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mercoledì 16 marzo 2022

Agenzia Fides: Danneggiato da vandali un crocifisso a Mumbai

 

ASIA/INDIA - Danneggiato da vandali un crocifisso a Mumbai
 
Mumbai (Agenzia Fides) - Con un atto di vandalismo, il monumento di Cristo Crocifisso situato di fronte a Pavan Hans, nella parte Ovest di Mumbai, capitale dello stato indiano di Maharastra, è stato intenzionalmente danneggiato da ignoti. “Siamo inorriditi per l'ennesimo atto di disprezzo e violenza gratuita a danno dei cristiani. Le minoranze religiose in questa città, in particolare i cristiani, sono sottoposte a continue molestie poiché i loro luoghi di culto sono regolarmente presi di mira e oggetto di atti vandalici” dice a Fides Nicholas Almeida, leader laico cattolico dell'arcidiocesi di Bombay, e membro della Ong "Watchdog Foundation".
Dopo l'episodio del danneggiamento, rilevato il 12 marzo scorso, i fedeli rinnovano la richiesta di installare telecamere sui luoghi particolarmente sensibili della città. Nota Almeida: “Abbiamo assistito a una serie di incidenti simili a Mumbai, in particolare nelle aree di Santa Cruz, Juhu e Bandra, che sono nella parte ovest della città. Questi atti feriscono i sentimenti religiosi della comunità cristiana ed è dunque necessario un intervento delle autorità”. “Il governo dello Stato del Maharastra ha il compito di tutelare tutti i cittadini, qualsiasi religione professino, e i loro luoghi di culto” conferma Vivian D'Souza, altro leader laico cattolico locale.
Nei primi 45 giorni del 2022 sono stati registrati 53 episodi di violenza contro i cristiani in varie parti dell'India, riferisce una nota dello "United Christian Forum" (UCF) gruppo ecumenico con sede a New Delhi, rilevando "un preoccupante aumento degli episodi di violenza contro i cristiani". Lo UCF ha attivato una speciale linea telefonica di assistenza che raccoglie le segnalazioni e aiuta i cristiani in difficoltà, sia nei rapporti con le autorità, sia nella consulenza legale. Nel 2021 le segnalazioni ricevute sono state 505.
(SD-PA) (Agenzia Fides 16/3/2022)

sabato 13 febbraio 2021

Agenzia Fides 13 febbraio 2021

 

AFRICA/KENYA - I missionari Orionini: “Un nuovo progetto per aiutare i Masai”
 
Kandisi (Agenzia Fides) - “L’obiettivo del progetto è quello di avviare una coltivazione di ‘fagioli gialli’ in territorio masai: l’idea nasce soprattutto dalla necessità di creare nuove entrate per il Centro e, al tempo stesso, di condividere le buone pratiche agricole che abbiamo acquisito in questi anni”. Così riferisce all’Agenzia Fides padre Jeremiah Muchembe, sacerdote dei Figli della Divina Provvidenza, di origini keniote, parlando del nuovo progetto agricolo che i religiosi Orionini della comunità di Kandisi stanno realizzando in collaborazione con gli indigeni Masai, che vivonosugli altopiani al confine fra Kenya e Tanzania.
La realizzazione di queste progetti è possibile grazie al contributo di alcuni benefattori che sostengono le iniziative dei padri Orionini, che in questa parte del Kenya hanno in cura una parrocchia che accoglie molti abitanti di villaggi dell’etnia Masai. A Kandisi l’Opera Don Orione segue un Centro diurno e una scuola di sviluppo per bambini e giovani disabili con un centro di orticultura: “La sfida legata a questa iniziativa - spiega p. Muchembe - non è soltanto quella di adoperare delle tecniche di lavorazione che rispettino l’ambiente, senza l’utilizzo di pesticidi chimici, ma anche quella di abbattere i pregiudizi nei confronti di una delle più antiche popolazioni africane, come quella Masai, che rischia di essere ormai bistrattata perché continua a mantenere antiche usanze e a praticare uno stile di vita indigeno”.
"È importante sensibilizzare il governo affinché finanzi progetti di questo tipo, perché hanno una profonda valenza culturale” - osserva il missionario. "Da diversi anni - racconta - attuiamo progetti di orticoltura che coinvolgono direttamente alcuni ragazzi disabili che frequentano la struttura. Questi hanno così l’opportunità di studiare, di diplomarsi e di fare un praticantato di 2 anni nel settore agricolo. Al termine del percorso formativo - prosegue p. Jeremiah - vengono assunti nella fattoria del Centro che vende i propri prodotti a diversi supermercati e alla comunità locale. Così facendo - conclude - i ragazzi diventano indipendenti, inserendosi socialmente nella comunità”.
In Kenya la Chiesa gestisce 2.805 strutture sanitarie e assistenziali, di cui 86 centri per anziani, invalidi e disabili.
(ES) (Agenzia Fides 13/2/2021)
LINK
Guarda la video intervista a padre Jeremiah Muchembe sul canale Youtube dell'Agenzia Fides -> https://www.youtube.com/watch?v=TQKVdf4Jxzs
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - Al via al progetto GRAIL per la cura dei bambini affetti da HIV / AIDS
 

