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EUROPA/POLONIA - Le POM impegnate nella formazione degli insegnanti di religione delle scuole | |||
Varsavia (Agenzia Fides) - Da qualche anno le Pontificie Opere Missionarie (POM) in Polonia hanno iniziato a organizzare dei ritiri per catechisti laici in varie diocesi del paese. La specificità della Polonia, informa la nota inviata all’Agenzia Fides dalla Direzione nazionale POM, è che le lezioni di religione si svolgono nelle scuole e hanno il taglio della catechesi. Gli insegnanti di religione vengono quindi chiamiati “catechisti” e non sono solo insegnanti della materia, ma soprattutto testimoni di Gesù Cristo, inviati nella scuola sulla base di una missione speciale loro affidata dal Vescovo diocesano. Ogni catechista è quindi tenuto a curare la sua formazione permanente, che comprende anche i ritiri di tre giorni una volta all’anno. Tre anni fa, la prima diocesi chiese alle POM di guidare il ritiro e da allora le POM sono state presenti nella meta di tutte le diocesi della Polonia. Durante tali ritiri, nei momenti di preghiera e nelle conferenze, i catechisti vengono resi consapevoli della loro missione, della loro chiamata speciale e di essere missionari che proclamano la Parola. Durante i lavori di gruppo viene presentata la struttura delle POM e le diverse attività, incoraggiando alla cooperazione all’opera missionaria della Chiesa. Quest'anno le POM sono state presenti a numerosi incontri dei catechisti prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, negli ultimi giorni di agosto. In tutte le occasioni è stato richiamato il tema della loro chiamata missionaria e della missione speciale come testimoni "battezzati e inviati" di Gesù Cristo. Sono state fatte conoscere le POM e gli obiettivi del Mese Missionario Straordinario. La formazione permanente dei catechisti laici fa parte degli impegni statutari delle POM e attraverso gli insegnanti di religione si possono raggiungere un numero enorme di bambini e giovani. Questo è particolarmente importante ora, in vista del Mese Missionario Straordinario. Ogni anno aumenta in Polonia il numero di insegnanti e catechisti che realizzano progetti delle POM. (MJ/SL) (Agenzia Fides 11/09/2019) | |||
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AFRICA/SUDAFRICA - Vescovi e leader africani prendono posizione contro le violenze xenofobe | |||
Johannesburg (Agenzia Fides) - Si levano le voci dei Vescovi dei Paesi africani contro le violenze xenofobe in Sudafrica. “I sudafricani non devono dimenticare che gli altri africani hanno avuto un ruolo guida nel contribuire a porre fine all'apartheid e a portare la libertà nel loro Paese” ha affermato il Cardinale Peter Appiah Turkson, Presidente del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, al Kofi Annan Peace and Security Forum di Accra. Il Cardinale ghaniano che è anche l'Ambasciatore di buona volontà del Kofi Annan International Peacekeeping Training Center (KAIPTC), ha inoltre sottolineato che l’ondata di violenza contro altri cittadini africani in Sudafrica rischia di provocare reazioni violente contro i sudafricani che vivono in diversi Stati del continente. “Questi incidenti possono provocare attacchi contro i sudafricani in altri Paesi. Non è la prima volta che succede. È successo nel 2008, 2012 e quest'anno”. Anche i Vescovi dello Zambia hanno condannato le violenze xenofobe. "Siamo profondamente rattristati per il verificarsi degli attacchi xenofobi in Sudafrica” affermano in una dichiarazione del 6 settembre firmata da Sua Ecc. Mons. George Cosmas Zumaire Lungu, Vescovo di Chipata e Presidente della Zambia Conference of Catholic Bishops (ZCCB). “Temiamo che se questa situazione dovesse continuare potrebbe causare spiacevoli conseguenze per i cittadini del Sudafrica che vivono in altre nazioni, ... chiediamo quindi al governo sudafricano di accrescere gli sforzi per gestire la situazione mantenendo i valori di civiltà, tolleranza e pacifica convivenza nella nazione arcobaleno” afferma il comunicato, facendo riferimento al concetto di “nazione arcobaleno” espresso da Nelson Mandela alla fine dell’apartheid, nella quale ogni etnia vive in pari dignità con le altre. I Vescovi hanno anche messo in guardia i leader politici locali di evitare dichiarazioni che potrebbero incitare alla violenza contro gli immigrati africani, ed hanno esortato gli zambiani ad astenersi dal vendicarsi contro i sudafricani che vivono in Zambia. Nel frattempo il consolato nigeriano di Johannesburg ha annunciato che 600 nigeriani saranno rimpatriati dopo l’ultima ondata di violenza xenofoba che ha provocato 12 morti la scorsa settimana. Zambia e Madagascar hanno cancellato delle partite di calcio contro la nazionale sudafricana mentre la Tanzania ha sospeso i voli verso il Sudafrica. (L.M.) (Agenzia Fides 11/9/2019) | |||
