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giovedì 21 dicembre 2023

Quando Pironio visitò Milano chiesadimilano.it

 

Quando Pironio visitò Milano

Beatificato il 16 dicembre a Luján, il futuro Cardinale argentino, nato da genitori friulani, visitò la città sotto l’episcopato del cardinale Schuster, lasciando in una lettera parole di ammirazione per il Duomo e per la liturgia ambrosiana

di Emilia FLOCCHINI

20 Dicembre 2023
Eduardo Francisco Pironio

Il cardinale Eduardo Francisco Pironio, per molti anni stretto collaboratore dei papi san Paolo VI e san Giovanni Paolo II, è stato beatificato sabato 16 dicembre a Luján, in Argentina.

Nato il 3 dicembre 1920 a Nueve de Julio da genitori friulani – il padre era di Percoto, frazione di Pavia di Udine, e la madre di Camino di Buttrio – ha vissuto le tensioni della Chiesa argentina e latinoamericana del suo tempo, cercando di testimoniare costantemente la speranza di Cristo, come del resto recitava il suo motto episcopale.

In visita ai parenti italiani

Prima ancora di essere ordinato vescovo, Pironio, da giovane sacerdote, visse in Europa per circa un anno, nel quale studiò presso i maggiori centri culturali e universitari. Colse però l’occasione non solo per rivedere la zia e i cugini che vivevano a Udine, ma anche per visitare alcune grandi città italiane e salutare altri parenti lungo il cammino.

Partì da Roma lunedì 7 giugno 1954, risalendo verso Siena e Firenze. Da lì si mosse per Bologna e, un giorno e mezzo dopo, arrivò a Milano. Così racconta la sua permanenza nella nostra città in una lettera alla madre, scritta quando ormai era giunto a Udine:

L’ammirazione per il Duomo, la liturgia ambrosiana e Schuster

«Da Bologna sono passato, il sabato 12, a Milano, la superba città delle industrie, agitata e moderna come Buenos Aires, però molto più piccola. Mi sono fermato lì fino al venerdì 18 approfittando dell’alloggio che mi hanno fornito due fratelli di padre Guirao – quel sacerdote di Junin che si ordinò con me a Luján – Milano mi ha impressionato, particolarmente il famoso Duomo; vera meraviglia dei secoli. Credo che sia il più bello che io abbia visto finora, almeno secondo il mio gusto. Ho potuto anche apprezzare la solennità della liturgia ambrosiana durante la tradizionale messa e processione presieduta dal santo e famoso cardinale Schuster».

Testimone di speranza in anni di rinnovamento

Negli anni seguenti, Pironio divenne vescovo e interpretò in Argentina le consegne della Dottrina Sociale della Chiesa e del Concilio Vaticano II, particolarmente come presidente della Conferenza Episcopale Latinoamericana (Celam). Dal 1975 fu alla guida della Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari; l’anno seguente fu creato cardinale.

Nel 1984 fu chiamato a dirigere il Pontificio Consiglio per i Laici, grazie alla sua esperienza con l’Azione cattolica quand’era ancora in Argentina. Frutto del suo operato in quel contesto è la nascita della Giornata mondiale della gioventù, di cui seguì undici edizioni a livello internazionale.

Morì a Roma il 5 febbraio 1998, dopo undici anni nei quali aveva sopportato un tumore alle ossa e senza mai smarrire la fiducia in Dio e nella Vergine Maria, presso il cui santuario di Luján fu ordinato sacerdote e vescovo e dove riposano le sue spoglie. Sorprende pensare che una personalità simile abbia avuto un passaggio, seppur breve, nelle terre ambrosiane.

domenica 12 novembre 2023

IL CARDINALE PIRONIO SARÀ PROCLAMATO BEATO

 

IL CARDINALE PIRONIO, ARGENTINO DI ORIGINI FRIULANE, SARÀ PROCLAMATO BEATO

Sarà presto beato il card. Eduardo Francisco Pironio, argentino figlio di una coppia di emigrati friulani. La notizia è stata diffusa dalla Santa Sede dopo che mercoledì 8 dicembre il Papa ha riconosciuto il miracolo avvenuto per intercessione del porporato argentino. Si tratta dalla guarigione di un bambino di un anno e mezzo intossicato dalla inalazione di porporina. Grande gioia anche in Friuli.

In molti lo conoscevano come l’“amico di Dio”, come ebbe modo di definirlo l’allora arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio. Per tutti è stato colui che sostenne e poi realizzò le Giornate Mondiali della Gioventù, esaudendo un profondo desiderio di Giovanni Paolo II. Il cardinale argentino Edoardo Francisco Pironio sarà proclamato Beato il 16 dicembre 2023 in Argentina, nel Santuario di Nostra Signora di Luján. Il Papa ha riconosciuto il miracolo attribuito alla sua intercessione durante l’udienza di mercoledì 8 novembre, al cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi.

L’inviato speciale di Papa Francesco sarà il cardinale spagnolo Fernando Vérgez Álzaga, che per 23 anni è stato segretario di Pironio. Il card Álzaga fu in visita in Friuli nel febbraio 2023.

 

La vita di Pironio, argentino con origini in Friuli

Il padre originario di Percoto (Pavia di Udine) e la madre di Camino di Buttrio, emigrati in Argentina, Eduardo Francisco Pironio nacque a Nueve de Julio, nei pressi di Buenos Aires il 3 dicembre 1920. Era il ventiduesimo figlio di quella coppia di emigrati friulani.

