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giovedì 19 agosto 2021

Vatican news 18 agosto 2021

 


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Vatican News

Le notizie del giorno

18/08/2021

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In un videomessaggio per le popolazioni dell'America Latina, Francesco invita alla vaccinazione contro il coronavirus: un gesto semplice ma profondo per un futuro migliore. Gli fanno eco presuli dal Nord al Sud del continente: bisogna essere responsabili del bene comune, perché siamo un'unica ... 

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All’udienza generale, Francesco sottolinea che l’insegnamento di San Paolo sul valore della Legge “merita di essere considerato con attenzione”. “Chiediamoci - ... 

Due suore uccise in Sud Sudan il 15 agosto in seguito ad una imboscata sulla strada che collega Juba a Nimule.
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Cordoglio del Pontefice per l’assassinio lo scorso 15 agosto, nel Paese africano, di due religiose della Congregazione del Sacro Cuore 

Fiori sul luogo della sparatoria a Plymouth
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In un telegramma a firma del cardinale Parolin, Francesco esprime preghiera e solidarietà per la tragedia avvenuta il 13 agosto nella città inglese, teatro di ... 

SANTA SEDE E CHIESA NEL MONDO

L'uccisione delle due religiose in Sud Sudan lascia sgomento ma anche determinazione a continuare l'impegno per la pace
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L'uccisione delle due suore in una imboscata lascia sgomento nella Chiesa locale. Suor Martinelli, da Juba: il Paese va cambiando, gli intenti per costruire la ... 

Haiti, la distruzione del terremtoto
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Sale il bilancio delle vittime del terremoto che ha colpito il Paese: almeno duemila morti e diecimila feriti. Monsignor Pierre André Dumas, vescovo di .

venerdì 9 aprile 2021

Agenzia Fides 9 aprile 2021

 

AFRICA/CONGO RD - “Basta uccidere”: appello dei Vescovi per fermare le violenze nell’est del Paese
 
Kinshasa (Agenzia Fides) – “Da più di due decenni, l'est del nostro Paese è sconvolto da conflitti armati e dall’insicurezza ricorrente che causano la morte, la desolazione e lo sfollamento delle popolazioni. Sfortunatamente, tutti i nostri appelli non hanno ancora trovato echi significativi nelle persone interessate” afferma un messaggio del Comitato Permanente della Conferenza Episcopale della Repubblica Democratica del Congo (CENCO) pervenuto all’Agenzia Fides.
“Per dimostrare la nostra vicinanza emotiva ed efficace con i nostri fratelli e sorelle feriti e vittime di questa tragedia, una delegazione di Vescovi dell'Associazione delle Conferenze Episcopali dell'Africa Centrale (ACEAC) e della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO) ha svolto una missione pastorale nell'Est del Paese, in particolare nelle diocesi di Goma, Butembo-Beni e Bunia, dal 14 al 26 gennaio” (vedi Fides 30/1/2021). “Durante questa missione, i Vescovi hanno pregato con le popolazioni e conferito con i rappresentanti di diversi strati della società” ricorda il messaggio.
I Vescovi congolesi durante la sessione ordinaria del Comitato permanente tenutasi a Kinshasa dal 22 al 25 febbraio 2021, “vista l'importanza delle informazioni ricevute”, hanno preso in esame “la possibilità di rivolgere un appello al Capo dello Stato e di rendere pubblica una comunicazione speciale sui risultati e sulle nostre raccomandazioni nella speranza di ottenere una grande mobilitazione per lottare contro le cause profonde di questa insicurezza”.
Le violenze dei gruppi armati che agiscono per occupazione di terre, sfruttamento illegale delle risorse naturali, ingiusto arricchimento, islamizzazione della regione a dispetto della libertà religiosa, hanno lasciato famiglie in lutto, provocato massicci spostamenti di popolazioni e causato una significativa perdita di proprietà, danneggiando l'economia di una regione che funge da granaio del Paese. Le vittime sono migliaia: più di 6.000 morti a Beni dal 2013 e più di 2.000 a Bunia solo nel 2020. Ci sono anche almeno 3 milioni di sfollati e circa 7.500 persone rapite.
“A ciò si possono aggiungere l'incendio di diverse case e villaggi, la distruzione e la chiusura di scuole e centri sanitari, il saccheggio di edifici amministrativi, il saccheggio di animali, campi e raccolti, ecc. Gli autori sono spesso gruppi armati e miliziani, alcuni dei quali trasmettono un'ideologia vicina al "satanismo" denunciano i Vescovi.
La stessa situazione di precarietà e di insicurezza che caratterizza il Nord Kivu e l’Ituri si riscontra nel Sud Kivu, dove, per questo motivo, “verrà inviata un'altra missione di ascolto e rassicurazione nei prossimi mesi”.
“La CENCO resta impegnata a sostenere il processo di costruzione della pace e della coesione sociale. In virtù della nostra missione pastorale, lavoreremo, internamente ed esternamente, per consolidare la fraternità tra i popoli e le comunità in modo che gli avversari si impegnino a prendere parte al cammino insieme” conclude il messaggio. (L.M.) (Agenzia Fides 9/4/2021)
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AFRICA/GUINEA BISSAU - Morto per Covid il Vescovo di Bafatà: il primo Vescovo missionario brasiliano di un territorio di missione fuori del Brasile
 
Bissau (Agenzia Fides) – “Oggi è urgente ricostruire la persona, il cuore delle persone, perché la gente soffre psicologicamente e spiritualmente, oltre che per la povertà. Occorre promuovere la riconciliazione e la pace. Bafatà poi è una regione abitata da moltissimi musulmani, quindi è necessario il dialogo per lavorare insieme”. Così in un’intervista all’Agenzia Fides (vedi Fides 6/7/2001) Sua Ecc. Mons. José Pedro Carlos Zilli, Vescovo di Bafatà, nella Guinea Bissau, descriveva la situazione nella nuova diocesi al momento di assumere l'incarico di primo Vescovo. Mons. Zilli, 67 anni, è venuto a mancare lo scorso 31 marzo, stroncato dal Covid-19 nell'ospedale di Cumura, alla periferia di Bissau, dove era ricoverato da due settimane.
Mons. Zilli era missionario del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) e prima della nomina a Vescovo di Bafatà aveva già trascorso 14 anni in Guinea Bissau (1985-1999) ricoprendo diversi incarichi tra cui vicario parrocchiale a Bafatà e superiore regionale del suo istituto. Nato nel 1954 nello stato di San Paolo (Brasile), padre Zilli è stato il primo missionario brasiliano nominato Ordinario di un territorio di missione fuori del Brasile.
Nell’intervista a Fides, Mons. Zilli, aveva ricordato la sua precedente esperienza di missionario nel Paese africano, facendo particolare riferimento ai rapporti con i musulmani: “Durante la mia permanenza c’era un rapporto di amicizia molto bello: avevamo un cuoco musulmano che lavorava per noi ed era una persona squisita, attraverso di lui ho imparato a conoscere ed amare i musulmani. Comunque anche i musulmani vogliono bene ai missionari: soprattutto con la guerra hanno visto che la Chiesa ama le persone, senza fare alcuna distinzione. In generale il rapporto è buono: non ci sono estremismi come in altri posti. Abbiamo già lavorato insieme per alcuni progetti sociali, nelle scuole, sia pure allo stato iniziale. Qualcuno dei missionari ha avuto un rapporto più profondo, soprattutto nel campo medico”.
Mons. Zilli aveva poi preannunciato quali erano le sue priorità pastorali come primo Vescovo della nuova diocesi. “I cristiani sono pochi e devono essere educati a dare la loro testimonianza senza paura, ma con gioia… Al primo posto della mia agenda di lavoro metto l’evangelizzazione, quindi il lavoro per le vocazioni, la famiglia, l’impegno nel sociale, il dialogo, l’inculturazione, e molte altre cose che verranno…”. (L.M.) (Agenzia Fides 9/4/2021)
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ASIA/INDONESIA - “Tutto è possibile per chi crede”: un missionario Camilliano dall’isola colpita dal ciclone Seroja
 
