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mercoledì 18 dicembre 2019

Agenzia Fides 17 dicembre 2019

VATICANO - Le sfide della missione in Asia: un convegno all'Urbaniana
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - E' incentrato sulle sfide della missione cristiana in Asia il convegno che, in occasione del 20° anniversario della esortazione post-sinodale "Ecclesia in Asia", si tiene alla Pontificia Università Urbaniana il 18 e 19 dicembre. Organizzato grazie alla partenership tra la Pontificia Facoltà teologica di San Bonaventura - Seraphicum, la Pontificia Università Urbaniana e la Pontificia Unione Missionaria, il convegno, dal titolo "Trasforming Asia" analizzerà, nella prima sessione, lo stato dell'evangelizzazione nelle società del Sudest asiatico. Dopo il l'apertura affidata al Prof. Dinh Anh Nhue Nguyen OFMConv, Preside della Pontificia Facoltà Teologica di San Bonaventura e Direttore dell'Istituto Francescano di studi teologici asiatici, p. Gianni Criveller PIME, interverrà sulle "Trasformazioni antropologiche e sociali nell'Asia contemporanea", mentre il domenicano Fr. Joseph Nguyen Tat Thang OP si soffermerà sulle "Tendenze nella vita religiosa cattolica nel Chiese del Sudest asiatico". Nelle successive relazioni, con la moderazione di p. Fabrizio Meroni, Segretario generale della Pontificia Unione Missionaria, p. Paulus Y Pham tratteggia le "Prospettive vietnamite sull'Ecclesia in Asia", mentre Fr. Paulus Budi Kleden SVD parla delle "Sfide che la missione cristiana deve affrontare in Indonesia". Al francescano Fr. Francis Yongho Lee OFM è affidata una "Riflessione buddista sulla spiritualità francescana", secondo la teologia comparativa, alla luce di "Ecclesia in Asia".
La seconda giornata dei lavori si concentra, poi, sull'analisi della missione cristiana nella società indiana e in quella cinese. Il prof Gaetano Sabetta indaga le "Prospettive religiose cristiane di fronte a quelle asiatiche: necessità, possibilità e limiti del dialogo", mentre la prof.ssa Elisa Giunipero parlerà su "L'Accordo tra la Santa Sede e Cina: sviluppi e sfide". Infine una sguardo all'Asia del Sud con l'analisi di contesti come India, Sri Lanka, Pakistan. (Agenzia Fides 17/12/2019)
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EUROPA/ITALIA - Padre Maccalli è “un filo che ci unisce da 15 mesi: lo affidiamo al Signore”
 
Crema (Agenzia Fides) – Sono passati quindici mesi dal giorno in cui non si hanno più notizie di padre Luigi Maccalli, sacerdote della Società per le Missioni Africane rapito in Niger nel settembre 2018 (vedi Agenzia Fides 18/9/2018). Tante persone continuano a mantenere vivo il suo ricordo nonostante questi lunghi mesi di silenzio:
“Ti vorrebbero tutti subito nuovamente a casa per poterti abbracciare, pensarti al sicuro e in buona salute, stare in tua compagnia. Qualcuno ha detto che vorrebbe tanto poter accarezzare la tua barba. Manchi a tutti padre Gigi, a chi ha avuto la fortuna di conoscerti bene, ma manchi anche a chi ti ha conosciuto meno" scrive Lucia Pavan, laica che frequenta la comunità SMA di Crema.
Prosegue la lettera giunta a Fides: “Esiste una ‘comunione di vite’ che va al di là dei tempi e dei modi. E la tua vita sta coinvolgendo e interrogando oggi la vita di molte persone, vicine o lontane. Che conoscevi o anche no. C’è un filo che ci unisce. A volte non lo vediamo, non ce ne accorgiamo, ma siamo tutti legati, gli uni agli altri. E ciò che mi capita, porta sempre un significato e una domanda a chi mi sta accanto, e viceversa. Nessuno sa che cosa tu stia vivendo. Nessuno sa accettare un’ingiustizia come il tuo rapimento senza farsi domande, senza reagire emotivamente. Ci sono momenti nella vita in cui possiamo solo affidarci al Signore e lasciare che Lui faccia. E così oggi, padre Gigi, vogliamo credere che anche in questo momento il Signore sta agendo attraverso la tua vita di padre missionario lì dove ti trovi, con chi hai accanto”.
Dal Niger un giorno Padre Maccalli scriveva ai suoi amici: “La speranza è la virtù africana per eccellenza e molti sono coloro che sperano un futuro diverso”. “Non avresti mai voluto che tutte le nostre attenzioni – dicono oggi nella comunità che lo attende e prega per lui – si concentrassero solo per te. E così ti affidiamo al Signore, insieme ad ogni uomo che in questo momento è privato della sua libertà e della sua dignità. Dietrich Bonhoeffer dalla sua cella ad Auschwitz scriveva: Io credo che Dio può e vuole far nascere il bene da ogni cosa. Per questo egli ha bisogno di uomini che sappiano servirsi di ogni cosa per il fine migliore. Ciao Padre Gigi, chiediamo al Signore di custodirti, di darti forza e tanta speranza”.
(LP/AP) (17/12/2019 Agenzia Fides)
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AFRICA/MALAWI - Due importanti incontri ecclesiali in Malawi
 
Blantyre (Agenzia Fides) - "L'incontro ci ha aiutato a pianificare e a prepararci al meglio all'Anno della Bibbia", ha detto il Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM), p. Vincent Mwakwawa, al termine della riunione di pianificazione dell'anno biblico, tenutasi presso il Centro Pastorale Nantipwiri, nell'Arcidiocesi di Blantyre. All’incontro hanno partecipato i membri delle POM, i Coordinatori Pastorali e gli appartenenti all’Apostolato familiare del Malawi.
I partecipanti, provenienti dalle otto diocesi del Paese, hanno anche discusso della preparazione della festa dell'Epifania, che si celebrerà il 5 gennaio del prossimo anno nella diocesi di Karonga, nella Cattedrale di San Giuseppe operaio.“È stato anche un modo per capire come le POM possano aiutare a prendersi cura delle famiglie, in particolare formare i genitori come insegnanti dei bambini, e come trasformare una famiglia in una scuola di missione” ha aggiunto p. Mwakhwawa.
Un altro importante incontro è stata l’Assemblea Generale Annuale Nazionale della Catholic Women Organization (CWO) tenutasi presso il campus principale della DMI University, nella diocesi di Mangochi, dal 12 al 15 dicembre. Aprendo l’incontro Sua Ecc. Mons. Montfort Stima, Vescovo di Mangochi, ha invitato le donne a rispondere alla chiamata di Dio alla santità.
Sua Ecc Mons. Peter Martin Musikuwa, Vescovo di Chikwawa, durante la celebrazione dell'Eucaristia ha invitato le donne a essere operatrici di pace, giustizia e amore per i poveri nel Paese. Mons. Musikuwa, ha inoltre pregato le donne della CWO di usare correttamente i social media, dicendo che questi dovrebbero essere uno strumento per portare la salvezza alle persone e non indurle a peccare contro la volontà di Dio.
P. Vincent Mwakhwawa, responsabile nazionale per i laici ha elogiato le opere della CWO in tutte le otto diocesi del Malawi. Lucy Vokhiwa, presidente della CWO in Malawi, ha annunciato che i membri della CWO svolgeranno sessioni di studio su tematiche quali l’Enciclica Laudato Si; la cura dei vulnerabili della società; il lavoro missionario delle donne cattoliche. (Agenzia Fides 17/12/2019)
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ASIA/INDIA - La nuova legge sulla cittadinanza agli immigrati "è incostituzionale": appello alla "disobbedienza civile"
 
New Delhi (Agenzia Fides) - "La nuova legge sulla cittadinanza (Citizenship Amendment Act 2019), approvata dal Parlamento e promulgata il 12 dicembre dopo la firma del Presidente dell'India, è palesemente discriminatoria, divisiva e draconiana. Inoltre è incostituzionale e va contro lo spirito democratico dell'India": lo afferma all'Agenzia Fides il Gesuita indiano p. Cedrik Prakash, attivista impegnato nel Jesuit Refugee Service, esprimendo i sentimenti della comunità cristiana in India.
Il nuovo provvedimento rende ammissibili alla cittadinanza gli immigrati irregolari di comunità indù, cristiane, buddiste, sikh e zoroastriane provenienti da Afghanistan, Bangladesh e Pakistan, escludendo, in modo significativo, quelli di religione musulmana. Il governo opera una distinzione tra i musulmani, considerati "immigrati illegalmente", e i "rifugiati" che cercano di sfuggire alle persecuzioni nel loro paese di origine. Il Ministro degli Interni Amit Shah ha pubblicamente parlato di "infiltrati", riferendosi agli immigrati musulmani. La società civile indiana, scesa in piazza per protestare, lamenta la patente violazione degli articoli 14 e 15 della Costituzione indiana, che garantisce il diritto alla parità e alla non-discriminazione.
Nota p. Prakash all'Agenzia Fides: "La legge ha un chiaro costrutto maggioritario e discriminatorio. Esiste un piano per istituire in India un 'Regno induista', come si diceva tra i gruppi estremisti indù già negli anni '30 del secolo scorso. Ma poi, grazie a indiani illuminati come Gandhi, Nehru, Patel, Ambedkar e altri, questo piano non è riuscito. Tuttavia, in modo surrettizio e insidioso, oggi questa mentalità è di nuovo in in ascesa". Il Gesuita prosegue: "Il cosiddetto 'approccio umanitario' nei confronti delle minoranze perseguitate in altri paesi, se fosse autentico, dovrebbe prendere in considerazione anche i Rohingya del Myanmar, i Tamil e i singalesi dello Sri Lanka, gli Hazara afghani e gli Ahmadi dal Pakistan. Se fosse un reale approccio umanitario, non dovrebbe discriminare nessuno".
Ora, secondo gli attivisti cristiani in India, "il prossimo passo è un ricorso alla Corte Suprema, per far dichiarare la legge incostituzionale", nota. "L'unica opzione per noi, popolo dell'India - dice il Gesuita - è la disobbedienza civile. Diversi eminenti cittadini hanno intrapreso la disobbedienza civile. Per tutelare la nostra identità e democrazia, dobbiamo prendere spunto dal Mahatma Gandhi, che promuoveva la disobbedienza come forma di resistenza e di ribellione senza violenza".
Conclude p. Prakash: "Dobbiamo agire rapidamente per garantire che il Citizenship Amendment Act sia ritirato prima che gli estremisti prendano il controllo delle nostre vite e della nazione". (PA) (Agenzia Fides 17/12/2019)
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ASIA/TURCHIA - Il nuovo Patriarca armeno: la questione del Genocidio armeno strumentalizzata per strategie economico-politiche
 