Abidjan (Agenzia Fides) - Abidjan (Agenzia Fides) -La cura dei bambini affetti da HIV / AIDS diventerà presto una realtà in Costa d'Avorio attraverso il progetto GRAIL (Galvanizing Religious Actors for better Identification and Linkage to pediatric HIV).
Questo progetto, che mira a migliorare la diagnosi e la cura dei bambini sieropositivi attraverso il rafforzamento dell'impegno dei leader religiosi, è stato ideato e realizzato dal 2017 da Caritas Internationalis e testato con successo in Congo e Nigeria.
Il 9 febbraio, il progetto è stato lanciato in Costa d’Avorio presso il CERAP (Centro di ricerca e azione per la pace) presso Abidjan Cocody, alla presenza dei rappresentati dei partner che ne fanno parte: Organizzazione mondiale della sanità, UNAIDS, PNLS, programma nazionale per la lotta contro l'HIV /AIDS del Ministero della Salute e Igiene pubblica, UNICEF.
Prima di questa cerimonia di inaugurazione si è celebrata una messa per affidare l’iniziativa al Signore. Nell'omelia Sua Ecc. Mons. Bruno Essoh Yédo, Vescovo di Bondoukou, Presidente della Commissione Episcopale per lo sviluppo umano integrale e Presidente della Caritas Costa d'Avorio, ha accolto con favore la realizzazione del progetto che aiuterà i bambini 0-14 anni con HIV che necessitano con urgenza di cure per accrescere le loro speranze di vita.
"Secondo le stime dell'UNAIDS 2018, solo il 40% dei bambini che hanno bisogno di cure vi ha accesso" ha lamentato il Vescovo di Bondoukou.
Mons. Bruno ha anche sottolineato l'impegno della Chiesa per la salute. "Se la Chiesa cattolica ha più di 21.000 centri sanitari e più di 16.000 programmi per anziani e persone che vivono con malattie croniche e invalidi, questo indica l'importanza che attribuisce ai più deboli" da qui il suo coinvolgimento nel GRAIL.
La realizzazione del progetto GRAIL in Costa d'Avorio è stata caratterizzata da un seminario di formazione di due giorni per guide religiose sugli aspetti teologici e scientifici della malattia da HIV / AIDS per una più ampia diffusione di messaggi di prevenzione in un'ottica di riduzione della stigmatizzazione sociale. Un approccio molto apprezzato da tutti i partner.
La fase pilota del progetto GRAIL in Costa d'Avorio sarà attivata nelle diocesi di Abidjan, Yopougon, Katiola, Korhogo e Grand-Bassam. (S.S.) (Agenzia Fides 13/2/2021)
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ASIA/BANGLADESH - Le minoranze religiose: in Parlamento si recitino versetti sacri di tutte le fedi
 
Dhaka (Agenzia Fides) - Leggere versetti dai libri sacri di tutte le religioni prima dell'inizio della sessione parlamentare: è la richiesta sollevata dal "Bangladesh Hindu Buddhist Christian Unity Council" (BHUCUC), Consiglio interreligioso che riunisce in Bangladesh leader delle comunità religiose minoritarie, nel paese a larga maggioranza islamica.
Come appreso da Fides, il leader indù Rana Dasgupta, Segretario generale del BHBCUC, ha dichiarato: "Crediamo che nell'interesse dell'uguaglianza, della giustizia e della democrazia, la speranza di tutte le comunità religiose in Bangladesh sia di porre fine a ogni discriminazione religiosa nell'Assemblea nazionale del Bangladesh. In tal caso, a partire dall'anno del Giubileo d'oro dell'indipendenza (1971-2021), all'inizio della sessione parlamentare e in ogni giorno lavorativo, si dovrebbe prendere l'iniziativa di leggere le sacre scritture di tutte le religioni". Già dal 1973 al 1975, ricorda il Consiglio, la lettura delle Sacre Scritture di tutte le religioni ha avuto luogo in sessioni parlamentari. Ora è pratica è leggere versetti sacri solo dal Corano. Dasgupta ha fatto appello al presidente e al governo affinché si prenda l'iniziativa di pregare secondo i diversi riti religiosi dei parlamentari presenti: vi sono infatti nella Assemblea nazionale 19 membri dei parlamenti provenienti da comunità religiose minoritarie.
Il leader cristiano Nirmol Rozario, presidente del BHBCUC, concordando con la richiesta di Dasgupta, afferma : “Desideriamo un paese laico e rispettoso di tutti i cittadini, di ogni fede religiosa. Durante la guerra di indipendenza, persone di tutte le fedi hanno combattuto per un paese indipendente e tanti di loro furono tra le vittime della guerra . Oggi tutti noi abbiamo il diritto di praticare la nostra religione". "Chiediamo e umilmente al presidente del parlamento e al primo ministro Shekh Hasina di iniziare la recita dei libri sacri di tutte le regioni prima dell'inizio di ogni sessione in Parlamento", ha detto Rozario.
Il leader religioso buddista Bhikkhu Sunanda Priya ha detto che il governo mostrerà di dare spazio ai gruppi religiosi minoritari, "l'immagine del Bangladesh sarà più luminosa".
Su 160 milioni di abitanti, in Bangladesh l' 89,5% circa della popolazione professa la fede musulmana, l'9,6% è indù e il restante 0,9% include cristiani (tra questi i cattolici sono 400.00), buddisti e sikh.
(FC) Agenzia Fides (13/2/2021)
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ASIA/KAZAKHSTAN - Il Vescovo di Karaganda: “Il beato Bukowiński, radice profonda della Chiesa kazaka e della sua fioritura vocazionale”
 
