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venerdì 15 dicembre 2023

'Attenzione alta contro mafia'

 "Resta alta" l'attenzione delle Prefetture del Friuli Venezia Giulia per cogliere i segnali e prevenire i tentativi di penetrazione nelle attività imprenditoriali "in una regione come il Fvg, a vocazione commerciale e industriale e turistica, che attrae investimenti pubblici e che, anche per la presenza delle realtà portuali di Trieste, Monfalcone e San Giorgio di Nogaro, può apparire area di interesse per l'espansione degli affari illeciti delle organizzazioni mafiose".

E' quanto emerso nel corso della Conferenza regionale delle Autorità di pubblica sicurezza, tenutasi in prefettura a Trieste e a cui hanno partecipato, tra gli altri, i prefetti dei quattro capoluoghi Pietro Signoriello (Trieste), Domenico Lione (Udine), Raffaele Ricciardi (Gorizia) e Natalino Manno (Pordenone).
    Rispetto alle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto sociale ed economico del Fvg - spiega una nota - "l'analisi ha permesso di confermare l'assenza sul territorio di organizzazioni criminali strutturate di stampo mafioso o la presenza di gruppi che tentano di imporsi con le forme intimidatorie proprie di soggetti che intendono mostrarsi legati da vincoli associativi criminali".

Ma l'attenzione, è stato ribadito, "resta alta". Le Prefetture, per la particolare attenzione che viene riservata agli appalti e alle opere di lavori pubblici finanziate con i fondi del Pnrr, hanno implementato, anche in applicazione di specifiche direttive ministeriali, l'azione di monitoraggio a scopo preventivo di quelle attività sensibili che spesso si ricollegano alla commissione dei cosiddetti reati spia, come ad esempio l'attività illecita di smaltimento rifiuti, l'imposizione di manodopera o il riciclaggio.
    Durante i lavori, conclude la nota, si è deciso di dar corso a un coordinamento regionale dei quattro Gruppi interforze antimafia delle Prefetture della regione per "rendere omogeneo il monitoraggio della predetta fenomenologia criminale e per la condivisione del patrimonio informativo".

martedì 5 settembre 2023

ACCIAIERIA LAGUNA ECOMOSTRO ANCHE PER LEGA

 

AMBIENTE. PELLEGRINO (AVS): ACCIAIERIA LAGUNA ECOMOSTRO ANCHE PER LEGA

04.09.2023
 
18:58
(ACON) Trieste, 4 set - "Dopo gli esiti del Congresso regionale del Carroccio ci aspettiamo che le due massime cariche della Regione, il presidente della Giunta Fedriga e quello del consiglio Bordin, entrambi della Lega, rispettino il mandato affidatogli dai loro iscritti".

Lo evidenzia in una nota la consigliera regionale Serena Pellegrino (Alleanza Verdi e Sinistra), prendendo la parola "sulla querelle dell'acciaieria proposta da Danieli e Metinvest che dovrebbe essere costruita nel Comune di San Giorgio di Nogaro a ridosso della laguna di Grado e Marano".

"Anche i leghisti friulani, nonostante le parole chiare dell'assessore Bini garantiscano la non realizzazione dell'acciaieria in uno dei luoghi più delicati dal punto di vista ecosistemico, hanno voluto avere la certezza che gli interessi di pochi non vadano a ledere la salute dei cittadini, intaccando anche l'ambiente lagunare e mettendo in crisi tutto il comparto turistico. La mozione votata all'unanimità - continua Pellegrino - apre una forte contraddizione all'interno della Destra: lo scorso anno la stessa Maggioranza ha approvato, con la legge di assestamento di bilancio, la costruzione del polo siderurgico. Oggi, dopo aver illuso i proponenti, fa invece una brusca retromarcia".

"Come Avs - prosegue l'intervento - abbiamo subito cercato di far comprendere a Danieli, nonché alla politica regionale e nazionale, l'insensatezza di un insediamento siderurgico realizzato in prossimità di un sito di interesse comunitario ad alta tutela naturalistica".

