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AFRICA/CONGO RD - Un morto e un ferito nell’assalto ad un automezzo della Caritas, il terzo in un anno | |||
Kinshasa (Agenzia Fides)- Un autista della Caritas è stato ucciso in un agguato stradale avvenuto nei pressi di Uvira nel Sud Kivu (provincia nell’est della Repubblica Democratica del Congo). Il fatto è avvenuto il 25 marzo, quando un automezzo della Caritas di Uvira incaricato di trasportare gli stipendi degli insegnanti nel Territorio di Fizi, è stato bloccato nei pressi del ponte Lubumba a più di 40 km da Uvira. I malviventi hanno costretto l’autista a scendere dal veicolo prima di ucciderlo con un colpo alla testa. È morto durante il trasporto all’ospedale. L’altra passeggera, la contabile della Caritas, è stata ferita alla mano. È stata poi rilasciata dai banditi che hanno sottratto 194 milioni di franchi congolesi, Il denaro serviva a pagare gli stipendi degli insegnanti di 201 scuole primarie e secondarie di cinque cittadine del Territorio di Fizi. In base ad un accordo firmato nel 2011 tra il governo congolese e Caritas Congo, quest’ultima è stata incaricata di provvedere al pagamento degli stipendi degli insegnanti versati dal Ministero dell’Istruzione (vedi Fides 12/8/2011). Secondo Radio Okapi, che riporta la notizia, questo è il terzo assalto ad un automezzo della Caritas nella zona nel giro di un anno. L’ultimo risale a febbraio, ma non aveva avuto conseguenze così drammatiche. (L.M.) (Agenzia Fides 30/3/2016) | |||
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AFRICA/MOZAMBICO - Gli Orionini aprono una nuova comunità a Chiconela, nella diocesi di Xai-Xai | |||
Chiconela (Agenzia Fides) - L’Opera Don Orione apre una nuova comunità a Chiconela, nella diocesi di Xai-Xai, a 200 km dalla capitale del Mozambico, Maputo. Il vasto territorio affidato agli Orionini dal Vescovo di Xai-Xai, una zona rurale povera e poco curata, include tre zone: Chiconela, Zonguene e Novela, dove sorgono 11 piccole cappelle, attorno alle quali si riuniscono sltrettante comunità cristiane. La prima comunità orionina della nuova missione è formata da P. José Geraldo da Silva (brasiliano), P. Isaac Vondoame (togolese), a cui si unirà a giugno un chierico mozambicano. La prima presenza degli Orionini in Mozambico risale al 2003, quando giunsero nella periferia di Maputo, a Bagamoyo, cui seguì la struttura per disabili a Zimpeto. Ora l’accordo tra il Vescovo di Xai-Xai, Sua Ecc. Mons. Lucio Muamdula, e la Congregazione prevede, oltre all’affidamento della Parrocchia ed alla costruzione della chiesa che sarà dedicata a San Luigi Orione, anche la realizzazione di una scuola di arti e mestieri per i giovani di Chiconela. “Quanto sta avvenendo a Chiconela – dichiara don Flavio Peloso, Superiore generale dell’Opera don Orione che in questi giorni è sul posto per inaugurare la nuova missione – è un frutto della Pasqua del Signore risorto… Il patrono di questa nuova parrocchia, San Luigi Orione, ci ha insegnato a portare la buona novella insieme alle opere di carità verso i più poveri e bisognosi nostri fratelli. Per questo vicino alla chiesa parrocchiale sorgerà, su indicazione del Vescovo, un'opera educativa per aiutare i figli di questo popolo a prepararsi per il futuro con sani valori, con la fede e con un buon lavoro”. (SL) (Agenzia Fides 30/03/2016) | |||
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ASIA/PAKISTAN - Strage a Lahore: i Vescovi chiedono protezione e una azione decisa dello stato | |||
Lahore (Agenzia Fides) – “L'uccisione di persone innocenti, in particolare donne e bambini, in nome della religione è inaccettabile. Insieme con i cristiani, molti dei nostri fratelli musulmani, donne, bambini e famiglie sono state vittime di questo attacco brutale. Preghiamo per tutte le vittime di questo attentato e invitiamo il governo a individuare e consegnare i colpevoli alla giustizia, adottando stringenti misure per la protezione di tutti i cittadini, tra cui le minoranze e le comunità vulnerabili”: lo dice all’Agenzia Fides il Vescovo Joseph Arshad, Presidente della Commissione nazionale “Giustizia e Pace” della Conferenza episcopale del Pakistan, all’indomani della “strage di Pasqua”, avvenuta a Lahore. Al Gulshan-i-Iqbal Park, area verde della città, un kamikaze si è fatto esplodere uccidendo 