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martedì 22 agosto 2023

Agenzia Fides 22 agosto 2023

 

AFRICA/NIGER - Ancora stallo diplomatico ma si moltiplicano i “no” dei Vescovi africani all’intervento militare
 
Niamey (Agenzia Fides) - La Comunità Economica degli Stati dell’Africa occidentale (CEDEAO/ECOWAS), ha respinto la proposta della giunta militare del Niger di tenere elezioni entro tre anni. Prosegue dunque il braccio di ferro tra i golpisti nigerini che hanno preso il potere il 26 luglio e alcuni degli Stati aderenti alla CEDEAO/ECOWAS che potrebbero decidere per un intervento militare per riportare al potere il Presidente Mohamed Bazoum. Mali, Burkina Faso e Guinea, Stati aderenti alla Comunità ma sospesi perché governati da giunte golpiste, hanno dichiarato solidarietà ai putschisti nigerini, mentre all’interno degli stessi Paesi che hanno minacciato un intervento militare si levano le voci di chi chiede di risolvere la crisi con il dialogo e non con la forza.
In Nigeria i Vescovi della Provincia Ecclesiastica di Ibadan al termine della loro Assemblea hanno rivolto un appello al Presidente nigeriano Bola Tinubu (uno dei maggiori sostenitori dell’operazione militare) ricordando che “ l’intervento militare proposto dai leader della ECOWAS per ripristinare la democrazia in Niger è molto impopolare in Nigeria”. “I nigeriani sono favorevoli alla negoziazione e ad altri mezzi non militari, e il presidente Bola Tinubu, che è innanzitutto presidente della Nigeria, deve ascoltare i nigeriani prima di chiunque altro” affermano i Vescovi. “Chiediamo quindi al Presidente e all’Assemblea nazionale di evitare di coinvolgere la Nigeria nel conflitto armato in Niger poiché abbiamo già tante sfide da affrontare come nazione”.
In Benin la locale Conferenza Episcopale ha chiesto che siano tolte le sanzioni economiche decretate contro il Niger dopo il golpe dalla CEDEAO/ECOWAS, definite “di una durezza inedita” che colpiscono “una popolazione già in forte sofferenza a causa del dramma della povertà e della miseria”. I Vescovi del Benin chiedono di togliere le sanzioni o quantomeno una loro revisione “in nome dell’etica, della solidarietà africana e della nostra comune umanità”, e auspicano di risolvere la crisi per via diplomatica. A tal fine il 15 agosto in occasione della celebrazione della Solennità dell'Assunzione della Vergine Maria, Regina della Pace, i Vescovi hanno esortato i sacerdoti a celebrare in tutte le parrocchie la Messa per la pace in Niger e nella sub-regione,. Inoltre, il 18 agosto 2023, tutti i fedeli cattolici e le persone di buona volontà sono stati chiamati a osservare una giornata di digiuno e preghiera per la stessa intenzione.
Anche in Togo la Conferenza Episcopale si è espressa per la revoca delle sanzioni al Niger e la prosecuzione del dialogo.
In precedenza si erano espresse a favore del dialogo e a scapito dell’intervento militare le Conferenze Episcopali della Nigeria e di Niger e Burkina Faso (vedi Fides 7/8/2023) e la Conferenza episcopale regionale dell'Africa occidentale (RECOWA/CERAO, vedi Fides 10/8/2023). (L.M.) (Agenzia Fides 22/8/2023)
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AFRICA/SUDAFRICA - “Giustizia e Pace” avvia un'azione collettiva a favore dei minatori colpiti da malattie legate all’estrazione del carbone
 
Johannesburg (Agenzia Fides) – “Molto spesso i lavoratori non hanno i mezzi per fare ricorso legale nei confronti delle grandi aziende che hanno enormi risorse a loro disposizione” afferma il Cardinale eletto Stephen Brislin, Arcivescovo di Città del Capo, nel spiegare perché la Commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale cattolica dell'Africa meridionale (SACBC), ha intentato un'azione legale contro alcune società minerarie.
Il ricorso presentato presso l'Alta Corte del Sud Africa, Divisione locale di Gauteng, mira a risarcire i minatori che hanno contratto la malattia polmonare dovuta alla polvere di carbone sotto forma di pneumoconiosi e broncopneumopatia cronica ostruttiva. Oltre ai lavoratori ancora in servizio la causa è portata avanti a beneficio di quelli in pensione o che si sono dimessi e dei familiari dei minatori morti per le malattia causate dalla polvere di carbone.
“Molto spesso gli ex lavoratori delle miniere non sono più membri dei sindacati e, quindi, non hanno i mezzi e la capacità di ricorrere legalmente contro le grandi aziende responsabili delle loro malattie polmonari” sottolinea l’Arcivescovo di Città del Capo. “Spetta quindi alla Chiesa prestare assistenza, dove possibile, affinché i diritti dei più vulnerabili siano rispettati e affinché possano accedere al risarcimento loro dovuto per legge. Molte aziende sono disponibili a risolvere tali casi, ma in alcuni casi è necessaria un’azione legale”.
“La polvere delle miniere di carbone può causare ai minatori lo sviluppo di malattie polmonari tra cui pneumoconiosi e BPCO… Nonostante conoscessero i rischi per i minatori, gli associati dell’industria mineraria del carbone non sono riusciti a fornire ai propri lavoratori formazione, attrezzature, e un ambiente di lavoro sicuro” afferma il ricorso collettivo che se accolto potrebbe aprire la strada ad altre azioni legali da parte di minatori colpiti da malattie legate al carbone.
Il carbone è un pilastro dell’economia del Sudafrica, dà lavoro a quasi 100.000 persone e rappresenta l’80% della produzione di elettricità. (L.M.) (Agenzia Fides 22/8/2023)
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ASIA/PAKISTAN - L'Arcivescovo di Lahore, capi musulmani e il Primo Ministro del Pakistan visitano le famiglie cristiane colpite dalla violenza
 
