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AFRICA/ANGOLA - La vita dopo Covid-19 non sarà più la stessa: in aumento fame e povertà | |||
Luanda (Agenzia Fides) – I primi casi di coronavirus nel Paese sono stati registrati dalle autorità alla fine di marzo. Alcune settimane dopo, il governo ha decretato lo stato di emergenza, ma "nella crisi, si è registrata e vista la presenza costante della Chiesa cattolica accanto alla popolazione": lo scrive all’Agenzia Fides José Ventura, docente e sociologo angolano. “Con lo stato di emergenza, gli angolani sono entrati in isolamento, riducendo così i diritti della popolazione, in vista di attenuare la pandemia. Chiuse scuole, chiese, università, pubblica amministrazione, società private e commercio informale.” Nella nota pervenuta a Fides, il professor Ventura sottolinea che "la Chiesa cattolica è la più grande confessione religiosa del paese e attraverso i media, principalmente attraverso Radio Ecclesia, Radio Maria, le emittenti diocesane e la televisione di stato ha intensificato la sua presenza trasmettendo la messa domenicale. Le parrocchie sono rimaste accanto alla gente attraverso i social network, una realtà non molto presente prima del Covid-19. In alcune comunità, ad esempio, i parroci hanno creato su Facebook, il social più usato del paese, i profili delle loro parrocchie per rimanere più presenti nella vita dei fedeli.” Facendo riferimento alla situazione della vita sociale ed economica, il sociologo angolano rileva che “la vita in Angola è diventata più costosa dal punto di vista economico. I limiti imposti dallo stato di emergenza hanno indebolito il mercato informale, assorbendo gran parte della forza lavoro del paese. Poiché la maggior parte dei cittadini dipende dal settore informale, la povertà è aumentata e con essa le difficoltà dei cittadini. La situazione tende a peggiorare a causa del calo del prezzo del petrolio, mettendo il paese in una situazione di dilagante recessione economica, che dura dal 2014 e che aggrava la vita delle popolazioni. Giorno dopo giorno molte famiglie perdono il loro potere d'acquisto. A causa della situazione di estrema povertà, ci sono casi di decessi dovuti alla fame. Inoltre, aggiunge il giornalista angolano - in Angola, il sistema sanitario nazionale è molto fragile, anche oggi molte persone muoiono per malaria.” Continua Ventura: “Per mitigare la situazione sociale causata dalla pandemia, il governo ha attuato politiche di assistenza sociale con distribuzione gratuita di acqua potabile, alimenti non deperibili, prodotti per l'igiene . Secondo l'opinione di esperti sociali, queste misure del governo non risolvono la situazione di povertà in Angola. L'esecutivo angolano dovrebbe rivedere le sue politiche pubbliche, legate all'emancipazione delle famiglie, poiché il piano di diversificazione economica annunciato nel 2014 non ha dato buoni esiti. Tuttavia, le autorità locali sperano di tornare presto alla vita normale nel paese, con il ripristino dei servizi, delle istituzioni e dell'economia. Una cosa è certa, la vita dopo il Covid-19 non sarà più la stessa”, conclude il professor Ventura. (JV/AP) (Agenzia Fides 20/5/2020) | |||
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ASIA/FILIPPINE - Dopo il Covid-19, urge una "svolta verde" nell'economia, ripartendo dall'agricoltura | |||
Manila (Agenzia Fides) - La Chiesa nelle Filippine vede l'urgenza e propone una "svolta verde" nell'economia del paese, soprattutto nel periodo post-Covid-19. Secondo gli economisti dell'Università Ateneo di Manila, guidata dai Gesuiti nella capitale, la nazione potrebbe sollevarsi dalla pandemia, e avere una ripresa migliore e duratura, se il governo attuasse riforme che incoraggino lo sviluppo di un'economia verde, trainata dall'agricoltura. Questi temi e queste riflessioni sono state rilanciate e diffuse da vari enti e istituzioni cattoliche nel corso della Settimana celebrativa dedicata alla "Laudato Si'", che si tiene dal 16 al 24 maggio in occasione del 5° anniversario dell'enciclica di Papa Francesco. Il Segretariato nazionale per l'azione sociale (NASSA) della Conferenza episcopale delle Filippine, che è la "Caritas Filippine", ha lanciato per l'occasione la "Campagna verde Laudato Si'", al fine di "creare una maggiore consapevolezza tra le persone per la cura dell'ambiente e i nuovi modelli di viluppo" ha spiegato a Fides p. Edwin Gariguez, segretario esecutivo del NASSA. La campagna promuove la sicurezza alimentare, la tutela dell'ambiente e delle popolazioni indigene, investimenti verso l'energia pulita e rinnovabile, Il Segretariato ha avviato un programma per garantire la sicurezza alimentare nelle comunità durante e dopo la pandemia di coronavirus. A tal fine si incoraggiano diocesi e parrocchie a promuovere l'agricoltura comunitaria e a intensificare le loro campagne ecologiche. In tempi di Covid-19, si afferma, la fede, la prossimità, la solidarietà e la condivisione sono "armi vitali per salvare i nostri simili". Per rispondere a questo appello, tra le tante iniziative registrate in tutte le diocesi, la diocesi di San Carlos, attraverso la San Carlos Diocesan Social Action Foundation, Inc. ha avviato uno programma per raggiungere gli indigenti, lanciando il progetto "Adotta una famiglia". Si punta così a individuare quanti considerati i più poveri tra i poveri, persone che non sono in grado di lavorare a causa della crisi e quindi non hanno la capacità di nutrire la loro famiglia. (SD-PA) (AGenzia Fides 20/5/2020) | |||
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ASIA/CAMBOGIA - Il ricordo delle vittime dei Khmer rossi è occasione per fare memoria dei martiri cambogiani | |||
Phnom Penh (Agenzia Fides) - "Ricordiamo oggi le vittime e le sofferenze che sono avvenute durante il regime genocidario dei Khmer rossi. Ricordiamo anche i nostri martiri. E preghiamo per la pace, il dialogo e la riconciliazione in Cambogia e nel mondo": è il messaggio inviato all'Agenzia Fides dal Vescovo Olivier Schmitthaeusler, M.E.P, Vicario Apostolico di Phnom Penh, mentre il Cambogia il 20 maggio si celebra la Giornata per ricordare le stragi compiute dai Khmer Rossi e dal regime di Pol Pot. I cambogiani la definiscono "Giornata della rabbia'', e spesso in diversi luoghi si assiste a ricostruzioni o rappresentazioni in cui studenti vestiti in nero ricreano le vessazioni commesse nei celebri "campi del massacro''. Ma la Chiesa vuole ricordarla e celebrarla come "Giornata della memoria, dei martiri e della riconciliazione", piuttosto che porre l'accento su sentimenti come rabbia e vendetta. Spiega il Vescovo a Fides: "Quest'anno celebriamo il 45° anniversario dell'ordinazione episcopale del primo Vescovo cambogiano, Mons. Joseph Chhmar Salas, ordinato segretamente da Mons. Yves Ramousse, il 14 aprile 1975, mentre la chiesa di Notre Dame a Phnom Penh veniva bombardata. Il 17 aprile 1975, i Khmer Rossi entrarono a Phnom Penh e tutta la popolazione fuggì o fu evacuata. Mons. Chhmar Salas fu portato nel nordest del Paese, a Tangkauk, dove è morto nel 1977. È il protomartire nella nostra lista di 14 martiri la cui causa di beatificazione è in corso dal 15 maggio 2015" . Il Vicario Apostolico aggiunge: "Quest'anno celebriamo, inoltre, il trentesimo anniversario della resurrezione della Chiesa in Cambogia: era il 14 aprile 1990 quando Mons. Emile Destombes celebrò nuovamente la Pasqua in un cinema a Phnom Penh. Fu un momento storico e di grande valore simbolico e spirituale: nel blackout degli anni bui del regime, la luce della fede non si era spenta e la fiamma del cero pasquale riscaldò e illuminò quella stanza buia". " Oggi - prosegue Mons. Schmitthaeusler - i cattolici dicono con fede: Cristo Gesù è vivo! Questo è ciò che abbiamo celebrato 30 anni dopo, nel nostro mondo invaso dall'oscurità della morte, della paura e della solitudine. Vogliamo ricordare le ultime parole di Mons. Salas a Mons. Ramousse, pronunciate il 17 aprile 1975 prima di partire per le polverose strade della Cambogia, che furono: 'Parlate di noi al mondo'. Con questo spirito teniamo viva la memoria dei nostri martiri e viviamo nella Cambogia di oggi il Vangelo della pace e della riconciliazione". Durante il potere dei Khmer Rossi, dal 1975 al 1979, circa due milioni di cambogiani morirono a causa di esecuzioni, fame o malattie. I campi di sterminio punteggiano il paese, con oltre 20.000 siti di tombe di massa contenenti oltre 1,38 milioni di corpi, secondo il Centro di documentazione della Cambogia. Il più grande dei campi di sterminio era Choeung Ek, che si trova alla periferia di Phnom Penh e oggi funge da monumento a tutti coloro che sono morti e sopravvissuti, e per ricordare ai posteri quella immane sofferenza. Per le proporzioni del fenomeno e l’impatto sulla popolazione totale, lo sterminio cambogiano può essere considerato come un caso senza precedenti nella storia dell’umanità. (PA) (Agenzia FIdes 20/5/2020) | |||
