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mercoledì 5 aprile 2023

Agenzia Fides 5 aprile 2023

 

AFRICA/NIGERIA - Assalita chiesa pentecostale; nuovo rapimento di massa di studenti
 
Abuja (Agenzia Fides) – Assalita nelle prime ore del 2 aprile, domenica delle Palme, la chiesa pentecostale situata ad Akenawe, Tswarev, nello Stato di Benue, nel centro nord della Nigeria. Gli assalitori, si sospetta una banda di pastori Fulani, hanno ucciso un fedele, ferito diverse persone tra cui il capo tradizionale della comunità, e rapito il pastore della chiesa e alcuni fedeli.
Secondo la stampa locale il luogo di culto è stato assalito durante una veglia notturna.
Nello Stato di Kaduna, nel nord della Nigeria, un gruppo armato ha rapito otto studenti delle scuole secondarie mentre tornavano a casa insieme a un numero imprecisato di altre persone. Si tratta del primo sequestro di studenti nella regione dopo un periodo di calma, soprattutto dopo la circolazione di nuove banconote per frenare il pagamento dei riscatti ai rapitori prima delle elezioni politiche tenutesi a fine febbraio.
La piaga dei rapimenti a scopo estorsivo è un fenomeno ben noto in Nigeria che colpisce non solo il Nord dove sono presenti gruppi jihadisti ma anche altre aree della Federazione (vedi Fides 29/3/2023). (L..M.) (Agenzia Fides 5/4/2023)
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AFRICA - Tre suore cattoliche premiate per i loro progetti di sviluppo in Africa
 
Santa Clara (Agenzia Fides) – “Il futuro dell'Africa è nelle mani degli africani. Spetta a noi ideare il nostro futuro; tornerò a casa come africana per tracciare soluzioni africane per l'Africa” ha affermato suor Juunza Christabel Mwangani, delle Sisters of the Holy Spirit, una congregazione religiosa fondata nel 1971 nella diocesi di Monze, in Zambia, alla cerimonia di premiazione del Builders of Africa's Future (BAF) 2022 assegnato dall'African Diaspora Network (ADN).
La religiosa ha ritirato il premio in rappresentanza del’ Emerging Farmers Initiative, un progetto avviato dalla sua congregazione religiosa nel villaggio di Magoye, Mazabuka.
“Insieme a un gruppo di suore abbiamo fondato l'Emerging Farmers Initiative, nel 2019, con il permesso dei superiore della congregazione” spiega suor Juunza Christabel Mwangani. “La nostra congregazione conta 40 suore e ha sede nella diocesi di Monze, nella provincia meridionale dello Zambia. L'Emerging Farmers Initiative si trova nel villaggio di Mulando nella zona di Nziba, Magoye, nello stesso distretto della casa madre della congregazione. Nziba si trova nella parte rurale del distretto di Mazabuka a circa 151 chilometri da Lusaka, la capitale dello Zambia nella provincia meridionale”.
“Ci sono circa 73 famiglie nel villaggio di Mulando con una media di otto membri ciascuna. L’attività principale è l'agricoltura di sussistenza, l'allevamento del bestiame e la produzione agricola. A causa delle frequenti siccità e della totale dipendenza dall'agricoltura, i livelli di povertà sono ancora elevati. Anche il livello di analfabetismo è ancora alto, stimato al 25 per cento. La metà della popolazione della zona ha meno di 20 anni” continua la suora.
“L’Emerging Farmers Initiative è pensata per funzionare nel contesto della scuola secondaria, come unità di produzione. La maggior parte delle scuole si concentra solo sull'apprendimento accademico. Attraverso l'Emerging Farmers Initiative, che ospita le nostre unità di produzione di pollame, suini e uova, orto; alberi da frutto, campi di mais e stagni di pesci, offriamo formazione pratica ai nostri alunni e competenze che trasformano la vita a giovani che abbandonano la scuola e giovani famiglie a rischio. Grazie all'EFI, prepariamo i nostri studenti ad affrontare il mondo reale” conclude la religiosa.
Fondata nel 2010, African Diaspora Network (ADN) è un'organizzazione no profit con sede nella Silicon Valley che promuove l'imprenditorialità e lo sviluppo economico nel continente africano e nelle comunità in cui vive la diaspora africana.
Anche due suore ugandesi hanno vinto il premio BAF: suor Frances Kabagaaju delle Daughters of the Child Jesus of Uganda che gestisce un centro sanitario di Nkuruba a Rwenzori, al confine con la Repubblica Democratica del Congo; e suor Rose Thumitho delle Little Sisters of St. Francis, una delle fondatrici della Mother Kevin Providence Social Enterprise, a Jinja, per offrire opportunità di sviluppo a donne e giovani. (L.M.) (Agenzia Fides 5/4/2023)
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ASIA/VIETNAM - La Pasqua dei giovani: comunione e annuncio di speranza
 
Hanoi (Agenzia Fides) - La celebrazione della Pasqua è un momento speciale per i giovani cattolici in Vietnam: nelle diverse diocesi si tengono, a partire dalla Domenica Palme, raduni e incontri giovanili che quest'anno hanno insistito su temi come unità, comunione e annuncio di speranza nella società.
Nella diocesi di Da Nang, in Vietnam centrale, oltre 600 giovani da 45 parrocchie si sono radunati la Domenica delle palme per vivere una giornata di "Osanna" e iniziare la Settimana santa con lo spirito giusto. Padre Agostino Tran Nhu Huynh ha incontrato i giovani e ha condiviso con loro una riflessione sul tema "Alzatevi, non abbiate paura", ricordando l'esempio dell'apostolo Giovanni che incontrò il Signore Gesù Cristo da giovane. Ha poi ripercorso il viaggio di Giovanni alla scoperta della sua vocazione, la sua volontà e desiderio di “cercare un maestro per imparare la Via nella vita”, che ha trovato in Cristo.
Il Vescovo di Da Nang, mons. Joseph Dang Duc Ngan, ha parlato ai giovani dello spirito del Sinodo, invitando ciascuno ad "aprire la tenda del proprio cuore per ricevere Dio e accogliere con amore il prossimo che chiede di entrare", citando il recente documento del Sinodo dei Vescovi per l'Asia.
Culmine dell'incontro è stata la concelebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo, in cui i fedeli sono stati invitati a "seguire il Signore nel cammino della Croce, nell'amore, nella lode, nella fiducia in Dio", imparando a "rivolgersi a Dio in tutte le situazioni", per essere "testimoni viventi che annunciano il Vangelo".
Anche nella diocesi di Thai Binh, in Vietnam del Nord, oltre 500 giovani si sono riuniti il 2 aprile nella parrocchia di Cao Xa per vivere una giornata di fraternità e di lode sul tema "Essere comunità, essere in comunione". Padre Francis Huyen, sacerdote Redentorista, parlando all'assemblea ha messo in luce la comunione tra l'uomo e Dio, tra ogni uomo e il prossimo, ma anche il rapporto tra la persona e la verità di se stessa . Il religioso ha rimarcato la chiamata a vivere una vita di fede, in relazione con Dio e con il prossimo, specialmente nello speciale tempo del cammino sinodale, promosso a livello universale e che ogni Chiesa particolare è chiamata a mettere in pratica.
Il raduno a Thai Binh è stato caratterizzato da un tempo di Adorazione, da un tempo dedicato ad avvicinarsi al Sacramento della Riconciliazione, dalla celebrazione della Via Crucis, dall'Eucarestia conclusiva. I giovani sono ripartiti con il desiderio di dare una testimonianza viva, gioiosa della fede ai loro coetanei e con la promessa di incontrarsi con tanti altri giovani di tutto il mondo in occasione della Giornata Mondiale delle Gioventù, nell’estate 2023.
Nella diocesi di Xuan Loc, nel Vietnam del Sud, la Domenica delle Palme circa 3000 giovani hanno trascorso una giornata nella parrocchia di Thanh Tam, all'insegna della fraternità, della preghiera, della gioia e della condivisione. Padre Joseph Vu The Toan ha coinvolto i presenti aiutandoli a guardare all'esperienza dei discepoli di Gesù (prima della Passione del Signore e dopo la Risurrezione) e a "mettersi nei loro panni", invitandoli a "vivere con coraggio la vocazione e la missione che Dio dona, per rendere più significativa la loro vita e donare la Buona novella di Gesù e chiunque incontrano sul loro cammino”.
Nel ripercorrere la Passione del Signore, i giovani hanno condiviso il desiderio di "vivere per amore" come Gesù, che ha amato i suoi "fino alla fine". Nella messa conclusiva, mons. John Do Van Ngan, Vescovo diocesano, ha meditato sulle ultime sette parole di Gesù crocifisso, che mostrano il suo cuore "tutto rivolto al Padre", che è l'atteggiamento giusto del cristiano per vivere la Settimana Santa.
In tutte le diocesi vietnamite i giovani si stanno organizzando e preparando per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù che quest'anno si terrà a Lisbona, in Portogallo, dal 1° al 6 agosto 2023.
(PA) (Agenzia Fides 5/4/2023)
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martedì 12 ottobre 2021

Agenzia Fides 12 ottobre 2021

 

EUROPA/ITALIA - Scalabrini e la sua passione per i migranti, chiave di interpretazione per la contemporaneità: verso l'Anno Scalabriniano
 
Roma (Agenzia Fides) - Il prossimo 9 novembre si aprirà l'Anno Scalabriniano, nel 25esimo anniversario della beatificazione di Giovanni Battista Scalabrini, testimone esemplare di vita cristiana, missionaria e padre dei migranti. “Stiamo concludendo con gratitudine il Giubileo dei 125 anni di fondazione della Congregazione delle suore Missionarie Scalabriniane e iniziamo con molta gioia l'Anno Scalabriniano. Questi eventi ci riempiono il cuore di gratitudine a Dio per il carisma scalabriniano nel servizio alla Chiesa” spiega suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Scalabriniane, nella nota inviata all’Agenzia Fides. “San Giovanni Paolo II lo descrisse come profondamente innamorato di Dio e straordinariamente devoto dell’Eucaristia, con la capacità di saper tradurre la contemplazione di Dio e del suo mistero in una intensa azione apostolica e missionaria, facendosi tutto a tutti per annunciare il Vangelo".
I Superiori dei tre Istituti che compongono la Famiglia Scalabriniana (i Missionari di San Carlo, Scalabriniani; le suore Missionarie di San Carlo, Scalabriniane; le Missionarie Secolari Scalabrinane) hanno invitato a seguirne le orme, partendo dalla sua frase “Potessi santificarmi e santificare tutte le anime affidatemi". "Scalabrini è stato un modello per il mondo e lo è ancora oggi, in un mondo globale diviso da incomprensibili muri. La sua passione per i migranti è una chiave di interpretazione della contemporaneità che ha le sue basi nel messaggio di Cristo” affermano in una lettera comune i tre Superiori dei tre Istituti scalabriniane: padre Leonir Chiarello, suor Neusa de Fatima Mariano e Regina Widmann. “Gesù ha vissuto da bambino migrante e rifugiato. Ha dato la sua vita per il mondo e oggi la sua espressione è nei volti di quei milioni di persone che chiedono aiuto".
Con il patrocinio della diocesi di Piacenza-Bobbio, l'Anno Scalabriniano inizierà domenica 7 novembre 2021 e si concluderà mercoledì 9 novembre 2022. Il tema è: "Fare patria dell’uomo il mondo". "Si inserisce nella linea dell’insegnamento recente di Papa Francesco - sottolineano i tre Superiori della famiglia Scalabriniana -. Invitiamo tutti a collaborare coinvolgendo la Chiesa locale, i membri dei nostri istituti, i futuri missionari, i diversi gruppi di laici scalabriniani e le comunità dei migranti per promuovere iniziative approfittando anche dei suggerimenti che verranno offerti e che potranno essere moltiplicati nei vari contesti in cui svolgiamo la missione con i migranti e i rifugiati". (SL) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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AFRICA/MALAWI - Sostegno all’imprenditoria locale e attenzione ai cambiamenti climatici
 