Faisalabad (Agenzia Fides) - In momenti di sofferenza il contatto umano, un abbraccio, un sorriso e parole di consolazione hanno un valore altissimo. Con questa convinzione l’Arcivescovo di Lahore, Sebastian Shaw si è recato a Jaranwala, città del Punjab pakistano dove il 16 agosto è avvenuta l'ondata di violenza sui cristiani, a causa di una presunta accusa blasfemia. L’Arcivescovo ha visitato le famiglie, ha pregato con loro, ha ascoltato e consolato. Dopo che ne giorni scorsi sono stati sui luoghi il Vescovo di Faisalabad, mons. Indrias Rehmat - che ha celebrato la messa nel quartiere devastato (vedi Fides 2178/2023) - e la delegazione della Commissione episcopale “Giustizia e pace”, guidata da Mons. Joseph Arshad, anche l’Arcivescovo Shaw ha voluto recarsi in loco per prendere visione personalmente della situazione, ha voluto portare la sua solidarietà, incontrare le famiglie di sfollati, fermarsi con loro e ascoltare le loro esigenze, leggere Vangelo insieme con loro, per trarre dalla Parola di Dio conforto e speranza. La visita ha avuto un tratto particolare e un segno speciale: l'Arcivescovo è giunto in compagnia di alcuni leader musulmani che, fin dall'inizio, hanno condannato la violenza e hanno voluto esserci per offrire la loro solidarietà e la loro comune preghiera.
"Quello che abbiamo visto è devastazione terribile, ci ha suscitato emozione e commozione. Le persone sono scioccate e disperate, senza più nulla. Sta a noi portare un briciolo di consolazione, facendoci testimoni dell'amore di Gesù. C'è bisogno di vicinanza umana, di assistenza psicologica e materiale, e stiamo organizzando tutti gli aiuti possibili tramite la Caritas e anche grazie a volontari e a diverse congregazioni religiose. Ho detto ai cristiani che non sono soli in questa sofferenza, Gesù è accanto a loro e noi siamo con loro, ci interessiamo e ci prenderemo cura di loro", ha rimarcato mons. Shaw.
La comunità di Jaranwala, in una assemblea di fedeli di diverse confessioni e di cittadini musulmani, ha accolto anche la visita di Anwar ul Haq, Primo Ministro ad interim del Pakistan. Come segno di attenzione delle istituzioni, il Primo Ministro ha voluto portare di persona, a nome del governo federale, solidarietà alle vittime. In un discorso cui i mass-media pakistani hanno dato ampia diffusione, Anwar ul Haq ha ricordato che “la comunità cristiana ha avuto un ruolo importante nella creazione de Pakistan" ed è parte integrante della nazione, aggiungendo che “è responsabilità di ogni musulmano proteggere le comunità minoritarie”.
Il Primo Ministro ha aggiunto: “Non stiamo perseguendo i nemici delle minoranze solo per obbligo, ma per convinzione. Come seguaci del fondatore della patria Ali Jinnah e come seguaci del Profeta Maometto, agiamo secondo la legge e la Costituzione del Pakistan, che ci incoraggia e ci obbliga a rispondere a questa atrocità. Non daremo un facile condono ai persecutori. Se qualcuno perseguita una qualsiasi comunità, la giustizia lo raggiungerà”. “Fratelli e sorelle – ha detto il Primo Ministro rivolgendosi ai cristiani – siamo con voi, saremo la voce dei senza voce. Faremo rispettare la legge e troverete lo stato e la società accanto a voi non solo verbalmente, ma con gesti tangibili e significativi”. Anwar ul Haq ha quindi distribuito assegni per 2 milioni di rupie ciascuno ai cristiani cristiana le cui case sono state distrutte durante le violenze.
Sul piano del dialogo interreligioso, considerato una via importante per rafforzare le relazioni e costruire una cultura della pace e della convivenza, l'associazione internazionale "Religions for Peace" ha rivolto un appello a “partner ecumenici e interreligiosi in tutto il mondo per dire ‘no’ a ogni forma di violenza e oppressione, e continuare la pregare e a costruire la giustizia e la pace in Pakistan”.
Anche tra i pakistani in diaspora, è forte la solidarietà verso le comunità cristiane colpite: "Questo incidente scioccante ha scosso i cuori delle persone in tutto il mondo, evidenziando l’urgente necessità di unità, comprensione e tolleranza religiosa", rimarca l'associazione “Voice of The Voiceless international” (VOV) , formata da pakistani all’estero. "In questo momento di dolore e angoscia, esprimiamo la nostra più profonda vicinanza alla comunità cristiana pakistana. Ci appelliamo a tutti gli individui, le comunità internazionali e i leader perchè ci si schieri uniti contro l’odio, la violenza e l’intolleranza e perchè si possa promuovere e vivere in Pakistan in un ambiente in cui tutte le fedi siano rispettate e valorizzate".
(PA) (Agenzia Fides 22/8/2023)
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lunedì 26 febbraio 2018

ASIA/PAKISTAN - Un cristiano in fin di vita per le violenze della polizia

 
Lahore (Agenzia Fides) - C'è sdegno, preoccupazione e protesta nella comunità cristiana in Pakistan dopo il trattamento riservato dagli agenti della Federal Investigation Agency (FIA) sul 24enne cristiano Sajid Masih, nel corso delle indagini relative al caso di blasfemia che nei giorni scorsi ha coinvolto suo cugino, il 17enne Patras Masih. Patras Masih, giovane cristiano di Shahadra, sobborgo di Lahore, è stato accusato di aver commesso blasfemia con un post blasfemo su Facebook (vedi Fides 20/2/2018). Secondo quanto appreso dall'Agenzia Fides, Patras Masih è stato consegnato alla FIA per essere interrogato. La polizia ha convocato anche suo cugino Sajid Masih nel suo quartier generale. Durante l'interrogatorio la polizia ha riferito che Sajid Masih, nel tentativo di evadere, è saltato fuori dal quarto piano dell'edificio e ora è in gravi condizioni in ospedale, in terapia intensiva.
Sajid Masih dall'ospedale ha spiegato la sua versione, dichiarando che alcuni funzionari di polizia lo hanno malmenato e hanno cercato di forzarlo ad avere un rapporto sessuale con suo cugino Patras. Per evitare questa tortura e quest'atto di infamia, Sajid ha scelto di saltare fuori dalla finestra.
Come appreso da Fides, il ministro cristiano Kamran Micheal ha preso atto dell'incidente e ha contattato il direttore generale della FIA, Bashir Memon, chiedendo un'indagine adeguata in merito. La direzione ha assicurato un'inchiesta trasparente e ha promesso di portare i colpevoli sul banco degli imputati. Inoltre una scorta è stata assegnata a Sajid per evitare ritorsioni ai suoi danni.
In un messaggio inviato all'Agenzia Fides, Michelle Chaudhry, laica cattolica e presidente della "Cecil & Iris Chaudhry Foundation" (CICF) di Lahore, esprime rabbia e costernazione: “Siamo indignati e inorriditi per il comportamento dei funzionari della FIA. Chiediamo una indagine seria che accerti le responsabilità. Questa brutalità della polizia è inaccettabile. Il governo e la polizia devono proteggere la vita e la dignità di ogni singolo pakistano”.
Un appello al primo Ministro del Punjab è stato rivolto da Adan Farhaj, cristiano pakistano, membro della “Pakistan Minority Rights Organization” nel Regno Unito: “Urge intervenire - rileva a Fides - contro questa ingiustizia commessa da criminali che hanno ferocemente disonorato i nostri confratelli in Pakistan. Nella società pakistana si insegnano ogni giorno odio e discriminazione verso la comunità cristiana. Chiediamo al governo pakistano di tutelare la giustizia e salvaguardare i diritti delle minoranze religiose, specialmente dei cristiani che subiscono violenze. La libertà è un diritto di tutti e va tutelato”. (PA) (Agenzia Fides 26/2/2018)

mercoledì 22 febbraio 2017

Bollettino Agenzia fides 22 febbraio 2017

VATICANO - Appello del Papa per il Sud Sudan: non fermarsi solo alle dichiarazioni
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Al termine dell’udienza generale di oggi, in piazza san Pietro, il Santo Padre Francesco ha lanciato un appello per la tragica situazione in Sud Suda, con queste parole: “Destano particolare apprensione le dolorose notizie che giungono dal martoriato Sud Sudan, dove ad un conflitto fratricida si unisce una grave crisi alimentare che colpisce la Regione del Corno d’Africa e che condanna alla morte per fame milioni di persone, tra cui molti bambini. In questo momento è più che mai necessario l’impegno di tutti a non fermarsi solo a dichiarazioni, ma a rendere concreti gli aiuti alimentari e a permettere che possano giungere alle popolazioni sofferenti. Il Signore sostenga questi nostri fratelli e quanti operano per aiutarli”. (SL) (Agenzia Fides 22/02/2017)
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AFRICA/NIGERIA - I Vescovi di Ibadan: “È ora che il governo dimostri di saper mantenere le promesse”
 
