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venerdì 27 settembre 2019

Agenzia Fides 27 settembre 2019

EUROPA/ITALIA - Per la 150° volta si rinnova l’invio missionario di Salesiani e Salesiane
 
Torino (Agenzia Fides) - Dal 27 al 29 settembre si svolgerà a Torino (Valdocco) il tradizionale appuntamento missionario con l’Harambée, che quest’anno si arricchisce di un anniversario importante: la 150° spedizione missionaria. Infatti 36 Salesiani e 13 Figlie di Maria Ausiliatrice riceveranno la croce missionaria durante la celebrazione di domenica 29 settembre nella Basilica di Maria Ausiliatrice, come informa l’agenzia Ans. Il sogno missionario di Don Bosco prosegue ancora, dopo 150 anni. Sono stati 9.523 i missionari inviati nelle 150 spedizioni. “Dobbiamo rispondere con generosità al Signore: se oggi il carisma salesiano vive in 134 nazioni, si deve a confratelli come questi che hanno portato nel mondo il Vangelo educando i giovani” ha detto il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime.
L’evento ha inizio il 27 settembre, con l’accoglienza dei partecipanti. Sabato 28 settembre si terrà l’inaugurazione del Museo Etnografico Missioni Don Bosco, voluto per rendere più accessibile la conoscenza del mondo missionario ai pellegrini che giungono a Valdocco. Il nuovo spazio conterrà molti oggetti della vita quotidiana delle minoranze etniche che i salesiani hanno incontrato lungo il tempo nelle terre di missione. Durante le giornate dell’Harambée è prevista la rilettura delle testimonianze di Santi missionari salesiani, insieme con la presentazione dei partenti. Domenica 29 settembre, alle ore 11, don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore, affiancato dalla Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Madre Yvonne Reungoat, consegnerà la croce missionaria a Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice che si apprestano a iniziare questo nuovo cammino, alla vigilia del Mese Missionario Straordinario. (SL) (Agenzia Fides 27/9/2019)
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AFRICA/GABON - Il 29 settembre la solenne chiusura del Giubileo per i 175 anni della Chiesa in Gabon
 
Libreville (Agenzia Fides) - “Celebrare i 175 anni dell’arrivo in questa terra dei missionari Spiritani è importante non solo per la Chiesa del Gabon ma in fondo anche per le Chiese sorelle. Infatti dal Gabon i Padri della Congregazione dello Spirito Santo (popolarmente noti come Spiritani) sono partiti per diffondere il Vangelo nelle terre vicine come per esempio l’attuale Congo Brazzaville, dove sono giunti 30 anni dopo” dice all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons Francisco Escalante Molina, Nunzio Apostolico in Gabon e in Congo Brazzaville. Domenica 29 settembre si terrà la solenne cerimonia che chiude il Giubileo per i 175 anni dell’evangelizzazione del Gabon, avviato nel settembre 2018.
Mons. Escalante Molina sottolinea che “la Conferenza Episcopale ha organizzato un programma nazionale che si è poi tradotto a livello diocesano. In tutte le diocesi abbiamo partecipato alle celebrazioni nelle quali si sono avute diverse ordinazioni sacerdotali e diaconali. Sono stati organizzati diversi incontri pastorali con la partecipazione di sacerdoti, religiosi, religiose e laici, oltre ad attività culturali”.
“Insomma- rimarca il Nunzio - ogni Vescovo ha colto l’occasione del Giubileo per risvegliare la vita pastorale della propria diocesi”. “È importante sottolineare che tutti i Vescovi del Paese hanno partecipato ai Giubilei delle singole diocesi. Possiamo dire che si è avuto un pellegrinaggio nazionale perché delegazioni di ogni diocesi con il proprio Vescovo si sono recate nella diocesi che in quel momento celebrava il proprio Giubileo” dice Mons. Escalante Molina. “A livello nazionale si sono organizzati dei momenti giubilari per i politici, per l’educazione e per altre categorie, con una forte partecipazione di fedeli” aggiunge il Nunzio.
Domenica 29 settembre ci sarà la chiusura del Giubileo con la partecipazione dei Vescovi del Gabon, e una rappresentanza dei Vescovi dell’ACERAC (Associazione delle Conferenze Episcopali della Regione dell’Africa Centrale che comprende Camerun, Congo Brazzaville, Gabon, Repubblica Centrafricana, Ciad, Guinea Equatoriale). Sarà presente Mons. Giampietro Dal Toso, Segretario Aggiunto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli con incarico di Presidente delle Pontificie Opere Missionarie, a ricordare il ruolo fondamentale dei missionari nel diffondere il Vangelo nel mondo.
A questo proposito Mons. Escalante Molina conclude sottolineando che “la presenza missionaria in Gabon è ancora importante. I missionari Spiritani sono presenti in tutta la regione dell’ACERAC. Ci sono diversi Vescovi che sono Spiritani. La Congregazione rimane un punto di riferimento per la Chiesa in Gabon e sono importanti le vocazioni spiritane in questo Paese”. (L.M.) (Agenzia Fides 27/9/2019)
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ASIA/MACAO - I Clarettiani: annuncio e distribuzione del Vangelo per il "Mese Missionario Straordinario"
 
Macao (Agenzia Fides) - I sacerdoti Clarettiani nella diocesi di Macao hanno iniziato a diffondere copie dei Vangeli tra i non cristiani, incoraggiando la lettura, la riflessione e il confronto, in occasione del Mese Missionario Straordinario dell'Ottobre 2019. I membri della "Congregazione dei Figli Missionari del Cuore Immacolato di Maria", fondata da Sant'Antonio Maria Claret, detti "Clarettiani", "sono impegnati a promuovere la conoscenza, la lettura e la condivisione della Sacra Scrittura e intendono potenziare il movimento della diffusione del Vangelo, da condividere con gli altri" afferma a Fides p. Jojo Peter Ancheril, missionario Clarettiano di Macao.
“In che modo l'intera Chiesa viene invitata a promuovere l'evangelizzazione, in occasione del Mese Missionario Straordinario? Abbiamo scelto una soluzione molto semplice, un punto iniziale: donare una copia dei quattro Vangeli ai non cristiani, incoraggiandone la lettura" dice.
Il Clarettiano nota: "La lettura del Vangelo e della Bibbia consente di guidare la coscienza e l'esperienza di tutta l'umanità. I segni di Dio, come la Scrittura, aiutano le persone nella vita quotidiana a essere consapevoli della salvezza donata da Gesù Cristo. Allo stesso tempo la Parola di Dio essa ha il potere di toccare il più profondo dell'uomo, ovvero il cuore, la coscienza" spiega padre Ancheril.
Nel Mese Missionario Straordinario, continua, "la Chiesa lancia un 'movimento evangelico' che mira a rivelare ai non cristiani la vita di Gesù e farli entrare in contatto con la Parola di Cristo leggendo il Vangelo, in modo che possano conoscere l'amore di Dio".
Il Mese Missionario Straordinario nell'Ottobre 2019 segna il centenario della Lettera Apostolica Maximum Illud emessa nel 1919 da Papa Benedetto XV e ha come tema: "Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo". L'obiettivo è aumentare la consapevolezza della "missio ad gentes" e dare nuovo impulso alla trasformazione missionaria nella vita della Chiesa. (SD) (Agenzia Fides 27/9/2019)
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AMERICA/COLOMBIA - Una buona politica, basata sui principi etici, contribuisce alla riconciliazione e alla pace
 
Yopal (Agenzia Fides) – "Buona politica al servizio della riconciliazione e della pace" è stato il tema dell'incontro di dialogo e discussione politica organizzato dalla diocesi di Yopal e dalla Commissione della Conciliazione Nazionale (CCN) che si è svolto il 25 settembre nella città di Yopal, capitale del dipartimento di Casanare. All'incontro tra rappresentanti delle comunità e candidati al governo di questo dipartimento hanno partecipato sei candidati, che hanno presentato il loro programma di governo ai leader sociali di diversi settori e ai rappresentanti del clero cattolico. Nel dibattito sono emerse le preoccupazioni sulla necessità di risolvere i problemi che ostacolano lo sviluppo del dipartimento nei settori chiave, quali istruzione, gioventù, famiglia ed economia.
Mons. Édgar Aristizábal Quintero, Vescovo della diocesi di Yopal, ha rilevato che questo incontro ha cercato di promuovere il buon governo tra i candidati e di coinvolgere i cittadini nell'accompagnamento di una buona politica, che deve essere basata sui principi etici e morali a cui chiama Papa Francesco.
L'iniziativa fa parte della linea di lavoro sulla formazione politica a favore della riconciliazione e della pace che il CCN sviluppa con il sostegno dell'ambasciata norvegese in Colombia. La popolazione partecipa a questi incontri in quanto sono considerati una occasione di informazione e di preparazione alle elezioni regionali del prossimo ottobre. La stessa iniziativa si svolgerà anche a Buga, Puerto Carreño y Leticia.
Pochi giorni fa, nel secondo anniversario della visita apostolica di Papa Francesco in Colombia (vedi Fides 10/09/2019), i Vescovi hanno rinnovato l’appello a tutti i cittadini colombiani ad "assumere e accelerare il cammino verso la pace definitiva, la riconciliazione personale e sociale, il rifiuto della violenza come metodo per superare le diseguaglianze, il consolidamento dell’unità e dell’istituzionalità".
(CE) (Agenzia Fides, 27/09/2019)
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AMERICA/URUGUAY - Mese Missionario Straordinario: “dobbiamo assumerci tutti la responsabilità che tutti incontrino Cristo”
 