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AMERICA/COLOMBIA - Covid 19: gli operatori della pastorale sociale sono un ponte tra le persone che hanno bisogno | |||
Malaga (Agenzia Fides) - La Chiesa cattolica continua a portare avanti il suo impegno accompagnando, sostenendo, proteggendo e coordinando gli sforzi per garantire il minimo necessario di cui hanno bisogno le comunità in questo periodo di pandemia. Così la diocesi di Malaga-Soatá, da Santander (Colombia) ha informato della condivisione con i più vulnerabili. Tutto il gruppo che lavora nella leadership della diocesi ha organizzato delle iniziative di beneficenza nella regione, come l'assistenza alimentare, l'accesso alla salute e il reperimento di alloggio, che hanno particolarmente alleviato la situazione della popolazione vulnerabile e migrante; Un altro dei suoi contributi è la promozione dello sviluppo umano integrale e dei processi di formazione, principalmente per la popolazione rurale, al fine di generare economie sostenibili, autosufficienti e solidali. Rispondendo ai bisogni che sorgono a seguito dell'emergenza sanitaria che il Paese sta affrontando a causa del Covid-19, Mons. José Libardo Garcés Monsalve, i sacerdoti e i parroci di questa circoscrizione, con l'obiettivo di non avere "nessun affamato nella diocesi" hanno promosso campagne di incoraggiamento e di speranza, al fine di promuove la solidarietà e la generosità a livello diocesano e da parte delle parrocchie. La raccolta di beni di prima necessità è stata molto positiva, grazie alla risposta della comunità e soprattutto dei commercianti, che contribuiscono maggiormente a questa causa. Nella nota inviata a Fides, il sacerdote Luis Alfonso Hernández, osserva: "lo facciamo perché riconosciamo che questa è la missione della Chiesa, è la nostra missione, la nostra responsabilità, perché comprendiamo che la carità è il cuore del Vangelo e senza di essa non ci sarebbe alcun senso o ragione di essere, ciò che facciamo è ciò che siamo”. Da quando è iniziata la quarantena, le azioni di sensibilizzazione e condivisione si sono intensificate, le reti di comunicazione sono state rafforzate in modo che gli aiuti raggiungano le persone che ne hanno bisogno, in particolare gli anziani, i malati, le persone in carcere, le famiglie più vulnerabili, i migranti, la popolazione rurale dispersa e i disoccupati. "Gli operatori della pastorale sociale sono un ponte tra le persone che hanno bisogno di accesso agli aiuti alimentari e noi che li canalizziamo" afferma il sacerdote Hernández. Inoltre, la diocesi ha gestito, articolato e coordinato le azioni con organizzazioni come il Banco Alimentare, ad esempio, con quella di Bucaramanga, è riuscita a gestire 100 mercati che sono stati di grande aiuto per la popolazione vulnerabile. (CE) (Agenzia Fides 20/05/2020) | |||
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AMERICA/PARAGUAY - Nella sua visita Giovanni Paolo II ci incoraggiò “a non rinunciare al sogno e all'impegno per un Paraguay riconciliato e fraterno” | |||
Asuncion (Agenzia Fides) – “Nell'Anno della Parola di Dio che celebra la nostra Chiesa in Paraguay, Dio ha cercato il modo per rendere la Buona Novella più viva e presente. Le chiese sono state vuote, ma i pulpiti sono stati riempiti con la Parola di vita eterna. Speriamo che, rispettando le necessarie misure igieniche e di biosicurezza, saremo presto in grado di incontrarci di nuovo per condividere la frazione del pane e i sacramenti della Chiesa. Manteniamo viva la fede, resti saldo il nostro animo, come ci ha detto san Giovanni Paolo II”. E’ l’esortazione che i Vescovi del Paraguay hanno rivolto alla comunità dei fedeli il 19 maggio. “Il centenario della nascita di San Giovanni Paolo II, che ci visitò 32 anni fa come Papa, è l'occasione di questo messaggio pastorale – spiegano -. Ricordiamo nel suo ministero e nel suo magistero, la sua fede convinta e ferma… Papa Giovanni Paolo II ci ha visitato per confermarci nella fede, nella speranza e nella carità, incoraggiandoci a non rinunciare al sogno e all'impegno per un Paraguay riconciliato e fraterno”. Nel loro messaggio, pervenuto a Fides, i Vescovi ricordano che “sono passati mesi dalla dichiarazione della pandemia di Covid-19 e sappiamo che la fine non sarà presto”. Di fronte alla fatica, alla paura, all'angoscia per il pane quotidiano, alla sensazione di insicurezza e vulnerabilità, agli interrogativi per il futuro, invitano: “aumentiamo le nostre preghiere, affinché, dalla solidarietà internazionale e nazionale, possano essere offerte soluzioni scientifiche, tecniche, economiche e amministrative per sostenere la vita, proteggere la convivenza e aprire nuove e migliori vie per l'umanità”. I Vescovi del Paraguay sono “solidali in questa avversità”, e ricordano le parole di San Giovanni Paolo II sulla valorizzazione della cultura locale per superare le prove. Il messaggio è articolato in cinque punti, richiamando le parole di Papa Giovanni Paolo II. Il primo, “Viviamo la speranza, non la paura”, ricorda che “come cristiani dobbiamo essere prudenti, ascoltare i consigli dei medici e proteggerci. Ma ancora di più, dobbiamo rinnovare il nostro impegno per Cristo in ogni persona malata, con il vicino che è solo, in condizioni vulnerabili, lontano dalla sua casa e famiglia… Per rafforzare la speranza dobbiamo fare più affidamento sulla fede e sull'amore, che ci umanizza e ci spinge a fare il bene”. Nel secondo punto, intitolato “Traiamo forza dalla debolezza, per offrire ospitalità ai più vulnerabili”, scrivono: “La nostra forza cristiana si manifesta nella capacità di prenderci cura dello straniero, dell'abbandonato, del visitatore, del bisognoso, condividendo ciò che abbiamo, anche se è poco”. Quindi, nel terzo punto, esortano a sostenere “il coraggio della solidarietà”. Molti hanno perso il lavoro e non sono in grado di mantenere le loro famiglie, l'economia entra in una fase di recessione, aumentano violenza domestica e atti criminali, per questo “Dobbiamo decidere tra egoismo o generosità, scegliere di costruire un mondo più cristiano e più umano, prendendoci cura dell'integrità delle persone, della vita delle famiglie, unendo gli sforzi di solidarietà di tutti per il pane, la casa, il lavoro, la salute e l’istruzione”. Il quarto punto chiede una leadership di alta moralità, “impegnata per la vita e un nuovo Paraguay”. “La nostra missione di pastori e di tutti i cristiani – scrivono - è quella di costruire una società più sana nella vita morale e piena di pace nella convivenza. La moralità pubblica è il presupposto che rende possibili i più grandi ideali di giustizia, pace, libertà e partecipazione”, quindi sottolineano che “l'ora in cui viviamo deve essere intesa come la chiamata di Dio per coloro che occupano una posizione di comando e per tutti i cittadini. È tempo di prendere le giuste decisioni, di apportare le modifiche necessarie e di proporre i piani adeguati per lo sviluppo integrale del nostro paese a beneficio di tutti”. Infine i Vescovi invitano a rivolgersi alla Vergine di Caacupé: “Lei non ci abbandona nella nostra povertà, nella nostra malattia, nelle situazioni di dimenticanza sociale, e ci chiede di non scoraggiarci, di avere fede nel suo Figlio Gesù, di ascoltare la sua Parola e di continuare insieme, come suoi discepoli”. (SL) (Agenzia Fides 20/5/2020) |
Filippesi 1,4 ... e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia...
