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AFRICA/COSTA D’AVORIO - Manipolazione delle Costituzioni in Africa: un freno alla democrazia | |||
Abidjan (Agenzia Fides) - In vista delle prossime elezioni presidenziali, Guinea e Costa d'Avorio sono intenzionate a rivedere le rispettive Costituzioni nazionali al fine di assicurare ai vari poteri in uscita la possibilità costituzionale di ottenere un terzo mandato di governo. “Questo continuo desiderio di rivedere costantemente le Costituzioni dei nostri paesi, specialmente a fini elettorali, non aiuta a rendere i nostri stati stabili e democratici”, dichiara all’Agenzia Fides il teologo ivoriano p. Donald Zagore della Società per le Missioni Africane. “La stabilità democratica dei nostri stati e delle nostre istituzioni – spiega - dipende essenzialmente dalla stabilità delle nostre Costituzioni nazionali. I nostri stati sono democraticamente instabili, perché le nostre Costituzioni sono instabili. Rimaneggiare continuamente i testi è solo fonte di ulteriori tensioni e violenze.” “Per avere uno stato di diritto stabile bisogna garantire una democrazia costituzionale durevole nel tempo, vincolante per tutti i cittadini. Tutte le grandi nazioni e le democrazie del mondo sono state costruite grazie a questo processo. Se vogliamo diventare grandi, dobbiamo imparare a sacrificare gli interessi narcisistici in favore del bene comune e per l'interesse supremo delle nostre nazioni”. “Attualmente – conclude p. Zagore - la democrazia in Africa fa un passo e il passo del gambero, uno avanti e due indietro. Quando crediamo di aver acquisito qualcosa, siamo immediatamente sopraffatti dall'illusione politica che poi viene smentita. Senza fondamenti reali di democrazia e stabilità non si può costruire nulla”. (DZ/AP) (Agenzia Fides 10/1/2020) | |||
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AFRICA/EGITTO - “Questionario anonimo” per monitorare impatto (e danni) dei social media sulla vita della Chiesa copta | |||
Hamden (Agenzia Fides) – La Chiesa copta ortodossa da tempo si interroga sull’impatto provocato dall’espansione delle reti sociali e dei social media nel vissuto concreto delle comunità ecclesiali. Adesso, la Holy Sophia Coptic Orthodox Schools of Theology, organismo teologico-accademico copto con sede ad Hamden, nel Connecticut (USA), ha lanciato l’iniziativa di un “questionario anonimo” da diffondere su vasta scala per raccogliere dati e opinioni utili a misurare quanto, e in che modo, lo sviluppo nei nuovi media stia condizionando, nel bene e nel male, l’immagine e la missione della Chiesa copta nel tempo presente. Padre Abraham Azmy, direttore dell’US International Relations and Database Operation Office della Chiesa copta, ha presentato l’iniziativa sui media egiziani, sottolineando che sarà possibile compilare il questionario online entro il prossimo 26 gennaio. Padre Amzy ha riferito che il questionario punta anche a documentare l’effetto di siti e blog che promuovono campagne polemiche e vere e proprie aggressioni ad personam nella rete, alimentando le contrapposizioni nella Chiesa e utilizzando in materia impropria formule e contenuti di carattere dottrinale e teologico. L'abuso di internet per manipolare contenuti e dinamiche di carattere ecclesiale è un fenomeno che le Chiese devono affrontare in tutto il mondo, e che negli ultimi tempi sembra alimentare particolare preoccupazione tra le Chiese d'Oriente. In Egitto, la tragica vicenda dell'omicidio in monastero del Vescovo copto ortodosso Epiphanius - e dell'arresto di un monaco accusato di essere l' esecutore del crimine - ha accelerato negli ultimi anni il processo di discernimento intorno alla vita monastica già avviato da tempo in seno alla Chiesa copta ortodossa. Già pochi giorni dopo l'omicidio di Anba Epipanius (vedi Fides 6/8/2018), il comitato per i monasteri del Santo Sinodo copto ortodosso ha disposto 12 regole - ratificate dal Patriarca Tawadros II - rivolte a tutti coloro che vivono la condizione monastica nella Chiesa copta ortodossa. Tra le altre cose, ai monaci e alle monache copti è stato chiesto anche di chiudere i propri account personali e gli eventuali blog gestiti sui social media, considerati con sguardo critico come strumenti utilizzati soprattutto per diffondere “idee confuse” e alimentare personalismi. (GV) (Agenzia Fides 10/1/2020) | |||
