«Una celebrazione intensa e molto solenne, dal respiro universale»
ROMA (29 giugno, ore 19) - Il Pallio è «un pegno di libertà, analogamente al "giogo" di Gesù, che Egli invita a prendere, ciascuno sulle proprie spalle». È «"dolce e leggero" e, invece di pesare su chi lo porta, lo solleva, così il vincolo con la Sede Apostolica – pur impegnativo – sostiene il Pastore e la porzione di Chiesa affidata alle sue cure, rendendoli più liberi e più forti». Lo ha ricordato papa Benedetto XVI oggi, nella Basilica vaticana, imponendo il sacro paramento a 38 prelati di tutto il mondo che hanno ricevuto la nomina di arcivescovi metropoliti negli ultimi 12 mesi. Tra questi anche l'Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato.
Mons. Mazzocato: «Una celebrazione dal respiro universale»
«Una celebrazione intensa e molto solenne, dal respiro universale», ha sottolineato mons. Mazzocato intervenendo in diretta da Roma, a Radio Spazio 103. Come sottolineato dallo stesso pontefice nell'omelia, il pallio simboleggia la comunione tra le Chiese e il Santo Padre. Benedetto XVI, ha riferito mons. Mazzocato, «ha fatto significativamente presente che tale comunione è anche una condizione che tiene libere le Chiese nei vari Paesi in cui vivono».
Benedetto XVI: «La comunione con Pietro e i suoi successori è garanzia di libertà»
Benedetto XVI: «La comunione con Pietro e i suoi successori è garanzia di libertà»
«La comunione con Pietro e i suoi successori è garanzia di libertà per i Pastori della Chiesa e per le stesse Comunità loro affidate – ha infatti affermato il Santo padre –. Lo è su entrambi i piani messi in luce nelle riflessioni precedenti. Sul piano storico, l’unione con la Sede Apostolica assicura alle Chiese particolari e alle Conferenze episcopali la libertà rispetto a poteri locali, nazionali o sovranazionali, che possono in certi casi ostacolare la missione ecclesiale. Inoltre, e più essenzialmente, il ministero petrino è garanzia di libertà nel senso della piena adesione alla verità, all’autentica tradizione, così che il Popolo di Dio sia preservato da errori concernenti la fede e la morale». «Il fatto dunque che, ogni anno, i nuovi Metropoliti vengano a Roma a ricevere il Pallio dalle mani del Papa – ha continuato Benedetto XVI – va compreso nel suo significato proprio, come gesto di comunione, e il tema della libertà della Chiesa ce ne offre una chiave di lettura particolarmente importante. Questo appare evidente nel caso di Chiese segnate da persecuzioni, oppure sottoposte a ingerenze politiche o ad altre dure prove. Ma ciò non è meno rilevante nel caso di Comunità che patiscono l’influenza di dottrine fuorvianti, o di tendenze ideologiche e pratiche contrarie al Vangelo. Il Pallio dunque diventa, in questo senso, un pegno di libertà, analogamente al "giogo" di Gesù, che Egli invita a prendere, ciascuno sulle proprie spalle (cfr Mt 11,29-30). Come il comandamento di Cristo – pur esigente – è "dolce e leggero" e, invece di pesare su chi lo porta, lo solleva, così il vincolo con la Sede Apostolica – pur impegnativo – sostiene il Pastore e la porzione di Chiesa affidata alle sue cure, rendendoli più liberi e più forti».
Simbolo di continuità con la storia
«Per la Chiesa udinese, in particolare – ha spiegato ancora l'Arcivescovo – il pallio è anche un simbolo di continuità con una grande storia passata (l'Arcivescovado è nato nel momento di soppressione del Patriarcato). E segno che la Chiesa di Udine è in comunione con le tante Chiese sorelle che trovano il loro punto di unità nel successore di Pietro».
Il pallio
Il pallio è una stretta fascia di stoffa in lana bianca, incurvata al centro così da poterlo appoggiare alle spalle sopra la casula e con due lembi neri pendenti davanti e dietro. È decorato con sei croci nere di seta, una su ogni coda e quattro sull’incurvatura, ed è guarnito, davanti e dietro, con tre spille d’oro e gioielli. Secondo alcune interpretazioni, il pallio rievoca la pecora smarrita portata sulle spalle dal buon Pastore, mentre la lana di agnelli, con la quale è tessuto, ricorda l’Agnello immolato che toglie il peccato del mondo e il monito rivolto a Pietro da Gesù: «Pasci i miei agnelli».
Il pallio è una stretta fascia di stoffa in lana bianca, incurvata al centro così da poterlo appoggiare alle spalle sopra la casula e con due lembi neri pendenti davanti e dietro. È decorato con sei croci nere di seta, una su ogni coda e quattro sull’incurvatura, ed è guarnito, davanti e dietro, con tre spille d’oro e gioielli. Secondo alcune interpretazioni, il pallio rievoca la pecora smarrita portata sulle spalle dal buon Pastore, mentre la lana di agnelli, con la quale è tessuto, ricorda l’Agnello immolato che toglie il peccato del mondo e il monito rivolto a Pietro da Gesù: «Pasci i miei agnelli».