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domenica 7 febbraio 2016

sabato 19 febbraio 2011

Il portale della Diocesi ci informa: Dopo le prime riassunzioni si punta sui tecnopolimeri

CRISI CAFFARO


Per lo sviluppo del polo chimico di Torviscosa i sindacati danno fiducia al gruppo Bertolini



TORVISCOSA (19 febbraio 2011 ore 12) - Crisi Caffaro. La produzione di tecnopolimeri, con cui si producono gli oggetti Kevlar o in nylon per intenderci sarà la chiave per la riassunzione di tutti i 225 lavoratori attualmentee in cassa integrazione. E’ quanto si evince dopo l’accordo raggiunto tra sindacati e proprietà per la riassuzione di 135 dipendenti dalla Newco del gruppo Bertolini che rileverà l’attività dell’impianto del gruppo Snia a Torviscosa. Lunedì 21 alle 15.30 i sindacati illustreranno ai lavoratori l'accordo raggiunto e siglato per ora solo da Cgil e Cisl.La produzione intanto riprenderà con il nuovo impianto clorosoda senza l’inquinante mercurio con 135 dipendenti, mentre gli altri 90 rimarrano in attesa spiega Augusto Salvador della Cisl chimici. "Per loro si tratta di 18 mesi di cassa integrazione, il tempo non è lungo, vedremo se riusciremo, coinvolgendo ancora di più le istituzioni, a dare risposte, per lo meno di transito, a tutti".

Per queste 90 persone la principale, ma non unica, prospettiva di lavoro riguarda lo sviluppo del polo chimico grazie alle potenzialità del gruppo Bertolini nella filiera del comparto: "Si tratta di un gruppo che è sia produttore che distributore, per cui tutto il valore aggiunto rimane all'interno e ciò da la possibilità di fare investimenti nel settore dei tecnopolimeri di eccellenza su cui ci sarà molto da dire" conclude Salvador.

venerdì 14 gennaio 2011

Il pensiero delle ACLI sul Caso Mirafiori

Mirafiori: Acli, salvaguardare investimenti. Senza estromettere rappresentanza PDF Stampa E-mail
Giovedì 13 Gennaio 2011 11:51
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Ogni investimento va salvato”, ma la produttività e la competitività non possono essere assicurate estromettendo pezzi di rappresentanza”. Il modello delle relazioni industriali è ormai “obsoleto”: serve “maggiore partecipazione dei lavoratori alle scelte e al destino delle imprese”.

Con un documento della presidenza nazionale, le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani prendono posizione sulle vicende degli stabilimenti Fiat, accordando sostanzialmente un parere positivo al referendum di Mirafiori, richiamando l’azienda automobilistica italiana ai doveri di responsabilità sociale nei confronti del proprio territorio, invitandola a illustrare con maggiore chiarezza i dettagli dei propri progetti in Italia.  

C’è il pericolo, scrivono le Acli, che “con la crisi vengano messe in discussione le stesse basi materiali del sistema industriale”. Per questo, anche in ragione della “scarsa attrazione di capitali stranieri verso il Paese”, “ogni investimento va salvato, in tal modo garantendo ed aumentando l’occupazione”. Ma la Fiat non può ritenere “che la produttività e la competitività dei propri stabilimenti sia assicurata semplicemente estromettendo pezzi di rappresentanza dei lavoratori dalla vita aziendale”. “Ciò che oggi può sembrare una facile scorciatoia, potrebbe rappresentare in futuro un rischio di ingovernabilità delle relazioni industriali all’interno degli stabilimenti dell’auto”.

D’altro canto, aggiungono le Acli, “l’antagonismo sociale non può e non deve essere il metro esclusivo delle relazioni industriali”. “La Fiom faccia fino in fondo la sua parte rientrando in fabbrica ed esprimendo a pieno titolo la rappresentanza dei lavoratori che le hanno dato adesione. Solo così potrà pienamente assolvere al suo compito di essere sindacato dei lavoratori”.  

E’ tempo, secondo le Acli,  di “imprimere un deciso cambiamento al modello ormai obsoleto delle relazioni industriali”. Ci vuole “una chiara definizione dei diritti inalienabili di ogni rapporto di lavoro, compresi i contratti atipici, e su di essi inscrivere gli obblighi di un intero sistema economico, ma non si possono confondere con tali diritti le tutele e le conquiste sull’organizzazione del lavoro che sono state costruite nei decenni dell’economia fordista, in un contesto di sviluppo economico che la globalizzazione ha definitivamente superato”.

D’altra parte, la richiesta di maggiore responsabilità al mondo del lavoro deve essere accompagnata da “adeguati processi di partecipazione”. “L’abbandono dei vecchi modelli non potrà avvenire se non dentro un quadro di nuova democrazia economica che promuova la partecipazione dei lavoratori alle scelte e ai destino delle imprese. Gli stessi referendum senza questi presupposti rischiano di diventare vuote formulazioni rituali”. Nello specifico “è indispensabile che la Fiat illustri con chiarezza anche i dettagli dei propri progetti in Italia, non solo per rendere più chiaro il ruolo del nostro Paese nel contesto dell’internazionalizzazione dell’auto, ma ancor più per corrispondere alla responsabilità sociale nei confronti del proprio territorio a cui ogni azienda oggi non può sottrarsi”.  

Le Acli segnalano infine l’esigenza di porre “regole chiare della rappresentanza e vincoli di rispetto delle maggioranze”. “Qualsiasi sia l’esito del referendum – dicono le associazioni dei lavoratori cristiani – tutti dovranno prendere atto della volontà espressa dai lavoratori e sulle basi di quell’accordo promuovere le azioni conseguenti”.  

venerdì 12 novembre 2010

«Sono contento di essere qui a Torviscosa.....

