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giovedì 16 settembre 2021

Nuovo tratto di ciclovia in comune di Torviscosa(messaggero Veneto 13 settembre 2021)

 TORVISCOSA


Partiti i lavori di realizzazione del tratto di ciclovia, lungo la Sr 14 “Trieste-Venezia”, in località Arrodola Nuova nel comune di Torviscosa. L’opera, attesa da tempo dai residenti e non solo, riveste grande importanza in quanto l’intenso traffico sulla Sr 14 rende insicuro il transito sia dei ciclisti che dei pedoni i quali, a causa dell’assenza di marciapiedi, devono procedere sul bordo della strada a contatto con il traffico.


L’intervento, di oltre un milione di euro finanziato quasi interamente con fondi ministeriali Cipe, si inserisce in modo organico all’interno del sistema turistico e ciclabile della Bassa friulana e prevede, partendo dalla periferia Est dell’abitato di Chiarisacco (in Comune di San Giorgio di Nogaro) in corrispondenza dell’incrocio con Via Marianis, di raggiungere tramite un tratto di pista ciclabile nuova lunga 389 metri la roggia Zumello. Qui verrà realizzata una passerella ciclo-pedonale a valle del ponte stradale e a monte del ponte ferroviario. Completato l’attraversamento della roggia, la ciclovia proseguirà parallela alla Sr 14 per altri 368 metri separata dalla stessa da un fossato per la raccolta delle acque meteoriche di nuova realizzazione, terminando il suo percorso in corrispondenza del bivio con la vecchia strada regionale ora dismessa. Infine, a partire dall’incrocio con Via Marianis e in direzione San Giorgio di Nogaro, sempre sul tratto a valle della Sr 14, verrà realizzato un percorso pedonale, lungo circa 95 metri, per mettere in sicurezza i pedoni e i frontisti residenti nelle case insistenti in quel tratto. I due tratti di pista ciclo-pedonale di nuova realizzazione (prima e dopo il ponte sulla Roggia Zumello), avranno una carreggiata pavimentata di larghezza massima di 2,50 metri mentre il tratto pedonale avrà larghezza di 1,80 metri.

L’opera, affidata alla ditta Polese Spa di Sacile da Fvg Strade, è stata progettata dagli ingegneri Blarasin e Carlon. Responsabile del procedimento è l’ingegner Luca Vittori, mentre il direttore dei lavori è l’ingegner Piero Cecconi. —

lunedì 27 ottobre 2008

Via Annia

Itinerari Culturali
VIA ANNIA: 200 KM DI STORIA, TRADIZIONI, ARTI E CULTURE TRA TERRA E MARE. A PADOVA 4 "NUOVE" SALE ALLESTITE AGLI EREMITANI

Padova, 25 ottobre 2008 (dall'inviato A. Miatello e la collaborazione di July). "Il Progetto Via Annia - finanziato da ARCUS S.p.A. e sostenuto dalla Regione del Veneto e dal Comune di Padova (costo 1.800.000 euro) - ha come obiettivo il recupero e la valorizzazione dell'antico tracciato romano del II sec. a.C. che collegava un capolinea meridionale, ipoteticamente individuato in Adria passando per i centri di Padova, Altino e Concordia", così inizia Fausta Bressani, responsabile della Direzione Beni Culturali della Regione Veneto, nel suo breve intervento alla conferenza stampa che si è svolta ieri alla sala del Romanino. In epoca romana la Via Annia era una principale "strada" di comunicazione tra il Delta del Po e Aquileia e grazie ad una serie di collegamenti secondari, garantiva un'agevole penetrazione verso altre direzioni dell'entroterra. "Una sorta di spina dorsale lungo la quale si è sviluppata l'identità dei territori circostanti e che ha avuto un ruolo fondamentale nel proiettare la cultura romana verso il Nord Est della penisola ed il centro dell'Europa".

Il percorso, ricavato dai romani su precedenti piste protostoriche, oggi è parzialmente rintracciabile nella strada statale Triestina, malgrado le vicende climatiche e i dissesti idrogeologici di epoca tardoantica e altomedioevale che ne hanno cancellato le tracce, facendo perdere per lungo tempo la memoria di questa importante via di comunicazione. "La valorizzare del tracciato di questa antica via romana significa" - come ha spiegato Girolamo Zampieri, conservatore del Museo Archeologico patavino - "recuperare quel filo conduttore che unisce, oggi come ieri, le terre del nord-est italiano con il cuore d'Europa. Il recupero non può che partire da tutte quelle testimonianze, spesso conosciute soltanto dagli studiosi, che parlano della storia del territorio". Il Progetto Via Annia mira nella sua globalità (si spera che i fondi siano sufficienti anche per le prossime tappe, ndr.) a fare dell' antico tracciato romano una sorta di perno da cui incentivare il processo di crescita dei territori del Nord-est; una promozione culturale, dunque, che proceda di pari passo con progetti di valorizzazione paesaggistica e di recupero delle antiche tradizioni eno-gastronomiche oggi esistenti. L'obbiettivo del progetto è di rendere la Via Annia un patrimonio culturale accessibile, trasformando quello che oggi è per i più un "non luogo" in una realtà percepibile.
In pratica sarebbe la prima volta che si lavora ad un progetto su un "piano orizzontale" e "non verticalistico", come ha precisato l'on. Andrea Colasio, forse il vero fustigatore per il raggiungimento di questo obiettivo. Non più dunque calato dall'alto (di solito sono le soprintendenze che dettano la loro governance) ma con una articolata politica di aggregazione tra enti locali diversi (fondazioni private, comuni, musei, università e naturalmente le soprintendenze). Una sorte di federalismo avanzato che in altri paesi europei esiste da molti decenni.
Il recupero e la valorizzazione della Via Annia, che sinceramente la conoscevamo nei libri di storia o di "miscellanea" memoria (ad esempio nei Tre Volumi "Venetia" della Casa editrice Cedam del 1967, vi è un'ampia descrizione), dovrebbe stimolare la rinascita di altre vie romane, come la via Postumia (da Verona a Vicenza a Concordia, in cui si intrecciava con la via Annia, o la via Claudia Augusta che andava da Altino verso Belluno). Nel Triveneto abbiamo diversi musei che sono ricchi di collezioni archeologiche ma purtroppo il sistema museale è come una pelle di leopardo. Belluno, Rovigo, Vicenza, Verona ed altre città d'arte non fanno sistema. Mancano i fondi ma anche le persone non brillano. Le fondazioni bancarie ed i privati preferiscono puntare sui titoli ...fantasma delle borse mondiali!
L'allestimento museale archeologico a volte è obsoleto dal punto di vista della presentazione o persino non perfettamente adatto a tutte le "stature" dei visitatori (le vetrine hanno le scaffalature oltre il mt. 160) che impediscono di concentrarsi sui rari oggetti esposti. Poi certi pannelli con le spiegazioni sono sempre con caratteri troppo piccoli. A questo punto i musei comunali dovrebbero disporre di audioguide gratuite ed essere pagate dal Ministero della pubblica istruzione. Ma così purtroppo non lo è perchè un tale servizio è solo offerto dalle mostre miliardarie che da tempo vanno di moda in Italia. L'ultima nella città del Cagnan sembra si aggiri attorno ai sette milioni di euro!