Abuja (Agenzia Fides) - “Dopo due anni di governo della corrente amministrazione, i nigeriani non devono più sentirsi dire che i mali del presente derivano dalle scelte delle passate amministrazioni. I nostri governi, a livello federale e statale, hanno avuto abbastanza tempo per dimostrare le capacità di portare a compimento i cambiamenti promessi ai nigeriani” affermano i Vescovi della Provincia Ecclesiastica di Ibadan, in un comunicato pubblicato al termine della loro Assemblea, pervenuto a Fides.
Le consultazioni del 2015 hanno visto l’elezione a Presidente della Federazione, di Muhammadu Buhari, che ha suscitato caute speranze con le sua campagna anticorruzione e le annunciate riforme economiche. Le condizioni economiche della Nigeria sono però peggiorate a causa del crollo dei prezzi del petrolio degli ultimi anni e, come notano i Vescovi, ci sono nigeriani che soffrono la recessione delle loro entrate economiche.
“C’è un senso di disperazione” affermano i Vescovi. “Questa situazione provoca un sentimento generale perverso che si manifesta nella proliferazione di false notizie, scontri violenti, appelli alla divisione della Nigeria oltre alla criminalità dilagante. È urgente e necessario restaurare la fiducia dei nigeriani nella loro nazione”.
I Vescovi, dopo aver notato che la campagna anticorruzione del Presidente Muhammadu Buhari “sta perdendo vigore”, chiedono al governo di difendere i cittadini di fronte alle violenze soprattutto dei pastori Fulani e di cercare di migliorare le condizioni economiche in primo luogo creando nuovi posti di lavoro. (L.M.) (Agenzia Fides 22/2/2017)
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AFRICA/MALI - Bogotà invia un gruppo speciale antisequestri per indagare sulla suora colombiana rapita
 
Bamako (Agenzia Fides) - Il gruppo speciale antisequestri Guala della polizia nazionale della Colombia è stato inviato in Mali per aiutare le autorità locali a ritrovare suor Gloria Cecilia Narváez Argoti della Congregazione delle Suore Francescane di Maria Immacolata, sequestrata a Karangasso nel sud del Mali (vedi Fides 8/2/2017).
Come l’Agenzia Fides apprende da fonti colombiane, il gruppo Guala è specializzato nella ricerca di persone sequestrate e dispone di competenze tecniche e d’intelligence. Gli agenti colombiani lavoreranno insieme ai loro omologhi maliani e a quelli di almeno un Paese europeo che sono già impegnati nelle ricerche della religiosa. I rapitori di suor Cecilia hanno affermato di essere jihadisti, ma al momento non si hanno conferme sulla matrice del rapimento. (L.M.) (Agenzia Fides 22/2/2017)
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ASIA/PAKISTAN - Linciaggio a Lahore: 42 cristiani condannati per terrorismo
 
Lahore (Agenzia Fides) - Un tribunale antiterrorismo di Lahore ha condannato 42 cristiani per terrorismo. Come appreso da Fides, la Corte ha pronunciato la condanna per i cittadini cristiani accusati del linciaggio avvenuto in seguito agli attentati a due chiese (una cattolica, una protestante) nel quartiere di Youhanabad, a Lahore, il 15 marzo 2015.
Dopo le bombe, era divampata la protesta dei fedeli che hanno fermato e ucciso - in un gesto condannato da tutti i leader cristiani -, due musulmani sospettati di essere autori o complici degli attentatori. Nei giorni successivi, la polizia aveva compiuto diversi raid nel quartiere arrestando circa 500 persone e poi confermando il fermo per 84 cristiani, accusandoli di omicidio e terrorismo. Tra costoro, 42 sono stati scagionati nell’estate 2016. Tra gli altri 42 condannati oggi, tre attivisti per i diritti umani sono stati etichettati come "istigatori di violenza". I cristiani sostengono che gli omicidi sono stati compiuti da alcuni agitatori, infiltrati nella comunità.
La Commissione nazionale Giustizia e Pace dei Vescovi cattolici, in un comunicato inviato a Fides, esprime delusione “perchè le forze dell'ordine e le autorità si sono concentrate solo sul pur deplorevole evento del linciaggio, da condannare con forza, mentre gli autori dell'attentato criminale alle chiese, contro fedeli innocenti in preghiera, sono ancora impuniti".
Secondo l'Ong "Centre for Legal Aid, Assistance and Settlement” (CLAAS) almeno 32 imputati "sono accusati ingiustamente" e nel verdetto possono aver pesato le pressioni di estremisti islamici.
Per prevenire incidenti di tal genere, nei giorni scorsi l’Assemblea nazionale del Pakistan ha approvato il “Criminal Laws Amendment Act 2016", legge che punisce settarismo, conversioni forzate e linciaggio di massa. Il testo, che per entrare in vigore deve essere firmato dal Presidente della nazione, è stato accolto come un passo avanti per le condizioni delle minoranze religiose. Le nuove disposizioni emendano alcune leggi già esistenti prescrivendo il carcere da uno a tre anni per incitamento all'odio religioso e alla violenza, mentre prevedono la reclusione fino a 10 anni nei casi di matrimoni forzati di ragazze minorenni o donne appartenenti alle minoranze. Inoltre il testo rende perseguibile penalmente il linciaggio da parte di “folle che assumono la legge nelle proprie mani”. (PA) (Agenzia Fides 22/2/2017)
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ASIA/IRAQ - Nel nuovo disegno di legge sul Parlamento, un seggio in più riservato ai cristiani
 
Baghdad (Agenzia Fides) – Un disegno di legge per rivedere la distribuzione dei seggi della Camera dei rappresentanti tra le diverse circoscrizioni elettorali irachene, pubblicato dalle istituzioni parlamentari competenti nella giornata di lunedì 20 febbraio, prevede anche l'aumento di seggi riservati alle minoranze cristiane, che passerebbero da cinque a sei, con l'aggiunta di un seggio riservato ai cristiani armeni nella capitale Baghdad. I seggi della nuova Assemblea parlamentare, secondo il disegno da sottoporre alla discussione delle forze politiche, passerebbero da 325 a 328, con 318 di essi distribuiti tra le diverse province in base ai confini amministrativi. Sabei, mandei e yazidi avrebbero nel nuovo Parlamento un solo seggio garantito per ciascuna delle tre minoranze.
Nel frattempo il Patriarca caldeo Louis Raphael I Sako, incontrando domenica 19 febbraio a Erbil alcuni autorevoli rappresentanti della Lega Caldea, ha rinnovato l'appello a mettere in atto processi di riconciliazione e di cooperazione tra tutte le componenti sociali, etniche e religiose presenti in Iraq, evitando di trasformare anche i riferimenti alle diverse appartenenze confessionali dei cristiani in pretesto per accentuare le derive settarie che continuano a minacciare l'unità del Paese. (GV) (Agenzia Fides 22/2/2017).
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ASIA/TERRA SANTA - L'esercito israeliano inizia la demolizione di villaggi beduini. A rischio anche la “Scuola di Gomme”
 