"Evidentemente - conclude Pellegrino - le nostre ragioni stanno facendo breccia anche nella Destra di governo che riconosce nell'acciaieria un ecomostro. Auspichiamo, quindi, che coloro che hanno il potere di decidere abbiano la forza di opporsi alla realizzazione di un progetto che nessuno vuole. Ci auguriamo che tutto questo sia stato solo un terribile incubo e che non diventi mai realtà". 

giovedì 8 giugno 2023

Affari italiani.it la laguna di San Giorgio di Nogaro sotto scacco di una mega acciaieria

 

Friuli Venezia Giulia, la laguna di San Giorgio di Nogaro sotto scacco di una mega acciaieria“Friuli Venezia Giulia, ospiti di gente unica”, questo è lo slogan che la regione ha scelto, diversi anni fa, per presentare la propria campagna mediatica al fine di incentivare il turismo sul territorio. Le bellezze del luogo si diversificano tra storia, sport, enogastronomia e parchi naturali: l’area singolare della regione è certamente la Laguna di Marano e Grado.

Essa è praticamente il capo nord dell’Adriatico. Ovvero è il capo nord di tutto il Mediterraneo. Posta a Nord-est di Venezia e in adiacenza al golfo di Trieste, è un hub straordinario per moltissime specie volatili. D’inverno fa da riparo alle centinaia di migliaia di anatre che arrivano dal Nord Europa. A partire da primavera fa da culla e nido ad un ancora più sterminato numero di specie ed esemplari che partono sia dalle coste africane che dai territori dell’Africa centrale.

Non si può sbagliare. La rotta è tracciata. Risalite tutto l’Adriatico e in questa laguna arriverete. Delle sottili strisce di terra chiamate litoranee dividono il mare dalla laguna interna. Un ambiente in equilibrio fra antiche regole di pesca ed una cittadina di pescatori di nome Marano Lagunare di sole duemila anime che ha deciso di non alzare bandiera bianca alla modernità. Moltissimi sono gli austriaci che sono caduti nelle reti di questa cittadina e del suo incredibile territorio. Già a partire da inizio marzo li puoi incontrare lungo le strette calli o nell’unica piazza con la torre millenaria. Al pari dei maranesi non riescono a non cercare con il primo sguardo queste acque. A non cercare di capire quale sia la direzione del vento stamattina. Sembra veramente di appartenere ad un luogo di pace e incanto.

A pochi chilometri da questo paradiso naturale, vi è insediato un distretto industriale importante per tutto il Friuli: la zona industriale del comune di San Giorgio di Nogaro. In questa area trovano spazio più di 90 aziende delle più disparate categorie merceologiche. Da quelle alimentari, a quelle meccaniche di precisione, quelle dedicate alla logistica, alle diverse darsene di rimessaggio di barche, a quelle di trasformazione chimica, ad alcune vetrerie ed infine anche dei laminatoi. Un sistema industriale complesso, ma ramificato. Forte di un sistema costituito da una moltitudine di aziende e proprietà. Con un turnover di aziende e proprietà continuo, privo delle fragilità di un sistema monoindustriale o uniproprietario. I cartelli con la ricerca di personale si sprecano ed anche la ricerca di tecnici qualificati è quasi ossessiva per gli scarsi risultati che produce. Gli abitanti immersi in questo luogo naturalistico hanno sempre sostenuto questa realtà produttiva poiché si è sempre sposata adeguatamente con il territorio poi qualcosa si è rotto. Sui balconi delle case della cittadina lagunare sono comparsi nuovi lenzuoli, in prevalenza bianchi. Con una scritta quasi ossessiva: NO ACCIAIERIA.


giovedì 11 maggio 2023

Non verrà avvallato alcun impianto che possa nuocere all’ambiente, alla salute e al turismo della nostra Regione

 


«L’interesse primario dell’amministrazione regionale e in particolare dell’assessorato che ho l’onore di guidare - che unisce Turismo e Attività produttive - è quello di sviluppare l’economia locale, attraendo investimenti e creando posti di lavoro sul territorio, sempre in un’ottica di sostenibilità».

