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mercoledì 21 giugno 2023

Agenzia Fides 21 giugno 2023

 

AFRICA/SUD SUDAN - Il business dei matrimoni precoci: 4 milioni di ragazze costrette a sposarsi nel 2022
 
Juba (Agenzia Fides) - La pratica dei matrimoni precoci è tragicamente diffusa in Sud Sudan. Uno studio recente diffuso dall’organizzazione Strategic Initiative for Women in the Horn of Africa (SIHA) riporta che più di 10 ragazze sono costrette a sposarsi ogni settimana nella nazione più giovane del mondo, che ha ottenuto l'indipendenza dal Sudan nel 2011, e oltre il 50% di tutte le ragazze nel paese si sposano prima dei 18 anni.
A lanciare l’allarme gli esponenti della chiesa cattolica locale che lamentano come questa pratica faccia naufragare i sogni di istruzione superiore delle ragazze e di conseguenza precluda loro ogni prospettiva futura.
“Come leader della Chiesa, deploriamo il comportamento dei genitori che obbligano le proprie figlie ad abbandonare la scuola per farle sposare o perché rimangono incinta”, ha detto il vescovo della diocesi di Wau, Mathew Remijio Adam. “Per una società migliore ed equa bisogna favorire l’istruzione dei propri figli, maschi e femmine, perché farli sposare in tenera età o prima di aver terminato gli studi distrugge il loro futuro” ha sottolineato il vescovo Adam che ha invitato i padri a guardare gli sforzi di tante madri che lavorano nei campi, costruiscono una casa per sostenere le loro figlie negli studi.
Nel rapporto SIHA è inoltre emerso che l'8% delle spose bambine in Sud Sudan rimane incinta prima di raggiungere l'età adulta e che il rifiuto di sposarsi è spesso causa di abusi, esclusione dalla società e persino reclusione. Più una sposa è giovane e più viene pagata alla famiglia.
A fare eco al vescovo di Wau è stato Emmanuel Barnadino Lowi Napeta, vescovo della diocesi di Torit, che ha mosso accuse verso i genitori che privilegiano le doti materiali date in cambio delle loro figlie, come ad esempio capi di bestiame e altri doni, rispetto all'istruzione e al benessere delle stesse. “Durante la mia recente visita pastorale alla parrocchia di Nostra Signora di Fatima, - ha dichiarato Napeta - ho sentito che alcuni anziani costringono le loro figlie a sposarsi ancora giovani per avere in cambio delle mucche”.
Il prelato auspica che gli anziani denuncino questa problematica, “questa vecchia mentalità deve essere sfidata per consentire alle ragazze di ottenere un'istruzione di qualità che consenta loro un futuro dignitoso. L’istruzione rende possibile l’impossibile”.
Il Piano di risposta umanitaria delle Nazioni Unite per il Sud Sudan indica che 4 milioni di ragazze sono state vittime di matrimoni precoci o forzati nel 2022, un aumento rispetto ai 2,7 milioni del 2021.
(AP) (Agenzia Fides 21/6/2023)
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AFRICA/UGANDA - Tre studenti della scuola assalita riescono a scappare; ancora interrogativi sulle motivazioni del massacro
 
Kampala (Agenzia Fides) –Sono riusciti a scappare dalle mani dei loro sequestratori tre studenti catturati nell’assalto alla scuola secondaria di Lhubiriha (distretto di Kasese nell’Uganda occidentale) nella notte tra il 17 e il 18 giugno (vedi Fides 19/6/2023). Lo ha reso noto un portavoce dell’esercito ugandese secondo il quale gli assalitori hanno portato gli ostaggi nella vicina Repubblica Democratica del Congo da dove poi sono riusciti a liberarsi, grazie anche alla pressione esercitata dai soldati ugandesi sul gruppo. Secondo i militari vi sarebbero ancora 3 studenti nelle mani dei terroristi, ma altre fonti affermano che gli ostaggi prelevati durante l’assalto sarebbero di più, almeno una ventina.
Nel frattempo 20 persone sono state arrestate in relazione all’assalto alla scuola nel corso del quale sono state uccise 42 persone, di cui 37 sono studenti. Il fatto che tra le persone arrestate vi siano il direttore dell’istituto e il dirigente scolastico lascia pensare che le autorità diano un certo credito all’ipotesi lanciata dal Ministro dell’Istruzione, la First Lady, Janet Museveni, che l’assalto sia stato commesso in relazione ad una disputa sulla proprietà della scuola (vedi Fides 19/6/2023). Fin da subito l’esercito ha accusato le ADF (Allied Democratic Forces) di aver commesso il massacro, ma finora non sono giunte rivendicazioni da parte del gruppo jihadista, anche se tra le persone arrestate c’è un autoproclamato membro delle ADF che ha rivendicato sui canali social il massacro.
Janet Museveni aveva tra l’altro affermato che nelle vicinanze della scuola assalita, che conta una sessantina di studenti, ce n’è un’altra frequentata da 700 alunni, che non è stata però toccata dagli assalitori. Alcuni esponenti dell’opposizione accusano l’esercito di essere intervenuto con due ore di ritardo dall’assalto nonostante ci fosse una caserma militare a un chilometro e mezzo dalla scuola e una stazione di polizia a 2 km, ricordando che secondo quanto dichiarato dagli stessi militari gli assalitori hanno trascorso almeno due giorni nell’area prima dell’attacco.
Per chiarire questi punti il Parlamento ugandese ha convocato il governo per riferire sugli eventi di Lhubiriha. (L.M.) (Agenzia Fides 21/6/2023)
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ASIA/IRAQ - Partiti dei cristiani lanciano nuovo allarme su acquisizioni illegali di terre nella piana di Ninive
 
