collegamento orari cp
Visualizzazione post con etichetta Sergio Emidio Bini. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Sergio Emidio Bini. Mostra tutti i post

domenica 23 luglio 2023

Serena Pellegrino (AVS): acciaieria di San Giorgio di Nogaro Danieli esce allo scoperto.

 “Finalmente Danieli esce allo scoperto. Dopo le tante parole ipotetiche pronunciate in questi mesi, Benedetti ha dichiarato che produrrà acciaio green in Italia. Quello che si temeva da tempo, alla fine si sta avverando. L’acciaieria progettata da Danieli e realizzata di concerto con il capitale ucraino della Metinvest, rischia di diventare realtà nella nostra regione e le affermazioni udite in IV Commissione consiliare sul percorso progettuale, negate dall’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, potrebbero concretizzarsi”. Lo afferma Serena Pellegrino, consigliera regionale di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), a seguito delle dichiarazioni in merito alla realizzazione dell’acciaieria progettata dalla multinazionale di Buttrio. “Non si specifica dove verrà costruita – aggiunge Pellegrino -, ma è ormai evidente che potrebbe essere in uno dei luoghi più belli e sensibili, dal punto di vista ambientale, della nostra regione. La laguna non solo è un luogo che tutti ci invidiano ma è un territorio che, nella scala della sensibilità ambientale, è il più a rischio, anche se fosse l’acciaieria più green della sua generazione”. “Ormai tutto è green, pur di ottenere il semaforo verde da qualsiasi amministrazione. Non solo: utilizzare la motivazione che questo acciaio servirà per ricostruire la bombardata Ucraina, suona davvero come un ricatto emozionale, mentre è ormai chiaro che, nella migliore delle ipotesi, questo vuole essere il fiore all’occhiello da parte di Danieli per installare nella propria regione un’acciaieria esportata ovunque. Non ci si rende conto, invece – denuncia la consigliera di Avs -, che un’acciaieria non è un manufatto che si può impiantare in qualsiasi luogo e che soprattutto il suo impatto non è solo ambientale”. In conclusione, Pellegrino sollecita l’assessore Bini ponendo alcuni quesiti: “Ci chiediamo per quanto tempo Metinvest resterà in Italia o se, andandosene dopo aver ferito il territorio, lascerà Danieli e tutta la regione con il cerino in mano; se prenderà l’energia elettrica, necessaria per farla funzionare, anche dalla vicina centrale nucleare di Krsko, confidando nel suo raddoppio; se i fondali del canale d’ingresso all’Aussa Corno saranno dragati e fino a che profondità; dove verranno stoccati i fanghi di risulta; dove verrà ricercata la manodopera dal momento che sarà difficile reclutarla tra i cittadini del Friuli Venezia Giulia; quanti turisti saranno disposti a vedere il tramonto da Lignano con vista acciaieria. Questi sono solo i primi quesiti che sottoporremo all’assessore Bini”.

martedì 20 giugno 2023

L'indipendente: riassunto fino alla situazione attuale della vicenda nuova acciaieria a San Giorgio di Nogaro

 https://www.lindipendente.online/2023/06/17/la-lotta-del-friuli-contro-la-nuova-mega-acciaieria-di-san-giorgio-di-nogaro/


In Friuli-Venezia Giulia è in corso un aspro dibattito in merito alla possibile costruzione di una nuova acciaieria che dovrebbe sorgere a San Giorgio di Nogaro, in zona Aussa Corno, in provincia di Udine. Se da un lato gli investitori del progetto premono sulla politica per la sua concretizzazione, cittadini e Comuni coinvolti stanno facendo sentire la loro voce, protestando contro l’intervento per le ricadute ambientali che ne deriverebbero, ritenute estremamente nocive. La Regione Friuli-Venezia Giulia, nel frattempo, cerca di giostrarsi tra due “fuochi”.