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AFRICA/SUDAN - Tutela delle donne del Darfur da abusi, violenze sessuali, molestie e uccisioni | |||
Karthoum (Agenzia Fides) – Le donne in Darfur continuano ad essere maltrattate, abusate, molestate sessualmente e uccise. Come appreso da Fides, a denunciare la condizione femminile in Darfur è la ricercatrice sociale Ibtihal Ishag, parlando durante una conferenza sulla violenza contro le donne in Darfur, organizzata dall'Unione Femminile Sudanese a Khartum. Come hanno rilevato i presenti alla conferenza, il regime del presidente Omar Al Bashir è accusato di “aver distrutto il tessuto sociale solo per rafforzare la propria posizione e presenza”. L’appello della sociologa oggi chiede “sforzi concertati per raggiungere una pace giusta e globale nel Darfur e in tutto il Sudan”. Nel corso dell’incontro Ishag ha auspicato un risarcimento individuale per le vittime, la rimozione delle cause di sfollamento e l'inclusione dell'Accordo di Addis Abeba nel documento costituzionale. Il “Darfur Women Group”, recentemente costituito e che conta membri in tutti e cinque gli stati, ha come obiettivo la pace e la sicurezza in tutte le zone di guerra in Sudan, nonché la promozione della partecipazione politica delle donne a tutti i livelli, ha sottolineato la ricercatrice. Il gruppo ha firmato un Protocollo d'intesa con la Darfur Bar Association, associazione di avvocati. Insieme organizzeranno un forum con i leader dei movimenti armati al fine di dare un contributo a raggiungere la pace. Ishag ha spiegato che il Gruppo cerca di sostenere i diritti delle donne che vivono nei campi per gli sfollati, sottolineando la necessità di affrontare le questioni delle donne del Darfur nel quadro delle questioni generali dell’intero Sudan. La sociologa ha inoltre fatto appello ad un maggiore impegno per il coinvolgimento politico femminile tutti i livelli, in conformità con il Documento Costituzionale, e ha criticato la scarsa partecipazione delle donne ai negoziati tra la giunta e le Forze per la libertà e il cambiamento. (AP) (11/9/2019 Agenzia Fides) | |||
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ASIA/INDONESIA - Armonia e bene comune: il Cardinale Bo guida un gruppo di leader religiosi in Indonesia | |||
Giacarta (Agenzia Fides) - Tolleranza, armonia e relazioni interreligiose in Myanmar e Indonesia: questi i temi al centro del viaggio di alcuni leader birmani di diverse confessioni religiose giunti in Indonesia per incontri istituzionali. La delegazione, guidata dal Cardinale Charles Maung Bo, Arcivescovo di Yangon, ha incontrato il vicepresidente indonesiano Jusuf Kalla il 9 settembre a Giacarta. La visita è stata organizzata grazie alla cooperazione tra il governo e il Consiglio Interreligioso Indonesiano (IRC) avviato da Din Syamsuddin, noto leader musulmano indonesiano. "Con i responsabili delle comunità religiose del Myanmar abbiamo parlato di come mantenere l'armonia interreligiosa nelle rispettive nazioni" ha affermato Syamsuddin. Secondo Syamsuddin, il vicepresidente ha sottolineato i principi fondanti dell'Indonesia, ovvero la "Pancasila" (la "Carta dei cinque principi" alla base della convivenza civile) e il il motto nazionale indonesiano "Bhineka Tunggal Ika", cioè "Unità nella diversità". Questi due binari, ha detto "hanno aiutato le persone a condurre un'esistenza armoniosa", facendo sì che questo approccio all'insegna della moderazione facesse da riferimento per altri paesi con struttura pluralistica. Il leader delle delegazioni del Myanmar, il Cardinale Charles Bo, Arcivescovo di Yangon, ha lodato l'incontro ed ha espresso la speranza di "poter prendere spunto dall'Indonesia per coltivare l'uguaglianza tra persone di diverse fedi e promuoverla nel paese d'origine come in altre parti dell'Asia". "Abbiamo potuto comprendere come questa nazione a maggioranza musulmana sostenga l'uguaglianza senza alcuna discriminazione", ha affermato il Cardinale Bo, che è anche presidente della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (FABC), riferendosi all'Indonesia. Il Cardinale Bo e altri leader religiosi di entrambi i paesi hanno discusso in modo significativo su come promuovere l'armonia interreligiosa e lavorare per il bene comune. In Myanmar, la religione gioca un ruolo chiave, ha rimarcato il Cardinale, ricordando la fase di transizione politica e i recenti sviluppi democratici cha ha vissuto la nazione. In quella cornice, ha detto, "desideriamo promuovere e favorire l'armonia religiosa e sociale tra tutte le componenti etniche e religiose nel paese, in modo da poter affrontare le disuguaglianze sociali, economiche e culturali e sviluppare l'unità nazionale". Il Myanmar è un paese con oltre 48 milioni di buddisti, che compongono circa il 90% della popolazione. Il resto sono cristiani, musulmani, indù e di altri culti. Negli ultimi anni il paese ha dovuto affrontare tensioni tra buddisti e musulmani Rohingya nello stato di Rakhine, al confine con il Bangladesh. (SD) (Agenzia Fides 11/9/2019) | |||