Maumere (Agenzia Fides) - “Qui nella nostra città e diocesi di Maumere non siamo stati toccati dal terribile ciclone tropicale Seroja (vedi Agenzia Fides 8/4/2021) che invece ha colpito in modo disastroso la diocesi di Larantuka e alcune sue isole, in particolare quelle di Adonara e Lembata distanti circa 150 Km da noi”, scrive all’Agenzia Fides padre Luigi Galvani missionario Camilliano sull’isola di Flores. “Le due isole, che ho visitato alcune volte per la promozione vocazionale - continua il missionario - sono molto povere, ma hanno una loro ricchezza particolare: sono in maggioranza cattoliche e ciò favorisce sicuramente il nascere di molte vocazioni religiose e sacerdotali.”
“Dalle notizie che abbiamo ricevuto, il potente ciclone ha colpito non solo Flores ma anche alcune zone dell'isola di Timor a Malacca, diocesi di Atambua e a Kupang. A tutt'oggi lì, per esempio, la popolazione è ancora carente di elettricità. In mezzo a tanti disagi e sofferenze per migliaia di persone, stiamo vedendo una gara di solidarietà specialmente da parte di organizzazioni religiose cattoliche della Caritas Indonesiana. Le isole di Flores e Timor sono le due a maggioranza cattolica di tutta l'Indonesia e notare che la Chiesa Cattolica si sta mobilitando con molta generosità per venire incontro ai bisogni di quelle popolazioni è commovente.”
Come racconta padre Galvani “anche noi Camilliani, nel nostro piccolo, abbiamo inviato due giovani studenti a visitare le isole di Adonara e Lembata per valutare la situazione e classificare le necessità più urgenti. I bisogni sono molti, ma ci hanno riferito che cibo, acqua e sostegno psicologico sarebbero le priorità. In concreto, con l'aiuto di alcuni benefattori locali, abbiamo già inviato 3 tonnellate di riso, 300 pacchi di noodles e migliaia di vitamine. Tutto ciò coordinato con la Caritas della diocesi di Larantuka. Sicuramente non ci fermeremo nell'impegno di promuovere ulteriori iniziative di sostegno magari con l'arrivo di altri aiuti provvidenziali esterni per essere vicini a quella gente che, già provata dalla povertà ordinaria, ora ne ha un'altra maggiore da superare. Sicuramente non sarà facile, ma tutto è possibile a chi crede”, sottolinea il missionario.
“Circa la situazione del Covid 19, - conclude p. Luigi - qui nella nostra isola, fortunatamente, i contagi sono limitati. Però le difficoltà non mancano per tanta gente che ha perso il lavoro. Ogni mese provvediamo alla distribuzione di pacchi alimentari a un paio di centinaia di famiglie particolarmente bisognose”.
Stando alle statistiche ufficiali, il ciclone ha fatto registrare almeno 165 morti in Indonesia e 37 a Timor Est, mentre più di 55 sono i dispersi. L'Agenzia indonesiana per la gestione dei disastri si è attivata per cercare tra le montagne di detriti i corpi e i possibili sopravvissuti.
(LG/AP) (Agenzia Fides 9/4/2021)
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ASIA/MYANMAR - Raid militari in chiese e templi: l'esercito viola la libertà religiosa
 
Yangon (Agenzia Fides) - Chiese cristiane e templi buddisti subiscono continui raid militari e violente perquisizioni dell'esercito birmano, in cerca di attivisti nascosti o presunte attività illegali. Come confermano fonti di Fides, nei giorni scorsi l'esercito ha fatto irruzione in numerose chiese cristiane di tutte le confessioni nello Stato di Kachin, sostenendo che era in corso un'attività sovversiva. I militari hanno perquisito le chiese cristiane battiste, cattoliche a anglicane nella città di Mohnyin. I raid riguardano anche monasteri e templi buddisti in tutta la nazione.
“Queste incursioni sono deplorevoli e sono patenti violazioni della libertà religiosa. I siti religiosi sono sacri. Tutta la popolazione stigmatizza ed è scandalizzata dal fatto che si penetri con le armi in pugno in un luogo sacri, Chiese e monasteri buddisti vengono regolarmente perquisiti con violenza. Sono gravi atti intimidatori dell'esercito che stanno generando sempre maggiore marezza e ostilità nella popolazione birmana di tutte le etnie e religioni", nota la fonte di Fides. "I militari individuano i giovani e i leader della protesta sui social media e poi lanciano ogni giorno operazioni notturne per arrestarli", racconta.
“I soldati hanno hanno scavalcato le recinzioni e sono entrati in ogni edificio del complesso, senza alcuna giustificazione e hanno perquisito tutti gli spazi”, ha riferito il Reverendo Awng Seng della Kachin Baptist Convention (KBC), raccontando, ancora scosso, quanto avvenuto nello stato Kachin. I soldati sospettavano che un leader della protesta fosse nascosto all'interno del complesso e che i leader religiosi stessero partecipando alle proteste e alle iniziative contro il regime. Le forze di sicurezza non hanno trovato nulla di illegale in tutte le chiese perquisite.
“È inaccettabile compiere questi raid in un sito religioso cristiano con personale armato che agisce come se stesse conducendo un'operazione militare. Lo condanniamo fermamente. Se l'esercito agisce in questo modo nel luoghi sacri, non possiamo immaginare come si comporti nelle case private delle persone", ha rimarcato il Rev. Awng Seng, riferendo che sono stati perquisiti anche il Kachin Theological Collegee l'annesso Seminario cristiano battista nella capitale dello Stato di Kachin, Myitkyina.
La Kachin Baptist Convention che, con oltre 400.000 membri e 429 chiese, svolge un ruolo di primo piano nello stato Kachin, ha ricordato che "le comunità religiose cristiane, buddiste, indù, musulmane predicano la verità e la giustizia" affermando che "tali raid violenti e intimidatori sono spaventosi". La KBC ha dichiarato di opporsi al regime militare e ha tenuto quotidianamente liturgie di preghiera per la pace e la giustizia, chiedendo una democrazia federale, l'uguaglianza, il rispetto della libertà e dei diritti umani..
Nei giorni scorsi le forze di sicurezza hanno fatto irruzione anche una chiesa Battista a Lashio, nello Stato settentrionale di Shan, arrestando per due giorni 10 leader religiosi e il personale residente (poi tutti rilasciati), esplodendo colpi di arma da fuoco all'interno della chiesa mentre cercavano manifestanti anti-regime.
(PA-JZ) (Agenzia FIdes 9/4/2021)
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ASIA/SIRIA - Il Patriarca siro cattolico: affama il popolo siriano chi usa le sanzioni come strumento di pressione politica
 