Lilongwe (Agenzia Fides) - In Malawi, in particolare nei distretti di Zomba e Malaka, alcuni giovani che non avrebbero avuto alcuna speranza di contribuire allo sviluppo economico del proprio Paese, acquisiscono competenze professionali e, in alcuni casi, anche fondi per avviare attività imprenditoriali. Come appreso dall’Agenzia Fides, è il risultato del progetto “Hope for Youth Project”, promosso dalla Catholic Development Commission (che è la Caritas Malawi) che opera in seno alla Conferenza Episcopale del Malawi. Tra le specializzazioni professionali offerte dal progetto, vi sono impianti elettrici, saldatura, costruzione, posa di mattoni e falegnameria.
Tra i beneficiari di questo progetto anche alcune giovani donne appartenenti a categorie vulnerabili. Tra coloro che vi hanno partecipato, Christopher, che proviene dal villaggio di Nkasala nell'area del tradizionale Mlumbe nel distretto di Zomba, ha raccontato di aver avuto la possibilità di frequentare un corso di posa di mattoni. Poco dopo il completamento del suo corso, Christopher riferisce: “Ho avuto l’opportunità di fare esercitazioni sul campo, in una vera e propria impresa edile per oltre un anno, e questo mi ha consentito di acquisire esperienza: sono tornato a casa e ora sto costruendo la mia casa. Ora sono in grado di sostenere la mia famiglia in tutte le necessità, cosa che prima non accadeva”.
I cambiamenti climatici sono invece al centro di un altro progetto della Catholic Development Commission, dal titolo: “Climate Challenge Program Malawi” (CCPM). Il progetto ha recentemente ricevuto il Community Empowerment Award da Trocaire per i suoi meriti. In corso di attuazione nei 4 distretti di Balaka, Machinga, Zomba e Chikwawa il progetto Climate Challenge Program Malawi (CCPM) ha lo scopo di migliorare la resilienza della popolazione ai cambiamenti climatici attuali e futuri. Il progetto sviluppa strategie e misure di adattamento guidate dalla comunità che miglioreranno la produzione agricola e i mezzi di sussistenza rurali attraverso il nesso cibo-acqua-energia. Il progetto viene attuato nei quattro distretti con il finanziamento del governo scozzese, attraverso SCIAF e Trocaire.
(EG) (12/10/2021)
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AFRICA/UGANDA - L’istruzione dei bambini come strumento per la crescita del paese e della Chiesa locale
 
Kampala (Agenzia Fides) - Il futuro della Chiesa dipende dall’istruzione dei bambini, ha affermato Mons. Francis Aquirinus Kibira, Vescovo della diocesi cattolica di Kasese. In occasione della professione perpetua di suor Evelyn Kamuli, della Congregazione delle Suore Oblate dell’Assunzione, celebrata nel villaggio di Kihyo, il Vescovo ha esortato i presenti, genitori e tutori, a “dare priorità all'istruzione, che sta alla base dello sviluppo futuro dei propri figli e di conseguenza del Paese”. Nella nota pervenuta all’Agenzia Fides, Mons. Kibira incoraggia le suore nel loro impegno nel campo dell’educazione nel distretto di Kasese. “Istruire ed incoraggiare i propri figli a prendere parte alle iniziative cattoliche della Chiesa locale garantirà il futuro della Chiesa e della società ugandese” ha concluso il Vescovo di Kasese. Uno dei primi progetti portati avanti dalle Suore è l’Emmanuel D'Alzon Lavagnace Complex High School, grazie al quale cresce la qualità dell'istruzione nella sub contea di Buhuira. Le Suore Oblate dell’Assunzione lavorano con costante dedizione alla missione del loro apostolato, sono presenti in Africa, America Latina, Asia ed Europa.
(AP) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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ASIA/INDIA - Suore cattoliche e fedeli aggrediti da estremisti indù per presunte "conversioni forzate"
 
Lucknow (Agenzia Fides) – Suore cattoliche e fedeli sono stati aggrediti da un gruppo di estremisti indù nello stato dell'Uttar Pradesh, nel nord dell'India. Come appreso dall'Agenzia Fides, i militanti hanno molestato alcune religiose e circa 50 devoti cristiani nel distretto di Mau il 10 ottobre scorso. Membri dei gruppi radicali indù "Bajrang Dal" e "Hindu Yuva Vahini" hanno condotto con la forza sette fedeli cristiani alla vicina stazione di polizia, dove hanno trascorso la notte in stato di fermo. Tra i sette vi erano tre donne e il Pastore cristiano evangelista Abraham Shakil, accusati di aver effettuato presunte "conversioni religiose forzate", riferisce a Fides padre Anand Mathew, sacerdote e promotore dei diritti umani, rilevando che "tali attacchi sono basati su pretesti per molestare e compiere abusi sui cristiani”.
In un altro episodio, due suore francescane orsoline sono state portate con la forza alla stazione di polizia e sono state detenute per sei ore. Le suore erano al terminal degli autobus della città. Dopo l'intervento di un alto funzionario di polizia di Lucknow, la capitale dello stato di Uttar Pradesh, le suore sono state liberate. Le religiose sono suor Gracy Monteiro e suor Roshni Minj. Erano al terminal bus poiché suor Minj doveva viaggiare in autobus per visitare il padre malato nello stato indiano del Jharkhand. Quando suor Minj ha semplicemente chiesto informazioni sugli orari del bus, le due sono state fermate, aggredite verbalmente e condotte con la forza alla stessa stazione di polizia, dove erano detenuti i cristiani e il Pastore. “Siamo rimaste scioccate quando siamo state portate alla stazione di polizia sostenendo che eravamo parte di una comunità cristiana coinvolta in conversioni religiose forzate. E' del tutto falso” ha detto suor Monteiro.
La denuncia presentata da Radheshyam Singh, un uomo indù, afferma che i cristiani "non hanno seguito le misure sanitarie contro il Covid-19" e li accusa di "essere coinvolti nella conversione di altri al cristianesimo attraverso mezzi illeciti come fornire lavoro e denaro".
"Queste accuse e tali episodi - rileva Patsy David, rappresentante dell'Ong ADF International - sono parte di un disegno organizzato per opprimere i cristiani in Uttar Pradesh". Secondo ADF, dal 2017 ad oggi in Uttar Pradesh sono stati documentati ben 374 casi di violenze contro i cristiani. Le aggressioni sono in aumento da quando il governo dell'Uttar Pradesh ha approvato la "Legge anti-conversione" nel settembre 2020. Nella maggior parte dei casi, i gruppi estremisti attaccano le sale di culto o le case dei cristiani e interrompono i loro incontri, danneggiano le loro proprietà, gli arredi, bibbie e pubblicazioni, e li conducono alla polizia. Dopo gli attacchi degli estremisti indù e gli arresti, i fedeli affrontano un tortuoso inter legale, con le richieste ai tribunali per ottenere la cauzione. Di conseguenza, molti Pastori e fedeli cristiani sono pieni di paura anche solo quando esercitano il culto o pregano insieme.
L'Uttar Pradesh, stato prevalentemente agricolo che ospita 230 milioni di persone, è lo stato più grande dell'India. Secondo il censimento del 2011, i cristiani sono una esigua minoranza, circa 350mila fedeli.
(SD-PA) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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ASIA - Nuova App per Radio Veritas, missionaria in Asia
 
Yangon (Agenzia Fides) - E' uno strumento per diffondere la Buona Novella del Regno di Dio e per seminare speranza: con queste parole il Cardinale Charles Maung Bo. Arcivescovo di Yangon e Presidente della Federazione delle Conferenze Episcopali dell'Asia (FABC) ha presentato ufficialmente la nuova App per dispositivi mobili di Radio Veritas Asia (RVA), in una cerimonia di lancio svoltasi nella Cattedrale di Santa Maria a Yangon l'11 ottobre. Come appreso da Fides, il Cardinale Charles Bo si è detto molto felice per questo ulteriore progresso di RVA nel campo dei media digitali. “Come san Paolo, siamo chiamati a predicare il Vangelo. Radio Veritas è veramente missionaria in Asia, è la voce del cristianesimo in Asia”, ha detto il Card. Bo nella Messa celebrata in Cattedrale.
"La nuova Applicazione è pensata per tutte le persone che credono in Dio e possono avere un costante supporto morale e spirituale da Radio Veritas" ha detto, incoraggiando vescovi, sacerdoti, religiosi e laici, in Myanmar e in tutta l'Asia "a usarla per la preghiera, per la formazione, per la catechesi". "Questa applicazione è utile per sacerdoti e religiosi, nel loro servizio pastorale alla nostra gente e nella predicazione. E' utile per la gente, per essere costantemente connessi con la Parola di Dio", ha rimarcato.
Radio Veritas, ha ricordato il Cardinale - porta la Buona Novella del Vangelo in Myanmar trasmettendo in diverse lingue parlate nella nazione: birmano, Hakha chin, Tedim chin, Falam chin, Zo chin, Jighpaw kachin, Rawan kachin, Lisu kachin, Sakaw Karen, Poh Karen , Tamil, Cinese mandarino.
P. Feroz Fernandes, SFX, caporedattore a RVA; ha affermato che "questa è un'applicazione che aumenta la consapevolezza nel condividere la nostra fede". Come ha spiegato p. Victor Sadaya CMF, Direttore di Radio Veritas a Manila, l'emittente "sta potenziando il servizio di evangelizzazione trasmettendo in 21 lingue asiatiche. Con questa App, il pubblico potrà facilmente accedere ai servizi di RVA nella lingua prescelta".
Radio Veritas Asia (RVA) è stata fondata dalla FABC nel 1969 per diffondere la buona novella della salvezza di Gesù ai popoli dell'Asia e promuovere la comunicazione tra i popoli dell'Asia. Ha trasmesso in onde core fino al 2015. Con la diffusione dei mass media digitali, la FABC ha trasferito le trasmissioni su Internet a partire dal 2015 e ora ha creato anche la App per i dispositivi mobili.
(JZ-PA) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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ASIA/IRAQ - Elezioni, il “Movimento Babilonia” conquista 4 dei 5 seggi riservati a candidati cristiani
 
