero , con il fermo totale di ogni attività; una campagna di preghiera in tutto il continente: queste le attività che si registrano nella presente crisi sociale e politica che investe il Nicaragua. "Per i vescovi, sacerdoti, diaconi e le comunità dei religiosi del Nicaragua, perché instancabilmente, continuino ad essere promotori di dialogo, difensori della giustizia e costruttori della pace. Preghiamo": è l'intenzione nella "preghiera dei fedeli" che si leggerà domani 15 luglio durante le sante messe in Nicaragua, in altri paesi latinoamericani e anche al Congresso Americano MIssionario (CAM), in corso in Bolivia. Nell'attule critica situazione, segnta ada instabilità sociale epolitica, i cattolic pregano anche per i governanti, "perché dispongano la fine della violenza" e "per i cristiani in Nicaragua, perché diventino strumenti di pace e per i defunti a causa della violenza di questi giorni". La solidarietà dei paesi latinoamericani si è fatta sentire in diverse circostanze: nel Congresso Missionario Continentale che si svolge in Bolivia (Vedi Fides 13/07/2018), nelle assemblee delle diverse conferenze episcopali (Vedi Fides 11/07/2018) e nei mass-media cattolici che hanno disposto dei servizi speciali per aggiornare la comunità cristiana sulla situazione che vive questo popolo sofferente. Il Dialogo Nazionale in Nicaragua è fermo a causa della mancata risposta del governo alla richiesta di fermare la repressione che continua a martellare il popolo, impegnato a manifestare pacificamente. In questo fine settimana è in corso uno sciopero generale, con il fermo totale delle attività sociali ed ecnomiche di qualsiasi tipo, per dare un segnale di dissenso al governo. Lo sciopero generale è accompagnato di una marcia pacifica in tutte le città del paese, per manifestare e chiedere elezioni anticipate. (CE) (Agenzia Fides, 14/07/2018) |