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martedì 20 giugno 2023

L'indipendente: riassunto fino alla situazione attuale della vicenda nuova acciaieria a San Giorgio di Nogaro

 https://www.lindipendente.online/2023/06/17/la-lotta-del-friuli-contro-la-nuova-mega-acciaieria-di-san-giorgio-di-nogaro/


In Friuli-Venezia Giulia è in corso un aspro dibattito in merito alla possibile costruzione di una nuova acciaieria che dovrebbe sorgere a San Giorgio di Nogaro, in zona Aussa Corno, in provincia di Udine. Se da un lato gli investitori del progetto premono sulla politica per la sua concretizzazione, cittadini e Comuni coinvolti stanno facendo sentire la loro voce, protestando contro l’intervento per le ricadute ambientali che ne deriverebbero, ritenute estremamente nocive. La Regione Friuli-Venezia Giulia, nel frattempo, cerca di giostrarsi tra due “fuochi”.

Protagonisti del progetto sono due investitori: la multinazionale di base ucraina di nome Metinvest, il più grande gruppo siderurgico ucraino con una consolidata presenza in Italia, e la società friulana Danieli, specializzata nella realizzazione di impianti siderurgici. Il piano – che si dovrebbe sostanziare nella creazione di un maxi-polo siderurgico in grado di produrre 2,4 milioni di tonnellate di coils all’anno, con la possibilità di aumentare la produzione fino a 4 milioni (al pari dell’ex-Ilva) – è stato presentato per la prima volta nel luglio 2021 alla Regione Friuli Venezia Giulia. Nel giugno dell’anno successivo, in un secondo incontro seguito dalle dichiarazioni pubbliche dell’assessore regionale Sergio Emidio Bini e del presidente di Danieli Gianpietro Benedetti, è stato confermato.

Poi, l’8 luglio 2022, una delibera regionale ha inaugurato una serie di incarichi e ulteriori delibere al fine di attivare il progetto, destinando alle Università di Udine e Trieste 300.000 euro per produrre studi che possano giustificare la compatibilità ambientale dell’intervento. Nella riunione di giugno, si era giudicato necessario che la acciaieria sia fornita da navi con portata di 20.000 tonnellate. Per fare in modo che ciò risulti possibile è previsto dragaggio del canale Ausa-Mare di accesso al porto, per arrivare a un fondale di 12 metri contro i 7,5 attuali, nonché l’allungamento della banchina di attracco.

A tale ottica si è contrapposto il Wwf, che, per bocca del delegato in Friuli-Venezia Giulia e già rettore dell’Università di Trieste Maurizio Fermeglia, ha giudicato il progetto «una follia«». «Stiamo parlando di una laguna molto simile a livello strutturale a quella di Venezia, per poter fare entrare ed uscire queste navi che serviranno l’acciaieria l’opera di drenaggio sarà importante – ha dichiarato Fermeglia -. Ad oggi nella laguna arrivano solo imbarcazioni da 8.000 tonnellate al massimo, questo ecosistema, particolarmente delicato, verrebbe distrutto se si dovesse dragare per arrivare alle misure desiderate dei 12 mt per consentire di passare alle imbarcazioni da 20.000 tonnellate. È un sito Natura2000 e deve essere tutelato». Secondo il professore, «Il livello di tossicità dei pesci già oggi, supera i limiti tollerabili, figuriamoci se scaviamo sul fondo per dragare. Avremo conseguenze devastanti sulla salute dell’uomo e per la salvaguardia delle biodiversità delle specie presenti in tale loco». Sulla stessa linea anche Legambiente, il cui Presidente Stefano Ciafani ha parlato di una «vicenda poco trasparente» per la «scarsa informazione» offerta al pubblico, per i «conferimenti di studi di impatto alle Università in assenza di un progetto» e per le «posizioni altalenanti dell’amministrazione regionale», peraltro rispetto a «uno degli ambienti più delicati e preziosi in regione».