Gerusalemme (Agenzia Fides) – I bulldozer dell'esercito israeliano sono già entrati in azione per realizzare l'annunciata demolizione di villaggi beduini situati nei territori della Cisgiordania occupata, a est di Gerusalemme, in un'area considerata strategica per la creazione e l'espansione di nuovi insediamenti di coloni. La prima abitazione beduina è stata demolita nel villaggio di Tabana, lunedì 20 febbraio. Il piano messo in atto prevede lo spostamento forzato dei beduini dei villaggi di Khan Al Ahmer, di Abu Hindi e Abu Nawar, quest'ultimo molto vicino all’insediamento israeliano di Ma’ale Adumim.
Suor Azezet e suor Agnese, religiose comboniane coinvolte anche nell'animazione di 8 piccoli asili dell'area, raccontano all'Agenzia Fides i sentimenti di ansia, paura e frustrazione registrati tra i beduini colpiti dal piano di demolizione e spostamento forzato, a cominciare dai bambini. Nel villaggio di Khan Al Ahmer, con 42 baracche, la cui demolizione effettiva è stata annunciata per giovedì 23 febbraio, sorge anche la famosa “Scuola di Gomme”, frequentata da 178 bambini della tribù beduina dei Jahalin, che potrebbe presto essere fatta a pezzi dai buldozer. “Chi distrugge le scuole distrugge il futuro”, fanno notare gli insegnanti della scuola.
La Scuola di Gomme è una struttura realizzata con 2.200 vecchi pneumatici appoggiati uno sull’altro, come fossero mattoni, riempiti di terra e pressati. I coloni chiedono di abbattere una scuola definita 'illegale' perchè sorta senza il permesso delle autorità di occupazione militare, nonostante la scuola sia priva di elementi architettonici “permanenti”, tirata su senza cemento e fondamenta, proprio per non contravvenire ai regolamenti militari che vietano la costruzione non autorizzata di edifici nell'Area C, quella in cui rientra il 60% della Cisgiordania, sotto il controllo di Israele.
Sulla Scuola di Gomme grava una sentenza di demolizione sin dalla sua costruzione, avvenuta nel 2009. Negli ultimi anni, la demolizione effettiva della struttura è stata a più riprese sollecitata dai coloni che vivono nella zona. Nel 2014, i giudici israeliani avevano chiesto alle parti di trovare un accordo, riconoscendo l’utilità sociale della scuola.
La rimozione della scuola faciliterebbe l'espansione della colonia di Kfar Adumim. Tutta l’area, nel cosiddetto corridoio E1, è coinvolta nel progetto che mira a estendere fino alla colonia ebraica di Ma'ale Adumim il Muro di separazione, costruito in gran parte su territori palestinesi. Già nel 2014, l'esercito israeliano aveva realizzato un intervento presso la scuola per sequestrare alcune attrezzature di gioco per i bambini donate dalla Cooperazione italiana.
“In questa situazione di grande incertezza” riferiscono le Suore comboniane “anche noi abbiamo sperimentato frustrazione di fronte a tanta ingiustizia e violazione dei diritti umani, oltre alla incapacità di trovare parole di conforto e di consolazione... Chiediamo preghiera e giustizia per questi nostri fratelli e sorelle e che il Signore della misericordia intervenga in loro favore”. (GV) (Agenzia Fides 22/2/2017).
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ASIA/INDONESIA - Seminari di educazione sanitaria per gli studenti e una medical mission per oltre 600 malati
 
Maumere (Agenzia Fides) - Fin dal loro arrivo nella diocesi di Maumere, sull’isola di Flores, Indonesia, nel 2009, i religiosi Camilliani hanno promosso la celebrazione della Giornata Mondiale del Malato con varie iniziative nella diocesi. “Anche quest’anno, la Giornata ha attirato e stimolato l’interesse delle autorità sanitarie locali che hanno collaborato con i nostri missionari nell’organizzare alcune attività in favore dei malati”. Lo racconta a Fides padre Luigi Galvani, MI, missionario impegnato da anni sull’isola.
“Nei giorni precedenti la Giornata, infatti, sono state organizzate diverse iniziative. Tra queste, un gruppo di medici e infermiere, insieme ai nostri seminaristi, hanno promosso seminari di educazione sanitaria tra gli studenti di diverse scuole” continua padre Galvani. “Inoltre, nei giorni 4 e 5 Febbraio, 6 medici, 15 infermiere e 35 seminaristi Camilliani hanno portato avanti una medical mission in un lontano villaggio di montagna. Oltre 600 i malati assistiti, tra cui alcuni affetti da HIV e numerose mamme con seri problemi di gravidanza. I nostri seminaristi invece hanno contribuito visitando i malati e gli anziani nelle loro case, insegnando il catechismo ai bambini, proponendo temi di igiene e buona salute. A conclusione di queste due giornate nel villaggio di Wolofeo, viva e commovente è stata la Santa Messa domenicale per i malati, tenutasi per la prima volta nel villaggio, con l’animazione del coro formato da medici, infermiere e seminaristi. Molto attesa e ben partecipata, infine, è stata la celebrazione diocesana per i malati, tenutasi domenica 12 febbraio, nella parrocchia periferica della città, Bolawolon”.
(LG/AP) (22/2/2017 Agenzia Fides)
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AMERICA/HAITI - Circa 4 mila detenuti in attesa di giustizia, aumentano i morti per fame e degrado
 
Port au Prince (Agenzia Fides) – Ieri, 21 febbraio, presso la chiesa di St. Anne a Port au Prince, padre Jean Robert Louis ha celebrato alla presenza dei familiari, i funerali di 20 detenuti del Penitenziario Nazionale morti per malnutrizione, in condizioni di miseria e mancanza d'igiene. Solo pochi giorni fa, l'agenzia Associated Press aveva segnalato la terribile situazione dei carcerati nella capitale.
Secondo fonti di Fides, il Penitenziario Nazionale di Port-au-Prince ha una capacità di 778 detenuti, questo significa 2,25 m2 per detenuto sotto degli standard internazionali che definiscono la superficie minima per detenuto a 4,50 m2. In realtà, a causa del sovraffollamento, il Penitenziario Nazionale nel mese di gennaio 2017 conta 4.257 prigionieri, quindi ognuno ha meno della metà di un metro quadro di spazio vitale. La gravità della situazione è testimoniata anche dal fatto che solo 548 detenuti di questa prigione sono stati condannati, tutti gli altri sono in carcere senza processo, che alcuni attendono anche molti anni.
In questo carcere nel 2016 sono morti 60 detenuti a causa di malattie e cattiva sanità. Tra il 1° e il 19 gennaio c’è stato un aumento dei decessi rispetto ai mesi precedenti. Le cause di morte, segnalate dalle autorità carcerarie, sono: anemia grave, arresto cardiaco, insufficienza respiratoria, tubercolosi polmonare, shock ipovolemico e gastroenterite.
Padre Jean Louis Robert, che aveva celebrato anche i funerali di altri detenuti nel mese di gennaio, ha ribadito l'impegno della Commissione per la pastorale carceraria della sua parrocchia per continuare a sostenere questo tipo di iniziative, di celebrare i funerali e seppellire i morti. In precedenza i prigionieri deceduti venivano gettati in una fossa comune, molto spesso senza informare le famiglie.
(CE) (Agenzia Fides, 22/02/2017)
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AMERICA/VENEZUELA - Più di 650 partecipanti al V Congresso dell'Infanzia e Adolescenza Missionaria
 
Caracas (Agenzia Fides) – Con l'arrivo di 650 partecipanti da tutto il paese, sabato 25 febbraio apre le porte a Caracas il V Congresso Nazionale dell’Infanzia e Adolescenza Missionaria (CONIAM). Lo scopo dei tre giorni d'incontro, che si conclude il 27 febbraio, è incoraggiare l'impegno missionario dei giovani partecipanti in modo da contagiare di entusiasmo gli altri membri della IAM in tutto il paese.
Con lo slogan “Con Cristo nasce e rinasce sempre la mia gioia” il CONIAM vuole anche celebrare i 52 anni di fondazione di questa Pontificia Opera Missionaria in Venezuela. Il programma prevede una serie di attività per riflettere, pregare, celebrare e fare festa tenendo in considerazione i principali temi che scandiscono la vita annuale della IAM.
L'incontro verrà inaugurato da padre Endeer Zapata, Direttore Nazionale delle POM in Venezuela, che introdurrà la Messa di apertura, presieduta dall’Arcivescovo Aldo Giordano, Nunzio Apostolico in Venezuela
(CE) (Agenzia Fides 22/02/2017)

lunedì 2 gennaio 2017

Bollettino agenzia Fides 2 gennaio 2017

ASIA/PAKISTAN - Festa e istruzione per i figli dei coniugi cristiani arsi vivi per blasfemia
 