Istanbul (Agenzia Fides) - “Ci addolora vedere gli eventi capitati agli armeni 100 anni fa su queste terre, trasformati in strumenti di pressione economica, politica o strategica da parte dei Parlamenti di altri Stati. Riteniamo che questo conduca a una situazione che si rivolta in maniera inappropriata contro i nostri antenati”. Lo ha detto il nuovo Patriarca armeno di Costantinopoli, Sahak II Machalyan, nelle prime dichiarazioni pubbliche diffuse dalla stampa turca dopo la sua elezione patriarcale e con evidente riferimento alla risoluzione approvata giovedì 12 dicembre dal Senato USA che ha riconosciuta il carattere genocidario dei massacri di armeni perpetrati durante la Prima Guerra Mondiale nei territori della Penisola anatolica.
I media nazionali danno ampio spazio alla netta presa di posizione da parte del nuovo Patriarca, proposta come un tratto di forte connotazione dei primi passi del suo nuovo mandato ecclesiale. In un’intervista rilasciata a Sabah, subito dopo il voto del Senato USA, il neoeletto Patriarca armeno aveva minimizzato: “Queste cose non vanno prese troppo sul serio” aveva detto Sahak II, facendo notare che i parlamenti hanno il compito istituzionale di approvare leggi e risoluzioni, e questo non comporta nessun coinvolgimento da parte delle comunità e delle autorità ecclesiali armene. Nel contempo, il Patriarca ha comunque suggerito che le campagne di mobilitazione sul riconoscimento del Genocidio armeno fanno parte di strategie più ampie, e vengono usate come strumenti di pressione geopolitica.
“Avremmo voluto” ha aggiunto il nuovo Patriarca “che gli eventi vissuti su queste terre fossero trattati dalle persone che vivono in queste terre; avremmo voluto il miglioramento delle relazioni tra Turchia e Armenia. E che le due parti potessero dialogare tra loro. È proprio perché le due parti non parlano tra loro che altri Paesi, dell'altra sponda dell'Atlantico, si arrogano il diritto di immischiarsi in queste vicende”.
In altre dichiarazioni rilanciate negli ultimi due giorni dai media turchi, Sahak II ha richiamato la condizione singolare vissuta dagli armeni In Turchia, che in parte li differenzia dal resto delle comunità armene sparse nel mondo, anche riguardo alla memoria dei sanguinosi eventi del 1915. “Come armeni” ha detto il Patriarca di Costantinopoli “siamo integrati in Turchia e abbiamo legato il nostro avvenire con quello della Turchia. Siamo in armonia con tutte le componenti di questa nazione”. La scelta di vivere in Turchia – ha riconosciuto Sahak – comporta un modo particolare di vivere la memoria dei fatti di sangue vissuti dagli armeni nella Penisola anatolica (eventi che il Patriarca non definisce mai pubblicamente con l’espressione “Genocidio”). “Abbiamo vissuto il trauma del 1915” sottolinea Sahak II “e l'abbiamo superato in qualche modo, continuando a vivere qui. E naturalmente gli sviluppi politici registrati al di fuori della comunità armena della Turchia ci riguardano. E l'eccitazione provocata in Turchia ha come effetto quello di fomentare odio”. (GV) (Agenzia Fides 17/12/2019).
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AMERICA/COSTA RICA - “La vita è sacra”: i Vescovi indignati per le norme sulla depenalizzazione dell’aborto
 
San José (Agenzia Fides) – “Netto rifiuto e indignazione” per la firma della cosiddetta “Norma tecnica” sulla depenalizzazione dell’aborto da parte del Presidente Carlos Alvarado Quesada, è stata espressa della Conferenza Episcopale del Costa Rica, in quanto “contraddice il sentimento espresso, in modo molto chiaro, da un popolo convinto del suo amore per Dio e per la vita nascente".
Nel comunicato intitolato “La vita umana è sacra”, pervenuto all’Agenzia Fides, i Vescovi ricordano di essersi sempre espressi “contro questa e ogni azione che intenda aprire la porta per attentare alla vita umana, specialmente quella dei più vulnerabili, come il bambino che deve nascere, perché il Vangelo della Vita è al centro del messaggio di Gesù”. Allo stesso tempo i Vescovi riconoscono l’onestà e l’impegno di quanti “hanno sostenuto che ogni vita ha valore”, specialmente i legislatori e i diversi settori sociali che lo hanno ribadito con fermezza. “I credenti devono difendere e promuovere il diritto alla vita” prosegue il comunicato, che invita a chiedere al Signore della vita che guidi il nostro cammino “come un paese sovrano, e non continui ad allinearsi alla cultura della morte che gli si sta imponendo”.
Il Presidente della Costa Rica, Carlos Alvarado Quesada, ha firmato il 13 dicembre il decreto contenente il “regolamento tecnico” relativo alla depenalizzazione dell’aborto. L’interruzione volontaria della gravidanza era stata depenalizzata nel Paese nel 1970, se fatta “allo scopo di evitare un pericolo per la vita o la salute della madre”. In assenza di un decreto attuativo, tale normativa non era però applicabile nella sua interezza. Dopo le sollecitazioni della Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH), lo Stato ha predisposto il regolamento tecnico, che è stato approvato dal Fondo di previdenza sociale nazionale, ed è stato firmato dal Capo dello Stato il 13 dicembre.
I Vescovi hanno sempre sostenuto la sacralità della vita umana fin dal suo concepimento e nel comunicato del 10 ottobre avevano espresso pieno appoggio alla campagna “40 giorni per la vita” che invitava a pregare “perché l’aborto non venga mai legalizzato in Costa Rica”. Con rispetto e piena convinzione che “la vita umana è inviolabile” secondo la Costituzione del Costa Rica, invitavano il Presidente della Repubblica “a non firmare la norma tecnica”, in quanto bisogna difendere quanti non hanno la possibilità di gridare per la loro vita. (SL) (Agenzia Fides 17/12/2019)
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AMERICA/MESSICO - Tendere una mano ai migranti: iniziativa congiunta delle diocesi di frontiera di Brownsville e Matamoros
 
Matamoros (Agenzia Fides) - La Casa del Migrante San Juan Diego e San Francisco, nella città di Matamoros, stato messicano di Tamaulipas, confinante con la parte meridionale dello stato statunitense del Texas, ha ricevuto tre tonnellate di cibo, oltre a una donazione in denaro, dall'organizzazione internazione dei Cavalieri di Colombo degli Stati Uniti. Secondo le informazioni diffuse dalla diocesi di Matamoros, pervenute a Fides, si tratta di una delle iniziative congiunte promosse dai Vescovi di questa regione di frontiera per assistere i migranti, attraverso la Pastorale Sociale nel nord di Tamaulipas e la Caritas del Texas.
“In questo momento l'attenzione solidale è focalizzata su Matamoros, considerando l'arrivo di molti fratelli migranti in questa regione” ha detto il Vescovo di Brownsville, Mons. Daniel Flores, che insieme al suo Ausiliare, Mario Aviles, ha partecipato alla consegna degli aiuti. Quindi ha aggiunto: “invitiamo tutti e ognuno a continuare a sostenere la comunità migrante, senza giudicare e condannare". Il Vescovo di Matamoros, Eugenio Lira, ha commentato: "è un bel segno di solidarietà dei Cavalieri di Colombo, che hanno fatto uno sforzo per sostenere questa Casa del Migrante, dove si cerca di tendere una mano ai nostri fratelli e sorelle che, per vari motivi, hanno dovuto lasciare le loro case e sono venuti a cercare il sogno americano".
La consegna degli aiuti è stata l’occasione, per i Vescovi, di incontrare i migranti del sud del Messico e del Centroamerica che sono temporaneamente ospitati nella Casa del Migrante, di ascoltare le loro angosce, necessità, tristezze e illusioni, prima di condividere la cena in un clima di fraternità e di speranza. Erano presenti anche i membri dei Cavalieri di Colombo della diocesi di Matamoros, l’équipe di coordinamento della Pastorale sociale, i collaboratori della Casa del Migrante, oltre a giornalisti di entrambi i paesi. (SL) (Agenzia Fides 17/12/2019)

giovedì 20 luglio 2017

Cina: Campeggio estivo

ASIA/CINA - Il campeggio estivo, scuola di fede e di vita per i ragazzi
 
Pechino (Agenzia Fides) – C’e chi ha recitato per la prima volta il rosario imparando ad usare la corona, chi per la prima volta ha partecipato alla Messa dall’inizio alla fine, chi è diventato più disciplinato e giudizioso dopo pochi giorni di vita comunitaria nel campeggio estivo organizzato, come tutti gli anni, dalla comunità cattolica cinese continentale: sono le testimonianze dei genitori riferite alle suore e ai sacerdoti che hanno guidato il campeggio estivo 2017. I bambini così “hanno fatto esperienza della scuola di fede e di vita” sottolinea un sacerdote organizzatore.
Secondo le informazioni raccolte dall’Agenzia Fides, nell’attività del campeggio estivo sono coinvolti non solo sacerdoti, suore e seminaristi, ma in alcune diocesi anche il Vescovo in prima persona, per preparare, organizzare e guidare il catechismo. Tra questi Mons. Giuseppe Han Ying Jin, della diocesi di San Yuan, nella provincia di Shaan Xi, che con 136 bambini quest’anno è stato il campeggio più numeroso.
La diocesi ha messo a disposizione 9 seminaristi, 2 suore e diverse volontarie, dal 9 al 16 luglio, per il catechismo, le testimonianze, l’insegnamento, guidare la via Crucis, allestire uno spettacolo su tema biblico, organizzare il pellegrinaggio. Durante il pellegrinaggio in tre parrocchie, i ragazzi sono stati accolti con grande calore e generosità dai parrocchiani, così è diventato una testimonianza viva di fraternità e condivisione, soprattutto di altruismo e servizio.
La soddisfazione vince la fatica, come afferma don Dou: “è faticoso e fa caldo, ma quando vedo i bambini con il rosario in mano, che pregano con grande devozione e concentrazione passano tutte le stanchezze”.
Una settantina di bambini della diocesi di Na Chong, della provincia di Si Chuan, hanno stupito i loro genitori dopo una settimana vissuta insieme alle suore e ai sacerdoti, dal 7 al 14 luglio. Uno di loro ha commentato: “Mio figlio è diventato così bravo da non crederci, ora sa recitare il rosario, sa condividere con gli altri ed è autodisciplinato”.
Nel campeggio della Mongolia Interna 24 bambini di Bao Tou hanno imparato a fare una buona confessione, e durante il campeggio hanno studiato la Bibbia, superando anche un piccolo quiz finale.
Durante 5 giorni di campeggio, dall’8 al 13 luglio, 30 bambini della parrocchia di Yang Ge Zhuang, del distretto di Qian An della città di Tang Shan, nella provincia di He Bei, hanno imparato il significato dei dieci Comandamenti e dei sette Sacramenti.
(NZ) (Agenzia Fides 20/07/2017) \

mercoledì 19 luglio 2017

La Piana di Ninive sempre più “area contesa” nel mirino degli indipendentisti curdi