La Via Annia, fatta costruire nel 131 a.C. dal pretore Tito Annio Rufo e costituita in gran parte da una superficie di ghiaia -viae glarea stratae- (essa doveva essere ricoperta di basoli solo in prossimità dei centri urbani più rilevanti), collegava Adria ad Aquileia, attraversando i territori dei tre importanti centri di Padova, Altino e Concordia. Più in dettaglio, in corrispondenza di Mestre, il tragitto lambiva la costa, mentre nel tratto tra Altino e Concordia, esso ripercorreva il preesistente sistema viario paleoveneto. La direttrice venne utilizzata fino al periodo tardo imperiale (cronache del tempo riferiscono che, nel corso del IV d.C, numerosi imperatori vi transitarono al fine di difendere il confine orientale dell'Impero). Una rete di collegamenti terra-laguna-corsi d'acqua. Interessante notare che la via terrestre (che attraversava la pianura perilagunare e delimitava a nord una vasta campagna centuriata e più a sud un territorio fluvio-palustre) era collegata anche ad un itinerario endolagunare segnato da fosse di navigazione e vie fluviali, che spesso consentivano di raggiungere l'interno con più facilità. Nel corso dei secoli l'instabilità dell'ambiente palustre e lagunare mutò ripetutamente l'assetto del territorio a sud dell'Annia, modificando anche il tracciato della stessa. Le varizazioni delle condizioni ambientali, già a partire dal II sec. d.C., ridussero in questa area traffici e commerci dando inizio ad un irreversibile processo di decadenza economica e culturale . E' in età imperiale tuttavia che si origina il vero declino del tracciato, dopo il 410 d.C., ed è legato al lento spopolamento delle campagne a causa delle invasioni barbariche. ll Veneto infatti era un punto di passaggio obbligato per le invasioni barbariche dell'Italia provenienti dalle pianure dell'Est. Nel corso delle lotte combattute dai popoli barbarici - Ostrogoti, Franchi, Longobardi - fra loro e contro gli imperatori di Bisanzio che tentavano di riconquistare l'Italia, il Veneto conobbe periodi di grave decadenza economica e sociale. Dopo la caduta dell'impero romano, in Veneto come nel resto d'Italia, non c'era più nessuno che curasse la manutenzione delle strade e quindi queste andarono in forte declino: le belle strade selciate romane o le più semplici inghiaiate furono sommerse da alluvioni o i loro blocchi regolari vennero usati come materiale da costruzione di Venezia e le isole della laguna).

- Tra i rinvenimenti più significativi riconducibili al tracciato stradale della via Annia, vanno menzionati tra le provincie di Padova e Venezia i quattro miliari rinvenuti a Stanga (Pd), Dolo, Campalto e Quarto d'Altino nonchè le stazioni di ristoro per viaggiatori e cavalli scavate a San Bruson di Dolo e Marghera.
- Due miliari della metà del IV sec. d.C. sono stati ritrovati a San Giorgio di Nogaro , in provincia di Udine, nella frazione di Chiarisacco. Gli studiosi concordano nel situare la mutatio ad Undecimum. Recenti lavori di dragaggio e pulitura del fiume Corno (sempre presso la frazione di Chiarisacco) hanno permesso di individuare la presenza di una imponente struttura muraria composta da grosse pietre e laterizi di epoca romana che attraversa l'intero alveo del corso d'acqua.
- Anche all'altezza di Ceggia- da dove la strada ripartiva per raggiungere Concordia Sagittaria ed Aquileia - sono stati rinvenuti i resti di due piloni e delle testate di un ponte a tre arcate.
- Lungo le vie d'acqua invece sono emersi un gran numero di insediamenti, per lo più ville rustiche (tra cui quella di Ca' Tron a Roncade- , che si avvalevano dell'abbondanza di corsi d'acqua per commerciare i loro prodotti, primo fra tutti il vino.

Fonte: www.aidanews.it

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

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