Lahore (Agenzia Fides) - Suleiman, Sonia e Poonam, i figli di Shama e Shahzad Masih, i due coniugi cristiani pakistani massacrati e arsi vivi per presunta blasfemia a novembre 2014, hanno celebrato le festività del Natale del nuovo anno serenamente, grazie ai volontari della "Cecil Chaudhry & Iris Foundation" , guidata dalla cattolica Michelle Chaudhry, che si occupa di garantire l'istruzione ai tre orfani.
I tre sono sono figli della di Shama e Shahzad uccisi circa due anni fa a Kot Radha Kishan, nel distretto di Kasur, nel Punjab pakistano. Da allora la "Cecil Chaudhry & Iris Foundation" si è assunta la responsabilità di educare questi bambini, sostenendo tutte le loro spese di istruzione come tasse scolastiche, libri, cancelleria, uniformi, costi delle attività extrascolastiche, gite, trasporti, assegnando anche una borsa di studio al nonno dei bambini, con cui attualmente essi vivono. Come appreso da Fides, Suleiman e Sonia studiano in una scuola cattolica di suore a Lahore ed entrambi i bambini si sono inseriti molto bene a scuola. Il preside e il personale sono estremamente felici dei loro progressi. La più piccola, Poonam, attualmente nella scuola materna, si unirà ai fratellini a marzo 2017.
Michelle Chaudhry, presidente della Fondazione, ha dichiarato a Fides: "Ci dà immenso piacere vedere questi bambini ben adattati; sono felici, sicuri di sé e sereni e con un buon rendimento scolastico. Siamo felici di essere parte della loro vita e stiamo facendo tutto il possibile per fornire questi bambini un ambiente di vita sano e sicuro, che veramente meritano". Durante le festività, ai bambini sono stati donati regali e dolci di Natale: "I piccoli si sono divertiti molto ed erano, come sempre, affascinati dall'albero di Natale", spiega Chaudhry.
La fondazione che presiede è un'organizzazione indipendente senza scopo di lucro, impegnata ar sradicare l'ingiustizia nella società, promuovendo i gruppi svantaggiati, vulnerabili ed emarginati all'interno del Pakistan. (PA) (Agenzia Fides 2/1/2017)

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ASIA/IRAQ - Le autorità civili: cristiani, tornate a Bassora
 
Bassora (Agenzia Fides) – Le celebrazioni per l'inizio del nuovo anno 2017 hanno fornito alle autorità civili della provincia di Bassora l'occasione di diffondere numerosi messaggi e segnali di attenzione nei confronti dei cristiani. In particolare, il presidente del Consiglio provinciale di Bassora, Khalaf Abdul al Samad, visitando una chiesa armena di Bassora ha manifestato l'intenzione di offrire consistente appoggio alla ristrutturazione e al ripristino in attività delle chiese, esprimendo a nome delle autorità locali l'invito ai cristiani iracheni immigrati a fare ritorno alla propria terra d'origine, soprattutto nelle aree liberate dal controllo dei jihadisti.
Anche a Bassora, 590 km a sud di Baghdad, la popolazione cristiana – che un tempo rappresentava una componente significativa della classe mercantile della città irachena - è diminuita drasticamente negli ultimi decenni. Attualmente i battezzati che vivono a Bassora sono poche centinaia, mentre nella città, prima della guerra Iraq-Iran, risiedevano circa 2500 famiglie cristiane. Lo scorso aprile, per la città irachena è passato il più grande pellegrinaggio compiuto da cristiani iracheni negli ultimi anni, quello che ha visto circa 200 caldei di Baghdad recarsi fino a Ur, il sito storico della bassa Mesopotamia, attualmente nel governatorato iracheno di Dhi Quar, che viene generalmente identificata con il luogo di nascita del Patriarca Abramo, padre di tutti i credenti. Guidati dal Vescovo caldeo Basilio Yaldo e da sette sacerdoti, i cristiani appartenenti a diverse comunità e parrocchie di Baghdad avevano vissuto il pellegrinaggio come momento forte nello spirito dell'Anno della Misericordia. (GV) (Agenzia Fides 2/1/2017).
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ASIA/SIRIA - A Aleppo, Capi delle Chiese cristiane pregano insieme per la pace
 
Aleppo (Agenzia Fides) – Ad Aleppo, all'inizio del nuovo anno, in occasione della giornata mondiale per la Pace, il Patriarca Mar Ignatios Aphrem II Primate della Chiesa siro-ortodossa, ha presieduto la preghiera per la pace in Siria ospitata presso la cattedrale siro- ortodossa dedicata a Sant'Efrem. Al'iniziativa di preghiera comune, olte a vescovi e sacerdoti della Chiesa siro-ortodossa, hanno preso parte anche il Vescovo maronita Joseph Tobji, il vescovo caldeo Antoine Audo e il Reverendo Ibrahim Nseir, della Chiesa evangelica araba. I Patriarca, i vescovi e tutti i presenti hanno pregato insieme per la pace in Siria e la cessazione delle violenza, e nella preghiera hano chiesto di nuovo anche il ritrno alle proprie case dei due Metropoliti di Aleppo scomparsi dall'aprile 2013, il greco ortodosso Boulos Yazigi e il siro ortodosso Mar Gregorios Yohanna Ibrahim. (GV) (Agenzia Fides 2/1/2017).
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ASIA/INDIA - Donare gli organi è un servizio a Dio e all'umanità
 
Bombay (Agenzia Fides) - Il 77enne vescovo Agnelo Gracias, ausiliare di Bombay, ha deciso di donare i suoi organi dopo la morte. Questa tedenza è cresciuta enormemente nella comunità cristiana: sono sempre di più i sacerdoti, religiosi e fedeli disposti a donare i loro organi nell'eventualità di morte cerebrale, condizione obbligatoria per il trapianto di organi. "Ho pensato che mi piacerebbe essere di aiuto all'umanità e ho comunicato alla mia famiglia la mia intenzione di donare gli organi dopo la mia morte ", ha spiegato il vescovo. "Se qualcuno potrà vedere attraverso i miei occhi, o utilizzare il mio rene per vivere più a lungo, credo questo sarebbe un servizio a Dio", ha aggiunto. Come appreso da Fides, il vescovo ha promosso la pratica della donazione di organi scrivendone sulle riviste locali per incoraggiare la comunità, parlandone nel corso di liturgie e conferenze. Secondo Gracias, è bene che cresca la consapevolezza nella comunità cristiana su come "si può servire Dio e l'umanità anche e dopo la morte".
A ottobre 2014, Papa Francesco ha parlato di donazione di organi come "testimonianza d'amore", e il vescovo Gracias ha usato queste parole per amplificare il messaggio, ricordando che anche l'arcivescovo di Mumbai, Oswald Gracias, è donatore di organi.
Nel 2016, a Bombay vi sono state 58 donazioni di organi che hanno beneficiato 91 pazienti affetti da insufficienza renale, 58 casi di insufficienza epatica cronica e 34 pazienti affetti da probemi cardaici. (PA) (Agenzia Fides 2/1/2017)

giovedì 31 marzo 2016

Bollettino Fides News del 30 marzo 2016

AFRICA/UGANDA - I leader cristiani chiedono la liberazione del leader dell’opposizione
 
