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domenica 9 agosto 2009

Chiusura

Maruzzella lascia Marano
dopo settant’anni

MARANO. Maruzzella addio! Dopo più di 70 anni di attività, l’azienda conserviera, se ne va da Marano Lagunare e va ad insediarsi a Novi Ligure, dove sta già realizzando un nuovo stabilimento produttivo. Ad annunciarlo è stata la proprietà nei due incontri - a Genova con gli amministratori comunali e a Udine nella sede degli industriali con i sindacati - che si sono tenuti ieri. L’azienda non ha mancato di “accusare” Regione, comune di Marano e di San Giorgio e Consorzio Aussa Corno, “colpevoli”, a suo dire, di non aver sostenuto il progetto di insediamento nella Ziac.

Dure le reazioni dei lavoratori che sono stati informati dal sndacato e della Regione che, con una nota dell’assessore Ciriani, dice di sentirsi presa in giro dal comportamento dell’azienda. Ora, se qualche flebile speranza c’è ancora di un ripensamento da parte della Mazzola, tutto viene riposto nell’incontro del 4 agosto con il vicepresidente della Regione, Luca Ciriani, che ha dato la massima disponibilità per trattenere l’azienda in Friuli, nello specifico, sostenendo finanziariamente la delocalizzazione nell’a rea industriale di San Giorgio di Nogaro.

Questo dunque il quadro emerso nell’incontro di Genova, tra il sindaco di Marano, Mario Cepile, il suo vice Graziano Pizzimenti, e il presidente Igino Mazzola, appositamente recatisi in Liguria per cercare di salvare il sito produttivo maranese e il lavoro della gente in esso occupata, mettendo nel piatto, “tempi, finanziamenti e concessioni” per lo spostamento a San Giorgio. Stessa ”musica” nell’incontro tra i sindacati e la direzione dell’Azienda, in Confindustria a Udine.

«La decisione di trasferirsi a Novi Ligure - attacca Cepile - non è stata presa in questi ultimi mesi come vogliono far credere, ma ci hanno pensato almeno un anno fa, visto che a febbraio hanno dato la caparra per i terreni. Ora imputano colpe alle istituzioni regionali e locali per le lungaggini burocratiche, quando è chiarissima la loro voglia di defilarsi da Marano. Decisione questa sulla quale pesano tre componenti: quella logistica, il porto di Genova dista poco più di 20 km da Novi, con minori costi di trasporto, arrivando il tonno via mare, e di gestione futura; i frigoriferi in loco; e, fattore forse più importante, alle nuove generazioni dei Mazzola dei legami storici e umani con il sito di Marano non gli importa nulla, basti pensare che ci hanno detto che le maestranze, se amano il loro lavoro, possono trasferirsi a Novi».

Pizzimenti, ribadisce che l’amministrazione comunale sosterrà i lavoratori su qualunque iniziativa assumano. Durissimo il colpo per il territorio della Bassa Friulana e la sua economia, viene evidenziato anche dai sindacalisti, Sacilotto (Cisl), Giareghi (Cgil) e Guerra (Uil) che sottolineano come la voglia «di abbandono del territorio da parte della Mazzola sia ormai quasi un certezza. Nonostante l’uniforme disponibilità istituzionale e sindacale ad affrontare qualsiasi ragionamento che possa garantire il proseguimento dell’attività produttive nel territorio».

Francesca Artico

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