Caffaro, sempre più vicina l'acquisizione Bracco-Bertolini versione testuale
Mons. Mazzocato: «Un passo decisivo. Che dà fiducia e speranza»

TORVISCOSA (12 novembre, ore 18) - Splendeva il sole oggi a Torviscosa. Dopo tanto tempo gli operai della Caffaro possono ricominciare a sperare davvero.
All’indomani dell’approvazione da parte del ministero dell’ambiente della bonifica del sito inquinato, per l’industria chimica si profila oramai quasi sicura l’acquisizione da parte della cordata Bracco-Bertolini. Lo hanno lasciato intendere, neanche troppo velatamente, oggi pomeriggio gli stessi responsabili delle due aziende, i commissari straordinari Cappelletto e Menchini e il sindaco di Torviscosa Fasan, intervenuti all’incontro con gli operai organizzato dalle sigle sindacali a Torviscosa (FOTO). Con loro c’era anche l’Arcivescovo, mons. Andrea Bruno Mazzocato, la cui presenza è stata salutata come un segnale forte di quella vicinanza che da sempre la Chiesa friulana ha dimostrato alla gente della Bassa Friulana.
«Sono contento di essere qui a Torviscosa in una giornata che costituisce la vigilia di un passo decisivo per questo territorio –, ha detto l’Arcivescovo –. La mia presenza vuole essere un sentito incoraggiamento da parte della Chiesa, locale e diocesana, da parte delle parrocchie e dei laici. Un incoraggiamento di cuore, ad andare avanti in questa direzione, con determinazione, intelligenza e soprattutto con speranza. Il cammino fatto fin qui è segno di un percorso significativo, in particolare in un momento in cui in altre zone della regione, invece tante difficoltà permangono»
Mons. Mazzocato ha anche ricordato un passaggio della recente enciclica di Benedetto XVI «Caritas in Veritate». In particolare ha fatto riferimento alle pagine nelle quali il Santo Padre cita il ruolo dell’impresa (AUDIO). «Il Santo Padre – ha sottolineato mons. Mazzocato – invita a non ridurre l’attività imprenditoriale a obiettivi piccoli, come l’immediato profitto. Il Papa rimarca come un'attività produttiva e industriale debba porsi un obiettivo più alto: obiettivi sociali, ambientali, oltre che economici». In questo modo, ha continuato l'Arcivescovo, si avrà «un’attività che è frutto di sinergia, che è ancorata ad un territorio e dentro alla sua storia, che si muove in un dialogo continuo con gli industriali, i rappresentanti delle istituzioni, gli operai, la natura. Solo tale sinergia è capace di produrre una grande impresa, di valore umano, sociale, culturale».

mercoledì 3 novembre 2010

Caffaro, nuova cordata. Con Bertolini, Bracco e Friulia


Salvador (Cisl): «Un'ottima notizia. Bene anche l'intervento della finanziaria regionale»

TORVISCOSA (3 novembre, ore 12.30) - Nuovo player per l'ex Caffaro di Torviscosa. Secondo quanto pubblicato oggi dal quotidiano «Il Sole 24 ore», infatti, all'asta per i terreni dell'area parteciperebbe anche un consorzio formato dagli imprenditori Francesco Bertolini e Diana Bracco, sostenuto dalla finanziaria regionale Friulia. 
Il consorzio intende presentare un'offerta per oltre la metà dell'area – sempre secondo quanto riportato dal «Sole 24 ore» – con l'obiettivo preciso di recuperare il sito industriale e di rilanciare la produzione di cloro soda, oggi ad esclusivo appannaggio della Solvay Italia.     
 
«Un'ottima notizia – secondo Augusto Salvador, sindacalista della Femca Cisl – perché significa che la gara sta avendo risultati apprezzabili. Questo dovrebbe risolvere almeno la prima parte dell'emergenza, quella legata al recupero del sito produttivo e all'obiettivo di ridare una proprietà alle fabbriche. Poi ci sarà un “secondo tempo” che sarà altrettanto importante. Per questo valutiamo positivamente anche l'intervento di Friulia, nell'ottica del rilancio del polo industriale».
 
Socio di maggioranza della nuova cordata sarebbe Bertolini, con una quota che varierà tra il 51% e il 52%, quindi Bracco e Friulia, con quote di minoranza paritetiche intorno al 24%. Nel complesso l'operazione Torviscosa dovrebbe impegnare risorse vicine ai 30 milioni. Quanto alla tempistica, il consorzio auspica che la vicenda si chiuda positivamente prima di Natale. Federico Marescotti, amministratore delegato di Friulia, ha dichiarato a «Il Sole»: «Stiamo lavorando e speriamo di poter completare positivamente l'iter a stretto giro».
 
A breve anche i sindacati contano di incontrare il commissario straordinario per la Caffaro al ministero «per ragionare su un impegnativo accordo – spiega Salvador – che servirà a transare i lavoratori verso le nuove proprietà. Le condizioni di questo accordo saranno fondamentali».
 
L'impianto cloro soda della Caffaro di Torviscosa venne posto sotto sequestro dai Carabinieri del Noe l'11 novembre 2008 per presunto inquinamento ambientale. 

lunedì 18 ottobre 2010

Commerciale friuli: riferiamo in ritardo...