Mosul (Agenzia Fides) – Cinque formazioni politiche animate da leader e militanti cristiani hanno lanciato un nuovo allarme su operazioni immobiliari di vasta portata che a loro giudizio mirano a modificare gli equilibri nella composizione demografica nel Governatorato di Ninive, area di tradizionale radicamento delle comunità caldee, assire e sire. In un documento sottoscritto dai responsabili dei cinque Partiti, sulla base di informazioni ricevute da fonti ufficiali e comunitarie, si denunciano iniziative di municipalità della provincia di Ninive volte a promuovere la vendita di terreni nel distretto di Talkeif a acquirenti che non vivono nella regione e non appartengono alle comunità cristiane autoctone. Tali iniziative – si legge nel pronunciamento - Violano un comma dell’Articolo 23 della Costituzione che (anche in base a un pronunciamento della Corte Suprema Federale n*65 del 2013) va interpretato come un vero e proprio divieto a porre in atto acquisizioni immobiliari di terreni a case allo scopo di modificare gli equilibri demografici tra le diverse componenti della popolazione irachena, secondo modalità che rispondono a una mentalità settaria. Secondo i responsabili dei Partiti che hanno sottoscritto il comunicato, tale mentalità orienta ancora le scelte “di molti di coloro che attualmente detengono il potere, nonostante a parole affermino il contrario”.
Gli estensori del pronunciamento fanno appello al Primo Ministro e al Ministro di edilizia, municipalità e lavori pubblici, chiedendo loro di dare immediate istruzioni alle autorità competenti, in modo da “fermare qualsiasi misura volta a modificare in profondità l’attuale status delle proprietà immobiliari nelle aree si storico insediamento delle comunità cristiane autoctone in Iraq.
I responsabili delle sigle politiche chiedono anche l’istituzione di nuove unità amministrative nella Piana di Ninive, per favorire lo sviluppo di infrastrutture e servizi e contrastare processi che continuano a alimentare l’emigrazione dei cristiani e a ostacolare il ritorno alle proprie case di quanti erano fuggiti dalla Piana quando essa era caduta in buona part sotto il controllo delle milizie jihadiste del cosiddetto Stato Islamico (Daesh). Il documento si conclude con un appello ai cristiani a contrastare le prassi e le mentalità razziste e settarie “che minano l’armonia della coesistenza pacifica e della autentica condivisione nazionale”.
L’allarme sulla manomissione degli equilibri demografici nella Piana di Ninive è lanciato da cinque sigle politiche: il Partito Patriottico Assiro, l’Unione Patriottica Bethnahrain, il Partito Abnaa al-Nahrain, il Movimento Democratico Assiro (Zowaa) e il Consiglio Popolare Assiro Siriano Caldeo. L’appello non è stato sottoscritto dal “Movimento Babilonia”, che controlla 4 dei 5 seggi riservati a deputati di fede cristiana nel Parlamento iracheno. (GV) (Agenzia Fides 21/6/2023)

domenica 17 aprile 2022

Vatican News Domenica di Pasqua 17 aprile 2022


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giovedì 18 novembre 2021

Agenzia fides 18 novembre 2021

 


AFRICA/UGANDA - Attentato a Kampala: “Gli ugandesi sono uniti nella preghiera”, dice una missionaria
 
Kampala (Agenzia Fides) - “La situazione a Kampala è ancora di stato di allerta. Il Parlamento resta chiuso e non si sa quando riprenderà le sessioni di lavoro. Le forze dell’ordine hanno invitato i cittadini a rimanere il più possibile a casa, limitandosi agli spostamenti necessari. Le immagini dei kamikaze che si fanno saltare in aria, mostrate nei telegiornali, sono davvero scioccanti ma, nonostante ciò, la vita continua: la gente deve portare a casa il pane quotidiano. Si devono superare paura e barriere, e la preghiera è un’arma straordinaria”. A riferirlo all’Agenzia Fides è Suor Fernanda Cristinelli, missionaria comboniana che opera in Uganda come responsabile del "Comboni Children Center" per il recupero di bimbi vittime di tratta nella capitale Kampala, parlando della duplice esplosione avvenuta in città nei pressi della Centrale di polizia e del Parlamento (vedi Fides 17/11/2021).
Il bilancio delle vittime è salito a 5 morti e 33 feriti, “anche se il numero delle vittime – rileva suor Fernanda - potrebbe essere superiore a quanto riportato finora, poiché cinque dei feriti sono in condizioni critiche”. “Le autorità ugandesi - conferma la religiosa - stanno indagando sugli attacchi e, secondo le rivendicazioni giunte finora, la responsabilità della violenza dovrebbe essere delle Allied Democratic Forces” (ADF), che si dice abbiano legami con lo Stato islamico”. In uno scenario di panico e di generale sgomento per la brutale violenza, “in queste ore concitate - riferisce la suora - la risposta dei fedeli è molto sentita: tutti gli ugandesi sono uniti nella preghiera”.
L’Uganda, solitamente risparmiata dal terrorismo, è stata teatro il mese scorso di una recrudescenza di attacchi: il primo è avvenuto il 23 ottobre, quando una bomba è esplosa in un ristorante di Kampala; due giorni dopo, il 25 ottobre, una seconda bomba è esplosa su un autobus che percorreva l’autostrada Kampala-Masaka; una terza esplosione è avvenuta il 29 ottobre nel distretto di Nakaseke, a 60 chilometri a nord di Kampala. I primi due attentai sono stati rivendicati dallo Stato islamico.
Su 47 milioni di abitanti, i cristiani in Uganda sono circa l'85% della popolazione (40% cattolici, 32% Anglicani, 10% Pentecostali, e gruppi di altre confessioni), mentre il 13% della popolazione è musulmano, mentre minoranze seguono culti tradizionali.
(ES-PA) (Agenzia Fides 18/11/2021)
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AFRICA/TANZANIA - "Impatto ambientale sullo sviluppo umano sostenibile": i Vescovi lanciano la Plenaria Amecea 2022
 
Mwanza (Agenzia Fides) – "Abbiamo la responsabilità di evangelizzare prima noi stessi, in modo da poter cambiare il nostro atteggiamento nei confronti dell'ambiente e ricordare alle persone l'importanza di prenderci cura di ciò che ci circonda mentre evangelizziamo" ha affermato l'Arcivescovo Gervas Nyaisonga, Presidente della Conferenza Episcopale della Tanzania (TEC), in occasione della recente inaugurazione della XX Assemblea Plenaria dell'Associazione delle Conferenze Episcopali dell'Africa Orientale (AMECEA) che la Tanzania ospiterà a luglio 2022.
“La TEC sta coordinando i preparativi. Esortiamo a collaborare tutti i fedeli a livello diocesano e le agenzie governative - si legge in una nota pervenuta all’Agenzia Fides -, questo è il momento in cui mostriamo solidarietà come tanzaniani, per garantire una Plenaria di successo e per dimostrare che l'Africa è una” ha insistito il Presidente.
L’Arcivescovo Nyaisonga ha evidenziato l’importanza della tutela di tutto ciò che circonda l’uomo. “Questo pianeta è tutto ciò che abbiamo; se non lo proteggiamo, saremo in pericolo perché distruggere l'ambiente significa distruggere la vita umana. Siamo esortati come esseri umani, a cui è affidata la responsabilità di governare tutto il Creato di Dio, a riflettere su come possiamo rendere l'ambiente migliore per noi e per la prossima generazione.”
Il Presule ha inoltre confermato l’impegno della Chiesa cattolica nel paese a rendere la Tanzania verde, lanciando una campagna di rimboschimento familiare che consentirà ai membri di ogni famiglia di piantare tre alberi.
Nel documento dei Vescovi si evince inoltre che prenderanno parte alla Plenaria di 10 giorni i Vescovi di nove paesi dell'Africa orientale che rifletteranno sulla tutela dell'ambiente e assicureranno che la Madre Terra sia protetta dal degrado ambientale, in linea con il tema dell’incontro “Impatto ambientale sullo sviluppo umano sostenibile”.
Da parte sua, il Viceministro per il territorio, l'edilizia abitativa e lo sviluppo degli insediamenti umani, la signora Angelina Mabula, ha affermato che la campagna proposta dalla TEC aiuterebbe a salvare il paese dai pericoli della desertificazione. “Anche se il governo prevede di piantare 1.500.000 alberi in ogni distretto, non tutti potrebbero crescere, ma attraverso questa campagna crediamo che il successo della piantagione nel paese sarà visibile e il nostro paese sarà verde” ha detto la signora Mabula.
L'inaugurazione della Plenaria AMECEA è stata seguita da una cerimonia di piantumazione di alberi per illustrare la conservazione dell'ambiente. L’evento si è tenuto presso il centro di pellegrinaggio della Vergine Maria di Kawekamo nella diocesi cattolica di Mwanza. Ad inaugurarlo è stato l'Arcivescovo Nyaisonga, in collaborazione con il Segretariato AMECEA, rappresentato dal Direttore del Dicastero Pastorale AMECEA, don Emanuel Chimombo.
(AP) (Agenzia Fides 18/11/2021)
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ASIA/COREA DEL SUD - "L'amore nutre": solidarietà e gioia nel servire i poveri
 