Baghdad (Agenzia Fides) – Le elezioni parlamentari irachene svoltesi domenica 10 ottobre hanno assegnato a rappresentanti del “Movimento Babilonia” ben 4 dei 5 seggi riservati a candidati cristiani dal sistema elettorale nazionale. Lo riferiscono fonti locali consultate dall’Agenzia Fides, sulla base dei primi dati forniti dalla Alta Commissione elettorale. Secondo le stesse fonti, il quinto seggio, assegnato nel distretto di Erbil, è stato assegnato al candidato indipendente Farouk Hanna Atto.
Il risultato elettorale relativo alla quota di seggi riservati a candidati cristiani, per certi versi sorprendente, non mancherà di riaccendere polemiche sulle potenziali manipolazioni politiche a cui appare esposta la assegnazione dei posti in Parlamento riservati a membri delle comunità cristiane locali o appartenenti a altre minoranze etniche e religiose.
Il Movimento Babilonia (nella foto, il manifesto dei suoi candidati) è nato come proiezione politica delle cosiddette “Brigate Babilonia”, milizia armata formatasi nel contesto delle operazioni militari contro i jihadisti dello Stato Islamico (Daesh) che portarono alla riconquista delle aree nord-irachene cadute nelle mani jihadiste nel 2014. Guidate da Ryan al Kildani (Ryan “il caldeo”), le “Brigate Babilonia” avevano sempre rivendicato la propria etichetta di milizia composta da cristiani, anche se risultava documentato il loro collegamento con milizie sciite filo-iraniane come le Unità di Protezione popolare (Hashd al Shaabi). Anche la sigla politica del “Movimento Babilonia” viene considerata vicina alla “Organizzazione Badr”, movimento politico che alle elezioni è confluito nella Alleanza Fatah, cartello che raggruppava sigle e organizzazioni sciite di orientamento filo-iraniano.
Nei primi commenti critici, politici cristiani appartenenti a sigle che non hanno ottenuto seggi gettano sospetti sul risultato elettorale, lasciando intendere che sui candidati del “Movimento Babilonia” sarebbero stati dirottati anche voti di elettori sciiti, in modo da piazzare nei seggi riservati ai cristiani rappresentanti che di fatto rispondono a formazioni politiche sciite. In maniera analoga, secondo alcuni commentatori anche il candidato cristiano Farouq Hanna Atto, eletto come indipendente per il seggio riservato ai cristiani nel distretto di Erbil, avrebbe in realtà prevalso sui suoi concorrente grazie ai voti riversati a suo favore dal Partito Democratico del Kurdistan (PDK).
Secondo i primi dati forniti in via provvisoria dalla Commissione elettorale, il candidato del Movimento Babilonia Aswan Salem avrebbe conquistato il seggio riservato ai cristiani nel Governatorato di Ninive con 9498 voti. Il seggio riservato a candidati cristiani nella città di Baghdad sarebbe stato conquistato da con 10822 voti d Evan Faeq Yakoub Jabro, ex ministra per i rifugiati e le migrazioni nel governo uscente guidato da Mustafa al Kadhimi. A Kirkuk e a Dohuk, i candidati del Movimento Babilonia Duraid Jamil e Badaa Khader hanno prevalso ottenendo rispettivamente 4279 e 10619 voti, mentre il candidato Farouk Hanna Atto ha conquistato il seggio riservato ai cristiani nel distretto elettorale di Erbil con 4221 voti.
I dati ufficiali finora comunicati sui risultati elettorali non permettono ancora di delineare un quadro preciso del futuro scenario politico iracheno. Nessun blocco politico in gara riuscirà a controllare da solo la maggioranza dei 329 seggi in Parlamento. Fonti diverse confermano la crescita del Partito Sadrista, guidato dal leader sciita Muqtada al Sadr, che nel Parlamento precedente controllava 58 seggi e nella prossima assemblea parlamentare dovrebbe averne conquistati almeno 70. Viene invece data in calo la rappresentanza parlamentare dei Partiti sciiti di orientamento filo-iraniano, confluiti nell’Alleanza Fatah, che nel precedente Parlamento controllavano 48 seggi.
Ai seggi si è recato solo il 41% degli aventi diritto al voto, soglia che rappresenta il minimo storico delle 6 elezioni parlamentari tenutesi in Iraq dal 2003, dopo la fine del regime di Saddam Hussein.
L’appuntamento elettorale, fissato per il 2022, era stato anticipato dopo le proteste popolari che nell’autunno 2019 avevano manifestato scontento generalizzato verso l’intera dirigenza politica irachena, accusata di corruzione e cattiva gestione. Le elezioni si sono svolte in un clima di generale apatia, segnato da appelli al boicottaggio anche da parte di sigle coinvolte nelle mobilitazioni popolari anti-sistema del 2019. (GV) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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AMERICA/EL SALVADOR - I Vescovi invitano “a partecipare attivamente alla beatificazione dei nostri martiri”
 
San Salvador (Agenzia Fides) – La Conferenza Episcopale di El Salvador (CEDES) ha invitato a prepararsi spiritualmente alla beatificazione dei suoi quattro martiri, che come annunciato avrà luogo il 22 gennaio 2022: padre Rutilio Grande, gesuita, Manuel Solórzano e Nelson Rutilio Lemus Chávez, laici, e il francescano italiano Fray Cosme Spessotto, OFM (vedi Fides 01/09/2021).
Nella convocazione della CEDES, intitolata “Prepariamoci a partecipare attivamente alla beatificazione dei nostri martiri”, si ricorda “l’immensa gioia” provata per la canonizzazione di Monsignor Oscar Arnulfo Romero, invitando tutti a esultare per la prossima beatificazione dei quattro martiri salvadoregni, che avrà luogo sabato 22 gennaio 2022, sul sagrato della Cattedrale di San Salvador, alle cinque del pomeriggio. La partecipazione dei fedeli in presenza sarà determinata dall’evoluzione della pandemia di Covid-19, comunque in tutte le chiese del paese si potrà seguire la celebrazione attraverso la televisione.
Il luogo scelto è emblematico, scrivono i Vescovi, perché "fu proprio in quella piazza che, la Domenica delle Palme del 1980, una folla immensa espresse il proprio amore e la propria gratitudine al nostro santo Óscar Arnullo Romero, in un'indimenticabile Messa funebre non conclusa che, purtroppo, venne segnata dalla violenza". I quattro martiri che saranno beatificati fanno parte della storia della Chiesa di El Salvador, una storia tormentata e segnata da “una voragine di violenza fratricida che strappò la vita a innumerevoli vittime innocenti, la maggior parte delle quali è nota solo a Dio”. "Ci sembra provvidenziale – proseguono - che possiamo venerare un gesuita salvadoregno, un francescano italiano e due laici del nostro popolo, un giovane e un anziano, che hanno in comune l'aver versato il loro sangue per Cristo in mezzo al fragore della guerra…Ognuno di questi testimoni della fede porta un contributo originale che offre alla Chiesa perché si mantenga fedele alla sua missione”.
In attesa della beatificazione, i Vescovi invitano i fedeli ad aprire il cuore alla Parola di Dio, a conoscere i nuovi beati, a lasciarsi interpellare dalla loro testimonianza: “i nostri martiri sono testimoni credibili di una Chiesa in uscita, una Chiesa compassionevole e misericordiosa, una Chiesa che annuncia con parole e opere il Regno di Dio”. Esortano quindi alla preparazione spirituale, annunciando alcuni sussidi per sostenere questo cammino, e invitano tutti i battezzati ad essere “martiri” cioè “testimoni” di Gesù Cristo nelle diverse situazioni di vita e costruttori del Regno di Dio come sono stati i beati martiri. (SL) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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giovedì 19 agosto 2021

Agenzia Fides 19 agosto 2021

 

AFRICA/UGANDA - Ucciso un sacerdote
 

Kampala (Agenzia Fides) – Ucciso ieri, 18 agosto, un sacerdote in Uganda. P. Joshephat Kasambula della diocesi di Kiyinda-Mityana è stato assassinato a sangue freddo nella sera di ieri, da una persona che potrebbe avere problemi di tossicodipendenza.
Nel tardo pomeriggio del 18 agosto p. Joshephat era andato a supervisionare i lavori su un appezzamento di terra dove avrebbe incontrato il suo assassino che soggiornava illegalmente nella masseria. Il sacerdote ha chiesto al presunto killer chi lo aveva autorizzato ad accedere al terreno e alla casa ma è stato colpito alla schiena con un corpo contundete ed è morto sul colpo.
Secondo alcuni testimoni il presunto omicida è un noto tossicodipendente e si ritiene che fosse l’effetto di qualche sostanza stupefacente al momento dell’omicidio. I testimoni riferiscono che da diversi anni il sacerdote non si recava a visitare la casa e il terreno che appartenevano alla sua famiglia. Il presunto omicida aveva approfittato della mancata vigilanza e vi si era installato da qualche tempo.
P. Joshephat Kasambula 68 anni, ha servito la diocesi di Kiyinda-Mityana come parroco di Lwamata. La polizia ha prelevato il suo corpo per l'autopsia mentre le ricerche dell’omicida che si è dato alla fuga, continuano. (L.M.) (Agenzia Fides 19/8/2021)

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AFRICA/SUD SUDAN - Suore uccise; il Presidente Kiir: “I gruppi che non hanno firmato la pace responsabili della loro morte”
 

Juba (Agenzia Fides) – Sono i gruppi che non hanno firmato l’accordo di pace, i responsabili della morte delle due suore della Congregazione del Sacro Cuore di Gesù, uccise, insieme ad altre tre persone, in un agguato stradale il 16 agosto su un autobus lungo Juba-Nimule Road (vedi Fides 18/8/2021). Lo afferma il Presidente sud sudanese Salva Kiir, che accusa dell’imboscata degli Holdout Groups”, termine generico che indica i non -firmatari dell'Accordo rivitalizzato sulla risoluzione dei conflitti in Sud Sudan (R-ARCSS).
Nella sua dichiarazione il Presidente Kiir afferma che l'omicidio dei cinque "civili innocenti" dimostra la mancanza di impegno per la pace da parte dei non firmatari dell'accordo di pace del settembre 2018 e minaccia che il suo governo potrebbe dover " riconsiderare la sua posizione sull'Iniziativa di Roma guidata da Sant'Egidio”.
Il presidente sud sudanese aggiunge, in riferimento ai cinque sud sudanesi uccisi durante l'imboscata stradale del 16 agosto, “La responsabilità della loro morte ricade interamente sugli Holdout Groups, e il governo di transizione rivitalizzato di unità nazionale condanna questo atto di terrore nei termini più forti possibili.”
Papa Francesco ha espresso le sue condoglianze per la morte di suor Mary Daniel Abut, e suor Regina Roba delle Suore del Sacro Cuore di Gesù. “Profondamente addolorato nell'apprendere del brutale attacco a un gruppo di suore del Sacro Cuore di Gesù che ha causato la morte di suor Mary Abud e suor Regina Roba – si legge nel telegramma, inviato a nome del Pontefice dal Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin a Mons. Mark Kadima, della Nunziatura Apostolica in Sud Sudan. “Confidando che il loro sacrificio farà avanzare la causa della pace, riconciliazione e sicurezza nella regione"- Papa Francesco “prega per il loro eterno riposo e il conforto di quanti piangono la loro perdita”. (L.M.) (Agenzia Fides 19/8/2021)
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AFRICA/BURKINA FASO - Quasi 50 morti in un agguato jihadista nel nord del Paese
 