Fonte: http://safilofriuli.blogspot.com/

15/10/10 > Due giorni di sciopero alla Commerciale Friuli


SAN GIORGIO DI NOGARO - (M.C.) Continua la battaglia delle lavoratrici dei negozi della Commerciale Friuli di San Giorgio di Nogaro, ex Mazzorato Moda. Proclamati due giorni di sciopero per oggi e domani. Dalle 10 il presidio a Mogliano con le commesse davanti al centro commerciale La Piazza all'interno del quale si trova uno dei negozi della società di gestione. L'ultima protesta è stata programmata dopo che le lavoratrici non hanno ricevuto gli stipendi di agosto e settembre, tantomeno la quattordicesima.

Procede intanto la battaglia legale promossa dalla Fisascat-Cisl contro l’attività antisindacale dell’azienda: mercoledì si è svolta in tribunale a Padova la seconda udienza, anche questa volta in assenza (giustificata da malattia) del rappresentante legale della Commerciale Friuli. Martedì toccherà a Treviso. I giudici si dovranno pronunciare in merito alle denunce per la violazione dell'articolo 28 dello Statuto dei lavoratori.

giovedì 7 ottobre 2010

Il Portale: buone novità sulla Caffaro

Il rilancio della Caffaro in mano a tre cordate
L'annuncio nel corso di un vertice al ministero dello Sviluppo economico

ROMA (7 ottobre, ore 13) - Il rilancio del sito chimico di Torviscosa sarà affidato a tre cordate. E’ quanto emerso oggi a Roma nel corso dell’incontro nella sede del ministero dello Sviluppo economico tra il commissario straordinario Cappelletto, i rappresentanti delle segreterie sindacali dei chimici e i funzionari ministeriali.
Il bando formalizzato dal commissario, dunque, ha avuto una risposta concreta: delle cinque cordate ipotizzate inizialmente, tre risultano idonee all’insediamento nell’area ex Caffaro. Le tre cordate, oltretutto, non configgono tra loro e questo permetterà l’insediamento di tutte quante.
“E’ un dato decisamente positivo – spiega Augusto Salvador, della Cisl Chimici – perché ci saranno anche possibilità di sviluppi superiori rispetto alla produzione della Caffaro”.
Chi si insedierà godrà del diritto di superficie per 20 anni, scaduto quel termine i subentranti potranno acquistare a tutti gli effetti il terreno. Nel frattempo l’auspicio è che si concluda la transazione del ministero dell’Ambiente sul danno ambientale sul sito di Torviscosa. “I costi delle bonifiche – ribadisce Salvador – devono essere accollati a chi ha prodotto il danno”.
Per quanto riguarda l’occupazione ci sono segnali positivi. “Una volta formalizzato l’insediamento delle cordate – prosegue l’esponente della Cisl – cominceremo la trattativa sindacale, che potrebbe iniziare nell’arco di alcune settimane”. Intanto il 27 novembre scadrà il termine dei 12 mesi di amministrazione straordinaria, anche se il commissario con ogni probabilità chiederà la proroga, consentita dalla legge, di altri tre mesi. Fino al 27 febbraio, dunque, i lavoratori continueranno a godere di tutti gli ammortizzatori sociali del caso.

venerdì 17 settembre 2010

Un buon risultato

Farmaceutica: Bracco, interesse per asset Snia (MF)


MILANO (MF-DJ)--Bracco, azienda farmaceutica italiana, ha presentato una manifestazione di interesse per alcuni asset della Caffaro Chimica di Torviscosa, controllata di Snia finita in liquidazione.
Il gruppo milanese e' interessato ad aree e immobili nel sito friulano, dove e' gia' presente con uno stabilimento produttivo. "Ci interessano alcuni asset della Caffaro e abbiamo presentato la nostra manifestazione di interesse", confermano a MF-Milano Finanza fonti vicine al gruppo Bracco. "Abbiamo una storica presenza nell'area e vogliamo ampliare il nostro stabilimento dove abbiamo gia' fatto investimenti significativi. Le istituzioni locali, tra cui il sindaco di Torviscosa Roberto Fasan, hanno mostrato soddisfazione per il nostro intervento". La cessione infatti rappresenterebbe un buon risultato per Marco Cappelletto, commissario straordinario di Caffaro e Snia, che potra' cosi' ridare ossigeno alla cassa e risarcire i creditori. red/lab   

mercoledì 21 luglio 2010

Cranchi: la situazione vista da Sondrio

Crisi
alla Cranchi
Altri 12 mesi
di cassa integrazione

La Cranchi, impresa nautica di Piantedo ha attivato un altro anno di cassa integrazione straordinaria


Piantedo, 20 luglio 2010 - I mercati non ripartono, e le aziende valtellinesi del settore manifatturiero, chimico e tessile si preparano ad altri mesi di “trincea”. La Cranchi, impresa nautica di Piantedo, che vanta un polo industriale d’avanguardia a Rogolo. Industria con più di 200 dipendenti solo negli stabilimenti proprietari della Bassa Valle, mentre altri dipendenti fanno capo al sito produttivo di San Giorgio di Nogaro in Friuli, ha attivato un altro anno di cassa integrazione straordinaria.

"Gli ammortizzatori ripartono da fine mese – hanno annunciato ieri Valter Rossi, Filtea Cigl e Rossano Ricchini della Femca Cisl – si va avanti: la cassa integrazione andava a scadere l’ultimo di luglio e siamo già stati al ministero per richiedere un ulteriore anno per crisi straordinaria". Riparte insomma, una nuova stagione di attesa e crisi, che fa il paio anche con la voglia di lavoro, e di intrapresa, di spinta sui mercati. Lo stabilimento è una “potenza” nel settore dei grandi natanti a motore: il management e la proprietà in Valle hanno investito tantissimo, ampliando le linee, sfidando i venti di crisi, costruendo nuovi volumi produttivi. E adesso, sono insieme ai lavoratori, a cercare di fare breccia nei mercati.