72 persone, tra le quali 30 bambini, e ferendone oltre 300. “Pochi giorni fa il governo – ricorda il Vescovo – aveva preso l’iniziativa di dichiarare giorni festivi l’Holi (festa indù) e la Pasqua (festa cristiana). Per questo i cristiani stavano tranquillamente affollando il parco dove è avvenuta la strage” spiega. A rivendicare l’attentato è stato il gruppo terrorista “Jamaatul Ahrar”, fazione scissionista del gruppo principale “Tehreek-i-Taliban”, dei Talebani pakistani, che ha affermato di voler “colpire i cristiani” e di voler lanciare una “sfida al governo”. I Vescovi del Pakistan, tramite la Commissione nazionale Giustizia e Pace, hanno “condannato con forza il tragico attacco contro persone innocenti”, ricordando che “il governo pur affrontando gli elementi estremisti attraverso operazioni militari, deve affrontare anche le cause di questa intolleranza”, auspicando “una operazione su larga scala per eliminare tali elementi che sfidano palesemente lo stato”. Mons. Arshad osserva “la precarietà di vita sempre più evidente in Pakistan, per tutti i cittadini” e conclude indicando la via della preghiera: “Chiediamo al Signore Gesù Cristo di dare al Pakistan saggezza, tolleranza e pace, e di concedere alle famiglie delle vittime la grazia a la forza per sopportare la perdita dei loro cari”. (PA) (Agenzia Fides 30/3/2016) | |||
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ASIA/PAKISTAN - Leader religiosi insieme per la pace, contro il terrorismo | |||
Lahore (Agenzia Fides) – Leader cristiani e musulmani si sono ritrovati insieme per invocare la pace per ribadire il loro impegno comune contro il terrorismo, all’idomani della strage di Pasqua, avvenuta a Lahore: come appreso da Fides, l’assemblea è stata organizzata nel complesso della chiesa di Santa Maria a Lahore dal “Consiglio per il dialogo interreligioso”, organismo avviato dal frate cappuccino p. Francis Nadeem, Provinciale dei Cappuccini in Pakistan. P. Nadeem spiega a Fides: “Questa è una dimostrazione significativa di armonia nazionale e di comune impegno interreligioso per la pace, la giustizia, la solidarietà”. Il frate ha anche ricordato ai presenti le parole e i gesti di Papa Francesco: “Il Pontefice ha dichiarato il 2016 Anno della misericordia e nella celebrazione del Giovedi Santo, lavando e baciando i piedi ai richiedenti asilo e rifugiati, ha voluto esprimere misericordia e mostrare rispetto per tutti gli esseri umani, a prescindere da razza o religione. Il Papa ha lanciato un appello, dicendo che l'atto barbarico dei terroristi in Pakistan ha convertito la gioia della Pasqua in dolore. E ha chiesto alle autorità del Pakistan di adottare misure immediate per garantire la sicurezza”. Il leader musulmano Pir Shafaat Rasool, impegnato nel Consiglio per il dialogo interreligioso, ha detto: “Tutti abbiamo da imparare da Papa Francesco e siamo chiamati a seguire il suo eccezionale dinamismo. Condanniamo l’atto spietato di radicali insensibili, che è contrario agli insegnamenti dell'Islam”. Molti altri leder presenti hanno rilevato: “Siamo stanchi di trasportare cadaveri di persone innocenti sulle nostre spalle e condannare questo tipo di attacchi. Domandiamo al governo del Pakistan di vigilare specialmente sui finanziatori e sui promotori delle organizzazioni terroristiche”. I partecipanti hanno acceso candele per ricordare i defunti, offrendo preghiere per le loro anime, ed espresso solidarietà con le famiglie di tutte le vittime. (PY-PA) (Agenzia Fides 30/3/2016) | |||
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ASIA/SIRIA - L'esercito siriano si avvicina a Qaryatayn; tutti fuggiti i cristiani che erano sotto i jihadisti | |||
Qaryatayn (Agenzia Fides) – Dopo aver liberato l'area archeologica di Palmira, l'esercito governativo siriano – appoggiato dall'aviazione russa e da milizie sciite iraniane e libanesi – punta a liberare l'area intorno a Qaryatayn, la città a 70 chilometri da Homs che era stata conquistata dai jihadisti dello Stato Islamico (Daesh) nell'agosto 2015. Le forze armate siriane hanno già preso il controllo dei sobborghi dell'area urbana, mentre fonti locali riferiscono all'Agenzia Fides che Qaryatayn è ormai una città fantasma, abbandonata da tutti coloro che sono riusciti a sottrarsi ai raid aerei che da settimane colpiscono la zona. Le stesse fonti