Ouagadougou (Agenzia Fides) - Quarantasette persone tra cui trenta civili, quattordici soldati e tre ausiliari dell'esercito sono state uccise ieri, 18 agosto, in un attacco compiuto da sospetti jihadisti contro un convoglio militare, che scortava civili, nel nord del Burkina Faso.
Lo ha annunciato il governo di Ouagadougou. “Un convoglio misto composto da civili, elementi delle forze di difesa e sicurezza (FDS) e volontari per la difesa della patria (VDP) è stato l'obiettivo di un attentato terroristico a 25 km da Gorgadji (Nord), con la morte di 30 civili, 14 soldati e 3 VDP" afferma il comunicato ufficiale. Nei combattimenti sono rimaste ferite altre 19 persone mentre “58 terroristi sono stati uccisi e molti altri sono rimasti feriti e sono fuggiti" affermano le fonti ufficiali.
Il Presidente Roch Marc Christian Kaboré ha indetto oggi, 19 agosto, tre giorni di lutto nazionale per rendere omaggio alle vittime.
La località di Gorgadji, dove è avvenuto l’agguato, si trova nella provincia di Séno, nel nord del Burkina Faso, detta dei tre confini, dove il Burkina Faso confina con Mali e Niger. Zona più volte colpita da gruppi jihadisti che seminano terrore e morte nei tre Paesi.
L’attacco di ieri è il terzo di una serie in due settimane contro soldati impegnati nella lotta anti-jihadista nel nord e nord-ovest del Burkina Faso.
I gruppi jihadisti saheliani sono ora galvanizzati dal ritiro americano e occidentale in Afghanistan e dall’annuncio del termine entro i primi mesi del 2022 dell’operazione militare francese Barkhane in Mali. In un messaggio audio risalente al 10 agosto Iyad Ag Ghali, leader del Gruppo di Sostegno dell’Islam e dei Musulmani (GSIM) non ha aspettato la presa di Kabul per salutare la vittoria dei talebani in Afghanistan, rendendo omaggio “all’ emirato islamico dell'Afghanistan, in occasione del ritiro delle forze d'invasione americane e dei loro alleati". Un capovolgimento che- ha sottolineato - è il risultato di due decenni di pazienza". (L.M.) (Agenzia Fides 19/8/2021)
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AMERICA/PERU’ - I giovani profeti del Bicentenario: a novembre prima Giornata nazionale della Gioventù
 
Lima (Agenzia Fides) – “Giovane, alzati! Tu sei profeta del Bicentenario” è il motto della prima Giornata nazionale della Gioventù che il Perù celebrerà dal 19 al 21 novembre. L’evento prende spunto dalla celebrazione dei 200 anni dell’Indipendenza del Paese, il 28 luglio. Secondo la nota della Conferenza episcopale, pervenuta a Fides, ad organizzare la Giornata è la Commissione episcopale per i giovani e i laici, presieduta da Monsignor Alfredo Vizcarra, Vescovo del Vicariato di Jaén, con l’obiettivo di “riflettere e riconoscere l'importanza dei giovani del Paese alla luce del bicentenario di indipendenza” dalla Spagna.
Fin dall’inizio del 2021 sono stati creati diversi gruppi di lavoro dedicati ognuno ai vari aspetti dell’evento: la liturgia, la spiritualità, la comunicazione. Il logo dell’evento presenta tre grandi lettere “JNJ”, le iniziali di “Jornada Nacional de la Juventud” (Giornata nazionale della gioventù), dipinte con colori particolarmente accesi e vivaci, ad indicare la gioia e lo spirito di festa che anima l’incontro, ed il motto “Joven, ¡levántate! ¡Tú eres profeta del bicentenario!”. L’inno e la preghiera dell’appuntamento, invece, sono stati scelti grazie ad un concorso tra artisti cattolici, vinto da José Luis Vallejos Arias, autore dell’inno, e Eddy Alex Juárez Vergara, autore della preghiera. Entrambe le loro composizioni fanno riferimento alla testimonianza offerta da Santa Rosa da Lima, Patrona del Perù.
Nata a Lima il 20 aprile 1586, in una nobile famiglia di origine spagnola, fu battezzata con il nome di Isabella. Una serva affezionata, di origine india, che le faceva da balia, colpita dalla bellezza della bambina le diede il nome di un fiore, Rosa, che le rimarrà per sempre. Quando la sua famiglia subì un tracollo finanziario. Rosa si rimboccò le maniche e aiutò in casa. Sin da piccola aspirava alla vita claustrale, avendo come modello di vita santa Caterina da Siena. Come lei, vestì l’abito del Terz’ordine domenicano, a vent’anni. Allestì nella casa materna una sorta di ricovero per i bisognosi, dove prestava assistenza ai bambini ed agli anziani abbandonati, soprattutto a quelli di origine india. Dal 1609 si richiuse in una cella di due metri quadrati, costruita nel giardino della casa, dove trascorreva gran parte delle sue giornate a pregare ed in stretta unione con il Signore. Ebbe visioni mistiche. Nel 1614 fu obbligata dalla famiglia a trasferirsi nell’abitazione della nobile Maria de Ezategui, dove morì, straziata dalle privazioni, tre anni dopo. Era il 24 agosto 1617. Fu beatificata nel 1668 e canonizzata il 12 aprile 1671, prima Santa del continente sudamericano. E’ patrona principale delle Americhe, delle Filippine e delle Indie occidentali.
La Commissione episcopale per i giovani e i laici ha organizzato una serie di attività che vengono lanciate il 19 di ogni mese, nello stesso giorno dell’inizio della Giornata nazionale della Gioventù, il 19 novembre. Per i mesi di agosto, settembre e ottobre verranno lanciati tre capitoli del Sussidio Spirituale. Secondo Álvaro Salazar, Segretario esecutivo della Commissione episcopale, i sussidi che saranno pubblicati permetteranno di preparare il nostro cuore e il nostro spirito a riflettere sulla nostra realtà prima del mese di novembre. "Questa Giornata ci permetterà di sapere cosa vogliono i giovani del Perù per il futuro del Paese nella prospettiva del Bicentenario" conclude Álvaro Salazar. (SL) (Agenzia Fides 19/08/2021)


lunedì 12 aprile 2021

Agenzia Fides 12 aprile 2021

 

AFRICA/NIGERIA - Ennesimo sequestro di un sacerdote in Nigeria
 
Abuja (Agenzia Fides) – Secondo fonti locali, p. Marcel Izu Onyeocha è stato rilasciato dopo 24 ore dal suo sequestro. Si tratta dell’ennesimo rapimento di un sacerdote in Nigeria. La polizia dello Stato di Imo, nel sud della Nigeria, ha reso noto che ieri, domenica 11 aprile, p. Marcel Izu Onyeocha, missionario claretiano, che opera presso la Mother Theresa of Golgotha, è stato rapito lungo la strada tra Enugu e Owerri. Intorno alla 19:45 circa, il veicolo sul quale si trovava il religioso ha avuto un guasto a Ihube, nell'area del governo locale di Okigwe. Mentre p. Onyeocha e il suo accompagnatore scendevano per controllare il veicolo, un gruppo di persone che si suppone siano pastori Fulani, è apparso dalla boscaglia e, dopo aver ferito l’autista, ha rapito il religioso. (L.M.) (Agenzia Fides 12/4/2021)
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AFRICA/GHANA - “Gli omicidi rituali sono una minaccia per la sicurezza nazionale” denunciano i Vescovi
 
Accra (Agenzia Fides) - “Dobbiamo proteggere i nostri giovani da certe cose. Quindi parte di ciò che i media propongono dovrebbe essere censurato per i giovani, in particolare certe presunte pratiche per ottenere rapidamente “soldi facili", ha detto Sua Ecc. Mons. Philip Naameh, Arcivescovo di Tamale, Presidente della Conferenza Episcopale del Ghana (GCBC), in una dichiarazione sugli omicidi rituali, dopo che la polizia ha arrestato due giovani, l’uno di 16 e l’altro di 18 anni, con l’accusa di aver assassinato in modo orrendo Ishmael Mensah Abdallah, un bambino di 10 anni, con l'intenzione di usare le parti del suo corpo per pratiche rituali.
"Questo triste e raccapricciante incidente, avvenuto in un sobborgo di Kasoa, nella Regione Centrale, ci interpella come popolo e come nazione, e richiede un intervento urgente per scongiurare ulteriori eventi in futuro” afferma Mons. Naameh. "L'azione orribile di questi adolescenti dovrebbe servire da campanello d'allarme per scoprire che forse abbiamo perso la nostra bussola morale come individui, popolo e nazione".
Mons. Naameh ha definito queste pseudo pratiche magiche “una minaccia per la sicurezza nazionale”. Nella sua dichiarazione, il Presidente della GCBC mette sotto accusa i media locali che diffondono programmi nei quali presunti “stregoni” insegnano pratiche magiche con la promessa di rendere le persone ricche in breve tempo. “Questo significa che non abbiamo preso precauzioni sufficienti per valutare ciò che stiamo alimentando nelle menti dei nostri giovani, al punto che pensano che la possibilità di uccidere qualcuno per ottenere ricchezza non sia sbagliata”.
Mons. Naameh, a nome di tutti i Vescovi del Ghana, chiede “a tutte le principali parti interessate, in particolare ai gestori del nostro spazio mediatico, di reprimere le attività di questi imbroglioni spiritualisti che attraverso i loro contenuti audiovisivi continuano a propagare il male e l’illusione del denaro facile, dalle emittenti televisive e dalle piattaforme di social media”
I Vescovi condannano la tendenza a celebrare la ricchezza, manifestata nell'adorazione dei ricchi senza mettere in dubbio la fonte della loro ricchezza, equiparando le donazioni a una buona leadership e la convinzione che il denaro debba essere fatto "con le buone o con le cattive", ed esortano i ghaniani "a tracciare un nuovo percorso verso i valori genuini, come il lavoro duro e l’onestà.
"Raccomandiamo l'anima del giovane Ishmael Mensah Abdallah alla misericordia di Dio e preghiamo per la consolazione dei genitori e dell'intera famiglia, e perché il Signore guidi gli adolescenti nel nostro mondo moderno” conclude il testo. (L.M.) (Agenzia Fides 12/4/2021)
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ASIA/FILIPPINE - Rete della società civile: fermare le esecuzioni extragiudiziali, il "red tagging" e l'impunità
 
