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martedì 26 luglio 2022

Vatican News


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Le notizie del giorno

25/07/2022

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Nella chiesa del Sacro Cuore dei Primi Popoli a Edmonton, Francesco ammette che "nulla può cancellare la dignità violata, il male subìto, la fiducia tradita". Tuttavia - precisa - occorre ripartire, guardando a Gesù crocifisso. Invita a cooperare per una riconciliazione che non sia una sorta di pace ... 

Due parrocchiani danno la loro testimonianza al Papa nella Chiesa del Sacro Cuore
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La testimonianza di Candida e Bill, due parrocchiani della chiesa del Sacro Cuore dei Primi Popoli a Edmonton, accoglie Francesco in una comunità inclusiva, ... 

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Primo appuntamento pubblico del viaggio in Canada a Maskwacìs, dove Francesco incontra i rappresentanti di Métis, Inuit e First Nations. Il Pontefice riconsegna ... 

Maskwacis, Incontro con popolazioni indigene- Capo LittleChild
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Ottenere per i giovani vera guarigione e vera speranza, dopo un passato di devastazione. Lo sperano le popolazioni indigene First Nations, Mètis e Inuit nel ... 

Maskwacis, Incontro con le popolazioni indigene
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Con l’arrivo del Papa in Canada l’informazione locale comincia a dare ampio spazio ai vari eventi di questa visita e a porsi domande decisive per il futuro dei ... 

Viaggio Apostolico in Canada
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Francesco è ad Edmonton. L’areo papale, con i giornalisti al seguito, è atterrato ieri all’aeroporto internazionale della capitale dello Stato dell’Alberta, ... 

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Riviviamo i momenti più significativi dell'arrivo e dei primi appuntamenti del 25 luglio di Francesco a Edmonton, capitale della provincia dell'Alberta 

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domenica 2 gennaio 2022

Una lettera rivolta anche a chi non si sente parte della parrocchia di San Giorgio


Visto che ho già "risposto" a questa lettera, invito anche chi legge questo blog a contribuire. Se vuoi contribuire segui le istruzioni sia della lettera sia di quelle che puoi ricavare dalla fonte diretta....la parrocchia.
Qui pubblico solo per ricordarsi di donare e qualsiasi cifra va bene


 

lunedì 28 dicembre 2020

Agenzia Fides 28 dicembre 2020

 

AFRICA/SUD SUDAN - Appelli del Papa e di altri leader religiosi: “Attuate gli accordi di pace e date un governo funzionante al Sud Sudan”
 
Juba (Agenzia Fides) – “A nome della diocesi cattolica di Tombura-Yambio, vorrei rivolgere un appello speciale alle nostre istituzioni: abbiamo trascorso un anno intero senza un governo completo, questo ha causato al Paese molte sofferenze: sfiducia, estrema povertà e sofferenza e ha accresciuto le violenze”, ha detto Sua Ecc. Mons. Barani Eduardo Hiiboro Kussala, Vescovo di Tombura-Yambio, nel suo messaggio di Natale. Le forze politiche in Sud Sudan devono ancora attuare pienamente l’accordo di pace del settembre 2018.
Secondo David Shearer, capo della Missione delle Nazioni Unite in Sud Sudan (UNMISS), “il Sud Sudan ha cinque vicepresidenti che dirigono gruppi di ministeri che stanno lavorando bene”. "Altrove, tuttavia, i progressi sono stati dolorosamente lenti" ha riferito. "Le riunioni di gabinetto si verificano in modo irregolare e i sud sudanesi vogliono vedere il presidente e i vicepresidenti riunirsi e lavorare insieme”.
“Per favore, chiedo, esorto e supplico di non ritardare ulteriormente il processo di completamento della struttura dell’esecutivo in modo che noi, popolo del Sud Sudan, possiamo sentirci orgogliosi del nostro governo e lo Stato possa erogare i servizi essenziali alla popolazione” continua il Vescovo di Tombura-Yambio. Mons. Hiiboro, che chiede inoltre alla “comunità internazionale di sostenere il processo di attuazione dell’accordo di pace. Per favore, non stancatevi di sostenere i bisognosi, gli operatori umanitari e anche il lavoro di sviluppo perché così facendo, in un modo o nell'altro, impedirete qualsiasi escalation di violenza e criminalità”.
Anche Papa Francesco, insieme all'Arcivescovo di Canterbury Justin Welby e al moderatore della Chiesa di Scozia Martin Fair, ha lanciato un messaggio al Presidente Salva Kiir e al vicepresidente Riek Machar ricordando loro gli impegni presi in Vaticano nell'aprile 2019 per attuare l'accordo di pace rivitalizzato e lavorare insieme per la pace in Sud Sudan. Inoltre hanno ribadito il loro impegno a fare una visita congiunta in Sud Sudan.
"Rimaniamo devotamente consapevoli degli impegni presi da voi in Vaticano nell'aprile 2019 per l’attuazione dell'Accordo di pace, e nostro per visitare il Sud Sudan a tempo debito, quando le cose tornano alla normalità” afferma il comunicato congiunto.
"Quando verremo in visita, desideriamo ardentemente vedere una nazione cambiata, governata da leader che, nelle parole del Santo Padre l'anno scorso, 'si tengono per mano, uniti ... come semplici cittadini' per 'diventare Padri (e Madri) della Nazione”. (L.M.) (Agenzia Fides 28/12/2020)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - Oltre 2.500 pacchi alimentari per le famiglie più povere distribuite da una parrocchia ivoriana
 