confermano a Fides che sono riusciti a fuggire verso i villaggi della regione di Homs anche gli oltre 170 cristiani di Qaryatayn che erano stati presi in ostaggio e deportati dai miliziani del Daesh quando la città era caduta sotto il loro controllo, e che poi erano stati riportati alle loro case, sottomessi al regime instaurato dal Daesh, dopo essere stati costretti a sottoscrivere il “contratto di pagamento” imposto loro per continuare a vivere nelle loro abitazioni. L'allontanamento dei cristiani da Qaryatayn – sottolineano le fonti contattate dall'Agenzia Fides – si è realizzato in maniera graduale, a piccoli gruppi, dopo che un primo raggruppamento di cinquanta di loro aveva raggiunto già ai primi di ottobre i villaggi di Zaydal e Fairuzeh, in una zona controllata dall'esercito governativo siriano. Domenica 11 ottobre era tornato a disporre pienamente della propria libertà anche il sacerdote siriano Jacques Murad, che i jihadist i avevano prelevato il 21 maggio 2015 dal monastero di Mar Elian, alla periferia di Qaryatayn. Da ottobre in poi, i cristiani rimasti a Qaryatayn, anche grazie all'aiuto di amici musulmani e di tribù locali, hanno potuto lasciare a piccoli gruppi la città sottoposta ai raid sempre più intensi contro le postazioni del Daesh, e trovare rifugio nei villaggi più prossimi a Homs, sotto controllo dell'esercito governativo. Sotto i bombardamenti realizzati delle forze anti-jihadiste su Qaryatayn sono morti anche otto cristiani. Nelle ultime settimane, l'intensificarsi delle operazioni militari ha convinto a fuggire anche le famiglie cristiane più restìe a lasciare le proprie case. Adesso – riferiscono le fonti contattate da Fides – anche tutti gli abitanti musulmani hanno lasciato la città. Molti di loro difficilmente vi faranno ritorno in tempi brevi, dopo che essa verrà riconquistata dall'esercito siriano, per non rischiare di essere arrestati come fiancheggiatori del Daesh. (GV) (Agenzia Fides 30/3/2016). | |||
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ASIA/TURCHIA - Nell'offensiva contro le milizie curde, il governo turco “espropria” anche le chiese di Diyarbakir | |||
Diyarbakir (Agenzia Fides) – Nel quadro delle operazioni militari messe in atto nella Turchia meridionale contro le postazioni curde del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), il governo di Ankara ha disposto l'esproprio di un'ampia zona del centro storico di Diyarbakir, confiscando anche tutte le chiese della metropoli che sorge sulla riva del fiume Tigri. Lo riferiscono fonti locali, rilanciate da Agos, il giornale bilingue turco-armeno pubblicato a Istanbul. La disposizione di esproprio del governo è stata pubblicata anche sulla Gazzetta ufficiale del Consiglio dei Ministri, e ha coinvolto la chiesa armena apostolica di San Giragos (Ciriaco), la chiesa siriaca dedicata alla Vergine Maria, la chiesa caldea di Mar Sarkis (San Sergio), la chiesa armeno-cattolica e un luogo di culto protestante, oltre a più di 6mila abitazioni, dislocate in gran parte nel centro storico. Al momento nessuna chiesa cristiana di Diyarbakir risulta aperta al culto. Il funzionario turco Adnan Ertem, responsabile della Direzione delle fondazioni religiose, ha presentato l'esproprio come una misura preventiva presa con procedura d'urgenza per salvaguardare il centro storico di Diyarbakir dalle devastazioni provocate dal conflitto. Mentre Nevin Solukaya, a capo dell'Ufficio per la Cultura della città di Diyarbakir, ha suggerito ai responsabili delle Fondazioni che risultano come titolari delle diverse chiese espropriate di presentare ricorso contro la nazionalizzazione. La chiesa armena di San Ciriaco, recentemente restaurata dopo lunghi anni di abbandono e estenuanti trattative con le autorità civili, è una delle più grandi chiese armene di tutto il Medio Oriente, e vanta una storia secolare. Lunedì scorso, 28 marzo, il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che dallo scorso luglio – quando sono ripresi gli scontri con i ribelli nelle aree del Paese dove è concentrata la minoranza curda - le forze armate turche hanno ucciso più di 5.000 militanti del PKK, mentre nello stesso periodo le forze di sicurezza governative avrebbero registrato tra le proprie file 355 caduti. Nel conflitto a fasi alterne tra esercito turco e gruppi paramilitari dell'indipendentismo curdo, quella apertasi a luglio rappresenta la stagione più cruenta registrata negli ultimi due decenni. (GV) (Agenzia Fides 30/3/2016). | |||