A dirlo è l’assessore regionale Sergio Emidio Bini, che, più volte chiamato in causa a seguito dell’ipotesi di insediamento siderurgico della Metinvest-Danieli a San Giorgio di Nogaro, intende fare chiarezza sullo sviluppo economico dell’Aussa Corno.

Assessore perchè si è arrivato a questo punto?

«È interesse dell’amministrazione regionale valorizzare il patrimonio naturalistico, culturale e turistico del Fvg, nel pieno rispetto dell’ambiente e degli ecosistemi unici al mondo presenti sul nostro territorio, come la laguna. È con queste finalità che all’inizio del 2022 si è conclusa la procedura di liquidazione coatta amministrativa del Consorzio per lo sviluppo industriale dell’Aussa Corno. In questo modo è stata così superata l’annosa fase di commissariamento, con la restituzione al territorio dell’area industriale, che ora rientra all’interno del Consorzio per lo sviluppo industriale del Friuli centrale».

Perchè le nuove infrastrutturazioni?

«In un’ottica di sviluppo economico dell’Aussa Corno e di crescita occupazionale, circa un anno fa la Regione ha avviato un percorso di infrastrutturazione dell’area denominata Terreni di punta Sud, per implementare la capacità logistica e l’accessibilità del porto di San Giorgio. Quest’area, vale la pena ricordarlo, è classificata dal piano regolatore generale del Comune di San Giorgio come D1 - area di intese industriale regionale -. Contestualmente e con la stessa finalità, è stata avviata anche una serie di approfondimenti tecnici (ambientali, logistici, urbanistici), che hanno visto anche il coinvolgimento dei due atenei regionali, per determinare entro quali termini sia possibile lo sviluppo logistico e industriale dell’area, con l’obiettivo di preservare e tutelare il patrimonio naturalistico e turistico locale.

Gli studi sono attualmente in corso. Il percorso già avviato ha previsto il puntuale coinvolgimento delle amministrazioni comunali che insistono sull’area e del consiglio regionale e prevede, come si è visto, interventi strutturali per la crescita economica dell’Aussa Corno, che hanno valore generale e prescindono da qualsivoglia casistica specifica».

Quindi le infrastrutturazioni non sono in relazione all’ipotesi dell'acciaieria?

«È bene essere chiari: questo percorso di infrastrutturazione e i relativi approfondimenti sono stati avviati a prescindere dalla manifestazione di interesse ricevuta da parte di un investitore privato, in quanto si tratta di interventi rispondenti all’interesse pubblico generale e volti a implementare la fruibilità, anche in termini di trasporto marittimo a servizio dell’industria, delle infrastrutture portuali esistenti. In relazione alla manifestazione di interesse privata, come già ribadito in passato, a oggi non è pervenuta alla Regione alcuna progettualità definita, passaggio minimo e necessario per esprimere qualsiasi tipo di giudizio sull’opportunità dell’investimento».

Impianto siderurgico si o no?

«Posso garantire fin da ora che non verrà avvallato alcun impianto che possa nuocere all’ambiente, alla salute e al turismo della nostra Regione. Ci tengo a tranquillizzare i cittadini e la migliore rassicurazione in questo senso arriva da quanto fatto negli ultimi cinque anni, quando ci siamo adoperati con forza per far conoscere il Fvg in Italia e a livello internazionale, promuovendo e valorizzando le bellezze naturali e culturali del nostro territorio».

venerdì 5 maggio 2023

Dubbi sulla nuova Acciaieria

 

I dubbi sulla nuova acciaieria a San Giorgio di Nogaro.

Continua a far discutere l’ipotesi di una nuova acciaieria a San Giorgio di Nogaro, in zona Aussa Corno. Questa volta, ad esprimere dubbi è Confcommercio Lignano che a firma del presidente Enrico Guerin, del vicepresidente Salvatore Vozza e di tutto il consiglio mandamentale, ha scritto agli associati del territorio in merito alla progettualità di realizzazione dell’impianto industriale a Porto Nogaro.