Abidjan (Agenzia Fides) - "È Natale e gli uomini hanno fame, è Natale e molte famiglie rifuggono dagli occhi dei loro figli affamati, è Natale e le decorazioni delle finestre fanno paura ai meno fortunati, è Natale e si ride senza fissare lo sguardo di chi ci circonda che non può festeggiare. Fratelli, sorelle, non vorremmo mostrarci qui in tali pensieri, il nostro Natale deve essere un Natale per gli altri” ha detto p. Hyppolite Agnigori, parroco di San Giovanni di Cocody alla vigilia della solennità della Natività del Signore, il 24 dicembre, durante la consegna dei pacchi di cibo alle famiglie povere del comune di Cocody.
Più di 2.500 famiglie che vivono in situazioni di estrema precarietà hanno ricevuto pacchi alimentari comprendenti riso, olio, pasta, carne… per offrire un pasto ai propri figli a Natale. Un'iniziativa della comunità parrocchiale di Saint Jean de Cocody nell'arcidiocesi di Abidjan sostenuta dal sindaco, Jean Marc Yacé e da persone di buona volontà per offrire a queste famiglie la gioia della nascita del figlio di Dio.
“Il comune di Cocody può avere sofferto quest'anno, con la pandemia di Covid e le manifestazioni della crisi post-elettorale, ma ciò nonostante il poco che possiamo dare alla popolazione è un gesto di solidarietà; non c’è un calcolo politico, no, dobbiamo venire in aiuto di questi fratelli e sorelle affinché tutti possano avere cibo per queste celebrazioni” ha augurato il sindaco di Cocody.
La distribuzione è avvenuta senza alcuna distinzione di razze e religioni. "Sono musulmana e nonostante questo i cattolici mi hanno offerto un pacco dono alimentare, questo vuol dire che preghiamo lo stesso Signore" ci ha confidato una signora mentre ritirava il suo kit alimentare. (S.S.) (Agenzia Fides 28/12/2020)
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ASIA/PAKISTAN - I Vescovi ai fedeli, nella seconda ondata di Covid-19: "Non abbiate paura"
 
Islamabad (Agenzia Fides) - “Non abbiate paura: questo messaggio, dato dall'angelo Gabriele ai pastori, ci dà una buona notizia, cioè che Dio ama il suo popolo soprattutto quanti sono nella sofferenza, nella paura, sono impotenti o emarginati": è questo il messaggio che caratterizza il Natale 2020 in Pakistan, attraversato dalla seconda ondata della pandemia di Covid-19, come ha riferito all'Agenzia Fides l'Arcivescovo Joseph Arshad, alla guida della diocesi di Islamabad-Rawalpindi e Presidente della Conferenza episcopale cattolica del Pakistan.
"A causa della pandemia di Covid-19 - scrive l'Arcivescovo in un messaggio rivolto ai fedeli e pervenuto a Fides - vediamo che le persone nel nostro ambiente stanno vivendo una vita piena di paure, difficoltà e sfide. Il coronavirus non ha solo colpito la salute delle persone, ma ha anche colpito in pieno la loro vita a causa della crisi economica e finanziaria. Le persone hanno perso il lavoro, o lavorano con salari bassi, c'è disperazione, ci si sente impotenti, i prezzi del cibo. degli oggetti e di altri beni di prima necessità salgono, e molti hanno perso i propri cari”. Di fronte a questa sofferenza, "guardiamo al presepe di Gesù Cristo come un simbolo di speranza. Siate messaggeri di speranza, pace e felicità per gli altri fedeli, specialmente i poveri e i bisognosi. Possiamo essere fonte di gioia e felicità per gli altri" ha scritto mons. Arshad.
Il Pakistan sta attraversando la seconda ondata di Covid-19 e fino a ieri, 27 dicembre, ha registrato 471mila casi di contagio, con circa 9.800 morti. In tale situazione, le celebrazioni natalizie si sono comunque svolte nelle chiese, con il rigoroso rispetto delle misure anti-Covid, come il distanziamento, l'igienizzazione e l'uso di mascherine facciali. Come appreso da Fides, le chiese - data la capienza limitata di fedeli - hanno moltiplicato le celebrazioni eucaristiche nel giorno di Natale, consentendo così a un più ampio numero di fedeli di poter essere presenti e celebrare la Nascita del Redentore.
Il Vescovo di Faisalabad, Indrias Rehmat, nel suo messaggio di Natale ha detto: "Concentriamoci sul messaggio dell'angelo: Non abbiate paura. Questa era la buona notizia data 2000 anni fa. Oggi in Pakistan le scuole e le università sono chiuse, i ristoranti e il parco giochi sono vuoti, gli orari per uffici e attività sono limitati. Non possiamo visitare i nostri parenti, abbiamo paura di andare ai matrimoni e ai funerali, andiamo in chiesa con la paura di contrarre il coronavirus. In questo Natale, manteniamo la nostra fede nel Signore, viviamo con speranza in Cristo e preghiamo che il Bambino Gesù, redentore del mondo, guarisca completamente il mondo ferito".
Mons. Samson Shukardin OFM, Vescovo di Hyderabad, parlando a Fides, rileva: “Crediamo fermamente che questo Natale ci porterà una nuova speranza. In mezzo alla pandemia Covid-19, milioni di persone stanno ancora soffrendo e sono disperate dopo aver perso il lavoro, il normale stile di vita e soprattutto i loro cari. Siamo uniti nelle preghiera come un'unica famiglia universale: che questo Natale e il nuovo anno ci riempiano dell'amore di Dio e scaccino le paure della pandemia".
L'Arcivescovo Evarist Pinto, Arcivescovo emerito di Karachi, nel suo messaggio di Natale ha detto: "Viviamo un tempo segnato dalla solitudine, durante questo periodo di pandemia. Ma crediamo che Dio non abbandona mai il suo popolo ed è con noi. Restiamo in contatto gli uni con gli altri attraverso la nostra fede e le nostre preghiere e diffondiamo il messaggio di pace e speranza del Natale".
(AG-PA) (Agenzia Fides 28/12/2020)
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ASIA/INDONESIA - Il presidente Widodo ricorda il messaggio-chiave del Natale: la speranza
 