Manila (Agenzia Fides) - “Le comunità cattoliche sono veramente indignate, deplorano le innumerevoli violazioni dei diritti umani e le esecuzioni extragiudiziali commesse da forze governative e stigmatizzano la cultura dell'impunità prevalente nel nostro Paese”. E’ quanto afferma padre Aris Miranda, sacerdote Camilliano filippino, in un incontro svoltosi online tra diverse associazioni di difesa e monitoraggio dei diritti violati nelle Filippine. Le associazioni, tra le quali molte comunità cattoliche, sono parte di un’estesa coalizione internazionale che monitora, segnala e alza la voce per gli omicidi di persone, leader indigeni, avocati, attivisti che proseguono, ad opera delle forze di polizia. Molti di questi leader sono etichettati come “ribelli comunisti” ed eliminati con questo pretesto.
Nei giorni scorsi Mons. Gerardo Alminaza, Vescovo di San Carlos, chiedendo pubblicamente di fermare la cultura dell'impunità, ha sostenuto l'approvazione di un apposito disegno di legge, elaborato da alcuni parlamentari, che punisce il "red-tagging", ovvero la pratica di etichettare come "terroristi" o "comunisti" individui o organizzazioni, critiche verso governo di Duterte, esponendoli in modo pretestuoso a esecuzioni extragiudiziali. Il disegno di legge n. 2121 del Senato, noto come "Act Defining and Penalizing Red-tagging", punisce quanti sono stati giudicati colpevoli di "red-tagging" con il carcere per almeno 10 anni. La legislazione, ha detto il Vescovo, dovrebbe tutelare la libertà di parola e proteggere da perquisizioni, sequestri e omicidi quanti criticano l'amministrazione di Duterte.
P. Miranda, membro di "Promotion of Church People’s Response" (PCPR), e la rete delle associazioni che include, tra le altre, International Commission of Human Rights in the Philippines (ICHRP), Ecumenical Movement for Justice and Peace, ricordano l’omicidio di nove attivisti filippini, uccisi in un raid simultaneo della polizia il 7 marzo scorso, appena due giorni dopo che il presidente Rodrigo Duterte aveva emesso l’ennesimo appello a eliminare i “combattenti comunisti nelle Filippine”. Il raid si è svolto nelle province meridionali di Luzon (Laguna, Batangas, Cavite e Rizal).
“Quelli uccisi e arrestati sono stati etichettati come simpatizzanti o reclutatori del New People's Army, l'ala armata del Partito Comunista delle Filippine. Ma – ricorda il Camilliano - non sono membri del gruppo comunista. Le organizzazioni locali e internazionali per i diritti umani, comprese le Nazioni Unite, hanno a lungo sottolineato come tutto ciò sia un incitamento alla violenza”.
“Chiediamo – dice a Fides padre Miranda - che tutti gli arrestati siano liberati e che un'indagine indipendente e credibile sui raid simultanei sia condotta dal Congresso e dalla Commissione per i diritti umani (CHR) per individuare i responsabili. Vogliamo anche che la Corte Suprema prenda provvedimenti immediati per prevenire ulteriori mandati di perquisizione o altri strumenti giudiziari per mettere a tacere attivisti, dissidenti politici e critici del governo. Invitiamo dunque il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite e la Corte penale internazionale a occuparsi di questi casi, mentre va infine abolita la Task Force istituita per porre fine al conflitto armato ed eliminata la legge sul terrorismo voluta da Duterte”.
Il 7 marzo sono stati uccisi 9 attivisti ed altri 6 sono stati arrestati, rileva Luciano Seller del “Comitato di Amicizia Italo Filippino” (Italy – Philippine Friendship Association), una delle associazioni europee che ha partecipato al meeting online. Seller, che ne è portavoce, spiega a Fides che il Comitato, battendosi per una pace giusta nelle Filippine, “chiede al Parlamento italiano di promuovere un’azione dell’Unione Europea per la ripresa dei colloqui di pace fra il governo filippino e il National Democratic Front of Philippines, interrotti dal governo Duterte”.
(MG-PA) (Agenzia Fides 12/4/2021)
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ASIA/PAKISTAN - Il nuovo Arcivescovo di Karachi si insedia, per essere "pastore con l'odore delle sue pecore"
 
Karachi (Agenzia Fides): “Ringrazio Dio per avermi scelto come Arcivescovo di Karachi e ringrazio Papa Francesco per avermi considerato degno di guidare l'arcidiocesi. L'umiltà e l'amore del Santo Padre per coloro che sono nelle periferie e, in particolare, il richiamo ai Pastori a vivere con l'odore delle pecore, saranno sempre il principio guida nel mio ministero episcopale”. Con queste parole Mons. Benny Mario Travas ha rivolto il suo saluto al clero, ai religiosi e ai fedeli, dalla Cattedrale di San Patrizio a Karachi, nel momento del suo insediamento avvenuto ieri, domenica 11 aprile 2021. Si tratta del sesto Vescovo dell'Arcidiocesi di Karachi.
“L'Arcidiocesi di Karachi ha un gran numero di giovani sacerdoti, religiosi e suore e assicuro a tutti il mio impegno ad essere un buon pastore. All’insegna del mio motto episcopale ‘Comunione’ - prosegue il Presule - sarà mia missione sradicare ogni divisione. Con il lavoro di squadra, pregando insieme e facendo del bene a tutti, possiamo curare le ferite dell'arcidiocesi di Karachi”.
“Dobbiamo lavorare per promuovere lo spirito di umiltà, di amore, di cura e di comprensione sotto la guida del nuovo Pastore dell'Arcidiocesi” ha detto il Nunzio Apostolico in Pakistan, l'Arcivescovo Christophe Zakhia El-Kassis. “È così che costruiamo e rafforziamo la Chiesa e questo è il modo in cui lo Spirito Santo ci guida sin dall'inizio”.
La presenza alla celebrazione della Santa Messa è stata limitata a causa dell'inizio della terza ondata di Covid-19 nel Paese. Seguendo rigorose procedure operative standard (SOPs) hanno preso parte circa 300 fedeli provenienti da tutte le diocesi cattoliche del Pakistan, inclusi sacerdoti, religiosi e suore. Insieme al nuovo Arcivescovo hanno celebrato il Nunzio Apostolico Mons. Christophe Zakhia El-Kassis, il Cardinale Joseph Coutts, suo predecessore, l'Arcivescovo Joseph Arshad della diocesi di Islamabad-Rawalpindi, l'Arcivescovo Sebastian Francis Shaw, OFM, di Lahore, Mons. Indrias Rehmat di Faisalabad, Mons. Khalid Rehmat OFM, Cap di Quetta e Mons. Evarist Pinto, Arcivescovo emerito di Karachi.
Mons. Benny Mario Travas è nato il 21 novembre 1966 a Karachi. Dopo gli studi compiuti nel Seminario Minore e Maggiore di Karachi, è stato ordinato sacerdote per l’Arcidiocesi di Karachi il 7 dicembre 1990. Dopo sette anni di ministero pastorale è stato inviato a Roma per la Licenza in Diritto Canonico, ottenuta presso la Pontificia Università Urbaniana nel 1997. Tornato in patria, ha svolto l’ufficio di Vicario Generale di Karachi e, nel contempo, di Rettore del Seminario Minore S. Pio X della medesima Arcidiocesi, nonché docente al National Catholic Institute of Theology di Karachi. È stato pure Giudice del Tribunale ecclesiastico di Karachi e Membro del Collegio di Consultori e del Consiglio presbiterale. Dopo aver svolto per 9 mesi l’incarico di Amministratore Apostolico della Diocesi di Multan, il 29 maggio 2015 ne è stato nominato Vescovo. L’11 febbraio 2021 Papa Francesco lo ha nominato Arcivescovo Metropolita di Karachi.
(AG/AP) (12/04/2021 Agenzia Fides)

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ASIA/IRAQ - Il Patriarca caldeo nel ‘messaggio per il Ramadan’: togliamo dai testi scolastici le definizioni che offendono i cristiani
 
Baghdad (Agenzia Fides) – “In occasione dell'avvento del mese sacro del Ramadan, estendo le mie sincere congratulazioni e le mie sincere benedizioni ai nostri fratelli e sorelle musulmani, chiedendo a Dio Onnipotente di benedire il loro digiuno e di fargli godere la salute, la sicurezza e di risparmiare loro e tutta l'umanità dal pericolo della pandemia da Covid-19”. Lo scrive il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako, in un breve e intenso messaggio augurale rivolto ai suoi concittadini di fede islamica all’inizio del mese sacro del Ramadan, il tempo speciale che le comunità islamiche di tutto il mondo dedicano al digiuno, alla preghiera e all’elemosina.
Nel testo del messaggio, pervenuto all’Agenzia Fides, il Patriarca auspica che questo tempo speciale per i musulmani “diventi un'opportunità per avvicinarsi a Dio e alle persone attraverso il digiuno, la preghiera, gli atti di carità, misericordia, perdono e riconciliazione, e per approfondire i legami di fratellanza, amicizia e rispetto che Papa Francesco ha richiamato durante la visita da lui compiuta nel nostro Paese dal 5 all'8 marzo”.
Il Primate della Chiesa caldea si augura che anche il Ramadan diventi occasione per “promuovere i principi di pace, stabilità e convivenza, così da aprire una nuova pagina positiva nella vita degli iracheni, così che tutti possano godere di gioia e felicità dopo tutti i mali che hanno sofferto”. Il messaggio non si limita a considerazioni generali a favore della convivenza tra diverse componenti della società irachena, ma si conclude con una richiesta molto concreta: “In questa occasione” scrive il Patriarca Sako, “chiedo l'adozione della denominazione dei cristiani come ‘Popolo del Libro’, che deve essere inclusa nei libri di testo usati nelle scuole nazionali in sostituzione di altre definizioni errate e inaccettabili”.
In alcuni libri scolastici, anche in Iraq, i cristiani vengono ancora indicati come “infedeli” o “politeisti” (takfir, kafir), espressioni tipiche della polemica anti-cristiana di matrice islamica. La definizione che il Patriarca suggerisce di adottare per indicare i cristiani nei testi scolastici è anch’essa di matrice islamica, essendo riportata nel Corano. (GV) (Agenzia Fides 12/4/2021)
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AMERICA/HAITI - Nella domenica della Divina Misericordia rapiti 5 sacerdoti, 2 suore e 3 laici
 