La cittadinanza ha iniziato ad avere contezza della situazione solo quando, lo scorso marzo, i comitati di difesa ambientale, nella cornice di un ritrovo organizzato a San Giorgio di Nogaro, hanno per la prima volta reso edotti i partecipanti sui dettagli del piano. In loro supporto è scesa in campo anche Assomarinas – Associazione Italiana porti turistici – il cui presidente, Roberto Perocchio, ha attaccato il “controverso progetto del nuovo polo siderurgico nel cuore della laguna di Marano e Grado”, cui l’associazione ha reagito con “ferma opposizione”, affidando ad IMQ e Ambiente (società di ingegneria ambientale), l’incarico di svolgere un’analisi preliminare ambientale sulle ipotesi di realizzazione del progetto. Il rischio, secondo Assomarinas, è infatti che si stravolga la vocazione turistica della laguna e delle sue coste, con una minaccia per il turismo nel territorio. I consulenti dell’associazione hanno riscontrato importanti criticità legate al deposito di migliaia di tonnellate di rottami ferrosi, alla dispersione di polveri nocive e al trasporto via terra e via mare del materiale che dovrebbe alimentare l’impianto.

Nello stesso periodo, la Danieli ha reagito acquistando una pagina pubblicitaria del Gazzettino per difendere il progetto. «La società Metinvest – ha scritto Danieli – non ha fino ad ora confermato questo investimento di 2 miliardi di euro, lo farà entro settembre del 2023. Se in base a molti parametri e precondizioni, deciderà positivamente, i siti sono tre: due in Italia (uno di questi è Porto Nogaro) e uno in un altro Paese europeo». Danieli, che conferma che “comunque costruirà l’impianto”, dice apertamente di supportare “la scelta dell’area del Friuli Venezia Giulia». La società ha scritto che “l’impianto sarebbe un eccezionale e unico esempio di high-tech, di sviluppo sostenibile” e “darebbe un forte contributo al Pil e quindi alle risorse conseguenti necessarie al social welfare regionale e italiano”. Ha poi evidenziato che “non essendo ancora approvato l’investimento da parte di Metinvest, non si è dato inizio all’iter dell’Arpa per la valutazioni necessarie, ma la qualità del progetto garantisce sin d’ora un più che corretto impatto ambientale” e che “le maestranze assunte saranno in maggioranza composte da tecnici e ingegneri grazie all’elevata automazione, ai big data, all’intelligenza artificiale”. Una formula che dà adito a molte perplessità circa la portata delle future assunzioni, specie dal momento che in nessun comunicato ufficiale se ne certifica concretamente il numero. Ad oggi, si parla infatti di un’operazione che produrrebbe circa un migliaio di posti di lavoro: per continuare nel paragone, attualmente l’ex-Ilva (ora Acciaierie d’Italia) conta più di 10mila dipendenti solo nel sito di Taranto. Ovvero dieci volte tanto. Il presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, è intervenuto sostenendo che quello dell’acciaieria a Porto Nogaro è per ora un progetto fermo a uno stato embrionale.

Marano Lagunare è stato il primo Comune a prendere una posizione nettamente contraria al possibile intervento, comunicando ai cittadini il “fermo dissenso” di tutta la giunta in un Consiglio comunale andato in scena il 12 maggio. Due settimane dopo lo ha seguito a ruota il Consiglio comunale di San Giorgio di Nogaro, che ha formulato un emendamento di opposizione all’intervento da indirizzare alla regione Fvg. Negli scorsi giorni, anche i consiglieri comunali di Grado hanno approvato all’unanimità una mozione che manifesta piena contrarietà alla prospettiva dell’apertura dell’impianto.

La scorsa settimana, 400 persone si sono riversate in piazza a San Giorgio di Nogaro, convocate da una serie di comitati organizzatori, tra cui il coordinamento “No Acciaieria” e quello a “difesa climatica e ambientale della Bassa Friulana“. In atto c’è una raccolta firme per il ritiro della richiesta regionale di inserimento tra le aree strategiche nazionali dell’Aussa Corno, tramite cui si vuole scongiurare la nomina di un commissario che potrebbe agire in delega alle leggi. Da inizio maggio, le firme raccolte sono circa 6.000.


mercoledì 11 gennaio 2023

Metinvest ricerca invece gruisti, carrellisti, mulettisti, addetti ai forni, manutentori meccanici e ingegneri meccanici