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ASIA/INDIA - La Corte Suprema dell'India esaminerà il ricorso in favore dei dalit cristiani | |||
New Delhi (Agenzia Fides) - La Corte Suprema dell'India esaminerà il ricorso presentato che chiede pari trattamento e opportunità per i dalit cristiani nella legislazione indiana, ritenuta "discriminatoria rispetto alla religione". Il ricorso contesta il paragrafo tre dell'Ordine Costituzionale del 1950 che esclude i dalit dallo status di "Caste riconosciute" (Scheduled castes), tagliandoli fuori, solo a causa della loro religione, da misure che ne promuovono l'istruzione e lo sviluppo economico, sociale e culturale. Il ricorso, presentato dal Consiglio nazionale dei cristiani Dalit (NCDC), chiede alla Corte Suprema, che le quote riservate ai dalit siano rese "neutrali rispetto alla religione". Circa 14 gruppi cristiani, tra i quali la Conferenza Episcopale cattolica dell'India, hanno appoggiato il ricorso, presentando alla Corte una petizione che chiede di includere i dalit cristiani nelle misure riservate ai dalit di altre fedi, per l'accesso all'occupazione nel governo e all'istruzione. La Corte Suprema ha accettato di esaminare i motivi alla base dl'appello. I dalit sono membri del gruppo sociale più basso dell'antico sistema di caste indù. L'Ordine del 1950 garantisce loro alcuni diritti e "quote riservate" nel mondo del lavoro e dell'istruzione, per consentire loro di avere un migliore tenore di vita. Finora questi diritti sono stati concessi a indù, sikh e buddisti, ma negati a cristiani e musulmani. Secondo il ricorso, "il terzo paragrafo dell'Ordine Costituzionale del 1950 viola il diritto fondamentale all'uguaglianza, alla libertà religiosa e alla non discriminazione". Il NCDC afferma che “la conversione religiosa non muta l'esclusione sociale. La gerarchia delle caste continua a rimanere forte anche per i dalit cristiani”. Il testo del ricorso, pervenuto a Fides, osserva: “Bisogna estendere lo status di Casta riconosciute ai dalit cristiani, offrendo loro borse di studio, opportunità di lavoro, misure di welfare, possibilità di essere eletti nei 'panchayat' (i Consigli dei villaggi), nelle assemblee legislative a livello statale, fino al Parlamento e di avvalersi della protezione legale garantita dal Casted Scheded e Scheduled Tribes (Prevention) of Atrocities Act, del 1989 modificato nell'anno 2018". "Da decenni promuoviamo, a diversi livelli, la parità di diritti per i cristiani di dalit e ora speriamo che questa battaglia abbia risultato positivo", dice a Fides Raj Kumar, un attivista per i diritti dei dalit. I cristiani dalit sono circa 20 milioni e rappresentano il 75% del totale della popolazione cristiana dell'India. Nell'intera nazione dell'India circa il 16,6% della popolazione complessiva è formata da Dalit, delle diverse fedi religiose. (SD) (Agenzia Fides 10/1/2020) | |||
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AMERICA - Messaggio del CELAM: “Camminiamo e preghiamo insieme per la pace nel mondo” | |||
