È simile a bambini
che stanno seduti in piazza
(Mt 11)
Nighthawks (I nottambuli) è forse il dipinto più famoso di Edward Hopper, uno dei tanti in cui l’artista statunitense rappresenta delle figure sedute.
Tre persone, sopra uno sgabello, sono appoggiate al bancone di un locale, posizionato all’incrocio tra due strade di New York. Assieme al barista, condividono uno spazio, ma non comunicano. Immaginiamo che possano essere annoiate, assorte nei loro pensieri, forse in attesa di qualcosa o di qualcuno. Di certo, appaiono come individui seduti, statici, isolati nella grande metropoli che li ospita. E nel quadro di Hopper non accade nulla.
Frequentare lo stesso ambiente non significa entrare in relazione. Il fatto di essere connessi con la piazza non consente di incrociare sguardi, di celebrare la rivelazione dell’incontro.
Alla tentazione del giudicare comodo, si oppone il rischio dell’andare: “Venite!” ripete più volte Gesù ai suoi discepoli, facendoli alzare e percorrere le strade, per non perdere mai contatto con la Vita.
Tre persone, sopra uno sgabello, sono appoggiate al bancone di un locale, posizionato all’incrocio tra due strade di New York. Assieme al barista, condividono uno spazio, ma non comunicano. Immaginiamo che possano essere annoiate, assorte nei loro pensieri, forse in attesa di qualcosa o di qualcuno. Di certo, appaiono come individui seduti, statici, isolati nella grande metropoli che li ospita. E nel quadro di Hopper non accade nulla.
Frequentare lo stesso ambiente non significa entrare in relazione. Il fatto di essere connessi con la piazza non consente di incrociare sguardi, di celebrare la rivelazione dell’incontro.
Alla tentazione del giudicare comodo, si oppone il rischio dell’andare: “Venite!” ripete più volte Gesù ai suoi discepoli, facendoli alzare e percorrere le strade, per non perdere mai contatto con la Vita.