Pasqua: mons. Mazzocato (Udine), “la guerra opera di Satana, noi troppo deboli per ripararla da soli”
“Viviamo la Santa Pasqua di quest’anno portando negli occhi e nel cuore le immagini della strage di persone indifese che l’insensata aggressione armata all’Ucraina continua cinicamente a perpetrare. Se mai ci fosse bisogno di conferma, credo sia evidente a tutti che la guerra è opera di satana, che odia la vita e Colui che ne è l’autore, Dio Padre creatore. Satana ha ancora una volta trovato alleati, i quali hanno nel cuore l’istinto omicida di Caino e collaborano all’identica opera di morte”. Lo scrive mons. Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, nel suo messaggio di Pasqua. “Quei corpi abbandonati senza alcun rispetto lungo le strade o nelle fosse comuni delle città ucraine hanno addosso il sangue di Abele che chiede giustizia. La chiedono le mamme uccise con i loro bambini o mentre coprivano col proprio corpo i figli per salvarli da quell’inferno”.
Il presule si chiede “chi può fare loro giustizia? Chi può restituire, cioè, il bene primario della vita che è stato loro iniquamente strappato?”. “Non rientra tra le possibilità di qualsiasi tribunale umano, che potrà essere anche in futuro costituito – risponde l’arcivescovo -. Noi siamo troppo deboli per riparare l’opera di morte del demonio e dei suoi emissari”. Dalle parole di mons. Mazzocato emerge la consapevolezza che “la giustizia di Dio non è condanna del colpevole, ma perdono e misericordia”. “Offre ai peccatori la possibilità di purificare i loro cuori dagli istinti di cattiveria e di violenza, in modo che non ci siano più né carnefici, né vittime, ma fratelli che si amano”.
Infine, l’arcivescovo richiama il racconto nei vangeli dell’agonia vissuta nel Getsemani. “Dio Padre ha dato da bere a Gesù, suo Figlio, un calice amarissimo dov’era deposta ogni forma di male da noi umani compiuto, comprese le infernali violenze che si stanno perpetrando in Ucraina. Egli ha assorbito tutto questo male nel suo corpo e nel suo cuore donando sempre e solo misericordia e perdono, fino all’offerta totale di sé sulla croce”.