Giacarta (Agenzia Fides) - Per la comunità cattolica in Indonesia è stato un Natale che, a causa della pandemia, è stato celebrato sia in maniera virtuale - grazie alle nuove tecnologie - sia in gesti concreti di vicinanza e condivisione con i più poveri, compiuti dai cristiani ma anche da leader della comunità civile.
Come appreso dall'Agenzia Fides, alla celebrazione del Natale ha preso parte il presidente indonesiano Joko Widodo, ricordando il messaggio-chiave del Natale durante la pandemia globale: la speranza. “Durante questo periodo difficile a causa della pandemia, in genere può mancare la speranza. Nel periodo natalizio, vedremo dappertutto piccole candele che rappresentano che c'è sempre speranza: la presenza di Dio, l'Emmanuele, che sarà sempre con noi" ha detto, invitando tutti i cittadini indonesiani a coltivare la speranza.
"La presenza di Dio che si prende cura di noi, la sua misericordia ci consentiranno di gettare via le nostre preoccupazioni per affrontare il nostro momento difficile" ha detto il presidente nel suo messaggio in occasione del Natale.
Parlando dalla Cattedrale di Jakarta, dove ha celebrato la messa di Natale trasmessa online e seguita da migliaia di fedeli, il Cardinale Ignazio Suharyo, Arcivescovo di Jakarta e presidente della Conferenza episcopale cattolica dell'Indonesia, ha rimarcato: “La pandemia ha colpito fortemente la nostra vita quotidiana. La nostra vita è stata ampiamente influenzata anche da discorsi di odio e fake news, legate al Covid-19. Tutti questi atteggiamenti illeciti hanno mostrato chiaramente quanti hanno una fede superficiale o esercitano il loro credo religioso in modo non serio".
Il Cardinale ha criticato "lo scarso rispetto della nostra nobile etica nazionale" e ha esortato: "Durante questo periodo difficile, siamo chiamati a cercare ispirazione nella forza della fede", ricordando il tema nazionale dell'anno pastorale: "E lo chiameranno Emmanuele - Dio è con noi".
L'evento del Natale in Indonesia è segnato anche dalla distribuzione di 10mila pacchi di generi alimentari di base agli orfanotrofi cristiani, alle case per anziani e ai centri di assistenza per disabili. La donazione pubblica di questi alimenti è stata simbolicamente avviata dal Ministro indonesiano per l'Informazione e la Comunicazione, Johnny G. Plate, che ha visitato l'orfanotrofio St. Vincentius nel centro di Jakarta.
Plate ha anche donato molti dispositivi utili per la didattica a distanza all'Associazione Radioamatori Indonesiani (Orari), che si occuperà di avviare uno specifico programma di apprendimento a distanza in alcuni luoghi remoti nella provincia di Papua. Il ministro ha reso noto che il governo istituirà oltre 3.100 antenne di ricezione e trasmissione in tutte le aree remote di Papua entro l'anno 2021-2022, in modo che "83 mila villaggi in tutto il territorio della Papua avranno pieno accesso al segnali 4G", a beneficio degli studenti delle scuole, ha spiegato il Ministro.
(MH-PA) (Agenzia Fides 28/12/2020)
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ASIA/INDONESIA - Seminarista cattolico ucciso nella provincia indonesiana di Papua
 