Damasco (Agenzia Fides) – Nella crisi siriana, “non è né giusto né logico vincolare la revoca delle sanzioni a una cosiddetta ‘soluzione politica’, mentre la gente comune è impoverita e soffre di fame, malattie e umiliazione”. Il lucido e penetrante giudizio sull’uso delle sanzioni imposte da lungo tempo dalla comunità internazionale alla Siria di Bashar al Assad arriva da Ignace Youssef III Younan, Patriarca di Antiochia dei siro cattolici. Il Primate della Chiesa siro cattolica, che abitualmente risiede presso la sede patriarcale in Libano, lo ha inserito all’interno del messaggio diffuso in occasione della Pasqua.
Nel testo pasquale, il Patriarca richiama “i decisori internazionali e tutti coloro che hanno buona volontà a compiere sforzi per revocare le ingiuste sanzioni imposte al popolo siriano, la cui sofferenza si intensifica di giorno in giorno”. L’attuale catastrofe siriana – rimarca il Patriarca - ha superato le brutalità degli imperatori e degli invasori del passato e degli occupanti: “Dieci anni di guerra, uccisioni, distruzioni e conflitti internazionali combattuti sul suolo siriano, hanno portato solo all’annientamento del popolo e alla distruzione delle sue strutture economiche e sociali e del suo patrimonio di civiltà”. (GV) (Agenzia Fides 9/4/2021)
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AMERICA/VENEZUELA - I Vescovi sollecitano le vaccinazioni: "Non si può aspettare ancora, l'essere umano è al di sopra delle diatribe politiche"
 
Caracas (Agenzia Fides) – “Motivati dal nostro ministero pastorale a favore del popolo di Dio, facciamo eco al suo grido sulla necessità di risolvere al più presto possibile il tema della vaccinazione contro il Covid 19. E’ una urgenza che deve essere inquadrata nell’appello a praticare il comandamento dell’amore fraterno, che ci ha lasciato il Signore Gesù”. Con queste parole la Presidenza della Conferenza Episcopale Venezuelana (CEV) ha pubblicato una dichiarazione sottolineando l'urgenza della vaccinazione contro il Covid-19 senza preclusioni di alcun tipo, e la convocazione delle diverse realtà coinvolte nel campo sanitario e sociale.
Nella dichiarazione, pervenuta a Fides, i Vescovi lamentano che purtroppo è aumentato il numero dei contagiati e dei morti, e questo ha creato ancora maggiore angoscia nella popolazione, soprattutto nei più vulnerabili, per questo ribadiscono che "le persone hanno il diritto di essere debitamente curate, sia nella fase della prevenzione che nelle cure mediche necessarie".
Quindi si rivolgono all’Esecutivo nazionale, alle autorità sanitarie, a tutte le istanze pubbliche e private, perché “pensando al bene della popolazione di cui sono a servizio”, cerchino un accordo che consenta di avere i migliori vaccini da somministrare a tutta la popolazione, senza esclusioni né discriminazioni. "Non si può aspettare ancora. L'essere umano è al di sopra delle diatribe politiche, perché la vita di ogni persona è degna e sacra".
Il comunicato della Presidenza della CEV chiede alle nazioni e agli organismi multilaterali impegnati nella distribuzione dei vaccini, di collaborare con il popolo venezuelano, e all’Esecutivo nazionale di convocare i rappresentanti di tutte le realtà che operano nel settore sanitario e sociale, senza fare scelte partitiche o ideologiche, al fine di fare fronte comune per assicurare la vaccinazione di tutta la popolazione senza condizioni di alcun tipo. Infine reitera l’invito a tutti a seguire le direttive per la biosicurezza. (SL) (Agenzia Fides 9/4/2021)
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AMERICA/GUATEMALA - Centenario dell’arcidiocesi di Los Altos: “Evangelizzare, formare discepoli, testimoniare è stato, è e sarà il nostro impegno”
 
Los Altos (Agenzia Fides) – “Il 27 luglio 2021 celebreremo il primo centenario della creazione della diocesi di Los Altos. Questo avvenimento suscita due atteggiamenti. Da una parte il ringraziamento a Dio perché ci consente di essere membri della sua Chiesa in questa arcidiocesi, dall’altra la preghiera di supplica perchè la sua grazia ci guidi negli anni futuri”. Lo scrive l’Arcivescovo di Los Altos, Quelzaltenango-Totonicapan, Mons. Mario Alberto Molina Palma, OAR, nella sua Lettera pastorale al popolo di Dio, che porta la data del Giovedì Santo, 1 aprile 2021.
L’Arcivescovo fa memoria dei Vescovi che si sono succeduti in questa diocesi, dal 1996 arcidiocesi da cui si sono originate altre cinque diocesi, dei sacerdoti locali e stranieri, secolari e religiosi, in particolare di quanti durante gli anni difficili della riorganizzazione e della violenza del conflitto armato, “servirono e guidarono il popolo di Dio in questa terra”. Ringrazia poi le innumerevoli religiose, che nei diversi campi dell’educazione, della salute, della cura degli anziani, della formazione catechistica e della promozione sociale “hanno collaborato nell’impegno dell’evangelizzazione”. Un ringraziamento speciale poi ai laici, “che in tutte le epoche hanno offerto il loro tempo, il loro ingegno, i loro sacrifici personali per collaborare con i Pastori, sostituendoli e rappresentandoli nella guida e nel coordinamento delle comunità, nella catechesi e nell’evangelizzazione”.
Per il centenario sarà pubblicato uno studio accademico sulla storia della diocesi, dal momento che si hanno poche notizie al riguardo. E’ stato comunque preparato del materiale divulgativo, a carettere teologico e storico, per organizzare conferenze, video clips, programmi radiofonici e televisivi, al fine di preparare questo evento riflettendo sulla natura della Chiesa e della fede cristiana.
Nella sua Lettera pastorale l’Arcivescovo invita a rendere grazie a Dio, “Signore della Chiesa e del tempo… per la fede che abbiamo conosciuto e ricevuto… per il servizio e il ministero delle persone che sono state strumento nelle sue mani perchè attraverso di loro ci arrivasse la fede e si realizzassero tante opera di evangelizzazione, di catechesis e di carità”.
Mons. Molina invita quindi tutte le comunità sabato 24, domenica 25 e lunedì 26 luglio, ad offrire la Messa in ringraziamento per il cammino fatto durante questi cento anni. Martedì 27 luglio, giorno anniversario, la Messa sarà celebrata per la Chiesa locale, usando letture bibliche proprie. Purtroppo, lamenta l’Arcivescovo, la situazione sanitaria impedisce una celebrazione comunitaria di tutta l’Arcidiocesi, con la partecipazione di sacerdoti, religiosi e laici di tutte le comunità, ma spera che si possa realizzare in futuro.
Nella seconda parte della Lettera, Mons. Molina invita a guardare con speranza al futuro, tracciando un ampio quadro della situazione attuale e indicando alcune scelte pastorali da compiere. Infine l’Arcivescovo ricorda che “Evangelizzare, formare discepoli, vivere come Chiesa di Gesù Cristo, dare testimonianza al mondo della nostra speranza, è stato, è e sarà il nostro impegno. Senza dubbio Dio suscita pensieri, ispira decisioni, dinamizza le opere. Ognuno di noi apporta pensieri, decisioni e opera che in coscienza ritiene possano contribuire all’annuncio del Vangelo, all’edificazione della Chiesa e alla formazione dei fedeli fino al raggiungimento dell’obiettivo finale, che è la vita di santità in Dio”. (SL) (Agenzia Fides 9/4/2021)
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mercoledì 17 febbraio 2016