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ASIA/ARABIA SAUDITA - Il Principe Mohammed bin Salman riceve una delegazione di cristiani evangelici USA | |||
Riyadh (Agenzia Fides) – Una delegazione di esponenti cristiani evangelici statunitensi in visita in Arabia Saudita è stata ricevuta dal Principe ereditario Mohammed bin Salman nella giornata di martedì 10 settembre, alla vigilia del 18esimo anniversario degli attacchi terroristi anti-Usa perpetrati l’11 settembre 2001 a New York. La delegazione era guidata dallo scrittore e stratega mediatico israelo-statunitense Joel Rosenberg, autore di romanzi in cui ha riletto anche il fenomeno del terrorismo moderno alla luce delle profezie bibliche. Il Principe Mohammed Bin Salman – riferiscono le fonti ufficiali saudite – ha ricevuto gli illustri visitatori nel suo palazzo nella città di Gedda. Lo stesso Rosenberg, sul suo account twitter, ha riferito che nella conversazione col Principe si è parlato di “terrorismo, pace, libertà religiosa e diritti umani”. Una analoga delegazione di cristiani evangelici, anch’essa guidata da Joel Rosenberg, aveva già visitato l’Arabia Saudita e incontrato alcuni suoi leader meno di un anno fa, agli inizi di novembre 2018. La visita della delegazione evangelica allunga la serie di esponenti di Chiese e comunità cristiane che negli ultimi anni si sono recati in Arabia Saudita per avere incontri di alto livello con alti dignitari del Regno. Nell’aprile del 2018, le autorità saudite avevano ricevuto il Cardinale Jean-Louis Tauran, che allora era Presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso (e che sarebbe venuto a mancare il 5 luglio di quello stesso anno). Nel novembre 2017 anche il Patriarca maronita Bechara Boutros Rai aveva compiuto una visita ufficiale in Arabia Saudita, nel corso della quale aveva incontrato il Re Salman e il Principe Mohammed bin Salman. Secondo alcuni osservatori, anche gli inviti rivolti a esponenti di Chiese e comunità cristiane fanno parte della strategia perseguita dallo stesso Principe ereditario per accreditare un’immagine aperta e dialogante della Casa reale saudita nella terra che ospita La Mecca e Medina, città sante dell’islam, e dove la pratica pubblica di altre fedi è bandita. Joel Rosenberg e la moglie Lynn hanno fondato nel 2006 The Joshua Fund, organizzazione nata dal desiderio di portare i cristiani “a benedire Israele e i suoi vicini nel nome di Gesù”. Nel novembre 2018, la precedente visita in Arabia saudita della delegazione guidata da Rosenberg era stata criticata da The American Conservative, rivista fondata nel 2002 per dar voce a settori conservatori USA che si opponevano alla guerra in Iraq e alle politiche interventiste di George W. Bush. “E’ difficile” scrisse The American Conservative “non considerare l'incontro come un esercizio cinico nell'uso di evangelici ‘pro-Israele’ per consolidare i legami tra il regno saudita, gli Stati Uniti e Israele”. La testata conservatrice USA citò in quell’occasione anche il sito di notizie del Jerusalem Post, sottolineando che il quotidiano israeliano aveva presentato la delegazione di evangelici “come ambasciatori non ufficiali di un governo israeliano che vuole allearsi con l'Arabia Saudita nel confronto con l'Iran”. (GV) (Agenzia Fides 11/9/2019) | |||
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AMERICA/NICARAGUA - Il rappresentante della Santa Sede a Ginevra: dialogo e elezioni in Nicaragua | |||