Jayapura (Agenzia Fides) - Il Natale 2020 è stato funestato da un grave episodio per i cattolici in Papua: la sera del 24 dicembre 2020, il corpo senza vita di Zhage Sil, seminarista cattolico, è stato trovato in un fossato a Jayapura, città della Papua indonesiana. Secondo la polizia locale, sono tuttora ignoti gli autori del delitto.
La notizia della morte di Sil ha sconvolto i cattolici della Papua e di tutta l'Indonesia, che auspicano sia fatta luce sul tragico episodio. Beka Ulung Hapsara, Commissario nazionale per i diritti umani in Indonesia ha chiesto che "la polizia indaghi rapidamente e trovi gli autori dell'omicidio. Urge applicare la legge in modo equo e trasparente".
Alla comunità di Sorong-Manokwari, diocesi cui Sil apparteneva, sono giunti numerosi messaggi di condoglianze di leader religiosi e laici che condannano fermamente l'atroce atto. “Sono scioccato dalla sua morte improvvisa e tragica. Sarebbe divenuto diacono l'anno prossimo e sacerdote diocesano subito dopo”, ha detto p. Johan, parroco nella diocesi di Jayapura, Papua. P. Johan, che conosceva personalmente Sil, ha aggiunto: “Era una persona coraggiosa che si interessava dei bisogni delle persone, e non aveva paura di alzare la voce, soprattutto quando si trattava di giustizia. Speriamo di ricevere presto notizie chiare sulla sua morte".
Sil era tra i giovani spesso impegnati a chiedere giustizia per la provincia di Papua, stigmatizzando "il razzismo contro il popolo papuano". La notizia dell'omicidio è diventata virale sui social media e ha attirato nuovamente l'attenzione sulla travagliata situazione della Papua indonesiana, dove nell'ottobre 2020 è stato ucciso anche il laico cattolico Rufinus Tigau, catechista del distretto di Intan Jaya, freddato senza ragione dalle forze di sicurezza nazionali (vedi Fides 11/11/2020).
All'inizio di dicembre, un forte appello al dialogo e alla riconciliazione per risolvere il conflitto nella regione indonesiana di Papua, è stato lanciato da 147 preti cattolici indonesiani, operanti in Papua (vedi Fides 12/12/2020) . L’appello stigmatizzava i ripetuti episodi di violenza e le continue violazioni dei diritti umani perpetrate dalle forze di sicurezza indonesiane, che hanno ucciso e ferito civili e anche operatori pastorali delle Chiese cattoliche e protestanti in questa zona del paese, a forte presenza cristiana.
In Papua, si registrano da anni incomprensioni e dissidi tra la popolazione locale e il governo centrale di Giacarta: ai fermenti separatisti il governo centrale ha risposto con una capillare presenza militare che ha aumentato la tensione.
La diocesi di Manokwari-Sorong si trova nella provincia di Papua occidentale. Copre un'area di 111mila chilometri quadrati, con una popolazione totale di 761mila abitanti, tra i quali circa 79mila cattolici.
(ES-PA) (Agenzia Fides 28/12/2020)
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ASIA/IRAQ - Il Patriarca caldeo Sako: non appare saggio il progetto di creare una “provincia cristiana” nella Piana di Ninive
 