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mercoledì 20 maggio 2020
Agenzia Fides 20 maggio 2020
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lunedì 20 aprile 2020
Agenzia Fides 20 aprile 2020
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AFRICA/NIGERIA - Covid-19: la Caritas nigeriana distribuisce generi alimentari ai poveri bloccati a casa |
Abuja (Agenzia Fides) - La Catholic Caritas Foundation of Nigeria (CCFN) ha donato materiali alimentari a oltre 500 famiglie nella comunità di Durumi e dintorni ad Abuja (capitale federale della Nigeria), a famiglie bisognose bloccate in casa per le misure di prevenzione disposte dalle autorità per contrastare l’epidemia di COVID-19. Il Segretario Generale della CCFN, Rev. P. Zacharia Samjumi, nello spiegare l’iniziativa, a specificato che i beneficiari sono stati attentamente selezionati e sono principalmente persone che traggono di che vivere da attività informali condotte ogni giorno. Il lock down della popolazione di 14 giorni e la sua estensione per altri 14, ha praticamente gettato queste famiglie alla fame. Per questo la CCFN ha avviato il programma di distribuzione gratuita di generi alimentari, inizialmente a 200 famiglie, ora esteso a 500 per poi raggiungere 1000 famiglie. P. Samjumi ha rivolto un appello ai nigeriani benestanti perché contribuiscano al programma di assistenza della Caritas e di altre organizzazioni. “Pensiamo che vi siano organizzazioni credibili che possono raggiungere i più poveri della società, per i quali il blocco in casa sta avendo un impatto grave. Chiediamo ai nigeriani benestanti attraverso queste organizzazioni credibili di fornire gli aiuti ai bisognosi ", ha detto p. Samjumi Anche Sua Ecc, Mons. Adewale Martins, Arcivescovo di Lagos, nella sua omelia per la Messa della Divina Misericordia nella Cattedrale di Santa Croce, Lagos, trasmessa per televisione a causa del lock down, ha lanciato un appello alla solidarietà. "Lodiamo i nostri parrocchiani che hanno provveduto ai poveri" ha detto Mons. Martin, che ha chiesto ai responsabili della distribuzione degli aiuti di assicurarsi che questi siano dati alle persone che ne abbiano effettivo bisogno. Le autorità della Nigeria hanno confermato 86 nuovi casi di coronavirus e 21 decessi, per un totale di 627 casi confermati.Le autorità hanno imposto un blocco nella capitale Abuja, a Lagos e negli Statoodi Ogun e di Kano. Le misure di lock down sono comunque difficili da far rispettare in Nigeria. Le forze dell’ordine sono accusate di aver ucciso una ventina di persone per aver violato il coprifuoco. Inoltre uomini armati hanno ucciso 47 persone in attacchi ad alcuni villaggi nello stato nigeriano nordoccidentale di Katsina nelle prime ore di sabato 18 aprile, secondo quanto riferiscono fonti di polizia. (L.M.) (Agenzia Fides 20/4/2020) |
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ASIA/INDIA - La domenica della "Divina misericordia" spesa per i più poveri, bloccati dall'emergenza coronavirus |
Bhubaneswar, (Agenzia Fides) - Vescovi e fedeli cattolici nello stato di Orissa (Odisha) hanno vissuto la domenica della Divina Misericordia, il 19 aprile, dedicandosi agli emarginati, agli "scartati", ai migranti e agli indigenti, in questa fase di "blocco totale" della nazione, a causa dell'emergenza Covid-19, esteso dal governo fino al 3 maggio. Come spiegano all'Agenzia Fides fonti della Chiesa locale, per i più poveri, la fame è diventato un nemico peggiore di COVID-19. I poveri, emarginati, lavoratori a giornata sono i più colpiti da questo blocco: non hanno lavoro, né denaro né cibo per vivere. I Vescovi dello stato di Odisha hanno preso l'iniziativa di aiutare i poveri e i bisognosi durante il blocco nazionale della Divina Misericordia domenica 19 aprile 2020. La diocesi di Rayagada ha organizzato il servizio di distribuzione del cibo coinvolgendo anche altre organizzazioni della società civile, andando a beneficiare lavoratori migranti, autisti, piccoli commercianti, operai a giornata, vedove, anziani, mendicanti, senza tetto. "La Divina Misericordia di Cristo è l'amore che ha per l'umanità, nonostante i nostri peccati che ci separano da Lui", ha spiegato a Fides mons. Aplinar Senapati, della Congregazione della Missione (CM) Vescovo di Rayagada, impegnato a offrire materiali ai poveri e ai bisognosi. "Pur mantenendo il distanziamento sociale, i nostri cuori sono vicini ai poveri e ai bisognosi: e Gesù mostra che la sua misericordia per i piccoli", ha detto. "Nel nostro modo semplice raggiungiamo queste persone che sono di Dio". La Diocesi ha distribuito a 700 famiglie cibo e un kit sanitario con disinfettante, sapone e maschera. Le suore Francescane Missionarie di Maria (FMM) si sono unite alla distribuzione e hanno aiutato le persone a ricevere i kit. "Grazie a questi doni, sperimentiamo l'amore e la misericordia del nostro Dio", ha detto Priti Pradhan, una vedova cattolica di Rayagada. “Abbiamo deciso che tutte le parrocchie, le scuole e le istituzioni potrebbero generare un proprio fondo e scorte alimentari per aiutare i poveri nella razione quotidiana di cibo”, ha affermato mons. Niranjan Sualsingh, Vescovo di Sambalpur, mentre distribuiva i materiali alimentari agli abitanti delle baraccopoli e ai migranti. In questo momento di battaglia contro COVID-19 lo stress tra le persone è in aumento, la situazione dei poveri e dei lavoratori migranti peggiora. Milioni di indiani soffrono. "Dobbiamo essere sensibili a questa tragedia umana senza precedenti. Le attuali situazioni richiedono da noi semplicità e austerità dello stile di vita , per alleviare la sofferenza dei più poveri", ha aggiunto mons. Niranjan Sualsingh. Grazia alla collaborazione delle varie parrocchie e dei vari ordini e congregazioni religiose, maschili e femminili, le aree periferiche o i quartieri più poveri sono stati raggiunti, inclusa la colonia di lebbrosi A Burla e 250 famiglie di una baraccopoli, tutta di popolazione non cristiana. "Il COVID-19 ci ha resi tutti più premurosi e compassionevoli verso le persone , verso la gente senza speranza della società, senza alcuna discriminazione di etnia o religiose", ha detto suor Sunita Ekka Superiora della congregazione della Santa Croce e Sambalpur. Le autorità civili dello stato hanno molto apprezzato il gesto e la solidarietà dei cattolici. (PN-PA) (Agenzia Fides 20/4/2020) |
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ASIA/CAMBOGIA - La risposta al Covid-19: Vescovo e sacerdoti vicini con creatività alla gente nei villaggi |