Seoul (Agenzia Fides) - "L'amore nutre" è il motto e il titolo di un libro in cui il missionario degli Oblati di Maria Immacolata, padre Vincenzo Bordo racconta la sua straordinaria storia ed esperienza di prossimità ai poveri in Corea. Il missionario ha fondato e dirige a Seongnam, periferia di Seoul, la "Casa di Anna", centro di accoglienza per senzatetto e adolescenti senza famiglia, oltre a una mensa che da 30 anni nutre 800 senzatetto ogni giorno. Lì, oltre a offrire cibo, "distribuisce sorrisi, abbracci e preghiera", raccontano a Fides i volontari impegnati con lui. Padre Vincenzo è l'incarnazione della "Chiesa del grembiule", e il suo nome coreano è padre Kim Ha-jong, ovvero "Servo di Dio".
"Con cuore amorevole si prende cura della dignità degli esseri umani, dei più poveri" raccontano i suoi collaboratori. Il pasto alla mensa si svolge in un'atmosfera amichevole e luminosa, in cui "è l'amore a nutrire, prima di tutto, ogni essere umano" afferma padre Bordo, che ha pubblicato in lingua coreana il testo dove racconta la sua esperienza, dall'arrivo in Corea come missionario nel 1990, fino ad oggi. Tutte le entrate ottenute con la vendita del testo, saranno devolute ai poveri e ai senzatetto. "Ogni volta che si vende un libro, si offre un pasto ad un senzatetto. E' l'amore che nutre, insieme con il pane" rileva.
La accresciuta sensibilità della Chiesa coreana verso i poveri si è espressa con chiarezza nella "Giornata mondiale dei Poveri", indetta da Papa Francesco, celebrata il 14 novembre in tutte le diocesi. L'Arcidiocesi di Seoul ha ideato una serie di eventi per celebrare la Giornata dei Poveri, annunciando che non saranno gesti isolati o compiuti solo per un giorno all'anno.
“Spero che questo servizio possa essere un'occasione per tutti noi di renderci conto che siamo poveri e vulnerabili davanti a Dio. Noi, come una famiglia umana, siamo chiamati a mostrare solidarietà con i poveri, condividendo e tendendo le nostre mani a coloro che sono nel bisogno” ha affermato l'Arcivescovo eletto di Seoul, Mons. Peter Chung, impegnato nel corso della speciale Giornata, accanto al Cardinale Andrew Yeom Soo-jung e ad altri Vescovi di Seoul, nel servire pasti ai senzatetto alla mensa "Myeongdong Babjib", presso il complesso della Cattedrale di Seoul.
I Presuli hanno espresso gratitudine ai volontari che hanno preparato i pasti fin dalle prime ore del mattino. Sono 874 i volontari registrati, e tra loro 72 non cattolici, a turno impegnati alla mensa. Il Cardinale Yeom ha detto: "In questa Giornata siamo tutti invitati dallo Spirito Santo a unirci come sorelle e fratelli. Questa occasione speciale ci ricorda il fatto che siamo davvero Fratelli tutti, chiamati a camminare insieme come un'unica famiglia”.
'Myeongdong Babjib' è una mensa per i poveri gestita dal Movimento "One Body One Spirit", che ha sede proprio accanto alla Cattedrale di Myeongdong. Nella struttura si offrono pasti gratuiti ai senzatetto ogni mercoledì, venerdì e domenica. Secondo i dati registrati, oltre 70.000 senzatetto hanno visitato la mensa fino al 30 ottobre 2021. Accanto alla mensa vi è la "Clinica Raphael Nanum" gestita dalla Fondazione Raphael Nanum, struttura medica gratuita che ha iniziato la sua attività il 13 giugno 2021 in cooperazione con la "Myeongdong Babjib". La Clinica ha fornito servizi di assistenza sanitaria a 2.160 senzatetto negli ultimi 4 mesi.
(PA) (Agenzia Fides 18/11/2021)
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ASIA/IRAQ - Kurdistan iracheno, passi avanti nella lotta alle espropriazioni illegali subite da proprietari cristiani
 
