collegamento orari cp
Visualizzazione post con etichetta India. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta India. Mostra tutti i post

lunedì 29 gennaio 2024

Vatican News 28 gennaio 2024

 

Non riesci a vedere la newsletter?  Guardala online

Vatican News

Le notizie del giorno

28/01/2024

La chiesa italiana colpita a Istanbul
article icon

Dopo l'Angelus, Francesco ricorda quanto accaduto nella comunità della città turca, dove è rimasto vittima un cinquantenne durante la Messa. Il Vicario apostolico, monsignor Palinuro: "Chiediamo alle autorità di fare chiarezza, di ricercare la verità, giustizia per chi ha perso la vita. Chiediamo ... 

Un gruppo di sfollati del Myanmar in Bangladesh
article icon

Il Pontefice chiede riconciliazione per il Myanmar e che possano transitare gli aiuti umanitari nel Paese, così come in Medio Oriente e in Ucraina. Sollievo è ... 

Papa Francesco all'Angelus dell'ultima domenica di febbraio
article icon

All'Angelus Francesco mette in guardia su ciò che soffoca la libertà: dipendenze, mode dominanti, paura, "l'idolatria del potere, che genera conflitti e ricorre ... 

I due ragazzi di Azione Cattolica accanto al Papa per l'Angelus
article icon

Affacciati accanto a Francesco dal Palazzo apostolico, per l'Angelus domenicale, una ragazza e un ragazzo di Azione Cattolica leggono una lettera in cui ... 

Monsignor Enrico Trevisi, vescovo di Trieste
article icon

Il vescovo della città giuliana, monsignor Enrico Trevisi, esprime emozione per l'annuncio della visita del Pontefice prevista per il prossimo 7 luglio in ... 

SANTA SEDE

La dottoressa Helena Pyz, direttrice del Jeevodaya in India
article icon

Da 55 anni Il centro Jeevodaya nello Stato di Chhatisgarth si occupa dei lebbrosi e dell'educazione dei loro figli. Fondato da un sacerdote polacco, il centro ... 

article icon

S’intitola ‘La lama e la croce’ il nuovo libro del giornalista Francesco Comina, pubblicato dalla Libreria Editrice vaticana, che narra le vicende di alcune ... 

venerdì 27 ottobre 2023

In odium fidei - Agenzia Fides

 

ASIA/INDIA - La Santa Sede dà il “nihil obstat” per la causa di beatificazione dei 35 martiri dell'Odisha
 
Bhubaneswar (Agenzia Fides)- La Chiesa cattolica in India registra un "significativo passo avanti" nel processo di beatificazione del Kanteshwar Digal e compagni, i cosiddetti "35 martiri di Kandhamal", uccisi "in odium fidei" nello stato di Odisha (ex Orissa, ndr), nell'India orientale, nel corso dei massacri anticristiani avvenuti nel 2008. "Dopo attenta considerazione e devoto discernimento, la Congregazione per le Cause dei Santi ha concesso il 'Nihil Obstat', il che significa che non vi è alcuna obiezione all'inizio della causa di beatificazione di Kanteshwar Digal e Compagni", ha scritto in una lettera John Barwa, SVD, Arcivescovo di Cuttack–Bhubaneswar, dando il formale annuncio alla comunità diocesana e a tutti i fedeli indiani che, d'ora in poi, potranno riferirsi a quei cristiani come "Servi di Dio".
"Non esistono impedimenti dottrinali o morali all'indagine sulla vita, le virtù e la santità del Servo di Dio Kanteshwar Digal e dei compagni. Questa è una testimonianza dell'autenticità della causa proposta e del loro essere coerente con gli insegnamenti e i valori della nostra fede", recita il testo della missiva.
Il fatto rappresenta, secondo l'Arcivescovo "un'occasione importante nella vita della nostra arcidiocesi di Cuttack-Bhubaneswar, della Chiesa di Odisha e della Chiesa indiana tutta". Infatti "la vita del Servo di Dio Kanteshwar Digal e dei compagni è stata fonte di ispirazione. Attraverso la loro fede incrollabile durante la violenza comunitaria di Kandhamal nel 2008, ha lasciato un segno indelebile nel nostro cammino spirituale".
"Mentre ci avviamo ad intraprendere questa santa impresa - prosegue mons. Barwa - invito tutti i fedeli a unirsi a noi nella preghiera e nella riflessione. Offriamo le nostre preghiere e suppliche al Signore, chiedendo la sua guida e la sua grazia durante questo processo", auspicando "possa condurre una vita di sempre più profonda fede e devozione a Dio".
L’Arcidiocesi di Cuttack-Bhubaneswar si prepara ad avviare la fase diocesana del processo canonico, raccogliendo e registrando le testimonianze sulla vita e sulle circostanze della morte dei 35 cristiani Servi di Dio dell'Odisha. Se l'indagine diocesana avrà esito positivo, la causa verrà inviata al Dicastero delle Cause dei Santi, in Vaticano, per la seconda fase, al cui termine potrebbe esserci la promulgazione del decreto sul martirio, da parte del Papa.
(PA) (Agenzia Fides 26/10/2023)
 top^ 
 

lunedì 18 settembre 2023

Agenzia Fides 18 settembre 2023

 

AFRICA/MAROCCO - Mentre si continua a scavare tra le macerie del sisma inizia l’anno scolastico
 