Bollettino Fides News del 17 febbraio 2016

 
News
 
EUROPA/UNGHERIA - Il Card. Filoni alla conferenza sugli aspetti religiosi delle migrazioni in Europa
 
Budapest (Agenzia Fides) – “Credo che la conoscenza della storia del cristianesimo in Medio-Oriente – oggi Iraq - non sia una stravaganza culturale, ma piuttosto un approccio che permette di comprendere le ragioni e gli eventi drammatici di questa regione, di apprezzare la sua vita e la sua cultura, così come le testimonianze di fede e le motivazioni che stanno dietro all'attaccamento dei cristiani a questa terra”. Così si è espresso il Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, nel suo intervento alla Conferenza accademica sugli impatti religiosi dell’immigrazione nelle società europee, che si svolge oggi presso l’Università nazionale di Budapest.
Il Prefetto del Dicastero Missionario è intervenuto sul tema “La Chiesa in Iraq: storia, sviluppo e missione dagli inizi ai nostri giorni” dal momento che è autore di un libro sull’argomento, in fase di traduzione in inglese, spagnolo e arabo, “al fine di portare l'attenzione sulla bella storia di questa antica Chiesa orientale, conosciuta anche come Chiesa caldea”, di cui non esisteva una storia completa.
La Chiesa in Iraq ha le sue radici in una “piccola, antica comunità cristiana, che da duemila anni vive nella regione della Mesopotamia” ha spiegato il Card. Filoni. “In questa regione cento anni fa i cristiani raggiungevano il 15% della popolazione totale. Oggi sono dall’1 al 2%! Dal tempo del genocidio armeno (1,2 milioni di vittime) e l'uccisione di 250.000 caldei, armeni e siriani, sia cattolici che ortodossi, è iniziato un esodo dei popoli dalla regione, e queste migrazioni di massa hanno accelerato fino ai giorni nostri, provocate da guerre, discriminazioni, mancanza di coesistenza pacifica e di lavoro”.
Il Card. Filoni, che ha vissuto per molti anni in Medio Oriente e nel 2014 è stato inviato in Iraq da Papa Francesco come suo rappresentante personale, si è soffermato sul fenomeno migratorio sottolineando che “le società europee non sono mai state un ‘unicum’. Non lo erano ieri, non lo sono oggi e non lo saranno domani. L'Europa è più simile a un contenitore…”. Nonostante le diversità, tre elementi hanno svolto un ruolo unificante in Europa: la religione, il concetto di diritto legato alla persona, la bellezza e l'arte. “Il motivo profondo che ha portato ad un esodo di dimensioni bibliche delle popolazioni del Medio Oriente verso l’Europa è l’assenza della pace” ha evidenziato il Cardinale, ribadendo che “ognuno ha diritto a vivere in pace, che rappresenta la più alta delle aspirazioni. Tutte le grandi emigrazioni hanno avuto inizio con la guerra”.
(SL) (Agenzia Fides 17/2/2016)

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AFRICA/EGITTO - Il Grande Imam al Tayyeb invitato in Vaticano per rilanciare il dialogo tra l'Università di al Azhar e la Santa Sede
 
Il Cairo (Agenzia Fides) – Lo Sheikh Ahmed al Tayyeb, Grande Imam dell'Università al- Azhar, ha ricevuto un invito a visitare il Vaticano per sancire in maniera ufficiale la ripresa del dialogo bilaterale tra la Santa Sede e la più autorevole istituzione religiosa e accademica dell'islam sunnita. A portare di persona l'invito presso le autorità dell'Università è stato l'Arcivescovo Miguel Angel Ayuso Guixot MCCJ, Segretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso.
“Al- Azhar e la Santa Sede” si legge in un comunicato diffuso dall'istituzione islamica “hanno concordato sulla necessità di tenere una riunione congiunta per uscire dalla fase di sospensione del dialogo bilaterale”. Nell'incontro con i responsabili di al Azhar, l'Arcivescovo Ayuso Guixot ha confermato la piena disponibilità della Santa Sede a ricevere a Roma una delegazione dell’istituzione accademica e religiosa sunnita, allo scopo di riprendere anche in forme nuove il dialogo a servizio della pace.
“Siamo venuti al Cairo” riferisce all'Agenzia Fides l'Arcivescovo Ayuso Guixot “per esprimere il cordiale desiderio di riprendere i rapporti di collaborazione, che noi da parte nostra non avevamo mai interrotto, e per richiamare l'importanza della nostra collaborazione per il bene comune dell'intera famiglia umana. Abbiamo portato anche l'invito al Grande Imam a venire a Roma a incontrare il Cardinale Jean Louis Tauran, Presidente del Pontificio Cnsiglio per il dialogo interreligioso, che poi accompagnerà il Grande Imam a un'udienza ufficiale con Papa Francesco. Pur senza precipitazioni, speriamo che questo possa avvenire presto”.
Per il Segretario del Dicastero vaticano responsabile del dialogo con le religioni, la ripresa della collaborazione fattiva tra Santa Sede e al Azhar assume rilevanza anche alla luce della congiuntura internazinale, segnata da conflitti e convulsioni che fanno soffrire popoli interi. La ripresa delle relazioni – sottolinea l'Arcivescovo Ayuso Guixot - rappresenta certo “una buona notizia, che nella situazione attuale aiuterà a guidare i nostri passi sui sentieri della giustizia e della pace, per un mondo migliore. I leader religiosi, con la loro collaborazione, vogliono dare un contributo importante: nel momento di buio che stiamo vivendo, è importante che ci sia questo far convergere le forze, le intenzioni e anche le azioni in favore dell'umanità ferita, che ha tanto bisogno di guarigione. Tante persone di buona volontà stanno già dando il proprio contributo per diffondere questo balsamo, di cui tutti abbiamo bisogno”.
L'incontro con i responsabili di al Azhar – fa sapere l'Arcivescovo Ayuso Guixot - è stato “cordiale”, e la ripresa della collaborazione rappresenta “un desiderio cndiviso da Papa Francesco e del Grande Imam al Tayyeb”. Anche l'Univerità di al Azhar ha dichiarato nel comunicato ufficiale la propria costante disponibilità a collaborare al servizio di tutto ciò che favorisce “la stabilità e la pace”, suggerendo anche di riconsiderare l'impostazione del dialogo bilaterale alla luce dei mutati scenari globali del tempo presente, segnati anche dal fenomeno del terrorismo che pretende di giustificarsi con motivazioni religiose. (GV) (Agenzia Fides 17/2/2016).
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AFRICA/KENYA - “Il suono dei ‘tamburi di guerra’ si intensifica in attesa delle elezioni” avverte un Vescovo
 