La lettera, pubblicata sul sito di Confcommercio provinciale, riferisce delle insistenti voci sulla possibile apertura di una nuova acciaieria nella zona industriale dell’Aussa Corno, a pochi chilometri in linea d’aria da Lignano Sabbiadoro. Preoccupati dalle notizie che si susseguivano in ordine sparso e sollecitati dalla richiesta di informazione da parte di numerosi associati, “abbiamo cercato di apprendere informazioni – si legge -, al fine di farci un’idea di cose stesse realmente accadendo, senza però purtroppo trovare riscontro”.

L’associazione di categoria sottolinea che il territorio della Bassa friulana ha come valore aggiunto un ecosistema ambientale di pregio ed unico al mondo come la laguna e tanti posti di lavoro legati al turismo e alla nautica che potrebbero subire una forte contrazione nel caso in cui il nuovo insediamento dovesse in qualche modo andare ad alterarlo.

“Le nostre perplessità – informa il mandamento – le abbiamo espresse a tutti i candidati della recente tornata elettorale che abbiamo avuto modo di incontrare. Per noi la salvaguardia del territorio e di conseguenza delle nostre attività viene prima di ogni altro interesse, pertanto auspichiamo che ogni progetto di impatto significativo possa essere condiviso con le comunità e le categorie imprenditoriali con la dovuta trasparenza. Per intavolare una discussione su basi scientifiche, è dunque assolutamente opportuno che tanto lo studio affidato alle Università regionali quanto i pareri degli uffici regionali competenti in materia ambientale vengano resi pubblici e possano essere oggetto di discussione con tutte le componenti interessate”.

giovedì 10 novembre 2022

Assomarinas dice no all’acciaieria nella laguna di Marano

Assomarinas dice no all’acciaieria nella laguna di Marano



Il presidente Roberto Perocchio ha annunciato l’affidamento di un’analisi ambientale alla Imq e Ambiente


Il tema è controverso e riguarda il progetto del nuovo polo siderurgico nel cuore della laguna di Marano e Grado –  comprensorio lagunare più settentrionale dell’Adriatico, ancora oggi comunità di pescatori forte di tradizioni locali legate alla cultura marinara e meta turistica – più precisamente l’insediamento dovrebbe essere in corrispondenza della foce dell’Aussa Corno.
A discuterlo ieri presso la sede della Piccola Industria a Udine, nell’incontro presieduto dal presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e dall’assessore regionale Sergio Bini, è stato il presidente di Assomarinas manifestando ferma opposizione all’iniziativa e comunicando di aver affidato ad Imq e Ambiente, primaria società di ingegneria ambientale italiana, l’incarico di svolgere un’ analisi preliminare ambientale sulle ipotesi di realizzazione del progetto che, se portato a termine, stravolgerebbe completamente la vocazione turistica della laguna e delle sue aree costiere rappresentando una concreta minaccia per il turismo nautico e la ricettività turistica del territorio compreso tra Lignano e Grado.
‘Abbiamo accettato questo incarico – ha detto l’amministratore delegato di Imq e Ambiente – in un momento storico in cui l’impegno al cambiamento climatico è al centro delle scelte produttive; la proposta progettuale valutata invece di determinare ricchezza sostenibile, introduce una fonte di pressione fortemente negativa con conseguenze sotto il profilo economico e ambientale e rappresenta un attacco al sistema turistico in un habitat già di per sé delicatissimo”.
Anche il previsto dragaggio del canale Ausa-Mare di accesso al porto finalizzato a garantire la quota di pescaggio di circa 12 metri contro i 7.5 attuali e l’allungamento della banchina di attracco presentano delle potenzialità di rischio ambientale molto elevate. Così come forti saranno gli impatti in termini di emissioni atmosferiche da traffico e da risollevamento di polveri nella fase di cantiere che interesseranno in particolare l’abitato  nella laguna di Marano e aumenteranno i traffici terrestri per la gestione dei rifiuti. Ma soprattutto a preoccupare è la stima che il polo potrebbe produrre annualmente 4 milioni di tonnellate di acciaio, corrispondenti grossomodo all’ attuale produzione dell’Ilva di Taranto, con conseguenti 80.000 tonnellate di polveri derivate.
‘Uno scenario che rappresenta una reale minaccia e che deve essere assolutamente scongiurata’ – sottolinea in una nota Assomarinas sollecitando alla riflessione sulle  ricadute che la costruzione dell’impianto, se realizzato, produrrà su quest’area che si è sviluppata con tutt’altra vocazione e che comporterà un grave e irreversibile deterioramento del contesto paesaggistico  con notevoli ripercussioni sul comparto del turismo, della nautica e della pesca.