Karaganda (Agenzia Fides) - “Nel cammino della storia, la Chiesa è continuamente rigenerata e portata avanti dai santi e dalla loro testimonianza. Il Beato Wladyslaw Bukowiński è stato una radice attiva e profonda della fioritura della Chiesa viva di Karaganda e del Kazakistan. Io l’ho veramente conosciuto e incontrato, non di persona ovviamente, ma attraverso il seme, il fiore e il frutto, che Dio ha generato attraverso di lui soprattutto qui, a Karaganda, nei tempi difficili e dolorosi delle persecuzioni staliniane. Questo Beato, quindi, testimonia alla Chiesa del Kazakistan che è possibile diventare santi, cioè realizzare in pienezza la propria umanità, anche in condizioni estremamente difficili e dolorose. Oggi accogliamo la testimonianza della sua fede nei lager sovietici e impariamo da lui come essere testimoni di Gesù nell’immane lager della globalizzazione, che stritola l'uomo e che vuole ridurre la sua vita a un benessere e a una felicità puramente terreni”. E’ quanto afferma all’Agenzia Fides, Mons. Adelio Dell’Oro, Vescovo di Karaganda, parlando della vita di Beato Władysław Bukowiński, sacerdote diocesano che, fra i tormenti dei gulag sovietici, ha portato avanti la sua missione evangelizzatrice e coltivato il seme della nascente presenza cattolica in Kazakistan.
Arrestato tre volte per la sua attività di apostolato, il Beato Bukowiński ha trascorso nei lager 13 anni, 5 mesi e 10 giorni. Alla morte di Stalin, fu trasferito al confino a Karaganda dove lavorava come custode presso un cantiere edile, dedicandosi di notte all’apostolato clandestino. È stato il primo sacerdote cattolico ad esservi giunto e a restarvi stabilmente dopo la II guerra mondiale.
“Grazie alla presenza e alla testimonianza di quest'uomo di Dio, a Karaganda nacque, dalla fine degli anni Cinquanta, una comunità cattolica, costretta a nascondersi sotto terra, ma comunque vivacissima e intraprendente: questa prima Chiesa clandestina ha rappresentato la speranza che ha sorretto migliaia di deportati, in gran parte polacchi dell’Ucraina e tedeschi. Per il disegno di Dio e per la Sua grazia, la testimonianza di molti uomini, nonostante le feroci persecuzioni, ha reso Karaganda il centro del cattolicesimo ai tempi del regime sovietico”, racconta Mons. Dell’Oro.
Ancora oggi, la parrocchia di San Giuseppe a Karaganda è espressione della vivacità e della fede di quei cattolici e racchiude in sé un’eredità unica non solo in Kazakhstan, ma anche nell’intero territorio dell’ex Unione Sovietica: è, infatti, una delle prime chiese ufficialmente registrate durante il regime comunista, nel 1977. “In quell’anno - spiega Mons. Dell’Oro - furono gettate le fondamenta della futura Chiesa cattolica con la partecipazione attiva dei fedeli: alla costruzione del tempio, infatti, parteciparono tutti, dal più piccolo al più grande, compresi invalidi e ammalati”.
Dall’eredità spirituale di padre Bukowiński, rileva, sono nate più di 16 vocazioni al sacerdozio, tra cui quelle di due vescovi - Joseph Werth, Vescovo a Novosibirsk, e Nikolay Messmer, ora defunto, vescovo in Kirghizistan - e 28 vocazioni femminili alla vita consacrata in 7 diverse congregazioni e comunità: “Inoltre, quando sono tornati nella loro patria storica, centinaia di ex parrocchiani locali hanno portato nuova linfa alla vita della Chiesa in Germania, Polonia e in altri paesi. Come nei primi secoli, proprio le sofferenze e il sangue versato da questi cattolici hanno moltiplicato il numero dei cristiani, dando vita a questa Chiesa”, aggiunge il vescovo di Karaganda.
Oggi la città di Karaganda conta 4 chiese cattoliche, un seminario internazionale e un convento di clausura delle suore carmelitane. A giugno scorso, inoltre, Papa Francesco ha elevato la chiesa di San Giuseppe a Basilica minore. La diocesi di Karaganda comprende due regioni e occupa un territorio grande due volte e mezzo l’italia. Le circa 20 parrocchie sono separate tra loro da enormi distanze: le più lontane sono a 1700 km una dall’altra. In totale, nell’intero territorio del Kazakhstan si contano 4 diocesi cattoliche, per un totale di 70 parrocchie. I sacerdoti presenti nella nazione sono 91, tra i quali 61 diocesani e 30 religiosi. I cattolici rappresentano una piccola minoranza: secondo i dati ufficiali forniti dal Ministero degli Esteri kazako, degli oltre 17 milioni di abitanti del Paese, circa il 26% è costituito da cristiani, e l’1% di questi è di fede cattolica.
(LF-PA) (Agenzia Fides 13/2/2021)
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ASIA - Povertà e rischi di una “generazione perduta” a causa della pandemia
 