Ginevra (Agenzia Fides) – Il Rappresentante della Santa Sede a Ginevra, Mons. Ivan Jurkovic, Osservatore permanente presso le Nazioni Unite, si è unito al coro delle nazioni che chiedono il dialogo e la giustizia in Nicaragua. Rivolgendosi alla Presidente, Michelle Bachelet, nel suo intervento pronunciato ieri, durante la 42.ma sessione del Consiglio dei Diritti Umani sulla situazione in Nicaragua, inviato all’Agenzia Fides, l’Arcivescovo ha detto: “La Santa Sede ha seguito con grande attenzione la situazione sociopolitica in Nicaragua e ritiene che le controversie irrisolte debbano essere risolte al più presto, rispettando sempre i diritti umani fondamentali e i principi sanciti dalla Costituzione del Paese". Quindi ha affermato: "Per facilitare l'armonia sociale nel Paese e costruire una base per un futuro stabile di pace e prosperità, la Santa Sede raccomanda che i diversi attori politici e sociali, con un rinnovato spirito di responsabilità e riconciliazione, trovino insieme una soluzione che rispetti la verità, ripristini la giustizia e promuove il bene comune". Mons. Jurkovic ha concluso: "La Santa Sede crede fermamente che sia essenziale attuare gli accordi raggiunti lo scorso marzo, tornare immediatamente a negoziati aperti e reciprocamente rispettosi ed effettuare, quanto prima, le riforme elettorali per lo svolgimento di elezioni libere e trasparenti con la presenza di osservatori". Nella giornata di ieri è stato presentato anche il rapporto della stessa Michelle Bachelet che, in poche parole, ha riassunto ciò che accade in Nicaragua: una continua violazione dei diritti umani da parte delle forze governative e la mancanza di garanzie delle principali libertà di un popolo democratico. "Non è possibile che una persona venga arrestata per aver cantato l'inno nazionale o per sventolare la bandiera del Nicaragua in una piazza o in una via pubblica" ha detto tra l’altro Bachelet, e ha aggiunto: “La libertà di espressione è stata limitata attraverso azioni che vanno dalla chiusura di media indipendenti e la confisca delle attrezzature, alla detenzione di giornalisti nazionali per mesi". Nella conclusione del suo rapporto, Michelle Bachelet ha annunciato che l'Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani (UNHCR) continuerà ad osservare la situazione del Paese e cercherà spazi di dialogo con la dittatura nicaraguense per trovare al più presto una soluzione alla crisi scatenatasi da aprile 2018. (CE) (Agenzia Fides, 11/09/2019) | |||
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AMERICA/BOLIVIA - Vicinanza ai migranti da parte della Chiesa, che chiede agli Stati politiche pubbliche adeguate | |||
Cochabamba (Agenzia Fides) – Preoccupazione e vicinanza ai migranti è stata manifestata dalla Chiesa cattolica della Bolivia in occasione della Giornata nazionale dei migranti e dei rifugiati, celebrata l’8 settembre. La Pastorale della mobilità umana ha organizzato una fiera gastronomica internazionale e interculturale di cui sono stati protagonisti gli stessi migranti, nell'ambito delle attività di raccolta fondi per continuare il suo lavoro al servizio di migranti e rifugiati che arrivano in Bolivia. Secondo le informazioni diffuse dalla Conferenza episcopale boliviana (CEB), pervenute a Fides, Mons. Oscar Aparicio, Arcivescovo di Cochabamba e Vice Presidente della CEB, durante la sua omelia nella Cattedrale ha espresso preoccupazione e vicinanza ai migranti, evidenziando la situazione di quanti arrivano dal Venezuela, quella dei giovani migranti che lasciano i loro paesi per andare a studiare, i politici costretti a lasciare la loro nazione, coloro che cercano migliori condizioni di vita e lasciano la campagna per la città. Il Vescovo ausiliare di La Paz e Segretario generale della CEB, Mons. Aurelio Pesoa, ha letto la dichiarazione emessa al termine della riunione dei Consigli episcopali permanenti delle Conferenze di Cile, Perù e Bolivia, tenutasi a Lima il 3 e 4 settembre, in cui si chiede ai governi e alle rispettive agenzie pubbliche degli Stati coinvolti, “di analizzare e dialogare in profondità le politiche pubbliche che devono essere attuate in modo coordinato per rispondere al fenomeno migratorio”. “In questi giorni – è scritto nel documento delle tre Conferenze episcopali - abbiamo potuto riflettere e verificare la grave situazione migratoria di grandi proporzioni che esiste nei nostri paesi, in particolare per i nostri fratelli dal Venezuela”. Esprimono quindi “vicinanza e solidarietà al popolo venezuelano, che negli ultimi tempi ha sofferto di difficili condizioni economiche, sociali e politiche”, quindi rinnovano la gratitudine verso le istituzioni della Chiesa cattolica per l’impegno di accogliere “i nostri fratelli che cercano migliori prospettive di lavoro e sicurezza”, apprezzando “in particolare gli sforzi di molte persone che hanno dedicato il loro tempo e le loro risorse al servizio di coloro che soffrono delle condizioni migratorie più difficili”. (SL) (Agenzia Fides 11/09/2019) |
Filippesi 1,4 ... e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia...