Marrakech (Agenzia Fides) - A dieci giorni dal sisma che ha devastato la provincia di Al Haouz, a sud ovest di Marrakech, nelle zone montagnose ci sono villaggi che sono stati rasi completamente al suolo e i sopravvissuti che hanno perso tutto vivono all’aperto in attesa dell’arrivo dei soccorsi.
In una testimonianza condivisa con l’Agenzia Fides, il francescano fra Manuel Corullon parroco della parrocchia dei Santi Martiri di Marrakech, ha raccontato che insieme alla piccola comunità cristiana, continua a prestare soccorso nelle zone colpite, portando generi di prima necessità, allestendo tende da campo e intervenendo come possibile dove serve tutto. Fortunatamente la casa parrocchiale e la Chiesa dei Santi Martiri non hanno subito danni. “Dopo una settimana d’intenso lavoro siamo arrivati a fare una raccolta dei fondi e di beni materiali da portare nei villaggi di montagna” ha dichiarato fra Manuel. “In questo momento cominciamo una seconda fase d’azione: sanitaria, scolarizzazione dei bambini, alloggio d’urgenza, progetti di ricupero dei villaggi.”
Tuttavia, nella devastazione e nella tragedia, la popolazione cerca di andare avanti. Per oggi, 18 settembre, è previsto l’inizio dell’anno scolastico in tutte le zone interessate dal sisma.
Continuano le operazioni di soccorso e ricerca, secondo le statistiche ufficiali i morti sono tremila e i feriti 6125. Gli ultimi salvati risalgono a sabato, 16 settembre, individuati grazie all’uso di droni con videocamere in una zona di montagna interessata da una frana.
Fonti locali riferiscono che, negli ultimi giorni da sotto le macerie, vengono riportati fuori soltanto cadaveri. In alcuni villaggi di montagna, i soccorsi sono arrivati soltanto due giorni fa, dopo la riapertura delle strade devastate. Secondo i medici dell’ospedale di Taroudant, a sud di Marrakesh, arrivano ogni giorno 130 feriti dalle zone montagnose terremotate. Il ministero dell’interno ha riferito di 50 mila case completamente crollate e altrettante danneggiate.
(AP) (Agenzia Fides 18/9/2023)

 top^ 
 
 
 
AFRICA/CONGO - “Sono notizie false quelle del presunto golpe” confermano fonti di Fides
 
Brazzaville (Agenzia Fides) – “Sono notizie prive di fondamento”. Così fonti locali sentite dall’Agenzia Fides a Brazzaville, capitale della Repubblica del Congo, smentiscono le voci di un presunto golpe militare che avrebbe destituito il Presidente Denis Sassou-Nguesso
Questi si trova a New York per partecipare all’Assemblea Generale dell’ONU che come ogni anno si tiene a metà settembre.
La notizia del presunto golpe è stata diffusa da alcuni canali Telegram (forse filo russi) secondo i quali reparti dell’esercito e della Guardia Presidenziale avrebbero approfittato dell’assenza del Presidente per prendere il potere.
"Informazioni di fantasia suggeriscono che a Brazaville si stanno verificando fatti gravi", ha detto il ministro delle Comunicazioni e dei Media e portavoce del governo, Thierry Moungalla, sul suo account su X (ex Twitter). "Il Governo smentisce questa notizia come falsa. Rassicuriamo l'opinione pubblica sulla tranquillità che regna e invitiamo le persone a svolgere le proprie attività con calma".
Sassou-Nguesso, 79 anni, ha guidato il Congo dal 1979 al 1992, poi ininterrottamente dal 1997 ad oggi. Ha ottenuto un quarto mandato nelle elezioni del 2021, dopo aver introdotte riforme costituzionali con un contestato referendum nel 2015. La sua famiglia è imparentata con quella del deposto Presidente del Gabon, Ali Bongo Ondimba, dato che nel 1990 la figlia Edith aveva sposato il padre di questi, l’ex Presidente Omar Bongo.
Dopo il golpe di fine agosto in Gabon (vedi Fides 30/8/2023), seguito a quello in Niger (vedi Fides 27/7/2023) si sono moltiplicate le preoccupazioni in alcune delle capitali africane dove governano da più tempo Presidenti che appaiono irremovibili. In alcuni casi sono stati rimpiazzati i vertici militari come misura prudenziale per far saltare le catene di comando di eventuali golpe in preparazione. (L.M.) (Agenzia Fides 18/9/2023)
 top^ 
 
 
 
ASIA/CINA - Quattro Vescovi cinesi in Europa per riprendere la cooperazione fraterna tra le Chiese dopo il Covid
 