Singapore (Agenzia Fides) - Quanto conta la pandemia di Covid-19 nel futuro a breve termine dell’Asia? Quali sono i suoi effetti sulla povertà, una piaga che non riguarda solo il continente asiatico ma che in Asia, in passato, ha raggiunto punte estreme? Come si comportano gli Stati per dare una risposta all’allargarsi della povertà?
Secondo la World Bank, “lo shock da Covid-19 non solo mantiene le persone in povertà, ma crea anche una classe di nuovi poveri". Nell’autunno dell’anno scorso la Banca internazionale nata a Bretton Woods negli anni Quaranta pubblicava una stima secondo la quale, nel corso del 2020, il numero di persone che vivono in povertà nella regione Asia Pacifico sarebbe aumentato sino a 38 milioni, “tra i quali 33 milioni che altrimenti sarebbero sfuggiti alla povertà e altri 5 milioni spinti nella povertà” (considerando una soglia di $ 5,50 al giorno). Un nuovo rapporto dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) sostiene che , nel mondo, più di 250 milioni di persone hanno perso il lavoro durante la pandemia: la crisi – rileva il direttore generale dell’Ilo Guy Ryder – c minaccia di produrre una "generazione perduta". Già prima del rapporto presentato nelle scorse settimane, l’ILO aveva per esempio stimato nell’ordine dei milioni i lavoratori dell’area Asia-Pacifico che, prima della pandemia avevano redditi stabili garantiti dal settore del turismo ma che, in seguito al Covid, si sono trovati a rischio di scivolare in una povertà da loro lontana.
La pandemia non sembra aver risparmiato nessun settore (il tessile, ad esempio, molto diffuso in Asia, il commercio al dettaglio, il lavoro informale) ma, nello stesso tempo, un rapporto del “Boao Forum for Asia”, organizzazione non profit con sede a Pechino e presieduta dall’ex segretario dell’Onu Ban Ki Moon, ha analizzato l’andamento delle politiche di riduzione della povertà in Asia, mettendo in luce alcuni risultati positivi.
L’Asia Poverty Reduction Report 2020 infatti prova a riassumere gli ultimi sviluppi, i risultati e le esperienze nella riduzione della povertà in Asia. Secondo il rapporto, la pandemia a è diventata l'elemento più diretto che colpisce la povertà del continente e a causa dello shock da Covid-19 e la disuguaglianza di reddito è aumentata più rapidamente rispetto all'era pre-pandemica. Visto inoltre che l'Asia sta attraversando rapide trasformazioni economiche e sociali, “la regione ha molto da migliorare nelle infrastrutture, nei servizi pubblici e nella capacità di gestione delle emergenze” mentre “i gruppi svantaggiati sono particolarmente vulnerabili all'impatto negativo degli incidenti che riguardano la sicurezza pubblica”. Il rapporto prevede che quasi la metà della popolazione che avrà a che fare con questa nuova ondata di povertà nel mondo si concentrerà nell'Asia meridionale. L'Asia in generale però rimane il maggior attore della riduzione della povertà globale.
“Grazie alla sua straordinaria crescita, la trasformazione economica e sociale dell'Asia ha anche cambiato radicalmente il panorama dell'economia globale e della gestione della povertà. Nel 2019, i tassi di incidenza della povertà dei Paesi in via di sviluppo in Asia – scrive il rapporto - erano scesi al di sotto del 3%. Se misurato da indicatori di povertà del reddito, il tasso di incidenza della povertà estrema in Asia è solo dell'1,85%. La regione sta entrando in una fase critica caratterizzata dall'eliminazione della povertà estrema e dall'apertura di una nuova era contrassegnata dalla riduzione della povertà relativa”. L'Asia comunque – conclude l’indagine - “dovrebbe guadagnare terreno nel raggiungimento del primo obiettivo dell'Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile che è proprio: Sconfiggere la povertà”.
(MG-PA) (Agenzia Fides 13/02/2021)
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ASIA/LIBANO - Patriarca maronita: nel ‘Grande Digiuno' di Quaresima, chiediamo al Signore di “spazzar via” la pandemia con la forza della Resurrezione
 

Bkerké (Agenzia Fides) – Fin dall’antichità, la pratica del digiuno è servita a “esprimere pentimento” e invocare “misericordia divina durante tempi segnati da tribolazioni come malattie, epidemie, ingiustizie, persecuzioni e guerre”. Anche le circostanze del presente, così duramente segnato dagli effetti della pandemia, “spinge tutti noi a espiare i nostri peccati e i mali del mondo, e invocare Dio affinchè abbia pietà di noi e di tutta l'umanità, dicendo: ‘Vieni presto, o Signore, in nostro aiuto’ ”. E’ questo l’invito rivolto dal Patriarca maronita Bechara Boutros Rai a tutti i battezzati della Chiesa maronita, nella lettera-memorandum appena diffusa per riproporre le pratiche penitenziali da osservare nel tempo di Quaresima.
Nella cadenza dei tempi liturgici seguita dalla Chiesa maronita, il “Grande Digiuno” (la Quaresima) inizia quest’anno il 15 febbraio, Lunedì delle Ceneri. “I peccati” si legge nel messaggio patriarcale “si sono moltiplicati nel mondo senza alcun pentimento. Il male si va diffondendo, proprio come la pandemia da Covid-19, che dilaga in tutto il globo terrestre”, provocando la morte di un numero impressionante di persone in ogni parte del mondo.
Nel suo messaggio, il Patriarca Bechara Rai ricorda le vicende narrate nella Bibbia, in cui la pratica penitenziale del digiuno è sempre collegata a esperienze di liberazione dal giogo dell’oppressione, da pericoli o da piaghe che fanno soffrire il popolo. Il digiuno – aggiunge il cardinale libanese – “non ha di per sé un valore magico”, e raggiunge il cuore di Dio solo se esprime fede sincera e si accompagna alla preghiera sincera e alla carità verso chi è nel bisogno. “Con l'elemosina” si legge nel testo patriarcale “ripristiniamo il rapporto con i nostri fratelli e sorelle più bisognosi, restituendo loro ciò che è loro dovuto, perché ‘i beni della terra sono preparati da Dio per tutti gli uomini’ ”. Con la preghiera, riconosciamo le nostre miserie, invochiamo da Dio “il suo perdono e la sua misericordia” e chiediamo che Lui, con la sua grazia, “sostenga le nostre buone intenzioni”. La consuetudine ecclesiale – ha aggiunto il Patriarca maronita - prevede che con ciò che risparmiamo digiunando, aiutiamo i nostri fratelli e sorelle con i loro bisogni”. A questo riguardo, il Patriarca ha ringraziato “tutti coloro che prendono iniziative individuali o collettive, quelli che partecipano alle campagne promossa da Caritas-Libano, dalla Croce Rossa e da altre organizzazioni e associazioni caritative, e anche dalle parrocchie e dalle fondazioni”. Tra le indicazioni pratiche suggerite, il Patriarca ha ricordato anche la prassi di astenersi dal cibo dalla mezzanotte a mezzogiorno di tutti i giorni della Quaresima, ad eccezione dei sabati, delle domeniche e di altri giorni di festa solenne, come l’Annunciazione del Signore (25 marzo) e la festa di San Giuseppe (19 marzo). “Chiediamo a Dio, per intercessione di nostra Madre, la Vergine Maria” scrive il Patriarca maronita a conclusione della sua lettera “di accettare il nostro digiuno e di guarire coloro che sono affetti dall'epidemia da Covid-19, spazzando via questa pandemia con la forza della sua risurrezione e l'abbondanza della sua misericordia”. (GV) (Agenzia Fides 13/2/2021).
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AMERICA/BOLIVIA - Ad un anno da "Querida Amazonia" resta valido l'appello a sognare un'Amazzonia dove si promuovano i diritti dei più poveri
 