Dohuk (Agenzia Fides) – Nella Regione autonoma del Kurdistan iracheno prosegue senza interruzioni la raccolta di documenti e denunce sugli espropri illegali di beni immobili – case e terreni – subiti negli ultimi lustri da proprietari cristiani. Comitati locali hanno avviato le procedure per realizzare una mappatura dettagliata delle proprietà espropriate illegalmente e acquisire informazioni relative ai titoli di possesso dei legittimi proprietari e alle circostanze concrete in cui sono avvenuti gli espropri illegali.
Mercoledì 17 novembre Reber Ahmed, Ministro dell’interno nel governo della Regione autonoma, ha dato conto in una conferenza stampa dei riscontri avuti durante la visita da lui compiuta nel governatorato di Dohuk, per verificare sul campo le procedure di raccolta dati avviate dalla Commissione istituita ad hoc lo scorso aprile, su input del governo regionale, con l’intento di contrastare il fenomeno degli accaparramenti abusivi di beni immobiliari appartenenti per lo più a membri di comunità etniche e di fede minoritarie, a partire dai cristiani (vedi Fides 14/4/2021).
Il Ministro ha confermato ai media di aver avuto ragguagli incoraggianti sull’acquisizione di denunce e materiali acquisiti in questa fase istruttoria dai comitati costituiti in loco, e negli incontri avuti con i rappresentanti delle amministrazioni locali - compresi quelli del governatorato di Dohuk e della città di Zakho – ha confermato la risoluta intenzione del governo regionale di procedere a un integrale ripristino per via legale dei diritti di proprietà violati negli ultimi lustri a danno di cittadini cristiani e appartenenti ad altri gruppi minoritari. Il materiale raccolto dai comitati locali sarà sottoposto all’attenzione della Commissione governativa competente, che dovrà poi definire le procedure concrete per restituire ai legittimi proprietari terreni e case espropriati illegalmente, sia prima che dopo la caduta del regime di Saddam Hussein.
L’istituzione di una Commissione governativa ad hoc incaricata di verificare e frenare i sistematici espropri illegali subiti negli ultimi anni da proprietari cristiani nel Kurdistan iracheno (e soprattutto nel governatorato di Dohuk), ha concretizzato un input espresso dal Governo della Regione autonoma nell’agosto 2020. Il compito affidato alla Commissione è quello di raccogliere documentazione, ascoltando anche le istanze e le giustificazioni delle parti coinvolte, in modo da tracciare una vera e propria mappatura delle proprietà dei cristiani fatte oggetto di esproprio abusivo negli anni in cui tutta l’area nord-irachena viveva la drammatica esperienza connessa alle conquiste delle milizie jihadiste di Daesh e alla creazione dell’auto-proclamato Stato Islamico.
Gli espropri su vasta scala di terreni e beni immobiliari appartenenti a famiglie cristiane sire, assire e caldee della regione del Kurdistan iracheno, come riferito dall'Agenzia Fides, furono denunciati con particolare veemenza nel 2016 (vedi Fides 14/4/2016 e 7/7/2016). Secondo le denunce presentate, gli espropri illegali venivano messi in atto da concittadini curdi, che operavano singolarmente o in maniera coordinata con altri membri del proprio clan tribale. Già a quel tempo il dottor Michael Benjamin, direttore del Centro Studi Ninive, riferiva che nel solo Governatorato di Dohuk esisteva una lista di 56 villaggi in cui l'area di terreno sottratto illegalmente a famiglie cristiane era pari a 47.000 acri. Il 13 aprile 2016, alcune centinaia di cristiani siri, caldei e assiri, provenienti dalla regione di Nahla (Governatorato di Dohuk) avevano organizzato una manifestazione davanti al Parlamento della Regione autonoma del Kurdistan iracheno (vedi foto) per protestare contro le espropriazioni illegali dei propri beni immobiliari subite negli anni precedenti ad opera di influenti notabili curdi, già più volte denunciate senza esito presso i tribunali competenti.
Negli ultimi anni, gli espropri illegali hanno preso di mira in maggior parte terre e case appartenenti a cristiani che hanno lasciato l'area soprattutto a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, per sfuggire ai conflitti regionali e alle violenze settarie e tribali esplose con maggior virulenza dopo gli interventi militari delle coalizioni internazionali. (GV) (Agenzia Fides 18/11/2021)
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AMERICA/VENEZUELA - Elezioni: “non rimaniamo nella diatriba e nel conflitto, ma lavoriamo per superarli in nome di un bene più grande”
 
Caracas (Agenzia Fides) – Domenica 21 novembre si terranno in Venezuela le elezioni regionali e municipali per eleggere i Governatori dei 23 stati in cui è suddiviso il territorio nazionale, i Sindaci dei 335 municipi, oltre ai consiglieri regionali e municipali. Al voto anche 69 comunità indigene, che votano secondo proprie regole i loro rappresentanti. Il 49% dei candidati è rappresentato da donne.
Per l’appuntamento elettorale, la Commissione permanente della Conferenza episcopale venezuelana ha pubblicato un messaggio intitolato "Oltre le elezioni regionali" in cui propone alcune considerazioni sulla realtà nazionale e sulle prospettive dopo il voto. “Il Venezuela come nazione è ferita nei suoi aspetti umani, sociali e istituzionali – è scritto all’inizio del messaggio -, in larga misura conseguenza di un modello politico autoreferenziale, di vocazione totalitaria, che abbiamo più volte definito come ‘moralmente inaccettabile’, per la mancanza di rispetto per i diritti umani, riconosciuta a livello internazionale, per la distruzione della struttura produttiva e per un impoverimento senza precedenti della grande maggioranza della popolazione”.
Di fronte a questo panorama, prosegue il testo dei Vescovi, "siamo consapevoli che l’argomento elettorale ha provocato apatia in una grande maggioranza della popolazione, arroganza in una minoranza, e ha portato a una frattura di molte opzioni politiche partitiche". "In ogni caso – evidenziano -, la cosa fondamentale non è rimanere nella diatriba e nel conflitto, ma affrontarli e lavorare per superarli, in nome di un bene più grande, che è un presente e un futuro più degni del popolo venezuelano, la nostra nazione". L’obiettivo della consultazione elettorale, sottolineano ancora, “non è solo scegliere un gruppo di autorità, ma inviare un segnale inequivocabile di determinazione e impegno per la rifondazione della vita, della libertà, della giustizia e della pace di 30 milioni di persone”.
I Vescovi ricordano che "spetta a ogni cittadino assumere in questa situazione, la decisione di partecipare o meno, essendo consapevole che qualunque cosa accada, avrà un grande impatto sul futuro della comunità, della regione e del paese, in quanto ci troviamo in un momento di particolare gravità, e per questo di suprema importanza e responsabilità trascendentale, personale, familiare e civile, di fronte a Dio e alla Patria."
I candidati che saranno eletti in questa situazione, dovranno assumersi la responsabilità di rafforzare l’integrazione e non l’esclusione, l’amicizia sociale e non la vendetta, la creazione di opportunità e non la chiusura di strade; devono operare in modo che le risorse raggiungano realmente i destinatari e non si perdano nella corruzione e nell'appropriazione indebita; dialoghino con tutti, principalmente con i più poveri ed esclusi.
Esortando a evitare le reciproche denigrazioni tra oppositori politici, i Vescovi ricordano che “il bene omune implica rispetto e un dialogo permanente con le comunità e le istituzioni sociali, anche se la pensano diversamente o provengono da un partito diverso da quello al potere". “C'è la possibilità e la necessità che attraverso questo processo elettorale emergano nuovi leader sociali che dovranno proporre alternative nuove al progetto accentratore del governo nazionale, ma dovranno anche cercare vie di incontro per il giusto sviluppo politico, economico e sociale delle situazioni particolari regionali e locali”.
Il comunicato ribadisce, nella parte conclusiva, la necessità di “una buona e nuova politica, dove la cosa più importante sia l’interesse per le persone, specialmente le più vulnerabili, e coordinare il nazionale con il regionale e il locale”. L’astensione non porta a generare i cambiamenti necessari, tantomeno un voto cieco che non tenga conto della drammatica situazione della nazione. E’ necessario “recuperare la politica come luogo di partecipazione, esercizio dei diritti democratici e protagonismo civico”. “Per tutto questo è indispensabile raddoppiare la speranza umana e Cristiana, nella dignità e potenzialità di ognuno dei venezuelani, e nella bontà e misericordia di Dio nostro Padre – esortano I Vescovi -. Se ognuno metterà il meglio di sé, costruiremo, dal calore dei focolari, dalla solidarietà delle nostre comunità e dalle tradizioni della nostra regioni, le basi per l'auspicata ricostruzione nazionale”. (SL) (Agenzia Fides 18/11/2021)
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giovedì 11 novembre 2021

Da Agenzia Fides: A Mosul gli Usa finanziano il restauro della chiesa di Mar Korkis, devastata dai jihadisti-11 novembre 2021

 