Bogotà (Agenzia Fides) – “Ci uniamo in preghiera con il Papa, rifiutiamo ogni forma di violenza e di frattura sociale, e chiediamo alle grandi nazioni del mondo, in particolare ai loro governanti, il rispetto reciproco, l'armonia e la buona comprensione, e a non risparmiare ogni sforzo per evitare uno scenario di maggiore tensione". Con queste parole la Presidenza del CELAM, Consiglio Episcopale Latinoamericano, si rivolge al popolo di Dio e alle Conferenze episcopali dell’America latina e dei Caraibi, con un messaggio intitolato “Camminiamo insieme per la pace nel mondo”. Il messaggio invita a pregare per la pace nel mondo, perché abbiano fine i conflitti che fanno soffrire famiglie e popolazioni intere, e “in particolare, per la grave tensione che si vive in questi momenti tra vari paesi: la guerra porta solo morte e distruzione”. Unendosi all’appello del Papa, la Presidenza del CELAM invita tutte le parti coinvolte a “dare priorità alla via del dialogo, della soluzione pacifica delle controversie e del rispetto incondizionato del diritto internazionale”. “Camminiamo e preghismo insieme – esortano - perché mai nella nostra storia abbiamo a vergognarci del modo in cui un essere umano ha eliminato l’altro perché non sono stati capaci di dialogare e trovare il consnso per camminare insieme”. La Presidenza del CELAM invita infine le Conferenze episcopali dell’America latina e dei Caraibi e di tutto il mondo, a promuovere giornate di preghiera per la pace, invocando “Maria Santissima, Regina della Pace” perchè “ci conceda questo dono”. (SL) (Agenzia Fides 10/1/2020) | |||
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AMERICA/PERU’ - Conclusa l’Assemblea sinodale dell’arcidiocesi di Lima: sintonia con quanto vive il popolo e con Dio | |||
Lima (Agenzia Fides) – Tre giorni di intenso lavoro, dal 6 all’8 gennaio, presso il Colegio San Agustin di Lima (Perù), hanno caratterizzato l'Assemblea Sinodale Arcidiocesana di Lima. Gli 800 partecipanti, tra laici delegati, religiosi, parroci e vicari dell'arcidiocesi, si sono incontrati in un evento storico per discutere e condividere le linee comuni che saranno oggetto della Lettera pastorale e del Piano pastorale arcidiocesano. Secondo quanto riferito a Fides da padre Luis Sarmiento, portavoce dell'Assemblea arcidiocesana sinodale di Lima, ogni giorno è stato aperto dall’intervento di un Vescovo, che ha indicato la linea da seguire nei lavori in gruppo per riflettere sul documento di lavoro consegnato a tutti i delegati delle parrocchie. Ogni parrocchia è stata rappresentata dai sacerdoti e da quattro laici: due giovani e due adulti. Padre Sarmiento sottolinea che la presenza dei giovani delegati di ogni parrocchia è stata voluta per avere rappresentate opinioni diverse. “Papa Francesco ci invita a frequentare le periferie, che potrebbero essere anche dentro casa mia, nella stessa parrocchia” ha detto il portavoce. Mons. Carlos Castillo, Arcivescovo di Lima, ha presieduto la celebrazione eucaristica di ringraziamento per questi tre giorni di riflessione e dibattito. Hanno concelebrato il Nunzio apostolico in Perù, Mons. Nicola Girasoli, i Vescovi ausiliari di Lima, Mons. Ricardo Rodríguez e Mons. Guillermo Elías, e tutti i sacerdoti dell'arcidiocesi. "Tutti i nuovi problemi che vediamo e che avremo davanti a noi, hanno una possibilità di soluzione se abbiamo un cuore ampio e uno spirito aperto, che è lo Spirito di Dio. Con la sua forza e la sua ispirazione possiamo trovare soluzioni a tutte le cose" ha detto durante la sua omelia. Commentando il Vangelo proclamato (Mc. 6,34) l'Arcivescovo ha detto tra l’altro che la grande questione che ci si è posti in questi giorni è stata quella di “cercare di sintonizzarci con ciò che il nostro popolo vive, per dargli risposta, sempre in sintonia con Dio, che vive nel nostro popolo, nel popolo unto da Dio, che soffre, che domanda, che può aver commesso molti errori ma che però ha anche cose interessanti da dire". (CE) (Agenzia Fides, 10/01/2020) |
Filippesi 1,4 ... e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia...