La Paz (Agenzia Fides) – Ad un anno dall'Esortazione Apostolica post-sinodale "Querida Amazonia", resta ancora valido l'appello a sognare un'Amazzonia dove si promuovano i diritti dei più poveri, dei popoli autoctoni, degli ultimi (vedi Fides 12/07/2020). Uno spazio dove viene preservata la loro ricchezza culturale, dove viene preservata la bellezza naturale e dove le comunità cristiane incarnate danno alla Chiesa nuovi volti con tratti amazzonici.
"L'Amazzonia è un insostituibile dono di Dio, considerato che è uno dei principali responsabili della regolazione del clima nel mondo; i suoi biosistemi sono una dispensa globale di acqua, cibo ed energia. Nelle condizioni attuali, con così tanti attacchi su questo territorio, si sta prendendo una rotta irreversibile. Molte informazioni scientifiche avvertono costantemente che l'equilibrio planetario dipende anche dalla salute dell'Amazzonia", si legge nella pubblicazione inviata a Fides dalla REPAM.
"Querida Amazonia", continua a chiedere l'impegno di ciascuno di noi di "amazzonizarci"; termine usato per condividere con l'intera Chiesa boliviana e con l'intero pianeta i valori di una regione che ha molto da condividere, soprattutto gli insegnamenti della convivenza senza distruzione, in un rapporto reciproco che rappresenta la tanto sognata "ecologia integrale".
(CE) (Agenzia Fides 13/02/2021)

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AMERICA/CUBA - il Ministro degli esteri celebra il V Anniversario dell'incontro tra Papa e il Patriarca di Mosca
 
L'Avana (Agenzia Fides) – "Ricordiamo il quinto Anniversario dello storico incontro all'Avana tra Papa Francesco e il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill. Cuba è lieta di aver ospitato questo epocale incontro", con queste parole, condivise su Twitter, il ministro cubano dei rapporti Esteri, Bruno Rodríguez, ha sottolineato la ricorrenza dell'incontro tra il Vescovo di Roma e il Primate dell'Ortodossia russa, enfatizzando l'importanza di quell'avvenimento. Il Cancelliere cubano ha definito l'evento "storico e epocale", e ha detto che la "Isla" è lieta di averlo ospitato.

Il Patriarca Kirill e Papa Francesco si sono riuniti sull'isola il 12 febbraio 2016. Si è trattato del primo incontro tra un Vescovo di Roma e un Patriarca di Mosca (Vedi Fides 12/02/2016).
In quell'occasione, il Papa e il Patriarca hanno firmato una dichiarazione congiunta, nella quale hanno espresso la volontà di collaborare e di fare tutto il necessario per superare le divisioni storiche ereditate.
“I cristiani di qui" riferì allora all'Agenzia Fides il Vescovo Georges Abou Khazen OFM, Vicario apostolico di Aleppo per i cattolici di rito latino, commentando l'incontro tra il Papa e il Patriarca "si sono accorti che le loro sofferenze non cadono nel nulla: l'incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill lo percepiscono come il frutto della croce che stanno vivendo. La sofferenza di tutti i cristiani del Medio Oriente porta il frutto dell'unità, e ne potrà portare anche altri. Questo per noi è una grande consolazione e ci aiuta a andare avanti, anche se dobbiamo ancora soffrire” .(CE) (Agenzia Fides 13/02/2021)

martedì 28 febbraio 2017

Bollettino Agenzia Fides 28 febbraio 2017

AFRICA/CONGO RD - “Rischiamo di sprofondare nel disordine incontrollabile”: grido d’allarme dei Vescovi
 
Kinshasa (Agenzia Fides) - “L’impasse politica è preoccupante e rischia di far sprofondare il nostro Paese in un disordine incontrollabile”. È l’allarme lanciato dai Vescovi della Repubblica Democratica del Congo, dove dopo la morte dello storico oppositore Étienne Tshisekedi (vedi Fides 2/2/2017), maggioranza e opposizione non riescono a mettersi d’accordo per formare il governo di unità nazionale previsto dagli accordi di San Silvestro, incaricato di portare il Paese alle elezioni (vedi Fides 25/2/2017).
“Le divergenze in seno alla classica politica, e le tensioni nel Paese, possono condurre la nazione all’implosione e al caos” scrivono i Vescovi in un messaggio inviato all’Agenzia Fides.
Ripercorrendo le tappe della crisi, nata “dal blocco del processo elettorale la cui regolarità e continuità sono state interrotte” (si doveva votare entro dicembre 2016 per eleggere un nuovo Capo dello Stato), i Vescovi ricordano che è stato il Presidente uscente, Joseph Kabila, a sollecitare la loro mediazione che ha portato agli accordi del 31 dicembre (vedi Fides 3/1/2017).
I due nodi sui quali si è arenato il dialogo sono le modalità di designazione del Primo Ministro e quelle di ripartizione dei diversi dicasteri tra maggioranza e opposizione. Per superare questi ostacoli, i Vescovi chiedono alle forze politiche “un dialogo franco, basato sulla buona fede e la confidenza reciproca” e ricordano che la Conferenza Episcopale ha solo un ruolo di mediazione. Sono quindi inaccettabili “le minacce e le violenze ricorrenti, frutto di manipolazioni, dirette contro la Chiesa cattolica per ragioni inconfessate” (vedi Fides 24/2/2017).
Le violenze che sconvolgono il Paese (vedi scheda) “sono una vera tragedia”. “È un caso che tutto questo avvenga in periodo pre-elettorale ? Temiamo un’organizzazione per ritardare o impedire la tenuta delle elezioni” affermano i Vescovi.
Per uscire da questa situazione i Vescovi chiedono alle parti politiche di impegnarsi lealmente per applicare l’accordo di San Silvestro, al Presidente in esercizio e alle forze dell’ordine di garantire la sicurezza, alla popolazione di evitare di cadere nella trappola dei discorsi incitanti all’odio e alla comunità internazionale di accompagnare la RDC in questa difficile transizione. (L.M.) (Agenzia Fides 28/2/2017)
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AFRICA/CONGO RD - Scheda: le aree di crisi denunciate dai Vescovi
 