ASIA/IRAQ - Rimosso il sindaco cristiano di Alqosh. La Piana di Ninive sempre più “area contesa” nel mirino degli indipendentisti curdi
 
Alqosh (Agenzia Fides) – Con una inusuale procedura d'urgenza, il Consiglio della Provincia irachena di Ninive ha rimosso il sindaco di Alqosh, cittadina della Piana di Ninive storicamente abitata dai cristiani, e lo ha sostituito con un dirigente politico locale vicino al Partito Democratico del Kurdistan (PDK). La rimozione è stata disposta da Bashar al Kiki, a capo del Consiglio provinciale di Ninive, anche lui membro del PDK. La notizia ha suscitato preoccupazione e reazioni negative tra le comunità cristiane autoctone e tra gli abitanti cristiani di Alqosh, in buona parte ancora lontani dalle proprie case e ospitati come rifugiati nel Kurdistan e in altre aree mediorientali, dopo essere stati costretti a fuggire nell'agosto 2014 davanti all'avanzata delle milizie jihadiste dell'autoproclamato Stato Islamico (Daesh). I non molti cristiani già tornati ad Alqosh hanno anche protestato pubblicamente contro una decisione che diversi osservatori interpretano come una conferma dei disegni coltivati sulla Piana di Ninive e su tutta la Provincia omonima dal governo della Regione autonoma del Kurdistan iracheno, quello che ha indetto per il prossimo 25 settembre un referendum indipendentista con l'intento di proclamare la secessione unilaterale dall'Iraq. Politici cristiani iracheni, come il parlamentare Yonadam Kanna, Segretario generale del Movimento democratico assiro, in recenti interviste hanno denunciato pressioni e operazioni politiche di forze regionali sulle minoranze locali - compresi i cristiani – per spingere anche le popolazioni della Piana di Ninive a sostenere la futura indipendenza del Kurdistan iracheno. La prospettiva indipendentista del Kurdistan viene respinta dal governo centrale di Baghdad, ma intanto Falah Mustafa Bakir, il capo del Dipartimento per le Relazioni Estere del Governo Regionale del Kurdistan, si è appena recato in visita a Washington per spiegare ai suoi omologhi statunite nsi che "un Kurdistan indipendente è una soluzione, e non un problema". (GV) (Agenzia Fides 19/7/2017).

giovedì 6 ottobre 2016

Bollettino Agenzia Fides del 6 ottobre 2016

VATICANO - Si apre la strada verso la beatificazione per il Card. Celso Costantini
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - La Conferenza Episcopale Triveneto “ha espresso parere favorevole all'avvio della causa di beatificazione del cardinale Celso Costantini (1876-1958), figura di notevole slancio missionario e carità pastorale nonché evangelizzatore della Cina, originario della diocesi di Concordia – Pordenone”. Il comunicato dei Vescovi del Triveneto informa così della decisione presa durante una giornata di approfondimento dedicata alla catechesi e all’annuncio del Vangelo, che si è tenuta il 30 settembre nella sede della Conferenza regionale, a Zelarino (Venezia).
Nato a Castions di Zoppola il 3 aprile 1876, Celso Costantini venne ordinato sacerdote il 23 dicembre 1899. Fu parroco in diverse parrocchie, dimostrando un grande spirito missionario. Nel 1920 venne nominato Amministratore apostolico di Fiume, eletto Vescovo il 22 luglio 1921. Il 12 agosto 1922 Papa Pio XI lo nominò primo Delegato apostolico in Cina, elevandolo alla dignità Arcivescovile.
Nel 1924 promosse il primo "Concilio Sinense", Concilio Plenario della Cina, tenuto a Shanghai. Grazie alla sua opera, il 28 ottobre 1926, vennero consacrati da Papa Pio XI nella Basilica di San Pietro in Vaticano, i primi 6 Vescovi cinesi. Nel 1927 fondò la prima congregazione religiosa cinese, la Congregazione dei Discepoli del Signore, per promuovere l’evangelizzazione in Cina fatta dai cinesi. Grazie al suo impegno nacque la prima Università cattolica cinese, Fu Ren, oggi a Taiwan.
Tornato in Italia, dal 1935 al 1953 fu Segretario della Congregazione "de Propaganda Fide", attuale Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, e durante il suo mandato, per suo diretto interessamento, venne istituita la gerarchia ecclesiastica in Cina, nel 1946. Papa Pio XII lo creò Cardinale nel Concistoro del 12 gennaio 1953. Morì a Roma il 17 ottobre 1958, tra la morte di Pio XII e l'elezione di Giovanni XXIII. La sua fulgida figura e la sua opera rimangono come punto di riferimento per le relazioni tra Cina e Santa Sede. (SL) (Agenzia Fides 06/10/2016) 
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AFRICA/GUINEA - La migrazione clandestina è un male, sì a quella legale ma la chiave è lo sviluppo dell’Africa
 
Conakry (Agenzia Fides) - L’Africa si interroga sulla tragedia della migrazione clandestina che vede tanti giovani del continente perdere la vita spesso nel miraggio di ottenere una vita migliore in Europa. A Conakry, capitale della Repubblica di Guinea, alcune ONG locali hanno organizzato il convegno “Gioventù e migrazione clandestina in Africa, tendenze, conseguenze e focus speciale sul caso guineano”, di cui è pervenuta notizia a Fides.
“Il problema della migrazione clandestina deve essere preso seriamente in considerazione da ciascuno. Occorre che i giovani sappiano che questa pratica non è buona. Bisogna anche far sì che le nostre autorità si interessino al lavoro dei giovani” ha detto Amadou Tidaine Bah de Timacom, uno degli organizzatori del convegno, che si è tenuto il 1° ottobre.
“Vivo in un quartiere dove quasi tutti i miei amici hanno tentato questa esperienza per raggiungere l’Europa” ha aggiunto. “Diversi di loro hanno perso la vita. Affinché i giovani sappiano che questa pratica è ingiustamente nefasta, abbiamo deciso di creare questa iniziativa per far sì che le autorità ci dicano cosa intendono fare. Perché ci sono delle soluzioni possibili qui in Guinea affinché la nostra gioventù possa vivere felice nel proprio Paese”.
I relatori, tra i quali figurava l’ex Ministro dei guineani all’estero, Lucien Bendou Guilao, hanno sottolineato il carattere illegale della migrazione clandestina. Essa può avvenire solo in un quadro legale perché il migrante possa trarre un reale beneficio.
Dall’altro canto, ha rimarcato Lucien Bendou Guilao, i Paesi di provenienza dei migranti devono accrescere la ridistribuzione delle risorse per migliorare le condizioni di vita della popolazione. “È inconcepibile per un Paese povero come la Guinea, che le risorse nazionali siano concentrate nelle mani di pochi. Oggi la posta in gioco è quella di mettere a disposizione dei giovani i mezzi perché possano restare nel loro Paese e progredire nella loro vita”. (L.M.) (Agenzia Fides 6/10/2016)
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AFRICA/CONGO - Ripresa la guerriglia nel sud del Congo: 23 morti
 

Brazzaville (Agenzia Fides) - Sono 23 le persone uccise negli attacchi commessi a fine settembre nella Repubblica del Congo dagli ex membri del gruppo ribelle Ninjas Nsiloulou. Lo ha reso noto il Ministro della Giustizia di Brazzaville, Pierre Mabiala.
Secondo il Ministro le vittime sono quattro poliziotti militari, due poliziotti e undici civili. Gli assalti sono stati commessi nella regione meridionale del Pool nell’ultima settimana di settembre. Nell’assalto ad un treno, il 30 settembre, i guerriglieri hanno ucciso 14 persone.
Ben 4.000 persone sono state costrette ad abbandonare le loro case da aprile, quando alcuni ex Ninjas Nsiloulou hanno ripreso le armi dopo la contestata rielezione del Presidente Denis Sassou N'Guesso.
Ntoumi, che dopo aver deposto le armi si era unito al Presidente Sassou Nguesso, ha però appoggiato lo sfidante Guy-Brice Parfait Kolélas, arrivato secondo nelle elezioni presidenziali del 20 marzo, che hanno visto la riconferma di Nguesso come Presidente- (L.M.) (Agenzia Fides 6/10/2016)
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AFRICA/SUDAN - Aumentano i morti a causa di malattie diarroiche
 
Khartoum (Agenzia Fides) – Il bilancio delle vittime della recente epidemia di malattie diarroiche in corso in Sudan continua ad aumentare e le strutture mediche non riescono a mantenere il controllo. Le fasce più vulnerabili della popolazione sono bambini, giovani e anziani. A Khartoum, il ministro della sanità sudanese ha confermato la morte di 71 persone e il contagio di altre 3.771 nei sei Stati di Kassala, El Gedaref, Sennar, El Gezira, Blue Nile e River Nile. Negli ultimi giorni, per mancanza di medicine, sono state registrate alcune vittime tra coppie di gemelli appena nati nell’ospedale pediatrico. Altri morti e una ventina di contagi sono stati registrati nel “villaggio 27” in località Um El Ghura, Stato di El Gezira. A El Nahud, West Kordofan, i pazienti hanno sovraffollato l’ospedale e i reparti a causa dello sciopero dei medici che va avanti da settimane, oltre che per il costo elevato degli interventi chirurgici presso strutture ospedaliere private presenti in città. Secondo fonti locali, i casi più critici sono stati trasferiti nell’ospedale El Obeyed. (AP) (6/10/2016 Agenzia Fides)
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AFRICA/EGITTO - Il governo vieta le manifestazioni copte nell'anniversario della “strage di Maspero”
 
Il Cairo (Agenzia Fides) - Il Ministero egiziano degli Affari Interni ha negato alle associazioni di giovani copti l'autorizzazione a organizzare una manifestazione in occasione del quinto anniversario del massacro conosciuto come la “strage di Maspero”. Il permesso a manifestare – hanno riferito le fonti ufficiali del Ministero – non è stato concesso per “motivi di sicurezza”. La strage di Maspero ebbe luogo il 9 ottobre 2011, nella fase di transizione seguita alle dimissioni del Presidente Hosni Mubarak, quando il governo egiziano era in mano al Consiglio Supremo delle Forze Armate. Quel giorno l'esercito, schierato in prossimità del palazzo che ospita la televisione di Stato, aprì il fuoco contro gruppi di manifestanti, in larga parte copti, lasciando sul terreno 27 morti. I manifestanti si erano radunati per protestare contro la demolizione di una chiesa avvenuta nell'Alto Egitto.
Gli attivisti dell'Unione giovanile Maspero hanno diffuso un comunicato, pervenuto al'Agenzia Fides, in cui denunciano di aver ricevuto anche minacce dalle forze di sicurezza, dopo che la loro richiesta di manifestare era stata respinta. Le disposizioni – molto restrittive – che in Egitto regolano la richiesta e l'autorizzazione a realizzare manifestazioni pubbliche sono entrate in vigore nel novembre 2013, in una fase della vita civile egiziana caratterizzata da alta tensione sociale, dopo la deposizione per via militare del Presidente islamista Mohamed Morsi, il leader dei Fratelli Musulmani che aveva vinto democraticamente le elezioni presidenziali nel giugno 2012. (GV) (Agenzia Fides 6/10/2016).
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ASIA/INDONESIA - La croce fatta da un artigiano musulmano è il simbolo della Giornata indonesiana della Gioventù
 