Montevideo (Agenzia Fides) - In vista del Mese Missionario Straordinario, le Pontificie Opere Missionarie (POM) dell'Uruguay hanno preparato diversi sussidi pastorali per le comunità parrocchiali, educative o i movimenti ecclesiali: una proposta catechistica per le diverse età; una meditazione quotidiana per ogni giorno del mese di ottobre proposta da James H. Kroeger, MM; una Novena missionaria.
La Novena missionaria sviluppa il tema del Mese Missionario Straordinario, “Battezzati e Inviati”, e può essere utilizzata in diverse circostanze dalle comunità, soprattutto in occasione delle Feste patronali o per la Giornata missionaria del 20 ottobre. I brani biblici proposti sono tratti dal libro degli Atti degli Apostoli: “Con i primi discepoli facciamo l’esperienza di audacia e creatività nella missione – è scritto nell’introduzione -, collaborando con lo Spirito Santo in comunione con la Chiesa di Cristo. E questa audacia significa camminare con il coraggio e con il fervore dei primi che hanno annunciato il Vangelo”. Per ogni giorno si presenta un simbolo (l’acqua, gli anelli della catena, il profumo, il vetro, la serratura e la chiave…), un testo biblico, suggerimenti per la meditazione, l'approfondimento e la preghiera.
Il Direttore nazionale delle POM dell’Uruguay, P. Leonardo Rodríguez, presentando il materiale, ha sottolineato che "il Mese Missionario Straordinario ci pone soprattutto nella ‘dimensione universale’ dove la missione del battezzato acquisisce nuovi orizzonti che superano qualsiasi limite: geografico, culturale, sociale, idiomatico o di altro genere, per riascoltare il mandato missionario di Cristo che ci manda a tutti. Oggi ci sono ancora moltitudini che non conoscono Cristo, e sebbene, sicuramente, non andremo tutti in un altro paese, in un altro continente, dobbiamo assumerci tutti la responsabilità che tutti incontrino Cristo: la preghiera, l'offerta dei nostri dolori e delle sofferenze, la testimonianza e la cooperazione materiale sono la vera espressione della nostra appartenenza alla Chiesa cattolica”. (SL) (Agenzia Fides 27/9/2019)
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OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - Servizi sanitari e obiezione di coscienza: Memorandum d’intesa tra l’arcidiocesi di Rabaul e la Provincia
 
Rabaul (Agenzia Fides) – Collaborare nel campo dell'assistenza sanitaria, in una feconda cooperazione tra strutture pubbliche e strutture private, gestite da enti e congregazioni cattoliche, regolamentando anche il servizio di medici e infermieri cattolici negli ospedali statali: come riferisce una nota inviata all’Agenzia Fides, con questo obiettivo l'Autorità sanitaria provinciale della Nuova Britannia Orientale e l'Arcidiocesi di Rabaul hanno firmato un “Memorandum d'intesa” in cui si definiscono i criteri per coordinare i servizi di assistenza sanitaria di base oltre che le attività di promozione e di educazione sanitaria per l’intera popolazione.
Come rileva la nota pervenuta a Fides, l’Arcivescovo di Rabaul, mons. Francesco Panfilo, SDB ha voluto chiarire il ruolo dei medici, infermieri ed operatori sanitari cattolici impegnati nel St. Mary's Hospital e nelle nove strutture sanitarie pubbliche presenti nella Provincia della Nuova Britannia Orientale.
L’Arcivescovo ha preso spunto da alcuni episodi di violazione delle politiche e dell’identità delle scuole cattoliche dell’isola: “Proprio come accade con gli insegnanti, quando un'infermiera fa domanda di lavoro in un centro sanitario appartenente ad un’organizzazione confessionale, accetta di rispettare la filosofia e l’identità dell’organizzazione”, ha detto l’Arcivescovo. “Contrastare questo requisito comporterebbe l’annientamento dell’identità della stessa struttura e costringerebbe medici e infermieri ad agire contro la loro coscienza cristiana”, afferma.
“Per evitare ogni possibile fraintendimento – si legge nella nota - l'Arcidiocesi ha incluso, nel protocollo d'intesa, la ‘clausola di coscienza’ che prevede che le Strutture Sanitarie Cattoliche offrano assistenza sanitaria senza scopo di lucro, basata sulla fede, in linea con gli insegnamenti della Chiesa cattolica. In particolare la clausola riguarda l'aborto, determinati metodi di pianificazione familiare, come la sterilizzazione chirurgica, farmaci anticoncezionali”, tutte pratiche mediche che le strutture cattoliche non potranno fornire.
“Pertanto - continua la nota firmata dall’Arcivescovo - il personale e le strutture cattoliche non promuoveranno né distribuiranno mezzi contraccettivi artificiali e chirurgici di alcun tipo, né consentiranno alle agenzie governative e alle ONG di usufruire del personale e delle strutture cattoliche sanitarie. La Chiesa cattolica on condivide inoltre l’eutanasia e il suicidio assistito, pratiche che stanno guadagnando terreno in alcune parti del mondo.
Aggiunge mons. Panfilo: “Il compito che vi attende non è semplice. Continuate a lavorare seriamente per migliorare l'assistenza sanitaria che fornite e, per favore, non scoraggiatevi quando incontrate difficoltà e prove di qualsiasi tipo. Abbiate fiducia nello Spirito del Signore e nell'intercessione della Madonna.”
(AP) (27/9/2019 Agenzia Fides)

venerdì 9 giugno 2017

Agenzia Fides 8 giugno 2017

AFRICA/CONGO RD - Rapiti due operatori della Croce Rossa nell’est del Paese
 
Kinshasa (Agenzia Fides)- Rapiti nell’est della Repubblica Democratica del Congo due incaricati del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR). Secondo notizie inviate all’Agenzia Fides dal CEPADHO (una ONG locale), i due responsabili della Croce Rossa, indicati solo con i loro nomi di battesimo, Muhindo e Joseph, sono stati bloccati intorno alle 8,30 del mattino del 7 giugno, sulla strada tra Kirumba e Kaseghe, nella parte meridionale del Territorio di Lubero, nella provincia del Nord Kivu.
“Secondo diverse testimonianze - dice il comunicato inviato all’Agenzia Fides - alcuni banditi di strada sono usciti dalla foresta per intercettare due veicoli, tra cui quello del CICR. Nel corso della rapina, dopo aver maltrattato e depredato gli occupanti delle autovetture, gli assalitori hanno preso in ostaggio Muhindo (componente dello staff) e Joseph (l’autista)”.
Il CEPADHO, nel condannare con forza il rapimento, “esprime la sua inquietudine sulla sorte dei due operatori umanitari, visto la crudeltà dei gruppi armati” e si dice preoccupato che il rapimento “possa colpire l’azione umanitaria nel sud Lubero, nel momento in cui ve ne è un acuto bisogno”.
Gli operatori di agenzie umanitarie sono ultimamente presi di mira in diverse aree della RDC. Nella provincia del Kasai Centrale si è aperto il processo a due dei presunti responsabili dell’uccisione di due esperti dell’ONU, Michael Sharp e Zaida Catalan, incaricati d’indagare sulle violenze che sconvolgono la provincia (vedi Fides Fides 29/3/2017). (L.M.) (Agenzia Fides 8/6/2017)
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ASIA/IRAN - Sacerdote iraniano dopo le stragi a Teheran: i terroristi non riusciranno a impaurire il nostro popolo
 
Teheran (Agenzia Fides) - “Come sacerdote assiro caldeo cattolico iraniano, sono addolorato per simili atti inumani, per di più compiuti da persone che si presentano come fedeli a Dio e all'islam, e così diffondono un'immagine falsa della fede e della religione”. Così il sacerdote iraniano Hormoz Aslani Babroudi, della diocesi di Urmias e Salmas degli Assiro Caldei, Direttore nazionale in Iran delle Pontificie Opere Missionarie (Pom), riporta all'Agenzia Fides i sentimenti e le considerazioni provocati in lui e nei suoi connazionali dagli assalti terroristici che mercoledì 7 giugno hanno seminato morte e devastazione a Teheran. Le autorità iraniane confermano che nelle ultime ore il numero delle vittime del duplice attentato è salito a 17. “Ma gli autori delle stragi” aggiunge padre Hormoz “non sanno che questi atti non riusciranno a diffondere paura tra il popolo o a indebolire lo Stato: tanti hanno cercato di farlo prima di loro, e non ci son o riusciti, e non riusciranno neanche stavolta e in futuro. Perché il popolo iraniano, musulmani e cristiani, resteranno sempre uniti. Anzi saranno resi ancora più forti nell'unità, per difendere i principi della propria fede e il loro Paese tanto amato”.
Come sacerdote, p. Hormoz esprime le sue condoglianze anche alla "Guida Spirituale, l'Ayatollah Ali Khamenei, e al Presidente Hassan Rouhani", e si dichiara “vicino alle famiglie delle vittime: pregherò per l'anima di coloro che hanno perso la vita, per il conforto dei loro familiari ed anche di tutti i feriti. Che Dio doni loro la guarigione al più presto”.
Mercoledì 7 giugno, nel duplice attacco terrorista rivendicato dallo Stato Islamico (Daesh), uomini armati sono entrati nel parlamento, mentre un altro commando apriva il fuoco sui pellegrini al mausoleo dell'Ayatollah Khomeini, fondatore della Repubblica Islamica. Le autorità iraniane affermano di aver sventato un terzo attacco, e che almeno 5 tra gli attentatori avevano in passato fatto parte delle milizie del Daesh attive a Mosul e a Raqqa. Alle 17 vittime vanno aggiunti circa cinquanta feriti, dei quali almeno 6 sono ancora in gravi condizioni, ricoverati nei reparti di terapia intensiva.
Nelle ultime ore, il Ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha definito “ripugnanti” le condoglianze espresse dal Presidente USA Donald Trump per le vittime degli attentati di Teheran. Trump aveva detto di aver pregato per i morti, ma aveva anche aggiunto che “gli Stati sponsorizzatori del terrorismo rischiano di cadere vittime del male che sostengono”. (GV) (Agenzia Fides 8/6/2017).
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ASIA/INDIA - Oltre 15.000 malati di Aids curati con compassione in strutture cattoliche
 