Kinshasa (Agenzia Fides) - “Siamo profondamente addolorati dalla moltiplicazione dei focolai d’insicurezza e di violenza che si generano sulla quasi totalità del territorio nazionale e fanno pensare ad una balcanizzazione della Repubblica Democratica del Congo” affermano i Vescovi congolesi nel messaggio inviato all’Agenzia Fides.
I Vescovi citano le seguenti aree di crisi:
1) Il Nord- Kivu, afflitto da massacri a ripetizione delle popolazioni locali, attribuiti a presunti ribelli dell’ADF/NALU nel Territorio di Beni e da attacchi di gruppi etnici nel Territorio di Lubero e di Rutshuru. Inquieta inoltre il ritorno degli ex ribelli dell’M23;
2) Il Tanganyika segnato dagli scontri sanguinosi tra Bantu e Batwa (pigmei), con conseguente sfollamento forzato delle popolazioni e abbandono delle coltivazioni;
3) Il Kasai, Kasai- Centrale e Kasai-Orientale, sconvolti da incursioni continue di milizie che si rifanno al capo tradizionale Kamwina Nsapu (vedi Fides 27/2/2017);
4) Il Kongo Centrale è toccato dal fenomeno mistico-politico Bundu dia Mayala con conseguenti scontri mortali;
5) La capitale Kinshasa è scossa da atti di vandalismo e da uccisioni nel corso di dimostrazioni.
Anche la Chiesa ha subito atti di vandalismo dall’inizio dell’anno. Sono stati saccheggiati il Seminario Maggiore di Malole a Kananga e le parrocchie di Saint-Dominique a Kinshasa-Limete, Saint-Kizito e Saint-Martin à Lubumbashi, Bon Pasteur a Boma, Sainte Marie di Lukalaba a Mbujimayi nella diocesi di Luiza : Saint-Matthias a Mubinza, Saint-Jean a Yangala, Sainte-Thérèse a Dibandisha e Saint-Boniface a Ngwema. (L.M.) (Agenzia Fides 28/2/2017)
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ASIA - Si fa strada un modello di impresa centrato sull’essere umano, secondo la Laudato si’
 
Bangkok (Agenzia Fides) – Sono 22 i paesi asiatici che hanno mostrato interesse e aderito all'iniziativa promossa dalla Banca Mondiale “Human centered business model: a holistic approach to a new model of doing business”. L'iniziativa nasce dalla convinzione che la crisi epocale in corso richiede soluzioni innovative per contrastare iniquità, conflitti sociali, inquinamento, distruzione delle risorse naturali, cambiamento climatico e deterioramento dei paesaggi urbani e rurali. Tutte problematiche ben presenti e discusse in numerosi paesi asiatici, in cui anche le comunità cristiane hanno sempre dato il loro contributo, soprattutto dopo la pubblicazione dell’enciclica Laudato si’.
Il “Global Forum on law, justice and development”, della Banca Mondiale, ha promosso un nuovo modello di fare impresa, centrato sull'essere umano, in sintonia con l'urgenza di ripensare le modalità di produzione, secondo l’Agenda Onu 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Questa indica chiaramente “la necessità di individuare modalità socialmente responsabili di produrre e consumare, compatibili con la ricerca di un giusto profitto ma anche con la coesione sociale e il rispetto dell’ambiente”.
Come appreso da Fides, il progetto, che ha trovato echi in paesi asiatici e riscosso l'interesse di numerosi leader cristiani, intende contribuire a sviluppare e sperimentare sul campo un nuovo modello di impresa economicamente sostenibile, rispettoso dei diritti umani, dell’ambiente e delle comunità locali in cui s’inserisce.
Il progetto intende coinvolgere in modo attivo attori istituzionali e privati e si struttura attorno a sei pilastri: seguire i principi-guida (produrre nel rispetto degli obiettivi globali di sviluppo sostenibile); creare nuove forme giuridiche; elaborare modalità innovative di finanziamento e soluzioni fiscali per supportare le imprese che adottano questo modello; presentare politiche d’impresa rispettose della legalità e degli standard ambientali ed etici; garantire formazione e sistemi di sostegno tecnico specializzati, nella fase di lancio delle nuove imprese, facendo ricorso alla collaborazione con università, associazioni professionali, comunità locali. (PA) (Agenzia Fides 28/2/2017)
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ASIA/INDIA - Urge fermare "l'aritmetica dell'odio" sul presunto aumento delle minoranze religiose
 