Phnom Penh (Agenzia Fides) - "Il nostro cuore è rivolto e affidato a Nostra Signora del Sorriso, nel mezzo delle risaie della Cambogia, mentre è in corso il fermo di ogni attività per la diffusione del coronavirus", dice all'Agenzia Fides mons. Olivier Schmitthaeusler, Vicario apostolico di Phnom Penh, raccontando come la Chiesa in Cambogia ha risposto all'emergenza. Dal 17 marzo 2020, le riunioni e le attività religiose sono vietate dal Ministero della salute e le scuole sono state chiuse, fino a nuovo avviso. "La Chiesa cattolica in questo contesto ha cercato di organizzarsi in modo creativo e proattivo. Tutti i raduni nelle nostre comunità: messe, preghiere comuni, incontri, seminari sono sospesi e tutte le nostre scuole sono chiuse, ma Vicariato Apostolico di Phnom Penh è stato molto attivo per cercare di continuare il servizio pastorale", riferisce. Il Vescovo ha istituito una speciale "task force Covid-19" il 19 marzo con rappresentanti dei settori pastorali e uffici diocesani. "Dalla domenica 22 marzo, abbiamo iniziato a celebrare una messa e un rosario quotidiano 'live' su social network Facebook e Youtube. Il nostro servizio di comunicazioni sociali cattoliche è in allerta 24 ore al giorno per consentire a tutti di rimanere in comunione, poiché l'Eucaristia può radunare fisicamente solo 3 o 4 fedeli", dice. Inoltre, prosegue il Vicario, "ho chiesto a ciascun sacerdote di stabilirsi in una comunità del Vicariato per celebrare in questi luoghi, senza i fedeli certamente, ma questa presenza è preziosa ed è un segno di vicinanza concreta alle piccole nei villaggi". Lo stesso Vescovo non risiede in episcopio, ma si è temporaneamente trasferito nella parrocchia di Nostra Signora del Sorriso, a 90 chilometri da Phnom Penh: "Lì sono stato sacerdote per 10 anni, c'è la più grande comunità cambogiana del Vicariato, nonché gran parte dei programmi di istruzione e sviluppo. Ho celebrato da lì il Triduo Pasquale, trasmesso con i poveri mezzi a disposizione in mezzo alle risaie, ma ritrasmesso a Phnom Penh in modo professionale dal nostro servizio di comunicazione". Intanto, aggiunge il Vicario, "le nostre scuole cattoliche hanno organizzato corsi di e-learning e seguono i nostri studenti dalle scuole elementari alle superiori. L'Istituto Saint Paul ha iniziatoun programma completo di istruzione a distanza per i nostri studenti. È stata istituita una formazione online per insegnanti di scuola materna". Molto attivo il settore della carità: "La nostra Alleanza per la carità e lo sviluppo - che riunisce le nostre ONG cattoliche, le congregazioni religiose che lavorano in diverse aree della società, gli uffici ed enti impegnati in particolare per la salute, l'educazione cattolica, il servizio sociale - è molto attiva e si prepara per il post-covid-19. Stiamo distribuendo cibo, disinfettante e maschere per i più poveri. L'emergenza Covid-19 lascerà ripercussioni durature sui più vulnerabili: lavoro perduto, impennata dei debiti, attività economiche chiuse: attraverso i nostri servizi sociali e le nostre ONG, saremo in grado di essere al servizio del prossimo, in nome di Gesù Cristo risorto". Un pensiero speciale il Vescovo lo rivolge "a 70 catecumeni che avrebbero dovuto ricevere il sacramento del battesimo nella notte di Pasqua. Possano rimanere forti nella fede in questo tempo di prova. Speriamo che, se Dio vorrà, la domenica di Pentecoste, 31 maggio 2020, possiamo riunirci di nuovo e battezzarli nella gioia dello Spirito Santo". (PA) (Agenzia Fides 20/4/2020) |
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AMERICA/PARAGUAY - I Vescovi: solidarietà con altri paesi colpiti dal coronavirus |
Asuncion (Agenzia Fides) - Solidarietà, vicinanza spirituale e preghiere per la drammatica situazione in corso per le terribili conseguenze della pandemia di COVID-19: la esprimono i Vescovi del Paraguay in una lettera ai presidenti delle Conferenze episcopali di Italia, Stati Uniti ed Ecuador. Recita la missiva pervenuta a Fides: "La Chiesa e il popolo del Paraguay si sono uniti in preghiera con Papa Francesco, con la convinzione che siamo nella stessa barca in mezzo alla tempesta, fragili e timorosi, ma chiamati a remare insieme come fratelli, con piena fiducia nell'infinita misericordia di Dio, per raggiungere la buona meta guidata dal Signore Gesù”. La lettera è destinata al cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e presidente della Conferenza episcopale italiana; Mons. José Horacio Gómez, Arcivescovo di Los Angeles e Presidente della Conferenza episcopale dei vescovi cattolici degli Stati Uniti; Mons. Eugenio Arrellano Fernández, vescovo vicario apostolico di Esmeraldas e presidente della Conferenza episcopale dell'Ecuador. "Anche nel nostro paese continuiamo a sopportare con incertezza e sofferenza il progresso della diffusione della malattia e offriamo preghiere al Signore Dio, dai diversi angoli della nazione per porre fine a questa pandemia", Scrivono i Vescovi. Il gesto di solidarietà della Chiesa cattolica è stato diffuso in Paraguay attraverso le reti sociali e ha fatto prendere consapevolezza dell'importanza delle precauzioni necessarie per contenere la diffusione del Covid-19 nel paese. Il Paraguay è uno dei paesi della zona che ha il minore numero di casi di coronavirus: 206 casi positivi al virus e 8 morti. Il paese comunque è in quarantena. (CE) (Agenzia Fides 20/04/2020) |
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AMERICA/ECUADOR - Rottura dell'oleodotto: disastro per le popolazioni e per il territorio |
Aguarico (Agenzia Fides) - E' un disastro ecologico che colpisce le popolazioni locali e il territorio: Mons. José Adalberto Jiménez Mendoza, vescovo del Vicariato Apostolico di Aguarico (Ecuador), ha denunciato con preoccupazione la rottura, avvenuta il 7 aprile, di un tratto dell'Oleodotto pesante (OCP) all'interno del Sistema dell'Oleodotto Trans-Ecuatoriano (SOTE), considerato come la principale rotta attraverso cui viene trasportato petrolio in Ecuador. Il disastro ha un impatto pesante soprattutto su un centinaio di comunità a Napo, Orellana e nel Perù settentrionale. "Siamo fortemente preoccupati per le nostre comunità e chiediamo che lo Stato e la società diventino sensibili e responsabili della difesa della casa comune", rileva ha detto mons. Jiménez in un messaggio inviato a Fides. Secondo la denuncia del prelato, le comunità colpite dalla contaminazione non sono state informati tempestivamente. Il ritardo nel segnalare il disastro è stato chiaro nelle informazioni diffuse dai responsabili dell'azienda Petroecuador e dal governo nazionale: hanno palato solo di una "riduzione della pressione nel gasdotto influenzerebbe il funzionamento del Sistema SOTE", senza menzionare la rottura di la condotta e la conseguente fuoriuscita del petrolio. Il Vescovo Mendoza, intanto, riferisce che non sono state ancora adottate misure di contenimento, che risultano urgentissime, per fermare la fuoriuscita del greggio, che ha raggiunto le acque del fiume Coca e Napo, causando gravi effetti ecologici e ambientali. Se si aggiunge all'inquinamento da petrolio la difficile situazione generata dalla pandemia di Covid-19, si nota che "le comunità locale subiscono il deterioramento della loro salute, la perdita delle loro garanzie alimentari e la stabilità sociale", si rileva. L'oleodotto si è rotto il 7 aprile, apparentemente a causa di eventi naturali nelle aree circostanti la cascata di San Rafael, tra Napo e Sucumbíos. Secondo le prime stime, si calcolano 4.000 barili di greggio versati sui fiumi Napo e Coca. Circa 100 comunità della zona sono rimaste senza acqua per qualche giorno e ancora oggi si svolgono lavori di pulizia specializzata per ripristinare i principali servizi della zona. Come accaduto in altre occasioni, si è cercato di nascondere o minimizzare l'accaduto e solo le istituzioni della Chiesa hanno denunciato apertamente il fatto con le sue terribili conseguenze. La Conferenza Episcopale del Ecuador ha dato molto spazio alla lettera di denuncia pubblicata dal Vicariato Apostolico di Aguarico che racconta la critica situazione della zona. Altre denunce sono arrivate anche dalla Red Eclesial Panamazonica (REPAM) e dalla Confederación de Nacionalidades Indígenas de la Amazonía Ecuatoriana (Confeniane) (CE) (Agenzia Fides 20/04/2020) |