Port au Prince (Agenzia Fides) - Nella seconda domenica di Pasqua, mentre la Chiesa universale celebrava la Divina Misericordia, la Chiesa cattolica di Haiti, in particolare la Società dei Sacerdoti di Saint Jacques e l'Arcidiocesi di Cap Haitien, lamentavano il rapimento di 5 loro sacerdoti, due suore e 3 parenti di padre Jean Arnel Joseph. Il sequestro è avvenuto ieri, domenica 11 aprile, nella città di Croix-des-Bouquets, vicino alla capitale Port-au-Prince. Padre Stevenson Montinard, sacerdote di Saint Jacques ha confermato la notizia alla fonte di Fides e ha chiesto preghiere per il rilascio dei Padri: Michel Briand (di nazionalità francese), Jean Nicaisse Milien, Joël Thomas, Evens Joseph, e Jean-Hugues Baptiste (sacerdote dell'Arcidiocesi di Cape Haitian, studente di medicina) e di suor Agnès Bordeau, della Congregazione della Provvidenza di Pommeraye, di nazionalità francese, e di suor Anne Marie Dorcelus, della Congregazione delle Piccole Sorelle di Gesù Bambino.
Le vittime sono state rapite mentre si dirigevano verso la parrocchia di Galette Chambon, per partecipare all’insediamento come parroco di padre Jean Arnel Joseph. Secondo padre Stevenson Montinard, i rapitori chiedono una ingente somma di denaro per il rilascio dei rapiti.
Purtroppo i casi di sequestro di persona avvengono quotidianamente nel Paese, che da anni affronta una crescente ondata di insicurezza. "Questo nuovo caso è un riflesso del crollo dell'apparato di sicurezza dello Stato e del Paese. Nessuno sembra essere più al sicuro" afferma all’Agenzia Fides P. Renold Antoine, C.Ss.R, che lavora sul posto. "I gruppi fuori legge continuano a seminare paura e tristezza nel cuore della popolazione" ha concluso padre Renold.
La polizia sospetta che dietro al rapimento ci sia una banda armata attiva nell'area, soprannominata "400 Mawozo", secondo una fonte locale. La Conferenza dei religiosi haitiani (CHR) ha informato in un suo comunicato che sono state rapite anche altre tre persone, parenti di un altro sacerdote che non erano inizialmente considerate nel numero dei rapiti. "La CHR esprime il suo profondo dolore ma anche la sua rabbia per la situazione disumana che stiamo attraversando da più di un decennio" si legge nel comunicato.
La violenza delle bande e l'instabilità politica nel Paese hanno recentemente portato a manifestazioni per le strade della capitale (vedi Fides 10/03/2021). Haiti, il paese più povero del continente americano, è precipitato da tempo in una profonda crisi politica. Il presidente Jovenel Moïse ritiene che il suo mandato scadrà il 7 febbraio 2022, mentre per l'opposizione e parte della società civile è terminato il 7 febbraio 2021. Questo disaccordo è dovuto al fatto che Moise era stato eletto in una votazione annullata per frode, poi rieletto un anno dopo.
(CE) (Agenzia Fides 12/04/2021)
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AMERICA/ECUADOR - Appello dei Vescovi dopo il secondo turno delle presidenziali: “E' l’ora dell'Ecuador”
 
Quito (Agenzia Fides) – Ieri, domenica 11 aprile, si è svolto in Ecuador il secondo turno delle elezioni presidenziali. Lo scrutinio ufficiale realizzato dal Consiglio nazionale elettorale (Cne) del 97,97% dei voti, ha decretato che Guillermo Lasso, banchiere e uomo d’affari, ha ottenuto il 52,48% dei voti, mentre il suo concorrente Arauz, si è fermato al 47,52%.
In un loro comunicato pubblicato con la data dell’11 aprile, pervenuto a Fides, i Vescovi della Chiesa cattolica, “come fratelli e servi di tutti”, invitano “le autorità elettorali a garantire la trasparenza e la veridicità dei risultati, i candidati simpatizzanti e i cittadini tutti ad attendere e ad accettare i risultati con dignità e patriottismo", in quanto "la campagna è ormai passata. È l’ora dell'Ecuador!”
I Vescovi si rivolgono a chi è stato eletto per ricordare l’impegno di “dare il meglio di se stessi, in modo che le aspirazioni del nostro popolo siano soddisfatte, come è stato promesso durante la campagna elettorale”. Chiedono inoltre “il superamento del fanatismo ideologico e di posizioni estremiste”, e di "governare saggiamente, legiferare in modo equo e controllare con trasparenza". Inoltre è necessario il rispetto di quanti pensano diversamente e ribadiscono che il dialogo, in un sistema democratico, “è imprescindibile” per garantire la credibilità delle autorità e la fiducia dei cittadini.
"Il nostro appello è ad essere sempre vicino alla popolazione, condividendo e ascoltando le sue necessità, soprattutto delle persone più vulnerabili, per trovare insieme le soluzioni migliori" chiedono i Presuli, ribadendo la necessità di “una cultura dell’ascolto”, in modo che nessuno si attribuisca il diritto di pensare e decidere per gli altri.
Nel loro appello chiedono a chi viene eletto, di "assumere il potere come un servizio alla comunità" e "non come strumento di dominio, prestigio sociale o di privilegi personali, familiari e di parte. I poveri non sono oggetto o mezzo per conquistare il potere e perpetuarlo". Infine ribadiscono l’appello al rispetto dei diritti umani fondamentali, cominciando dalla vita in tutte le sue espressioni, la libertà individuale, sociale, politica e religiosa, il diritto ad un'istruzione completa, ad un lavoro dignitoso e adeguato, il diritto alla salute, assicurare i diritti della donna e i diritti della natura, infine, scrivono i Vescovi, "rivendichiamo il nostro diritto ad alzare la nostra voce profetica per denunciare l'oblio dei deboli". (SL) (Agenzia Fides 12/4/2021)
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AMERICA/PARAGUAY - L’Arcivescovo di Asunción alla Messa crismale: "In questo tempo di pandemia come si sente il valore della vita!"
 
Asunción (Agenzia Fides) – Sabato 10 aprile, nella Cattedrale metropolitana di Asunción, è stata celebrata la Messa crismale, che normalmente si celebra durante la Settimana santa, ma a causa della pandemia e delle restrizioni vigenti in Paraguay, è stata posticipata. L'Arcivescovo di Asuncion, Mons. Edmundo Valenzuela, ha presieduto la celebrazione con la presenza di solo 20 sacerdoti del clero diocesano, ma il suo messaggio è stato diffuso dai media a tutta la comunità nazionale.
L’Arcivescovo ha commentato la difficile situazione che vive il paese: da una parte tutti sentono il valore della vita che se ne va a causa del virus, dall'altra parte non si capisce come si voglia imporre l'aborto e l'eutanasia come soluzioni o perfino come diritti delle persone. "In questo tempo di pandemia come si sente il valore della vita!" ha esclamato nell'omelia, e ha continuato: "Noi continueremo a difendere la vita, dal suo concepimento fino alla morte naturale!". In tale contesto l'Arcivescovo ha fatto un appello alle autorità per avere soluzioni veloci alla mancanza di medicine e di vaccini per i malati, verificatasi in queste ultime settimane.
Il Paraguay sta vivendo in modo più drammatico del 2020 questa seconda ondata di contagi e di morti a causa del Covid. I primi giorni di marzo la popolazione ha manifestato per le strade contro la cattiva gestione dell'emergenza sanitaria nel paese e la mancanza dei vaccini (vedi Fides 9/03/2021).
Ieri il ministro della Salute del Paraguay, Julio Borba, ha annunciato che le 100.000 dosi di vaccino indiano contro il coronavirus Covaxin sono pronte per essere somministrate, dopo che il farmaco ha ricevuto l'autorizzazione della Commissione federale per la protezione contro i rischi sanitari (Cofepris) del Messico, primo Paese nel mondo ad averlo approvato, secondo il sito d'informazione Ultima Hora. Le dosi donate dall'India erano state messe in 'quarantena' dalle autorità sanitarie paraguaiane a fine marzo, in attesa di accertarne la sicurezza, a seguito della mancata approvazione dell'Agenzia nazionale di sorveglianza sanitaria (Anvisa) del Brasile. A seguito dell'autorizzazione dal Messico, il vaccino ha ottenuto il via libera delle autorità del Paraguay e inizierà a essere distribuito nelle diverse regioni del Paese.
La popolazione del Paraguay ha seguito ieri attraverso i social media la Messa della Divina Misericordia, espressione del culto popolare molto sentita in Paraguay, celebrata dal Vescovo della diocesi di Caacupé, Mons. Ricardo Valenzuela, che ha pregato in particolare per i malati di Covid e per gli operatori sanitari che, malgrado ancora non siano stati tutti vaccinati, assistono i malati in ogni angolo del paese.
(CE) (Agenzia Fides 12/04/2021)

domenica 31 gennaio 2021

Un lutto per la parrocchia di San Giorgio di nogaro

 

Suor Assunta con altre suore che hanno prestato servizio nella scuola materna, nell'oratorio tra i malati e gli altri fedeli della Parrocchia. Suor Assunta è la seconda da sinistra.




lunedì 7 settembre 2020

Agenzia Fides 7 settembre 2020

 

AFRICA/MOZAMBICO - Rilasciate le suore rapite, il Vescovo: "Chiediamo pace"
 
Mocímboa da Praia (Agenzia Fides) - Le due suore della congregazione di San Giuseppe di Chambery rapite il 12 agosto a Mocímboa da Praia (Mozambico) sono state rilasciate. Lo ha annunciato ieri, 6 settembre, Mons. Luiz Fernando Lisboa, Vescovo di Pemba. "Le suore – informa il Vescovo in una nota pervenuta all'Agenzia Fides – sono sane e salve. Le nostre Inês ed Eliane, che lavorano nella parrocchia di Mocímboa da Praia, dopo ventiquattro giorni passati in prigionia, sono tornate tra noi".
Le due religiose di origine brasiliana erano state rapite nel corso di un furibondo attacco che le milizie al-Shabab hanno portato, martedì 12 agosto, a Mocímboa da Praia, importante centro della provincia di Cabo Delgado. In quell’occasione, le forze dell’ordine e le forze armate sono state costrette a ritirarsi precipitosamente, lasciando per alcuni giorni campo libero ai miliziani. In quel frangente, le suore erano state prelevate dalla loro comunità e portate via. Per alcuni giorni non si è saputo nulla di loro, ma le autorità nazionali e internazionali si sono subito mobilitate per favorire il loro rilascio. Le trattative sono andate a buon fine.
L’azione contro Mocímboa da Praia ha dimostrato un salto di qualità nell’operatività di queste milizie che si proclamano "jihadiste". Se nel 2017, quando hanno iniziato ad attaccare i villaggi della provincia di Cabo Delgado, si spostavano a bordo di vecchi scooter e utilizzavano armi rudimentali (machete, lance, ecc.), nelle ultime operazioni hanno mostrato fuoristrada nuovissimi e armi automatiche e una grande capacità di muoversi sul terreno. Chi ha fornito loro gli armamenti? Chi ha addestrato questi miliziani? Secondo alcuni analisti, potrebbe trattarsi non tanto di gruppi jihadisti ma di milizie legate a grandi organizzazioni criminali, che stanno creando basi per il commercio internazionale di stupefacenti. Negli ultimi due anni le loro azioni hanno creato instabilità nella zona e hanno provocato centinaia di sfollati.
Le suore di San Giuseppe di Chambery si sono trovate in mezzo ai combattimenti e sono state rapite. Le religiose sono presenti nella cittadina di Mocímboa da Praia dal 2003. Negli anni hanno creato una fitta rete di scuole materne e un centro sociale. La loro presenza ha offerto un grande contributo all’alfabetizzazione dei ragazzi e delle ragazze locali. Purtroppo, con l’intensificarsi delle azioni militari sul territorio, molte di queste scuole hanno dovuto chiudere e le attività si sono concentrate soprattutto su Mocímboa da Praia.
"Innalziamo insieme un inno di ringraziamento a Dio - scrive il Vescovo Lisboa - e continuiamo a pregare per tutti coloro che sono ancora dispersi, sfollati e che subiscono le conseguenze della violenza e della guerra. Chiediamo la benedizione di Dio per Cabo Delgado e che ci conceda il dono di una vera pace di cui abbiamo tanto bisogno!".
(EC) (Agenzia Fides 7/9/2020)
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AFRICA/CENTRAFRICA - “I gruppi armati controllano quasi l’80% del territorio e minacciano il nostro futuro” denunciano i Vescovi
 