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venerdì 10 gennaio 2020
Agenzia Fides 10 gennaio 2020
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sabato 24 ottobre 2015
Bollettino Fides News del 24 ottobre 2015
VATICANO - Annuncio e dialogo come vera azione missionaria: una scuola inclusiva per i disabili
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – In visita alla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, mons. Giorgio Bertin, Vescovo di Gibuti e Amministratore Apostolico di Mogadiscio, capitale della Somalia, ha parlato con l’Agenzia Fides di un programma educativo a favore dei disabili lanciato a Gibuti. “Si tratta di un modello di scuola inclusiva, in un territorio dove la stragrande maggioranza sono musulmani e le persone disabili sono spesso ancora considerate oggetto di vergogna, stigmatizzate, tenute nascoste, prigioniere e fuori da ogni contesto sociale”, ha detto mons. Bertin. Il Vescovo è appena rientrato da Milano dove ha partecipato, dal 19 al 21 ottobre, al Congresso Uguaglianze difficili e mondi della disabilità. “Anni addietro a Gibuti venni avvicinato da un gruppo di persone disabili che cercavano aiuto”. Obiettivo di mons. Bertin era quello di partire da Gibuti per esportare poi il progetto di una “scuola per tutti” anche in Somalia, devastata dalla gue rra e dall’anarchia che continua a causare molte menomazioni tra la popolazione. “Il nostro proposito è quello di unire annuncio e dialogo attraverso questo servizio che è vera azione missionaria in un Paese musulmano. Grazie all’incontro con l’organizzazione Guanelliana ‘Mediterraneo Senza Handicap’, che segue le persone con disabilità in diversi Paesi del mondo, siamo riusciti ad aprire due nostre scuole cattoliche, una a Gibuti e una a Ali Sabieh, 100 km a sud della capitale, a bambini disabili: attualmente sono inseriti 22 bambini disabili perfettamente integrati con il resto degli alunni”. “Dopo un sopralluogo e censimento fatto a nord di Gibuti, insieme alle suore di S. Luigi Guanella, di cui oggi celebriamo la festa, e ad altri esperti, abbiamo affrontato i problemi dei bambini con handicap e stiamo lavorando alla formazione di insegnanti delle scuole private. Speriamo che presto rispondano anche quelle pubbliche”, conclude mons. Bertin.
(AP) (24/10/2015 Agenzia Fides)
(AP) (24/10/2015 Agenzia Fides)
ASIA/INDIA - I Vescovi: bambini dalit arsi vivi, “atto disumano”
New Delhi (Agenzia Fides) – I Vescovi indiani condannano con forza il condanna il triste incidente che ha avuto luogo a Faridabad il 21 ottobre, quando una la casa di una famiglia dalit è stata data alle fiamme e due bambini sono rimasti arsi vivi nell’incendio, mentre la madre sta lottando tra la vita e la morte. Una nota dei Vescovi inviata a Fides osserva: “Si tratta di un'azione disumana su cui la nostra nazione dovrebbe vergognarsi . Ci sono state ripetute atrocità contro i Dalit in diverse parti dell'India. Non vi è alcun rispetto per la vita umana dei dalit e in particolare nello Stato di Haryana ancora temono per la loro vita”. La nota della Conferenza episcopale, affidata all’ufficio che si occupa dei dalit e fuorcasta, rimarca anche “la preoccupazione grave per l’aumento della violenza intercomunitaria nel Paese”. La Conferenza episcopale esprime solidarietà con le vittime della violenza e chiede allo Stato di “fornire un'adeguata protezione ai dalit, per sal vaguardare i diritti umani fondamentali del popolo e onorare la nostra Costituzione”. (PA) (Agenzia Fides 24/10/2015)