da superyacht24.it/

martedì 12 gennaio 2021

Una suora che viveva a Tarso dal 2013-Agenzia Fides News 12 gennaio 2021

 

ASIA/TURCHIA - Addio a suor Maria Concetta Mustacciu, la “custode” della Chiesa di Tarso
 
Tarsus (Agenzia Fides) – La pandemia da Covid-19 ha portato via un’altra silenziosa e amata servitrice della carità di Cristo in terra turca: lunedì 11 gennaio, a causa del contagio che sta mietendo vittime in tutta la Turchia, ha lasciato questo mondo suor Maria Concetta Mustacciu, della Congregazione delle Figlie della Chiesa, che dal 2013 viveva a Tarso, la città di San Paolo, come madre superiora della piccola comunità “Mater Gentium” (al centro nella foto, insieme alle consorelle Bianca Agnese Trabaldo e Maria Ballo). Di origine sarda, prima di espatriare in Turchia suor Maria Concetta aveva vissuto la sua vocazione religiosa per molti anni a servizio delle comunità parrocchiali nella città ligure di Sanremo. Poi aveva aderito senza riserve alla richiesta di iniziare una nuova, singolare avventura missionaria, nella città di nascita dell’Apostolo dei pagani.
A Tarso, nei tempi attuali, non ci sono comunità cristiane. Suor Maria Concetta, con le sue due consorelle, raccontava di Gesù ai visitatori e ai turisti che giungono a visitare la chiesa-museo dedicata a San Paolo, offrendo accoglienza e ausilio prezioso anche alle comitive di pellegrini cristiani che giungono fino a quella città nel sud della Turchia sulle orme dell’Apostolo, e chiedono di celebrare la liturgia eucaristica nel luogo di culto che porta il suo nome.
Suor Maria Concetta, insieme alle sue consorelle, uniche cristiane a Tarso, custodiva con la sua presenza, la sua preghiera quotidiana e la sua carità silenziosa, i “luoghi paolini”, nella città di nascita del grande missionario chiamato da Cristo stesso ad annunciare il Vangelo alle genti. Testimone dell’amore di Cristo in mezzo a un popolo di fede musulmana, suor Maria Concetta soccorreva senza sosta i poveri della città, ancor più in stato di bisogno a causa della pandemia, distribuendo vestiti da lei stessa puliti e rammendati, insieme ai pacchi viveri di Caritas Turchia. La sua vita ordinaria, condivisa con le sue anziane consorelle, suggerisce in maniera luminosa quale è la sorgente che alimenta ogni autentica avventura apostolica. “Che ci stiamo a fare qui?” diceva nel 1993 suor Maria di Meglio, appena arrivata a Tarso per iniziare la nuova missione affidata alle Figlie Della Chiesa. “Potremmo fare tanto bene in Africa o in Sud America - aggiungeva suor Maria -, come tante nostre eroiche consorelle… ma se noi andassimo via da Tarso, resterebbe spenta la lampada davanti al Tabernacolo. Sì, noi siamo qui per tenere accesa quella luce”. (GV) (Agenzia Fides 12/1/2021)
Suor Maria Concetta Mustacciu al centro nella foto

Un gruppo di pellegrini di Palmanova e altri paesi della Forania ha visitato Tarso nel 2014 e ha conosciuto  la suora e la testimonianza delle suore di quella piccolissima comunità in mezzo a una città di musulmani. Qui alcuni scatti fotografici della visita alla chiesa di Tarso dove visse San Paolo






Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...