ASIA/IRAQ - A Mosul gli Usa finanziano il restauro della chiesa di Mar Korkis, devastata dai jihadisti
 
Mosul (Agenzia Fides) – E’ prevista entro la fine di novembre la cerimonia di riapertura della chiesa principale del monastero di Mar Korkis, nella città irachena di Mosul, gravemente danneggiata dai miliziani dell’autoproclamato Stato islamico (Daesh) durante il tempo dell’occupazione jihadista. Nei giorni scorsi è stato reso noto il completamento dei lavori di restauro eseguiti nel quadro del programma di stabilizzazione del patrimonio iracheno, in collaborazione con l’ordine monastico antoniano di Sant’Ormisda dei Caldei e grazie al supporto finanziario garantito dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America ai progetti di ricostruzione di chiese e monumenti realizzati in Nord Iraq dal Departement of Heritage and Civilization dell'Università della Pennsylvania (vedi Fides 2/8/2019).
Il Monastero di Mar Korkis si trova sul lato destro del fiume Tigri, appena fuori dalla strada che unisce Mosul a Dohuk, a 10 km dal centro della città. La prima fondazione del monastero viene fatta risalire dalle fonti storiche a prima del X secolo dopo Cristo.
Nel marzo 2015, i jihadisti dello Stato Islamico devastarono gravemente la chiesa, senza però raderla al suolo (vedi Fides 12/3/2015). Furono smentite le informazioni rilanciate da diversi media che in quei giorni avevano accreditato le voci in merito a una totale demolizione del luogo di culto cristiano tramite esplosivo. La furia distruttiva dei jihadisti si era concentrata sulla cupola e sulla facciata della chiesa, caratterizzata da una particolare configurazione architettonica, con i mattoni e le aperture disposti in modo da disegnare una grande croce. Le croci che spiccavano sulla cupola e sul tetto del monastero erano state divelte dai jihadisti già nel dicembre 2014. Foto e documenti pubblicati a quel tempo confermarono che a subire devastazioni era stato soprattutto il cimitero adiacente alla chiesa, dove riposavano anche i corpi di molti soldati iracheni cristiani caduti durante il conflitto Iraq-Iran.
Durante il tempo dell’occupazione jihadista, il monastero di San Giorgio era stato usato anche come luogo di detenzione. Nel dicembre 2014 vi erano stati trasferiti almeno 150 prigionieri bendati e ammanettati, compresi alcuni capi tribù sunniti oppositori dello Stato Islamico ed ex membri degli apparati di sicurezza, detenuti in precedenza presso la prigione di Badush (evacuata nella previsione di un possibile attacco da parte della coalizione anti-Califfato).
Le opere di restauro hanno visto coinvolti ingegneri, e architetti e operai locali. Le pareti interne del luogo di culto sono state ricoperte con il marmo di Mosul. (GV) (Agenzia Fides 11/11/2021)

martedì 26 ottobre 2021

A Erbil un museo custodirà manoscritti cristiani scampati alle devastazioni jihadiste

 

ASIA/IRAQ - A Erbil un museo custodirà manoscritti cristiani scampati alle devastazioni jihadiste
 
Erbil (Agenzia Fides) – Manoscritti e libri antichi, sia cristiani che islamici, sottratti in anni recenti alla possibile distruzione da parte dei jihadisti dello Stato Islamico (Daesh) saranno raccolti e custoditi in un museo-centro studi costituito ad hoc per volontà dei Vescovi della Chiesa caldea. La decisione di costituire il nuovo centro di conservazione e esposizione è stata presa dagli stessi Vescovi caldei, riunitisi sabato 23 ottobre a Erbil, capoluogo della Regione autonoma del Kurdistan iracheno, sotto la presidenza del Patriarca Louis Raphael Sako.
Il museo sorgerà a Ankawa, distretto di Erbil abitato in maggioranza da cristiani, in un edificio adiacente all’istituto che ospita sacerdoti e seminaristi caldei. L’iniziativa vedrà il coinvolgimento diretto della locale comunità dei Padri Domenicani, da sempre impegnati nella conservazione e nello studio di libri e manoscritti antichi, che rappresentano anche una testimonianza preziosa del radicamento delle comunità cristiane autoctone di origine apostolica nelle terre dell’attuale Iraq.
Il patrimonio che confluirà nel museo è stato presentato alla riunione dei Vescovi caldei da Najib Mikhail Moussa, attuale Arcivescovo caldeo di Mosul e membro dei Frati predicatori. Prima di assumere nel 2019 la guida dell’Arcidiocesi caldea nella città che era stata occupata per lunghi anni dai jihadisti di Daesh, padre Najib Mikhail ha dedicato gran parte della sua vita alla cura e allo studio di manoscritti e testi antichi appartenenti alle antiche Chiese d’Oriente raccolti dai Padri Domenicani.
Nato nel 1955 a Mosul, fin dal 1990 padre Najib Mikhail era stato direttore del Centro di digitalizzazione dei manoscritti orientali nella metropoli nord-irachena. Fino al 2007, il patrimonio di migliaia di manoscritti e libri antichi curato dai Domenicani era custodito presso il complesso della chiesa domenicana di Mosul. Già a partire da quell'anno, per motivi di sicurezza, le opere più preziose e gli 850 manoscritti più antichi in aramaico, arabo e armeno erano stati trasferiti a Qaraqosh, città a maggioranza cristiana a trenta chilometri da Mosul. Alla fine di luglio del 2014, la preoccupazione davanti all'avanzare dei jihadisti di Daesh – che avevano già conquistato Mosul dal 9 giugno precedente – avevano convinto i Domenicani a iniziare il trasferimento dei manoscritti e dei libri antichi nel capoluogo del Kurdistan iracheno, per salvarli dalle devastazioni iconoclaste e dai roghi di libri perpetrati dai jihadisti nelle terre da loro occupate.
Nella notte tra il 6 e il 7 agosto 2014, anche padre Najib Mikhail era fuggito insieme a migliaia di cristiani dalla Piana di Ninive verso Erbil, portando con sé su un furgone un buon numero di manoscritti e documenti antichi dal valore inestimabile, mentre le città della Piana finivano sotto il dominio di Daesh. Negli anni successivi (vedi Fides 10/3/2018), padre Najib Mikhail aveva coinvolto anche decine di profughi rifugiati a Erbil nell'opera di restauro di manoscritti e libri antichi sottratti alla possibile distruzione da parte dei jihadisti. La piccola impresa culturale animata dai rifugiati iracheni ha rappresentato uno sviluppo oltremodo significativo dell'opera di tutela del patrimonio culturale iracheno che da secoli vedeva impegnati in quelle terre gli appartenenti all'Ordine dei frati predicatori, fondato da San Domenico di Guzmàn (1170-1221). In quegli anni difficili, tanti profughi, cristiani e musulmani, hanno potuto acquisire competenze professionali in quest'opera di salvaguardia del patrimonio culturale della regione. (GV) (Agenzia Fides 26/10/2021).