"L’azienda non molla – hanno aggiunto i due sindacalisti – ci hanno comunicato che anticiperanno loro il trattamento di cassa integrazione, i soldi. E quando si passa alla cassa straordinaria, non tutte le aziende lo fanno. Non vogliono lasciare indietro nessuno, l’avere aderito ad un altro anno di ammortizzatori, dimostra anzi l’intendimento del gruppo nel mantenere intatta la forza lavoro per essere pronti ad una ripartenza, a questo punto auspicata da tutti".

L’azienda si sta muovendo rispetto al prossimo salone nautico, alla promozione dei suoi prodotti, scafi tra i nuovi modelli di offshore, "Barche – è la precisazione dei sindacalisti valtellinesi - che guardano alla fascia alta del settore nautico. Gli investimenti – hanno ribadito – sono stati seguiti dai progetti, e i progetti dai nuovi modelli: c’è tutto l’impegno ad andare avanti e continuare, certo adesso devono cominciare a ritornare gli ordini, ci sarà un altro anno di ammortizzatori sociali ma l’attenzione di tutti è che si ritorni a produrre e fabbricare barche".

Attesa e speranze che sembrano attraversare tutto il comparto. "A parte la Cranchi – hanno ancora spiegato Ricchini e Rossi – il settore manifatturiero, tessile sopratutto, è ancora abbastanza statico in un 2010 in linea purtroppo con i dati del 2009". "In molti stabilimenti è prevista una settimana di cassa integrazione in agosto, ma in altre fabbriche le settimane di fermo saranno 4, 5 oltre ai conteggi dei periodi di ferie. Catene ferme, lavorazioni frenate, poche commesse, e stabilità solo nel segno meno".
di Danilo Rocca

lunedì 5 luglio 2010

Il futuro della Chimica a Torviscosa

(ANSA) - UDINE, 4 LUG - Per Mario Cappelletto, commissario del sito di Torviscosa ''per il futuro del polo chimico i prossimi due mesi saranno fondamentali e decisivi''. Secondo Cappelletto infatti ''entro il mese di luglio dovra' essere presentato il bando di vendita'' e ''entro agosto dovra' essere avviata la procedura di vendita''.

giovedì 10 giugno 2010

8 Giugno visita a San Giorgio di Nogaro del Presidente della regione Tondo

FVG: TONDO, GRUPPO SANGALLI CONFERMA CAPACITA' ATTRAZIONE AUSSA-CORNO

(ASCA) - Udine, 8 giu - Un progetto che conferma la capacita' del Friuli Venezia Giulia, e in particolare della zona industriale dell'Aussa-Corno, di attrarre investimenti ad alto contenuto tecnologico. Lo ha sottolineato il presidente della Regione Renzo Tondo che oggi a San Giorgio di Nogaro ha visitato il cantiere in cui sta sorgendo un nuovo grande impianto per la produzione di vetro della societa' Sangalli, un intervento da oltre 130 milioni di euro che sara' inaugurato nella prima meta' del 2011 e dara' lavoro fino a 300 addetti.

Il presidente e' stato accompagnato in visita dall'imprenditore Giorgio Sangalli, di una famiglia originaria di Vittorio Veneto che da quattro generazioni opera nel settore del vetro, con stabilimenti nella stessa cittadina veneta e a Manfredonia in Puglia. Assieme al lui, c'erano il consigliere regionale Paride Cargnelutti e il presidente del Consorzio per lo sviluppo industriale dell'Aussa-Corno Cesare Strisino, con il direttore Marzio Serena.

Come ha ricordato Tondo, questo investimento della Sangalli e' stato reso possibile dall'efficienza e dalla celerita' con cui gli Enti locali e il Consorzio hanno saputo rispondere alle esigenze dell'impresa, a cui si aggiunge una partecipazione della finanziaria regionale Friulia nel capitale della societa' veneta.

La scelta di San Giorgio di Nogaro conferma inoltre le potenzialita' dell'Aussa-Corno: lo stabilimento potra' infatti ricevere direttamente la materia prima via nave e si verra' inoltre a collocare in un'area strategica per servire i principali mercati di riferimento, quelli dei Paesi del Centro e dell'Est europeo.

Il nuovo impianto permettera' al gruppo di raddoppiare il fatturato, arrivando a 200 milioni di euro all'anno. Una volta completato, quello di San Giorgio sara' - come ha confermato l'imprenditore - lo stabilimento piu' avanzato in Europa per la produzione del vetro. Notevoli sono stati in particolare gli investimenti nel campo ambientale, pari a 10 milioni di euro, per realizzare fra l'altro una centrale che produrra' energia elettrica riutilizzando, attraverso una turbina, i vapori sprigionati del ciclo industriale.

giovedì 20 maggio 2010

18/05/10 > San Giorgio di Nogaro - Lavori socialmente utili: a disposizione altri cinque posti