Kampala (Agenzia Fides)- Durante le festività pasquali diversi leader cristiani ugandesi hanno rivolto appelli perché sia rilasciato il leader dell’opposizione Dr Kizza Besigye, agli arresti domiciliari dal 19 febbraio. Besigye era stato arrestato durante le elezioni che hanno visto la riconferma del Presidente Yoweri Museveni, al potere da 30 anni (vedi Fides 19/2/2016).
“Dobbiamo lavorare per unire la popolazione del nostro Paese” ha detto Sua Ecc. Mons. John Baptist Kaggwa, Vescovo di Masaka, durante la Messa di Pasqua, rivolgendo un appello al governo perché metta fine alla detenzione domiciliare del leader del Forum for Democratic Change (FDC).
L’Arcivescovo anglicano dell’Uganda, Stanley Ntagali, sempre nella domenica di Pasqua, ha chiesto ai fedeli di pregare “per il dottor Besigye che si trova agli arresti domiciliari, affinché venga liberato dal governo”.
Un altro Vescovo anglicano, Johnson Gakumba della Northern Uganda Diocese, ha rivolto un appello al dialogo per risolvere la crisi politica. “Se fossi il Presidente Museveni - ha detto nel corso della celebrazione pasquale a Gulu - parlerei con il Dr Besigye. Questo aiuterebbe la nazione ad andare avanti”.
Secondo le autorità, Kizza Besigye è stato posto in stato di arresto preventivo per impedirgli di organizzare proteste atte a turbare l’ordine pubblico. L’opposizione afferma invece che con il suo arresto si è voluto impedire ai cittadini di radunarsi per protestare per le gravi irregolarità nello svolgimento delle elezioni. (L.M.) (Agenzia Fides 30/3/2016)
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AFRICA/CONGO RD - Un morto e un ferito nell’assalto ad un automezzo della Caritas, il terzo in un anno
 
Kinshasa (Agenzia Fides)- Un autista della Caritas è stato ucciso in un agguato stradale avvenuto nei pressi di Uvira nel Sud Kivu (provincia nell’est della Repubblica Democratica del Congo).
Il fatto è avvenuto il 25 marzo, quando un automezzo della Caritas di Uvira incaricato di trasportare gli stipendi degli insegnanti nel Territorio di Fizi, è stato bloccato nei pressi del ponte Lubumba a più di 40 km da Uvira.
I malviventi hanno costretto l’autista a scendere dal veicolo prima di ucciderlo con un colpo alla testa. È morto durante il trasporto all’ospedale. L’altra passeggera, la contabile della Caritas, è stata ferita alla mano. È stata poi rilasciata dai banditi che hanno sottratto 194 milioni di franchi congolesi,
Il denaro serviva a pagare gli stipendi degli insegnanti di 201 scuole primarie e secondarie di cinque cittadine del Territorio di Fizi.
In base ad un accordo firmato nel 2011 tra il governo congolese e Caritas Congo, quest’ultima è stata incaricata di provvedere al pagamento degli stipendi degli insegnanti versati dal Ministero dell’Istruzione (vedi Fides 12/8/2011).
Secondo Radio Okapi, che riporta la notizia, questo è il terzo assalto ad un automezzo della Caritas nella zona nel giro di un anno. L’ultimo risale a febbraio, ma non aveva avuto conseguenze così drammatiche. (L.M.) (Agenzia Fides 30/3/2016)
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AFRICA/MOZAMBICO - Gli Orionini aprono una nuova comunità a Chiconela, nella diocesi di Xai-Xai
 
Chiconela (Agenzia Fides) - L’Opera Don Orione apre una nuova comunità a Chiconela, nella diocesi di Xai-Xai, a 200 km dalla capitale del Mozambico, Maputo. Il vasto territorio affidato agli Orionini dal Vescovo di Xai-Xai, una zona rurale povera e poco curata, include tre zone: Chiconela, Zonguene e Novela, dove sorgono 11 piccole cappelle, attorno alle quali si riuniscono sltrettante comunità cristiane. La prima comunità orionina della nuova missione è formata da P. José Geraldo da Silva (brasiliano), P. Isaac Vondoame (togolese), a cui si unirà a giugno un chierico mozambicano.
La prima presenza degli Orionini in Mozambico risale al 2003, quando giunsero nella periferia di Maputo, a Bagamoyo, cui seguì la struttura per disabili a Zimpeto. Ora l’accordo tra il Vescovo di Xai-Xai, Sua Ecc. Mons. Lucio Muamdula, e la Congregazione prevede, oltre all’affidamento della Parrocchia ed alla costruzione della chiesa che sarà dedicata a San Luigi Orione, anche la realizzazione di una scuola di arti e mestieri per i giovani di Chiconela.
“Quanto sta avvenendo a Chiconela – dichiara don Flavio Peloso, Superiore generale dell’Opera don Orione che in questi giorni è sul posto per inaugurare la nuova missione – è un frutto della Pasqua del Signore risorto… Il patrono di questa nuova parrocchia, San Luigi Orione, ci ha insegnato a portare la buona novella insieme alle opere di carità verso i più poveri e bisognosi nostri fratelli. Per questo vicino alla chiesa parrocchiale sorgerà, su indicazione del Vescovo, un'opera educativa per aiutare i figli di questo popolo a prepararsi per il futuro con sani valori, con la fede e con un buon lavoro”. (SL) (Agenzia Fides 30/03/2016)
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ASIA/PAKISTAN - Strage a Lahore: i Vescovi chiedono protezione e una azione decisa dello stato
 
Lahore (Agenzia Fides) – “L'uccisione di persone innocenti, in particolare donne e bambini, in nome della religione è inaccettabile. Insieme con i cristiani, molti dei nostri fratelli musulmani, donne, bambini e famiglie sono state vittime di questo attacco brutale. Preghiamo per tutte le vittime di questo attentato e invitiamo il governo a individuare e consegnare i colpevoli alla giustizia, adottando stringenti misure per la protezione di tutti i cittadini, tra cui le minoranze e le comunità vulnerabili”: lo dice all’Agenzia Fides il Vescovo Joseph Arshad, Presidente della Commissione nazionale “Giustizia e Pace” della Conferenza episcopale del Pakistan, all’indomani della “strage di Pasqua”, avvenuta a Lahore. Al Gulshan-i-Iqbal Park, area verde della città, un kamikaze si è fatto esplodere uccidendo 72 persone, tra le quali 30 bambini, e ferendone oltre 300.
“Pochi giorni fa il governo – ricorda il Vescovo – aveva preso l’iniziativa di dichiarare giorni festivi l’Holi (festa indù) e la Pasqua (festa cristiana). Per questo i cristiani stavano tranquillamente affollando il parco dove è avvenuta la strage” spiega. A rivendicare l’attentato è stato il gruppo terrorista “Jamaatul Ahrar”, fazione scissionista del gruppo principale “Tehreek-i-Taliban”, dei Talebani pakistani, che ha affermato di voler “colpire i cristiani” e di voler lanciare una “sfida al governo”.
I Vescovi del Pakistan, tramite la Commissione nazionale Giustizia e Pace, hanno “condannato con forza il tragico attacco contro persone innocenti”, ricordando che “il governo pur affrontando gli elementi estremisti attraverso operazioni militari, deve affrontare anche le cause di questa intolleranza”, auspicando “una operazione su larga scala per eliminare tali elementi che sfidano palesemente lo stato”.
Mons. Arshad osserva “la precarietà di vita sempre più evidente in Pakistan, per tutti i cittadini” e conclude indicando la via della preghiera: “Chiediamo al Signore Gesù Cristo di dare al Pakistan saggezza, tolleranza e pace, e di concedere alle famiglie delle vittime la grazia a la forza per sopportare la perdita dei loro cari”. (PA) (Agenzia Fides 30/3/2016)
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ASIA/PAKISTAN - Leader religiosi insieme per la pace, contro il terrorismo
 