Manado (Agenzia Fides) – E’ stata la croce dei giovani il simbolo pregnante della Giornata della gioventù indonesiana (4-6 ottobre), conclusasi oggi a Manado. Come appreso da Fides, quella croce, fatta di bambù e rattan, è stata realizzata da un artigiano musulmano: l’opera è, essa stessa, segno di quella “unità nella diversità” e di armonia tra religioni diverse che è il motto dell’Indonesia ed è stato il tema centrale della Giornata della gioventù, titolata: “La gioia del Vangelo in una società plurale”.
"La croce è il simbolo di questi giorni" ha detto Sua Ecc. Mons. Joseph Suwatan, Vescovo di Manado. "La croce è stata pellegrina ed è passata di mano in mano, viaggiando per le parrocchie della diocesi di Manado" simboleggiando il cammino di chi “vuole cogliere il frutto dalla croce, che è l'amore, per costruire la pace” ha rimarcato.
Molti fedeli musulmani hanno accolto e onorato la croce come simbolo di pace nel corso di questo pellegrinaggio diocesano. P. Albert Sudjoko, teologo e docente al Seminario maggiore di Pineleng, nel Nord Sulawesi, racconta a Fides: "La croce è per i cristiani la sapienza di Dio che ama e dona la vita. Gradualmente la popolazione indonesiana è entrata nel significato della Croce della Giornata dei giovani: essa non è un segno di conflitto o di conquista bensì è un segno di rispetto, accoglienza e carità reciproca, ed esprime il desiderio di mantenere l'armonia e sviluppare la pace in Indonesia".
La croce ha campeggiato nella cerimonia di chiusura come nella Messa di apertura, celebrata il 4 ottobre allo stadio di Manado, dopo una gioiosa marcia, fra canti, danze e preghiere, che ha coinvolto gli oltre 2.600 giovani presenti nel Nord Sulawesi, giunti da 37 diocesi indonesiane.
Le liturgie erano guidate dal Vescovo di Manado, Sua Ecc. Mons. Joseph Suwatan, e tra i presenti alla Giornata della gioventù vi sono stati il Nunzio Apostolico, l’Arcivescovo Guido Filippazzi, l'Arcivescovo di Giacarta, Sua Ecc. Mons. Ignatius Suharyo, Presidente delle Conferenza episcopale, e il Vescovo Pius Riana Prapdi, Presidente della Commissione episcopale per i giovani, nonchè altri 24 Vescovi e oltre 100 sacerdoti.
L’evento ha avuto una vasta eco sui social media, anche per beneficiare tutti quei giovani che, per motivi organizzativi, avrebbero voluto essere presenti ma non hanno potuto esserci. Oltre al sito web, degli account specifici su Twitter, Instagram e Facebook hanno trasmesso in diretta molte attività del grande evento, condividendo parole, foto e video.
“Alla fine della manifestazione, i giovani tornano nelle loro città di origine avendo acquisito una maggior consapeolezza e con la missione di condividere con i loro amici, famiglie e comunità locali l’esperienza fatta a Manado. Valori come l’amore e la pace sono contagiosi”, ha concluso il Vescovo Pius Riana Prapdi. (PA) (Agenzia Fides 6/10/2016)
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ASIA/TURCHIA - Presidenza turca degli affari religiosi: Gulen ha sfruttato il dialogo interreligioso per costruire le sue “trame oscure”
 
Ankara (Agenzia Fides) – Nella perdurante campagna condotta dagli apparati turchi contro la rete che fa capo a Fetullah Gulen (il predicatore islamico turco espatriato negli Usa, un tempo alleato del presidente Recep Tayyip Erdoğan ma oggi accusato dalla Turchia di essere l'architetto del cosiddetto “stato parallelo” e l'ispiratore del golpe fallito del 15 luglio) viene tirato in ballo anche il Concilio Ecumenico Vaticano II e l'apertura al dialogo con le comunità e le tradizioni religiose che la Chiesa cattolica sancì in quell'assise conciliare.
La Presidenza degli Affari religiosi della Turchia, istituzione legata all'ufficio del Primo Ministro, ha predisposto un dossier sulle attività di Gulen e del suo movimento Hizmet, in cui si sostiene che il cosidetto FETO (acronimo turco di “Organizzazione terroristica tethillahnista”, definizione con cui gli organi turchi filo-governativi indicano la rete di Gulen) avrebbe strumentalizzato il dialogo interreligioso con le Chiese e comunità cristiane, per mettere in atto quelle che vengono descritte come sinistre trame di potere. “Con il progetto di dialogo interreligioso basato sulle disposizioni prese dal Concilio Vaticano II” si legge tra l'altro nel dossier “Gulen, organizzando eventi nazionali e internazionali, da un lato ha intessuto i suoi legami con la cultura cristiana, e dall'altro ha permesso all'organizzazione di essere accreditata in Occidente. Così lui ha avuto modo di stabilire la sua base in Pennsylvania, e numerosi Paesi occi dentali hanno aperto le porte all'Organizzazione”.
Il dossier, rilanciato nei giorni scorsi da fonti turche consultate dall'Agenzia Fides, prosegue sulla falsa riga delle campagne da tempo scatenate dalla stampa turca filogovernativa contro Fethullah Gulen, che già da tempo cercano di accreditare Gulen e il movimento Hizmet come “cavalli di troia del Vaticano”, costruendo illazioni inconsistenti di taglio complottista.
A inizio agosto(vedi Fides 10/8/2016), il giornalista Mine Kirikkanat, sul quotidiano Cumhuriyet, si era spinto al punto di insinuare che Fethullah Gulen (immaginato dall'articolista nelle vesti di "imam fedele alla Chiesa"), potrebbe essere il Cardinale creato “in pectore” da Giovanni Paolo II, scomparso il 2 aprile 2005, e mai da lui reso noto. La novità del dossier predisposto dalla Presidenza per gli Affari religiosi sta nel fatto che il collegamento tra le trame eversive attribuite a Gulen e le iniziative di dialogo inter-religioso viene affermato da un organismo istituzionale. La Presidenza per gli Affari Religiosi (Diyanet İşleri Başkanlığı) è un’istituzione che fa capo all’Ufficio del Primo Ministro, istituita dall’articolo 136 della Costituzione della Repubblica turca, nel 1924.
Il Diyanet - come viene comunemente chiamato - si occupa solo di Islam sunnita e non delle minoranze religiose presenti in Turchia: assegna gli imam alle moschee e redige i sermoni del venerdì. Nel corso degli ultimi quindici anni, il Diyanet si è gonfiato fino a raggiungere dimensioni impressionanti, Dal 2003 al 2013 budget e personale sono raddoppiati e il suo campo d’azione si è allargato, prestando la propria collaborazione alle attivita e alla programmazione di diversi ministeri. (GV) (Agenzia Fides 6/10/2016).
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ASIA/INDIA - Il Direttore nazionale POM: “Aspettiamo il Papa come messaggero di pace”
 
Bangalore (Agenzi Fides) – “Aspettiamo con gioia il Papa come messaggero di pace, mentre la nazione attraversa la crisi del Kashmir. Sarebbe una benedizione per il paese. La sua presenza potrebbe suscitare tanta commozione e sciogliere dei nodi”: lo dice a Fides p. Faustine Lobo, Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) in India. Papa Francesco, sul volo di ritorno dalla Georgia, ha detto che “un viaggio in India e Bangladesh nel 2017 è quasi sicuro”.
“Lo aspettiamo come una grazia per l’India. Dopo la canonizzazione di Madre Teresa, sarebbe un altro momento importante per noi. In questo tempo avvertiamo l’urgenza della pace, mentre l’escalation in Kashmir preoccupa molti. Il Papa ci ricorda che solo la pace è santa e che non esiste un Dio di guerra” rileva il Direttore. Per la situazione interna della Chiesa indiana, “con la sua presenza il Papa verrebbe a ricordare a tutta la società, a volte attraversata da fermenti di odio verso le minoranze religiose, che i cattolici indiani vivono e operano solo per il bene comune del paese” conclude p. Lobo.
Secondo fonti di Fides, i passi necessari per l’arrivo del Papa sono stati compiuti. Nell’aprile scorso, una delegazione guidata dal Cardinale Baselios Cleemis, Presidente della Conferenza episcopale indiana, ha chiesto al Primo Ministro Narendra Modi di scrivere una lettera di invito ufficiale a Papa Francesco. Il Cardinale aveva anche confermato di aver egli stesso invitato il Papa a visitare l'India. L'ultimo Papa ad andare in India è stato Giovanni Paolo II che nel febbraio 1986 approdò a Goa. (PA) (Agenzia Fides 6/10/2016)
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AMERICA/ARGENTINA - Trovato morto un parroco impegnato a combattere il narcotraffico
 
Tucuman (Agenzia Fides) – "La Conferenza Episcopale Argentina esprime il suo dolore e il suo sgomento per la morte di padre Juan Heraldo Viroche, parroco della parrocchia di Ntra. Sra. Del Valle de La Florida, a Tucuman. Ci uniamo alla richiesta dell'Arcivescovo locale al fine di un chiarimento veloce dei fatti e siamo vicini alla famiglia di padre Viroche, ai fedeli della parrocchia e della Chiesa di Tucuman": è il testo del comunicato della Conferenza Episcopale Argentina pervenuto a Fides, sulla morte del sacerdote.
Ieri, 5 ottobre, padre Juan Heraldo Viroche è stato trovato morto nella sua abitazione, a Tucuman, circa 70 km dalla capitale. Il sacerdote era molto conosciuto nella zona per la sua lotta contro il narcotraffico. Era una persona molto positiva e dinamica, riferiscono testimonianze di chi lo conosceva nella sua parrocchia, dove era molto impegnato anche con le famiglie della zona.
La Commissione Episcopale per la pastorale per la droga-dipendenza ha pubblicato un breve comunicato dove si legge: "Padre Juan era conosciuto perché spendeva la vita contro il traffico di droga, ha parlato chiaramente all'interno e all'esterno della sua comunità, per difendere la vita in pericolo". La Commissione ha anche fatto notare che “padre Viroche, ai suoi più stretti collaboratori, aveva espresso profondo dolore per le minacce ricevute dalle mafie della droga”.
Un primo rapporto delle autorità, secondo quanto diffuso dalla stampa locale, sembra orientare verso un suicidio, perché non c’erano segni di violenza esterna sul corpo ed è stato trovato in una stanza chiusa dall’interno. Ma la comunità resta incredula di fronte a questa versione dei fatti e nella stessa giornata di ieri ha organizzato una manifestazione davanti alla parrocchia per chiedere un chiarimento dei fatti.
(CE) (Agenzia Fides, 06/10/2016)
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AMERICA/HAITI - Morti e distruzione, più di 14 mila sfollati per l’uragano Matthew
 