Leuven (Agenzia Fides) – In Europa (Belgio, Olanda e Francia) per riprendere il cammino di cooperazione fraterna tra le Chiese dopo la parentesi difficile segnata dalla pandemia. E’ questa la ragione del viaggio di una settimana compiuto in tre Paesi europei da 4 Successori degli Apostoli provenienti dalla Repubblica popolare cinese: Giuseppe Guo Jincai, Vescovo della diocesi di Chengde e neo-rettore del Seminario Nazionale di Pechino; Paolo Pei Junmin, Vescovo della diocesi di Shenyang; Giuseppe Liu Xinhong, Vescovo della provincia di Anhui e Giuseppe Cui Qingqi Vescovo di Wuhan, e Don Ding Yang sacerdote della diocesi di Chongqing.
Su invito della Fondazione Ferdinand Verbiest di Lovanio in Belgio, fondazione sponsorizzata dalla Provincia cinese dei Missionari della Congregazione del Cuore Immacolata di Maria CICM (Scheut), la delegazione cinese è arrivata a Lovanio il 7 settembre, accolta da padre Jeroom Heyndrickx (CICM), missionario grande amico della Chiesa cattolica in Cina, insieme a altri membri della fondazione e della Università cattolica di Lovanio convolti in studi cinesi. I quattro vescovi si sono recati subito in pellegrinaggio presso la chiesa di San Damiano dove hanno concelebrato l’eucaristia. Durante la loro permanenza, hanno tenuto un corso di formazione in cinese per sacerdoti, religiosi e laici cattolici provenienti dalla Cina. I Vescovi hanno anche partecipato a incontri presso la Fondazione Verbiest e presso il Collegio cinese per esplorare i nuovi modi per far ripartire scambi e corsi di formazione in collaborazione con le diocesi cinesi. Inoltre i Vescovi cinesi sono stati ricevuti dal cardinale Jozef De Kesel, Presidente della Conferenza Episcopale belga e Arcivescovo emerito dell'arcidiocesi di Malines-Bruxelles nonchè Presidente della stessa Fondazione, al quale hanno presentato le proposte di collaborazione concordate con la Fondazione Verbiest. L’incontro si è concluso con una concelebrazione eucaristica nella cappella dell'arcidiocesi, alla presenza del neo-Arcivescovo di Malines-Bruxelles, Luc Terlinden.
I quattro Vescovi hanno vissuto un momento di raccoglimento orante davanti alla bara cinese di padre Theophile Verbiest, fondatore della Congregazione. Accolti calorosamente da padre Luc Colla, vice provinciale dei missionari di Scheut, i Vescovi hanno ha concelebrato la messa presieduta da Paolo Pei, vescovo di Shenyang dove operavano i missione di Scheut.
Dopo la visita dell’Abbazia di Parc dei Padri Norbertini a Heverlee, una delle più antiche abbazie del Belgio, e Tournai, una delle più antiche diocesi del Belgio, i vescovi cinesi hanno fatto una breve sosta in Olanda, presso la casa madre dei missionari verbiti SVD a Steyl. A Broekhuizenvorst hanno reso omaggio ai nove martiri: il vescovo vincenziano Schraven e i suoi compagni. Inoltre hanno incontrato Jan Hendriks, vescovo di Haarlem-Amsterdam, discutendo con lui anche della 15ª Conferenza internazionale di Verbiest che si terrà nel 2024 e alla quale saranno invitati anche studiosi cattolici cinesi.
Dal 12 al 15 settembre, i vescovi cinesi hanno proseguito la loro visita in Francia, incontrando i missionari della Società per le missioni estere di Parigi (MEP).
La Fondazione Ferdinand Verbiest (VF) è stata istituita nel 1982 dalla Provincia cinese dei Missionari CICM (Scheut). Ricerca accademica, scambio culturale, dialogo e cooperazione tra le Chiese sono i quattro pilastri della sua missione volta a promuovere il dialogo e lo scambio culturale con la Cina e con la Chiesa cattolica in Cina. La Fondazione è impegnata in ricerche accademiche congiunte con istituti in Cina e in Belgio. Collabora con la Chiesa in Cina in spirito di fraternità cristiana e di comunione tra le Chiese particolari. Inoltre, in collaborazione con la Chiesa in Cina, la fondazione offre formazione di ministri della Chiesa attraverso l'insegnamento nei seminari, l'offerta di borse di studio e l’impegno pastorale e sociale.
(NZ) (Agenzia Fides 18/09/2023)
 top^ 
 
 
 
ASIA/GIAPPONE - Nomina di padre Andrea Lembo a Vescovo Ausiliare di Tōkyō
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Santo Padre ha nominato Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Tōkyō (Giappone) il Rev. P. Andrea Lembo, P.I.M.E., attualmente Superiore Regionale del Pontificio Istituto Missioni Estere per l’Asia Orientale, assegnandogli la Sede titolare di Mulia.
S.E. Mons. Andrea Lembo, P.I.M.E., è nato il 12 maggio 1974 a Treviglio, Italia. Dopo aver frequentato il Seminario Teologico Internazionale P.I.M.E. a Monza, ha trascorso un anno presso la Casa regionale del P.I.M.E. a Detroit (USA). Successivamente, ha conseguito il Baccalaureato in Teologia presso la Divine Word School of Theology a Tagaytay (Filippine) e ha frequentato la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Ha emesso la Promessa definitiva di aggregazione al P.I.M.E. nel 2003 ed è stato ordinato sacerdote il 12 giugno 2004 a Milano. Ha ricoperto i seguenti incarichi e svolto ulteriori studi: Incaricato dell’animazione missionaria e vocazionale per il P.I.M.E. presso la comunità di Villa Grugana (2004-2008); studio della lingua giapponese (2009-2011); Coadiutore presso la Parrocchia di Itabashi, Tōkyō (2011-2012); Coadiutore presso la Parrocchia di Narashino, Tōkyō (2012-2017); attualmente Superiore regionale del P.I.M.E. in Giappone (2017-2023); dal 2017, Parroco di Fuchū, Tōkyō ; dal 2021, Direttore del Centro di formazione della fede Shinsei-Kaikan; dal 2022, Membro del Consiglio presbiterale dell’Arcidiocesi di Tōkyō; dal 2023, Superiore regionale del P.I.M.E. per l’Asia Orientale.
(EG) (Agenzia Fides 18/9/2023)
 top^ 
 
 
 
ASIA/INDIA - Un Direttorio sull'identità, formazione e ruolo dei catechisti laici, che portano il primo annuncio della fede
 