Lavoro: Rosolen, nel 2022 dati positivi su occupazione e contratti

Presentato primo Recruiting day '23: 90 posti in quattro grandi imprese
Udine, 9 gen - "Continua anche nel 2023 l'importante attività che la Regione ha fatto negli ultimi quattro anni, in collaborazione con le Agenzie per il lavoro e con le imprese del territorio sul fronte del reclutamento di nuovo personale che le aziende continuano a cercare. I dati dell'ultimo trimestre del 2022, sul fronte dell'occupazione, nonostante il periodo difficile, continuano a parlare di numeri positivi sia rispetto alle assunzioni (+14,3%), che alle stabilizzazioni (+55%) dei contratti a tempo indeterminato rispetto ai trimestri precedenti. E' cresciuta anche l'occupazione femminile con una riduzione, nell'ultimo triennio, del gender gap. Risultati importanti che ci fanno proseguire sulla strada della collaborazione tra Centri per l'impiego e Agenzie per il lavoro per dare risposte concrete ai lavoratori e al sistema delle imprese".
Con questi dati l'assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen ha voluto introdurre la presentazione del primo Recruiting day del 2023 - promosso dall'Amministrazione regionale in collaborazione con Adecco Fvg - che vede coinvolte quattro importanti imprese con sede nella provincia di Udine che sono alla ricerca di 90 figure professionali da inserire nei loro reparti produttivi, negli uffici e nei centri di ricerca. Le aziende coinvolte sono Biofarma Group di Mereto di Tomba, specializzata in prodotti per la salute; Metinvest Trametal Spa di San Giorgio di Nogaro operativa nel settore metallurgico; Pmp Pro-Mec Spa di Coseano specializzata nelle trasmissioni meccaniche per macchinari e Sirti di Basiliano del Gruppo internazionale che si occupa delle reti di telecomunicazioni.
Biofarma Group in particolare ricerca addetti alla produzione di integratori alimentari e cosmetici, addetti al confezionamento automatizzato e manutentori elettromeccanici. Metinvest ricerca invece gruisti, carrellisti, mulettisti, addetti ai forni, manutentori meccanici e ingegneri meccanici. Addetti alle macchine utensili, progettisti meccanici, data analyst, sviluppatori software e responsabili marketing sono invece i profili professionali ricercati dalla Pmp Pro.Mec. Mentre la Sirti seleziona capisquadra, autisti di mezzi pesanti, operatori di macchine operatrici, addetti alle opere civili oltre che collaudatori di reti di Tlc e in fibra ottica.
Già da oggi sul sito internet della Regione Friuli Venezia Giulia sarà a disposizione il link dal quale reperire tutte le informazioni necessarie per candidarsi: il curriculum dovrà essere spedito entro il 31 gennaio. La giornata di Recruiting day, durante il quale i candidati potranno incontrare i responsabili delle quattro aziende, è invece organizzata per il prossimo 8 febbraio a palazzo Belgrado a Udine.
"A questo primo Recruiting day del 2023 - ha aggiunto l'assessore Rosolen - ne seguiranno altri undici nei prossimi tre mesi. I numeri sull'occupazione che, nei primi nove mesi 2022, nel sistema produttivo regionale ha portato a +16mila unità rispetto allo stesso periodo del 2019 e 2021 - ha concluso l'assessore Rosolen - conferma che il sistema di "buone pratiche" che abbiamo creato con i privati sulla ricerca, selezione e reclutamento del personale funziona". ARC/LIS/al

mercoledì 15 giugno 2022

nordesteconomia.gelocal.it: Porto Nogaro, a maggio crollo dei traffici del 51 per cento


UDINE. Situazione drammatica allo scalo portuale di Porto Nogaro di San Giorgio di Nogaro, per il consistente calo a maggio della movimentazione delle merci che ha fatto registrare -51%. Lo scalo nel 2021 aveva movimentato 1 milione e 300 mila tonnellate di merci delle quali il 50% erano bramme. Il trend negativo del porto commerciale friulano si è innescato con l'avvio del conflitto russo- ucraino, ed è legato soprattutto alla caduta del porto di Mariupol, porto dal quale partivano le navi della compagnia dei Fratelli Cosulich carichi di bramme (manufatti di ferro o acciaio) per i laminatoi della zona industriale dell'Aussa Corno di San Giorgio di Nogaro: quello delle Officine Tecnosider, quelli di Marcegaglia Plates e Marcegaglia Palini e Bertoli e della Trametal (del gruppo ucraino Metinvest), che sono riusciti a restare in produzione grazie all'approvvigionamento della materia prima in altri Paesi.