Hyderabad (Agenzia Fides) – Oltre 15mila tra malati di Aids o portatori di Hiv sono curati con amore e compassione in strutture cattoliche gestite dalla Catholic Medical Association of India (CHAI), ente nazionale fondato nel 1943 che riunisce ospedali cattolici, centri sanitari e servizi sociali in diverse diocesi cattoliche in tutto il paese. Come appreso dall’Agenzia Fides, la CHAI ha avviato programmi di intervento rivolti a pazienti con l’HIV/AIDS dal 1993.
“In oltre 150 dei nostri centri di assistenza siamo autorizzati a curare pazienti affetti da Hiv o Aids, che sono seguiti adeguatamente nella gestione clinica, nella consulenza e nella cura, in collaborazione con istituti governativi e altre Ong” spiega a Fides il Redentorista Mathew Abraham, direttore generale della CHAI.
In circa 25 anni di attività su questo versante, più di 15 milioni di pazienti hanno ricevuto servizi ambulatoriali e circa 500mila hanno ricevuto diretta assistenza. Oggi circa 40 istituti membri della CHAI si concentrano esclusivamente sull'affrontare le esigenze di bambini e adulti affetti da Hiv/Aids, per garantire loro una migliore qualità di vita.
Secondo cifre del governo indiano, circa 2,4 milioni di indiani vivono con l'Hiv e i bambini sotto i 15 anni rappresentano il 3,5% di questi pazienti
Negli ultimi decenni la CHAI ha indirizzato le sue attenzioni specialmente sulla gioventù, con un focus particolare sulle giovani donne: tra i temi curati nelle campagne di prevenzione, si sono trattati aspetti relativi all'età del matrimonio, a una migliore istruzione, alla salute materna.
“L'India è un paese relativamente giovane: il 65% dei soggetti con cui veniamo in contatto ha meno di 35 anni. Tuttavia, i giovani non sono una categoria omogenea, ma sono divisi in base a genere, casta, classe, religione, etnia, sessualità, occupazione, residenza e capacità fisiche o mentali. Pertanto è necessario un approccio globale per includere tutti i giovani nella nostra pianificazione e negli interventi”, spiega a Fides Manisha Gupte, ricercatore nella CHAI.
In India oggi “la donne giovani sono colpite da vecchie e nuove forme di violenza sessuale, da attacchi con l’acido, da espressioni maschiliste della casta o dell'identità religiosa”, ricorda Gupte. “Il contributo paritario degli uomini e delle donne nella società va riconosciuto da tutti”, conclude. (SD-PN) (Agenzia Fides 8/6/2017)
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ASIA/IRAQ - I cristiani alla prova del referendum sull'indipendenza del Kurdistan iracheno
 
Erbil (Agenzia Fides) – Il prossimo 25 settembre gli abitanti della Regione autonoma del Kurdistan iracheno saranno chiamati a esprimere il proprio parere sulla proclamazione di completa indipendenza di quella Regione autonoma dall'Iraq. La decisione, destinata a provocare la reazione negativa del governo centrale di Baghdad, è stata presa ieri sera, mercoledì 7 giugno, in un summit tra il Presidente Masud Barzani e i membri del governo della Regione autonoma.
La prospettiva di una secessione unilaterale del Kurdistan iracheno, e la sua trasformazione in entità statale indipendente, chiama in causa anche le comunità cristiane della regione. L'annuncio del referendum di settembre ha già provocato la reazione dei dirigenti del Partito dei “Figli della Mesopotamia” (Abnaa al Nahrain), formazione politica animata da militanti cristiani assiri, che giudicano inappropriato e insufficiente l'uso del referendum per imporre un cambiamento politico istituzionale che andrebbe raggiunto attraverso processi più lunghi, concordando i passaggi anche con le autorità di Baghdad e con gli organismi politici sovranazionali. I responsabili del piccolo Partito assiro – che conta un rappresentante nel Parlamento nazionale di Baghdad e uno nel parlamento regionale della regione autonoma del Kurdistan iracheno – fanno notare che, dopo le deportazioni e le sofferenze subite dalle popolazioni del nord Iraq, qualsiasi mossa politica potenzialmente destinata a provocare ulteriori lacerazioni appare inappropriata, mentre occorre favorire in maniera prioritaria il ritorno alle proprie case degli sfollati - compresi decine di migliaia di cristiani – che erano dovuti fuggire dalle proprie terre conquistate dai jihadisti dello Stato Islamico (Daesh), e avevano in gran parte trovato rifugio proprio nel Kurdistan iracheno. Intanto, sempre nella giornata di mercoledì 7 giugno, prima dell'annuncio del referendum, una riunione dei Vescovi caldei svoltasi a Erbil sotto la Presidenza del Patriarca caldeo Louis Raphael Sako, aveva ribadito l'invito a tutti i cristiani a superare le divisioni confessionali sul terreno politico, presentandosi in maniera unitaria come “componente cristiana” nei contatti e nei rapporti con le forze e le istituzioni politiche.
Il progetto di un referendum per sancire la piena indipendenza del Kurdistan iracheno era da tempo accarezzato dai vertici politici della Regione autonoma. Quasi un anno fa (vedi Fides 19/7/2016) lo stesso leader curdo Masud Barzani, Presidente della Regione autonoma del Kurdistan iracheno, ne aveva parlato anche in una riunione svoltasi ad Erbil con i rappresentanti di sigle e partiti politici formati da leader e attivisti cristiani e operanti nell'area. In quella riunione era emersa in maniera evidente l'intenzione del Presidente Barzani di coinvolgere tali formazioni politiche nell'elaborazione di un piano preliminare sull'assetto politico futuro della Regione, prima della riconquista di Mosul e della liberazione delle terre a quel tempo controllate dal Daesh. L'ipotesi prefigurata in quei colloqui era quella di fare della contigua area della Piana di Ninive una “provincia autononoma a maggioranza cristiana”; e poi permettere agli abitanti del la Provincia di scegliere, attraverso un referendum, il proprio inquadramento politico sotto il governo di un Kurdistan iracheno indipendente, piuttosto che sotto il governo federale con sede a Baghdad. (GV) (Agenzia Fides 8/6/2017).
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AMERICA - Incontro di leader politici del continente convocato dal CELAM
 
Bogotà (Agenzia Fides) – Un gruppo di politici e di leader di vari partiti dell’America Latina, di diverso orientamento, sono stati convocati per un incontro senza precedenti con i Vescovi, ispirato al pensiero di Papa Francesco. L'incontro, organizzato dal Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM) e dalla Pontificia Commissione per l'America Latina (CAL), è previsto dall’1 al 3 dicembre 2017 a Bogotà, in Colombia. "Vogliamo incoraggiare un dialogo, non ci saranno conferenze né lezioni, ma spazi di riflessione che ci permettano di aprire delle strade per fare in modo che i nostri popoli vivano più in pace, per cercare il bene comune, lo sviluppo, l'uguaglianza e che i governi diventino più giusti" ha spiegato Sua Ecc. Mons. Juan Espinoza, Segretario generale del CELAM, Vescovo ausiliare di Morelia, Messico, come si legge nella nota pervenuta a Fides.
(CE) (Agenzia Fides, 08/06/2017)
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AMERICA/BRASILE - Lo stato di Roraima si appella al governo federale per aiutare i venezuelani che arrivano
 
Roraima (Agenzia Fides) – Le autorità dello stato di Roraima, dove c'è l'unica frontiera terrestre tra Venezuela e Brasile, hanno chiesto aiuto al governo federale del Brasile per poter rispondere adeguatamente al crescente flusso di venezuelani che arrivano in questo stato, fuggendo dalla grave situazione in cui versa il loro paese. Il fenomeno sta causando un innalzamento dei costi per offrire servizi adeguati ed anche problemi sociali legati all’immigrazione incontrollata.
Un totale di 3.181 venezuelani ha chiesto asilo come rifugiato alle autorità dello stato tra gennaio e aprile 2017, praticamente lo stesso numero di tutto l’anno scorso, secondo i dati della Polizia Federale citati dal quotidiano “Folha de Sao Paulo”.
Tra le domande per il riconoscimento dello status di rifugiato presentate nel 2016, i venezuelani rappresentavano il 30%, così hanno superato i siriani, che erano il numero più alto nelle petizioni tra il 2014 e il 2015. Oltre alle richieste di asilo, sono aumentati anche i venezuelani che entrano in Brasile come turisti o come abitanti della zona di confine tra i due paesi: se ne sono registrati 575.000 fino ad aprile, mentre nei dodici mesi dello scorso anno sono stati 947.000.
(CE) (Agenzia Fides, 08/06/2017) 
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AMERICA/URUGUAY - Oltre 3 mila persone evacuate a causa delle inondazioni nel nord del Paese
 
Montevideo (Agenzia Fides) - A causa delle inondazioni che hanno provocato lo straripamento del fiume Uruguay, si contano finora 3.700 persone sfollate nel nord del Paese. Il dipartimento più colpito continua ad essere Salto, con 1.993 persone rimaste senza casa. Centinaia di migliaia di sfollati si registrano a Paysandú e Artigas. Le famiglie stanno ricevendo assistenza sia dal punto di vista sanitario che alimentare, dalle amministrazioni locali e dal Sistema Nazionale per le Emergenze (Sinae).
(AP) (8/6/2017 Agenzia Fides)
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giovedì 31 marzo 2016

Bollettino Fides News del 30 marzo 2016

AFRICA/UGANDA - I leader cristiani chiedono la liberazione del leader dell’opposizione
 