New Delhi (Agenzia Fides) - Il loro mezzo di trasporto preferito è spesso la bicicletta. A volte, quando è possibile, e quando le distanze sono troppo ampie, si spostano in motocicletta, se la parrocchia ne ha una a disposizione. Si tratta dei catechisti che, in tutte le diocesi della Chiesa indiana, svolgono un ruolo importante: sono loro a visitare con regolarità i fedeli nei villaggi e mostrare l'attenzione e la cura pastorale della Chiesa a gruppi di famiglie cattoliche, a volte anche un numero molto esiguo, sparsi in zone remote, laddove i sacerdoti riescono solo raramente ad arrivare. Accade, ad esempio, nella diocesi di Rayagada, nello stato di Odisha (un tempo noto anche come Orissa), dove vi sono 50.000 cattolici su una popolazione totale di circa 5,5 milioni di persone. I fedeli cattolici provengono dagli strati più poveri e socialmente esclusi della società, e molti vivono grazie all' agricoltura di sussistenza, non hanno istruzione. I circa 30 catechisti della diocesi seguono e accompagnano nel cammino di fede queste famiglie tribali, anche compiendo viaggi con distanze considerevoli. Questo scenario è comune a numerose altre realtà locali, dove il ministero del catechista risulta prezioso per le parrocchie.
In quest'ottica la Conferenza dei Vescovi di rito latino dell'India (CCBI) ha pubblicato il "Direttorio dei catechisti laici", sussidio che contiene indicazioni sull'identità, la formazione e il ruolo dei catechisti laici: quelli impegnati nella percorso di formazione domenicale per bambini e ragazzi, presente tradizionalmente nella parrocchie indiane; quanti portano avanti catechesi nelle scuole o nelle parrocchie, con altri gruppi di giovani o adulti; quanti sono catechisti a tempo pieno, impegnati nelle aree di missione.
Mons. George Palliparambil, Vescovo salesiano della diocesi di Miao, presidente della Commissione per la Catechesi nella Conferenza dei Vescovi di rito latino dell'India ha rimarcato che "il Direttorio dei catechisti laici è un insieme di orientamenti sulla vocazione e missione dei catechisti laici, in applicazione a quanto disposto da Papa Francesco che ha reso questo 'antico ministero' attuale nel nostro tempo con la sua Lettera apostolica Antiquum Ministerium”, pubblicata il 10 maggio 2021.
"E' importante che Vescovi, clero e fedeli possano conoscerne e comprenderne pienamente l'identità e la missione del catechista oggi", ha rilevato padre Stephen Alathara, vice Segretario Generale della CCBI, affermando che è necessario "aiutare i parroci a scegliere i catechisti laici, a curarne la formazione e dare loro un ruolo specifico nell'opera pastorale e missionaria, in quanto essi contribuiscono a rafforzare la fede dei cristiani, così come ad avvicinare nuove persone alla fede, partecipando – come uomini e donne di fede – alla missione evangelizzatrice della Chiesa”. "Il Papa dà loro il mandato di 'uscire' e proclamare il Vangelo. Spesso nella nostre realtà sono i catechisti laici coloro che effettivamente portano il primo annuncio della fede alla gente comune, a persone che non conoscono Cristo", ha rimarcato. Soprattutto in quelle comunità dove manca un sacerdote residente nè vi sono religiosi e religiose, "i catechisti sono punti di riferimento essenziale per le comunità, guidando e animando i fedeli nella preghiera e nelle opere di carità”. A volte, poi, questo servizio porta con sè anche pericoli, perchè i catechisti possono essere minacciati, scacciati o subire violenze da persone che possono considerarli come “estranei” al loro territorio.
Il Direttorio della Chiesa indiana, ricevendo e applicando alla realtà locale indiana la Lettera apostolica Antiquum Ministerium, intende riorganizzare l'istituto e il servizio pastorale del catechista anche nella sua posizione giuridica e amministrativa all'interno delle Chiese locali, senza clericalizzarne il ruolo e i compiti, ma riconoscendolo come figura indispensabile all'interno della comunità.

mercoledì 14 giugno 2023

Agenzia Fides 14 giugno 2023

 

AFRICA/SUDAN - Si aggrava la guerra in Sudan: denunciate violenze etniche nel Darfur
 
Khartoum (Agenzia Fides) – Situazione drammatica nell’ovest del Darfur, la regione occidentale del Sudan, che è insieme alla capitale Khartoum (vedi Fides 13/672023), l’epicentro dei combattimenti tra i soldati dell’esercito regolare sudanese e i miliziani delle Forze di supporto rapido (RSF).
Gli scontri più pesanti si concentrano ad El Geneina, la capitale del Darfur occidentale, dal 15 aprile, quando sono scoppiate le ostilità, assediata dalle RSF, che la sottopongono a continui bombardamenti.
Il conflitto tra le due formazioni militari ha assunto, per lo meno in questa area del Paese, una dimensione etnica, con scontri tra Masalit e tribù arabe (che formano la gran parte delle file delle RSF). I combattimenti intertribali hanno provocato numerose morti tra i civili e ampie distruzioni di infrastrutture ed edifici. Secondo alcune testimonianze provenienti dalla città, i miliziani delle RSF procederebbero ad un’operazione di pulizia etnica, prendendo di mira le popolazioni non arabe.
Una situazione denunciata dall'inviato delle Nazioni Unite per il Sudan, Volker Perthes. "Mentre la situazione in Darfur continua a deteriorarsi, sono particolarmente preoccupato per la situazione a El-Geneina (Darfur occidentale) dove la violenza ha assunto dimensioni etniche", ha dichiarato in una nota. “Massicci attacchi contro civili, basati sulla loro origine etnica, presumibilmente commessi da milizie arabe e uomini armati in divisa delle RSF sono profondamente inquietanti e, se veri, potrebbero costituire crimini contro l'umanità”, ha avvertito.
Un’altra zone interessata dai combattimenti è il Nord Kordofan, la cui capitale El Obeid è stretta in una morsa tra i due contendenti. Oggi, 14 giugno, l’aviazione sudanese ha colpito alcune postazioni delle RSF alla periferia ovest della città.
All’inizio delle ostilità la cattedrale della città fu colpita da alcuni razzi (vedi Fides 2/5/2023). Il Vescovo di El Obeid, Mons. Yunan Tombe Trille Kuku Andali, ha dichiarato a OSV News, che intende restare con i fedeli locali “fino a quando sarà possibile. Teniamo alcune funzioni la domenica e, quando necessario, in altre occasioni”. Nelle parole del Vescovo la situazione è drammatica: “La città è circondata. La gente è senza acqua, elettricità e connessione internet. In questi giorni piove e riusciamo a raccogliere un po' d'acqua. "Continuiamo a pregare e ad aspettare un segno di pace con la speranza che i nostri leader possano avviare un dialogo serio". (L.M.) (Agenzia Fides 14/6/2023)
 top^ 
 