Protagonisti del progetto sono due investitori: la multinazionale di base ucraina di nome Metinvest, il più grande gruppo siderurgico ucraino con una consolidata presenza in Italia, e la società friulana Danieli, specializzata nella realizzazione di impianti siderurgici. Il piano – che si dovrebbe sostanziare nella creazione di un maxi-polo siderurgico in grado di produrre 2,4 milioni di tonnellate di coils all’anno, con la possibilità di aumentare la produzione fino a 4 milioni (al pari dell’ex-Ilva) – è stato presentato per la prima volta nel luglio 2021 alla Regione Friuli Venezia Giulia. Nel giugno dell’anno successivo, in un secondo incontro seguito dalle dichiarazioni pubbliche dell’assessore regionale Sergio Emidio Bini e del presidente di Danieli Gianpietro Benedetti, è stato confermato.

Poi, l’8 luglio 2022, una delibera regionale ha inaugurato una serie di incarichi e ulteriori delibere al fine di attivare il progetto, destinando alle Università di Udine e Trieste 300.000 euro per produrre studi che possano giustificare la compatibilità ambientale dell’intervento. Nella riunione di giugno, si era giudicato necessario che la acciaieria sia fornita da navi con portata di 20.000 tonnellate. Per fare in modo che ciò risulti possibile è previsto dragaggio del canale Ausa-Mare di accesso al porto, per arrivare a un fondale di 12 metri contro i 7,5 attuali, nonché l’allungamento della banchina di attracco.

A tale ottica si è contrapposto il Wwf, che, per bocca del delegato in Friuli-Venezia Giulia e già rettore dell’Università di Trieste Maurizio Fermeglia, ha giudicato il progetto «una follia«». «Stiamo parlando di una laguna molto simile a livello strutturale a quella di Venezia, per poter fare entrare ed uscire queste navi che serviranno l’acciaieria l’opera di drenaggio sarà importante – ha dichiarato Fermeglia -. Ad oggi nella laguna arrivano solo imbarcazioni da 8.000 tonnellate al massimo, questo ecosistema, particolarmente delicato, verrebbe distrutto se si dovesse dragare per arrivare alle misure desiderate dei 12 mt per consentire di passare alle imbarcazioni da 20.000 tonnellate. È un sito Natura2000 e deve essere tutelato». Secondo il professore, «Il livello di tossicità dei pesci già oggi, supera i limiti tollerabili, figuriamoci se scaviamo sul fondo per dragare. Avremo conseguenze devastanti sulla salute dell’uomo e per la salvaguardia delle biodiversità delle specie presenti in tale loco». Sulla stessa linea anche Legambiente, il cui Presidente Stefano Ciafani ha parlato di una «vicenda poco trasparente» per la «scarsa informazione» offerta al pubblico, per i «conferimenti di studi di impatto alle Università in assenza di un progetto» e per le «posizioni altalenanti dell’amministrazione regionale», peraltro rispetto a «uno degli ambienti più delicati e preziosi in regione».

La cittadinanza ha iniziato ad avere contezza della situazione solo quando, lo scorso marzo, i comitati di difesa ambientale, nella cornice di un ritrovo organizzato a San Giorgio di Nogaro, hanno per la prima volta reso edotti i partecipanti sui dettagli del piano. In loro supporto è scesa in campo anche Assomarinas – Associazione Italiana porti turistici – il cui presidente, Roberto Perocchio, ha attaccato il “controverso progetto del nuovo polo siderurgico nel cuore della laguna di Marano e Grado”, cui l’associazione ha reagito con “ferma opposizione”, affidando ad IMQ e Ambiente (società di ingegneria ambientale), l’incarico di svolgere un’analisi preliminare ambientale sulle ipotesi di realizzazione del progetto. Il rischio, secondo Assomarinas, è infatti che si stravolga la vocazione turistica della laguna e delle sue coste, con una minaccia per il turismo nel territorio. I consulenti dell’associazione hanno riscontrato importanti criticità legate al deposito di migliaia di tonnellate di rottami ferrosi, alla dispersione di polveri nocive e al trasporto via terra e via mare del materiale che dovrebbe alimentare l’impianto.