Messaggero Veneto — 18 maggio 2010

SAN GIORGIO. L’Azienda pubblica di servizi alla persona “G. Chiabà” di San Giorgio di Nogaro, riapre il bando per l’individuazione di 5 lavoratori beneficiari di trattamenti previdenziali da destinarsi a lavori socialmente utili. Il bando, che scadrà il 20 maggio, riguarda un progetto della durata di 12 mesi per 30 ore settimanali e al quale potranno aderire i lavoratori residenti nel comune e nell’area territoriale del Centro per l’impiego di Cervignano, e richiedono: un operaio manutentore; tre operatori tecnici addetti all’assistenza; inoltre si tratta di un operatore di supporto all’assistenza. Gli interessati potranno chiedere informazioni all’Ufficio protocollo della Chiabà dove sono a disposizione anche i modelli di adesione, che sono anche scaricabili dal sito: http:/gchiaba.it/bandi.htm. 

venerdì 30 aprile 2010

Messaggio dei vescovi della nostra regione

CRISI: VESCOVI FVG, BANCHE SOSTENGANO RIPRESA CON SPIRITO SOLIDARIETA'

(ASCA) - Trieste, 29 apr - Anche i vescovi sollecitano le Banche a sostenere la ripresa. ''Un invito particolare lo rivolgiamo agli istituti di credito - scrivono in un messaggio dal titolo ''Il lavoro un bene di tutti e per tutti'' mons. Giampaolo Crepaldi, arcivescovo-vescovo di Trieste, mons. Dino De Antoni, arcivescovo di Gorizia, mons.

Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, mons. Ovidio Poletto, vescovo di Concordia-Pordenone -, sollecitandoli a sostenere con le loro risorse finanziarie quanto concorre alla ripresa economica e produttiva in un ritrovato spirito di civile solidarieta'''. I vescovi invitano poi le istituzioni, gli imprenditori, i sindacalisti e tutta la societa' civile ''a una generosa disponibilita' nell'operare per le soluzioni che favoriscono un futuro piu' sereno per le persone, per le famiglie e anche per le imprese''. Nel messaggio diffuso oggi dai settimanali diocesani i vescovi si rivolgono ai fedeli cristiani ''incoraggiandoli a non rassegnarsi, a perseverare con coraggio nella fedelta' ai valori della nostra fede, a rimanere ancorati strettamente al senso etico delle comuni responsabilita'''.

Fonte: http://www.asca.it/regioni-CRISI__VESCOVI_FVG__BANCHE_SOSTENGANO_RIPRESA_CON_SPIRITO_SOLIDARIETA_-489417-friuli-7.html

venerdì 23 aprile 2010

PARMALAT: RSU TORVISCOSA, MAI SAPUTO VOLONTA’ CHIUSURA SITO UDINE

(AGI) - Torviscosa (Udine), 22 apr. - Dopo aver appreso che “il Gruppo Parmalat di Collecchio intenderebbe disimpegnarsi dal sito produttivo friulano di Torviscosa dismettendo l’impianto di produzione di latte e prodotti caseari”, le Rsu dell’azienda friulana affermano di “essere state sempre presenti a tutti i Coordinamenti nazionali del gruppo Parmalat, compreso l’ultimo in Confindustria a Parma e dove non e’ mai stata espressa nessuna volonta’ di dismissione del Torviscosa e tantomeno di altri siti”. A Parma e’ stato invece ribadito il calo dei volumi sul latte tradizionale di cui il sito friulano ha la sua specializzazione. Calo dovuto in primis a una erosione di mercato a favore dei marchi della GDO che utilizzano il latte fresco a loro marchio a ‘prezzi stracciati’ quale prodotto ‘civetta’ per attrarre il consumatore. Secondo le Rsu di Torviscosa “il calo dei volumi e’ anche dato dal ‘cambio di abitudine’ del consumatore italiano che oltre a non essere sempre ‘consumatore affezionato’ si indirizza verso quei prodotti che gli permettono un risparmio nel fare la spesa. Gia’ dallo scorso anno - sostengono - e’ in atto presso il sito Parmalat di Torviscosa un’ottimizzazione delle linee produttive e un piano di contenimento dei costi al fine di restare competitivi rispetto agli altri siti collocati nel territorio nazionale. Altresì pero’ va dato atto all’azienda che tutti i lavoratori presenti nel sito hanno un contratto a tempo indeterminato, avendo la stessa avuto cura su spinte continue delle Rsu di stabilizzare nel tempo tutti gli occupati a tempo determinato. Questa situazione di mercato che si è venuta a creare sta creando preoccupazione”. La componente sindacale ha chiesto alla dirigenza Parmalat una nuova convocazione entro la fine di giugno affinche’ le venga presentato un piano industriale aggiornato agli eventi in atto e alle prospettive future su tutti i prodotti Parmalat, considerato peraltro che l’attuale Consiglio di amministrazione dell’azienda andrà in scadenza ad aprile 2011. (AGI)

fonte:http://www.industriale-oggi.it/archives/00026678.html

mercoledì 2 dicembre 2009

Ultime da Torviscosa

Veleni da bonificare

Il recupero dell’area Caffaro costerà circa 190milioni di euro

caffaro ciminiera -

Bonificare l’area dello stabilimento Caffaro a Torviscosa costerà a base d’asta circa 190 milioni di euro, mentre per il dragaggio dei canali ne serviranno almeno 25 La cifra è stata fatta nel corso dell’incontro con i giornalisti avvenuto in mattinata nella sala congressi dell'Ente Fiera di Martignacco, dedicato alla “Emergenza socio ambientale nella laguna di Marano e Grado, stato delle attività e prospettive, al quale hanno partecipato oltre al commissario Gianni Menchini, il suo vice e consigliere regionale Paride Cargnelutti, il presidente della Regione, Renzo Tondo, gli assessori regionali all’Ambiente e ai Lavori pubblici, Elio De Anna, e alle Infrastrutture e Protezione civile, Riccardo Riccardi.