Nairobi (Agenzia Fides) - “I discorsi d’incitamento all’odio da parte dei politici sono un fenomeno ricorrente che accade prima che scoppino gli scontri tribali, dobbiamo fermare tutto questo” ha affermato Sua Ecc. Mons. Cornelius Korir, Vescovo di Eldoret e Presidente della Commissione Episcopale Giustizia e Pace del Kenya, durante un incontro pubblico del Gruppo di Osservazione Elettorale (ECLOG) del quale fa parte la Chiesa cattolica, insieme ad altre confessioni religiose e a gruppi della società civile.
Mons. Korir ha dato voce a tutte le componenti di ECLOG che avvertono che il suono dei “tamburi di guerra” si sta intensificando mentre il Kenya si sta avviando alle elezioni generali previste il prossimo anno.
Il Presidente di “Giustizia e Pace” ha sottolineato di essere stato testimone delle violenze a sfondo tribale fin dagli anni ’90, la maggior parte delle quali istigate dai politici. Il Vescovo ha invitato i giovani a non accettare favori da parte dei politici in cambio del loro voto ed ha sottolineato che i mass media hanno la responsabilità di riportare notizie corrispondenti alla verità per non alimentare la spirale violenta. Nelle violenze seguite alle elezioni presidenziali di fine 2007, decine di migliaia di persone persero la vita e milioni furono costrette alla fuga. (L.M.) (Agenzia Fides 17/2/2016)
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AFRICA/SUD SUDAN - “Ci vorrà del tempo e molta buona volontà per riportare la pace”
 

Juba (Agenzia Fides) - “I sud-sudanesi dicono che siamo tornati al capolinea, al punto zero, ma in realtà siamo a meno di zero, perché quello che è distrutto è irrecuperabile” dicono all’Agenzia Fides fonti locali da Juba, capitale del Sud Sudan, dove si è in attesa dell’arrivo dell’ex capo della ribellione, Riek Machar, in qualità di Primo Vice Presidente (vedi Fides 13/2/2016).
“Machar non è ancora rientrato a Juba perché non sono state ancora attuate quelle parti dell’accordo di pace che riguardano le condizioni di sicurezza di tutte la parti che lo hanno sottoscritto. In altre parole di deve far sì che le truppe che Machar si porterà con sé per la propria sicurezza non si scontrino con quelle fedeli al Presidente Kiir” dicono le fonti di Fides.
“Machar quindi è stato nominato Primo Vice Presidente del Sud Sudan in sua assenza, nel frattempo il Presidente Kiir continua a governare a suon di decreti e uno di questi ha sconvolto il Paese. Si tratta del decreto che suddivide il Sud Sudan in 28 Stati, un provvedimento che sta sollevando forti critiche e perplessità” aggiungono le nostre fonti.
“Ora stiamo vivendo nell’attesa della scadenza dell’ultimatum lanciato da Kiir a Machar perché si presenti a Juba entro il 19 febbraio. Dopo quella data il Presidente inizierà la formazione del governo di unità nazionale, previsto dagli accordi di pace, che ci sia o meno Machar. Non sembra però che quest’ultimo possa essere entro dopodomani a Juba”.
L’accordo di compromesso che dovrebbe spianare la strada alla pace è stato mediato dall’IGAD, dalla cosiddetta “Troika delle nazioni” (Norvegia, Gran Bretagna e Stati Uniti) e dall’Unione Africana, che hanno esercitato forti pressioni perché venisse firmato ad agosto.
“L’accordo prevede dunque che Riek Machar ridiventi Primo Vice Presidente, una cosa molto complessa perché tornare dove si era dopo una guerra che ha profondamente separato le persone, che non erano comunque mai state unite, non favorisce di certo l’unificazione nazionale” dicono le fonti di Fides. “Speriamo e vediamo. Ci vorrà molta buona volontà e un continuo spirito di compromesso per far sì che la pace possa tornare nel Paese” concludono le fonti. (L.M.) (Agenzia Fides 17/2/2016)
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AFRICA/ANGOLA - Campagna di vaccinazioni contro la febbre gialla nella capitale
 
Luanda (Agenzia Fides) – In seguito ad una epidemia di febbre gialla che si sta propagando a Luanda, il vescovo rappresentante della Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo nel Mondo (Tocoista), ha esortato tutte le famiglie angolane ad aderire alla campagna di vaccinazione, attualmente in corso nel Paese, contro la pandemia. Nel comunicato ricevuto dall’Agenzia Fides si legge che, secondo il leader religioso, tutte le famiglie devono attenersi agli orientamenti e alle indicazioni delle equipe mediche impegnate nei diversi municipi, dando priorità ai bambini e ai cittadini che non sono mai stati vaccinati. Inoltre, facendo riferimento all’appello del Ministero della Sanità angolano, si legge ancora che nel Paese c’è bisogno di rafforzare le informazioni e dare maggiore responsabilità ad ognuno per evitare il proliferare di mosquitos e prevenire non solo la febbre gialla ma anche malaria, dengue, chikungunya e zica portate dallo stesso vettore.
(AP) (17/2/2016 Agenzia Fides)
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ASIA/PAKISTAN - Bambini cristiani e musulmani “ambasciatori di pace”
 
Lahore (Agenzia Fides) – I bambini sono la speranza della società e sono i primi messaggeri di pace e armonia, a partire dalle famiglie e dalle scuole: con questo spirito il “Consiglio per il dialogo interreligioso”, organismo con sede a Lahore, ha costituito un team interreligioso di bambini nelle scuole chiamandoli “Ambasciatori di Pace”. Il team è composto da bambini musulmani e cristiani di diverse scuole e madrase (scuole islamiche) ed è aperto a bambini appartenenti ad altre religioni. L’iniziativa è stata caldeggiata e realizzata grazie all’impegno di Francis Nadeem, OFM Cap, che è anche direttore di una scuola avviata dai frati francescani Cappuccini a Lahore e tra i fondatori del “Consiglio per il dialogo interreligioso”.
Il Consiglio ha organizzato una cerimonia in cui i piccoli “Ambasciatori di Pace” hanno formulato un giuramento e preso un impegno in cui si fanno “promotori di pace”. “Essere un ambasciatore non è solo un titolo, ma una grande responsabilità” ha rimarcato Miss Sumera, insegnante alla St. Mary High School. “I bambini sono selezionati come speciali messaggeri perché sono senza paura, e fanno ciò che pensano. I bambini studiano e giocano insieme, senza alcun tipo di discriminazione. I bambini non nutrono rancore nei loro cuori”.
Parlando degli obiettivi di questo programma, la docente ha spiegato a Fides: “Abbiamo suggerito ai bambini: ogni volta che vedete un conflitto tra i vostri fratelli e sorelle o tra i genitori, provate a farvi avanti e giocare il vostro ruolo per la riconciliazione”. La pace è “il disperato bisogno del momento attuale, non solo nel nostro paese, ma nel mondo intero sconvolto dal terrorismo” ha aggiunto.
Il leader musulmano Mufi Syed Ashiq Hussain, membro del Consiglio Interreligioso e direttore dell’ “Istituto del Corano per il nuovo secolo” a Lahore, ha detto ai bambini che “nessuna delle religioni insegna a diffondere l'odio, la discriminazione o la guerra”, e che “tutte le religioni insegnano la pace, la tolleranza, il perdono e l'accettazione”. “Quanto si impara durante l’infanzia si ricorda per tutta la vita” ha soggiunto, rimarcando l’importanza del lavoro educativo con i piccoli, invitandoli a “seminare sempre la pace, per tutta la vita”. (PY-PA) (Agenzia Fides 17/2/2016)
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ASIA/THAILANDIA - “Stop all’ingerenza nell’amministrazione buddista”
 