martedì 12 ottobre 2021

Agenzia Fides 12 ottobre 2021

 

EUROPA/ITALIA - Scalabrini e la sua passione per i migranti, chiave di interpretazione per la contemporaneità: verso l'Anno Scalabriniano
 
Roma (Agenzia Fides) - Il prossimo 9 novembre si aprirà l'Anno Scalabriniano, nel 25esimo anniversario della beatificazione di Giovanni Battista Scalabrini, testimone esemplare di vita cristiana, missionaria e padre dei migranti. “Stiamo concludendo con gratitudine il Giubileo dei 125 anni di fondazione della Congregazione delle suore Missionarie Scalabriniane e iniziamo con molta gioia l'Anno Scalabriniano. Questi eventi ci riempiono il cuore di gratitudine a Dio per il carisma scalabriniano nel servizio alla Chiesa” spiega suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Scalabriniane, nella nota inviata all’Agenzia Fides. “San Giovanni Paolo II lo descrisse come profondamente innamorato di Dio e straordinariamente devoto dell’Eucaristia, con la capacità di saper tradurre la contemplazione di Dio e del suo mistero in una intensa azione apostolica e missionaria, facendosi tutto a tutti per annunciare il Vangelo".
I Superiori dei tre Istituti che compongono la Famiglia Scalabriniana (i Missionari di San Carlo, Scalabriniani; le suore Missionarie di San Carlo, Scalabriniane; le Missionarie Secolari Scalabrinane) hanno invitato a seguirne le orme, partendo dalla sua frase “Potessi santificarmi e santificare tutte le anime affidatemi". "Scalabrini è stato un modello per il mondo e lo è ancora oggi, in un mondo globale diviso da incomprensibili muri. La sua passione per i migranti è una chiave di interpretazione della contemporaneità che ha le sue basi nel messaggio di Cristo” affermano in una lettera comune i tre Superiori dei tre Istituti scalabriniane: padre Leonir Chiarello, suor Neusa de Fatima Mariano e Regina Widmann. “Gesù ha vissuto da bambino migrante e rifugiato. Ha dato la sua vita per il mondo e oggi la sua espressione è nei volti di quei milioni di persone che chiedono aiuto".
Con il patrocinio della diocesi di Piacenza-Bobbio, l'Anno Scalabriniano inizierà domenica 7 novembre 2021 e si concluderà mercoledì 9 novembre 2022. Il tema è: "Fare patria dell’uomo il mondo". "Si inserisce nella linea dell’insegnamento recente di Papa Francesco - sottolineano i tre Superiori della famiglia Scalabriniana -. Invitiamo tutti a collaborare coinvolgendo la Chiesa locale, i membri dei nostri istituti, i futuri missionari, i diversi gruppi di laici scalabriniani e le comunità dei migranti per promuovere iniziative approfittando anche dei suggerimenti che verranno offerti e che potranno essere moltiplicati nei vari contesti in cui svolgiamo la missione con i migranti e i rifugiati". (SL) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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AFRICA/MALAWI - Sostegno all’imprenditoria locale e attenzione ai cambiamenti climatici
 
Lilongwe (Agenzia Fides) - In Malawi, in particolare nei distretti di Zomba e Malaka, alcuni giovani che non avrebbero avuto alcuna speranza di contribuire allo sviluppo economico del proprio Paese, acquisiscono competenze professionali e, in alcuni casi, anche fondi per avviare attività imprenditoriali. Come appreso dall’Agenzia Fides, è il risultato del progetto “Hope for Youth Project”, promosso dalla Catholic Development Commission (che è la Caritas Malawi) che opera in seno alla Conferenza Episcopale del Malawi. Tra le specializzazioni professionali offerte dal progetto, vi sono impianti elettrici, saldatura, costruzione, posa di mattoni e falegnameria.
Tra i beneficiari di questo progetto anche alcune giovani donne appartenenti a categorie vulnerabili. Tra coloro che vi hanno partecipato, Christopher, che proviene dal villaggio di Nkasala nell'area del tradizionale Mlumbe nel distretto di Zomba, ha raccontato di aver avuto la possibilità di frequentare un corso di posa di mattoni. Poco dopo il completamento del suo corso, Christopher riferisce: “Ho avuto l’opportunità di fare esercitazioni sul campo, in una vera e propria impresa edile per oltre un anno, e questo mi ha consentito di acquisire esperienza: sono tornato a casa e ora sto costruendo la mia casa. Ora sono in grado di sostenere la mia famiglia in tutte le necessità, cosa che prima non accadeva”.
I cambiamenti climatici sono invece al centro di un altro progetto della Catholic Development Commission, dal titolo: “Climate Challenge Program Malawi” (CCPM). Il progetto ha recentemente ricevuto il Community Empowerment Award da Trocaire per i suoi meriti. In corso di attuazione nei 4 distretti di Balaka, Machinga, Zomba e Chikwawa il progetto Climate Challenge Program Malawi (CCPM) ha lo scopo di migliorare la resilienza della popolazione ai cambiamenti climatici attuali e futuri. Il progetto sviluppa strategie e misure di adattamento guidate dalla comunità che miglioreranno la produzione agricola e i mezzi di sussistenza rurali attraverso il nesso cibo-acqua-energia. Il progetto viene attuato nei quattro distretti con il finanziamento del governo scozzese, attraverso SCIAF e Trocaire.
(EG) (12/10/2021)
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AFRICA/UGANDA - L’istruzione dei bambini come strumento per la crescita del paese e della Chiesa locale
 
Kampala (Agenzia Fides) - Il futuro della Chiesa dipende dall’istruzione dei bambini, ha affermato Mons. Francis Aquirinus Kibira, Vescovo della diocesi cattolica di Kasese. In occasione della professione perpetua di suor Evelyn Kamuli, della Congregazione delle Suore Oblate dell’Assunzione, celebrata nel villaggio di Kihyo, il Vescovo ha esortato i presenti, genitori e tutori, a “dare priorità all'istruzione, che sta alla base dello sviluppo futuro dei propri figli e di conseguenza del Paese”. Nella nota pervenuta all’Agenzia Fides, Mons. Kibira incoraggia le suore nel loro impegno nel campo dell’educazione nel distretto di Kasese. “Istruire ed incoraggiare i propri figli a prendere parte alle iniziative cattoliche della Chiesa locale garantirà il futuro della Chiesa e della società ugandese” ha concluso il Vescovo di Kasese. Uno dei primi progetti portati avanti dalle Suore è l’Emmanuel D'Alzon Lavagnace Complex High School, grazie al quale cresce la qualità dell'istruzione nella sub contea di Buhuira. Le Suore Oblate dell’Assunzione lavorano con costante dedizione alla missione del loro apostolato, sono presenti in Africa, America Latina, Asia ed Europa.
(AP) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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ASIA/INDIA - Suore cattoliche e fedeli aggrediti da estremisti indù per presunte "conversioni forzate"
 