La Laguna di Marano e Grado, realtà molto complessa con la particolarità importante di un ambiente naturale di valenza internazionale, necessita di un sistema di gestione ambientale che consenta di tener conto di valenze, opportunità, ma anche di limiti nel suo utilizzo. Diverse le problematiche da affrontare, anche se la dichiarata emergenza nazionale, che da sette anni la riguarda, si riferisce soprattutto ai problemi “Caffaro” e “dragaggi”.

Per il risanamento dell’area Caffaro e limitrofe, pari a oltre 2 milioni e 100 mila metri quadrati, il progetto di bonifica redatto dalla struttura commissariale, ora in attesa di approvazione ministeriale, si prefigge di risolvere la grave contaminazione del suolo e sottosuolo nelle diverse matrici dei terreni, dei sedimenti, delle acque, oltre allo smaltimento dei rifiuti presenti; gli interventi prevedono il contenimento in sito dei rifiuti delle discariche, il trattamento di terreni e acque e l’allontanamento dei rifiuti pericolosi, in grado di rimuovere anche i provvedimenti di sequestro/inibizione di natura giudiziaria che affliggono oltre il 25 per cento dell’area interessata.

“Difficile dire se è questo il piano di risanamento - ha spiegato Menchini - che l’Autorità giudiziaria ha richiesto nella recente sentenza che ha chiuso il procedimento penale Caffaro. E’ evidente però che questo progetto che fa i conti con circa un milione di metri cubi di terreni e sedimenti contaminati e rifiuti da smaltire, più le acque contaminate da trattare, ha definito gli interventi di messa in sicurezza di emergenza da affrontare nel breve periodo, e quelli di bonifica da gestire nel medio periodo, in un arco di tempo complessivo individuato in dieci anni”.

In tema di risanamento ambientale, proseguirà il piano di caratterizzazione che, avviato nel 2003, si concluderà entro il dicembre 2010. Il piano ha l’obiettivo di completare l’indagine degli aspetti chimico-fisici, ecotossicologici e di bioaccumulo in modo da consentire scelte definitive riguardo la gestione dei sedimenti, ove possibile con il mantenimento internamente alla laguna in strutture non conterminate.

Per quanto concerne i dragaggi e la sicurezza della navigazione, gli interventi nella laguna di Marano e Grado sono necessari non solo per realizzare le attività di dragaggio, ma in primis per individuare dove collocare i sedimenti dragati, considerata la mancanza di siti di stoccaggio provvisori e definitivi: è questa la vera emergenza per la quale la risposta individuata consiste nell’adeguamento di due delle tre vasche di Planais a San Giorgio di Nogaro, come deposito provvisorio, e nella realizzazione di due casse di colmata per la collocazione definitiva dei sedimenti, in località Grado e Marano Lagunare in prossimità di Lignano Sabbiadoro.

Molto positiva la valutazione sul lavoro svolto dal Commissario fatta dal presidente della Regione che si è occupato anche della questione Caffaro: “Con la chiusura del procedimento penale a carico del gruppo dirigente della Caffaro - ha dichiarato Tondo - si è archiviata una fase assai delicata. Ancora per qualche mese si affronterà una fase di transizione gestita da due commissari e da due Ministeri (Ambiente e Sviluppo del territorio) al fine di inaugurare l'atteso risanamento attraverso cui si potrà ridare slancio produttivo a un'area ricca di prospettive e di opportunità economiche”. Il progetto di risanamento attende l'approvazione da parte del Ministero che dovrebbe arrivare all'inizio del 2010.

sabato 12 settembre 2009

Caffaro, sotto sequestro da un anno. Presunti benefici ambientali in luogo di un disastro economico

Fonte

TORVISCOSA. «Anche gli operai della Caffaro di Torviscosa hanno avuto il loro 11 settembre, con il sequestro dell’impianto di cloro soda……», questo, un anno fa, era il disarmato commento dei lavoratori dello stabilimento chimico torviscosino al sequestro operato dai Carabinieri del Noe di Udine, per “presunto danno ambientale”, all’impianto di produzione del cloro che di fatto ha aperto una grave crisi nell’intera Bassa friulana, per i risvolti occupazionali interni e quelli legati all’indotto, circa mille addetti.

Da allora molte cose sono cambiate, ma ad oggi l’impianto resta chiuso, dei 269 addetti, 97 sono in cassa integrazione, i creditori non sono stati pagati, le bonifiche sono ferme, il danno ambientale è stato quantificato in 1,2 miliardi di euro, la Caffaro Chimica srl e la Caffaro srl (inserite nella Prodi bis) hanno un commissario straordinario, l’avvocato veneziano Marco Cappelletto, e il futuro è oggi nelle mani del Ministero allo Sviluppo Economico che dovrà decidere sulle manifestazioni di interesse, e di concerto con il Ministero all’Ambiente, trovare quelle soluzioni di accordo per bonifiche e danno ambientale.