 
 
MEDIO ORIENTE - Dopo il terremoto, i Paesi arabi riabbracciano la “nazione paria” La fine all'isolamento della Siria vista dalla Santa Sede
 
di Victor Gaetan*

Dal 2011 le buone notizie sono merce rara per la Siria.
Devastata da oltre un decennio di guerra, assediata dalla povertà e dalla pandemia, il 6 febbraio è arrivata un ulteriore tormento, quando un terremoto ha ucciso circa 6persone persone che vivevano vicino al confine nord-occidentale del Paese con la Turchia e ne ha fatte sfollare oltre 330mila. Colpita di nuovo anche Aleppo, la città più grande della regione, che è stata per lungo tempo un centro importante per la cristianità di quelle terre.
L'improvvisa, ennesima catastrofe ha posto la Siria al centro delle preoccupazioni soprattutto dei suoi vicini, tra cui l'Arabia Saudita, accusata in precedenza di aver contribuito a fomentare l'insurrezione contro il presidente Bashar al Assad fornendo armi ai ribelli siriani.
Come diretta conseguenza della crisi umanitaria, la Lega Araba, composta da 22 nazioni, ha posto fine all'isolamento regionale della Siria: Assad è stato accolto personalmente alla riunione della Lega a Jeddah, in Arabia Saudita, il mese scorso, dove ha potuto rivolgersi di nuovo ai membri dell'organizzazione che lo aveva espulso 12 anni fa.
È uno sviluppo sorprendente e positivo, che può essere valutato con favore anche dalla Santa Sede, visto che la Santa Sede esorta anche l'Occidente a fare un passo avanti e a porre fine alle sanzioni che paralizzano l'economia siriana.

Quando prevale la diplomazia
Il sopraggiungere di una nuova scossa sismica ha provocato risposte immediate da parte di leader arabi: il Presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha chiamato Assad il giorno successivo. Una settimana dopo, il Ministro degli Esteri giordano, Ayman Safadi, è volato a Damasco, realizzando il primo contatto diplomatico diretto di questo livello dall'inizio del conflitto siriano del 2011.
Nel volgere di poche settimane, una delegazione di parlamentari arabi, tra cui lo speaker del Parlamento iracheno, Muhammad al-Halbousi, Presidente dell'Unione interparlamentare araba, è atterrata nella capitale siriana: "Non possiamo fare a meno della Siria, e la Siria non può fare a meno del suo ambiente arabo, al quale speriamo possa tornare", ha dichiarato Halbousi a The Arab Weekly.
A fine marzo, ad Amman, in Giordania, le opzioni politiche possibili per la Siria sono state prese in considerazione da una più ampia schiera di entità nazionali e internazionali interessate, compresi i rappresentanti delle Nazioni Unite, dell'Unione Europea, della Turchia, della Francia, della Germania e persino degli Stati Uniti. I membri della Lega Araba hanno però insistito sul fatto che gli orientamenti e le decisioni in merito alla Siria dovrebbero essere prese a livello regionale: "Le nazioni arabe devono prendere l'iniziativa di avviare le discussioni per risolvere la crisi siriana", ha sottolineato Safadi.
Il cuore dell' "Iniziativa giordana", un piano per reincorporare la Siria nelle strutture politiche regionali, è il principio della reciprocità. In cambio della normalizzazione e degli aiuti umanitari, il governo di Assad accetta di accelerare la reintegrazione dei rifugiati (oltre 663mila rifugiati siriani si trovano in Giordania, 865mila in Libano e ben 3,6 milioni in Turchia ), di controllare il contrabbando di droga e armi e di avviare una riforma della sicurezza per smantellare le milizie irregolari.
I negoziati finali erano già palesemente avviati quando, il 12 aprile, il Ministro degli Esteri siriano è volato a Gedda per incontrare il Ministro degli Esteri dell'Arabia Saudita, che ha ricambiato la visita recandosi a Damasco il 18 aprile Anche in questo caso, si è trattato dei primi colloqui diplomatici organizzati in Arabia Saudita coinvolgendo la Siria la Siria dallo scoppio della Guerra, nel 2011.
Il 7 maggio, un'assemblea dei ministri degli Esteri della Lega Araba al Cairo ha votato per invitare formalmente il governo di Assad a rientrare nel forum regionale, fondato nel 1945 da sei Paesi arabi, Siria compresa..