Kampala (Agenzia Fides)- Durante le festività pasquali diversi leader cristiani ugandesi hanno rivolto appelli perché sia rilasciato il leader dell’opposizione Dr Kizza Besigye, agli arresti domiciliari dal 19 febbraio. Besigye era stato arrestato durante le elezioni che hanno visto la riconferma del Presidente Yoweri Museveni, al potere da 30 anni (vedi Fides 19/2/2016).
“Dobbiamo lavorare per unire la popolazione del nostro Paese” ha detto Sua Ecc. Mons. John Baptist Kaggwa, Vescovo di Masaka, durante la Messa di Pasqua, rivolgendo un appello al governo perché metta fine alla detenzione domiciliare del leader del Forum for Democratic Change (FDC).
L’Arcivescovo anglicano dell’Uganda, Stanley Ntagali, sempre nella domenica di Pasqua, ha chiesto ai fedeli di pregare “per il dottor Besigye che si trova agli arresti domiciliari, affinché venga liberato dal governo”.
Un altro Vescovo anglicano, Johnson Gakumba della Northern Uganda Diocese, ha rivolto un appello al dialogo per risolvere la crisi politica. “Se fossi il Presidente Museveni - ha detto nel corso della celebrazione pasquale a Gulu - parlerei con il Dr Besigye. Questo aiuterebbe la nazione ad andare avanti”.
Secondo le autorità, Kizza Besigye è stato posto in stato di arresto preventivo per impedirgli di organizzare proteste atte a turbare l’ordine pubblico. L’opposizione afferma invece che con il suo arresto si è voluto impedire ai cittadini di radunarsi per protestare per le gravi irregolarità nello svolgimento delle elezioni. (L.M.) (Agenzia Fides 30/3/2016)
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AFRICA/CONGO RD - Un morto e un ferito nell’assalto ad un automezzo della Caritas, il terzo in un anno
 
Kinshasa (Agenzia Fides)- Un autista della Caritas è stato ucciso in un agguato stradale avvenuto nei pressi di Uvira nel Sud Kivu (provincia nell’est della Repubblica Democratica del Congo).
Il fatto è avvenuto il 25 marzo, quando un automezzo della Caritas di Uvira incaricato di trasportare gli stipendi degli insegnanti nel Territorio di Fizi, è stato bloccato nei pressi del ponte Lubumba a più di 40 km da Uvira.
I malviventi hanno costretto l’autista a scendere dal veicolo prima di ucciderlo con un colpo alla testa. È morto durante il trasporto all’ospedale. L’altra passeggera, la contabile della Caritas, è stata ferita alla mano. È stata poi rilasciata dai banditi che hanno sottratto 194 milioni di franchi congolesi,
Il denaro serviva a pagare gli stipendi degli insegnanti di 201 scuole primarie e secondarie di cinque cittadine del Territorio di Fizi.
In base ad un accordo firmato nel 2011 tra il governo congolese e Caritas Congo, quest’ultima è stata incaricata di provvedere al pagamento degli stipendi degli insegnanti versati dal Ministero dell’Istruzione (vedi Fides 12/8/2011).
Secondo Radio Okapi, che riporta la notizia, questo è il terzo assalto ad un automezzo della Caritas nella zona nel giro di un anno. L’ultimo risale a febbraio, ma non aveva avuto conseguenze così drammatiche. (L.M.) (Agenzia Fides 30/3/2016)
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AFRICA/MOZAMBICO - Gli Orionini aprono una nuova comunità a Chiconela, nella diocesi di Xai-Xai
 
Chiconela (Agenzia Fides) - L’Opera Don Orione apre una nuova comunità a Chiconela, nella diocesi di Xai-Xai, a 200 km dalla capitale del Mozambico, Maputo. Il vasto territorio affidato agli Orionini dal Vescovo di Xai-Xai, una zona rurale povera e poco curata, include tre zone: Chiconela, Zonguene e Novela, dove sorgono 11 piccole cappelle, attorno alle quali si riuniscono sltrettante comunità cristiane. La prima comunità orionina della nuova missione è formata da P. José Geraldo da Silva (brasiliano), P. Isaac Vondoame (togolese), a cui si unirà a giugno un chierico mozambicano.
La prima presenza degli Orionini in Mozambico risale al 2003, quando giunsero nella periferia di Maputo, a Bagamoyo, cui seguì la struttura per disabili a Zimpeto. Ora l’accordo tra il Vescovo di Xai-Xai, Sua Ecc. Mons. Lucio Muamdula, e la Congregazione prevede, oltre all’affidamento della Parrocchia ed alla costruzione della chiesa che sarà dedicata a San Luigi Orione, anche la realizzazione di una scuola di arti e mestieri per i giovani di Chiconela.
“Quanto sta avvenendo a Chiconela – dichiara don Flavio Peloso, Superiore generale dell’Opera don Orione che in questi giorni è sul posto per inaugurare la nuova missione – è un frutto della Pasqua del Signore risorto… Il patrono di questa nuova parrocchia, San Luigi Orione, ci ha insegnato a portare la buona novella insieme alle opere di carità verso i più poveri e bisognosi nostri fratelli. Per questo vicino alla chiesa parrocchiale sorgerà, su indicazione del Vescovo, un'opera educativa per aiutare i figli di questo popolo a prepararsi per il futuro con sani valori, con la fede e con un buon lavoro”. (SL) (Agenzia Fides 30/03/2016)
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ASIA/PAKISTAN - Strage a Lahore: i Vescovi chiedono protezione e una azione decisa dello stato
 
Lahore (Agenzia Fides) – “L'uccisione di persone innocenti, in particolare donne e bambini, in nome della religione è inaccettabile. Insieme con i cristiani, molti dei nostri fratelli musulmani, donne, bambini e famiglie sono state vittime di questo attacco brutale. Preghiamo per tutte le vittime di questo attentato e invitiamo il governo a individuare e consegnare i colpevoli alla giustizia, adottando stringenti misure per la protezione di tutti i cittadini, tra cui le minoranze e le comunità vulnerabili”: lo dice all’Agenzia Fides il Vescovo Joseph Arshad, Presidente della Commissione nazionale “Giustizia e Pace” della Conferenza episcopale del Pakistan, all’indomani della “strage di Pasqua”, avvenuta a Lahore. Al Gulshan-i-Iqbal Park, area verde della città, un kamikaze si è fatto esplodere uccidendo 72 persone, tra le quali 30 bambini, e ferendone oltre 300.
“Pochi giorni fa il governo – ricorda il Vescovo – aveva preso l’iniziativa di dichiarare giorni festivi l’Holi (festa indù) e la Pasqua (festa cristiana). Per questo i cristiani stavano tranquillamente affollando il parco dove è avvenuta la strage” spiega. A rivendicare l’attentato è stato il gruppo terrorista “Jamaatul Ahrar”, fazione scissionista del gruppo principale “Tehreek-i-Taliban”, dei Talebani pakistani, che ha affermato di voler “colpire i cristiani” e di voler lanciare una “sfida al governo”.
I Vescovi del Pakistan, tramite la Commissione nazionale Giustizia e Pace, hanno “condannato con forza il tragico attacco contro persone innocenti”, ricordando che “il governo pur affrontando gli elementi estremisti attraverso operazioni militari, deve affrontare anche le cause di questa intolleranza”, auspicando “una operazione su larga scala per eliminare tali elementi che sfidano palesemente lo stato”.
Mons. Arshad osserva “la precarietà di vita sempre più evidente in Pakistan, per tutti i cittadini” e conclude indicando la via della preghiera: “Chiediamo al Signore Gesù Cristo di dare al Pakistan saggezza, tolleranza e pace, e di concedere alle famiglie delle vittime la grazia a la forza per sopportare la perdita dei loro cari”. (PA) (Agenzia Fides 30/3/2016)
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ASIA/PAKISTAN - Leader religiosi insieme per la pace, contro il terrorismo
 
Lahore (Agenzia Fides) – Leader cristiani e musulmani si sono ritrovati insieme per invocare la pace per ribadire il loro impegno comune contro il terrorismo, all’idomani della strage di Pasqua, avvenuta a Lahore: come appreso da Fides, l’assemblea è stata organizzata nel complesso della chiesa di Santa Maria a Lahore dal “Consiglio per il dialogo interreligioso”, organismo avviato dal frate cappuccino p. Francis Nadeem, Provinciale dei Cappuccini in Pakistan. P. Nadeem spiega a Fides: “Questa è una dimostrazione significativa di armonia nazionale e di comune impegno interreligioso per la pace, la giustizia, la solidarietà”. Il frate ha anche ricordato ai presenti le parole e i gesti di Papa Francesco: “Il Pontefice ha dichiarato il 2016 Anno della misericordia e nella celebrazione del Giovedi Santo, lavando e baciando i piedi ai richiedenti asilo e rifugiati, ha voluto esprimere misericordia e mostrare rispetto per tutti gli esseri umani, a prescindere da razza o religione. Il Papa ha lanciato un appello, dicendo che l'atto barbarico dei terroristi in Pakistan ha convertito la gioia della Pasqua in dolore. E ha chiesto alle autorità del Pakistan di adottare misure immediate per garantire la sicurezza”.
Il leader musulmano Pir Shafaat Rasool, impegnato nel Consiglio per il dialogo interreligioso, ha detto: “Tutti abbiamo da imparare da Papa Francesco e siamo chiamati a seguire il suo eccezionale dinamismo. Condanniamo l’atto spietato di radicali insensibili, che è contrario agli insegnamenti dell'Islam”.
Molti altri leder presenti hanno rilevato: “Siamo stanchi di trasportare cadaveri di persone innocenti sulle nostre spalle e condannare questo tipo di attacchi. Domandiamo al governo del Pakistan di vigilare specialmente sui finanziatori e sui promotori delle organizzazioni terroristiche”.
I partecipanti hanno acceso candele per ricordare i defunti, offrendo preghiere per le loro anime, ed espresso solidarietà con le famiglie di tutte le vittime. (PY-PA) (Agenzia Fides 30/3/2016)
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ASIA/SIRIA - L'esercito siriano si avvicina a Qaryatayn; tutti fuggiti i cristiani che erano sotto i jihadisti
 