Ricordiamo alcuni passaggi “dell’anno orribile” vissuto da questa storica azienda della chimica italiana, terza per importanza nazionale. Dopo il sequestro, l’azienda (controllata da Snia) presenta ricorso per la riapertura dell’impianto con la promessa di un riammodernamento delle celle al mercurio, richiesta bocciata dal Tribunale di Udine e a nulla valgono le iniziative sindacali e istituzionali a modificare la scelta. Il Cda di Snia si dimette e viene nominato amministratore delegato con pieni poteri, Antonio Onorato, che presenta diversi e “aggiornati” piani industriali e di bonifica per giungere alla transazione del danno ambientale e quindi a una possibile riapertura, al Ministero all’Ambiente, che vengono regolarmente bocciati perché non adempienti alle richieste ministeriali che mettono in prima linea il rifacimento del cloro soda sostituendo le celle al mercurio con quelle a membrana, le bonifiche e il danno ambientale. Caffaro Chimica srl e Caffaro srl vengono messe in liquidazione e, ad aprile, il liquidatore Paolo Bettetto, presenta al Tribunale di Udine l’ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria (Prodi bis) per Caffaro Chimica, accolta poi il 19 maggio provvedendo alla nomina di commissario straordinario Marco Cappelletto.

A luglio anche Caffaro srl è stata inserita nella Prodi bis. A fine agosto, Cappelletto presenta i programmi e le manifestazioni di interesse da parte di aziende e cordate interessate a rilevare i siti di Torviscosa e Brescia: ora si attende la fase successiva per l’aggiudicazione dopo l’avvio dei bandi.

Francesca Artico

sabato 29 agosto 2009

San Giorgio di Nogaro, il Comune darà lavoro a 11 cassintegrati

Otto si occuperanno di manutenzioni, uno di informatica, due di servizi culturali

12 MESI la durata dei contratti previsti

SAN GIORGIO DI NOGARO. Il Comune di San Giorgio di Nogaro offre 11 posti di lavoro, attraverso l’attivazione di lavori socialmente utili, riservati ai dipendenti in cassa integrazione a zero ore e a quelli in mobilità. L’amministrazione sangiorgina da così un segno tangibile del impegno a sostenere le famiglie in difficoltà a seguito della crisi occupazionale in atto, ma anche una risposta concreta a quelli che sostengano che i comuni della Bassa Friulana non facciano nulla per i lavoratori in cigs.

Il Comune di San Giorgio, cogliendo l’opportunità della Legge regionale 11/2009, art. 24, ha approvato ieri in giunta tre progetti (costo complessivo 60 mila euro, previo impegno dell’ente regionale) per l’impiego di 8 operai, un tecnico informatico e due collaboratori per servizi culturali – socio – assistenziali. Ricordiamo che San Giorgio soffre della situazione di crisi della Caffaro, della Safilo, e di altre aziende minori della Ziac, ma solo con la riapertura delle fabbriche si potrà avere il polso reale della situazione occupazionale del territorio. I posti di lavoro messi a disposizione dal Comune, sui quali hanno precedenza i lavoratori residenti a San Giorgio, avranno una durata di 12 mesi e sono finanziati all’80 % dalla Regione e il 20 % direttamente dal comune promotore. Il primo progetto, quello che richiederà l’impiego di 8 operai, li vedrà operare nella manutenzione ordinaria e straordinaria delle aree pubbliche, nei lavori di sistemazione del parco pubblico di via Canciani, per renderlo di nuovo fruibile, oltre ai lavori di riparazione di strade e marciapiedi, cura degli spazi verdi e il mantenimento in efficienza del patrimonio immobiliare. Il secondo progetto, denominato “progetto adeguamento informatico”, prevede l’incarico a 1 tecnico informatico per l’assistenza software e il miglioramento informatico della rete interna del Comune. Il terzo progetto, che prevede l’inserimento di 2 operatori, “Scuola, cultura e territorio”, riguarda il supporto logistico e collaborativo alle attività del servizio cultura e istruzione, ovvero di sostegno alle attività scolastiche, parascolastiche e culturali.

Francesca Artico

domenica 9 agosto 2009

Chiusura

Maruzzella lascia Marano
dopo settant’anni

MARANO. Maruzzella addio! Dopo più di 70 anni di attività, l’azienda conserviera, se ne va da Marano Lagunare e va ad insediarsi a Novi Ligure, dove sta già realizzando un nuovo stabilimento produttivo. Ad annunciarlo è stata la proprietà nei due incontri - a Genova con gli amministratori comunali e a Udine nella sede degli industriali con i sindacati - che si sono tenuti ieri. L’azienda non ha mancato di “accusare” Regione, comune di Marano e di San Giorgio e Consorzio Aussa Corno, “colpevoli”, a suo dire, di non aver sostenuto il progetto di insediamento nella Ziac.

Dure le reazioni dei lavoratori che sono stati informati dal sndacato e della Regione che, con una nota dell’assessore Ciriani, dice di sentirsi presa in giro dal comportamento dell’azienda. Ora, se qualche flebile speranza c’è ancora di un ripensamento da parte della Mazzola, tutto viene riposto nell’incontro del 4 agosto con il vicepresidente della Regione, Luca Ciriani, che ha dato la massima disponibilità per trattenere l’azienda in Friuli, nello specifico, sostenendo finanziariamente la delocalizzazione nell’a rea industriale di San Giorgio di Nogaro.

Questo dunque il quadro emerso nell’incontro di Genova, tra il sindaco di Marano, Mario Cepile, il suo vice Graziano Pizzimenti, e il presidente Igino Mazzola, appositamente recatisi in Liguria per cercare di salvare il sito produttivo maranese e il lavoro della gente in esso occupata, mettendo nel piatto, “tempi, finanziamenti e concessioni” per lo spostamento a San Giorgio. Stessa ”musica” nell’incontro tra i sindacati e la direzione dell’Azienda, in Confindustria a Udine.