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mercoledì 11 settembre 2019
Notizie di oggi da Fides Nees 11 settembre 2019
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venerdì 5 ottobre 2018
Vatican News 5 ottobre 2018
Le notizie del giorno
05/10/2018
Papa Francesco, nell’ omelia della Messa a Casa Santa Marta, invita a riflettere sull’ ipocrisia dei giusti, che vivono il cristianesimo “come un’abitudine sociale”, non portano Gesù nella vita quotidiana e così lo cacciano dal cuore. Se facciamo così “siamo cristiani, ma viviamo come pagani”
In Vaticano, proseguono i lavori del Sinodo sui giovani: stamani, quarta Congregazione generale. 20 gli interventi dei Padri Sinodali sulla prima parte ...
Al briefing sul Sinodo in Sala Stampa Vaticana hanno partecipato mons. Manuel Ochogavía Barahona, Padre sinodale eletto dalla Conferenza episcopale di Panamá; ...
Il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, sottolinea che i giovani sono accomunati da un’esigenza: quella di ...
Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della Cultura, si sofferma sui mutamenti che hanno interessato il linguaggio dei giovani.
Per mons. Sigismondi, vescovo di Foligno e assistente Azione Cattolica, la Chiesa deve aiutare i giovani a riorientare lo sguardo
Con la terza congregazione sono proseguiti nel pomeriggio di giovedì i lavori della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema de “I ...
Il postulatore della Causa di canonizzazione, padre Antonio Marrazzo, racconta fuori dai cliché la figura di Paolo VI, pontefice di un’umanità pari alla ...
SANTA SEDE E CHIESA NEL MONDO
E’ stato presentato oggi all’Università Gregoriana il primo master al mondo in Tutela dei Minori. Obiettivo: formare risorse umane competenti per riconoscere, ...
Confermata la presenza dei Musei Vaticani per l’edizione 2018 della Fiera del Libro di Francoforte
Ieri al Palazzo di Vetro di New York, l'intervento del nunzio apostolico Bernardito Auza, Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite: "non ...
Con una cerimonia presieduta da mons. José Domingo Ulloa Mendieta, i fedeli panamensi hanno accolto nella Basilica di Don Bosco il reliquiario contenente un ...
Il bilancio delle vittime del terremoto e dello tsunami che hanno colpito l'isola indonesiana di Sulawesi è salito a 1558. In tutto si stimano oltre 2,5 milioni ...
PRIMO PIANO
In due sono stati insigniti del prestigioso riconoscimento dal Comitato norvegese "per i loro sforzi volti a porre fine all'uso della violenza sessuale come ...
Il diritto all'istruzione significa il diritto ad avere insegnanti qualificati. Questo il tema della Giornata Mondiale degli Insegnanti, che si celebra oggi per ...