La Santa Sede non ha mai isolato la Siria
Da anni la Santa sede e le Chiese in Medio Oriente chiedono la fine dell'isolamento della Siria e agiscono in tal senso.
L'anno scorso, il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, ha descritto il conflitto come il "più grave disastro umanitario causato dall'uomo dalla fine della Seconda guerra mondiale", lamentando la mancata attenzione della comunità internazionale per la pace e la ricostruzione economica del Paese. Le sue osservazioni furono esposte nel corso di una Conferenza (Church, House of Charity: Synodality and Coordination), organizzata a Damasco dalla Congregazione (oggi Dicastero) per le Chiese orientali, incontro che ha radunato nella capitale siriana organizzazioni umanitarie cattoliche e rappresentanti delle Chiese locali,. Al termine della Conferenza, i leader delle organizzazioni cattoliche di soccorso incontrarono il Presidente Assad, che elogiò il loro lavoro, soprattutto perché viene offerto a tutti i siriani, indipendentemente dalla fede. L'incontro corrispondeva ai criteri tradizionalmente seguiti e sostenuti dalla Santa Sede, quelli che considerano il dialogo è essenziale, sempre e ovunque.
Un mese prima dell'inizio del pontificato di Papa Francesco, nel febbraio 2013, il Cardinale libanese Bechara Boutros Raï è stato il primo Patriarca maronita in settant'anni a recarsi a Damasco. Il Patriarca maronita ha assistito all'insediamento del nuovo Patriarca della Chiesa greco-ortodossa di Antiochia, Giovanni X, prendendo parte a una celebrazione che si è trasformata in una dimostrazione di unità tra Capi cristiani ortodossi e cattolici di fronte all'estremismo che stava dilaniando il Paese.
Papa Francesco ha incontrato tutti i Patriarchi delle Chiese di rito orientale negli otto mesi seguiti alla sua elezione, e ha manifestato sollecitudine nel sostenerli e. Il Papa ha dato fiducia anche alla loro percezione della realtà e della situazione siriana, non allineandosi alle strategie occidentali che perseguono la politica del “cambio di regime” (regime change).

Diplomazia dell'incontro in Medio Oriente
Il processo seguito dai membri della Lega Araba per reintegrare la Siria dopo il disastro naturale rispecchia i princìpi seguiti dalla diplomazia vaticana.
In primo luogo, si è proceduto attraverso un'ampia consultazione personale. E per Francesco, l'incontro faccia a faccia permette trasformazioni del cuore e nuove simpatie tra i diversi punti di vista. Questo è il passaggio delicate e critico: la cultura dell'incontro va intesa come descrizione di incontri reali tra persone reali. È un programma d'azione, non una teoria.
In secondo luogo, il processo è stato costruito passo dopo passo. I Paesi hanno collaborato per ottenere risultati concreti, il che aumenta la fiducia. Uno dei passi più importanti che ha reso possibile la riconciliazione della Lega Araba con la Siria è stata la svolta diplomatica del 10 marzo: L'Arabia Saudita, a maggioranza sunnita, e l'Iran, a maggioranza sciita, hanno annunciato di voler ripristinare i legami e rilanciare un accordo di sicurezza. La rivalità tra i due potenti Paesi ha finora alimentato il conflitto regionale in Siria, Libano e Yemen.
In terzo luogo, la normalizzazione delle relazioni arabe con la Siria è un esempio di sussidiarietà, cioè rispecchia l'idea che i problemi politici debbano essere risolti, quando possibile, a livello locale e regionale, al livello più basso del processo decisionale, con la partecipazione di molte parti interessate. "Il principio di sussidiarietà permette a ciascuno di assumere il proprio ruolo nella cura e nel destino della società", ha detto Papa Francesco durante un'udienza generale. .

Infine, i protagonisti non hanno atteso l'approvazione delle potenze occidentali, che finora si sono opposte a questo abbraccio con la Siria. Nonostante sia un alleato degli Stati Uniti, l'Arabia Saudita, ad esempio, si è opposta alle preferenze statunitensi per pilotare i recenti sforzi di normalizzazione della Siria. Ciò che riecheggia la prassi vaticana è l'idea che i Paesi debbano impegnarsi per la pace, senza sapere in via preventive quali saranno i risultati esatti conseguiti; l'importante è avviare un processo verso migliori relazioni internazionali.

Porre fine alle sanzioni?
La Lega Araba è principalmente un'alleanza politica poco unita. Non ha il potere di portare un rapido sollievo alle numerose emergenze della Siria: una popolazione che vive una massiccia insicurezza alimentare e sanitaria, con un sorprendente 90% di persone che vivono in povertà.

Secondo molti esperti, la Siria è condannata a una sofferenza generalizzata, che colpisce quasi tutti I siriani, finché l'Occidente manterrà le sanzioni contro il Paese. Le sanzioni si applicano anche alla ricostruzione economica.
Rappresentanti della Santa Sede, Capi delle comunità cristiane locali (tra cui il Patriarca greco-cattolico melchita Youssef I) e rappresentanti di alto livello delle Nazioni Unite hanno deplorato le sanzioni punitive contro la Siria, perché puniscono le popolazioni impoverite e complicano gli sforzi di soccorso.

Il Consiglio delle Chiese per il Medio Oriente, che comprende le principali comunità cattoliche mediorientali, ha lanciato un monito severo: "Esortiamo a revocare immediatamente le sanzioni alla Siria e a consentire l'accesso a tutti i beni necessari, affinché le sanzioni non si trasformino in un crimine contro l'umanità”.