Lahore (Agenzia Fides) – Leader cristiani e musulmani si sono ritrovati insieme per invocare la pace per ribadire il loro impegno comune contro il terrorismo, all’idomani della strage di Pasqua, avvenuta a Lahore: come appreso da Fides, l’assemblea è stata organizzata nel complesso della chiesa di Santa Maria a Lahore dal “Consiglio per il dialogo interreligioso”, organismo avviato dal frate cappuccino p. Francis Nadeem, Provinciale dei Cappuccini in Pakistan. P. Nadeem spiega a Fides: “Questa è una dimostrazione significativa di armonia nazionale e di comune impegno interreligioso per la pace, la giustizia, la solidarietà”. Il frate ha anche ricordato ai presenti le parole e i gesti di Papa Francesco: “Il Pontefice ha dichiarato il 2016 Anno della misericordia e nella celebrazione del Giovedi Santo, lavando e baciando i piedi ai richiedenti asilo e rifugiati, ha voluto esprimere misericordia e mostrare rispetto per tutti gli esseri umani, a prescindere da razza o religione. Il Papa ha lanciato un appello, dicendo che l'atto barbarico dei terroristi in Pakistan ha convertito la gioia della Pasqua in dolore. E ha chiesto alle autorità del Pakistan di adottare misure immediate per garantire la sicurezza”.
Il leader musulmano Pir Shafaat Rasool, impegnato nel Consiglio per il dialogo interreligioso, ha detto: “Tutti abbiamo da imparare da Papa Francesco e siamo chiamati a seguire il suo eccezionale dinamismo. Condanniamo l’atto spietato di radicali insensibili, che è contrario agli insegnamenti dell'Islam”.
Molti altri leder presenti hanno rilevato: “Siamo stanchi di trasportare cadaveri di persone innocenti sulle nostre spalle e condannare questo tipo di attacchi. Domandiamo al governo del Pakistan di vigilare specialmente sui finanziatori e sui promotori delle organizzazioni terroristiche”.
I partecipanti hanno acceso candele per ricordare i defunti, offrendo preghiere per le loro anime, ed espresso solidarietà con le famiglie di tutte le vittime. (PY-PA) (Agenzia Fides 30/3/2016)
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ASIA/SIRIA - L'esercito siriano si avvicina a Qaryatayn; tutti fuggiti i cristiani che erano sotto i jihadisti
 
Qaryatayn (Agenzia Fides) – Dopo aver liberato l'area archeologica di Palmira, l'esercito governativo siriano – appoggiato dall'aviazione russa e da milizie sciite iraniane e libanesi – punta a liberare l'area intorno a Qaryatayn, la città a 70 chilometri da Homs che era stata conquistata dai jihadisti dello Stato Islamico (Daesh) nell'agosto 2015. Le forze armate siriane hanno già preso il controllo dei sobborghi dell'area urbana, mentre fonti locali riferiscono all'Agenzia Fides che Qaryatayn è ormai una città fantasma, abbandonata da tutti coloro che sono riusciti a sottrarsi ai raid aerei che da settimane colpiscono la zona.
Le stesse fonti confermano a Fides che sono riusciti a fuggire verso i villaggi della regione di Homs anche gli oltre 170 cristiani di Qaryatayn che erano stati presi in ostaggio e deportati dai miliziani del Daesh quando la città era caduta sotto il loro controllo, e che poi erano stati riportati alle loro case, sottomessi al regime instaurato dal Daesh, dopo essere stati costretti a sottoscrivere il “contratto di pagamento” imposto loro per continuare a vivere nelle loro abitazioni. L'allontanamento dei cristiani da Qaryatayn – sottolineano le fonti contattate dall'Agenzia Fides – si è realizzato in maniera graduale, a piccoli gruppi, dopo che un primo raggruppamento di cinquanta di loro aveva raggiunto già ai primi di ottobre i villaggi di Zaydal e Fairuzeh, in una zona controllata dall'esercito governativo siriano. Domenica 11 ottobre era tornato a disporre pienamente della propria libertà anche il sacerdote siriano Jacques Murad, che i jihadist i avevano prelevato il 21 maggio 2015 dal monastero di Mar Elian, alla periferia di Qaryatayn.
Da ottobre in poi, i cristiani rimasti a Qaryatayn, anche grazie all'aiuto di amici musulmani e di tribù locali, hanno potuto lasciare a piccoli gruppi la città sottoposta ai raid sempre più intensi contro le postazioni del Daesh, e trovare rifugio nei villaggi più prossimi a Homs, sotto controllo dell'esercito governativo. Sotto i bombardamenti realizzati delle forze anti-jihadiste su Qaryatayn sono morti anche otto cristiani. Nelle ultime settimane, l'intensificarsi delle operazioni militari ha convinto a fuggire anche le famiglie cristiane più restìe a lasciare le proprie case. Adesso – riferiscono le fonti contattate da Fides – anche tutti gli abitanti musulmani hanno lasciato la città. Molti di loro difficilmente vi faranno ritorno in tempi brevi, dopo che essa verrà riconquistata dall'esercito siriano, per non rischiare di essere arrestati come fiancheggiatori del Daesh. (GV) (Agenzia Fides 30/3/2016).
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ASIA/TURCHIA - Nell'offensiva contro le milizie curde, il governo turco “espropria” anche le chiese di Diyarbakir
 
Diyarbakir (Agenzia Fides) – Nel quadro delle operazioni militari messe in atto nella Turchia meridionale contro le postazioni curde del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), il governo di Ankara ha disposto l'esproprio di un'ampia zona del centro storico di Diyarbakir, confiscando anche tutte le chiese della metropoli che sorge sulla riva del fiume Tigri. Lo riferiscono fonti locali, rilanciate da Agos, il giornale bilingue turco-armeno pubblicato a Istanbul.
La disposizione di esproprio del governo è stata pubblicata anche sulla Gazzetta ufficiale del Consiglio dei Ministri, e ha coinvolto la chiesa armena apostolica di San Giragos (Ciriaco), la chiesa siriaca dedicata alla Vergine Maria, la chiesa caldea di Mar Sarkis (San Sergio), la chiesa armeno-cattolica e un luogo di culto protestante, oltre a più di 6mila abitazioni, dislocate in gran parte nel centro storico. Al momento nessuna chiesa cristiana di Diyarbakir risulta aperta al culto.
Il funzionario turco Adnan Ertem, responsabile della Direzione delle fondazioni religiose, ha presentato l'esproprio come una misura preventiva presa con procedura d'urgenza per salvaguardare il centro storico di Diyarbakir dalle devastazioni provocate dal conflitto. Mentre Nevin Solukaya, a capo dell'Ufficio per la Cultura della città di Diyarbakir, ha suggerito ai responsabili delle Fondazioni che risultano come titolari delle diverse chiese espropriate di presentare ricorso contro la nazionalizzazione.
La chiesa armena di San Ciriaco, recentemente restaurata dopo lunghi anni di abbandono e estenuanti trattative con le autorità civili, è una delle più grandi chiese armene di tutto il Medio Oriente, e vanta una storia secolare.
Lunedì scorso, 28 marzo, il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che dallo scorso luglio – quando sono ripresi gli scontri con i ribelli nelle aree del Paese dove è concentrata la minoranza curda - le forze armate turche hanno ucciso più di 5.000 militanti del PKK, mentre nello stesso periodo le forze di sicurezza governative avrebbero registrato tra le proprie file 355 caduti. Nel conflitto a fasi alterne tra esercito turco e gruppi paramilitari dell'indipendentismo curdo, quella apertasi a luglio rappresenta la stagione più cruenta registrata negli ultimi due decenni. (GV) (Agenzia Fides 30/3/2016). 
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AMERICA/URUGUAY - Una “laicità” per ostacolare la presenza cattolica nella vita del paese
 