mercoledì 27 giugno 2018
Agenzia Fides 26 giugno 2018
venerdì 16 giugno 2017
Agenzia Fides 16 giugno 2017
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AFRICA/SUDAFRICA - Duecento anni di fede cristiana: Cape Town apre le celebrazioni | |||
Cape Town (Agenzia Fides) – Il 7 giugno 1818 Papa Pio VII eresse il Vicariato apostolico del Capo di Buona Speranza e Territori adiacenti, stabilendo quindi la prima presenza ufficiale della Chiesa cattolica in Sudafrica. In duecento anni la Chiesa cattolica in Sudafrica, che ha avuto le sue origini nell’attuale Cape Town, è cresciuta e si è estesa: conta oggi 28 diocesi e un Vicariato apostolico riuniti nella Southern African Catholic Bishops’ Conference (SACBC), che include Sudafrica, Botswana e Swaziland. Come scrive Mons. Clifford Stokes, Vicario generale dell’Arcidiocesi di Cape Town, in un approfondito documento pubblicato dalla SACBC, pervenuto all’Agenzia Fides, che ripercorre le tappe fondamentali di questi due secoli, le celebrazioni del bicentenario saranno inaugurate con una solenne Messa di ringraziamento nella Cattedrale di Our Lady of the Flight into Egypt, domenica 25 giugno. “Durante questa Messa di Ringraziamento, sarà reso omaggio ai contributi generosi di quei primi eroici pionieri, sacerdoti, religiosi e laici, provenienti da terre lontane, attraverso la cui dedizione e gli sforzi infaticabili, i semi della Chiesa furono piantati per la prima volta nel Capo di Buona Speranza, come era allora noto, e in tutto il Sudafrica” scrive mons. Stokes. “Abbiamo un immenso debito di gratitudine che non potrà mai essere espresso in modo adeguato verso tante congregazioni religiose per aver avviato le scuole nella nostra Arcidiocesi e in tutto il Sudafrica, e per il loro prezioso contributo nel campo dell'educazione durante questi due secoli. Dobbiamo molto – prosegue il Vicario generale - anche a quei membri di congregazioni religiose che hanno istituito ospedali e ospizi per i malati e per i moribondi, e anche per coloro che hanno il carisma di servire i poveri e gli anziani”. Alla processione offertoriale durante questa Messa di ringrazimento, saranno portati all’altare i simboli dei loro contributi alla Chiesa Sudafricana. Per ricordare “l’eroico contributo di quanti hanno portato la luce del Vangelo in questa terra, nonostante difficoltà e ostacoli”, ogni Vecovo riceverà una candela decorata in modo particolare, da collocare durante il bicentenario nella propria Cattedrale, in un luogo ben visibile. Ad ogni parroco sarà consegnata copia del decreto di istituzione del Vicariato Per i prossimi mesi diverse iniziative sono state già stabilite e altre sono allo studio, sia a livello dell’arcidiocesi che delle singole parrocchie. Saranno coinvolti anche gli studenti delle scuole e i giovani. La chiusura del bicentenario è fissata a domenica 10 giugno 2018, in ogni Cattedrtale, parrocchia e stazione missionaria del Sudafrica. (SL) (Agenzia Fides 16/6/2017) | |||
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AFRICA/EGITTO - Vescovo copto: proporre una legge per abolire i nomi stranieri è un'occupazione da perditempo | |||
Il Cairo (Agenzia Fides) – Crescono in Egitto le polemiche, e anche il sarcasmo, sulla proposta di legge presentata martedì 13 giugno al Parlamento egiziano per vietare il conferimento di nomi occidentali e “stranieri” ai neonati egiziani. Sulla vicenda è intervenuto anche Il Vescovo copto ortodosso Raphael, Segretario del Santo Sinodo della Chiesa copta ortodossa, facendo notare che l'iniziativa sembra partorita da persone sfaccendate, le quali non hanno niente di più urgente da fare che mettersi a discutere sui nomi da dare ai neonati. La proposta di legge chiede di sanzionare con multe o addirittura con l'arresto fino a sei mesi coloro che conferiscono ai propri neonati nomi non arabi e di provenienza straniera. “"Dare quei nomi ai bambini, e abbandonare quelli arabi” ha affermato Bedier Abdel Aziz, deputato promotore della legge presentata in Parlamento “ci porterà verso una perdita delle nostre radici sociali e culturali”. (GV) (Agenzia Fides 16/6/2017). | |||
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ASIA/IRAQ - Kurdistan iracheno, gli “indipendentisti” cercano l'appoggio dei cristiani | |||