Lucknow (Agenzia Fides) – Suore cattoliche e fedeli sono stati aggrediti da un gruppo di estremisti indù nello stato dell'Uttar Pradesh, nel nord dell'India. Come appreso dall'Agenzia Fides, i militanti hanno molestato alcune religiose e circa 50 devoti cristiani nel distretto di Mau il 10 ottobre scorso. Membri dei gruppi radicali indù "Bajrang Dal" e "Hindu Yuva Vahini" hanno condotto con la forza sette fedeli cristiani alla vicina stazione di polizia, dove hanno trascorso la notte in stato di fermo. Tra i sette vi erano tre donne e il Pastore cristiano evangelista Abraham Shakil, accusati di aver effettuato presunte "conversioni religiose forzate", riferisce a Fides padre Anand Mathew, sacerdote e promotore dei diritti umani, rilevando che "tali attacchi sono basati su pretesti per molestare e compiere abusi sui cristiani”.
In un altro episodio, due suore francescane orsoline sono state portate con la forza alla stazione di polizia e sono state detenute per sei ore. Le suore erano al terminal degli autobus della città. Dopo l'intervento di un alto funzionario di polizia di Lucknow, la capitale dello stato di Uttar Pradesh, le suore sono state liberate. Le religiose sono suor Gracy Monteiro e suor Roshni Minj. Erano al terminal bus poiché suor Minj doveva viaggiare in autobus per visitare il padre malato nello stato indiano del Jharkhand. Quando suor Minj ha semplicemente chiesto informazioni sugli orari del bus, le due sono state fermate, aggredite verbalmente e condotte con la forza alla stessa stazione di polizia, dove erano detenuti i cristiani e il Pastore. “Siamo rimaste scioccate quando siamo state portate alla stazione di polizia sostenendo che eravamo parte di una comunità cristiana coinvolta in conversioni religiose forzate. E' del tutto falso” ha detto suor Monteiro.
La denuncia presentata da Radheshyam Singh, un uomo indù, afferma che i cristiani "non hanno seguito le misure sanitarie contro il Covid-19" e li accusa di "essere coinvolti nella conversione di altri al cristianesimo attraverso mezzi illeciti come fornire lavoro e denaro".
"Queste accuse e tali episodi - rileva Patsy David, rappresentante dell'Ong ADF International - sono parte di un disegno organizzato per opprimere i cristiani in Uttar Pradesh". Secondo ADF, dal 2017 ad oggi in Uttar Pradesh sono stati documentati ben 374 casi di violenze contro i cristiani. Le aggressioni sono in aumento da quando il governo dell'Uttar Pradesh ha approvato la "Legge anti-conversione" nel settembre 2020. Nella maggior parte dei casi, i gruppi estremisti attaccano le sale di culto o le case dei cristiani e interrompono i loro incontri, danneggiano le loro proprietà, gli arredi, bibbie e pubblicazioni, e li conducono alla polizia. Dopo gli attacchi degli estremisti indù e gli arresti, i fedeli affrontano un tortuoso inter legale, con le richieste ai tribunali per ottenere la cauzione. Di conseguenza, molti Pastori e fedeli cristiani sono pieni di paura anche solo quando esercitano il culto o pregano insieme.
L'Uttar Pradesh, stato prevalentemente agricolo che ospita 230 milioni di persone, è lo stato più grande dell'India. Secondo il censimento del 2011, i cristiani sono una esigua minoranza, circa 350mila fedeli.
(SD-PA) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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ASIA - Nuova App per Radio Veritas, missionaria in Asia
 
Yangon (Agenzia Fides) - E' uno strumento per diffondere la Buona Novella del Regno di Dio e per seminare speranza: con queste parole il Cardinale Charles Maung Bo. Arcivescovo di Yangon e Presidente della Federazione delle Conferenze Episcopali dell'Asia (FABC) ha presentato ufficialmente la nuova App per dispositivi mobili di Radio Veritas Asia (RVA), in una cerimonia di lancio svoltasi nella Cattedrale di Santa Maria a Yangon l'11 ottobre. Come appreso da Fides, il Cardinale Charles Bo si è detto molto felice per questo ulteriore progresso di RVA nel campo dei media digitali. “Come san Paolo, siamo chiamati a predicare il Vangelo. Radio Veritas è veramente missionaria in Asia, è la voce del cristianesimo in Asia”, ha detto il Card. Bo nella Messa celebrata in Cattedrale.
"La nuova Applicazione è pensata per tutte le persone che credono in Dio e possono avere un costante supporto morale e spirituale da Radio Veritas" ha detto, incoraggiando vescovi, sacerdoti, religiosi e laici, in Myanmar e in tutta l'Asia "a usarla per la preghiera, per la formazione, per la catechesi". "Questa applicazione è utile per sacerdoti e religiosi, nel loro servizio pastorale alla nostra gente e nella predicazione. E' utile per la gente, per essere costantemente connessi con la Parola di Dio", ha rimarcato.
Radio Veritas, ha ricordato il Cardinale - porta la Buona Novella del Vangelo in Myanmar trasmettendo in diverse lingue parlate nella nazione: birmano, Hakha chin, Tedim chin, Falam chin, Zo chin, Jighpaw kachin, Rawan kachin, Lisu kachin, Sakaw Karen, Poh Karen , Tamil, Cinese mandarino.
P. Feroz Fernandes, SFX, caporedattore a RVA; ha affermato che "questa è un'applicazione che aumenta la consapevolezza nel condividere la nostra fede". Come ha spiegato p. Victor Sadaya CMF, Direttore di Radio Veritas a Manila, l'emittente "sta potenziando il servizio di evangelizzazione trasmettendo in 21 lingue asiatiche. Con questa App, il pubblico potrà facilmente accedere ai servizi di RVA nella lingua prescelta".
Radio Veritas Asia (RVA) è stata fondata dalla FABC nel 1969 per diffondere la buona novella della salvezza di Gesù ai popoli dell'Asia e promuovere la comunicazione tra i popoli dell'Asia. Ha trasmesso in onde core fino al 2015. Con la diffusione dei mass media digitali, la FABC ha trasferito le trasmissioni su Internet a partire dal 2015 e ora ha creato anche la App per i dispositivi mobili.
(JZ-PA) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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ASIA/IRAQ - Elezioni, il “Movimento Babilonia” conquista 4 dei 5 seggi riservati a candidati cristiani
 