Bangui (Agenzia Fides) – “Ci sono segnali di speranza ma la continua presenza di gruppi armati minaccia il futuro del Paese”. Si può riassumere così il grido di allarme dei Vescovi della Repubblica Centrafricana contenuto nella loro Lettera pastorale “Fai uscire il mio popolo”, pubblicata ieri, domenica 6 settembre.
“Dopo il colpo di stato del marzo 2013, il nostro Paese si è dotato di istituzioni democratiche nel marzo 2016. Attraverso il voto e le elezioni, il popolo si è dato una nuova Costituzione e delle autorità legittime” ricordano i Vescovi. Tra i progressi effettuati c’è l’Accord Politique pour la Paix et la Réconciliation en République Centrafricaine (APPRCA) firmato nel 2019 da 14 gruppi armati con il governo.
“Cari fratelli e sorelle, a livello politico, ci interroghiamo sull'efficacia delle istituzioni repubblicane nella ricostruzione del nostro Paese” afferma però il messaggio pervenuto all’Agenzia Fides. “Notiamo con amarezza che il 70% o addirittura l'80% del nostro Paese è occupato da gruppi armati, alcuni dei quali sono guidati dai mercenari più feroci”. Questi gruppi - dicono i Vescovi - “sono coinvolti in crimini di guerra, crimini contro l'umanità, crimini ambientali e il saccheggio su larga scala delle nostre risorse minerarie. Hanno commesso crimini di sangue contro persone innocenti a Bocaranga, Bohong, Bozoum, Besson, Bouar, Birao, Ndélé, Bria, Lemouna, Koudjili”.
“I signori della guerra approfittano dell'Accordo politico per la pace e Riconciliazione, approfittando delle concessioni loro offerte da quest’ultimo, in particolare la piena libertà di movimento. Hanno imposto il business della guerra, un modello economico fondato sul sangue umano” affermano i Vescovi, che lanciano l’allarme sul fatto che alcuni di questi gruppi si stanno “rafforzando, reclutando nuovi combattenti e accrescendo le scorte di armamenti e munizioni”. “Non hanno ancora rinunciato al progetto di spartizione del nostro Paese? Cercheranno di raggiungere questo scopo interrompendo il processo elettorale?” si chiede il messaggio.
“Quando si viaggia attraverso la Repubblica Centrafricana, è terrificante incontrare interi villaggi costretti all'abbandono dalle loro popolazioni o incendiati da criminali impuniti. Le famiglie preferiscono vivere in esilio o rimanere nei campi per sfollati che a volte si trovano a cento metri dalle loro case”.
“Quali leader saranno in grado di far emergere gli abitanti della Repubblica Centrafricana dall’oppressione, dalla miseria e dall’ignoranza?” chiedono i Vescovi in vista delle elezioni presidenziali di dicembre. Il messaggio si rivolge in particolare ai giovani e alle donne. I Vescovi esortano i primi a non essere “un serbatoio inesauribile di carne da cannone, ma la risorsa più importante del nostro Paese”. Il messaggio chiede loro di rifiutare il voto di scambio e di astenersi dalla contestazione violenta dei risultati del voto. Alle donne chiedono di mobilitarsi per partecipare attivamente al processo elettorale come candidate, elettrici, educatrici e promotrici della non violenza a tutti i livelli dove potete essere utile al nostro Paese”.
“Che la Vergine Maria, Regina del cielo e della terra, renda fruttuosi gli sforzi per elezioni trasparenti, credibili e pacifiche, che ci diano dei veri leader al servizio delle persone sull’esempio di Mosè” conclude il messaggio. (L.M.) (Agenzia Fides 7/9/2020)
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AFRICA/TOGO - Verso la Giornata Missionaria Mondiale: riprese le attività “in presenza”
 
Lomé (Agenzia Fides) – Preparare le attività pastorali di animazione missionaria in vista dell'Ottobre missionario e della Giornata Missionaria Mondiale, il 18 ottobre: con questa finalità nei giorni scorsi, il Direttore nazionale e i Direttori diocesani delle Pontificie Opere Missionarie (POM) in Togo si sono incontrati - in una primo raduno "in presenza", dopo le riunioni online - a Lomé, per la sessione di rientro, presso la sede nazionale delle POM, situata all’interno del complesso che ospita la Conferenza episcopale togolese (CET).
Tra le tematiche affrontate, l'urgenza di riprendere tutte le attività e i programmi di animazione rimasti in sospeso a causa della crisi sanitaria del Covid-19, che ha portato al divieto di raduni e alla chiusura dei luoghi di culto. Come riferito a Fides, il Direttore nazionale delle POM, padre Donald Charif-Dine Fadaz, ha presentato una riflessione sulla mancata colletta, su tutto il territorio nazionale, dell’obolo di San Pietro Apostolo, che doveva aver luogo nei mesi estivi, ma che non si è potuto fare a causa della crisi sanitaria.
Data la particolare situazione dell'anno in corso - segnato dal lockdown per il Covid-19 - i Direittori presenti hanno concordato sulla necessità di garantire uno sforzo di animazione maggiore del solito, incidendo su parrocchie, comunità, associazioni, movimenti di fedeli, anche nelle aree remote. "La missione evangelizzatrice cui siamo chiamati - si è detto - non può passare in secondo piano: è un compito di tutti i battezzati ed è la vita stessa della Chiesa, chiamata a comunicare l'amore di Dio all'umanità".
E’ stato dato particolare rilievo ai risultati della celebrazione del Mese Missionario Straordinario di Ottobre 2019, e si è impostata la programmazione delle attività per l'anno pastorale 2020-2021. Sono stati inoltre presentati i rapporti delle attività della diocesi. Inoltre la Direzione nazionale ha provveduto alla distribuzione di materiale di animazione missionaria (documenti, depliant, notiziario delle POM in Togo), ai Direttori diocesani in modo da sensibilizzare i fedeli e coinvolgerli nella animazione e celebrazione del momento più importante dell'anno: la Giornata Missionaria Mondiale del 18 ottobre prossimo.
La diocesi di Kara è stata selezionata come diocesi ospitante dell'incontro ordinario dei delegati POM, che si terrà nell'aprile 2021, e di quello per gli anni 2021-2022 dal 6 all'8 settembre 2021.
(AP/DF)) (7/9/2020 Agenzia Fides)
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ASIA - Covid-19 e emergenza educativa: urge collaborazione tra governi e settore privato per il sostegno alle famiglie
 
Bangkok (Agenzia Fides) - La pandemia di Covid-19 ha avuto un forte impatto sui sistemi educativi a livello globale. Secondo l’UNICEF, gli effetti della pandemia hanno toccato oltre 1,5 miliardi di studenti a livello globale, e 1 miliardo di studenti non hanno ancora avuto la possibilità di rientrare ancora a scuola. La chiusura delle scuole ha avuto un profondo impatto sui percorsi di apprendimento dei e delle giovani di tutto il pianeta, e si calcola che circa 430 milioni di bambini, ragazzi e giovani in Asia meridionale non abbiano avuto alcun accesso alla didattica a distanza. L'emergenza educativa si è abbattuta in modo più forte sui paesi più fragili e sulle fasce sociali più deboli e vulnerabili. Rileva una nota della campagna "Dacci oggi il nostro pane quotidiano", lanciata a livello internazionale dalla rete FOCSIV ("Federazione di organismi cristiani servizio internazionale volontario") e Caritas italiana, che "nei paesi più poveri, la scuola rappresenta uno dei pochi luoghi di promozione e protezione per i bambini provenienti da famiglie fragili e vulnerabili. La scuola è infatti è il luogo in cui almeno una volta al giorno tutti i bambini possono consumare un pasto decente; e con la chiusura delle scuole, sono stati almeno 346 milioni i bambini che hanno perso questa opportunità".
L'impatto della chiusura delle scuole si è avvertiot in molte nazioni asiatiche: con la pandemia, molti istituti di istruzione superiore nella maggior parte dei paesi asiatici sono passati all'apprendimento online. Tuttavia è stato difficile continuare la didattica per gli studenti senza accesso a Internet e queste disuguaglianze digitali persistono in tutti i paesi. Solo Singapore, Brunei e Malesia hanno oltre l'80% di persone che dispongono di Internet nella vita sociale. In Indonesia, Thailandia e Cambogia, meno del 60% della popolazione ha accesso a Internet, mentre solo il 40% circa ha accesso al web in Myanmar e Vietnam .
Il divario digitale va ben oltre l'accesso a Internet e tocca anche l'affidabilità, la velocità e l'accessibilità a dispositivi elettronici che favoriscono l'apprendimento. I più vulnerabili spesso affrontano più di uno svantaggio, il che ha amplificato l'impatto della pandemia. Alcune istituzioni o governi hanno introdotto un sistema di prestiti per fornire agli studenti bisognosi dispositivi appropriati.
Un altro aspetto fondamentale - ha affermato un recente approfondimento della Banca Mondiale - è come e se i sistemi, gli studenti e gli insegnanti siano preparati e siano riusciti ad adattarsi all'apprendimento online. Alcuni istituti superiori e università avevano un approccio "online" all'insegnamento già prima della pandemia. Ad esempio, la Taylor University in Malesia, istituto cristiano, ha reso noto che ciascuno dei suoi corsi aveva già il proprio sito virtuale, che ha consentito il coinvolgimento online per valutazioni, compiti, supporto tra studenti e docenti. I paesi con una solida infrastruttura Internet, come la Corea del Sud, hanno tratto importanti vantaggi quando si è trattato di continuare l'istruzione online. Le preoccupazioni si sono amplificate nei paesi con meno infrastrutture. In Indonesia, ad esempio, gli studenti hanno offerto risposte contrastanti per la recente transizione forzata ai corsi online. Alcuni ritengono che le lezioni online siano meno efficaci e faticano a interagire online con docenti e colleghi. Ciò non è solo a causa di problemi di accesso a Internet, ma anche perché gli studenti (e il personale docente) non sono abituati a tali ambienti o non hanno le competenze per fare un uso ottimale di tali piattaforme. In un sondaggio condotto su 1.045 studenti della "Indonesia University of Education" a Bandung, il 48% degli studenti ha detto di necessitare di più tempo per abituarsi all'apprendimento basato su Internet, nonostante la disponibilità di applicazioni didattiche .
Di fronte a queste sfide, è necessaria la piena collaborazioni tra istituzioni e tra settore privato e istituzioni e in molte nazioni asiatiche dove la Chiesa cattolica e le altre Chiese cristiane sono direttamente impegnate nel'opera di istruzione, gestendo scuole di ogni ordine e grado, ci si concentra sul benessere degli studenti e sul sostegno a medio e lungo termine al sistema scolastico, decisivo per la società. Alcune istituzioni in Vietnam stanno fornendo borse di studio a studenti le cui famiglie sono le più colpite dalla pandemia. Nelle Filippine, le istituzioni stanno valutando se rimborsare le tasse universitarie agli studenti e in Thailandia 52 università si sono impegnate a ridurre le tasse scolastiche per alleviare la pressione sugli studenti. Queste iniziative di sostegno alle famiglie e di interventi delle istituzioni rappresentano interventi nella giusta direzione che, secondo le Chiese asiatiche, possono ridurre l'impatto della pandemia sulla scuola e dunque futuro dei giovani.
(PA) (Agenzia Fides 7/9/2020)
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ASIA/MACAO - Da famiglia a famiglia: i missionari Clarettiani lanciano un'iniziativa per nutrire i bisognosi, ispirata a Madre Teresa
 