Port au Prince (Agenzia Fides) – Martedì 4 ottobre l'uragano Matthew ha colpito in pieno Haiti, seminando desolazione e morte. Il paese più povero e vulnerabile delle Americhe che ancora sta cercando faticosamente di riprendersi dal terremoto del 2010, ha dovuto fare i conti con venti che hanno raggiunto 230 chilometri all'ora, piogge torrenziali che hanno causato inondazioni, frane, distruzione delle infrastrutture e perdita del bestiame.
Secondo un primo rapporto del giorno dopo, 5 ottobre, ci sono stati cinque morti ad Haiti. Matthew è considerato la peggiore tempesta degli ultimi decenni e la sua violenza ha lasciato, oltre ai morti, circa 14.500 persone sfollate, costrette a lasciare le loro case. Si calcola che 1.855 case sono state allagate. L’interruzione delle linee elettriche e delle comunicazioni rendono molto difficile quantificare l'entità esatta dei danni.
Martine Haentjens, responsabile della Caritas Internazionalis ad Haiti, sul posto al momento del passaggio dell’uragano, ha detto in una nota pervenuta a Fides: "Ho preso contatto con i nostri responsabili nelle diverse regioni del paese. I nostri programmi sono stati colpiti, in particolare a Les Cayes, dove quasi tutto è stato distrutto. Qui tutte le case sono state scoperchiate. Non abbiamo alcuna notizia del comune di Jérémie, ma è probabile che, dato come si muove ciclone, anche questa regione sia stata gravemente colpita. Per quanto riguarda Port-au-Prince, la situazione è sotto controllo, il danno è limitato. Ma le strade del paese sono impraticabili, anche i ponti distrutti".
La Caritas Internationalis è attiva sul paese con progetti di sicurezza alimentare dal terremoto del 2010, ed ha già stanziato un budget di 50.000 euro per sostenere Caritas Haiti.
(CE) (Agenzia Fides, 06/10/2016)

Verso la beatificazione per il Card. Celso Costantini

VATICANO - Si apre la strada verso la beatificazione per il Card. Celso Costantini
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - La Conferenza Episcopale Triveneto “ha espresso parere favorevole all'avvio della causa di beatificazione del cardinale Celso Costantini (1876-1958), figura di notevole slancio missionario e carità pastorale nonché evangelizzatore della Cina, originario della diocesi di Concordia – Pordenone”. Il comunicato dei Vescovi del Triveneto informa così della decisione presa durante una giornata di approfondimento dedicata alla catechesi e all’annuncio del Vangelo, che si è tenuta il 30 settembre nella sede della Conferenza regionale, a Zelarino (Venezia).
Nato a Castions di Zoppola il 3 aprile 1876, Celso Costantini venne ordinato sacerdote il 23 dicembre 1899. Fu parroco in diverse parrocchie, dimostrando un grande spirito missionario. Nel 1920 venne nominato Amministratore apostolico di Fiume, eletto Vescovo il 22 luglio 1921. Il 12 agosto 1922 Papa Pio XI lo nominò primo Delegato apostolico in Cina, elevandolo alla dignità Arcivescovile.
Nel 1924 promosse il primo "Concilio Sinense", Concilio Plenario della Cina, tenuto a Shanghai. Grazie alla sua opera, il 28 ottobre 1926, vennero consacrati da Papa Pio XI nella Basilica di San Pietro in Vaticano, i primi 6 Vescovi cinesi. Nel 1927 fondò la prima congregazione religiosa cinese, la Congregazione dei Discepoli del Signore, per promuovere l’evangelizzazione in Cina fatta dai cinesi. Grazie al suo impegno nacque la prima Università cattolica cinese, Fu Ren, oggi a Taiwan.
Tornato in Italia, dal 1935 al 1953 fu Segretario della Congregazione "de Propaganda Fide", attuale Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, e durante il suo mandato, per suo diretto interessamento, venne istituita la gerarchia ecclesiastica in Cina, nel 1946. Papa Pio XII lo creò Cardinale nel Concistoro del 12 gennaio 1953. Morì a Roma il 17 ottobre 1958, tra la morte di Pio XII e l'elezione di Giovanni XXIII. La sua fulgida figura e la sua opera rimangono come punto di riferimento per le relazioni tra Cina e Santa Sede. (SL) (Agenzia Fides 06/10/2016) 

mercoledì 15 giugno 2016

Bollettino Agenzia Fides del 15 giugno 2016


AFRICA/UGANDA - I Vescovi: “No all’uso politico della giustizia, sì al dialogo per risolvere le controversie”
 
Kampala (Agenzia Fides) - “No all’uso politico della giustizia!” avvertono i Vescovi ugandesi in una dichiarazione pubblicata al termine del loro ritiro a Nsaambya, nei pressi di Kampala. “Abbiamo notato le pressioni indirette del sistema giudiziario che è usato per risolvere controversie che di norma necessitano di una soluzione politica invece di fare ricorso a interventi legali” afferma la dichiarazione firmata da Sua Ecc. Mons. John Baptist Odama, Presidente della Conferenza Episcopale dell’Uganda, pervenuta a Fides.
Il principale sfidante del Presidente Yoweri Museveni (al potere da 30 anni), Kizza Besigye, è stato posto in stato d’arresto domiciliare dall’11 maggio, con l’accusa di “tradimento”, dopo aver organizzato una cerimonia per prestare giuramento come “Presidente”. Besigye contesta i risultati delle elezioni dello scorso febbraio che hanno visto la riconferma di Museveni (vedi Fides 19/2/2016).
Dopo aver ricordato alcuni passi delle Sacre Scritture che prescrivono l’imparzialità dei giudizi, i Vescovi deplorano “l'incertezza che continua ad aleggiare in molte parti del nostro Paese”, notando che dopo le elezioni “tante persone appaiono infelici, scoraggiate e amareggiate, mentre è andata persa la speranza per un Paese migliore e più unito”.
La Conferenza Episcopale lancia quindi un appello “a tutti i leader politici perché esplorino le vie del dialogo democratico per discutere apertamente le loro recriminazioni a vari livelli, come una strategia per promuovere la responsabilità politica”. “Continuiamo ad invitare i leader politici a dare priorità alla politica dell’inclusione e non a quella dell’esclusione” concludono i Vescovi. (L.M.) (Agenzia Fides 15/6/2016)
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AFRICA/KENYA - Nuovo intervento dei leader religiosi per denunciare “i discorsi incitanti all’odio”
 
Nairobi (Agenzia Fides) - “Abbiamo notato l’aumento dei discorsi infiammatori e bellicisti da parte di alcuni politici. Questa tendenza è allarmante e si deve impedire che si radichi nella cultura politica del Paese” affermano i leader religiosi del Kenya, in un nuovo intervento sull’aumento della tensione politica in vista delle elezioni generali del 2017 (vedi Fides 30/5/2016).
In una dichiarazione comune letta il 14 giugno da Sua Ecc. Mons. Cornelius Korir, Vescovo di Eldoret e Presidente della Commissione “Giustizia e Pace”, e dal Reverendo Peter Karanja, Segretario Generale del National Council of Churches of Kenya (NCCK), i leader religiosi chiedono l’arresto e il processo immediato per coloro che pronunciano discorsi infiammatori.
“Visto che il Paese si sta preparando per le elezioni generali del prossimo anno, tutti i casi pendenti di discorsi incitanti all’odio devono essere affrontati rapidamente e quelli trovati colpevoli condannati”.
I leader che hanno firmato la dichiarazione appartengono alla Conferenza Episcopale del Kenya, al National Council of Churches of Kenya (NCCK), all’Evangelical Alliance of Kenya (EAK), al Supreme Council of Kenya Muslims (SUPKEM), al National Muslim Leaders Forum (NAMLEF),all’Organization of Africa Instituted Churches (OAIC), al Seventh Day Adventist Church.
A metà giugno la polizia ha arrestato sei parlamentari con l’accusa di aver pronunciato discorsi incitanti all’odio. (L.M.) (Agenzia Fides 15/6/2016)
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AFRICA/EGITTO - Università di al Azhar: ferma condanna della strage di Orlando, ma attenti a chi alimenta la “retorica anti-musulmana”
 
Il Cairo (Agenzia Fides) – L'Università islamica di al Azhar, la più autorevole istituzione accademico-teologica dell'islam sunnita, ha espresso una netta condanna della strage compiuta domenica scorsa a Orlando (Florida, Usa) in un locale gay, ma ha anche messo in guardia dai tentativi di utilizzare quel massacro per intensificare le campagne di “retorica anti-islamica”. In un comunicato ufficiale diffuso da al Azhar nella serata di lunedì 13 giugno, si rimarca che “il crimine atroce” compiuto a Orlando contraddice gli insegnamenti dell'islam, e si sollecitano i musulmani che vivono nei Paesi occidentali a rappresentare un modello di “convivenza e comportamenti corretti”.
Nel contempo, i responsabili dell'istituzione islamica esprimono preoccupazione riguardo a coloro che sfruttano la tragica vicenda per alimentare sentimenti anti-musulmani “a servizio di interessi puramente politici”, ricordando che la manipolazione interessata di fatti del genere “scatena più risentimento e favorisce solo il terrorismo”. Dopo la strage di Orlando il magnate Donald Trump, in corsa per la Casa Bianca nel campo del Partito Repubblicano, ha ribadito che nel caso fosse eletto sospenderà l'immigrazione negli Usa “da quelle aree che hanno noti legami con il terrorismo”. (GV) (Agenzia Fides 15/6/2016).
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AFRICA/RWANDA - Al via un nuovo intervento di sostegno alla maternità e all’infanzia
 