Erbil (Agenzia Fides) – Masrour Barzani, capo dell'intelligence della Regione autonoma del Kurdistan iracheno e figlio del Presidente Masud, ha voluto incontrare una delegazione di rappresentanti delle Chiese più radicate nella regione, comprendente il redentorista Bashar Warda, Arcivescovo caldeo di Erbil, e Mar Nicodemus Daud Matti Sharaf, Vescovo siro ortodosso di Mosul. Durante l'incontro, avvenuto martedì 13 giugno a Erbil, sono stati presi in considerazione i problemi da affrontare con più urgenza nelle aree nord-irachene liberate dal controllo dei jihadisti dello Stato Islamico (Daesh) e ci si è soffermati a considerare il futuro assetto politico della regione, alla luce anche del referendum – annunciato dai leader curdi della Regione autonoma del Kurdistan iracheno per il prossimo 25 settembre – che dovrebbe sancire la completa indipendenza di quella Regione autonoma dall'Iraq. Durante l'incontro – riferiscono fonti del Partito democrat ico del Kurdistan – Masrour Barzani ha rivendicato il ruolo giocato dalla Regione autonoma del Kurdistan e dal suo governo nell'accoglienza riservata alle decine di migliaia di cristiani fuggiti soprattutto da Mosul e dalla Piana di Ninive, quando quella regione dell'Iraq è caduta in mano a Daesh. Masrour ha riaffermato la volontà di difendere in futuro da ogni discriminazione settaria la convivenza tra le diverse componenti etniche e religiose della popolazione anche nel futuro Kurdistan indipendente. A tale riguardo, il figlio di Masud Barzani ha anche fatto cenno alla disponibilità della leadership curda di Erbil a riconoscere ampie prerogative di autonomia e di auto-gestione ai territori della Provincia di Ninive dove sono storicamente più radicate le Chiese e le comunità cristiane locali, in modo che i diritti personali e comunitari di tutti siano pienamente tutelati. La prospettiva di una secessione unilaterale del Kurdistan iracheno, e la sua trasformazione in entità statale indipendente, chiama in causa anche le comunità cristiane della regione. Si manifesta con sempre più evidenza l'intenzione delle forze del Kurdistan iracheno di guadagnare l'appoggio delle sigle politiche cristiane locali al disegno indipendentista, offrendo in cambio la promessa dell'autonomia amministrativa all'area della Piana di Ninive. Il fronte delle forze e dei partiti curdi non appare comunque compatto circa le modalità di svolgimento e le finalità del referendum, e questo potrebbe compromettere la sua effettiva attuazione. Secondo alcuni parlamentari e politici curdi, il referendum dovrebbe tenersi solo nelle cosidette “aree contese”, visto che appare scontato l'appoggio all'indipendenza da parte delle popolazioni già sottoposte al governo della Regione autonoma del Kurdistan iracheno. Di recente, anche il Governatore di Kirkuk Najmiddin Karim, capo della Unione Patriottica del Kurdistan, ha chiesto che il referendum per la proclamazione d'indipendenza del Kurdistan iracheno coinvolga anche gli abitanti della provincia di Kirkuk, spogliata a suo giudizio di “diritti costituzionali, legali e amministrativi” da parte del governo centrale di Baghdad. (GV) (Agenzia Fides 16/6/2017). | |||
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ASIA/FILIPPINE - I 500 anni dell’arrivo del Vangelo nelle Filippine: un tempo per la missione | |||
Manila (Agenzia Fides) – E’ in pieno svolgimento in tutto il paese la preparazione per celebrare il 500mo anniversario dell’arrivo del Vangelo nelle Filippine (era il 1521): “Per prepararsi adeguatamente a questo importante appuntamento, la Chiesa nelle Filippine ha disposto un ciclo di nove anni (dal 2013 al 2021) che culmineranno con l’Anno santo dell’anniversario, il 2021” spiega all'Agenzia Fides S.E. Mons Socrates C. Mesiona, Vicario Apostolico di Puerto Princesa, sull’isola filippina di Palawan. “Furono i missionari spagnoli a portare la fede cristiana nelle Filippine 500 anni fa e oggi il paese con la popolazione cattolica più ampia in Asia (e quarto nel mondo) ha 86 diocesi” ricorda il Vescovo. L'evento sarà l'occasione per rilanciare il carattere missionario della Chiesa filippina: “Abbiamo ricevuto il dono della fede cristiana attraverso i missionari che sono venuti nella nostra terra; ora i battezzati delle Filippine sono chiamati a donarla agli altri” spiega il presule, che è tuttora Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie nelle Filippine e Segretario esecutivo della Commissione episcopale per le missioni. È interessante notare – ricorda il Vescovo – che “migliaia di sacerdoti, religiosi e laici cattolici filippini sono già adesso missionari in tutto il mondo. Tra le congregazioni che inviano continuamente missionari all'estero vi sono