*Victor Gaetan è Senior Correspondent del National Catholic Register e si occupa di questioni internazionali. Scrive anche per la rivista Foreign Affairs e ha collaborato con Catholic News Service. L'Associazione della stampa cattolica del Nord America ha assegnato ai suoi articoli quattro premi, tra cui quello per l'eccellenza individuale. Gaetan ha conseguito una licenza (B.A.) in Studi Ottomani e Bizantini presso l'Università Sorbona di Parigi, un M.A. presso la Fletcher School of International Law and Diplomacy e un dottorato in Ideologia nella Letteratura presso la Tufts University. E' autore del libro God’s Diplomats : Pope Francis, Vatican Diplomacy, and America's Armageddon (Rowman & Littlefield, 2021). Il suo sito web è VictorGaetan.org
 top^ 
 
 
 
ASIA/INDIA - Appello interreligioso in Manipur: porre fine alla violenza e assistere le vittime
 
Imphal (Agenzia Fides) - Fermare la spirale della violenza, che è sempre dannosa e lascia ferite profonde, fisiche e morali; offrire riparo e cura alle vittime; avviare un processo e un tempo di riconciliazione, a partire dall'esaminare le richieste delle esigenze delle comunità etniche coinvolte, Kuki e Meitei (vedi Fides 9/6/2023 e 9/5/2023). E' quanto chiedono i capi religiosi riunitisi al “Manipur Cultural Integration Council” nella città di Imphal, capitale dello stato indiano di Manipur, in India Nord occidentale. I 18 rappresentanti di comunità religiose come islam, cristianesimo, buddismo, culti locali e tradizionali, partecipando all'incontro, hanno deciso di lanciare un accorato appello per porre fine alla violenza in corso in Manipur e “affinchè siano intraprese ulteriori iniziative congiunte, grazie alla collaborazione di istituzioni civili e religiose, per assistere le vittime della violenza”. Il testo chiede di "fornire assistenza medica e fornire guarigione e cura a tutte le persone coinvolte, loro malgrado, dall'ondata di violenza a Manipur”, e invita espressamente tutte le comunità di fede "a partecipare, coinvolgersi direttamente e offrire un contributo alla riconciliazione”.
Afferma il testo inviato a Fides: “Noi, un gruppo di persone di diverse tradizioni religiose e di fede nel Manipur, piangiamo insieme con tutti coloro che hanno perso i loro cari e i loro vicini e condividiamo le sofferenze di molti altri che sono feriti nei loro cuori, menti e corpi, in mezzo alla violenza in corso”. E prosegue: “Questa violenza ha reso tutti noi, in diverse comunità religiose e tradizioni di fede, ugualmente impotenti e angosciati. Questa impotenza e angoscia condivise ha incoraggiato e riunito tutti noi a fare appello congiunto per porre fine a questa violenza”.
“Facciamo umilmente appello a tutti, da tutte le parti coinvolte – affermano i capi religiosi – affinché si lascino alle spalle la violenza per salvare l'umanità che ancora nei nostri cuori e nelle nostre menti. Questo è essenziale per salvare e proteggere le nostre generazioni presenti e future dal terrore di questa violenza che ci sta distruggendo. Preghiamo insieme il Dio in cui ognuno di noi crede per la guarigione delle ferite e il recupero dell'umanità che ci sta sfuggendo di mano”.
Tra i rappresentanti cattolici coinvolti nell’incontro vi è l’arcivescovo emerito di Guwahati, Thomas Menamparampil, che nei giorni scorsi ha visitato il Manipur, recandosi nelle aree degli indigeni Kuki e incontrando il loro rappresentanti; l'arcivescovo ha visitato, in seguito, le zone della comunità Meitei, incontrando i loro rappresentanti. L’arcivescovo ha speso la sua influenza contattando persone di entrambe le parti e implorando la pace. Ha incontrato rappresentanti di alto livello nella società e intellettuali che hanno un'autorità morale sulla loro comunità. “Ho avuto colloqui con leader religiosi di entrambe le parti e l'incontro dei leader religiosi che hanno lanciato un appello di pace è stato il frutto di questo sforzo, che deve continuare", spiega a Fides.
L’arcivescovo nota che “in questo momento vi sono forti tensioni e le ferite sono fresche. I giovani sono emotivamente coinvolti ed è anche difficile anche per gli anziani convincerli alla calma”. “La perdita di vite umane e la perdita di proprietà – nota – sono perfino superiori a quanto indicato dalle fonti ufficiali. Non vi sono facili soluzioni, ma stiamo tentando di avviare un percorso di dialogo. Come cristiani, cerchiamo di dare il nostro contributo alla pace”.
(PA) (Agenzia Fides 14/6/2023)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/HAITI - Alla crisi del Paese si aggiunge una recrudescenza di colera: i missionari Viatoriani accanto alla gente con fede e determinazione
 
