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mercoledì 3 settembre 2014

Un rilevante valore simbolico

ASIA/SIRIA - Cristiani di Qamishli raccolgono aiuti per gli yazidi fuggiti dall'Iraq
Qamishli (Agenzia Fides) – E’ durata solo 72 ore, ma assume comunque un rilevante valore simbolico, la campagna popolare per la raccolta di cibo, medicinali e vestiti realizzata negli ultimi giorni da cristiani della città siriana di Qamishli a favore dei profughi yazidi fuggiti dall'Iraq sotto minaccia dei jihadisti del Califfato islamico per trovare rifugio in territorio siriano, presso il campo profughi di Newroz. Come rivelano fonti siriane consultate dall'Agenzia Fides, comitati popolari animati anche da militanti locali dell'Assyrian Democratic Party, hanno montato una tenda nell'area centrale di Qamishli che per tre giorni ha rappresentato il punto di raccolta di beni di prima necessità destinati all'ultima ondata di rifugiati giunti in Siria e provenienti soprattutto dall'area montuosa nord-irachena del Sinjar. Un gruppo di giovani volontari ha poi provveduto al trasporto dei beni al campo profughi, annunciando anche l'intenzione di porre in atto altre iniziat ive umanitarie a favore dei profughi, come il lancio di una campagna di vaccinazioni e l'istituzione di équipe di supporto psicologico per le donne e i bambini.
Secondo dati dell'Alto Commissariato Onu, già all'inizio della terza decade di agosto più di 8.000 persone – per lo più appartenenti alla minoranza religiosa yazida - avevano trovato rifugio al campo di Newroz, a circa 60 chilometri dal confine iracheno, e circa 3.000 si sono trasferiti nei villaggi yazidi nei dintorni delle città di Amuda e Derbassia. (GV) (Agenzia Fides 3/9/2014).

venerdì 22 agosto 2014

Papa Francesco ha incontrato a Santa Marta il cardinale Fernando Filon



vaticanit has uploaded Papa Francesco riceve il cardinale Fernando Filoni.
Papa Francesco riceve il cardinale Fernando Filoni.
vaticanit
Circa 30 minuti per parlare di tutto l’orrore in cui è precipitato l’Iraq. Papa Francesco ha incontrato a Santa Marta il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e suo inviato personale. Appena rientrato dal Paese del Golfo, il porporato ha illustrato al Pontefice la drammatica situazione in cui versano decine di migliaia di cristiani, yazidi e altre minoranze cacciate dagli estremisti jiadisti verso il Kurdistan. Nelle parole del cardinale Filoni, ascoltato con viva attenzione e partecipazione da Papa Francesco, sono rivissute così le paure e le speranze di quanti attendono una risposta della Comunità Internazionale al loro grido di aiuto, davanti alla ...

mercoledì 13 agosto 2014

La violenza non si vince con la violenza. La violenza si vince con la pace

VATICANO - Dichiarazione del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – In una dichiarazione fatta ieri, il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ha chiesto una condanna chiara e coraggiosa da parte dei responsabili religiosi, soprattutto musulmani, e di tutte le persone di buona volontà, dei crimini commessi in Iraq dai jihadisti dello Stato Islamico contro cristiani, yazidi e altre minoranze religiose.
Fides propone il testo completo della dichiarazione:

Dichiarazione del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, 12.08.2014

Il mondo intero ha assistito stupefatto a quella che è ormai chiamata "la restaurazione del Califfato", che era stato abolito il 29 ottobre 1923 da Kamal Ataturk, fondatore della Turchia moderna.

La contestazione di questa restaurazione da parte della maggioranza delle istituzioni religiose e politiche musulmane non ha impedito ai jihadisti dello "Stato Islamico" di commettere e di continuare a commettere atti criminali indicibili. Questo Pontificio Consiglio, tutti coloro che sono impegnati nel dialogo interreligioso, i seguaci di tutte le religioni, così come tutti gli uomini e le donne di buona volontà, non possono che denunciare e condannare senza ambiguità queste pratiche indegne dell’uomo:

- il massacro di persone per il solo motivo della loro appartenenza religiosa;

- l’esecrabile pratica della decapitazione, della crocifissione e dell’impiccagione di cadaveri nelle piazze pubbliche;

- la scelta imposta ai cristiani e agli Yazidi tra la conversione all'Islam, il pagamento di un tributo (la jizya) o l’esodo;

- l’espulsione forzata di decine di migliaia di persone, compresi i bambini, anziani, donne incinte e malati;

- il rapimento di ragazze e di donne appartenenti alle comunità Yazidi e cristiane come bottino di guerra (Sabaya);

- la barbara imposizione della pratica dell'infibulazione;

- la distruzione dei luoghi di culto e dei mausolei cristiani e musulmani;

- l'occupazione forzata o la profanazione di chiese e monasteri;

- la rimozione di crocifissi e di altri simboli religiosi cristiani e di altre comunità religiose;

- la distruzione del patrimonio religioso e culturale cristiano di valore inestimabile;

- la violenza abietta allo scopo di terrorizzare la gente per costringerla ad arrendersi o a fuggire.

Nessuna causa può giustificare tale barbarie e certamente non una religione. Si tratta di una gravissima offesa all'umanità e a Dio che è il Creatore, come ha spesso detto il Papa Francesco.

D’altra parte non possiamo dimenticare che cristiani e musulmani hanno vissuto insieme – sia pure con alti e bassi - nel corso dei secoli, costruendo una cultura della convivialità e civiltà di cui sono orgogliosi. Del resto, è su questa base che, negli ultimi anni, il dialogo tra cristiani e musulmani ha continuato e si è approfondito. La situazione drammatica dei cristiani, degli Yazidi e di altre comunità religiose numericamente minoritarie in Iraq esige una presa di posizione chiara e coraggiosa da parte dei responsabili religiosi, soprattutto musulmani, delle persone impegnate nel dialogo interreligioso e di tutte le persone di buona volontà. Tutti devono unanimemente condannare senza alcuna ambiguità questi crimini e denunciare l’invocazione della religione per giustificarli. Altrimenti quale credibilità avranno le religioni, i loro seguaci e i loro leader? Quale credibilità potrebbe avere ancora il dialogo interreligioso così pazientemente perseguito negli ultimi anni?

I leader religiosi sono inoltre chiamati ad esercitare la loro influenza sui governanti per la cessazione di questi crimini, la punizione di coloro che li commettono e il ripristino dello Stato di diritto in tutto il Paese, assicurando il rientro di chi è stato cacciato. Ricordando la necessità di un’etica nella gestione delle società umane, questi stessi leader religiosi non mancheranno di sottolineare che sostenere, finanziare e armare il terrorismo è moralmente riprovevole.

Detto questo, il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso è grato a tutti coloro che hanno già levato la loro voce per denunciare il terrorismo, in particolare chi usa la religione per giustificarlo.

Uniamo dunque le nostre voci a quella di Papa Francesco: "Il Dio della pace susciti in tutti un autentico desiderio di dialogo e di riconciliazione. La violenza non si vince con la violenza. La violenza si vince con la pace".


** il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, organo della Curia Romana, ha come finalità la promozione del dialogo interreligioso, in adesione allo spirito del Concilio Vaticano II.
(CE) (Agenzia Fides, 13/08/2014)
Links:
Testo originale francese: (traduzione italiana sala stampa vaticana):
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2014/08/12/0567/01287.html

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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