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domenica 10 gennaio 2021

Messaggero Veneto: Addio alla madrina dei donatori di sangue

 

Addio alla madrina dei donatori di sangue: aprì un emporio e fondò la trattoria Griglia d’oro

CARLINO. Prima donna madrina di una sezione di donatori di sangue (Afds) negli anni Sessanta, donatrice di sangue, imprenditrice lungimirante, benefattrice, ma anche persona schietta, capace e determinata a raggiungere gli obiettivi che si poneva superando gli ostacoli dell’essere donna in quegli anni.

Tutto questo era Oliva Flaugnacco, 95enne originaria di Muzzana del Turgnano, morta sabato nella casa di riposo Sereni Orizzonti di Aiello del Friuli. Arrivata a San Gervasio di Carlino dopo il matrimonio con Gino Codarin, ne è diventata una delle persone più rappresentative. 

Il carattere di Oliva, unica ragazza di una famiglia patriarcale muzzanese composta da numerosi fratelli e cugini maschi, si forma in questo contesto: lei cresce forte e combattiva per avere un suo posto nella società. Si sposa con Codarin, deceduto nel 2009, e subito capisce le potenzialità della frazione di Carlino e decide di dare una svolta alla sua vita.

Apre uno spaccio Enal che poi negli anni ’70 amplia dotandolo di un negozio emporiale. Prende la patente e compra una Mercedes di seconda mano e non cambierà mai tipo di macchina. Negli anni ’80, con l’avvento dei primi centri commerciali, capisce che l’attività a San Gervasio è destinata a ridimensionarsi. Con il piglio che le è tipico, capisce la necessità di avere una attività sulle strade a grande percorrenza.

Intuisce già le potenzialità “dell’effetto vetrina”. Sono gli anni ’80. Apre un chiosco sulla statale 14 al confine tra i comuni di San Giorgio di Nogaro, Castions di Strada e Carlino: all’inaugurazione c’era Dario Zampa agli inizi della carriera. Quel chiosco diventerà poi la trattoria Griglia d’Oro, conosciuta da tutti. Oliva Flaugnacco prosegue la sua vita di benefattrice e assieme al marito fanno molte donazioni alla chiesa di San Gervasio: l’ultima è una teca per la Madre Ausiliatrice.

Sono i ricordi di Damiano Franceschinis, presidente di donatori di sangue di Carlino, che meglio spiegano chi era Oliva. «Certo che fermarsi un momento e ricordare le persone che piano piano se ne vanno, lascia sempre un po’ di amaro, un po’ di male al cuore e di malinconia. Il tempo passa, le cose cambiano ma certe azioni e certe scelte che ora ci appaiano normali, 56 anni non lo erano.

Per Oliva essere donatrice – racconta Franceschinis –, donare il labaro e fare da madrina alla neo-sezione Afds di Carlino non deve essere stato facile come donna. Rivedendo le foto di fondazione del 1965, si nota solo Oliva con il labaro della sezione. Non la turbavano le dicerie, lo sparlare alle sue spalle definendola “une femine, ma no si vergogne propite je come madrine” , non se ne curava, lei senza peli sulla lingua, convinta che rappresentare i donatori fosse un onore e un dovere sociale.

Elargiva consigli a tutti con la sua semplicità e sincerità. Oliva – conclude Franceschinis – ci ha lasciato delle foto sperando che le sue azioni e il suo ricordo siano di sprone verso tutti. Mandi Ulive». —

 

Pubblicato su Il Messaggero Veneto

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