Chiang Mai (Agenzia Fides) – “Sta crescendo e prendendo toni inaspettati la pressione di un gruppo numeroso di monaci buddisti impegnati affinchè il buddismo venga incluso come religione di Stato nella bozza della nuova Costituzione”. Lo racconta all’Agenzia Fides una fonte locale ben informata che per motivi di sicurezza non citiamo. “In questi giorni - continua -, in occasione di un corso di aggiornamento presso la grande spianata di Phutthamonthon, fuori Bangkok, i monaci provenienti da varie province hanno rotto il cordone militare dispiegato attorno all’area sacra per impedire l’evento e, soprattutto, il seminario previsto dal titolo significativo: ‘Stop all’ingerenza nell’amministrazione buddista’.”
La nostra fonte dichiara ancora che ciò che ha fatto scattare la molla è stato l’ultimo stop del Governo all’appena nominato ventesimo Supremo Patriarca del Buddhismo thailandese. “La sua elezione non verrà ufficializzata finchè non saranno chiariti alcuni aspetti che vedono l’ultra novantenne Somdet Chuang implicato in scandali economici del potente movimento Dhammakaya, guidato dalla controversa figura carismatica di Phra Dhammachayo. I monaci hanno anche sollecitato il Governo, attualmente guidato da una giunta militare, a proteggere esplicitamente i valori del buddismo messo in crisi da critiche e scandali. Il Re, che avrà l’ultima parola circa la Costituzione e la nomina del Patriarca Supremo, da sempre ha sostenuto e garantito la libertà di religione nel regno siamese”.
(AP) (17/2/2016 Agenzia Fides)
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ASIA/INDIA - Donare il sangue è un’opera di misericordia
 
Secunderabad (Agenzia Fides) – Donare il sangue come opera di misericordia e di compassione, da riscoprire nell’Anno giubilare: con questo intento la “Catholic Health Association of India” (CHAI) organizza sessioni di “donazione di sangue” nei diversi stati della nazione. Nell’ultima campagna, condotta nell’area di Secunderabad, sono stati coinvolti donatori in quattro villaggi. Ai donatori viene assicurato un check up generale sulle proprie condizioni di salute, con screening diabetico e altri test, nonché un kit che fornisce informazioni su temi come nutrizione e igiene.
Come appreso da Fides, i campi sono organizzati in collaborazione con la “Christian Medical Association of India” (CMAI), e con il “Consiglio Nazionale delle Chiese in India”.
P. Tomi Thomas, direttore generale della CHAI, ha affermato che “nel 2016 si rafforza l’impegno nel ministero di guarigione esercitato dalla Chiesa cattolica, con le sue strutture e con il personale, nell’ottica della compassione”, elogiando il bene compiuto dalla rete sanitaria cattolica, soprattutto in favore dei poveri, dei meno abbienti e degli emarginati che non possono permettersi cure mediche costose. (PA) (Agenzia Fides 17/2/2016)
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AMERICA/VENEZUELA - “Difendere la vita di tutte le persone, promuovere il bene comune”: il Card. Urosa chiama alla conversione
 
Caracas (Agenzia Fides) – Il Cardinale Jorge Urosa Savino, Arcivescovo di Caracas, ha esortato "nel nome di Dio", a "lottare per la difesa della vita di tutte le persone, a promuovere il bene comune, lasciando da parte gli interessi personali o di partito, e a lavorare per la promozione di una vita migliore, soprattutto per i più poveri".
Così si legge nel messaggio del Cardinale dal titolo "Misericordia e conversione", pubblicato in occasione della Quaresima, che è stato letto domenica 14 febbraio in tutte le chiese, rivolto a tutti i fedeli cattolici dell'arcidiocesi e a tutta la comunità civile.
Nel testo, pervenuto a Fides, il Card. Urosa chiede alle autorità con "saggezza, forza e coraggio” di “applicare le nostre leggi” e mettere definitivamente fine “ai crimini senza criminali". Riferendosi al fatto che in Venezuela molti atti vandalici e tanti crimini, per le autorità non hanno un autore o non si riesce mai a catturare il criminale. Allo stesso tempo incoraggia i funzionari della sicurezza a "non desistere nella lotta alla criminalità, sempre con il rispetto dei diritti umani; e senza mai abusare del potere e delle armi loro consegnate dallo Stato".
Nel suo messaggio quaresimale, l’Arcivescovo di Caracas evidenzia che i venezuelani "soffrono la debolezza dei tribunali nel punire il crimine e i reati, e l'incapacità delle autorità nel risolvere l'orrore del sovraffollamento delle carceri". Ritiene poi “urgente” la conversione della vita delle persone, "data l'avanzata del secolarismo, cioè la freddezza e l'indifferenza religiosa e l'oblio e il rifiuto di Dio", e il respingere vizi e difetti "come la violenza e l'odio, la corruzione, gli sprechi e la pigrizia". "Conversione significa cambio di vita, pentimento, trasformazione e rinnovamento morale", conclude l'arcivescovo di Caracas.
(CE) (Agenzia Fides, 17/02/2016)
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AMERICA/BOLIVIA - Boliviani al voto per il referendum che modifica la durata del mandato presidenziale
 
La Paz (Agenzia Fides) – La prossima domenica, 21 febbraio, i boliviani andranno a votare per il referendum sulla riforma dell'articolo 168 della Costituzione dello Stato Plurinazionale della Bolivia, che tratta del periodo del mandato presidenziale e vice-presidenziale (cinque anni ) e della possibilità di rielezione (una sola volta, in seguito a un mandato precedente). Se il risultato del referendum sarà a favore, la rielezione potrà avvenire due volte, in seguito al mandato. Così, il presidente Evo Morales potrebbe avere un nuovo mandato dal 2020 al 2025.
Secondo l'Ufficio Elettorale, possono partecipare al referendum i boliviani con più di 18 anni che vivono nel paese e i boliviani che vivono in 73 città di 33 paesi esteri in cui lo stato boliviano ha un ufficio consolare.
Dopo le elezioni comunali e regionali del 29 marzo 2015, il “Movimiento al Socialismo” (MAS) del presidente Evo Morales è riuscito a mantenersi come prima forza politica del Paese, ma ha perso diversi suoi bastioni tradizionali, in particolare El Alto, dove aveva vinto dal 2002 (vedi Fides 1/04/2015).
"Come Chiesa Cattolica, affermiamo che l'alternanza è sempre una espressione di democrazia" aveva affermato il Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie, nonché Segretario della Conferenza Episcopale della Bolivia, Sua Ecc. Mons. Eugenio Scarpellini, Vescovo di El Alto, subito dopo che il partito di governo aveva annunciato di ricandidare Evo Morales per la quarta volta alla Presidenza della Repubblica (vedi Fides 17/09/2015).
(CE) (Agenzia Fides, 17/02/2016)