Baghdad (Agenzia Fides) – La soluzione dei problemi affrontati dai cristiani in Iraq non passa attraverso la creazione di una “enclave cristiana” con base nella Piana di Ninive, che finirebbe per diventare “il capro espiatorio” nelle lotte tra le diverse fazioni settarie. Lo ha ribadito il Cardinale Louis Raphael Sako, Patriarca di Babilonia dei caldei, in un’ampia intervista rilasciata a Rudaw TV, emittente del gruppo editoriale con base nel Kurdistan iracheno. I cristiani – ha spiegato il Patriarca – rappresentano nella società irachena una componente “senza milizie”, senza apparati tribali di protezione, e in questo tempo in cui il Paese è continuamente lacerato da tensioni e conflitti “non è saggio chiedere per noi l’autonomia in seno a una provincia. In quel modo diventeremmo il capro espiatorio tra i contendenti. Adesso è meglio per noi vivere insieme ai nostri vicini. Chiediamo a tutti di rispettare i nostri diritti, di non provare a modificare gli equilibri nelle regioni in cui viviamo. Ma se proviamo a chiedere una provincia o un’area con statuto speciale per i cristiani, finiremo per pagare un prezzo più alto”.
Il Patriarca caldeo Sako ha più volte espresso le sue riserve davanti alle ipotesi di istituire nella Piana di Ninive un'area “protetta” per i cristiani (vedi Fides 30/8/2020).
La Provincia di Ninive, storicamente disseminata di cittadine e villaggi a maggioranza cristiana, è da lungo tempo al centro di progetti ideali volti creare un'area indipendente dal punto di vista politico- amministrativo, progetti fortemente caldeggiati da gruppi organizzati in alcune comunità della diaspora caldea e assira. Tale prospettiva era stata in qualche modo rilanciata anche alla Convention nazionale promossa a Washington nel settembre 2016 dalla organizzazione no profit Usa In Defense of Christians (IDC).
Nella recente, ampia intervista rilasciata al gruppo editoriale Rudaw, il Patriarca caldeo ha ribadito che gran parte dei cristiani fuggiti dalla Piana di Ninive nel 2014 davanti all’avanzare delle milizie dello Stato Islamico (Daesh) non sta facendo ritorno alle proprie terre d’origine perché “hanno perso la fiducia nei propri vicini”, i quali in molte situazioni locali si sono impossessati dei loro beni e delle loro case. “Non è stato solo Daesh a bruciare tutte le case. Ci sono state anche altre mani che hanno acceso il fuoco, e nell’area ci sono milizie di diversa matrice che impongono pedaggi, incutono timore e minacciano le proprietà delle persone, in un modo o nell’altro”.
Il Cardinale iracheno ha anche fatto riferimento ai processi che proprio nella Piana di Ninive, tradizionale area di insediamento delle comunità cristiane autoctone, stanno alterando i precedenti equilibri demografici, alimentando paure e incertezza tra la popolazione. Il Patriarca caldeo ha ribadito che la condizione di violenza e conflittualità permanente in cui l’Iraq versa dal 2003 – anno delle campagne militari a guida USA che posero fine al regime di Saddam Hussein – potrà essere superata solo quando si archivieranno i sistemi di gestione e spartizione del potere su base settaria etnico-religiosa, per fare posto a uno “Stato civile moderno” basato sul principio di cittadinanza, in grado di garantire uguaglianza di diritti e doveri per tutti i cittadini, a prescindere dalla loro appartenenza etnica o religiosa.
Nell’intervista, il Patriarca si è anche soffermato sull’annunciato viaggio di Papa Francesco in Iraq, in programma dal 5 all’8 marzo 2021. “Il Papa è una persona di pace, e non penso che ci saranno attacchi contro di lui. Il governo sta lavorando alla protezione del viaggio”, ha assicurato il Cardinale Sako, che si è anche soffermato su alcuni dettagli del programma, confermando il momento di condivisione spirituale con letture dalla Bibbia e dal Corano che vedrà ebrei, cristiani e musulmani riuniti insieme nel nome di Abramo, padre di tutti i credenti, per l'invio di messaggi di pace “in Libano, in Yemen, in Iran e in Libia”. Oltre alle annunciate tappe della visita papale a Erbil Mosul e Qaraqosh, il Patriarca caldeo ha espresso la speranza che il Papa possa recarsi anche a Najaf, città santa dell’islam sciita, dove risiede l’Ayatollah Ali al Sistani. (GV) (Agenzia Fides 28/12/2020)
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AMERICA/BOLIVIA - Mons. Gualberti: durante la pandemia molti hanno trovato nella famiglia “conforto, aiuto e incoraggiamento per non perdere la speranza"
 
Santa Cruz (Agenzia Fides) – Nella celebrazione della festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, l'Arcivescovo di Santa Cruz, Mons. Sergio Gualberti, ha riflettuto sull'importanza di questa cellula fondamentale della società e della Chiesa, soprattutto in questa epoca contrassegnata dalla diffusione del Covid-19. “Penso di non sbagliare quando dico che molte persone, di fronte a questa pandemia, hanno toccato l'importanza e il valore di avere l'aiuto della famiglia. In essa hanno trovato conforto, aiuto e incoraggiamento per non perdere la speranza e hanno avuto la forza di alzarsi e andare avanti. Per molte persone contagiate, la famiglia è stata l'unico ospedale e l'unico luogo di riposo e guarigione”.
L'Arcivescovo ha affermato che “per tanti fratelli che hanno perso una persona cara, e per altri che hanno vissuto in prima persona la malattia, questa dolorosa esperienza ha cambiato la loro vita, ha insegnato a valorizzare i piccoli gesti quotidiani in famiglia e a stabilire nuove relazioni di rispetto, attenzione e affetto”.
Mons. Gualberti ha ricordato che il Creatore vuole che ogni essere umano venga a questo mondo in seno a una famiglia, costruita sulle fondamenta dell'amore reciproco tra un uomo e una donna. Ogni famiglia cristiana, ha sottolineato, è chiamata ad essere una piccola comunità di fede, la Chiesa domestica, dove i genitori sono i primi educatori dei propri figli a livello umano e cristiano. "È un compito impegnativo, quindi è importante che non siano soli, e che siano guidati e accompagnati dalla famiglia più numerosa, dalla comunità ecclesiale".
L'istituzione della famiglia è una grande risorsa per le persone, per la società e per l'umanità nel suo insieme, una ricchezza che deve essere salvaguardata da tutta la società, perché la famiglia è la sua prima e vitale cellula, come afferma la Dichiarazione Universale dai diritti umani. In una famiglia stabile e ben costituita, i suoi membri sperimentano gli elementi essenziali per il loro sviluppo integrale e imparano a stabilire relazioni armoniose e pacifiche. In essa si impara a praticare la giustizia e il rispetto per gli altri, a riconoscere il ruolo di autorità responsabile dei genitori, a praticare un servizio affettuoso verso i più deboli, i piccoli, gli anziani o gli ammalati, a aiutarsi a vicenda nelle necessità della vita ed essere disponibili ad accogliere l'altro e, se necessario, a perdonarlo.
"Per questo la società non può fare a meno dei servizi forniti dalla famiglia legalmente costituita. Nessuno, nemmeno lo Stato, può togliergli questo potere perché violerebbe gravemente la libertà e i diritti originari e innati. La debolezza della famiglia è la debolezza di una società. A questo proposito, dovremmo chiederci sinceramente se molti problemi che viviamo nel nostro Paese, come la mancanza di valori etici e morali, la crescente violenza, la corruzione, il traffico di droga e la debolezza della democrazia, non dipendono principalmente della fragilità e disgregazione di tante nostre famiglie".
Di fronte a questa situazione, ha affermato che le autorità hanno l'obbligo di dare priorità alla politica familiare con misure concrete che rispondano ai bisogni reali della famiglia: alloggio, lavoro, istruzione e assistenza sanitaria per tutti, tra gli altri. Le istituzioni civili, sociali, religiose ed educative e i mezzi di comunicazione sociale sono chiamati a collaborare in questo compito. Abbiamo tutti la responsabilità di difendere la famiglia, i suoi desideri e diritti, affinché adempia al suo ruolo insostituibile per la vita e il benessere delle persone e della società.
"In questa festa – ha concluso l’Arcivescovo -, la testimonianza della Santa Famiglia ci esorta a rafforzare la famiglia come anello fondamentale dell'unica grande famiglia umana, dove tutti noi, camminando insieme come fratelli e sorelle, raggiungiamo la piena realizzazione a livello personale, comunitario e sociale in un clima di fraternità e di pace duratura".
(CE) (Agenzia Fides 28/12/2020)
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AMERICA/ECUADOR - Fratellanza e solidarietà nel racconto di un missionario prossimo al rientro dalla missione
 