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AMERICA/URUGUAY - Una “laicità” per ostacolare la presenza cattolica nella vita del paese | |||
Canelones (Agenzia Fides) – Il Vescovo di Canelones, Sua Ecc. Mons. Alberto Sanguinetti, ha chiesto "un po' di attenzione nell’uso della definizione di laicità" dello Stato e "un maggior rispetto per la libertà religiosa". Mons. Sanguinetti si è espresso così dopo le recenti affermazioni delle autorità in seguito alla richiesta dell'Arcidiocesi di Montevideo di collocare un'immagine della Vergine Maria nella via principale di Montevideo. Alcuni infatti si sono dichiarati offesi, sostenendo che si va contro la laicità dello Stato. Dopo aver rivisto tutti i possibili significati del termine “laicità”, Mons. Sanguinetti conclude che il più ampiamente applicato in territorio uruguaiano è quello che definisce un atteggiamento volto a "ostacolare la presenza cattolica nella vita del paese". In una nota della Conferenza Episcopale dell'Uruguay (CEU), inviata a Fides, il Vescovo di Canelones sottolinea che “a volte 'laicità' si riferisce a una certa neutralità dello Stato nei confronti delle religioni, per consentire la libertà di culto e la libertà religiosa, senza reprimere o costringere la coscienza o l'esercizio della vita secondo la propria religione”. “In altre occasioni, a motivo della 'laicità' si afferma una posizione indipendentemente dalla religione” continua la nota. “In Uruguay la 'laicità' è stata usata come arma per escludere la religione dalla vita pubblica. Ma se ogni simbolo religioso colpisce la libertà degli altri, sembra che non accada così con i simboli massonici che abbiamo nella stessa piazza della Costituzione o nella piazza centrale. Così la laicità è stata utilizzata da alcuni gruppi contro la religione che riunisce una grande parte della popolazione, la religione cattolica, cioè per ostacolare la presenza cattolica nella vita del paese” conclude la nota. L’Arcivescovo di Montevideo, il Card. Daniel Sturla, ha ammesso che non si aspettava il dibattito sollevato, anche se ciò "non lo sorprende”. "Montevideo deve essere una delle poche capitali in America Latina dove non c'è un monumento pubblico alla Vergine Maria, che esiste in quasi tutte le città in America e in molti centri urbani” ha ricordato il Cardinale. "La grande conquista della società democratica è che ognuno, senza offendere l'altro, possa manifestare pubblicamente, questo fa parte della pluralità" ha detto. (CE) (Agenzia Fides, 30/03/2016) | |||
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AMERICA/BRASILE - Nuova missione delle suore Guanelliane in Amazzonia | |||
San Gabriel da Cachoeira (Agenzia Fides) – Le Figlie di Santa Maria della Provvidenza, conosciute come Guanelliane dal loro fondatore, il sacerdote italiano San Luigi Guanella, apriranno una missione in una delle zone dell’Amazzonia più povere di risorse naturali e più trascurate dal sostegno delle autorità statali. Le religiose hanno quindi accettato l'invito del Vescovo della diocesi di São Gabriel da Cachoeira, Sua Ecc. Mons. Edson Taschetto Damian. Secondo le informazioni pervenute a Fides, la superiora della Provincia guanelliana di Nostra Signora Aparecida aveva visitato la zona lo scorso settembre. Tre religiose, dopo aver completato un corso a Manaus sulla cultura amazzonica, si sono ora recate a Cucui, nella diocesi di San Gabriel da Cachoeira, per dare inizio alla nuova missione. La diocesi si trova in una regione del nord del Brasile che confina con la Colombia e il Venezuela. Nella zona in cui lavoreranno le religiose guanelliane, si può arrivare solo con la barca, dopo un giro molto lungo attraverso il fiume. Tra i problemi maggiori di questa zona ci sono gli ostacoli naturali ed il clima sfavorevole, la lontananza dai centri abitati e l’abbandono da parte dello stato. La popolazione, circa 37 mila abitanti su un territorio di 109.181 km2, sopravvive con l'agricoltura. (CE) (Agenzia Fides, 30/03/2016) |
Filippesi 1,4 ... e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia...
giovedì 31 marzo 2016
Bollettino Fides News del 30 marzo 2016
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