A spiegare la difficile situazione dello scalo friulano, è il presidente della storica impresa portuale Porto Nogaro (l'altra azienda che opera in banchina Magreth è la Midolini), 35 soci e 10 dipendenti, Emanuele Malisan, rimarcando come le percentuali dei traffici movimentati in questi ultimi tre mesi sono andate in calando, «a marzo abbiamo avuto un meno 16%; ad aprile un meno 41%; e un preoccupante maggio con meno 51%. Come si vede- spiega Malisan-, i dati sono allarmanti. Abbiamo registrato un dimezzamento della movimentazione in questi ultimi due mesi rispetto all’anno precedente a causa della guerra In Ucraina. Le due acciaierie di Mariupol sono semi distrutte e nessuno sa quale sarà il loro futuro. In questa situazione di forte criticità siamo dovuti ricorrere agli ammortizzatori sociali e dopo due anni di pandemia, in cui abbiamo fatto notevoli sforzi per garantire le operazioni portuali, ci rattrista molto questa situazione che stiamo vivendo e che ha colpito il cuore del nostro business».

Il presidente Malisan sottolinea che «d’ora in avanti l’approvvigionamento per i laminatoi di San Giorgio di Nogaro potrà avvenire solo attraverso nuove fonti diversificate da altri Paesi: Cina, India, Indonesia, Vietnam, Brasile. Oltre a essere un’attività difficile da organizzare - afferma-, ricordo che per queste tratte verranno utilizzate navi con stazze molto più grandi e che non potranno raggiungere il nostro porto a causa del pescaggio limitato di 5,50 metri (da anni si attendono i promessi 7.50 metri di pescaggio per permettere l'accesso a navi da 10- 13 mila tonnellate di stazza che ridurrebbero anche i costi di trasporto). Queste navi verranno scaricate completamente al porto di Monfalcone. La nostra speranza è che dallo scalo monfalconese si possa riuscire a trasferire a Porto Nogaro quantitativi importanti mediante le chiatte (trasportano attorno alle 5 tonnellate). Ma ci vorrà ancora del tempo, e con i nostri partner siamo al lavoro per riprenderci almeno una parte di quello che questa stupida guerra ci ha tolto» .

Il porto occupa circa 450 addetti tra imprese portuali, pilota, ormeggiatori, dogana, Capitaneria di Porto, case di spedizione e agenzie marittime, con un indotto di circa 900 addetti, ed è la più grande azienda della zona industriale dell'Aussa Corno.

giovedì 7 aprile 2022

Arrivata nel porto di Monfalcone la prima nave con un carico dal Brasile

 

Ucraina chiusa, ecco le nuove rotte dell'acciaio

Arrivata nel porto di Monfalcone la prima nave con un carico dal Brasile, ma la catena logistica è ancora tutta da consolidare

di Federico Piazza*

Monfalcone - L’interazione tra i due più grandi poli portuali italiani, Genova e Trieste, sì è ulteriormente acuita nella attuale contingenza bellica. Perchè le logiche delle sanzioni e delle rispettive compliances sono modificate, inclusi i livelli doganali e l’accessibilità dei vari livelli della supply chain. Emblematico che due Gruppi fortemente genovesi nella governance, siano al centro di una crisi storica di fornitura per le aziende italiane: la Metinvest ucraina, che fornisce oltre il 70% delle bramme d’acciaio per i laminatoi italiani, e il Gruppo Fratelli Cosulich che con un milione di contenitori e le navi siderurgiche da Mariupol è leader nel settore. Infatti i porti del Friuli Venezia Giulia sono tra i più colpiti in Italia dallo stravolgimento logistico conseguente l’interruzione dell’import di materie prime e semilavorati in acciaio dall’Ucraina. Con implicazioni importanti anche per due operatori primari liguri che nel Triveneto hanno una rilevante attività: il gruppo della logistica Fratelli Cosulich e Metinvest Europe, che dalla sede genovese gestisce il mercato europeo del principale gruppo minerario e siderurgico ucraino.

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...