Duràn (Agenzia Fides) - “Ho trascorso nove Natali sull’Equatore, tutti strani e diversi ma intriganti per i nuovi cammini che si sono aperti nella vita della missione e personale”, scrive all’Agenzia Fides don Saverio Turato, sacerdote fidei donum della diocesi di Padova a Duràn, provincia del Guayas.
Il sacerdote, che a gennaio rientrerà definitivamente in Italia dalla missione di Duràn, ha ricordato quando nove anni fa rivolse i primi auguri natalizi dall’Ecuador intitolando la lettera ‘Che strano questo Natale’. “Erano i miei primi giorni dall’altra parte del pianeta, lontano dalle ghiacciate notturne – racconta don Saverio -. Il Natale di quest’anno è molto più strano (o diverso) e non solo per me ma per tutti. Le dita non basterebbero per contare le tante privazioni a cui ci obbliga la pandemia: senza le persone che hai amato nella vita, senza salute, senza lavoro, senza libertà di spostamento, senza amici, senza riti, senza la Messa di mezzanotte, senza abbracci… Siamo ridotti come la vite d’inverno, che spogliata della sua vegetazione, mostra solo quattro vecchi tralci ingarbugliati o forse la carcassa del grappolo dimenticato dalla vendemmia. Tutti ci sentiamo un po’ spogliati, chi più, chi meno.”
Il missionario ha ricordato le parole che Papa Francesco ha rivolto ai suoi collaboratori per il tradizionale scambio degli auguri il 21 dicembre 2020: ‘Chi non guarda la crisi alla luce del Vangelo si limita a fare l’autopsia di un cadavere’. Molto eloquente questa immagine perché in essa vedo la chiave per tentare di guardare il tempo presente con uno sguardo diverso, non preoccupandoci dei ‘senza’ ma costruendo nuovi inizi e percorsi a partire dalla preposizione semplice ‘con’... Anche la nascita di Gesù è avvenuta senza sicurezze e riti, eppure nella sua totale fragilità ci regala quanto di più è importante e ci consola: la sua prossimità all’umanità. Gesù è chiamato anche l’Emmanuele ovvero il Dio-con-noi che nella sorprendente e fragile manifestazione della tenera pelle decide di farsi uno di noi. Estremamente solidale.”
“Provo una profonda commozione contemplare i gesti di solidarietà dei miei parrocchiani verso i fratelli più bisognosi. Già durante il lockdown avevamo visto nobili gesti di carità, ma mai come in questi giorni ho visto tante borse della spesa e viveri passare per le porte della chiesa: riso, latte, olio, sale, panettoni, cacao, lenticchie…un’impensabile generosità che ha strappato le lacrime ad alcuni volontari della Caritas. Ho l’impressione che la tempesta che stiamo affrontando abbia dirottato le scelte di molti verso nuovi orizzonti come la fratellanza e la solidarietà. Ed è proprio questo il Natale che vi voglio raccontare. Non quello piagnucoloso dei senza ma quello evangelico dei con.
Con la fine di gennaio termina la cooperazione della diocesi di Padova con quella di san Jacinto ma si concludono soprattutto i 63 anni di presenza dei missionari/e fidei donum di Padova in questo Paese. Quindi il prossimo Natale sarà di nuovo strano, almeno per me!” conclude don Saverio.
(ST/AP) (28/12/2020 Agenzia Fides)
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AMERICA/PARAGUAY - Anno dell’Eucaristia: rispondere alla “fame e sete” di vita decente, di integrazione, di inculturazione, di formazione, di partecipazione
 