Qaryatayn (Agenzia Fides) – Dopo aver liberato l'area archeologica di Palmira, l'esercito governativo siriano – appoggiato dall'aviazione russa e da milizie sciite iraniane e libanesi – punta a liberare l'area intorno a Qaryatayn, la città a 70 chilometri da Homs che era stata conquistata dai jihadisti dello Stato Islamico (Daesh) nell'agosto 2015. Le forze armate siriane hanno già preso il controllo dei sobborghi dell'area urbana, mentre fonti locali riferiscono all'Agenzia Fides che Qaryatayn è ormai una città fantasma, abbandonata da tutti coloro che sono riusciti a sottrarsi ai raid aerei che da settimane colpiscono la zona.
Le stesse fonti confermano a Fides che sono riusciti a fuggire verso i villaggi della regione di Homs anche gli oltre 170 cristiani di Qaryatayn che erano stati presi in ostaggio e deportati dai miliziani del Daesh quando la città era caduta sotto il loro controllo, e che poi erano stati riportati alle loro case, sottomessi al regime instaurato dal Daesh, dopo essere stati costretti a sottoscrivere il “contratto di pagamento” imposto loro per continuare a vivere nelle loro abitazioni. L'allontanamento dei cristiani da Qaryatayn – sottolineano le fonti contattate dall'Agenzia Fides – si è realizzato in maniera graduale, a piccoli gruppi, dopo che un primo raggruppamento di cinquanta di loro aveva raggiunto già ai primi di ottobre i villaggi di Zaydal e Fairuzeh, in una zona controllata dall'esercito governativo siriano. Domenica 11 ottobre era tornato a disporre pienamente della propria libertà anche il sacerdote siriano Jacques Murad, che i jihadist i avevano prelevato il 21 maggio 2015 dal monastero di Mar Elian, alla periferia di Qaryatayn.
Da ottobre in poi, i cristiani rimasti a Qaryatayn, anche grazie all'aiuto di amici musulmani e di tribù locali, hanno potuto lasciare a piccoli gruppi la città sottoposta ai raid sempre più intensi contro le postazioni del Daesh, e trovare rifugio nei villaggi più prossimi a Homs, sotto controllo dell'esercito governativo. Sotto i bombardamenti realizzati delle forze anti-jihadiste su Qaryatayn sono morti anche otto cristiani. Nelle ultime settimane, l'intensificarsi delle operazioni militari ha convinto a fuggire anche le famiglie cristiane più restìe a lasciare le proprie case. Adesso – riferiscono le fonti contattate da Fides – anche tutti gli abitanti musulmani hanno lasciato la città. Molti di loro difficilmente vi faranno ritorno in tempi brevi, dopo che essa verrà riconquistata dall'esercito siriano, per non rischiare di essere arrestati come fiancheggiatori del Daesh. (GV) (Agenzia Fides 30/3/2016).
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ASIA/TURCHIA - Nell'offensiva contro le milizie curde, il governo turco “espropria” anche le chiese di Diyarbakir
 
Diyarbakir (Agenzia Fides) – Nel quadro delle operazioni militari messe in atto nella Turchia meridionale contro le postazioni curde del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), il governo di Ankara ha disposto l'esproprio di un'ampia zona del centro storico di Diyarbakir, confiscando anche tutte le chiese della metropoli che sorge sulla riva del fiume Tigri. Lo riferiscono fonti locali, rilanciate da Agos, il giornale bilingue turco-armeno pubblicato a Istanbul.
La disposizione di esproprio del governo è stata pubblicata anche sulla Gazzetta ufficiale del Consiglio dei Ministri, e ha coinvolto la chiesa armena apostolica di San Giragos (Ciriaco), la chiesa siriaca dedicata alla Vergine Maria, la chiesa caldea di Mar Sarkis (San Sergio), la chiesa armeno-cattolica e un luogo di culto protestante, oltre a più di 6mila abitazioni, dislocate in gran parte nel centro storico. Al momento nessuna chiesa cristiana di Diyarbakir risulta aperta al culto.
Il funzionario turco Adnan Ertem, responsabile della Direzione delle fondazioni religiose, ha presentato l'esproprio come una misura preventiva presa con procedura d'urgenza per salvaguardare il centro storico di Diyarbakir dalle devastazioni provocate dal conflitto. Mentre Nevin Solukaya, a capo dell'Ufficio per la Cultura della città di Diyarbakir, ha suggerito ai responsabili delle Fondazioni che risultano come titolari delle diverse chiese espropriate di presentare ricorso contro la nazionalizzazione.
La chiesa armena di San Ciriaco, recentemente restaurata dopo lunghi anni di abbandono e estenuanti trattative con le autorità civili, è una delle più grandi chiese armene di tutto il Medio Oriente, e vanta una storia secolare.
Lunedì scorso, 28 marzo, il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che dallo scorso luglio – quando sono ripresi gli scontri con i ribelli nelle aree del Paese dove è concentrata la minoranza curda - le forze armate turche hanno ucciso più di 5.000 militanti del PKK, mentre nello stesso periodo le forze di sicurezza governative avrebbero registrato tra le proprie file 355 caduti. Nel conflitto a fasi alterne tra esercito turco e gruppi paramilitari dell'indipendentismo curdo, quella apertasi a luglio rappresenta la stagione più cruenta registrata negli ultimi due decenni. (GV) (Agenzia Fides 30/3/2016). 
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AMERICA/URUGUAY - Una “laicità” per ostacolare la presenza cattolica nella vita del paese
 
Canelones (Agenzia Fides) – Il Vescovo di Canelones, Sua Ecc. Mons. Alberto Sanguinetti, ha chiesto "un po' di attenzione nell’uso della definizione di laicità" dello Stato e "un maggior rispetto per la libertà religiosa". Mons. Sanguinetti si è espresso così dopo le recenti affermazioni delle autorità in seguito alla richiesta dell'Arcidiocesi di Montevideo di collocare un'immagine della Vergine Maria nella via principale di Montevideo. Alcuni infatti si sono dichiarati offesi, sostenendo che si va contro la laicità dello Stato.
Dopo aver rivisto tutti i possibili significati del termine “laicità”, Mons. Sanguinetti conclude che il più ampiamente applicato in territorio uruguaiano è quello che definisce un atteggiamento volto a "ostacolare la presenza cattolica nella vita del paese".
In una nota della Conferenza Episcopale dell'Uruguay (CEU), inviata a Fides, il Vescovo di Canelones sottolinea che “a volte 'laicità' si riferisce a una certa neutralità dello Stato nei confronti delle religioni, per consentire la libertà di culto e la libertà religiosa, senza reprimere o costringere la coscienza o l'esercizio della vita secondo la propria religione”. “In altre occasioni, a motivo della 'laicità' si afferma una posizione indipendentemente dalla religione” continua la nota.
“In Uruguay la 'laicità' è stata usata come arma per escludere la religione dalla vita pubblica. Ma se ogni simbolo religioso colpisce la libertà degli altri, sembra che non accada così con i simboli massonici che abbiamo nella stessa piazza della Costituzione o nella piazza centrale. Così la laicità è stata utilizzata da alcuni gruppi contro la religione che riunisce una grande parte della popolazione, la religione cattolica, cioè per ostacolare la presenza cattolica nella vita del paese” conclude la nota.
L’Arcivescovo di Montevideo, il Card. Daniel Sturla, ha ammesso che non si aspettava il dibattito sollevato, anche se ciò "non lo sorprende”. "Montevideo deve essere una delle poche capitali in America Latina dove non c'è un monumento pubblico alla Vergine Maria, che esiste in quasi tutte le città in America e in molti centri urbani” ha ricordato il Cardinale. "La grande conquista della società democratica è che ognuno, senza offendere l'altro, possa manifestare pubblicamente, questo fa parte della pluralità" ha detto.
(CE) (Agenzia Fides, 30/03/2016)
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AMERICA/BRASILE - Nuova missione delle suore Guanelliane in Amazzonia
 
San Gabriel da Cachoeira (Agenzia Fides) – Le Figlie di Santa Maria della Provvidenza, conosciute come Guanelliane dal loro fondatore, il sacerdote italiano San Luigi Guanella, apriranno una missione in una delle zone dell’Amazzonia più povere di risorse naturali e più trascurate dal sostegno delle autorità statali. Le religiose hanno quindi accettato l'invito del Vescovo della diocesi di São Gabriel da Cachoeira, Sua Ecc. Mons. Edson Taschetto Damian.
Secondo le informazioni pervenute a Fides, la superiora della Provincia guanelliana di Nostra Signora Aparecida aveva visitato la zona lo scorso settembre. Tre religiose, dopo aver completato un corso a Manaus sulla cultura amazzonica, si sono ora recate a Cucui, nella diocesi di San Gabriel da Cachoeira, per dare inizio alla nuova missione.
La diocesi si trova in una regione del nord del Brasile che confina con la Colombia e il Venezuela. Nella zona in cui lavoreranno le religiose guanelliane, si può arrivare solo con la barca, dopo un giro molto lungo attraverso il fiume. Tra i problemi maggiori di questa zona ci sono gli ostacoli naturali ed il clima sfavorevole, la lontananza dai centri abitati e l’abbandono da parte dello stato. La popolazione, circa 37 mila abitanti su un territorio di 109.181 km2, sopravvive con l'agricoltura.
(CE) (Agenzia Fides, 30/03/2016)