Canelones (Agenzia Fides) – Il Vescovo di Canelones, Sua Ecc. Mons. Alberto Sanguinetti, ha chiesto "un po' di attenzione nell’uso della definizione di laicità" dello Stato e "un maggior rispetto per la libertà religiosa". Mons. Sanguinetti si è espresso così dopo le recenti affermazioni delle autorità in seguito alla richiesta dell'Arcidiocesi di Montevideo di collocare un'immagine della Vergine Maria nella via principale di Montevideo. Alcuni infatti si sono dichiarati offesi, sostenendo che si va contro la laicità dello Stato.
Dopo aver rivisto tutti i possibili significati del termine “laicità”, Mons. Sanguinetti conclude che il più ampiamente applicato in territorio uruguaiano è quello che definisce un atteggiamento volto a "ostacolare la presenza cattolica nella vita del paese".
In una nota della Conferenza Episcopale dell'Uruguay (CEU), inviata a Fides, il Vescovo di Canelones sottolinea che “a volte 'laicità' si riferisce a una certa neutralità dello Stato nei confronti delle religioni, per consentire la libertà di culto e la libertà religiosa, senza reprimere o costringere la coscienza o l'esercizio della vita secondo la propria religione”. “In altre occasioni, a motivo della 'laicità' si afferma una posizione indipendentemente dalla religione” continua la nota.
“In Uruguay la 'laicità' è stata usata come arma per escludere la religione dalla vita pubblica. Ma se ogni simbolo religioso colpisce la libertà degli altri, sembra che non accada così con i simboli massonici che abbiamo nella stessa piazza della Costituzione o nella piazza centrale. Così la laicità è stata utilizzata da alcuni gruppi contro la religione che riunisce una grande parte della popolazione, la religione cattolica, cioè per ostacolare la presenza cattolica nella vita del paese” conclude la nota.
L’Arcivescovo di Montevideo, il Card. Daniel Sturla, ha ammesso che non si aspettava il dibattito sollevato, anche se ciò "non lo sorprende”. "Montevideo deve essere una delle poche capitali in America Latina dove non c'è un monumento pubblico alla Vergine Maria, che esiste in quasi tutte le città in America e in molti centri urbani” ha ricordato il Cardinale. "La grande conquista della società democratica è che ognuno, senza offendere l'altro, possa manifestare pubblicamente, questo fa parte della pluralità" ha detto.
(CE) (Agenzia Fides, 30/03/2016)
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AMERICA/BRASILE - Nuova missione delle suore Guanelliane in Amazzonia
 
San Gabriel da Cachoeira (Agenzia Fides) – Le Figlie di Santa Maria della Provvidenza, conosciute come Guanelliane dal loro fondatore, il sacerdote italiano San Luigi Guanella, apriranno una missione in una delle zone dell’Amazzonia più povere di risorse naturali e più trascurate dal sostegno delle autorità statali. Le religiose hanno quindi accettato l'invito del Vescovo della diocesi di São Gabriel da Cachoeira, Sua Ecc. Mons. Edson Taschetto Damian.
Secondo le informazioni pervenute a Fides, la superiora della Provincia guanelliana di Nostra Signora Aparecida aveva visitato la zona lo scorso settembre. Tre religiose, dopo aver completato un corso a Manaus sulla cultura amazzonica, si sono ora recate a Cucui, nella diocesi di San Gabriel da Cachoeira, per dare inizio alla nuova missione.
La diocesi si trova in una regione del nord del Brasile che confina con la Colombia e il Venezuela. Nella zona in cui lavoreranno le religiose guanelliane, si può arrivare solo con la barca, dopo un giro molto lungo attraverso il fiume. Tra i problemi maggiori di questa zona ci sono gli ostacoli naturali ed il clima sfavorevole, la lontananza dai centri abitati e l’abbandono da parte dello stato. La popolazione, circa 37 mila abitanti su un territorio di 109.181 km2, sopravvive con l'agricoltura.
(CE) (Agenzia Fides, 30/03/2016)

domenica 15 marzo 2015

Torturato

ASIA/PAKISTAN - Giovane cristiano innocente torturato a morte dalla polizia pakistana
Lahore (Agenzia Fides) – Un giovane cristiano è stato torturato a morte dalla polizia pakistana dopo che sua madre era stata accusata di aver rubato oro e denaro dal suo datore di lavoro musulmano. Zubair Masih, 25 anni, è stato preso in custodia dalla polizia, con altri membri della famiglia, dopo le accuse formulate contro la sua madre, Ayesha Bibi. Il giovane non è stato rilasciato come gli altri. Il suo corpo è stato riportato alla famiglia, dopo essere stato torturato in una stazione di polizia per tutta la notte.
Come appreso da Fides, Ayesha, vedova, era accusata di aver rubato alcuni gioielli e un importo di 2000 rupie dall’abitazione del suo datore di lavoro, Abdul Jabar, dove lavorava come domestica.
Jabbar e alcuni poliziotti hanno fatto irruzione in casa sua, accusandola di furto, ma la donna negava di aver commesso i crimini presunti. Una denuncia è stata registrata anche a suo carico. Gli agenti e Jabbar hanno iniziato a percuoterla, portandola a casa di suo fratello Arshad Masih, dove l’uomo vive con i suoi due figli. Dato che la donna si dichiarava ancora innocente, gli agenti hanno preso tutti i presenti conducendoli alla stazione di polizia dove sono stati pesantemente percossi. La donna ne è uscita con un braccio fratturato. Alla fine della giornata tutti, tranne Zubair, sono stati rilasciati.
I familiari erano molto preoccupati per il giovane innocente, pensando alle torture che avrebbe subito. Il giorno dopo, il 7 marzo il suo corpo senza vita è stato scaricato dalla polizia davanti alla sua abitazione. Portato in ospedale, il medico non ha potuto far altro che constatarne il decesso, a causa di lesioni multiple.
La notizia ha generato strazio nella famiglia e sconcerto nella comunità cristiana. I fedeli si sono assiepati davanti alla stazione di polizia chiedendo giustizia. Dopo due giorni di protesta, l’8 marzo una denuncia è stata registrata contro il vicecommissario Sarajul Haque, verso altri tre poliziotti e contro Abdul Jabbar. “Anche se la polizia ha assicurato la giustizia, è molto difficile che in questi casi si arrivi a condanne. Spesso alla famiglia viene proposto un risarcimento, chiedendo di ritirare le denunce”, nota a Fides Joseph Francis direttore di “CLAAS”, che ha offerto assistenza legale gratuita alla famiglia. (PA) (Agenzia Fides 14/3/2015)

martedì 9 settembre 2014

Asia Bibi

ASIA/PAKISTAN - Rinviata al 16 ottobre l’udienza del processo di appello ad Asia Bibi
Lahore (Agenzia Fides) – In un’udienza di pochi minuti, tenutasi stamane davanti all’Alta Corte di Lahore, il giudice Anwar Ul Haq ha aggiornato il processo d'appello ad Asia Bibi, rinviando le parti al 16 ottobre. Lo comunicano a Fides gli avvocati di Asia, S.K. Chaudry e Sardar Mushtaq Gill. A detta degli avvocati, “la Corte ha concesso un’ultima possibilità alla controparte, dato che il loro avvocato era per l’ennesima volta assente”. Nella prossima udienza gli avvocati dovranno consegnare le loro “argomentazioni finali”, in forma scritta. In base a queste, il giudice si formerà un’idea e poi emetterà una sentenza. Il caso sembrerebbe, dunque, essersi sbloccato. Gill spiega a Fides: “A giugno scorso abbiamo presentato una speciale istanza all’Alta Corte, appellandoci ad alcuni articoli che impongono al Tribunale di esaminare un caso e giudicare. Il caso di Asia dovrà essere ascoltato. Siamo poi fiduciosi nel fatto che, esaminando nel merito i fatti, Asia possa esse re assolta. I timori nascono solo da possibili influenze negative o pressioni degli estremisti sui giudici. Ma il giudice Anwar Ul Haq è persona stimata e corretta. Confidiamo nella buona fede e nell’indipendenza della magistratura”. (PA) (Agenzia Fides 9/9/2014)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo 24 novembre 2024

  XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Color...