Macao (Agenzia Fides) - I missionari Clarettiani hanno dato vita a un'iniziativa per nutrire i bisognosi a Macao, ispirandosi a Madre Teresa di Calcutta, la santa che tanto ha fatto per i poveri e i diseredati in India. Come appreso dall'Agenzia Fides, l'iniziativa - avviata il 5 settembre, giorno in cui la Chiesa ricorda la Santa - è stata intitolata Mother's meal" ("Il pasto della Madre"). Per inaugurarla, missionari e i volontari hanno distribuito un kit alimentare di sopravvivenza a 50 famiglie di migranti, particolarmente colpite in tempo di Covid-19.
Padre Jijo Kandamkulathy, Clarettiano indiano, tra i fondatori del programma "Mother’s Meal, ha organizzato la distribuzione del kit per integrare le provviste alimentari a famiglia vulenerabili e indigenti. I pacchi sono stati preparati grazie a una raccolta operata nelle scorse settimane presso famiglie benestanti. L'idea del "Mother's Meal" è, infatti, quella di coinvolgere famiglie che possono permettersi di sostenere un'altra famiglia in difficoltà e si offrono per fornirle un aiuto costante per un anno.
Anche il Vescovo Stephen Lee Bun Sang di Macao , apprezzando l'iniziativa, ha voluto contribuire dando assistenza finanziaria, per consentire alle famiglie di sopravvivere in tempo di pandemia. “Ciascuna di queste famiglie viene selezionata in base alle proprie difficoltà socio-economiche. Meritano il nostro sostegno". ha rimarcato Terry, laica volontaria, coordinatrice del progetto.
Padre George Kannanthanam, il Clarettiano e Direttore di Mother’s Meal, ha detto: “Prendiamo esempio da Madre Teresa: se non possiamo nutrire 100 persone, possiamo sfamare almeno una persona. Mother’s Meal è la realizzazione di quel sogno di Madre Teresa". "Il movimento Mother’s Meal intende garantire cibo in ogni famiglia che deve affrontare la crisi economica a causa dell'impatto del coronavirus", ha detto.
Il movimento "Mother’s Meal" è stato già avviato in India nel 16 luglio 2020, in occasione del 50 ° anno di presenza clarettiana in India. Successivamente è stato esteso a 1.000 famiglie in diversi stati indiani, privilegiando famiglie con disabilità e malati terminali, oltre a vedove e anziani senza alcun sostegno. "Mother’s Meal è nato proprio per essere un sostegno per le famiglie più vulnerabili che lottano per sopravvivere. Ne sono molte anche a Macao e desideriamo estenderlo ulteriormente, in alte nazioni del mondo", ha detto p. Kannanthanam.
Secondo Sibu George, coordinatore del programma in India, già vi sono nuove richieste di attivarlo in Sri Lanka e in paesi dell'Africa.
L'idea di impegnarsi nell'iniziativa "Mother's Meal" è stata discussa e approvata dai Clarettiani dopo che l'Ong "Oxfam" (confederazione di 20 organizzazioni indipendenti che opera per alleviare la povertà a livello globale) ha affermato che fino a 12.000 persone potrebbero morire ogni giorno a causa della fame indotta dal Covid-19.
(SD-PA) (Agenzia Fides 7/9/2020)
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AMERICA/BRASILE - Festa dell’Indipendenza: “vedere le molte ricchezze che esistono nelle nostre differenze”
 
Brasilia (Agenzia Fides) – “La Festa dell’Indipendenza non va vissuta come un semplice giorno festivo, ma come un momento per celebrare la convinzione che tutti i brasiliani, ognuno con la propria differenza, dipendono l'uno dall'altro. Un paese migliore, più giusto e più fraterno, non può essere costruito con l'ostilità, con azioni che cercano di distruggere gli altri”. Lo afferma in un video messaggio per la Festa dell’Indipendenza del Brasile, che si celebra oggi, 7 settembre, il Presidente della Conferenza nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB), Mons. Walmor Oliveira de Azevedo, Arcivescovo di Belo Horizonte. Nel messaggio, pervenuto all’Agenzia Fides, l’Arcivescovo ribadisce l'importanza della democrazia e della partecipazione dei cittadini come percorsi che consentono alle differenze di articolarsi e diventare ricchezza nella costruzione del presente e del futuro del Brasile, come risposta alle sfide poste dal Coronavirus.
"Celebriamo una Festa dell’indipendenza segnata da lutti e molte malattie" sottolinea il Presidente della CNBB riferendosi alla pandemia di Covid-19, ed esorta: “Questo momento impegnativo che affrontiamo non vincerà contro la società brasiliana che è forte, che sa combattere e ha superato tante altre avversità. Alla fine, la vita vince sempre, è ciò che ci mostra il Maestro Gesù… Insieme costruiremo una nuova era basata sulla forza della solidarietà”.
Nel suo messaggio Mons. Oliveira de Azevedo denuncia il clima ostile creato dal dilagare delle aggressioni, attraverso i social network, che allontanano dalla fraternità, dal rispetto per le differenze e dal dialogo. "La cultura della partecipazione responsabile e dei cittadini rimanga salda di fronte alle manifestazioni antidemocratiche e il principio di solidarietà prevalga in tutti i dibattiti" ha detto nel suo messaggio, sottolineando che l'indipendenza del Brasile deve essere costruita ogni giorno. "La democrazia e le sue istituzioni devono essere preservate e rafforzate" afferma l'Arcivescovo, chiedendo il rispetto della Costituzione federale del 1988.
In questa giornata l'Arcivescovo di Belo Horizonte invita a pensare ai brasiliani disoccupati o sottoccupati, ad ascoltare il grido dei più poveri e dei più vulnerabili, a rinnovare l’impegno per la vita, e conclude: “C'è una chiamata bellissima e stimolante in questo 7 settembre, la Giornata dell’indipendenza. Ognuno di noi brasiliani ha bisogno di vedere le molte ricchezze che esistono nelle nostre differenze. È essenziale riconoscere, soprattutto, che ogni persona è simile, un fratello, una sorella. Quando si riconosce la dignità della vita umana, che tutti sono figli e figlie di Dio, si rafforza la fedeltà ai principi etici che garantiscono la convivialità”. (SL) (Agenzia Fides 7/9/2020)
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AMERICA/HONDURAS - Il Cardinale Rodríguez Maradiaga per il Mese della patria: "Il potere è servizio e ricerca del bene comune"
 
Tegucigalpa (Agenzia Fides) - Il Cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, Arcivescovo di Tegucigalpa, nella sua omelia durante la messa di ieri, ha fatto riferimento al Mese della patria appena iniziato e alla classe politica dell'Honduras, che nella ricerca del potere ricorre a diversi mezzi illeciti, come l'uso della religione, la manipolazione delle leggi e la corruzione.
"Abbiamo iniziato queste celebrazioni del Mese della patria, che non sono semplicemente un ‘torcicollo’, un guardare insieme indietro, perché sarebbe ridicolo per un popolo che cammina verso un futuro migliore, visto che tutti noi vogliamo vivere non pensando solo a quello che è successo, dobbiamo pensare ad un futuro che deve essere costruito da tutti e, naturalmente, questa pandemia ci ha portato purtroppo molti altri problemi" ha esordito il Cardinale.
"Uno dei problemi è la miopia politica, la miopia spirituale. C'è un detto popolare che si ripete spesso: ‘Dio acceca quelli che vuole perdere’. Vale la pena che, in questo Mese della patria, coloro che cercano il potere tengano presente questa prospettiva, che non diventino ciechi nella ricerca del potere, perché perderanno" ha detto.
L'Arcivescovo di Tegucigalpa ha aggiunto che il principio fondamentale del potere è quello di servire e ha ricordato Madre Teresa: "Ieri abbiamo celebrato la festa di Santa Teresa di Calcutta, lei ha detto molto semplicemente, che bisogna servire, e chi non serve è inutile per esercitare qualsiasi potere". Il Cardinale ha avvertito che, secondo la storia dell'America Latina, chiunque abbia tentato di usare la religione per ottenere il potere ha fallito nel suo tentativo. "Chi ha voluto formare partiti politici usando la religione, è rimasto sconfitto. Il bene comune è ciò che dovrebbe guidare tutte le nostre attività, la gente se ne accorge e così i leader politici non devono pensare che con le manovre del passato otterranno il potere" ha rilevato.
"Questo Mese della patria non si può celebrare semplicemente con parole vuote, ma con fatti; i problemi principali del nostro paese non sono le leggi che vengono manipolate e usate per capriccio, i problemi principali rimandano a come possiamo unire questo popolo, nel servizio, nella ricerca del bene comune. Sono i criteri etici quelli che devono guidare le nostre azioni e la nostra vita" ha concluso.
L’Honduras celebra il Mese della patria a settembre: il primo giorno è la Giornata della Bandiera Nazionale, il 15 il giorno dell'indipendenza nazionale e il 29 l'Anniversario di Tegucigalpa e festa di San Michele Arcangelo, feste molto sentite a livello popolare.
(CE) (Agenzia Fides 7/09/2020)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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