lunedì 18 gennaio 2016

Bollettino Fides News del 18 gennaio 2016

AFRICA/BURKINA FASO - “Il Paese è sotto choc, lutto per tre giorni e nelle chiese si prega per la pace” dice il Direttore Nazionale delle POM
Ouagadougou (Agenzia Fides) - “Nelle chiese del Burkina Faso i fedeli pregano per la pace” dice all’Agenzia Fides p. Oscar Zoungrana, Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) del Burkina Faso, dove il 15 gennaio un gruppo di terroristi di Al Qaida nel Maghreb Islamico (AQMI) ha ucciso almeno 29 persone di diversa nazionalità nell’assalto all’hotel Splendid (frequentato soprattutto da funzionari dell’ONU) e al vicino ristorante “Le Cappuccino” (vedi Fides 16/1/2016).
“La popolazione è ancora sotto choc. È vero che un episodio simile era avvenuto di recente nel Mali, Paese nostro vicino, e molti dicevano che anche il Burkina Faso poteva essere nel mirino dei terroristi, ma non ci si aspettava che potesse accadere un attentato così presto” dice a Fides don Oscar. “Per molti è stata una grande sorpresa, anche perché nel nostro Paese non era mai accaduto un dramma di queste proporzioni. C’era già stato un attacco ad alcuni gendarmi alla frontiera con il Mali, ma un assalto di queste proporzioni nella capitale ci ha colti di sorpresa”.
Il Burkina Faso ha appena concluso un periodo di transizione dopo la cacciata dell’ex Presidente Blaise Compaoré, culminata con le elezioni del 29 novembre che hanno portato alla designazione di Roch Marc Christian Kaboré come nuovo Presidente.
“Il governo appena insediato ha tenuto sabato 16 gennaio un Consiglio dei Ministri straordinario che ha preso alcuni provvedimenti, tra cui quello di indire il lutto nazionale di tre giorni” riferisce don Oscar. “È stato inoltre prolungato il coprifuoco stabilito nelle ore dell’assalto terroristico, mentre prosegue l’inchiesta per chiarire come si sono svolti i fatti. Il luogo dell’attentato è ancora circondato dalle forze di sicurezza per permettere il lavoro degli inquirenti. Mali e Burkina Faso hanno inoltre deciso di coordinare gli sforzi per lottare contro i terroristi mentre è stata rafforzata la collaborazione con le forze francesi e americane presenti da tempo nel nostro Paese, che hanno condotto l’assalto finale per liberare gli ostaggi dell’hotel”.
Secondo il sacerdote, l’obiettivo dei terroristi non è tanto quello di destabilizzare il Paese quanto di “prendere di mira gli stranieri per bloccare la cooperazione tra i Paesi africani, come il Burkina e il Mali, e l’Europa e le istituzioni internazionali”. (L.M.) (Agenzia Fides 18/1/2016)
AFRICA/KENYA - L’esercito keniano lancia un’operazione per liberare i militari catturati dagli Shabaab
Nairobi (Agenzia Fides) - Il capo di Stato Maggiore delle forze armate del Kenya, il generale Samson Mwathethe, ha rivelato alcuni dettagli dell’attacco compiuto il 15 gennaio dagli Shabaab somali contro una base di militari keniani che operano nell’ambito dell’AMISOM (missione dell’Unione Africana in Somalia), verificatosi nel sud della Somalia. Nell’attacco, avvenuto nella località di El-Adde, sono morti diversi soldati di Nairobi mentre altri sono stati catturati.
Secondo gli Shabaab, i militari morti sono almeno 100, ma le autorità di Nairobi si sono finora astenute dal rivelare il numero dei caduti, affermando che prima occorre contattare le famiglie delle vittime.
Il generale Mwathethe ha affermato che l’assalto è stato condotto con l’ausilio di tre autobomba che hanno aperto la strada agli assalitori. Un altro punto che non è stato chiarito concerne se è stata assalita o no anche una vicina base dell’esercito somalo.
L’esercito keniano ha annunciato di aver avviato un’importante operazione per liberare i militari catturati dagli Shabaab. (L.M.) (Agenzia Fides 18/1/2016)
AFRICA/REPUBBLICA CENTRAFRICANA - Campagna di vaccinazioni: entro il 2106 un quarto dei bambini vaccinati contro malattie letali
Bangui (Agenzia Fides) - L’organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF) ha avviato una campagna di vaccinazioni di massa senza precedenti nella Repubblica Centrafricana (CAR). Obiettivo è vaccinare circa 220 mila bambini, pari a un quarto di tutti quelli presenti nel Paese, entro la fine del 2016. Secondo la nota pervenuta all’Agenzia Fides, si tratta di un’azione di portata eccezionale, che consentirà di proteggere i bambini al di sotto dei cinque anni contro le principali malattie responsabili di mortalità infantile nel Paese. Avviata lo scorso luglio nel nord del paese, in collaborazione con il Ministero della Salute, la campagna ha ora raggiunto la sub-prefettura di Berberati, nella zona sudoccidentale, e verrà gradualmente estesa a tutte e 13 le sub-prefetture in cui MSF è presente. Accanto ad essa, l’ong potenzierà i servizi nelle strutture sanitarie in cui lavora e in questo modo potrà fornire ai bambini al di sotto dei 5 anni una protezione eff icace contro almeno nove malattie infettive.
Ulteriori misure preventive come la distribuzione di vitamina A, zanzariere, trattamenti anti-parassitari e screening per la malnutrizione, verranno adottate secondo i bisogni specifici di ciascuna prefettura. Dati ufficiali del Ministero della Salute mostrano che la crisi politica e militare iniziata nel 2013 ha causato una drastica riduzione dei tassi di copertura vaccinale. Tra il 2012 e il 2014, il numero di bambini centrafricani vaccinati contro il morbillo si è ridotto dal 64% al 25%, mentre per le infezioni respiratorie è sceso dal 52% al 20%. Alla fine del 2013, solo il 13% dei bambini di un anno aveva ricevuto le vaccinazioni complete. (AP) (18/1/2016 Agenzia Fides)
ASIA/IRAQ - Villaggio cristiano bombardato dall'esercito turco; la condanna del Patriarcato caldeo
Dohuk (Agenzia Fides) – Le truppe turche hanno bombardato nella notte tra il 16 il 17 gennaio il villaggio iracheno di Sharanish, collocato ai confini con la Turchia, nel governatorato di Dohuk, abitato da cristiani caldei e assiri. I bombardamenti hanno diffuso il panico tra la popolazione, costretta a fuggire verso la città di Zakho in piena notte, con condizioni meteorologiche caratterizzate dalla neve e dal freddo pungente A darne notizia è il Patriarcato di Babilonia dei Caldei, che attraverso i suoi canali ufficiali esprime ferma condanna dell'azione militare turca, definendola “totalmente ingiustificata” e facendo anche appello al governo autonomo del Kurdistan iracheno affinchè adotti “le misure necessarie per difendere i propri cittadini”. L'attacco – riferisce il comunicato diffuso dal Patriarcato e pervenuto all'Agenzia Fides - è stato compiuto “con il pretesto della lotta contro le postazioni dei curdi del PKK (Partîya Karkeren Kurdîstan, Partito dei Lavo ratori del Kurdistan)”. Una nota di protesta è stata inviata dal Patriarcato caldeo anche all’ambasciata turca a Baghdad.
Negli anni Ottanta, la cittadina era stata completamente devastata durante le campagne militari compiute dall'esercito iracheno contro i curdi. Dopo la fine del regime di Saddam Hussein, parte della originaria popolazione cristiana era tornata ad abitare il villaggio, anche per fuggire alle violenze anti-cristiane sempre più frequenti nelle aree urbane di Baghdad e Mosul. Il villaggio ospita anche decine di famiglie cristiane fuggite nel 2014 dalla piana di Ninive davanti all'avanzata dei jihadisti dello Stato Islamico (Daesh).