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AMERICA/BRASILE - Covid-19: “Ci affidiamo alla Divina Provvidenza” scrive un missionario dallo Stato di Roraima |
Caracarai (Agenzia Fides) – Le attività pastorali nello Stato brasiliano di Roraima, compresa la celebrazione della messa, sono sospese dal 22 marzo per evitare la propagazione del virus. Le autorità civili hanno disposto misure di prevenzione da metà marzo, spingendo all’isolamento sociale. Tuttavia alcune attività commerciali hanno riaperto, anche se con misure di precauzione, e il clima nella strada non è certo di isolamento totale: lo riferisce all’Agezia Fides don Luigi Turato, sacerdote fidei donum missionario in Brasile. “Se anche qui arrivasse una contaminazione con qualche numero più alto, l’unica via di uscita sarà quella che usavano i nostri avi: affidarsi alla Divina Provvidenza, perché il sistema sanitario pubblico non ha le condizioni per affrontare un’emergenza di questo tipo”, scrive il missionario in una nota inviata a Fides. Attualmente, secondo gli ultimi dati della Johns Hopkins University, in tutto il Paese sudamericano ci sono 30.891 casi confermati di Coronavirus con 1.952 morti. “Le comunità lungo il fiume - aggiunge don Turato - hanno chiuso l’accesso di visite pure le comunità indigene tentano di isolarsi, ma la situazione è molto complicata. Alcuni indigeni vivono in città in condizioni precarie e si spostano continuamente verso l’interno. La frontiera con i paesi vicini è aperta solo per commercio e alcuni servizi. Quello che più preoccupa sono i campi profughi, dove risiedono rifugiati venezuelani, a Boa Vista, capitale di Roraima, e la frontiera stessa.” Prosegue don Luigi: “Noi missionari a Caracaraí, Boa Vista e Resende stiamo bene. La Chiesa da subito ha seguito le indicazioni del governo locale chiudendo i raduni e così ci stiamo attrezzando per dare un supporto spirituale per via telematica. Celebriamo la messa in diretta Facebook per mantenere unito lo spirito della comunità locale. Anche qualche telefonata accorcia le distanze. Trovo più difficile celebrare la messa senza la presenza delle persone della comunità: mi pare di dover fare un altro tipo di sforzo per non diventare ‘meccanico’. Inoltre, siamo preoccupati per i tanti lavoratori informali della zona, credo siano la maggioranza e non sappiamo come stanno sopravvivendo, anche se il governo ha promesso un aiuto economico per qualche mese”. (LT/AP) (Agenzia Fides 20/04/2020) |
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giovedì 2 aprile 2020
Agenzia Fides 2 aprile 2020
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AFRICA/GUINEA BISSAU - La Chiesa offre le proprie strutture per combattere il COVID-19 | |||
Bissau (Agenzia Fides) - La Chiesa cattolica della Guinea-Bissau è pronta a mettere a disposizione delle autorità nazionali le sue strutture sanitarie nel contesto della lotta contro il COVID-19. È quanto emerso dall’incontro di ieri, 1°aprile, tenutosi nella Curia diocesana de Bissau tra la Segretaria generale della Caritas della Guinea-Bissau e una delegazione del governo, composta dai ministri della sanità, dell'economia e dal coordinatore della commissione interministeriale. La signora Maria de Fátima Gomes, Segretaria generale della Caritas della Guinea Bissau, ha affermato che Sua Ecc. Mons. Camnate Na Bissign, Vescovo di Bissau, ha offerto il supporto della Chiesa e ha ringraziato il governo per la fiducia riposta in essa. “Mons. Camnate ha reso disponibile il nostro aiuto e ha ringraziato il governo per la sua fiducia. Il governo può essere sicuro che collaboreremo in caso di necessità, attraverso le nostre strutture ospedaliere dove abbiamo già un piano di emergenza” ha affermato la responsabile Caritas. Per quanto riguarda le incertezze relative all'aumento o meno di casi di infezione nel Paese, la Segretaria Generale della Caritas Guinea afferma che sono già state prese precauzioni, che includono necessariamente lo "stock" di medicinali e alimenti di base per supportare eventualmente le famiglie più bisognose. "La Caritas sta preparando l’aiuto per le famiglie più bisognose nel caso in cui la situazione peggiori, e lo faremo attraverso sondaggi che verranno effettuati attraverso le nostre strutture nelle parrocchie. Prenderemo sul serio la richiesta del governo perché il ruolo della Chiesa è di servire" ha detto. Da sottolineare che il sostegno sarà esteso anche ai diversi centri sanitari del Paese. La Caritas Guinea-Bissau ha condotto una campagna nazionale di sensibilizzazione attraverso le sue strutture parrocchiali, ha distribuito poster su come prevenire il coronavirus e ha offerto candeggina ai più bisognosi. Nel frattempo, le autorità sanitarie della Guinea-Bissau hanno annunciato il 1° aprile, che il numero di persone infette da coronavirus nel Paese è aumentato a 9, sulla base dei risultati dei test ottenuti nelle ultime 24 ore. Il nuovo paziente, che si unisce agli 8 già conosciuti, è un cittadino guineano di 23 anni, tornato il 10 marzo dal Senegal dove studia, e la cui prima analisi era stata inconclusiva. (A.B.) (L.M.) (Agenzia Fides 2/4/2020) | |||
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AFRICA/MALAWI - Covid-19: nessun caso di infezione, ma misure preventive nell’arcidiocesi di Blantyre | |||
Blantyre (Agenzia Fides) – "Qui a Blantyre, fino ad ora, non c’è stato nessun caso di infezione verificato e sarebbe una grande grazia se non ce ne fossero in futuro” scrive all’Agenzia Fides la missionaria Anna Tomasi, delle Francescane Ausiliarie Laiche Missionarie dell’Immacolata (F.A.L.M.I.) che si occupano in particolare di sanità, istruzione, assistenza nelle carceri. “Tuttavia l’emergenza coronavirus - rimarca la religiosa - è sulla bocca di tutti anche qui. Il Covid -19 ha cambiato i programmi dell’Infanzia Missionaria della nostra Arcidiocesi di Blantyre. Il 29 e 30 marzo era previsto un incontro di tutti i bambini nella parrocchia di Phalombe, insieme al nostro Arcivescovo, Mons. Thomas Luke Msusa, per andare a fare visita ai malati dell’ospedale diocesano ‘Sacra Famiglia’ e portare dei doni, specialmente ai bambini. Questa iniziativa si è dovuta cancellare con grande rammarico dei bambini che già pregustavano la gioia di un viaggio e del loro servizio caritativo uniti all’Arcivescovo, che è sempre presente ai loro raduni.” “Il Governo fin dal 20 marzo ha dato l’ordine di chiudere tutte le scuole, università e college - continua Anna, impegnata in Malawi da 17 anni con la comunità F.A.L.M.I. I malawiani che rientrano da altri paesi vanno direttamente in quarantena ed è vietato l’ingresso ai non residenti.” Prosegue la suora: “Per quanto riguarda la vita normale, le uniche differenze sono che davanti a tutti i negozi, uffici, banche, chiese si trovano secchi con rubinetto e sapone per lavarsi le mani. Ancora ci si può radunare nelle parrocchie, ma in gruppi al di sotto di 100 persone. Mentre per favorire la partecipazione dei più fedeli alle Sante Messe il numero può aumentare. Ognuno sa a quale ora deve andare a messa.” Suor Anna racconta inoltre che nelle carceri hanno proibito l’ingresso a gruppi, ma i parenti dei detenuti vanno a portare cibo e a salutarli, rispettando il lavaggio delle mani e la distanza. Il Governo sta procedendo anche al rilascio di un certo numero di detenuti. Dal carcere di Chichiri, il terzo del paese, ieri 1 aprile, ne sarebbero dovuti uscire 200. Preghiamo per tutti e confidiamo che questa pandemia finisca presto e ci dia la gioia di riprendere la vita normale con mente e cuore nuovi” conclude la missionaria. (AT/AP) (Agenzia Fides 2/4/2020) | |||