martedì 20 ottobre 2015

Bollettino Fides News del martedi 20 ottobre 2015

AFRICA/GUINEA - Il Presidente uscente in testa nei risultati provvisori delle elezioni presidenziali
Conarky (Agenzia Fides) - Il Presidente uscente Alpha Condé appare in testa nei risultati provvisori nelle elezioni presidenziali tenutesi nella Repubblica di Guinea l’11 ottobre. Secondo i dati pubblicati il 17 ottobre dalla Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI), Condé ha ottenuto il 57,85 % dei voti, contro i 31,44 % del secondo qualificato, Cellou Dalein Diallo. Se i risultati definitivi confermeranno queste percentuali, Condé verrà rieletto direttamente al primo turno avendo raggiunto la maggioranza assoluta (50% più uno dei voti) necessaria a vincere senza passare per il ballottaggio.
L’opposizione, formata da Diallo e da altri 6 candidati aveva denunciato frodi elettorali (vedi Fides 13/10/2015). La missione degli osservatori elettorali inviati nel Paese dall’Unione Europea ha sollecitato la CENI a fornire risultati dettagliati di tutti i seggi elettorali, per permettere ad ogni candidato, qualora lo ritenga opportuno, di fare ricorso alla Corte Costituzionale, che dovrà rendere valido il voto. (L.M.) (Agenzia Fides 20/10/2015)
AFRICA/CONGO RD - Le confessioni religiose annunciano la rapida designazione del nuovo capo della Commissione Elettorale
Kinshasa (Agenzia Fides) - La piattaforma delle confessioni religiose della Repubblica Democratica del Congo si impegna a designare il proprio candidato alla presidenza della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) in sostituzione di don Apollinaire Malumalu, dimessosi il 10 ottobre (vedi Fides 12/10/2015).
Nella loro dichiarazione le principali confessioni religiose della RDC, tra cui la Chiesa cattolica, ricordano che la Presidenza della Repubblica, nella nota che annunciava le dimissioni di don Malumalu, ha “chiesto alla componente dalla quale proveniva il sacerdote, di riunirsi per designare il suo successore, in conformità agli articoli 10, 12, 14 e 15 della Legge n° 13/012 del 19 aprile 2013 modificante e completante la legge n° 10/013 del 28 luglio 2010 sull’organizzazione e funzionamento della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente e di comunicare il nome della persona scelta all’Assemblea nazionale per l’approvazione”.
Gli articoli citati prevedono la partecipazione della società civile (comprese le confessioni religiose) alla formazione della CENI tramite la designazione di propri rappresentanti che devono essere approvati dall’Assemblea nazionale. (L.M.) (Agenzia Fides 20/10/2015)
AFRICA/SUD SUDAN - “È più importante attuare l’accordo di pace che creare nuovi Stati” dice l’Amministratore Apostolico di Torit
Juba (Agenzia Fides) - È più importante l’attuazione del piano di pace firmato ad agosto che non la creazione di nuovi Stati. È l’opinione espressa, a titolo personale, da Mons. Thomas Oliha Tiya, Amministratore Apostolico di Torit, in Sud Sudan, al Catholic Radio Network.
Mons. Oliha Tiya ha aggiunto che la Chiesa sud sudanese sta pregando perché Papa Francesco nomini i Vescovi delle diocesi vacanti di Rumbek, Malakal e Torit, ed ha invitato i cristiani alla calma e alla preghiera.
L’accordo di pace firmato in Sud Sudan dal Presidente Salva Kiir e dal leader dell’opposizione, dall’ex Vice Presidente Riek Machar, per mettere fine alla guerra civile scoppiata nel dicembre 2013, dove essere ancora messo in pratica, mentre l’annuncio da parte del Presidente Kiir di suddividere il Sud Sudan dagli attuali 10 Stati in 28 sta suscitando apprensioni e critiche (vedi Fides 8/10/2015). (L.M.) (Agenzia Fides 20/10/2015)
ASIA/TERRA SANTA - Violenze a Gerusalemme, la Gioventù cristiana di Palestina indice una veglia di preghiera per la pace
Gerusalemme (Agenzia Fides) - L'appuntamento è fissato per le ore 18 di sabato 24 ottobre, vigilia della festa di Nostra Signora di Palestina: in tutte le parrocchie cattoliche di Palestina, Israele e Giordania, si terrà una veglia di preghiera con cui i giovani di Terra Santa chiederanno al Signore il dono della pace, davanti all'escalation di violenza che sta di nuovo martoriando la terra di Gesù. L'iniziativa è stata presa dalla Gioventù cristiana di Palestina. “I giovani vogliono pregare per la pace in tutto il Medio Oriente” spiega all'Agenzia Fides padre Bashar Fawadleh, cappellano della Gioventù cristiana di Palestina, “ma specialmente per la pace a Gerusalemme, che è la nostra città, la nostra capitale, la Città Santa della pace e che in questi giorni è di nuovo diventata teatro di sangue, violenza, sopraffazione e morte”. La veglia è aperta a tutti i giovani della Terra Santa, non solo cristiani: “potranno venire anche giovani musulmani e ebrei, chiederemo in sieme a Dio, Onnipotente e Misericordioso, di toccare i cuori degli uomini e di liberarli dall'odio, dalla paura e dalla sete di vendetta”. (GV) (Agenzia Fides 20/10/2015).
ASIA/SIRIA - Offensiva su Aleppo. L'arcivescovo Marayati: le 'Guerre Sante' degli altri le paghiamo sempre noi
Aleppo (Agenzia Fides) – L'offensiva nella regione di Aleppo condotta dall'esercito governativo siriano con l'appoggio dei raid aerei russi, oltre allle fughe di massa della popolazione civile che ancora viveva in quei territori, sta provocando ripercussioni anche nelle aree urbane centrali della metropoli siriana, rimaste sotto il controllo dei militari di Assad. “Negli ultimi giorni” riferisce all'Agenzia Fides l'Arcivescovo armeno cattolico Boutros Marayati “circolano informazioni sulla centrale elettrica messa fuori uso dalle milizie anti Assad. Da due giorni manca l'energia elettrica e la luce, e si sono intensificati i lanci di missili e di mortai. Andiamo avanti con i generatori a benzina, finché ce n'è, e con l'acqua estratta dai pozzi, a partire da quelli scavati presso chiese e moschee”.
Le vaghe notizie sulle operazioni militari in atto nella regione, hanno anche riflessi contrastanti sulla condizione psicologica della popolazione: “da una parte” spiega l'Arcivescovo armeno cattolico di Aleppo “sentono che sta per succedere qualcosa, e molti sperano che davvero possa finire l'assedio che da anni pesa sui nostri quartieri. Dall'altra, tutti hanno ormai ben chiaro che il livello decisivo su cui tutto si gioca è quello geopolitico. Le potenze globali, in asse con quelle regionali, stanno combattendo la guerra sul territorio siriano: se davvero vogliono, possono farla finire in pochi giorni, oppure continuarla chissà fino a quando”.
A tale riguardo, anche l'Arcivescovo Marayati considera incaute e fuorvianti le dichiarazioni di alcuni esponenti di Chiese cristiane che hanno invocato una “Guerra Santa” contro i jihadisti dell'auto-proclamato Califfato Islamico: “Adesso” fa notare l'Arcivescovo armeno cattolico “c'è chi etichetta come 'Guerra Santa' l'intervento russo in Siria, Ma ricordo che anche quando gli Stati Uniti intervennero in Iraq, ambienti Usa diedero a quell'operazione militare l'etichetta di 'Guerra Santa'. In realtà, chi interviene è sempre mosso da altri interessi. E chi usa queste espressioni non conosce né la storia né la psicologia dei popoli del Medio Oriente. Alla fine, il conto delle 'Guerre Sante' degli altri lo paghiamo sempre noi cristiani di qui”. (GV) (Agenzia Fides 20/10/2015).
ASIA/NEPAL - Sei mesi dopo il terremoto il Paese è ancora un mosaico multicolore di teloni temporanei