Port au Prince (Agenzia Fides) – “Ogni giorno porta la sua sofferenza. Purtroppo, ormai da anni, quando si parla di Haiti si pensa ad un paese di disastri: economici, ecologici, politici, demografici... ha detto all’Agenzia Fides padre Nestor Fils-Aimé, Superiore Provinciale del Canada dei Chierici di San Viatore, CSV. “Sfortunatamente ogni volta che si parla di questa terra, pur ricca di risorse naturali e umane e con una bellissima storia, si denunciano crisi, emergenze, violenze”. Il missionario ha fatto riferimento in particolare agli ultimi eventi di questa settimana di giugno che hanno visto il paese sommerso da frane, alluvioni e da ripetute scosse di terremoto (vedi Agenzia Fides 12/6/2023) e che attualmente sta vivendo una recrudescenza di casi di colera.
“I primi giorni del mese di giugno sono stati difficili – prosegue il Viatoriano. Forti piogge torrenziali hanno causato l’innalzamento delle acque provocando allagamenti con conseguenti danni materiali e perdita di vite umane nella regione metropolitana di Port-au-Prince, nelle aree di Croix-des-Missions, Tabarre, ecc.) così come nel sud del paese, nei distretti di Léogâne e Grand'Anse vicino Jérémie. Secondo una valutazione abbastanza prudente i morti potrebbero essere una sessantina, venti i dispersi, da 35 a 40.000 le case allagate... Inoltre, un terremoto di magnitudo 5.7 che il 6 giugno ha colpito Grand'Anse ha causato la morte di almeno 4 persone e si teme anche più di quaranta feriti.”
“Per noi è una grande sfida – sottolinea padre Fils-Aimé - sogniamo sempre un miglioramento che tarda a concretizzarsi. Tuttavia rimaniamo ottimisti e continuiamo ad agire con la stessa fede e determinazione per creare spazi di luce, gioia e speranza.”
Le infrastrutture dei Chierici di San Viatore non sono state direttamente interessate anche se hanno una casa di formazione a Cazeau molto vicino a Croix-des-Missions. I missionari gestiscono una scuola e sono responsabili di una parrocchia a Croix-des-Bouquets, quartiere vicino a Croix-des-Missions dove padre Jean-Yves Médidor, CSV, era stato rapito nel marzo scorso (vedi Agenzia Fides 14/3/2023). Fortunatamente non ci sono stati danni considerevoli neanche nella parrocchia di St-François d'Assise a Grand-Goâve, che i Viatoriani amministrano a una sessantina di chilometri a sud della capitale, non lontano dalla città di Léogâne.
Purtroppo venerdì 9 giugno le autorità sanitarie haitiane hanno confermato che una recrudescenza di colera ha provocato la morte di diverse centinaia di persone nel paese caraibico. Secondo i dati diffusi, l’epidemia che ha colpito per la prima volta Haiti nell’ottobre 2010 (vedi Agenzia Fides, 15/11/2010), ha ucciso 10.174 persone e dall’ottobre del 2022 sono morte 726 persone, di cui 26 dal 1 al 5 giugno di quest’anno. Nel periodo che va dal 1 ottobre dello scorso anno al 5 giugno 2023 i casi sospetti sono 45.248, 3007 confermati, 41.557 i ricoveri. L’età media dei contagiati ricoverati è di 17 anni. La crisi che esiste ora ad Haiti affonda le sue radici nel colpo di stato del 2004 (vedi Agenzia Fides 10/2/2004)
(AP) (Agenzia Fides 14/6/2023)

mercoledì 15 giugno 2022

nordesteconomia.gelocal.it: Porto Nogaro, a maggio crollo dei traffici del 51 per cento


UDINE. Situazione drammatica allo scalo portuale di Porto Nogaro di San Giorgio di Nogaro, per il consistente calo a maggio della movimentazione delle merci che ha fatto registrare -51%. Lo scalo nel 2021 aveva movimentato 1 milione e 300 mila tonnellate di merci delle quali il 50% erano bramme. Il trend negativo del porto commerciale friulano si è innescato con l'avvio del conflitto russo- ucraino, ed è legato soprattutto alla caduta del porto di Mariupol, porto dal quale partivano le navi della compagnia dei Fratelli Cosulich carichi di bramme (manufatti di ferro o acciaio) per i laminatoi della zona industriale dell'Aussa Corno di San Giorgio di Nogaro: quello delle Officine Tecnosider, quelli di Marcegaglia Plates e Marcegaglia Palini e Bertoli e della Trametal (del gruppo ucraino Metinvest), che sono riusciti a restare in produzione grazie all'approvvigionamento della materia prima in altri Paesi.

A spiegare la difficile situazione dello scalo friulano, è il presidente della storica impresa portuale Porto Nogaro (l'altra azienda che opera in banchina Magreth è la Midolini), 35 soci e 10 dipendenti, Emanuele Malisan, rimarcando come le percentuali dei traffici movimentati in questi ultimi tre mesi sono andate in calando, «a marzo abbiamo avuto un meno 16%; ad aprile un meno 41%; e un preoccupante maggio con meno 51%. Come si vede- spiega Malisan-, i dati sono allarmanti. Abbiamo registrato un dimezzamento della movimentazione in questi ultimi due mesi rispetto all’anno precedente a causa della guerra In Ucraina. Le due acciaierie di Mariupol sono semi distrutte e nessuno sa quale sarà il loro futuro. In questa situazione di forte criticità siamo dovuti ricorrere agli ammortizzatori sociali e dopo due anni di pandemia, in cui abbiamo fatto notevoli sforzi per garantire le operazioni portuali, ci rattrista molto questa situazione che stiamo vivendo e che ha colpito il cuore del nostro business».

Il presidente Malisan sottolinea che «d’ora in avanti l’approvvigionamento per i laminatoi di San Giorgio di Nogaro potrà avvenire solo attraverso nuove fonti diversificate da altri Paesi: Cina, India, Indonesia, Vietnam, Brasile. Oltre a essere un’attività difficile da organizzare - afferma-, ricordo che per queste tratte verranno utilizzate navi con stazze molto più grandi e che non potranno raggiungere il nostro porto a causa del pescaggio limitato di 5,50 metri (da anni si attendono i promessi 7.50 metri di pescaggio per permettere l'accesso a navi da 10- 13 mila tonnellate di stazza che ridurrebbero anche i costi di trasporto). Queste navi verranno scaricate completamente al porto di Monfalcone. La nostra speranza è che dallo scalo monfalconese si possa riuscire a trasferire a Porto Nogaro quantitativi importanti mediante le chiatte (trasportano attorno alle 5 tonnellate). Ma ci vorrà ancora del tempo, e con i nostri partner siamo al lavoro per riprenderci almeno una parte di quello che questa stupida guerra ci ha tolto» .

Il porto occupa circa 450 addetti tra imprese portuali, pilota, ormeggiatori, dogana, Capitaneria di Porto, case di spedizione e agenzie marittime, con un indotto di circa 900 addetti, ed è la più grande azienda della zona industriale dell'Aussa Corno.

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...