Asuncion (Agenzia Fides) - I Vescovi del Paraguay hanno annunciato con una lettera pastorale pubblicata il 23 dicembre, l’Anno dell’Eucaristia: “Il brano evangelico di Emmaus (Lc 24,13-35) accompagna il cammino della nostra Chiesa in un nuovo triennio che abbiamo iniziato con l'Anno della Parola e proseguiamo con l'Anno dell’Eucaristia”. Il motto di questo anno, "lo riconobbero allo spezzare del pane", deve essere meditato nella stessa esperienza dell’anno precedente, "i nostri cuori ardevano quando ci spiegava le Scritture”. “La strada di Emmaus è un'icona della celebrazione eucaristica, in cui il Risorto diventa compagno del nostro cammino, ci spiega le Scritture e rinnova la frazione del Pane… Vogliamo vivere quest'anno nella fede e nell’approfondimento della conoscenza, nella celebrazione, nel culto e nell'esperienza della presenza viva e reale del Signore, che ci dona il sacramento dell'Eucaristia”. I Vescovi rilevano: si potrebbe pensare che oggi “non ci siano le migliori condizioni per celebrare un anno con un tema così centrale, ma non è così. La celebrazione eucaristica accompagna tutti i momenti della nostra vita, quelli buoni e quelli cattivi, e ci dona la grazia di approfondire il mistero di Cristo e della Chiesa”.
La lettera pastorale propone quindi alcuni temi di riflessione: il mistero di Gesù Cristo, il mistero del “Corpo di Cristo”, il mistero della comunità, il mistero dei ministri, il mistero dell’amore, il mistero della creazione. Indicando poi nella seconda parte alcune “piste pastorali”, i Vescovi scrivono: “Celebrare, adorare e contemplare il grande mistero dell'Eucaristia è l'impegno da non dimenticare, fare della Santa Messa il centro della vita cristiana, che ogni comunità celebri decorosamente, ricercando la bellezza della celebrazione nel suo significato, nelle sue forme semplici, nella sua ricca tradizione. La partecipazione armoniosa di tutti fa risplendere il mistero e mette in luce il senso sacro di tutti i momenti dell'Eucaristia”. I Vescovi si augurano che nonostante le misure sanitarie in atto, si ricordi e si viva il giorno del Signore, “e le nostre assemblee, anche se il loro numero è ridotto, mettano in risalto e facciano brillare la celebrazione”.
Vengono quindi segnalati alcuni obiettivi dell’animazione pastorale durante l'Anno dell'Eucaristia, che “corrispondono alla ‘fame e sete’ che sentiamo in mezzo alla nostra gente”. Proseguono: “C'è fame e sete di una vita decente. Molte famiglie devono dedicare gran parte del loro tempo e delle energie a guadagnarsi una alimentazione povera e insufficiente. La nostra Chiesa deve approfondire il suo impegno per sradicare la povertà”. C'è anche fame e sete di integrazione: “La nostra società divisa aspira a una riunione e ad una grande riconciliazione, fondata sulla misericordia e sulla verità. La celebrazione dell'Anno dell'Eucaristia deve abbracciare tutti i gruppi sociali e integrare tutte le dimensioni della vita cristiana”. C'è fame e sete di inculturazione: “Dobbiamo fare uno sforzo affinché la celebrazione eucaristica, senza perdere significato e tradizione, parli oggi al nostro popolo, nella sua lingua, nella sua realtà, nella sua cultura. Qui si evidenzia e si valorizza l'intenso lavoro per l'elaborazione del messale e dei lezionari in guaraní. Dobbiamo continuare a lavorare in questo senso.”
Gli altri obiettivi pastorali che i Vescovi presentano per questo Anno riguardano “la fame e sete” di formazione permanente, in quanto “molti smettono di formarsi dopo la prima comunione celebrata da bambini o adolescenti”; di partecipazione, perché “dobbiamo tutti scuoterci ed essere una Chiesa viva e attiva, dove tutti i doni sono importanti, tutti i membri, anche i più umili, sono preziosi”; di riunione: anche se “non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, soprattutto in questo periodo di pandemia”, i Vescovi propongono il Congresso eucaristico nazionale a Caacupé il 24 ottobre 2021, preceduto da Congressi diocesani; di presenza: in molte devozioni eucaristiche come l'adorazione e le processioni, “ci lasciamo toccare dalla presenza di Cristo in mezzo a noi davanti al quale rimaniamo in atteggiamento di silenziosa fiducia e ci sentiamo anche inviati ad accompagnare in questo modo i nostri fratelli e sorelle”. Infine “c'è fame e sete di una vita cristiana più significativa, e questo non ha altro nome che la santità. Chiediamo al Signore di animare la santità della sua Chiesa. I santi hanno trovato nell'Eucaristia il cibo per la via della perfezione. Oggi vogliamo anche essere santi”. (SL) (Agenzia Fides 28/12/2020)