Charikot (Agenzia Fides) – Sei mesi dopo il devastante terremoto che ha colpito il Nepal, la gente vive ancora in rifugi temporanei. Tra gli ostacoli per la ripresa anche le dispute politiche che hanno impedito la distribuzione dei fondi stanziati tra aprile e maggio dai donatori internazionali. Secondo le informazioni fornite da fonti locali, le organizzazioni umanitarie stanno spingendo il governo a rendere operativa l’Autorità per la Ricostruzione Nazionale (NRA), creata per formulare regolamenti edilizi antisismici e per sorvegliare l’assegnazione dei fondi. Nel mese di agosto, il governo ha nominato un amministratore delegato della NRA, ma non è stato in grado di avviare i lavori per la ricostruzione a causa del mancato passaggio di un emendamento in Parlamento. Il governo è stato a sua volta coinvolto in una crisi tra le proteste scoppiate al confine indiano contro la nuova costituzione, bloccando le importazioni di combustibili, mentre i partiti politici hanno r ifiutato di concordare i termini della proposta di legge per la ricostruzione. I terremoti hanno ucciso circa 9 mila persone e distrutto o danneggiato almeno un milione di abitazioni. Invece di solidi edifici in costruzione, la zona rurale del Nepal attualmente è un mosaico multicolore di teloni temporanei. Il distretto di Dolakha, epicentro del terremoto del 25 Aprile, non fa eccezione. La gente si è arrangiata a costruire ripari con materiali salvati e quelli distribuiti dalle agenzie umanitarie. (AP) (20/10/2015 Agenzia Fides)
ASIA/PAKISTAN - Nuova iniziativa per cercare di ridurre la mortalità materna
Peshawar (Agenzia Fides) - Il Governo provinciale di Jiber Pajtunjwa, in Pakistan, ha creato un programma per la riduzione della mortalità materna che consiste nell’offrire 10 dollari per visita ad ogni donna incinta. Secondo fonti della sanità locale, nella provincia solo il 29% degli abitanti hanno una istruzione e di conseguenza non sono informati sulle eventuali complicazioni vincolate alla gravidanza. Il Pakistan è il terzo paese nel mondo dove si registra il maggior tasso di mortalità materna con 275 donne, ogni 100 mila nati vivi, che muoiono per cause vincolate alla gravidanza, al parto o al post-parto, superato solo da India e Nigeria. Attualmente solo il 50% delle donne della provincia di Jiber Pajtunjwa ricevono un minimo di assistenza prenatale, e solo il 25% quella post natale, da parte di ostetriche qualificate.
Obiettivo del programma è che le donne, grazie all’incentivo, si sentano motivate a farsi controllare prima, durante e dopo la gravidanza. Tra le sfide della società patriarcale pakistana c’è anche quella che le donne non vanno in ospedale perché non vogliono essere visitate da medici uomini e le dottoresse scarseggiano. Inoltre, la maggior parte dei 2,2 milioni di abitanti della provincia vivono in zone rurali di difficile accesso e hanno difficoltà per raggiungere i centri sanitari di assistenza primaria. Le autorità sperano che avendo il contributo economico le donne possano trovare un mezzo per raggiungere i centri sanitari. Fino a gennaio 2015 hanno beneficiato del programma circa 5678 donne. (AP) (20/10/2015 Agenzia Fides)
AMERICA/COLOMBIA - “L'apertura del dialogo con l'ELN è una notizia positiva” afferma Mons. Castro Quiroga
Bogotà (Agenzia Fides) – Il recente annuncio di un inizio di dialogo tra il governo colombiano e il gruppo di guerriglieri dell’ELN (Esercito di Liberazione Nazionale), è stato giudicato un segno positivo dal Presidente della Conferenza Episcopale della Colombia (CEC), Sua Ecc. Mons. Luis Augusto Castro Quiroga, Arcivescovo di Tunja, il quale ha detto di sperare che questo processo venga consolidato presto, "per il bene del Paese".
"L'apertura del dialogo con l'ELN è una notizia positiva, poiché costoro amano parlare, ma la difficoltà consiste nell’arrivare a prendere la decisione seria di entrare in un processo di pace possibile. Spero di poter sentire pubblicamente l'annuncio dell'avvio dei negoziati con lo Stato colombiano e quindi di continuare a costruire la pace nel paese" ha detto ieri sera, lunedì 19 ottobre, Mons. Castro Quiroga parlando a radio Caracol.
La nota inviata a Fides informa che il Presidente della CEC ha espresso la disponibilità della Chiesa colombiana a collaborare affinché questo processo di pace si sviluppi con tutte le garanzie, per contribuire a costruire la pace. Le sue dichiarazioni sono giunte quasi in simultanea con la notizia dell’accordo fra il governo colombiano e le FARC riguardo alle famiglie delle vittime: entrambe le parti si sono impegnate a consegnare tutte le informazioni disponibili che permettano di trovare i corpi delle persone scomparse durante questo conflitto interno che dura da più di 50 anni.
(CE) (Agenzia Fides, 20/10/2015)
AMERICA/URUGUAY - La Chiesa raccoglierà informazioni sulle persone scomparse durante la dittatura
Montevideo (Agenzia Fides) – La Chiesa cattolica ha messo a disposizione dei familiari dei detenuti scomparsi tutte le parrocchie del paese, allo scopo di raccogliere informazioni utili ad individuare i loro resti. La notizia, contenuta nella nota inviata a Fides da una fonte locale, è stata confermata dallo stesso Arcivescovo di Montevideo, il Card. Daniel Fernando Sturla Berhouet, S.D.B., che si trova a Roma per il Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia.
La richiesta di collaborazione è stata presentata un mese fa dall’Associazione delle Madri e dei Parenti degli Scomparsi, nome ufficiale di questo gruppo, che ha elaborato un piano di sensibilizzazione per ottenere informazioni su queste persone. Hanno quindi chiesto di "consegnare una lettera, un messaggio in ogni parrocchia, chiesa o sinagoga di tutto il territorio nazionale", rivolgendosi a coloro che sanno qualcosa o conoscono qualche dettaglio che possa contribuire a trovare i resti dei loro cari. "Chiediamo un gesto di umanità. Non importa in quali circostanze avete saputo queste notizie" è scritto nel comunicato preparato dall'Associazione.
Il Cardinale ha insistito sul fatto che non interessa conoscere il nome di chi fornisce queste informazioni, ma interessa il dato. "Nella misura in cui avremo queste informazioni, vedremo crescere il contributo alla pace fra la nostra popolazione dell’Uruguay" ha detto il Card. Sturla.
Secondo diverse fonti, in Uruguay, dopo la dittatura (1972-1985) sono state registrate diverse persone scomparse. Una lista di 140 persone, con nome e cognome, è stata presentata dalla Commissione "Servizio della Pace e della Giustizia", mentre la Commissione per i diritti umani ne ha segnalati 192. Molti di loro furono uccisi nella repressione chiamata "Plan Condor". Dallo scorso mese di luglio, quando sono stati ritrovati diversi corpi, l'Associazione dei familiari degli scomparsi ha iniziato con più decisione la campagna per il ritrovamento dei resti dei loro cari.
(CE) (Agenzia Fides, 20/10/2015)
AMERICA/BRASILE - “Missione scalabriniana”: apre un nuovo Centro di accoglienza per i rifugiati a San Paolo
San Paolo (Agenzia Fides) - Un nuovo Centro di accoglienza per i rifugiati promosso dalle suore Missionarie Scalabriniane (Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo) si aprirà il 25 ottobre a San Paolo del Brasile. L'istituzione del centro è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale di San Paolo ed è il secondo della città. Si chiamerà “Missione scalabriniana” e nascerà nell’antico Collegio Santa Teresina, nel quartiere di Pari, accanto all'edificio dove già esiste il Cesprom, un centro di accoglienza diurna per immigrati latinos e senegalesi. Secondo le informazioni inviate all’Agenzia Fides, il Centro ha una capienza di 225 posti, 75 per il giorno e 150 per la notte, e fornisce un servizio h24. Il centro dispone di un team di 30 persone per offrire accoglienza, vitto e alloggio, ascolto, guida per l'accesso ai documenti personali, inserimento in progetti e programmi di formazione e preparazione al mondo del lavoro, esercizio della cittadinanza, coor dinamento e smistamento alla rete di assistenza sociale e ai servizi di altre politiche pubbliche del comune, coordinamento e contatti con fonti di offerte di lavoro, sviluppo di attività sociali ed educative.
La squadra delle Suore Missionarie Scalabriniane per coordinare questo progetto è composta da quattro religiose. “La tenda scalabriniana si allarga – ha spiegato suor Neusa de Fatima Mariano, Superiora generale delle Scalabriniane – ed apriamo questo centro in una delle zone più popolate di migranti, cioè l'America Latina. Le porte si apriranno il 25 ottobre, data della celebrazione dei 120 anni della fondazione della nostra Congregazione e nel primo anno dalla beatificazione di Madre Assunta, nostra Cofondatrice"..(SL) (Agenzia Fides 20/10/2015)