Ordinato sacerdote nel 1943, nel 1964 fu eletto vescovo titolare di Ceciri e ausiliare di La Plata e nel 1972 vescovo di Mar del Plata. Chiamato a Roma da papa Paolo VI come prefetto della Congregazione per i Religiosi e degli Istituti Secolari, fu creato cardinale nel 1976. Nel 1984 fu nominato da Giovanni Paolo II presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, dove tra l’altro collaborò a ideare una straordinaria esperienza giovanile: le Giornate mondiali della gioventù.

Da tempo malato di un tumore osseo, morì nella Città del Vaticano il 5 febbraio 1998 all’età di 77 anni. Fu sepolto nel santuario di Nostra Signora di Luján, in Argentina. Il 18 febbraio 2022, papa Francesco ha riconosciuto le virtù eroiche del cardinale Pironio, dichiarandolo venerabile.

 

Il legame con il Friuli

Il primo incontro di Eduardo Pironio con la terra di origine avvenne nel 1958. Aveva 38 anni; come tanti sacerdoti, era venuto a Roma per studiare. Interessato alla propria storia umana, si recò a Percoto, paese natale del padre Giuseppe.

Nel 1964, quando era Vescovo ausiliare di La Plata, si recò a Tolmezzo; accompagnato dal presidente della Comunità carnica on. Michele Gortani, visitò il cimitero, in «un pellegrinaggio di ricordanza e di pietà sulle tombe dei familiari dei nostri emigrati in Argentina».

Da allora, i suoi viaggi in Friuli si ripeterono, anche da cardinale. Per quelli che considerava ormai i suoi compaesani, aveva sincera amicizia, così fu presente alle grandi feste del paese: la secolare festa di San Giuseppe, la Madonna del Rosario, anniversari del parroco e anniversari dei suoi coetanei della classe 1920. Ci teneva a «riaffermare l’appartenenza e l’identità alla terra e al luogo d’origine della sua famiglia».

 

Udine, 3 maggio 1992. Papa Giovanni Paolo II incontra i giovani friulani in piazza I maggio. Al suo fianco l’allora arcivescovo Alfredo Battisti (a sinistra) e il card. Eduardo Pironio (a destra).

Tra il terremoto e Castelmonte. E con Giovanni Paolo II

Il punto più alto di comunanza spirituale e materiale con la terra di origine, avvenne per il terremoto del 1976. Così ricordò quelle circostanze l’allora arcivescovo di Udine, mons. Alfredo Battisti, nel corso di un convegno a Tricesimo. «In quei giorni il Cardinale ha calorosamente appoggiato la mia richiesta di inviare in Friuli delle suore per un periodo di due anni, allo scopo di stare vicine alle famiglie colpite dal sisma. La risposta è stata veramente generosa. Alle religiose già presenti nella diocesi si sono aggiunte 90 Suore…».

Sempre l’arcivescovo Battisti ricordava la presenza del cardinale al pellegrinaggio a piedi al santuario di Castelmonte, l’8 settembre 1978. Nell’omelia, Pironio ricordò che la madre gli aveva insegnato le preghiere, prima in friulano e poi in spagnolo, e che un giorno, quando l’andò a trovare, lei gli disse: «Frut, tu âs di confessami!»«O ài di sbrocami par furlan!».

Un’ulteriore presenza significativa di Pironio in Friuli fu quella di Udine nel 1992, a fianco di papa Giovanni Paolo II, in piazza I Maggio, nell’incontro con 20 mila giovani friulani.

 

Il cardinale delle Giornate mondiali della Gioventù

Il card. Pironio e papa Giovanni Paolo II a una Giornata mondiale della Gioventù.

Tra i partecipanti al Concilio Vaticano II come “esperto”, per lungo tempo insegnante, poi stretto collaboratore di Papa Wojtyla che lo volle come presidente dell’allora Pontificio Consiglio per i Laici, Pironio, fu figura molto amata nella sua Argentina, nella Curia romana, nel mondo. Merito anche di quella che chi l’ha conosciuto definiva la capacità di far sentire amato chiunque incontrasse. Un frutto, probabilmente, di quella fede che – disse Giovanni Paolo II nell’omelia delle esequie – il futuro Beato aveva appreso «sulle ginocchia della madre». Una fede, dunque, «trasmessa in dialetto», usando una tipica espressione di Papa Francesco.

Nella veste di capo Dicastero mise a punto l’idea del Papa di un grande raduno che avrebbe coinvolto giovani da tutto il mondo. Una piccola idea sviluppatasi nel tempo fino a divenire uno dei più grandi eventi della Chiesa cattolica: le Giornate mondiali della Gioventù.

 

Il ricordo dell’allora arcivescovo Bergoglio

Jorge Mario Bergoglio, quando era provinciale dei gesuiti, conobbe di persona Pironio come vescovo ausiliare di Mar del Plata (1964-1972). L’arcivescovo di Buenos Aires prese parte pure al V Incontro nazionale dei sacerdoti organizzato dalla Conferenza episcopale argentina incentrato sulla testimonianza sacerdotale del porporato, nel decimo anniversario della sua scomparsa. E in una successiva intervista disse di Pironio: «Quando parlavi con lui ti dava sempre la sensazione che si sentisse il peggiore uomo del mondo, il peggior peccatore. Ti apriva un panorama di santità dalla sua profonda umiltà. Ti apriva orizzonti, sperimentavi che non chiudeva mai le porte a nessuno, anche la gente che lui sapeva che non lo aveva capito».

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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