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AFRICA/KENYA - Nomina del Vescovo di Malindi
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Santo Padre Francesco ha nominato Vescovo della Diocesi di Malindi (Kenya) Mons. Wilybard Lagho, del clero di Mombasa, finora Vicario Generale della medesima Arcidiocesi Metropolitana.
S.E. Mons. Wilybard Lagho è nato il 23 marzo 1958 a Taita-Taveta, nell’Arcidiocesi Metropolitana di Mombasa. Negli anni 1980-1982 ha studiato Filosofia al St. Augustine’s Senior Seminary di Mabanga, Diocesi di Bungoma e dal 1982 al 1986 Teologia al St. Thomas Aquinas Major Seminary di Nairobi. È stato ordinato sacerdote il 25 aprile 1997, incardinandosi nell’Arcidiocesi Metropolitana di Mombasa.
Successivamente ha ricoperto i seguenti incarichi e ha svolto ulteriori studi: Vicario Parrocchiale (1987-1988), Parroco della St. Michael’s Parish a Giriama, alla Christ the King Parish a Miritini e Direttore Diocesano della pastorale giovanile e vocazionale (1988-1990); Rettore e insegnante al Seminario minore St. Mary’s di Kwale (1990-1992); Master’s Degree in Religious Studies presso la Catholic University of Eastern Africa (CUEA) a Nairobi (1992-1994); Licenza in Studi arabi e Islamistica a Il Cairo e al PISAI di Roma (1994-1998); Vicario Parrocchiale (1998-1999); docente e formatore al St. Matthias Mulumba Senior Seminary di Tindinyo (2000-2002); docente e Rettore del Augustine’s Senior Seminary di Mabanga (2002-2006); Direttore dell’Ufficio Diocesano per l’Educazione Cattolica e Parroco di Our Lady of Fatima a Kongowea (2006-2008); dal 2008 finora Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Mombasa. Dal 2011 S.E. Mons. Lagho è stato Presidente dell’Associazione Coast Interfaith Council of Clerics (CICC) e Responsabile Diocesano della Commissione per il Dialogo Interreligioso. È stato inoltre Consultore del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso (2008-2014) e Consulente di DANMISSION – Associazione Missionaria della Chiesa evangelica luterana della Danimarca (2015-2016). (SL) (Agenzia Fides 28/12/2020)
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ASIA/INDIA - Nomina dell’Arcivescovo di Shillong
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Santo Padre Francesco ha nominato Arcivescovo Metropolita dell’Arcidiocesi di Shillong (India) S.E. Mons.Victor Lyngdoh, finora Vescovo della Diocesi di Jowai. (SL) (Agenzia Fides 28/12/2020)
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AMERICA/BARBADOS - Nomina del Vescovo di Bridgetown
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Santo Padre Francesco ha nominato Vescovo della Diocesi di Bridgetown (Barbados), il Rev. do Neil Sebastian Scantlebury, del clero di St. Thomas nelle Isole Vergini (U.S.A.), finora Cancelliere della medesima Diocesi e Parroco della St. Ann Parish, nell’isola di St. Croix.
S.E. Mons. Neil Sebastian Scantlebury è nato il 1° ottobre 1965 nelle Barbados. Dopo aver conseguito la Laurea in Ingegneria meccanica alla University of the West Indies at St. Augustine, Trinidad e Tobago, si è trasferito nelle Isole Vergini Americane. Si è formato presso la Mount St. Mary’s University di Emmitsburg, Maryland (U.S.A.), dove nel 1999 ha conseguito anche il Master of Arts in Sacra Scrittura. Oltre all’inglese e alla lingua creola, conosce il latino, lo spagnolo e il francese. È stato ordinato presbitero il 18 maggio 1995 per il clero di Saint Thomas nelle Isole Vergini (U.S.A.).
Dopo l’ordinazione ha svolto i seguenti incarichi: Vicario Parrocchiale della Holy Family Church, St. Thomas (1995-1997); Amministratore e Parroco di Our Lady of Mount Carmel, St. John (1997-2003); Cancelliere della Diocesi (2000-2003); Rettore della Cattedrale (2003-2009); Parroco della Holy Family Church, St. Thomas (2009-2020). Dal 2009 finora è stato Cancelliere della Diocesi e dal 2020 Parroco della St. Ann Parish, nell’isola di St. Croix. Inoltre, ha fatto parte di diversi Consigli: della Caritas, per la Protezione dei minori e del gruppo docenti della Scuola Superiore Saints Peter and Paul, dove ha insegnato Matematica e Teologia. (SL) (Agenzia Fides 28/12/2020)

giovedì 1 novembre 2018

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo 24 novembre 2024

  XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Color...