Nello stesso periodo, la Danieli ha reagito acquistando una pagina pubblicitaria del Gazzettino per difendere il progetto. «La società Metinvest – ha scritto Danieli – non ha fino ad ora confermato questo investimento di 2 miliardi di euro, lo farà entro settembre del 2023. Se in base a molti parametri e precondizioni, deciderà positivamente, i siti sono tre: due in Italia (uno di questi è Porto Nogaro) e uno in un altro Paese europeo». Danieli, che conferma che “comunque costruirà l’impianto”, dice apertamente di supportare “la scelta dell’area del Friuli Venezia Giulia». La società ha scritto che “l’impianto sarebbe un eccezionale e unico esempio di high-tech, di sviluppo sostenibile” e “darebbe un forte contributo al Pil e quindi alle risorse conseguenti necessarie al social welfare regionale e italiano”. Ha poi evidenziato che “non essendo ancora approvato l’investimento da parte di Metinvest, non si è dato inizio all’iter dell’Arpa per la valutazioni necessarie, ma la qualità del progetto garantisce sin d’ora un più che corretto impatto ambientale” e che “le maestranze assunte saranno in maggioranza composte da tecnici e ingegneri grazie all’elevata automazione, ai big data, all’intelligenza artificiale”. Una formula che dà adito a molte perplessità circa la portata delle future assunzioni, specie dal momento che in nessun comunicato ufficiale se ne certifica concretamente il numero. Ad oggi, si parla infatti di un’operazione che produrrebbe circa un migliaio di posti di lavoro: per continuare nel paragone, attualmente l’ex-Ilva (ora Acciaierie d’Italia) conta più di 10mila dipendenti solo nel sito di Taranto. Ovvero dieci volte tanto. Il presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, è intervenuto sostenendo che quello dell’acciaieria a Porto Nogaro è per ora un progetto fermo a uno stato embrionale.

Marano Lagunare è stato il primo Comune a prendere una posizione nettamente contraria al possibile intervento, comunicando ai cittadini il “fermo dissenso” di tutta la giunta in un Consiglio comunale andato in scena il 12 maggio. Due settimane dopo lo ha seguito a ruota il Consiglio comunale di San Giorgio di Nogaro, che ha formulato un emendamento di opposizione all’intervento da indirizzare alla regione Fvg. Negli scorsi giorni, anche i consiglieri comunali di Grado hanno approvato all’unanimità una mozione che manifesta piena contrarietà alla prospettiva dell’apertura dell’impianto.

La scorsa settimana, 400 persone si sono riversate in piazza a San Giorgio di Nogaro, convocate da una serie di comitati organizzatori, tra cui il coordinamento “No Acciaieria” e quello a “difesa climatica e ambientale della Bassa Friulana“. In atto c’è una raccolta firme per il ritiro della richiesta regionale di inserimento tra le aree strategiche nazionali dell’Aussa Corno, tramite cui si vuole scongiurare la nomina di un commissario che potrebbe agire in delega alle leggi. Da inizio maggio, le firme raccolte sono circa 6.000.


giovedì 11 maggio 2023

Non verrà avvallato alcun impianto che possa nuocere all’ambiente, alla salute e al turismo della nostra Regione

 


«L’interesse primario dell’amministrazione regionale e in particolare dell’assessorato che ho l’onore di guidare - che unisce Turismo e Attività produttive - è quello di sviluppare l’economia locale, attraendo investimenti e creando posti di lavoro sul territorio, sempre in un’ottica di sostenibilità».

A dirlo è l’assessore regionale Sergio Emidio Bini, che, più volte chiamato in causa a seguito dell’ipotesi di insediamento siderurgico della Metinvest-Danieli a San Giorgio di Nogaro, intende fare chiarezza sullo sviluppo economico dell’Aussa Corno.

Assessore perchè si è arrivato a questo punto?