«La decisione di trasferirsi a Novi Ligure - attacca Cepile - non è stata presa in questi ultimi mesi come vogliono far credere, ma ci hanno pensato almeno un anno fa, visto che a febbraio hanno dato la caparra per i terreni. Ora imputano colpe alle istituzioni regionali e locali per le lungaggini burocratiche, quando è chiarissima la loro voglia di defilarsi da Marano. Decisione questa sulla quale pesano tre componenti: quella logistica, il porto di Genova dista poco più di 20 km da Novi, con minori costi di trasporto, arrivando il tonno via mare, e di gestione futura; i frigoriferi in loco; e, fattore forse più importante, alle nuove generazioni dei Mazzola dei legami storici e umani con il sito di Marano non gli importa nulla, basti pensare che ci hanno detto che le maestranze, se amano il loro lavoro, possono trasferirsi a Novi».

Pizzimenti, ribadisce che l’amministrazione comunale sosterrà i lavoratori su qualunque iniziativa assumano. Durissimo il colpo per il territorio della Bassa Friulana e la sua economia, viene evidenziato anche dai sindacalisti, Sacilotto (Cisl), Giareghi (Cgil) e Guerra (Uil) che sottolineano come la voglia «di abbandono del territorio da parte della Mazzola sia ormai quasi un certezza. Nonostante l’uniforme disponibilità istituzionale e sindacale ad affrontare qualsiasi ragionamento che possa garantire il proseguimento dell’attività produttive nel territorio».

Francesca Artico

giovedì 18 giugno 2009

Udine. Amianto, in causa altri 400 malati

«L’Ass 5 ha fornito i dati troppo tardi»

Amianto, in causa altri 400 malati

Assistiti dalla Cgil, contano di ottenere benefici dopo le ultime sentenze favorevoli

LA CRITICA

IL CASO


FONTE

I sindacalisti aprono una polemica con la Cisl: dovevamo agire insieme I lavoratori esposti hanno operato in Friuli dal dopoguerra al 1992

Torna a esplodere il caso amianto. Un caso che viene dal passato, ma che tiene ancora in sospeso centinaia e centinaia di lavoratori. Dopo la sentenza del tribunale di Udine che ha riconosciuto l’esposizione all’amianto di 12 lavoratori del polo chimico di Torviscosa, la Cgil è pronta a presentare 130 ricorsi per altrettanti lavoratori sempre del polo chimico.
Complessivamente il patronato della Cgil sta seguendo più di 400 casi. E non è finita qui. Secondo la Cgil sarebbero migliaia i lavoratori della provincia di Udine che hanno dovuto fare i conti con l’amianto nel periodo che va dal dopoguerra al 1992. Ma soltanto una minima parte può sperare di vedersi riconosciuto il diritto di andare in pensione prima del tempo con un beneficio economico.
«Per fare domanda di riconoscimento c’era tempo fino al 30 giugno del 2005 – spiega infatti Danilo Margheritta, direttore dell’Inca, il patronato per l’assistenza e la previdenza della Cgil – e purtroppo solo una minima parte dei lavoratori esposti l’ha presentata: in tutta la provincia saranno poco più di mille. Molti altri pur avendo fatto domanda non avranno benefici perché sono già andati in pensione: una vera e proprio beffa che per quanto ci riguarda interessa 65 lavoratori».
Quello tracciato dalla Cgil è insomma un ritratto drammatico del Friuli del dopoguerra: vecchi impianti industriali in disuso dalle tubature coibentate e isolamenti con pannelli d’amianto, coperture in eternit, tubature idriche. «Inoltre – dice il segretario della Cgil, Glauco Pittilino – c’è chi abusivamente scarica nei fossi o in luoghi appartati materiali da lavorazioni edili contenenti amianto. Avere una completa mappatura è praticamente impossibile, quello che è certo è che all’interno di questo quadro ci sono dipendenti di aziende metalmeccaniche, chimiche, dei trasporti, dell’edilizia e di altri settori che per anni hanno svolto la loro attività in ambienti contaminati dalle famigerate fibre d’amianto». Ma – mette in guardia Margheritta – «generalizzare è impossibile perché ogni singolo caso fa storia a sé». Ecco perché alla Cgil non è piaciuta la “fuga in avanti” della Cisl che attraverso l’Inas ha promosso una serie di cause pilota per 12 lavoratori del polo chimico e per 15 impiegati in un’acciaieria.
«La sentenza è sicuramente positiva – dice Pittilino – , ma se avessimo agito unitariamente avremmo potuto ottenere risultati migliori». Nel “mirino” della Cgil c’è anche l’Ass 5. «Non è da oggi – prosegue Pittilino – che si scopre il problema dell’amianto e sorprende il fatto che l’Ass 5 della Bassa Friulana snoccioli solo ora dati, cifre e incidenze patologiche. Se avessimo avuto i dati anni fa probabilmente si sarebbe rafforzata la prevenzione e avremmo a disposizione degli strumenti più forti a tutela della salute dei lavoratori. Inoltre sarebbe stata più agevole la strada per accedere ai benefici pensionistici o al danno biologico previsti dalla legislazione in materia».
Proprio con l’obiettivo di fare maggiore chiarezza sulla situazione venerdì 26 giugno alle 15 la Cgil insieme all’Inca terrà un incontro pubblico al Cid di Torviscosa. «Saranno illustrati i criteri e i requisiti per accedere ai benefici di legge al fine di evitare false aspettative o improprie convinzioni – conclude il segretario della Filcem Cgil, Roberto Di Lenardo – . Il tutto tenendo conto della complessità delle leggi e dei regolamenti che purtroppo non rendono automatico il diritto come invece qualcuno erroneamente paventa».
Cristian Rigo

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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