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ASIA/CAMBOGIA - Covid-19, i cattolici alimentano la fede con la "comunione spirituale" | |||
Phnom Penh (Agenzia Fides) - Con l'avvicinarsi della Settimana Santa, i cattolici in Cambogia continuano a rimanere a casa, data l'emergenza Covid-19 e, data la sospensione degli incontri religiosi a seguito dell'epidemia, alimentano la loro fede con la "comunione spirituale". Il governo cambogiano ha anche vietato tutti gli incontri pubblici, ha imposto la chiusura degli esercizi commerciali e delle scuole, imponendo la "quarantena comunitaria". I contagi registrati nel paese sono oltre mille, con 17 decessi. I responsabili delle comunità cattoliche della Cambogia hanno invitato i fedeli a rimanere a casa e a partecipare alle attività religiose tramite streaming online. Come appreso dall'Agenzia Fides, molti laici cattolici stanno praticando la loro fede attraverso preghiere, lettura della Bibbia, recita del Rosario e altre forme di devozione in casa. “Siamo in una situazione di emergenza. Dato che ci viene detto di restare a casa, non possiamo fare altro che svolgere alcune attività di culto domestiche e mantenere la nostra fede e fiducia. Siamo in comunione spirituale con i nostri Pastori e con gli altri membri della comunità" dice Hun Sophea, assistente sociale cattolica di 23 anni. "Continuiamo a pregare intensamente, affinché questi tempi straordinari finiscano presto", ha aggiunto. Un altro laico, Kim Chea, dichiara a Fides: “Come tutti gli altri, siamo bloccati, ma soprattutto molti poveri ne sono colpiti. Inoltre, è così brutto che non possiamo partecipare alle messe, specialmente durante questa Settimana Santa. In base alla situazione, siamo uniti alla Chiesa universale e preghiamo intensamente affinché il mondo superi questa pandemia, con la grazia di Dio". Secondo Khieu Yi, laica cattolica, “recitiamo il rosario in famiglia, recitiamo preghiere mattutine e serali. Adesso è il momento di valorizzare la nostra fede più di prima”. Con il blocco, nota la donna, "i poveri sono gravemente colpiti, poiché migliaia di persone in Cambogia vivono alla giornata". (SD-PA) (Agenzia Fides 2/4/2020) | |||
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ASIA/PAKISTAN - Prevenire è meglio che curare: l’impegno della Caritas per combattere il coronavirus | |||
Karachi (Agenzia Fides) - "Prevenire è meglio che curare. In questa fase è molto importante condividere le informazioni accurate e autentiche con le persone, per evitare la circolazione di voci e false informazioni. Caritas Pakistan sta continuando a sensibilizzare le persone sulle misure necessarie da adottare per non essere contagiate dal coronavirus”: lo dice all’Agenzia Fides Amjad Gulzar, Segretario esecutivo della Caritas Pakistan. L’organizzazione, riferisce Gulzar, “sta promuovendo le linee guida offerte dall'Organizzazione mondiale della sanità e dal governo del Pakistan, oltre a promuovere una campagna di informazione e consapevolezza soprattutto nelle comunità e nei villaggi delle aree rurali e più distanti dalle città”. Dopo il blocco totale imposto nel paese, la Caritas sta ora usando diversi mass-media come strumento per promuovere la consapevolezza delle persone sulle misure necessarie da adottare nella pandemia. Nei giorni precedenti al blocco, sono stati organizzati anche seminari di formazione in diverse province, mentre in varie città del Pakistan sono stati distribuiti migliaia di poster e volantini per informare sulla malattia. Mansha Noor, Segretario esecutivo della Caritas dell’arcidiocesi di Karachi, ha dichiarato a Fides: “Stiamo lavorando per proteggere le persone da questa malattia per aiutarle a proteggere se stesse, i loro cari e la comunità. Stiamo anche convincendo le persone a seguire le istruzioni per stare al sicuro. I nostri volontari preparati nell'arcidiocesi di Karachi svolgeranno un ruolo vitale nell'evitare il panico, nel far seguire le istruzioni per ridurre la diffusione del covid-19”. Noor prosegue: “Incoraggiamo le persone a lavarsi le mani, a prendersi cura della propria igiene e usare disinfettanti a base di alcol, a indossare mascherine”, tutte istruzioni contenute anche in un video messaggio realizzato e diffuso dalla Caritas di Karachi. Anche in altre diocesi pakistante la campagna di informazione di sensibilizzazione dei volontari della Caritas prosegue, rivolta soprattutto alla fasce meno abbienti della popolazione, che risultano le più esposte e vulnerabili al contagio. (AG-PA) (Agenzia Fides 2/4/2020) | |||
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AMERICA/CILE - Congregazioni religiose e diocesi mettono a disposizione case e spazi per i malati di coronavirus | |||
Santiago (Agenzia Fides) – “Il Cile e il mondo sperimentano una seria realtà sanitaria. La diffusione di Covid-19 a livello globale ha causato un numero doloroso di vittime e messo in evidenza le esigenze e le carenze dei vari sistemi sanitari. Questo è un problema che coinvolge tutti e ognuno di noi può contribuire perché questo virus, che colpisce tanti fratelli e sorelle, non continui ad espandersi. Oggi siamo coinvolti e colpiti. Invitiamo le Congregazioni femminili e maschili che hanno case di ritiro e che ritengono di poterle mettere a disposizione dello Stato, a inviare l’elenco al Ministero della Salute, saranno contattate per discutere le condizioni di utilizzo”. Questa la richiesta che Padre Héctor Campos, OFM Cap., Presidente della Conferre (Conferenza dei Religiosi e Religiose del Cile) e Suor Sara Romero MSsR, Segretaria Esecutiva, hanno indirizzato ai Superiori e Superiore degli istituti religiosi, ai membri della giunta esecutiva, ai coordinatori e coordinatrici di dipartimenti, commissioni, centri zonali e diocesani cileni. Secondo le notizie pervenute a Fides, la Conferenza episcopale stabilirà il dialogo con i sindaci e i direttori provinciali della Sanità. Secondo il Ministero della Salute, il 30 marzo in Cile sono stati registrati 2.738 casi positivi di coronavirus e 12 morti. In risposta all’appello della Conferre, le congregazioni che hanno messo a disposizione le loro case per il trattamento dei pazienti affetti da Covid 19, in diverse località cilene, sono: Suore del Buon Pastore, Chierici di San Viatore, Compagnia di Gesù, Missionari Mercedari, Congregazione dei Sacri Cuori, Congregazione Salesiana, Francescane Missionarie di Maria, Fratelli Maristi, Frati minori (OFM). A loro si aggiunge la disponibilità dell’edificio che ospita la sede della Conferre. L'Arcivescovado di Santiago ha aggiunto 15 nuovi spazi ecclesiali per affrontare la crisi sanitaria e accogliere i malati e le persone che vivono per strada. Alle quattro case già offerte alle autorità la scorsa settimana, l'Arcivescovado ha aggiunto due dei suoi edifici istituzionali (Vicaría Esperanza Joven e Vicaria para la Educacion) e tredici infrastrutture parrocchiali, per collaborare con il governo nella prevenzione e nel controllo della crisi causata dalla pandemia. Con una preghiera di benedizione online, l'Arcivescovo di Santiago, Mons, Celestino Aós, ha inaugurato anche il servizio telefonico e di videochiamate "Siamo con te" (“Estamos Contigo”) che vuole ascoltare e accompagnare nella prospettiva della fede le persone - non solo cristiane - che stanno attraversando momenti difficili a causa dell'emergenza causata dal coronavirus. (SL) (Agenzia Fides 2/4/2020) | |||