«È interesse dell’amministrazione regionale valorizzare il patrimonio naturalistico, culturale e turistico del Fvg, nel pieno rispetto dell’ambiente e degli ecosistemi unici al mondo presenti sul nostro territorio, come la laguna. È con queste finalità che all’inizio del 2022 si è conclusa la procedura di liquidazione coatta amministrativa del Consorzio per lo sviluppo industriale dell’Aussa Corno. In questo modo è stata così superata l’annosa fase di commissariamento, con la restituzione al territorio dell’area industriale, che ora rientra all’interno del Consorzio per lo sviluppo industriale del Friuli centrale».

Perchè le nuove infrastrutturazioni?

«In un’ottica di sviluppo economico dell’Aussa Corno e di crescita occupazionale, circa un anno fa la Regione ha avviato un percorso di infrastrutturazione dell’area denominata Terreni di punta Sud, per implementare la capacità logistica e l’accessibilità del porto di San Giorgio. Quest’area, vale la pena ricordarlo, è classificata dal piano regolatore generale del Comune di San Giorgio come D1 - area di intese industriale regionale -. Contestualmente e con la stessa finalità, è stata avviata anche una serie di approfondimenti tecnici (ambientali, logistici, urbanistici), che hanno visto anche il coinvolgimento dei due atenei regionali, per determinare entro quali termini sia possibile lo sviluppo logistico e industriale dell’area, con l’obiettivo di preservare e tutelare il patrimonio naturalistico e turistico locale.

Gli studi sono attualmente in corso. Il percorso già avviato ha previsto il puntuale coinvolgimento delle amministrazioni comunali che insistono sull’area e del consiglio regionale e prevede, come si è visto, interventi strutturali per la crescita economica dell’Aussa Corno, che hanno valore generale e prescindono da qualsivoglia casistica specifica».

Quindi le infrastrutturazioni non sono in relazione all’ipotesi dell'acciaieria?

«È bene essere chiari: questo percorso di infrastrutturazione e i relativi approfondimenti sono stati avviati a prescindere dalla manifestazione di interesse ricevuta da parte di un investitore privato, in quanto si tratta di interventi rispondenti all’interesse pubblico generale e volti a implementare la fruibilità, anche in termini di trasporto marittimo a servizio dell’industria, delle infrastrutture portuali esistenti. In relazione alla manifestazione di interesse privata, come già ribadito in passato, a oggi non è pervenuta alla Regione alcuna progettualità definita, passaggio minimo e necessario per esprimere qualsiasi tipo di giudizio sull’opportunità dell’investimento».

Impianto siderurgico si o no?

«Posso garantire fin da ora che non verrà avvallato alcun impianto che possa nuocere all’ambiente, alla salute e al turismo della nostra Regione. Ci tengo a tranquillizzare i cittadini e la migliore rassicurazione in questo senso arriva da quanto fatto negli ultimi cinque anni, quando ci siamo adoperati con forza per far conoscere il Fvg in Italia e a livello internazionale, promuovendo e valorizzando le bellezze naturali e culturali del nostro territorio».

giovedì 10 novembre 2022

Assomarinas dice no all’acciaieria nella laguna di Marano

Assomarinas dice no all’acciaieria nella laguna di Marano



Il presidente Roberto Perocchio ha annunciato l’affidamento di un’analisi ambientale alla Imq e Ambiente