Buyoga (Agenzia Fides) – Visti i risultati positivi ottenuti fino ad ora dai vari progetti avviati nei pressi del villaggio di Muyanza, distretto di Rulindo (Rwanda), il Movimento Lotta Fame nel Mondo si è posto come nuovo obiettivo quello di intervenire al fine di migliorare la situazione nutrizionale nel Settore di Buyoga. Si tratta di un progetto di sviluppo della sicurezza alimentare destinato alle giovani madri della zona e ai loro bambini. Le attività si sviluppano soprattutto in quattro direzioni e prevedono un’opera di sensibilizzazione destinata alle giovani madri, un ecografo, un analizzatore di emoglobina ed altro materiale diagnostico al Centro di Salute di Muyanza e la relativa formazione specifica al personale sanitario, corsi formativi del personale sanitario del Centro di Salute di Muyanza e corsi formativi per gli agricoltori del luogo. Il progetto partirà il 1 luglio con attività di formazione e sensibilizzazione, oltre al conferimento di strumenti diagnostici; in 3 anni verranno aiutate 500 gestanti e 1000 bambini. (AP) (15/6/2016 Agenzia Fides) 
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ASIA/PAKISTAN - Omicidi dei difensori dei diritti umani: l’Onu intervenga
 
Islamabad (Agenzia Fides) – Sollecitare il governo pakistano “a catturare i killer del ministro cattolico Shahbaz Bhatti e di altri attivisti per i diritti umani e a fare giustizia”, perché tali casi evidenziano “l'impunità persistente negli attacchi contro difensori dei diritti umani, cresciuti negli ultimi anni, e il bisogno urgente della loro protezione”: è quanto chiede una missiva inviata dall’avvocato cristiano pakistano Sardar Mushtaq Gill a Michel Forst, nominato Relatore speciale Onu per i diritti umani.
Nel testo della lettera, pervenuta all’Agenzia Fides, si ricorda che “sono trascorsi più di cinque anni dall’omicidio di Bhatti e nessuno dei suoi assassini è stato assicurato alla giustizia”. Bhatti, ricorda la lettera, “si è distinto come il più influente difensore dei diritti umani che ha alzato la sua voce per i diritti dei cristiani nel paese”. Come lui è stato ucciso nel 2014, Rashid Rehman Khan, avvocato musulmano, coordinatore della Ong “Commissione dei diritti umani del Pakistan” (Hrcp), che stava difendendo un docente universitario accusato di blasfemia.
La lettera lamenta la mancata protezione dello stato verso attivisti e promotori dei diritti umani, “bersaglio di estremisti e gli altri attori statali e non statali”. I pericoli crescono, ricorda il testo “quando ci si impegna a dare assistenza alle vittime di accuse di blasfemia”.
Anche l’avvocato Gill, che difende diversi di questi casi, è sotto tiro e alcuni dei suoi familiari sono stati intimiditi, minacciati e sequestrati. L’avvocato osserva: “Apprezzo i passi compiuti negli ultimi anni dall’Onu per sostenere la giustizia in Pakistan e auspico che la protezione dei diritti umani in Pakistan continui a essere una priorità assoluta”. E conclude: “Dato che minacce, rapimenti, attacchi e omicidi sono in aumento, chiedo al Relatore speciale Onu di adottare misure ferme e vigorose per proteggere i difensori dei diritti umani in Pakistan, specialmente quanti si impegnano a fornire assistenza alle vittime innocenti degli abusi della legge sulla blasfemia”. (PA) (Agenzia Fides 15/6/2016) 
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ASIA/MYANMAR - Appello della Chiesa per la pace nello stato kachin
 
Yangon (Agenzia Fides) – “A nome di tutte le persone di buona volontà, vorrei lanciare un appello urgente per la pace e la riconciliazione per la popolazione kachin che ha a lungo sofferto. Urge cogliere l'opportunità per una maggiore democrazia, pace e giustizia”: è l’appello lanciato, a nome della Chiesa cattolica in Myanmar, dal Card. Charles Maung Bo,’Arcivescovo di Yangon, e inviato all’Agenzia Fides. Il testo si riferisce alla complessa situazione del conflitto civile tra l’esercito birmano e la minoranza etnica kachin, stanziata nel Nord del Myanmar. Nel giugno del 2011 l'esercito birmano ha messo fine a un “cessate il fuoco” che durava da 17 anni e scatenato una vasta offensiva militare contro il popolo kachin, creando una ondata di profughi e una emergenza umanitaria.
L’appello, notando la nuova situazione politica in Mynamar, dove a novembre 2015 si è eletto il nuovo Parlamento e a marzo 2016 il nuovo presidente, afferma: “Siamo grati a tutti per questa primavera della democrazia. Plaudiamo ai partiti politici, all'esercito, alla società civile e ai leader religiosi per la loro sagacia. Il Myanmar si trova sulla scena mondiale con grandi sogni. Ma ci sono aree in cui il sogno è ancora da raggiungere. Mi riferisco alla guerra che devasta le aree kachin. Più di 150.000 persone languono nei campi profughi, ridotte alla condizione di sfollati e in attesa di aiuti internazionali. Questa guerra cronica ha prodotto solo perdenti, cioè le persone innocenti abbandonate nei campi, mentre le loro terre sono disseminate da mine, il traffico di esseri umani imperversa, la droga è una condanna a morte per i giovani kachin, le risorse naturali come le miniere di giada sono saccheggiate. Questa è la causa principale del conflitto”.
Il Card. Bo ricorda di aver vissuto accanto ai kachin per 22 anni e di aver “conosciuto il loro dolore. e le loro lacrime”. Per questo la Chiesa chiede al governo del Myanmar “uno sforzo di pace e giustizia da perseguire con sincerità”, puntando a costruire una “nazione arcobaleno con un sistema federale”.
L’appello invita le istituzioni, con l'aiuto dell'ASEAN e delle Nazioni Unite, “a portare tutte le parti in conflitto a tavolo delle trattative”. Ai gruppi armati kachin si chiede di “esplorare nuovi percorsi di pace, partecipare a conferenze di pace”, dato che “la guerra è sempre ingiusta”.
Inoltre, dato che la maggior parte dei Kachin sono cristiani (battisti, cattolici e di altre denominazioni), il Card. Bo solleva un interrogativo: “Qual è la posizione dei leader religiosi in questa guerra? La nostra fede ci spinge a perseguire la pace con la giustizia. Dove siamo nei colloqui di pace?” chiede, auspicando un ruolo attivo dei leader religiosi nel processo di pace, dato che “la pace è il cuore di tutte le religioni. Tutti gli esseri umani sono fratelli e sorelle”.
Chiedendo il coinvolgimento anche della società civile della comunità internazionale, il testo si conclude con un invito al popolo birmano a “resistere a tutti i tentativi di frammentare questa nazione, compiuti da mercanti di odio e da estremisti religiosi”. “Abbiamo bisogno di credere all’unità nella diversità” conclude. (PA) (Agenzia Fides 15/6/2016)
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ASIA/GIORDANIA - La Regina Rania visita il “Ristorante della Misericordia” gestito dalla Caritas
 
Amman (Agenzia Fides) - Nel mese sacro del Ramadan, i volontari della Caritas che da dicembre scorso offrono pasti a chi si trova nel bisogno nel Ristorante della Misericordia in funzione ad Amman, nel quartiere di Jabal al Weibdeh, hanno modificato il loro piano di lavoro: per adattarsi alle esigenze dei loro avventori, perlopiù musulmani. Non servono i pasti all'ora di pranzo ma hanno istituito un'apertura serale, per offrire, a chi osserva il digiuno del Ramadan, l'unico pasto consumato dopo il tramonto.
Martedì 14 giugno il ristorante e le altre realtà gestite da Caritas Jordan presso il centro di Jabal al Weibdeh hanno ricevuto la gradita visita della regina Rania di Giordania, consorte di Re Abdallah II. Le foto della visita sono state pubblicate anche sul sito ufficiale queenrania.jo. La regina, ricevuta da Wael Suleiman, direttore di Caritas Jordan, ha ascoltato la descrizione delle iniziative promosse dalla Caritas in tutto il Regno hascemita, a cominciare da quelle rivolte all'assistenza dei profughi provenienti dalla Siria e dall'Iraq. Durante la visita, la regina si è recata anche presso la chiesa cattolica di Nostra Signora dell'Annunciazione, dove ha incontrato tra gli altri l'Arcivescovo Maroun Lahham, Vicario patriarcale per la Giordania del Patriarcato latino di Gerusalemme.
Il Ristorante della Misericordia, inaugurato alla vigilia dello scorso Natale (vedi Fides 10/6/2016), offre ogni giorno circa cinquecento pasti caldi a chi ne ha bisogno La mensa è stata ricavata nella vecchia sede dismessa della tipografia cattolica, presso la parrocchia dedicata all'Annunziata. “Ci tenevamo a fare in modo di essere vicino a una parrocchia” aveva dichiarato Wael Suleiman all'Agenzia Fides prima dell'inaugurazione, “per mostrare che anche questa iniziativa fa parte del cammino che tutta la Chiesa è chiamata a intraprendere nell'Anno Santo della Misericordia, come ci è stato suggerito da Papa Francesco. E anche per testimoniare che la Chiesa, quando è docile strumento della misericordia di Dio, abbraccia tutti, a partire dai poveri, senza fare distinzioni”. (GV) (Agenzia Fides 15/6/2016)
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AMERICA/NICARAGUA - No al partito unico, sì alla pluralità ideologica: messaggio dei Vescovi per le elezioni
 
Managua (Agenzia Fides) – La Conferenza Episcopale del Nicaragua (CEN), al termine della sua riunione di ieri, in cui ha preso in esame la realtà che sta vivendo il paese, ha pubblicato un messaggio speciale per il popolo nicaraguense, pervenuto a Fides. Il documento, firmato dai dieci Vescovi presenti, è stato letto ai giornalisti da S. E. Mons. Jorge Solórzano Pérez, Segretario generale della CEN.
"Come Pastori della Chiesa – inizia il testo -, vogliamo offrire una parola di luce e di speranza al paese in questo momento travagliato che viviamo, a causa dei recenti avvenimenti che hanno purtroppo creato in molti un sentimento di insicurezza e di confronto, che potrebbe indebolire la credibilità e la competitività nelle prossime elezioni di novembre, favorendo la crescita dell'indifferenza e dell'assenteismo nella popolazione".
"Qualsiasi tentativo di creare le condizioni per l'attuazione di un regime a partito unico in cui scompaiano la pluralità ideologica e i partiti politici è dannoso per il paese, dal punto di vista sociale, economico e politico – proseguono i Vescovi -. E' possibile vivere in armonia e tolleranza, anche in mezzo ad una sana diversità sociale e politica, che arricchisce tutte le aree della nazione".
Il documento, in 5 punti, riprende le richieste consegnate dai Vescovi al Presidente Ortega nel 2014: "Resta valido quanto abbiamo chiesto al Signor Presidente nel maggio 2014: garantire in questo 2016 un processo elettorale presidenziale trasparente e onesto, in cui deve essere espressa, senza alcun dubbio, la volontà popolare; con un sistema che garantisca ad ogni nicaraguense la propria scheda di suffragio prima delle elezioni e un processo elettorale aperto ad osservatori di istituzioni nazionali ed estere" (vedi Fides 7,8,14/06/2016).
Il messaggio si conclude con questo invito: "Esortiamo tutti i nicaraguensi a vivere questo momento con speranza e con grande spirito civico. La situazione attuale non dovrebbe far aumentare l'apatia, né l'indifferenza, ma deve essere vissuta come una sfida per costruire una nuova società basata sul diritto e sulla giustizia, nella quale si rispetti la volontà sovrana del popolo".
(CE) (Agenzia Fides, 15/06/2016)
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AMERICA/BRASILE - “La cura per la casa comune è la nostra missione”, al via la Campagna Missionaria 2016
 