Hyderabad (Agenzia Fides) - Fermare "l'aritmetica dell'odio" che accusa le minoranze religiose e polarizza le società indiana: è l'appello rivolto al governo nazionale dalla "All India Catholic Union" (AICU), la più antica associazione del laicato cattolico indiana.
In una nota inviata a Fides, il presidente nazionale dell' AICU, Lancy D. Cunha, ha rimarcato: "Il Bharatiya Janata Party (Bjp) e organizzazioni come il Sangh Parivar, promuovono una "aritmetica di odio" e dovunque ci sono elezioni comunali, provinciali o nazionali diffondono notizie per cui le minoranze religiose sarebbero in netta crescita in India".
"Il ministro federale per gli affari interni, Karen Rijjiju, sta facendo insinuazioni contro la popolazione cristiana in Arunachal Pradesh, suo stato natale, gettando calunnie sulle minoranze religiose" rimarca.
Secondo l'AIUCU il leader del BJP e Sangh Parivar hanno insultato i cristiani specialmente negli stati dell'India nordorientale e dell'India centrale.
Questi discorsi di odio generano ed alimentano violenza verso le comunità religiose minoritarie, come cristiani e musulmani. L'AICU chiede al Primo Ministro Narendra Modi di mantenere la promessa di garantire sicurezza a tutti i cittadini indiani e di fermare le campagne di odio che incoraggiano i militanti ad attaccare le chiese, le persone e le istituzioni religiose.
La leadership AICU rinnova al governo la domanda di ripristinare i diritti costituzionali dei dalit cristiani, discriminati sulla base di un Ordine presidenziale del 1950, restituendo a 200 milioni di dalit non indù i diritti in materia di istruzione e occupazione.
L'AICU invita il governo a concentrarsi su questioni come il lavoro, lo sviluppo, le condizioni di vita degli agricoltori, la sicurezza delle donne, l'assistenza sanitaria e l'alloggio, i senza fissa dimora.
Fondata nel 1919, nel 2019 l'AICU celebra 100 anni di vita, è diffusa in 171 diocesi indiane ed è l'organizzazione laicale cattolica più antica e grande dell'intera Asia. (PA-SD) (Agenzia Fides 28/2/2017)

 
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ASIA/TERRA SANTA - Ambasciatore di Palestina: la Santa Sede farà una "donazione sostanziosa” per i restauri del Santo Sepolcro e della Natività
 
Roma (Agenzia Fides) – La Santa Sede offrità una “donazione sostanziosa” per contribuire ai lavori di restauro in corso sia presso la Basilica del Santo Sepolcro, a Gerusalemme, che presso la Basilica della Natività, a Betlemme. Lo conferma all'Agenzia Fides il diplomatico Issa Amil Kassissieh, Ambasciatore dello Stato di Palestina presso la Santa Sede. L'intenzione della Santa Sede è stata confermata all'Ambasciatore dal Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto dellla Congregazione per le Chiese orientali, durante un incontro avvenuto in Vaticano lunedì 27 febbraio. “I frati francescani della Custodia di Terrasanta” riferisce all'Agenzia Fides l'Ambasciatore palestinese “diffonderanno una dichiarazione in cui annunceranno l'entità della donazione e il meccanismo con cui verrà versata. Fin d'ora, a nome del Presidente delllo Stato di Palestina, Mahmud Abbas, e del popolo palestinese, ho ringraziato la Santa Sede per l'impeg no da essa profuso a sostegno della giustizia e della pace in Terra Santa, e dei luoghi dove è nato e dove è stato crocifisso Nostro Signore Gesù Cristo”.
Il restauro della Basilica della Natività, a Betlemme, è iniziato nel 2013, e vede la collaborazione fra le tre comunità religiose (Greco Ortodossi, Armeni e Francescani della Custodia) che hanno specifici diritti e proprietà sulla chiesa, regolate dallo Status Quo.
I lavori dell'Edicola del Santo Sepolcro sono iniziati l'8 maggio 2016. Anche al Santo Sepolcro, il progetto di riqualificazione, con un costo di 3,3 milioni di dollari, viene sostenuto dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa greco-ortodossa e dalla Chiesa armena apostolica. Nell'aprile 2016, il Re di Giordania Abdallah II aveva già fatto pervenire sottoforma di “beneficienza reale” (Makruma) una consistente donazione personale a favore del progetto. Lo scorso ottobre, anche il Presidente palestinese Mahmud Abbas ha offerto a titolo di “contributo personale” una donazione per sostenere i lavori di restauro dell'Edicola del Santo Sepolcro (vedi Fides 18/10/2017). La Custodia francescana di Terrasanta, attraverso i suoi canali ufficiali, fornisce periodicamente gli aggiornamenti sull'avanzamento dei lavori. (GV) (Agenzia Fides 28/2/2017)
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ASIA/CINA - E’ morto Mons. Casimiro Wang Milu, Pastore umile, zelante e caritatevole
 
Tianshui (Agenzia Fides) - Alle ore 0,55 del 14 febbraio, è deceduto S.E. Mons. Casimiro Wang Milu, Vescovo emerito di Tianshui, nella provincia di Gansu (Cina Continentale). Aveva 74 anni. Nei primi giorni di gennaio era stato ricoverato in ospedale a Gan’gu, ma il 16 dello stesso mese le sue condizioni si erano aggravate a causa di un’emorragia cerebrale. Dopo due interventi chirurgici ed un miglioramento iniziale, sono subentrate nuove complicazioni: egli è stato trasferito all’ospedale provinciale di Lanzhou, dove le terapie non hanno purtroppo avuto effetto.
Il Presule era nato il 24 gennaio 1943 a Daxiangshan, nel distretto di Gan’gu, da una fervente famiglia cattolica. L’attuale Vescovo Ordinario della Diocesi, S.E. Mons. Giovanni Wang Ruowang, è un suo fratello minore.
Nel 1956 Mons. Wang Milu era entrato nel Seminario del Sacro Cuore a Tianshui. Durante la rivoluzione culturale venne arrestato e condannato a tre anni di prigione. Il 16 luglio 1980, poco tempo dopo la liberalizzazione delle attività religiose, ricevette l’ordinazione sacerdotale. Pochi mesi dopo, il 28 gennaio 1981, fu consacrato Vescovo di Tianshui da S.E. Mons. Pietro Giuseppe Fan Xueyan, Vescovo di Baoding. Nel 1983 venne ancora arrestato e condannato a dieci anni di reclusione per la sua attività pastorale. Nel 1993 riprese la guida della Diocesi. Il 25 luglio 2003 accettò di rinunciare al governo pastorale diocesano.
Umile, zelante e caritatevole, viene ricordato per il suo zelo generoso. Un gran numero di fedeli ha reso omaggio alla salma e ha partecipato ai funerali, celebrati il 18 febbraio. (Agenzia Fides 28/2/2017)
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AMERICA/BRASILE - “300 anni di amore e di fede”: il carnevale più famoso al mondo rende omaggio alla Madonna di Aparecida
 