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AMERICA/COLOMBIA - Infanzia Missionaria: preghiera in famiglia per fermare la pandemia | |||
Leticia (Agenzia Fides) - Suor Celina Mota Sánchez, direttrice diocesana delle Pontificie Opere Missionarie (POM) del Vicariato Apostolico di Leticia, in Colombia, spiega a Fides le iniziative pastorali e umanitarie prese da quando sono in atto le disposizioni del governo per la pandemia di Covid-19. Lei si trova nella città di Leticia, dove sta passando la quarantena nella casa delle suore vincenziane. Suor Celina sottolinea una cosa importante: come Chiesa tutti si sono uniti per sostenere i fedeli dal lato spirituale. "In unione con i sacerdoti, religiosi e religiose, genitori, maestri e ragazzi dell'Infanzia e Adolescenza missionaria (IAM), da quando è stata annunciata la notizia, è stata intensificata la preghiera familiare, con i bambini della IAM. I misteri del Santo Rosario sono inviati loro in audio, in modo che le famiglie preghino il Santo Rosario ogni giorno. Vengono inviati anche la preghiera del sangue di Cristo e disegni, in modo che i bambini possano colorarli e avere sempre Dio in mente, avere un mezzo di comunicazione personale con Lui". I sacerdoti - prosegue la religiosa - trasmettono le celebrazioni eucaristiche nelle chiese dalla stazione radio della polizia, alle 7 del mattino, tutti i giorni. Il parroco della Cattedrale di Nostra Signora della Pace invia ogni giorno il Vangelo in audio per WhatsApp in modo che le persone possano ascoltarlo e meditare come una famiglia. "Grazie all'azione della polizia, i controlli sono stati intensificati, perché questo è un territorio di confine dove gli stranieri vanno e vengono, ma adesso la situazione è sotto controllo, chiudendo il confine. Finora non esiste un caso positivo di covid-19". Suor Celina conclude: "Prego perché i bambini dell'IAM siano sempre buoni e aiutino i loro genitori in questa situazione, spero che sia così e che continuino ad essere giudiziosi". La testimonianza della religiosa è solo una delle tante che mostrano come la Chiesa in Colombia stia vivendo insieme alla popolazione questa situazione di crisi. (CE) (Agenzia Fides, 02/04/2020) | |||
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AFRICA/NIGERIA - Elevazione a Diocesi del Vicariato Apostolico di Kontagora e nomina del primo Vescovo | |||
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Santo Padre Francesco ha elevato a Diocesi il Vicariato Apostolico di Kontangora (Nigeria), con la medesima denominazione e configurazione territoriale, rendendola suffraganea della Sede Metropolitana di Kaduna. Il Papa ha nominato primo Vescovo della Diocesi di Kontagora S.E. Mons. Bulus Dauwa Yohanna, finora Vicario Apostolico della medesima sede. La Diocesi di Kontagora con superficie di 46.000 kmq è situata nel centro-nord della Nigeria e comprende gli Stati di Niger e Kebbi. Il Vicariato Apostolico era guidato dai Padri della Società delle Missioni Africane (S.M.A.). La sede della nuova Diocesi è la stessa, così pure la Cattedrale (“St. Michael”), la residenza del Vescovo e la cancelleria. (SL) (Agenzia Fides 2/4/2020) | |||
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ASIA/MONGOLIA - Nomina del Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar | |||
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Santo Padre Francesco ha nominato Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar (Mongolia), con carattere vescovile, il P. Giorgio Marengo, I.M.C, finora Consigliere regionale dell’Asia, Superiore per la Mongolia e Parroco di Maria Madre della Misericordia ad Arvaiheer, assegnandogli la sede titolare di Castra Severiana Il P. Giorgio Marengo, I.M.C., è nato il 7 giugno 1974 a Cuneo, in Italia. Dal 1993 al 1995 ha studiato Filosofia presso la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale e dal 1995 al 1998 Teologia nella Pontificia Università Gregoriana (Roma). Dal 2000 al 2006 ha compiuto ulteriori studi presso la Pontificia Università Urbaniana, conseguendo la Licenza e il Dottorato in Missionologia. Ha emesso la Professione Perpetua il 24 giugno 2000 come membro dell’I.M.C. ed è stato ordinato sacerdote il 26 maggio 2001. Dopo l’Ordinazione sacerdotale ha ricoperto i seguenti incarichi: Ministero pastorale in Mongolia ad Arvaiheer (2000-2003); dal 2003: Assegnato alla Missione in Mongolia (il primo missionario dell’I.M.C. in Mongolia); dal 2016: Consigliere Regionale Asia, Superiore per la Mongolia e Parroco di Maria Madre della Misericordia ad Arvaiheer. (SL) (Agenzia Fides 2/4/2020) | |||
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sabato 21 dicembre 2019
Agenzia Fides 21 dicembre 2019
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AFRICA/ETIOPIA - “L'assistenza alla sviluppo sia segno dell’amore di Dio perché la missione della Chiesa è l'evangelizzazione" | |||
Addis Abeba (Agenzia Fides) - "La Chiesa non dovrebbe essere identica agli altri agenti di sviluppo ma servire piuttosto con lo spirito di Cristo. La sua missione principale è l'evangelizzazione", ha affermato Sua Eccellenza Mons. Roberto Bergamaschi, Vicario Apostolico di Awasa (conosciuta anche come Hawassa) nel suo intervento all’incontro dei coordinatori pastorali e dei direttori degli uffici di sviluppo e assistenza della Chiesa cattolica in Etiopia, che si è tenuto dal 19 al 21 dicembre ad Awasa. Nel suo intervento Mons. Bergamaschi ha sottolineato “che qualunque cosa facciamo, è per la diffusione del regno di Dio e per la salvezza del Suo popolo”. "Quando le persone vedono la Chiesa e il suo servizio dovrebbero essere grati a Dio e non alle nostre istituzioni o individui. Siamo persone chiamate a testimoniare l'amore di Dio e condividerlo con gli altri” ha spiegato. Nel corso del meeting, i partecipanti hanno discusso su come attuare le decisioni e le direttive impartite dall'ultima Assemblea dei Vescovi che si è tenuta a Meki dal 9 al 13 dicembre 2018. In particolare l'incontro si concentrato sulla ristrutturazione delle istituzioni della Chiesa cattolica per un migliore lavoro di evangelizzazione e per accrescere la responsabilità finanziaria e la trasparenza al fine di raggiungere l'auto sostenibilità. (L.M.) (Agenzia Fides 21/12/2019) | |||
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ASIA/CAMBOGIA - Un missionario: "Comunicare il Vangelo e accompagnare la popolazione verso un cammino di pienezza" | |||
