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mercoledì 10 febbraio 2021

Don Oreste rosso, Bibliografia da http://www.dizionariobiograficodeifriulani.it/rosso-oreste/

 Nato a Martignacco (Udine) il 14 aprile 1911, dopo l’ordinazione sacerdotale, il 21 luglio 1935, fu cappellano a Moruzzo (1935-1936), cooperatore a Palmanova (1936-1937), a San Giorgio di Nogaro (1937-1949) e a Codroipo (1949-1952), cappellano a Camino di Buttrio (1952-1958), parroco di Colugna (1958-1964), cappellano delle carceri di Udine (1964-1974), parroco di Caporiacco (1977-1983) ed infine di Rivolto (con servizio a Passariano) fin quasi alla morte, sopraggiunta in ospedale a Udine il 9 febbraio 2001, ovunque lasciando ampia traccia del suo cammino spirituale e musicale. Aveva iniziato la sua formazione musicale negli anni del seminario con don M. Roussel, diplomato alla Scuola superiore di musica sacra di Roma, studiando poi composizione con A. Illersberg a Trieste e canto pre-polifonico con padre Pellegrino Ernetti a Venezia, ma soprattutto approfondendo autonomamente la conoscenza degli autori antichi e moderni. Fu un grande animatore e divulgatore della musica, convinto delle possibilità di formazione culturale e spirituale in essa insite; per questo anche la sua opera di compositore fu incessante, variegata e intimamente legata alla sua terra e alla sua gente, tanto da meritarsi l’appellativo di «cantore dell’anima friulana». Ci ha lasciato più di trecento tra composizioni sacre e profane ed elaborazioni di motivi popolari, ispirate ai più diversi momenti spirituali, storici, esistenziali che si è trovato ad attraversare e scritte in uno stile personale, poco accademico, che comunque sapeva attingere alla tradizione musicale colta e popolare non solo friulana. Si tratta per lo più di composizioni corali perché R. fu sempre vicino ai cori e lui stesso ne diresse alcuni, incidendo con loro pure diversi dischi: la Côral di Feàgne, il Coro della SAF (Società alpina friulana), gli Amici del Malignani, la Cappella musicale del duomo di Cividale. Al centro della sua ispirazione è stata prima di tutto la musica sacra, che egli servì anche assecondando, con le sue proposte, il rinnovamento della liturgia voluto dal Concilio Vaticano II: una trentina sono le messe composte (su testo latino, italiano, ma anche friulano) a partire da quella In onore dell’Addolorata (San Giorgio di Nogaro, 1938) per finire con l’incompiuta Messe par furlan del 1982, decine i mottetti, inni, canti mariani, natalizi e sacramentali, due gli oratori… Tra le messe friulane merita menzione la Messe celtiche, costruita su motivi raccolti dalla voce del popolo e armonizzata a quattro voci dispari con accompagnamento d’organo; tra i canti mariani il più noto fu invece Suspir da l’anime, scritto nel 1940 su testo di A. Chiaruttini. Nel campo della musica profana rivestono un carattere particolare, per la perfetta simbiosi tra espressione poetica e musicale, le composizioni ispirate ad alcune liriche della poetessa friulana Novella Cantarutti (Sul fen da la tô cunaSvuaiGent da la GravaGlonsMadona da li’ creti’Peravali’Sâtu li’ Pieri’), insieme a molte altre che hanno goduto di grande fortuna: Aquilèe (E. Fruch), considerato quasi un inno regionale, Masse bêz (G. Michelutti), Cjampane bessole (G. Michelutti), Signôr dut rot (A. Picotti), ecc. Notevoli anche le sue numerose armonizzazioni di temi popolari friulani, resiani, istriani e sloveni, tra cui In chê dì da lis mês gnosisI siet pasDa pe da clevoSul puint di BraulinsSe savessis fantazzinisDa lipa ma! Kë bej nä jë? [Dov’è la mia bella?], Ta Ösöjska [La canzone di Oseacco], Vado in piazaJubka mopja, ecc.; ha scritto inoltre una trentina di brani per i bambini, da lui proposti al concorso “La cetra dei piccoli” di Cividale e ai festival “Il Grillo d’oro” di San Giovanni al Natisone e “La Sagre dai grîs” di Feletto Umberto. R. non disdegnò neppure la partecipazione al Festival della canzone friulana di Pradamano, ove più volte ottenne premi e segnalazioni. Si dedicò infine, sia pur con minore frequenza, alla ricerca musicologica curando l’edizione della commedia musicale di Rudolf Kubik Va, vilote puartade dal vint, di alcune opere di Iacopo Tomadini (66 Fioretti, quattro mottetti e due canzonette), autore che studiò con grande ammirazione animato probabilmente da una riconosciuta affinità spirituale, e della Messa di S. Faustino di Giovanni Battista Candotti. Della sua vasta produzione, solamente quarantacinque brani sono stati editi in un ponderoso volume antologico intitolato Svuai (1990), ai quali ne vanno aggiunti pochi altri stampati autonomamente. R. ha ricevuto il premio Nadâl furlan 1987.


Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

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