San Paolo (Agenzia Fides) – La Scuola di samba "Unidos di Vila Maria" di San Paolo ha presentato venerdì scorso, 24 febbraio, una sfilata che ha voluto rendere omaggio ai 300 anni di devozione alla Madonna di Aparecida, in Brasile. Il tema scelto: "Aparecida, la regina del Brasile: 300 anni di amore e di fede nel cuore del popolo brasiliano", ha illustrato diversi miracoli attribuiti alla Vergine Maria e messo in scena la storia della prima apparizione dell'immagine, nel 1717, a tre pescatori. Il Santuario nazionale di Aparecida, in un comunicato pubblicato sul sito internet, ha ricordato che questa sfilata di carnevale si è cominciato a prepararla nei primi mesi del 2015, quando i leader della scuola di samba "Unidos di Vila Maria" hanno espresso questa intenzione all'Arcivescovo locale Sua Ecc. Mons. Odilo Pedro Sherer.
"Nel mese di marzo 2015, i Cardinali di Aparecida, di Rio de Janeiro, di San Paolo e l'Arcivescovo di Botucatu (San Paolo), hanno accolto con favore la proposta e hanno stabilito che il rettore del Santuario offrisse tutta l'assistenza di cui la scuola aveva bisogno affinché la Madre di Dio fosse degnamente lodata e onorata, al di fuori di un ambito religioso" aggiunge il comunicato.
L'incarico è stato dato a Sidnei França, pellegrino del Santuario di Aparecida e 6 volte campione del carnevale di San Paolo. Così, la mattina del 25 febbraio 2017, il Sambodromo di San Paolo, la struttura che ospita le sfilate e le parate, ha sentito risuonare il canto "Ai tuoi piedi mi prostrerò, Signora di Aparecida, preghiera di amore che ci unisci, salve Regina del Brasile".
(CE) (Agenzia Fides, 28/02/2017)
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AMERICA/MESSICO - Un muro serve anche per esprimere il proprio disaccordo
 
Juarez (Agenzia Fides) – Dopo che domenica 26 febbraio, i membri di diverse organizzazioni non governative e attivisti hanno realizzato dei graffiti sul muro di confine che si trova tra Juarez e El Paso, in Texas, nella zona di Anapra, il Vescovo di questa comunità, Sua Ecc. Mons. Jose Guadalupe Torres, ha commentato queste azioni dicendo che "Ognuno è libero di esprimere le proprie idee contro un sistema sul quale non è d'accordo". Sul muro sono stati scritti e pitturati diversi messaggi contro le politiche di immigrazione e le espulsioni che sta ordinando il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
(CE) (Agenzia Fides, 28/02/2017)
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AMERICA/ARGENTINA - Attività di sensibilizzazione per sradicare il lavoro minorile nelle aree di coltivazione del tabacco di Misiones
 
Posadas (Agenzia Fides) – Si è appena conclusa, a Misiones, la quinta edizione di Porvenir NEA, una delle principali iniziative sulla Responsabilità Sociale portata avanti da due ong: Massalin Particulares y Asociación Conciencia. Nell’iniziativa sono state coinvolte 145 scuole delle zone rurali della città. Con l’obiettivo di migliorare le condizioni di accesso e permanenza nel sistema educativo rurale, nel 2016, 11 mila kit scolastici e ludoteche mobili sono stati distribuiti in 145 scuole rurali che si trovano nelle aree dove si coltiva il tabacco, a favore di circa 15 mila bambini. Attraverso questa iniziativa, il programma ha contribuito allo sviluppo integrale dell’infanzia permettendo ai bambini di accedere alle migliori scuole rurali preparate per accoglierli e offrire loro strumenti di gioco e di apprendimento. Nel progetto era previsto anche il miglioramento della infrastruttura scolastica degli istituti nelle aree di coltivazione del tabacco, con il fin e di offrire assistenza sanitaria e favorire le abitudini igieniche dei bambini. Sono stati inoltre consegnati 15 dissalatori di acqua che consentono l’accesso all’acqua potabile per 728 alunni delle scuole rurali della zona.
(AP) (28/2/2017 Agenzia Fides)
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AMERICA/URUGUAY - Continuano a chiudere gli edifici scolastici per mancanza di alunni
 
Melo (Agenzia Fides) - Quattro scuole rurali del dipartimento di Cerro Largo corrono il rischio di chiudere per mancanza di iscrizioni. Nel dipartimento ci sono già circa 20 scuole rurali senza alunni, su un totale di 85 che funzionavano nel 2011. Secondo fonti locali, gli edifici rimangono comunque aperti perché nella zona c’è una popolazione errante e fino a quando non si verifica che le famiglie non si fermano le scuole non chiudono. A Cerro Largo, attualmente, ci sono due scuole rurali con un solo alunno. Del totale delle scuole, 72 hanno un solo insegnate. Ci sono circa 30 scuole con un massimo di 3 bambini. In Uruguay, a causa della mancanza di iscrizioni, ogni anno chiudono 10 scuole. Nel Paese ci sono 1125 scuole rurali frequentate da circa 20 mila alunni, una media del 17,7%, secondo i dati del Consiglio dell’Istruzione Iniziale e Primaria (CEIP). In 590 scuole primarie ci sono meno di 10 alunni e 250 con soli 5 bambini. In 20 scuole c’è solo un alunno.
(AP) (28/2/2017 Agenzia Fides)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo 24 novembre 2024

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