ASIA/PAKISTAN - Donna cristiana vittima di stupro di gruppo
Kasur (Agenzia Fides) – Una donna cristiana sordomuta è stata violentata da tre uomini musulmani giunti a casa sua, in un villaggio nel distretto di Kasur, mentre tutti gli uomini della famiglia erano al lavoro. La donna ha invocato pietà, restando inascoltata. Come appreso da Fides, i familiari hanno denunciato il fatto chiedendo aiuto all’avvocato cristiano Sardar Mushtaq Gill, che offre assistenza legale gratuita ai cristiani vittime di abusi. L’avvocato sta cercando di ricostruire i fatti e identificare gli aggressori. “E’ molto difficile arrivare a una punizione per i responsabili. Spesso in questi casi, la polizia non agisce o, peggio, si schiera con gli stupratori”, osserva l’avvocato a Fides. “Le famiglie cristiane o i testimoni subiscono pressioni per ritirare le denunce”, prosegue. “La violenza su donne e bambini delle minoranze religiose, i più deboli e vulnerabili, è molto diffusa in Pakistan e spesso avviene in silenzio: i casi e le storie non emergono e q uando gli attivisti ne parlano vengono intimiditi”, conclude. (PA) (Agenzia Fides 24/10/2015)
ASIA/ARABIA SAUDITA - Ministro saudita: intervento russo in Siria fomenta i conflitti settari
Vienna (Agenzia Fides) – L'intervento militare russo in Siria a sostegno dell'esercito governativo rischia di provocare una ulteriore radicalizzazione del conflitto siriano, esasperando le contrapposizioni settarie che alimentano le guerre e le stragi in Medio Oriente. Questa è la lettura di quanto accade nello scenario mediorientale fornita dal ministro degli esteri saudita Adel bin Ahmed al-Jubeir, in margine all'incontro tenutosi a Vienna sulla crisi siriani che ha visto la partecipazione di rappresentanti turchi, russi sauditi e statunitensi. Secondo il ministro Jubeir, il perpetuarsi di Assad al potere rappresenta una “calamita” che continua a attirare in Siria jihadisti provenienti da ogni parte del mondo per combattere il regime siriano.
Nei giorni scorsi, parlando al Valdai international Discussion Club, il Presidente russo Vladimir Putin aveva ribadito che le operazioni militare russe in Siria hanno l'unico scopo di combattere il terrorismo, e che la Russia non ha alcuna intenzione di interferire nei rapporti tra le diverse correnti dell'islam. “I nostri amici sciiti, sunniti e alauiti ci sono tutti cari” haveva detto Putin “e noi non facciamo distinzioni”. Intanto il Mufti Talgat Tajuddin, Presidente del Consiglio spirituale islamico della Russia, ha duramente criticato l'appello di oltre 50 religiosi islamici dell'Aurabia sandita che avevano chiamato gli islamici di tutto il mondo a scatenare la Guerra Santa contro la Russia. Dove erano costoro nel 2003” ha detto Tajuddin, secondo quanto riportato dall'Agenzia Interfax “quando gli Stati Uniti e più di 40 altri Paesi attaccarono l'Iraq come avvoltoi?”. (GV) (Agenzia Fides 24/10/2015).