Brasilia (Agenzia Fides) – Sono appena state stampate 220.000 copie del libro della “Novena Missionaria”, uno dei sussidi per l’animazione della Campagna missionaria in Brasile che quest'anno ha per tema "La cura per la casa comune è la nostra missione", ispirandosi al racconto della creazione nel libro della Genesi: "Dio vide che tutto era cosa molto buona" (Gn 1, 31).
Secondo la nota delle Pontificie Opere Missionarie del Brasile giunta a Fides, la piccola guida, di 60 pagine, mira a creare comunione, ad aiutare a pregare, a riflettere e a incoraggiare all’impegno missionario, tenendo conto dei vari aspetti della missione.
La novità di questa Novena 2016 è rappresentata dal fatto che riporta situazioni in cui i missionari vivono e indica come prendersi cura della casa comune. Per ogni giorno offre: una breve lettura della realtà; testimonianze missionarie; la luce della Parola di Dio; riflessioni; preghiere; invito all'impegno missionario. Tutto il materiale di animazione della Campagna verrà inviato a fine giugno alle 276 diocesi e prelature del Brasile, da distribuire in parrocchie e comunità. La Campagna missionaria avrà il suo culmine nel mese di ottobre, il mese delle missioni.
(CE) (Agenzia Fides, 15/06/2016)
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AMERICA/EL SALVADOR - In fuga dalla violenza delle ‘maras’
 
San Salvador (Agenzia Fides) - El Salvador sta vivendo una grave ondata di violenza tra le bande criminali. Secondo informazioni pervenute a Fides, la piccola ma densamente popolata nazione centroamericana ha registrato più omicidi nel 2015 rispetto a qualsiasi altro anno nel corso del quale si è protratta la guerra civile e la popolazione giovanile è quella più vulnerabile. Il crimine violento perpetrato dalle "maras", come vengono chiamate le bande, ha provocato la morte di 7500 giovani salvadoregni da metà del 2014. Decine di migliaia di persone, tra i quali un gran numero di minori non accompagnati, sentono di non avere altra scelta che lasciare il Paese. La maggior parte cercano di raggiungere gli Stati Uniti per fare richiesta di asilo, ma molti riescono solo ad arrivare in Messico dove vengono intercettati dalle autorità. Nei primi cinque mesi del 2016, sono stati espulsi dal Messico circa 20 mila salvadoregni, riportati alla violenza dalla quale stavan o cercando di fuggire.
(AP) (15/6/2016 Agenzia Fides)

mercoledì 9 marzo 2016

Fides News, Bollettino dell'8 Marzo 2016

EUROPA/ITALIA - Rispetto e promozione della dignità delle donne, in ogni ambito
 
Roma (Agenzia Fides) - Nella Giornata della donna, l’Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche (Umofc/Wucwo) mentre si rallegra per l’annunciata canonizzazione di madre Teresa di Calcutta, dedica il pensiero alle 4 suore della sua Congregazione barbaramente uccise in Yemen. In un comunicato inviato a Fides l’ Umofc si rivolge alle donne perseguitate, oggetto di violenza nelle proprie case e nelle strade, a quelle che a causa della stato di indigenza e povertà sono vittime di traffico per sfruttamento sessuale, per essere sottoposte all’utero in affitto. “Vogliamo esprimere la nostra solidarietà – scrive in una lettera indirizzata a tutte le organizzazioni la presidente mondiale dell'Umofc, Maria Giovanna Ruggieri - a quelle donne che sono costrette a lasciare il proprio Paese a causa delle guerre, delle persecuzioni, dei cambiamenti climatici, della povertà”. L'Umofc è un organismo fondato nel 1910 per promuovere la presenza, la partecipazione e la corresponsabilità della donna nella Chiesa e nella società. Oggi vi aderiscono 100 organizzazioni di tutti i continenti che coinvolgono oltre 5 milioni di donne. L’organizzazione collabora con diversi Pontifici Consigli della Santa Sede, rappresenta la voce delle donne cattoliche all'Onu a New York e Ginevra, all'Unesco a Parigi e alla Fao a Roma ed è impegnata nella Coatnet, una rete che si batte contro la tratta degli esseri umani.(AP) (8/3/2016 Agenzia Fides)
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AFRICA/TUNISIA - “I terroristi non hanno una base popolare, la gente sta con le forze di sicurezza” dice il Direttore Nazionale delle POM
 


Tunisi (Agenzia Fides) - “Il sentimento prevalente tra i tunisini è quello di vittoria contro i terroristi” dice all’Agenzia Fides p. Jawad Alamat, Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie della Tunisia, dove nella città di Ben Guerdane, al confine con la Libia, in una battaglia tra le forze di sicurezza e un gruppo armato, forse appartenente all’ISIS, almeno 55 persone, 36 delle quali terroristi, hanno perso la vita.
“La cosa importante da sottolineare è la coesione e la solidarietà tra la popolazione di Ben Guerdane e le forze dell’ordine. I terroristi non hanno un sostegno popolare, anzi sono stati respinti come nemici della nazione” sottolinea p. Jawad. “Questo episodio mette in luce il senso di fragilità della Tunisia da un lato, ma dall’altro esalta il sentimento di unità nazionale che prevale sui contrasti interni” conclude p. Jawad. (L.M.) (Agenzia Fides 8/3/2016)
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AFRICA/SUDAFRICA - I Vescovi invitano al “dialogo sincero” per superare il razzismo ancora presente nella società
 

Johannesburg (Agenzia Fides) - “Il razzismo e le divisioni razziali sono ancora presenti in Sudafrica” denunciano i Vescovi sudafricani, che invitano ad un “dialogo trasparente” anche se “siamo consapevoli che questo non è facile, e che molti di noi preferirebbero evitarlo”. “L’invito a questo dialogo- scrive Stephen Brislin, Arcivescovo di Città del Capo e Presidente della Southern African Catholic Bishops’ Conference, nella Lettera Pastorale intitolata “Un appello per superare il razzismo”- può da solo evocare una serie di emozioni, inclusi l’autogiustificazione e sentimenti di presunzione, oppure di colpevolezza, o di negazione; e dall’altra parte, sentimenti di rabbia e di infelicità. Il dialogo, razionale e rispettoso, è necessario in modo da aprirci a ricevere la guarigione di Dio”.
La Lettera Pastorale, pervenuta a Fides, sottolinea che il Sudafrica è ormai entrato nel terzo decennio dall’avvento della democrazia, ma risente ancora di discriminazioni razziali che comportano soprattutto disparità economiche e sociali, mentre non sono ancora guarite completamente le ferite di secoli di dominazione coloniale e dei decenni dell’apartheid.
L’Anno del Giubileo della Misericordia è l’occasione propizia per la Chiesa in Sudafrica “per impegnarsi in una credibile e totale conversione per superare il razzismo”. “Questo significa – prosegue Mons. Brislin – riconoscere la presenza del razzismo nella Chiesa prima e durante l’era dell’apartheid e in questi anni di democrazia. Umilmente, come Pastori, ci prostriamo dinanzi a Dio e di fronte a tutti coloro che sono nella sofferenza, per chiedere perdono per la nostra storica complicità con il razzismo nella Chiesa”.
Il dialogo al quale i Vescovi invitano la Chiesa verrà effettuato a livello diocesano e parrocchiale, al fine di valorizzare le diverse culture presenti all’interno delle comunità di fedeli. Un dialogo che deve essere accompagnato dalla preghiera e dal digiuno, per chiedere il perdono delle comunità segnate dalle discriminazioni razziali. (L.M.) (Agenzia Fides 8/3/2016)
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AFRICA/EGITTO - Il Ministro della giustizia promette una “soluzione” per gli studenti copti condannati per oltraggio all'islam
 
Minya (Agenzia Fides) – Il ministero della giustizia egiziano studierà in maniera approfondita la vicenda giudiziaria degli studenti copti condannati a cinque anni di prigione per il reato di oltraggio all'islam, per cercare una soluzione del caso che eviti di rovinare la vita dei ragazzi, pur senza mettere in atto disposizioni che potrebbero riaccendere i conflitti settari nella zona di Minya. Lo ha riferito lo stesso Ministro della giustizia, Ahmed al-Zind, noto per il suo antagonismo nei confronti dei gruppi islamisti. Nei giorni scorsi – riferisce il sito Copts United - alcuni parlamentari avevano incontrato il Ministro per chiedere di consentira almeno ai ragazzi di terminare il loro corso di studi, in modo da non compromettere il loro futuro.
La vicenda sottoposta all'attenzione del Ministro riguarda quattro studenti copti accusati di oltraggio alla religione islamica per aver diffuso nella primavera del 2015 una videoclip di pochi secondi, realizzata con il cellulare, in cui mimavano la scena dello sgozzamento di un fedele musulmano in atteggiamento orante, a imitazione delle orrende esecuzioni compiute dai jihadisti dello Stato Islamico (Daesh). A fine febbraio, il tribunale egiziano di Minya ha emesso una condanna pesante contro i ragazzi: tre di loro sono stati condannati a cinque anni di prigione, mentre il quarto, non ancora diciottenne, verrà inviato in una residenza sorvegliata per minori. Intanto un'associazine copta (vedi Fides 1/3/2016) ha già rivolto un appello al Presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi chiedendogli di intervenire nel caso, concedendo l'amnistia agli adolescenti condannati.. (GV) (Agenzia Fides 8/3/2016).
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ASIA/PAKISTAN - Chiese a rischio demolizione a Lahore per una nuova linea del treno metropolitano
 