Baghdad (Agenzia Fides) – Le elezioni parlamentari irachene svoltesi domenica 10 ottobre hanno assegnato a rappresentanti del “Movimento Babilonia” ben 4 dei 5 seggi riservati a candidati cristiani dal sistema elettorale nazionale. Lo riferiscono fonti locali consultate dall’Agenzia Fides, sulla base dei primi dati forniti dalla Alta Commissione elettorale. Secondo le stesse fonti, il quinto seggio, assegnato nel distretto di Erbil, è stato assegnato al candidato indipendente Farouk Hanna Atto.
Il risultato elettorale relativo alla quota di seggi riservati a candidati cristiani, per certi versi sorprendente, non mancherà di riaccendere polemiche sulle potenziali manipolazioni politiche a cui appare esposta la assegnazione dei posti in Parlamento riservati a membri delle comunità cristiane locali o appartenenti a altre minoranze etniche e religiose.
Il Movimento Babilonia (nella foto, il manifesto dei suoi candidati) è nato come proiezione politica delle cosiddette “Brigate Babilonia”, milizia armata formatasi nel contesto delle operazioni militari contro i jihadisti dello Stato Islamico (Daesh) che portarono alla riconquista delle aree nord-irachene cadute nelle mani jihadiste nel 2014. Guidate da Ryan al Kildani (Ryan “il caldeo”), le “Brigate Babilonia” avevano sempre rivendicato la propria etichetta di milizia composta da cristiani, anche se risultava documentato il loro collegamento con milizie sciite filo-iraniane come le Unità di Protezione popolare (Hashd al Shaabi). Anche la sigla politica del “Movimento Babilonia” viene considerata vicina alla “Organizzazione Badr”, movimento politico che alle elezioni è confluito nella Alleanza Fatah, cartello che raggruppava sigle e organizzazioni sciite di orientamento filo-iraniano.
Nei primi commenti critici, politici cristiani appartenenti a sigle che non hanno ottenuto seggi gettano sospetti sul risultato elettorale, lasciando intendere che sui candidati del “Movimento Babilonia” sarebbero stati dirottati anche voti di elettori sciiti, in modo da piazzare nei seggi riservati ai cristiani rappresentanti che di fatto rispondono a formazioni politiche sciite. In maniera analoga, secondo alcuni commentatori anche il candidato cristiano Farouq Hanna Atto, eletto come indipendente per il seggio riservato ai cristiani nel distretto di Erbil, avrebbe in realtà prevalso sui suoi concorrente grazie ai voti riversati a suo favore dal Partito Democratico del Kurdistan (PDK).
Secondo i primi dati forniti in via provvisoria dalla Commissione elettorale, il candidato del Movimento Babilonia Aswan Salem avrebbe conquistato il seggio riservato ai cristiani nel Governatorato di Ninive con 9498 voti. Il seggio riservato a candidati cristiani nella città di Baghdad sarebbe stato conquistato da con 10822 voti d Evan Faeq Yakoub Jabro, ex ministra per i rifugiati e le migrazioni nel governo uscente guidato da Mustafa al Kadhimi. A Kirkuk e a Dohuk, i candidati del Movimento Babilonia Duraid Jamil e Badaa Khader hanno prevalso ottenendo rispettivamente 4279 e 10619 voti, mentre il candidato Farouk Hanna Atto ha conquistato il seggio riservato ai cristiani nel distretto elettorale di Erbil con 4221 voti.
I dati ufficiali finora comunicati sui risultati elettorali non permettono ancora di delineare un quadro preciso del futuro scenario politico iracheno. Nessun blocco politico in gara riuscirà a controllare da solo la maggioranza dei 329 seggi in Parlamento. Fonti diverse confermano la crescita del Partito Sadrista, guidato dal leader sciita Muqtada al Sadr, che nel Parlamento precedente controllava 58 seggi e nella prossima assemblea parlamentare dovrebbe averne conquistati almeno 70. Viene invece data in calo la rappresentanza parlamentare dei Partiti sciiti di orientamento filo-iraniano, confluiti nell’Alleanza Fatah, che nel precedente Parlamento controllavano 48 seggi.
Ai seggi si è recato solo il 41% degli aventi diritto al voto, soglia che rappresenta il minimo storico delle 6 elezioni parlamentari tenutesi in Iraq dal 2003, dopo la fine del regime di Saddam Hussein.
L’appuntamento elettorale, fissato per il 2022, era stato anticipato dopo le proteste popolari che nell’autunno 2019 avevano manifestato scontento generalizzato verso l’intera dirigenza politica irachena, accusata di corruzione e cattiva gestione. Le elezioni si sono svolte in un clima di generale apatia, segnato da appelli al boicottaggio anche da parte di sigle coinvolte nelle mobilitazioni popolari anti-sistema del 2019. (GV) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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AMERICA/EL SALVADOR - I Vescovi invitano “a partecipare attivamente alla beatificazione dei nostri martiri”
 
San Salvador (Agenzia Fides) – La Conferenza Episcopale di El Salvador (CEDES) ha invitato a prepararsi spiritualmente alla beatificazione dei suoi quattro martiri, che come annunciato avrà luogo il 22 gennaio 2022: padre Rutilio Grande, gesuita, Manuel Solórzano e Nelson Rutilio Lemus Chávez, laici, e il francescano italiano Fray Cosme Spessotto, OFM (vedi Fides 01/09/2021).
Nella convocazione della CEDES, intitolata “Prepariamoci a partecipare attivamente alla beatificazione dei nostri martiri”, si ricorda “l’immensa gioia” provata per la canonizzazione di Monsignor Oscar Arnulfo Romero, invitando tutti a esultare per la prossima beatificazione dei quattro martiri salvadoregni, che avrà luogo sabato 22 gennaio 2022, sul sagrato della Cattedrale di San Salvador, alle cinque del pomeriggio. La partecipazione dei fedeli in presenza sarà determinata dall’evoluzione della pandemia di Covid-19, comunque in tutte le chiese del paese si potrà seguire la celebrazione attraverso la televisione.
Il luogo scelto è emblematico, scrivono i Vescovi, perché "fu proprio in quella piazza che, la Domenica delle Palme del 1980, una folla immensa espresse il proprio amore e la propria gratitudine al nostro santo Óscar Arnullo Romero, in un'indimenticabile Messa funebre non conclusa che, purtroppo, venne segnata dalla violenza". I quattro martiri che saranno beatificati fanno parte della storia della Chiesa di El Salvador, una storia tormentata e segnata da “una voragine di violenza fratricida che strappò la vita a innumerevoli vittime innocenti, la maggior parte delle quali è nota solo a Dio”. "Ci sembra provvidenziale – proseguono - che possiamo venerare un gesuita salvadoregno, un francescano italiano e due laici del nostro popolo, un giovane e un anziano, che hanno in comune l'aver versato il loro sangue per Cristo in mezzo al fragore della guerra…Ognuno di questi testimoni della fede porta un contributo originale che offre alla Chiesa perché si mantenga fedele alla sua missione”.
In attesa della beatificazione, i Vescovi invitano i fedeli ad aprire il cuore alla Parola di Dio, a conoscere i nuovi beati, a lasciarsi interpellare dalla loro testimonianza: “i nostri martiri sono testimoni credibili di una Chiesa in uscita, una Chiesa compassionevole e misericordiosa, una Chiesa che annuncia con parole e opere il Regno di Dio”. Esortano quindi alla preparazione spirituale, annunciando alcuni sussidi per sostenere questo cammino, e invitano tutti i battezzati ad essere “martiri” cioè “testimoni” di Gesù Cristo nelle diverse situazioni di vita e costruttori del Regno di Dio come sono stati i beati martiri. (SL) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...