Nei giorni scorsi, parlando al Valdai international Discussion Club, il Presidente russo Vladimir Putin aveva ribadito che le operazioni militare russe in Siria hanno l'unico scopo di combattere il terrorismo, e che la Russia non ha alcuna intenzione di interferire nei rapporti tra le diverse correnti dell'islam. “I nostri amici sciiti, sunniti e alauiti ci sono tutti cari” haveva detto Putin “e noi non facciamo distinzioni”. Intanto il Mufti Talgat Tajuddin, Presidente del Consiglio spirituale islamico della Russia, ha duramente criticato l'appello di oltre 50 religiosi islamici dell'Aurabia sandita che avevano chiamato gli islamici di tutto il mondo a scatenare la Guerra Santa contro la Russia. Dove erano costoro nel 2003” ha detto Tajuddin, secondo quanto riportato dall'Agenzia Interfax “quando gli Stati Uniti e più di 40 altri Paesi attaccarono l'Iraq come avvoltoi?”. (GV) (Agenzia Fides 24/10/2015).
AMERICA/STATI UNITI - Un Vescovo: “Deportare i minori è una condanna a morte”
El Paso (Agenzia Fides) – “Per i minori non accompagnati, la deportazione nei loro paesi di origine è a volte una condanna a morte”: lo ha detto il vescovo della diocesi di El Paso, in Texas, Sua Ecc. Mons. Mark J. Seitz. Si tratta di quei minori non accompagnati provenienti dalla America Centrale che cercano di raggiungere gli Stati Uniti.
Come appreso da Fides, il Vescovo ha rimarcato che ragazzi e bambini centroamericani “sono in fuga da minacce di morte, dallo stupro e non li dobbiamo mettere di nuovo nella stessa situazione”. “Quando troviamo qualcuno che è una vittima sul ciglio della strada o sul confine, dobbiamo prenderci cura di lui: questa è la nostra vocazione dei cristiani”, ha osservato.
Il 21 ottobre mons. Seitz ha testimoniato davanti alla Commissione del Senato per la Sicurezza Interna e gli Affari governativi (Homeland Security and Governmental Affairs Committee) e ha presentato dei suggerimenti per “migliorare la risposta a queste popolazioni vulnerabili in America Centrale, in Messico, al confine Usa-Messico e negli Stati Uniti” (Vedi Fides 23/10/2015).
Secondo le informazioni presentate alla diocesi cattolica di El Paso ha da diverse organizzazioni, almeno 80 bambini sono stati uccisi nel corso degli ultimi 18 mesi dopo essere stati deportati nei loro paesi di origine. In molti altri casi, i ragazzi vengono abusati dopo l’arresto.
Mons. Seitz ha sottolineato che è importante attuare meccanismi di protezione internazionale e programmi volti a migliorare l'istruzione e il benessere dei bambini in America centrale, al fine di evitare la fuga verso il pericolo. (CE) (Agenzia Fides, 24/10/2015)
Come appreso da Fides, il Vescovo ha rimarcato che ragazzi e bambini centroamericani “sono in fuga da minacce di morte, dallo stupro e non li dobbiamo mettere di nuovo nella stessa situazione”. “Quando troviamo qualcuno che è una vittima sul ciglio della strada o sul confine, dobbiamo prenderci cura di lui: questa è la nostra vocazione dei cristiani”, ha osservato.
Il 21 ottobre mons. Seitz ha testimoniato davanti alla Commissione del Senato per la Sicurezza Interna e gli Affari governativi (Homeland Security and Governmental Affairs Committee) e ha presentato dei suggerimenti per “migliorare la risposta a queste popolazioni vulnerabili in America Centrale, in Messico, al confine Usa-Messico e negli Stati Uniti” (Vedi Fides 23/10/2015).
Secondo le informazioni presentate alla diocesi cattolica di El Paso ha da diverse organizzazioni, almeno 80 bambini sono stati uccisi nel corso degli ultimi 18 mesi dopo essere stati deportati nei loro paesi di origine. In molti altri casi, i ragazzi vengono abusati dopo l’arresto.
Mons. Seitz ha sottolineato che è importante attuare meccanismi di protezione internazionale e programmi volti a migliorare l'istruzione e il benessere dei bambini in America centrale, al fine di evitare la fuga verso il pericolo. (CE) (Agenzia Fides, 24/10/2015)
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