Lahore (Agenzia Fides) – Diversi edifici e siti di valore storico, artistico e religioso, nonché diverse chiese, sono a rischio demolizione a Lahore, per far posto alla nuova linea del treno metropolitano progettata e avviata dall’amministrazione comunale, per adeguare la città alla mutate esigenze del trasporto pubblico. Come segnalano a Fides associazioni locali, cristiane e non, la nuova linea metropolitana avrà come conseguenza, inoltre, lo sfollamento di migliaia di persone dalle loro case.
Sono almeno 25 i siti storici interessati , che potranno essere demoliti anche se protetti come beni artistici. Vi sono, tra questi, diversi luoghi di culto, come le chiese cristiane presbiteriane di Sant’Andrea e Naulakha, la chiesa anglicana della Resurrezione e il cimitero di Mominpura, di particolare importanza per la comunità musulmana sciita di Lahore.
L'Istituto per bambini svantaggiati, che serviva 180 famiglie con i bambini con handicap mentale, è stato demolito e le famiglie sono in attesa di trasferire i bambini in un'altra scuola. Secondo il piano approvato, scuole, edifici, ospedali, case, spazi verdi lungo il tracciato individuato saranno distrutti.
Il progetto della linea arancione di treno metropolitano, lunga 27 km, dovrebbe essere completato entro ottobre 2017. Le organizzazioni della società civile sostengono che il governo del Punjab non ha preso in considerazione nemmeno il costo umano di spostare migliaia di persone che vivono in zone centrali densamente popolate: per loro non è previsto alcun indennizzo.
Farida Shaheed, ex relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti culturali, ha rimarcato che “la distruzione di questi siti viola il diritto dei cittadini e lede in modo significativo il patrimonio culturale della città”. Secondo l’Ong “Christian Solidarity Worldwide” “nella costruzione di questa linea ferroviaria, il governo del Punjab infrange le convenzioni internazionali che tutelano i diritti delle persone”. (PA) (Agenzia Fides 8/3/2016)
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ASIA/IRAQ - Il Patriarca caldeo: no alle “milizie cristiane” per liberare le terre occupate dai jihadisti
 
Baghdad (Agenzia Fides) - “Pensare che il nostro trionfo possa dipendere dalla creazione di fazioni armate isolate per combattere a difesa dei nostri diritti potrebbe condurre a un altro 'olocausto',” come è già successo in passato, quando milizie cristiane “hanno combattuto le guerre degli altri”. Mentre la strada da seguire è quella di “imparare la lezione della storia”, e eventualmente sostenere le forze armate regolari. Così il Patriarca caldeo Louis Raphael I esprime la sua netta e definitiva presa di distanze rispetto ai gruppi che nelle comunità cristiane sire, assire e caldee sostengono la necessità di difendere i propri diritti comunitari e combattere le forze jihadiste anche attraverso la formazione di gruppi armati organizzati su base confessionale.
In un ampio messaggio a tutti i caldei, diffuso attraverso i canali ufficiali del Patriarcato, il Primate della Chiesa caldea dice a chiare lettere che in realtà tali milizie confessionali sono “sponsorizzate e sostenute dagli stessi poteri che hanno scatenato il conflitto”, mentre l'unica soluzione legittima e efficace – sostiene il Patriarca nel suo intervento, pervenuto all'Agenzia Fides – è quella di arruolarsi nelle forze armate regolari, come l'esercito iracheno o quello che fa capo alla Regione autonoma del Kurdistan iracheno, per “collaborare con loro alla liberazione della terra occupata. Noi – prosegue il Primate ella Chiesa caldea “dobbiamo prendere atto che che il nostro destino è legato a quello di tutti gli iracheni, e questo è l'unico modo per garantire il nostro futuro insieme, dove gli sciiti sono chiamati a offrire la propria vita insieme ai curdi, ai sunniti, ai cristiani e ai turkmeni”.
Nello stesso intervento, il Patriarca caldeo definisce l'estremismo di marca islamista che sta sconvolgendo gli scenari mediorientali come un fenomeno “anomalo e politicamente telecomandato”, e ripete con forza la sua certezza che “niente espellerà la cristianità dal Medio Oriente, nonostante le difficoltà, fino a quando ci saranno cristiani decisi a rimanere nella propria terra d'origine, fieri della propria identità e della propria missione in questa parte del mondo”. (GV) (Agenzia Fides 8/3/2016).
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ASIA/INDIA - Promozione dei laici e impegno nel dialogo, priorità per la Chiesa indiana
 
Bangalore (Agenzia Fides) – “Vi è la necessità di una costante formazione dei laici perché possano comprendere e vivere il loro ruolo nella Chiesa. Nello scenario sociopolitico di oggi, è fondamentale riconoscere la dignità dei laici e la loro partecipazione alla missione della Chiesa. Inoltre la testimonianza cristiana in una società pluralistica significa impegnarsi in un dialogo fecondo con persone di diverse fedi, religioni e culture”: lo ha detto l’Arcivescovo Salvatore Pennacchio, Nunzio Apostolica in India e Nepal, intervenendo all’Assemblea plenaria dei Vescovi latini dell’India, in corso a Bangalore dal 2 al 9 marzo.
Come appreso da Fides, mons. Pennacchio ha rimarcato all’assemblea che “nel contesto dell'India, il rapporto tra la Chiesa cattolica e le altre Chiese cristiane sta migliorando. Tuttavia diversi fattori ancora ci separano. In un tempo di crescente secolarizzazione e di discriminazioni religiose, i cristiani devono essere uniti tra loro e donare alla nazione una comune testimonianza di unità e fedeltà a Cristo”.
Il Card. Oswald Gracias, Presidente della Conferenza dei Vescovi di rito latino (CCBI), ha lanciato un appello a pregare per i cristiani perseguitati nel mondo, soprattutto per i cristiani in Medio Oriente, ricordando le quattro suore uccise nel recente massacro in Yemen: “Tutte – ha ricordato – hanno cercato di vivere il carisma di Madre Teresa, donandosi totalmente, e in questo servizio hanno perso la vita. Questo omicidio è senza senso, ma darà i suoi frutti. Preghiamo perché il sangue versato porti pace in una zona lacerata”.
I Vescovi hanno anche chiesto alle autorità di adottare misure immediate per il rilascio del sacerdote salesiano indiano p. Tom Uzhunnalil, originario del Kerala, rapito dai terroristi in Yemen.
La Conferenza dei Vescovi latini dell'India (CCBI), con circa 180 vescovi, è la più grande Conferenza episcopale in Asia e la quarta più grande del mondo. (PA) (Agenzia Fides 8/3/2016)
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AMERICA/CILE - Mons. Goic: "una società più equa, per vivere con maggiore dignità"
 
Rancagua (Agenzia Fides) - Il Vescovo di Rancagua, Sua Ecc. Mons. Alejandro Goic Karmelic, che in questi giorni celebra i suoi 50 anni di sacerdozio (12 marzo 1966), ha ribadito che il salario minimo, in vigore dal 1 ° gennaio di quest'anno, non è conforme alla situazione attuale.
"Quello che ho detto nel 2007 è ancora valido – afferma il Presule nella nota inviata a Fides -. Dobbiamo metterci al posto dei più poveri. A quell’epoca avevo indicato una cifra simbolica, ma sono passati quasi 10 anni, ed è chiaro che 250 mila pesos di allora non corrispondono al 2016. Bisogna pensare che la ricchezza potrebbe essere distribuita in modo più equo, per vivere tutti con maggiore dignità".
Nel 2007, poche settimane dopo che la società mineraria statale Codelco aveva raggiunto un accordo con i lavoratori in subappalto che erano stati mobilitati (vedi Fides 23/04/2008), Mons. Goic aveva affermato, in una intervista alla televisione cilena, che il salario minimo di 144.000 pesos (US $ 277,5) avrebbe dovuto essere sostituito da un "salario etico", che a suo parere non doveva essere inferiore a 250.000 pesos (US $ 480). Il suo intervento, da allora, ha causato reazioni contrastanti nella politica, nei gruppi sociale e negli imprenditori del paese.
"La soluzione consiste nel trovare il modo di essere una società più equa. Il Cile sembra essere uno dei paesi più disuguali al mondo e in questo senso dobbiamo migliorare" ha concluso il Vescovo. (CE) (Agenzia Fides, 08/03/2016)
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OCEANIA/AUSTRALIA - Onore alle donne missionarie: il loro coraggio è indiscutibile e la loro fede incrollabile
 
Sidney (Agenzia Fides) - In occasione della Giornata internazionale della donna, Catholic Mission celebra le donne missionarie che continuano ad avere un profondo impatto sulla vita di milioni di persone, in Australia e all’estero. In un comunicato inviato all’Agenzia Fides, il direttore nazionale dell’organizzazione, padre Brian Lucas, ha definito le donne come “eroi non celebrati della Chiesa”, e ha messo in evidenza il loro incredibile lavoro nelle ultime campagne. “Negli ultimi 5 anni - ha detto p. Lucas - Catholic Mission ha messo in luce la dedizione delle donne missionarie impegnate in tutto il mondo. Anche nelle circostanze più difficili il loro coraggio è indiscutibile e la loro fede incrollabile.” Quest’anno per l’8 marzo Catholic Mission ha rivolto un appello a tutti i sostenitori invitandoli a ricordare il grande contributo delle donne all’interno della Chiesa e nella vita ordinaria. “Le donne – continua p. Lucas – sono parte integrante dell’opera della Chiesa in tutto il mondo, compresa Catholic Mission. La nostra organizzazione è stata fondata da una missionaria laica, Pauline Jaricot, e invita tutti ad unirsi in preghiera per le suore e le laiche missionarie impegnate in tutto il mondo a promuovere la fede, la giustizia e il benessere delle comunità”. (AP) (8/3/2016 Agenzia Fides)
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AFRICA/R.D. CONGO - Nomina del Rettore del Seminario teologico “S. Roberto Bellarmino” di Kisantu
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in data 18 settembre 2015, ha nominato Rettore del Seminario teologico interdiocesano “S. Roberto Bellarmino” nella diocesi di Kisantu, il rev. Delvaux-Corneille Diampovisa Mbambi, del clero diocesano di Kisantu.
Il nuovo Rettore è nato a Mbemba (RDC) il 29 marzo 1964 ed è stato ordinato sacerdote il 29 luglio 1990 per la diocesi di Kisantu. Dopo il Seminario minore a Lemfu, ha studiato filosofia al Seminario maggiore di Mayidi e teologia alle Facoltà cattoliche di Kinshasa, licenziandosi in teologia, orientamento biblico. Dal 1991 al 1999 è stato coordinatore diocesano delle scuole cattoliche convenzionate di Kisantu, professore al Seminario maggiore di Mayidi, cappellano degli studenti cattolici universitari. Quindi ha proseguito gli studi a l’Institut catholique de Paris, conseguendo il dottorato in teologia nel 2007. Nello stesso periodo è stato vicario parrocchiale in Francia. Tornato in patria è stato rettore del Seminario propedeutico Saint Pierre de Lemfu. Dal 2009 è professore visitatore al Seminario maggiore di Mayidi e dal 2010 coordinatore diocesano delle scuole cattoliche convenzionate di Kisantu. (SL) (Agenzia Fides 08/03/2016)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo 24 novembre 2024

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