Il tema è controverso e riguarda il progetto del nuovo polo siderurgico nel cuore della laguna di Marano e Grado –  comprensorio lagunare più settentrionale dell’Adriatico, ancora oggi comunità di pescatori forte di tradizioni locali legate alla cultura marinara e meta turistica – più precisamente l’insediamento dovrebbe essere in corrispondenza della foce dell’Aussa Corno.
A discuterlo ieri presso la sede della Piccola Industria a Udine, nell’incontro presieduto dal presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e dall’assessore regionale Sergio Bini, è stato il presidente di Assomarinas manifestando ferma opposizione all’iniziativa e comunicando di aver affidato ad Imq e Ambiente, primaria società di ingegneria ambientale italiana, l’incarico di svolgere un’ analisi preliminare ambientale sulle ipotesi di realizzazione del progetto che, se portato a termine, stravolgerebbe completamente la vocazione turistica della laguna e delle sue aree costiere rappresentando una concreta minaccia per il turismo nautico e la ricettività turistica del territorio compreso tra Lignano e Grado.
‘Abbiamo accettato questo incarico – ha detto l’amministratore delegato di Imq e Ambiente – in un momento storico in cui l’impegno al cambiamento climatico è al centro delle scelte produttive; la proposta progettuale valutata invece di determinare ricchezza sostenibile, introduce una fonte di pressione fortemente negativa con conseguenze sotto il profilo economico e ambientale e rappresenta un attacco al sistema turistico in un habitat già di per sé delicatissimo”.
Anche il previsto dragaggio del canale Ausa-Mare di accesso al porto finalizzato a garantire la quota di pescaggio di circa 12 metri contro i 7.5 attuali e l’allungamento della banchina di attracco presentano delle potenzialità di rischio ambientale molto elevate. Così come forti saranno gli impatti in termini di emissioni atmosferiche da traffico e da risollevamento di polveri nella fase di cantiere che interesseranno in particolare l’abitato  nella laguna di Marano e aumenteranno i traffici terrestri per la gestione dei rifiuti. Ma soprattutto a preoccupare è la stima che il polo potrebbe produrre annualmente 4 milioni di tonnellate di acciaio, corrispondenti grossomodo all’ attuale produzione dell’Ilva di Taranto, con conseguenti 80.000 tonnellate di polveri derivate.
‘Uno scenario che rappresenta una reale minaccia e che deve essere assolutamente scongiurata’ – sottolinea in una nota Assomarinas sollecitando alla riflessione sulle  ricadute che la costruzione dell’impianto, se realizzato, produrrà su quest’area che si è sviluppata con tutt’altra vocazione e che comporterà un grave e irreversibile deterioramento del contesto paesaggistico  con notevoli ripercussioni sul comparto del turismo, della nautica e della pesca.

da superyacht24.it/

mercoledì 18 maggio 2022

ilfriuli.it Confronto con i sindaci sullo sviluppo dell'Aussa Corno

Confronto con i sindaci sullo sviluppo dell'Aussa Corno

Bini ha incontrato stamattina a Udine i primi cittadini di Grado, Marano Lagunare, San Giorgio di Nogaro e Torviscosa

Confronto con i sindaci sullo sviluppo dell\u0027Aussa Corno

L'assessore alle Attività Produttive e turismo del Friuli Venezia Giulia, Sergio Emidio Bini, ha incontrato stamattina a Udine i sindaci di Grado, Claudio Kovatsch, Marano Lagunare, Mauro Popesso, San Giorgio di Nogaro, Pietro Del Frate, e Torviscosa, Enrico Monticolo, per discutere dello sviluppo economico del territorio e in particolare dei nuovi insediamenti nella zona industriale dell'Aussa Corno.

Ribadito che progettualità e interventi saranno sempre condivisi con gli amministratori locali, l'assessore ha voluto rivolgere ai sindaci della Bassa Friulana un messaggio di collaborazione.

Al centro dell'incontro la possibilità di insediare nuovi impianti produttivi nell'area industriale Aussa Corno. Superata la fase di commissariamento - come è stato detto - si aprono infatti importanti opportunità dal punto di vista occupazionale nell'area ora gestita dal Cosef, con ricadute economiche che non riguarderanno soltanto il territorio di San Giorgio di Nogaro, ma anche i comuni limitrofi. Per questo l'esponente dell'Esecutivo regionale ha voluto presentare ai sindaci le linee di sviluppo su cui si sta lavorando, raccogliendo gli spunti e le richieste degli amministratori locali.

Si punta allo sviluppo integrale della zona - come è stato ribadito - seguendo il metodo di lavoro già sperimentato con la legge SviluppoImpresa: condivisione e confronto costanti con tutti i portatori di interesse, così che a trarre beneficio dai nuovi insediamenti non sia un solo comune ma tutta l'area della Bassa friulana. 


Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...