la Società Missionaria delle Filippine (Missionary Society of the Philippines), i Laici Missionari delle Filippine (Lay Missionaries of the Philippines), e centinaia di altri istituti e ordini religiosi (maschili e femminili) nati localmente, impegnati in quelle aree dove la predicazione del Vangelo è una grande sfida a causa dei delicati contesti socio-politici”. La Chiesa filippina, nelle sue diverse articolazioni, ha intensificato i programmi di animazione missionaria e di formazione missionaria per sacerdoti, religiosi, catechisti, insegnanti, laici, con l’intento di “promuovere e sensibilizzare il Popolo di Dio, a partire da bambini e giovani” conferma a Fides Antony Dameg S. Ward, coordinatore della formazione nelle Pontificie Opere Missionarie delle Filippine. “Rendere consapevole ogni battezzato della sua vocazione missionaria è molto importante: la Chiesa nelle Filippine lo sta facendo in questo periodo di nove anni di preparazione alla solenne commemorazione dei 500 anni dell'arrivo del cristianesimo nel nostro paese: il 2021 sarà infatti per la nazione l’Anno della Missio Ad Gentes”, conclude Mons. Mesiona. (SD-PA) (Agenzia Fides 16/06/2017) | |||
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AMERICA/COLOMBIA - Insegnanti scioperano da un mese: “E’ ora di ascoltarsi” chiedono i Vescovi | |||
Bogotà (Agenzia Fides) – I Vescovi della Colombia invitano a favorire "un dialogo sereno e aperto" per superare lo sciopero degli insegnanti che da un mese ha fermato tutte le scuole nel paese. In un comunicato inviato a Fides, in data 15 giugno, la Conferenza Episcopale della Colombia (CEC) esprime la sua preoccupazione per il fatto che la situazione non risolta dei docenti crea nel paese una "vera emergenza educativa". "La Chiesa ha sempre insegnato e difeso il valore e il compito educativo nella vita delle persone e delle società" afferma la CEC, ecco perché "invitiamo a fare quanto necessario per favorire un dialogo sereno fra Governo e docenti, in modo di arrivare ad un accordo giusto, equo e che risponda alla realtà del paese". "Bisogna inoltre - dice il comunicato - considerare le grandi sfide all'educazione in Colombia…E' ora di ascoltarsi. Il dialogo incentrato sul bene comune, il rispetto e la comprensione tra le parti, ancora di più nel caso di una questione così importante come l'educazione, è la via d'uscita da questa emergenza" conclude il testo. Ieri, oltre allo sciopero nelle scuole, si è svolta una manifestazione non programmata da parte di centinaia di docenti che hanno bloccato una delle vie principali della capitale per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica. Gli insegnanti chiedono al governo maggiori risorse per l'istruzione pubblica nel paese e un salario a livello con gli altri lavoratori statali. Da parte sua il governo, attraverso il presidente Juan Manuel Santos e i suoi ministri, ha insistito che non ci sono risorse per soddisfare queste richieste. (CE) (Agenzia Fides, 16/06/2017) | |||
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AMERICA/HONDURAS - Lanciata Campagna di prevenzione del virus Zika | |||
Tegucigalpa (Agenzia Fides) – Per evitare il rischio di contrarre il virus Zika nelle donne in gravidanza, il ministero della Sanità dell’Honduras, in collaborazione con alcune Organizzazioni internazionali, ha lanciato la campagna "Mamma sicura, bambino sicuro da Zika". Il virus viene diffuso attraverso le punture di zanzare infette, procura febbre e sfoghi cutanei, e si sospetta che nelle donne incinte sia responsabile di malformazioni nel feto. “Si tratta di una campagna di comunicazione rivolta in primo luogo alle donne in gravidanza e ai loro partner, e alle donne in età riproduttiva. In seguito, attraverso diversi canali, vogliamo raggiungere anche tutta la popolazione" ha detto Alberto Vásquez, responsabile della campagna. "Il primo giugno è stata lanciata la campagna a livello nazionale e si prevede di essere presenti su tutti i media dopo il primo mese” ha Vásquez. Nella nota inviata da "FidesDigital" Honduras, si informa che secondo il ministero della Sanità, dall'inizio dell'epidemia, nel 2016, in Honduras ci sono stati più di 19.000 casi sospetti di Zika, di cui 209 in questo anno e 8 si sono verificati nelle donne in gravidanza. I Comuni con più casi sono: San Pedro Sula, Tegucigalpa, Puerto Cortés, Santa Barbara, Olanchito, El Progreso e Sinuapa. (CE) (Agenzia Fides, 16/06/2017) |
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