Già nell'agosto scorso Sharanish e altri villaggi dei monti Qandil abitati da cristiani erano stati fatti oggetto di raid aerei durante le operazioni militari compiute in quell'area dall'esercito turco contro i curdi del PKK. (GV) (Agenzia Fides 18/1/2016).
ASIA/TERRA SANTA - Nuovo atto di vandalismo settario contro la chiesa della Dormizione
Gerusalemme (Agenzia Fides) - Slogan anti-cristiani sono stati scritti sulle porte e sulle mura dell’Abbazia della Dormizione sul Monte Sion. Il nuovo atto di vandalismo contro il monastero benedettino è avvenuto domenica 17 gennaio, nella stessa giornata in cui Papa Francesco ha reso omaggio alla comunità ebraica di Roma, visitando il Tempio maggiore. Secondo quanto riferito dai media ufficiali del Patriarcato latino di Gerusalemme, alcuni degli slogan scritti sulle porte e le mura dell’Abbazia recitano: «Morte ai cristiani pagani, nemici di Israele», «Il suo nome (Gesù) e la sua memoria vanno cancellati» o ancora: «Cristiani all’inferno».
Il nuovo atto di vandalismo settario segue di tre settimane quello compiuto contro il convento salesiano di Beit Gemal (vedi Fides 9/1/2016). Esso si inscrive nella serie di atti intimidatori compiuti a danno di monasteri cristiani a partire dal febbraio 2012. Da allora, in più occasioni, siglandosi con la formula “il prezzo da pagare” (price to tag), gruppi oltranzisti vicini al movimento dei coloni hanno portato attacchi ai danni di luoghi di culto - chiese e moschee – frequentati dalla popolazione araba.
Il Patriarcato latino di Gerusalemme ha diffuso una nota in cui condanna fermamente la nuova aggressione e ricorda che “l’unico modo per far fronte ad atti del genere è quello di controllare l’educazione impartita nelle scuole in cui vengono istruiti questi giovani, e monitorare chi incita all’intolleranza contro i cristiani”. Il Pattriarcato esprime anche l'augurio “che i responsabili di questo attacco vengano arrestati prima di rendere esecutive le loro minacce”.
(GV) (Agenzia Fides 18/1/2016).
ASIA/INDIA - La mancanza di acqua e servizi sanitari causa malattie prevenibili nei bambini
Bangalore (Agenzia Fides) – Insieme al fenomeno climatico de El Niño del 2015, che ha dissipato i monsoni del sudovest del Paese, la mancanza di approvvigionamento idrico ha favorito il proliferare delle malattie trasmesse dall’acqua in Karnataka, dove il 49% delle persone praticano la defecazione all’aperto. Diarrea, dissenteria, gastroenterite, colera continuano a contagiare i bambini che vivono al di sotto della soglia di povertà, in particolare nei villaggi più emarginati, oltre che ad aumentare mortalità infantile, ritardo nella crescita e denutrizione. La dengue, favorita dalle acque residue, nel 2015 ha raggiunto il suo picco nel Paese con 4.691 casi e 9 morti, secondo le statistiche del Ministero Federale della Sanità. La maggior parte dei ricoveri registrati nell’ospedale Vani Vilas per Bambini e Donne del Karnataka sono stati per la dengue.
Tra gennaio e settembre 2015 i bambini contagiati sono stati 799, del totale dei 2800, ha dichiarato il reparto di Pediatria dell’ospedale. Anche se i bambini ricevono pasti nelle scuole e usufruiscono di sistemi igienico sanitari nelle infrastrutture presenti, la mancanza nelle loro case, insieme alla scarsità d’acqua provocata dal cambiamento climatico, riduce l’indice di sviluppo umano anche nelle regioni più progredite dell’India. La sfida che rimane urgente è quella di creare un'infrastruttura di acqua e servizi igienici, convincere l'opinione pubblica della loro efficacia, della necessità di sradicare la defecazione all'aperto e delle fogne a cielo aperto. (AP) (18/1/2016 Agenzia Fides)
AMERICA/PANAMA - “Non possiamo abituarci alla violenza": la riflessione dei Vescovi sulla situazione nazionale
Città di Panama (Agenzia Fides) – La Conferenza Episcopale Panamense (CEP) presenta in un suo documento le molte domande sul futuro del paese riguardo a temi quali la riforma elettorale, l'allargamento del Canale transoceanico, la pubblica istruzione e la sanità, chiedendo risposte chiare e concrete. La dichiarazione rientra nell’ambito delle conclusioni della sessione plenaria numero 203 della CEP appena conclusa.
Oggi, 18 gennaio, l'Assemblea Nazionale dovrà iniziare a discutere il pacchetto delle riforme elettorali, secondo la proposta presentata dalla Commissione Nazionale per le riforme elettorali, anche se critiche e dissensi su diversi punti di questa proposta sono sempre in aumento. I Vescovi, nel loro documento pervenuto a Fides, ribadiscono la necessità del dialogo, essenziale per risolvere i problemi del paese, e sottolineano che la situazione nazionale rivela una profonda crisi morale, di valori, di atteggiamenti, di motivazioni e comportamenti che andrebbero corretti.
Il documento contiene le conclusioni dell’Assemblea Ordinaria della Conferenza Episcopale, svoltasi dall’11 al 15 gennaio 2016, riunita per riflettere sulla realtà della Chiesa e della società panamense al fine di offrire motivi di speranza. Elaborato in 11 punti, il testo presenta il panorama ecclesiale e sociale del paese, riconosce le forze della comunità ed invita ad un impegno serio e profondo dinanzi alle sfide del paese e in questo Giubileo della Misericordia.
I Vescovi, tra l’altro, denunciano con forza: "La dignità umana non viene rispettata. Non possiamo abituarci alla violenza, alla criminalità, all'omicidio. Questa non è la nostra natura!"
Nella conclusione i Vescovi invitano a camminare insieme ai giovani, partecipando al Meeting Nazionale del Rinnovamento della Gioventù, dal 21 al 24 gennaio, che si terrà a Chitre, "per sperimentare il giovane volto gioioso della Chiesa, e incoraggiarli a ‘uscire’, pronti ad essere discepoli e missionari della misericordia del Padre".
(CE) (Agenzia Fides, 18/01/2016)
AMERICA/NICARAGUA - “Non deve esserci nessun Caino in questo anno elettorale” esorta Mons. Alvarez Lagos alla festa del Cristo Negro
Matagalpa (Agenzia Fides) – Durante una delle diverse celebrazioni religiose in onore del "Signore di Esquipulas", tenutasi lo scorso fine settimana nella città di Esquipulas, il Vescovo della diocesi di Matagalpa (nella parte settentrionale del paese), Sua Ecc. Mons. Rolando José Álvarez Lagos, ha esortato i fedeli del Nicaragua a vivere, in questo anno elettorale, secondo una condotta etica, seguendo i valori e i principi della fede.
"Chiedo al popolo di Dio di non comportarsi come Caino, perché non ci deve essere nessun Caino in Nicaragua in questo anno elettorale, non ci deve essere nessun partito politico ad affondare il pugnale nella schiena del prossimo" ha esortato il Vescovo, chiamando nello stesso tempo i fedeli a buttare giù "barriere e confini che spesso i partiti politici vogliono imporre".
La grande festa è iniziata la settimana scorsa, con il pellegrinaggio di massa da diversi punti del paese verso il Santuario diocesano di Nostro Signore di Esquipulas, per celebrare la festa religiosa in onore del “Cristo Negro”, come viene chiamato dalla popolazione del CentroAmerica. La festa si celebra infatti anche in Guatemala, Honduras, El Salvador e Messico.
Le celebrazioni religiose nella città di Matagalpa sono le principali in Nicaragua. Il pellegrinaggio al Santuario di Esquipulas è stato istituito 21 anni fa dall'allora Vescovo di Matagalpa e attuale Arcivescovo di Managua, il Card. Leopoldo José Brenes Solórzano, ed ogni anno cresce la partecipazione dei fedeli.
(CE) (Agenzia Fides, 18/01/2016)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...