Phnom Penh (Agenzia Fides) - “Con spirito di servizio, bisogna comunicare il messaggio di salvezza del Vangelo e accompagnare la popolazione verso un cammino di pienezza di vita”. Lo afferma in un’intervista all’Agenzia Fides padre Mario Ghezzi, missionario del Pontificio Istituto per le Missioni Estere (Pime), che per diciassette anni ha operato in Cambogia, parlando delle sfide della Chiesa locale nella costruzione e nello sviluppo umano e sociale del paese. I missionari del Pime sono arrivati nel Paese nel 1990, e la loro attività si svolge nel Vicariato apostolico della capitale, Phnom Penh e nella prefettura apostolica di Battambang: “Negli ultimi decenni, la Chiesa cambogiana ha sperimentato una rinascita lenta ma concreta”, spiega padre Ghezzi. “Gradualmente - prosegue - le comunità cristiane khmer si sono rinsaldate, seguite spiritualmente prima da catechisti e poi da sacerdoti. Ora si contano 700 catecumeni”. In ogni comunità ci sono solitamente tre commissioni da cui dipendono le diverse attività: “La prima commissione - riferisce p. Mario - si occupa della liturgia e della preghiera; la seconda è incaricata della catechesi e della formazione cristiana; la terza organizza l’assistenza ai poveri e agli ammalati, in collaborazione con la Caritas e altre organizzazioni attive nel settore sanitario”. Sebbene le comunità cattoliche khmer si stiano riorganizzando, i due terzi dei 25mila cattolici cambogiani sono di origine vietnamita: “La rivalità tra le comunità riflette il tradizionale antagonismo che caratterizza i rapporti tra i due gruppi etnici”, riporta il missionario. “Abitualmente khmer e vietnamiti, anche cattolici, vivono divisi, anche se la sola lingua ammessa nella liturgia è quella khmer”, osserva p. Ghezzi.. “La difficoltà - rileva - è proprio quella di facilitare una collaborazione tra la comunità khmer e gli immigrati, generalmente più attivi”. I rapporti con le altre religioni sono cordiali. Da oltre dieci anni è attivo un Consiglio delle Religioni per la Pace, di cui fanno parte il Vescovo di Phnom Penh e i Prefetti apostolici di Battambang e di Kompong Cham: “I leader i incontrano regolarmente con i capi delle due denominazioni buddiste presenti nel Paese”, riporta il sacerdote del Pime. I contatti con altre denominazioni cristiane, invece, vanno avanti a livello locale. “A Kompong Cham, - continua - le 15 denominazioni cristiane si incontrano mensilmente per un momento di preghiera comune”. “Le comunità protestanti, quasi inesistenti prima del 1975, stanno ora crescendo rapidamente - nota il religioso - facilitate anche dal fatto che il loro catecumenato e la formazione dei loro pastori richiedono un tempo più breve rispetto ai cattolici”. Dopo le tragedie del passato, legate al regime imposto dagli khmer rossi, la Cambogia sta cercando una nuova identità nazionale e culturale: “I vari gruppi che compongono la società - rimarca p. Mario - hanno bisogno di una formazione basata su onestà, generosità e rispetto della vita. Una attenzione particolare va rivolta alle giovani generazioni”, aggiunge. “La Chiesa cambogiana - sottolinea p. Ghezzi - sa di essere chiamata a un ruolo attivo nella società”. “Grandi sfide l’attendono - conclude - ma la determinazione dei suoi pastori e l’entusiasmo delle sue comunità sono il segno di una fede in grado di offrire un sostegno concreto a questo cammino”. Indipendente dal 1953, la Cambogia è uno degli stati più piccoli del continente asiatico: ha una popolazione di 18 milioni di abitanti. Il 95% della popolazione è di etnia khmer, con minoranze vietnamite e cinesi. Il buddismo è la religione predominante (98%), ma anche esistono minoranze musulmane. La comunità cattolica è composta da circa 25mila fedeli. (ES) (Agenzia Fides 21/12/2019) | |||
LINK Guarda la viedo-intervista a p. Mario Ghezzi sul canale Youtube dell'Agenzia Fides -> https://www.youtube.com/watch? | |||
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ASIA/INDIA - Avvento segnato dall'intolleranza verso le minoranze religiose | |||
New Delhi (Agenzia Fides) - Diversi episodi di intolleranza religiosa hanno segnato il periodo dell'Avvento e della preparazione al Natale in India. Mentre la nazione è scossa dalla protesta per l'adozione del Citizenship Amendment Act 2019, che discrimina la concessione del diritto di cittadinanza, negandolo ai rifugiati musulmani, anche le comunità cristiane denunciano atti ed episodi che violano la libertà di culto e di pratica religiosa, in diversi stati della Federazione. Come comunicato all'Agenzia Fides, una riunione di canti natalizi è stata bruscamente interrotta il 17 dicembre a Permuapalayam, in Tamil Nadu, da cinque uomini che hanno aggredito le persone presenti, tra i quali un ragazzo di 17 anni. Il Pastore protestante Giosuè, che guida la una comunità locale, aveva riunito alcuni fedeli per celebrare l'Avvento nella propria casa, quando si è verificata l'aggressione dei militanti, contrari alla celebrazione del Natale. E quando, il giorno dopo l'episodio, i cristiani si sono recati dalla polizia per sporgere denuncia, sono stati respinti. "Gli episodi di intolleranza verso la fede cristiana sono in aumento nel Tamil Nadu negli ultimi anni", scrive in una nota inviata a Fides nota l'Ong Christian Solidarity Worldwide (CSW), che monitora la situazione delle minoranze religiose in India. Nehemiah Christie, attivista locale per i diritti umani, argomenta: “Il livello di intolleranza a cui stiamo assistendo oggi in questo paese è senza precedenti. I cristiani non possono celebrare le feste per timori di violenza. In linea di massima, l'attuale leadership politica va ritenuta responsabile perchè promuove una falsa narrativa sulle minoranze religiose. Oggi il veleno penetrato a livello di base è molto diffuso. Anche la polizia è complice e non prende sul serio i reclami. In molti casi la sofferenza rimane inascoltata, la violenza resta impunita e la gente continua a vivere nella paura”. Secondo CSW, “è profondamente preoccupante vedere che le festività religiose vengano distorte da quanti vogliono piantare semi di contesa e discordia in India. Rispettare il diritto di praticare la propria religione è fondamentale. Esortiamo a le autorità a prendere misure appropriate contro tali comportamenti e a promuovere una cultura del rispetto reciproco". (PA) (Agenzia Fides 21/12/2019) | |||
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AMERICA/VENEZUELA - Natale, occasione per “ravvivare la speranza, in un paese che soffre” | |||
Caracas (Agenzia Fides) – “Il Natale è un'occasione per rafforzare la speranza”, vista la "situazione critica che peggiora ogni giorno in Venezuela”: lo afferma il Cardinale Jorge Urosa Savino, Arcivescovo emerito di Caracas, notando che “coloro che soffrono sono i più poveri". “La situazione in Venezuela sta peggiorando, da molti punti di vista. L'economia soffre sempre di più a causa dell'incessante svalutazione del bolivar. Un dollaro, che valeva 60 bolivar 16 mesi fa, ora costa 47.000. Ciò significa che il costo della vita, in particolare il cibo, è salito alle stelle”, afferma il Cardinale in una nota pervenuta a Fides. Il Cardinale venezuelano considera come "qualcosa di incredibile" la gestione del governo per risolvere la situazione in Venezuela. “Un paese petrolifero soffre di carenza di benzina e gas domestico: è qualcosa di imbarazzante e inaudito!” nota. “E’ una brutta situazione da molti punti di vista. E quelli che soffrono di più sono i più poveri!”, ha aggiunto l'Arcivescovo emerito di Caracas. La popolazione, in vista del Natale è chiamata a ravvivare la speranza: “Anche nel mezzo di così tante difficoltà dobbiamo rafforzare la nostra pratica religiosa, andare in chiesa, partecipare alla Messa domenicale e ricevere i sacramenti della Riconciliazione e dell'Eucaristia, confidando in Dio”. “E siamo chiamati a vivere profondamente la carità fraterna, specialmente con i più bisognosi”, ha concluso. (CE) (Agenzia Fides, 21/12/2019) |
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