lunedì 1 giugno 2015

Bollettino Fides news del 30/5/2015

AFRICA/KENYA - Occorre maggiore consapevolezza per la cura di colera e diarrea acquosa
Nairobi (Agenzia Fides) – Uno dei killer principali dei bambini in Kenya è la diarrea acuta e, spesso, purtroppo tanti genitori non sanno che un trattamento reidratante basterebbe a salvare la vita dei propri figli. La cura principale per questo tipo di patologia letale è infatti l’uso di flebo che consentono una più rapida diffusione delle sostanze liquide nell’organismo deperito. Tuttavia, nel Paese, è abbastanza comune che molti genitori, una volta portati i figli in ospedale, si rifiutino di far fare loro le flebo. Ad aggravare la situazione, ad oggi contribuiscono le piogge e le inondazioni in corso in molte zone del Kenya, comprese Homa Bay, Migori e Nairobi, che stanno favorendo una recrudescenza di malattie come il colera, infezione che si manifesta in maniera più evidente con la diarrea acquosa e che deve essere gestita con la somministrazione di sostanze liquide idratanti. Allo stesso tempo, il Paese continua a fare passi avanti nella cura di HIV/AIDS, altro grave problema di salute tra i bambini. Studi recenti del Kenya Aids Indicator Survey dimostrano che il numero di bambini affetti da HIV, di età compresa tra 18 mesi e 14 anni, è calato da 184 mila nel 2007 a 104 mila nel 2012. (AP) (30/5/2015 Agenzia Fides)
ASIA/PAKISTAN - L’Istituto Jinnha: vita difficile per le minoranze religiose
Islamabad (Agenzia Fides) – In Pakistan, lo spazio e la libertà per le minoranze etniche e religiose e per le comunità emarginate si va continuamente restringendo e quanti difendono i diritti umani sono presi di mira: è quanto hanno affermato i partecipanti alla conferenza dal titolo “Minoranze religiose e la libertà di espressione in Pakistan”, organizzata nei giorni scorsi dall'Istituto Jinnah, prestigioso centro studi con sede a Karachi, intitolato al fondatore della patria Ali Jinnah. La conferenza ha riunito attivisti e rappresentanti delle minoranze, attivisti della società civile per discutere sulla questione delle minoranze religiose in Pakistan.
Prima di tutto i presenti hanno notato una carenza nel sistema di comunicazione e informazione: i giornalisti stessi, infatti, vengono minacciati e non possono scrivere liberamente di tali problemi.
Durante la conferenza si è ricordato che uomini politici, attivisti, accademici, professori, agenti di polizia, uomini d'affari e gli altri, sono stati colpiti e uccisi. Tra loro, menzionati i casi di Saleem Shahzad, Salmaan Taseer, Rashid Rehman, Sabeen Mahmud e molti altri.
Questo accade perché la società si è eccessivamente radicalizzata: “La glorificazione di un unico sistema di credenze, quello islamico, a spese di tutti gli altri ha danneggiato la nostra società. Nessuno oggi ammette che le nostre leggi sono discriminatorie. Il dissenso e la modernizzazione sono stati costantemente demonizzati”, hanno detto i presenti.
Il politico Ramesh Kumar Vankwani, intervenendo alla conferenza ha ammesso che la leadership politica non ha mostrato molto interesse a risolvere i problemi delle minoranze, e ha ricordato che la Costituzione garantisce i diritti fondamentali. La cattolica Romana Bashir ha notato che dopo l’attacco alle chiese di Youhanabad a Lahore, i mezzi si comunicazione hanno dato più spazio all’episodio successivo, il linciaggio di due musulmani, piuttosto che agli attentatati kamikaze. Tra le radici di questo atteggiamento, la diffusione dell’odio che viene coltivato sia nelle scuole, sia nelle moschee. (PA) (Agenzia Fides 30/5/2015)
ASIA/NEPAL - Emergenza monsoni: Caritas Nepal promuove un piano di intervento
Kathmandu (Agenzia Fides) – A poco più di un mese dal devastante terremoto che ha distrutto il Nepal, si profila una nuova emergenza. Con oltre tre milioni di sfollati e centinaia di migliaia di edifici danneggiati o distrutti, a preoccupare è anche l’arrivo delle piogge monsoniche. Caritas Nepal ha lanciato un piano di intervento organico in favore di 20 mila famiglie, circa 100 mila persone, per i prossimi due mesi. Il piano prevede la distribuzione di kit per alloggi temporanei: teloni, corde, materassini, coperte; kit di generi non alimentari di prima necessità: lampade a energia solare, taniche, secchi, pentole e utensili da cucina; pastiglie per la potabilizzazione dell’acqua; kit igienico sanitari composti da sapone, disinfettante, panni sanitari, panno di cotone, biancheria, asciugamani, spazzolino e dentifricio. L’intervento è rivolto alle famiglie le cui abitazioni sono crollate o sono state gavemente danneggiate, con priorità per le più vulnerabili, donne ca pofamiglia, minori non accompagnati e disabili. Caritas Nepal prevede anche un accompagnamento e attività di formazione nell’utilizzo dei materiali forniti, oltre che un monitoraggio successivo, anche al fine di prevenire abusi e sfruttamento. E’ previsto anche un programma per garantire sostegno psicosociale e per l’impostazione di un successivo piano di ricostruzione e riattivazione socio-economica. (AP) (30/5/2015 Agenzia Fides)
ASIA/SIRIA - Vescovo di Aleppo: poco attendibili le voci sullo jihadista decapitato da un soldato assiro. E i cristiani non giustificano mai la vendetta con argomenti religiosi
Aleppo (Agenzia Fides) Il Vescovo Georges Abou Khazen OFM, Vicario apostolico di Aleppo per i cattolici di rito latino, considera “poco attendibili e comunque non verificabili” la voce diffusa da Londra dal Syrian Observatory for Human Rights e rilanciata dai media inglesi secondo cui un miliziano jihadista affiliato allo Stato Islamico (Is) sarebbe stato decapitato “per vendetta” da un soldato cristiano assiro, dopo essere stato preso come prigioniero nella provincia siriana nord orientale di Jazira. Secondo l'organizzazione operante a Londra, il soldato cristiano avrebbe catturato il combattente jihadista a Tal Shamiram, uno dei villaggi della valle del Khabur recentemente abbandonati dalle milizie dello Stato Islamico dopo un occupazione durata più di 3 mesi e tornati sotto il controllo delle formazioni militari curde e assire. Una volta scoperta l'appartenenza del prigioniero alle milizie jihadiste, il soldato assiro lo avrebbe decapitato “per vendetta davanti agli abusi compiuti da quel gruppo nella regione”. La vicenda è presentata in termini generici, senza precisarne i dettagli o senza citare i nomi dei protagonisti e degli eventuali testimoni. “La manipolazione dell'informazione” fa notare a tale proposito il Vescovo Abou Khazen “è anche essa uno dei mezzi usati per moltiplicare le violenze e gli orrori di questo conflitto. E alcune centrali sono specializzate in manipolare le cose per fomentare o giustificare rappresaglie. In questo caso” prosegue il Vescovo francescano “sappiamo che più di 230 cristiani assiri sequestrati nei villaggi del Khabur sono ancora ostaggi dei jihadisti. Solo uno sconsiderato potrebbe aver compiuto un gesto del genere, quando gli altri sono in pericolo, e tutto può essere preso a pretesto per giustificare ritorsioni. E soprattutto” aggiunge il Vicario apostolico di Aleppo “noi cristiani non giustifichiamo alcuna vendetta o violenza con argomenti religiosi. L'unica vendetta che conosciamo è il perdono , per essere anche segno di luce per tutti, e mostrare che ci sono alte vie da percorrere. Le vendette approfondiscono solo le ferite, e allungano la spirale dell'odio” . Il Vescovo Abou Khazen conferma che “questo sentimento si ritrova in tutti i cristiani, soprattutto nei più semplici, che vivono le sofferenze come agnelli in mezzo ai lupi: sono loro i primi a ripetere che il circolo perverso della violenza e della vendetta va interrotto da qualcuno, e questa è l'unica strada per non soccombere e aprire strade di riconciliazione”. Abou Khazen conferma all'Agenzia Fides che nella parrocchia latina della città di Aleppo, tra tante difficoltà e sofferenze, i padri e i loro collaboratori hanno comunque aperto il “capo estivo” per i bambini e i ragazzi: “E' un segno di speranza, in questa città martire. E' un'occasione per dare un po' di sollievo a tanti poveri bambini, permettere loro di uscire dalle case dove vivono costantemente reclusi, e dove spesso manca anche la luce e l 'acqua”. (GV) (Agenzia Fides 30/5/2015).
ASIA - Cristiani in Asia all’insegna di ecumenismo e dialogo
Giacarta (Agenzia Fides) – “Il Signore Dio vuole che i cristiani in Asia vivano insieme in una obbedienza comune, testimoniando l’amore di Dio nel mondo”: questa la conclusione della 14a assemblea generala della “Conferenza Cristiana dell'Asia” organismo ecumenico che promuove la cooperazione tra le Chiese cristiane nel continente. Come riferito a Fides, alla recente assemblea celebratasi a Giacarta dal 21 al 28 maggio sul tema “Vivere insieme nella casa di Dio” hanno preso parte 440 rappresentanti delle Chiese provenienti da 28 paesi.
L’assemblea ha esaminato il lavoro degli anni scorsi e programmato il futuro, ribadendo la scelta fondamentale del “dialogo” come forma di testimonianza e di presenza nei paesi dell’Asia. I partecipanti si sono confrontati su questioni e temi emergenti per la testimonianza del cristianesimo in Asia.
Il nuovo Segretario generale George Mathews Chunakara, indiano, ha espresso grandi aspettative per l'assemblea e per l’importanza del messaggio d’amore di Cristo per le terre asiatiche, rimarcando che “c’è bisogno di un dialogo tra tutte le religioni al fine di ridurre le tensioni sociali tra le comunità di tutto il mondo”. (PA) (Agenzia Fides 30/5/2015)
AMERICA/URUGUAY - La devozione latinoamericana verso Romero anche in Uruguay
Melo (Agenzia Fides) – Una piccola cappella all'interno dell'Uruguay porta il nome del Beato Oscar Romero, in riconoscimento del" Vescovo martire" di El Salvador, recentemente beatificato. Mons. Romero (1917-1980), noto per la sua predicazione in difesa dei diritti umani, è stato arcivescovo di San Salvador fino alla sua morte violenta 35 anni fa.

Secondo la rivista “Comunione”, della diocesi di Melo (387 km a nord est di Montevideo), l'umile tempio è stato nominato "Cappella del beato Romero e martiri latino americani". A destra dell'altare c'è un'immagine del Beato Romero che impartisce la benedizione.

La costruzione della cappella è stata una iniziativa da p. Miguel Garcia Cava, sacerdote spagnolo che ha lavorato nelle missioni in Cile e Argentina, e più tardi nel Uruguay fino alla sua morte nel 2004.

Secondo la pubblicazione, inviata a Fides, la cappella fu inaugurata nel 1993 e dedicata ai martiri dell'America Latina, a cominciare da Alonso Rodriguez, Juan del Castillo e Roque Gonzalez (martiri in Paraguay), tra gli altri. Padre Miguel avrebbe voluto inizialmente dare il nome di Romero alla cappella, ma le regole della Chiesa non lo permettevano (è possibile solo dopo il riconoscimento ufficiale di venerabile).

Domenica scorsa, dopo aver visto insieme alla comunità il documentario "Oscar Romero: un missionario di Dio", il vescovo della diocesi di Melo, Sua Ecc. Monsignor Heriberto Andrés Bodeant Fernández, che ha celebrato la messa, ha evidenziato il lavoro di p. Miguel e annunciato la nuova denominazione della cappella. (CE) (Agenzia Fides, 30/05/2015)
AMERICA/VENEZUELA - Sei giovani in sciopero della fame in una chiesa a Caracas
Caracas (Agenzia Fides) – Sei studenti venezuelani sono in sciopero della fame da due giorni in una Chiesa di Caracas: come riferisce una nota pervenuta a Fides, il loro scopo è quello di ottenere il rilascio dei compagni ancora in carcere. Gli studenti chiedono poi che sia definita la data per le elezioni legislative previste per questo anno e l'intervento della Chiesa cattolica come mediatrice, riferisce il direttore nazionale del movimento Juventud Activa Venezuela (JAVU), Jesus Gomez.

Gli studenti auspicano la liberazione dei colleghi arrestati in relazione alle proteste anti-governative in Venezuela durante la prima metà del 2014 e che ancora sono in carcere (Vedi Fides 15/03/2014). Altri giovani continuano ad unirsi agli studenti in digiuno.

“Speriamo di vedere crescere ogni giorno la nostra protesta”, ha detto il direttore. “Siamo una piattaforma di studenti molto seria e saremo qui fino a quando regge il nostro corpo. Abbiamo esaurito tutte le vie di protesta nel quadro della Costituzione ma ancora ci sono compagni detenuti, rapiti dal regime”, ha ribadito.

Intanto Leopoldo López, leader dell'opposizione, ha convocato una marcia nazionale per oggi, sabato 30, dove si chiederà per la liberazione dei prigionieri politici e per che sia definita la data per le elezioni legislative. (CE) (Agenzia Fides, 30/05/2015)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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